Riforma della Giustizia in affanno: Draghi deve mettere tutti d’accordo

Tempi più lunghi per l’improcedibilità dei reati di mafia, terrorismo, violenza sessuale e droga, oltre a una norma transitoria fino a tutto il 2024 per l’entrata a regime della nuova prescrizione. E’ la mediazione per la riforma della giustizia sulla quale si esprimerà il Cdm, per poi portare il testo in Parlamento per l’approvazione. In ogni caso, dicono fonti parlamentari, sul testo approvato dal Cdm non ci saranno ulteriori spazi di mediazione.

Possibile astensione dei ministri M5s

Non è escluso che i ministri M5s scelgano la linea dell’astensione in Cdm, sul testo frutto della mediazione sulla riforma della giustizia. La trattativa con il Guardasigilli, Marta Cartabia, il premier Mario Draghi e i partiti della maggioranza non soddisfa i pentastellati, per questo motivo l’ipotesi dell’astensione è stata messa tra le possibilità.

L’obiettivo del presidente del Consiglio quello di chiudere la trattativa in Cdm per poi portare il documento veneidì in Aula alla Camera e arrivare quindi a una rapida approvazione, anche con la fiducia. La riunione, al momento, è sospesa per consentire la partecipazione dei ministri al question time del Senato.




Riforma della Giustizia, sospeso il Consiglio dei Ministri: è ancora scontro M5s – Lega

E’ iniziata ma è subito stata sospesa la riunione del Consiglio dei ministri. A quanto si apprende, il Cdm è iniziato perché c’era la necessità di impugnare alcune leggi regionali con urgenza ed è dunque stata deliberata l’impugnativa per dare mandato all’avvocatura dello Stato. La sospensione sembra invece legata alla necessità di sciogliere i nodi esistenti sulla riforma della giustizia.
Il Consiglio dei ministri, viene precisato, è iniziato ed è stato sospeso per ragioni tecniche: era necessario approvare presto, per la firma del presidente della Repubblica, otto proroghe degli scioglimenti di Consiglio comunali e lo scioglimento di un Comune; sono state impugnate alcune leggi regionali. Sono adesso in corso, aggiungono le stesse fonti, riunioni politiche sulla riforma della Giustizia.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto un colloquio con i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini prima dell’inizio del Consiglio dei ministri. Al centro dell’incontro, la riforma della Giustizia che è oggetto di scontro tra Lega e M5s.
“Sto sentendo troppi no dalla Lega – ha detto in mattinata Luigi Di Maio – mi auguro che arrivi qualche sì”. “E’ sicuramente una proposta che si deve approvare in Consiglio dei ministri e non vedo perché la Lega si debba opporre. Sono anni che si dice che si devono ridurre i tempi dei processi. Ci siamo, approviamola”, dichiara Di Maio.
“Oggi il nostro Alfonso Bonafede porta in Consiglio dei ministri una riforma epocale sulla giustizia – ha scritto su Facebook il vicepremier Di Maio -. Una riforma che sanziona i magistrati che perdono tempo e che riduce drasticamente i tempi dei processi civili e penali rilanciando investimenti e crescita. Basta indagati a vita, chi sbaglia paga e subito. Basta aspettare anni prima di essere risarciti. Basta con le spartizioni di potere al Csm. Mi auguro nessuno pensi di bloccarla, sarebbe un grave danno al Paese”.
Il ministro Bonafede “ci mette pure la buona volontà” – attacca Matteo Salvini – ma la sua “cosiddetta riforma della giustizia è acqua”. Lo dice il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in diretta Facebook criticando la bozza che andrà in Cdm sottolineando che serve una riforma “vera, imponente, storica e decisiva”. Questo testo, aggiunge, “non è quello che gli italiani si aspettano”. Pronta la replica: ‘Discutiamo in consiglio dei ministri, non su Facebook’.
Al tavolo del Consiglio dei ministri, al quale si rivedranno Conte, Di Maio e Salvini dopo i giorni del grande gelo per il caso Russia, i leghisti dovrebbero mettere a verbale il loro dissenso, già espresso in pubblico a più riprese dal ministro dell’Interno. La riunione preparatoria del Cdm – viene riferito da fonti presenti – si svolge in una tensione politica “palpabile” ma i rappresentanti dei ministeri leghisti non affondano il colpo. Le criticità saranno sollevate nelle sedi politiche. Nel testo mancano due temi spinosi: intercettazioni e la separazione delle carriere invocata dalla Lega. E sugli altri capitoli Bonafede, raccogliendo alcuni rilievi, apre fino all’ultimo a limature.
I nove anni di durata massima dei processi, ad esempio, sono già stati ridotti a sei. Ed è stato anche messo a punto il meccanismo di sorteggio per i membri del Csm, con un meccanismo in due fasi che prevede l’elezione. Ma alla Lega il testo ancora non piace: sarà Salvini a decidere se fare barricate in Cdm o rinviare lo scontro al Parlamento. Ciononostante, Luigi Di Maio non sembra temere l’incidente o l’apertura di una crisi. E sfida l’alleato, a partire dalla flat tax: “Se trovano i trenta miliardi noi la sosteniamo”, dichiara. A chi gli rimprovera i “no” del Movimento, il vicepremier ribatte vantando alcuni “grandi” Sì come il taglio dei parlamentari, che sarà votato a settembre alla Camera: c’è un fronte trasversale che preme per il voto, denuncia, per evitare la sforbiciata. La crisi, replicano dalla Lega, è ostacolata dal fronte di coloro che sarebbero pronti a far nascere un esecutivo tecnico, anche di minoranza, pur di proseguire la legislatura.