RIFORME: ACCORDO ALLA CAMERA. L'11 GENNAIO IL VOTO FINALE

di Giuseppa Guglielmino

Intesa sui tempi delle riforme alla Camera dopo il muro contro muro. Il voto finale al ddl Boschi sulle riforme avverrà l'11 gennaio alle 15. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo, accettando una mediazione della presidente Boldrini. La discussione inizierà il 20 novembre e le votazioni sugli emendamenti avverranno entro il 4 dicembre.

I gruppi, tranne il M5s, hanno accettato la mediazione offerta dalla Presidente Laura Boldrini dopo lo stallo che si era venuto a creare ieri nella capigruppo con il Pd che chiedeva di concentrare discussione e voto tra ottobre e novembre e l'opposizione che voleva rinviare tra dicembre e gennaio. Per questo Boldirni ha espresso "grande soddisfazione per il successo della mediazione" che porta "tempi certi" per il voto ma anche "molto tempo per l'esame nelle Commissioni". Soprattutto, pur nel contingentamento dei tempi, Boldrini ha promesso che ci sarà una "considerazione generosa" sui tempi da riservare ai gruppi di minoranza.

Boschi soddisfatta, referendum a ottobre – "Sono soddisfatta: ora c'è una data certa". Lo dice il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi al termine della Capigruppo a Montecitorio. Sui tempi del successivo referendum il Ministro conferma: "probabilmente sarà in autunno. L'importante è rispettare l'impegno che sia nel 2016 e pensare all'autunno mi pare ragionevole".




RENZI E LE SUE PROMESSE: "DAL 2017 VIA ANCHE L' IRES"

di Angelo Barraco
 
Milano – Renzi quest’anno ha detto tante cose agli italiani, tante promesse e tante speranze messe sul tavolo di chi fatica ad imbastirlo per arrivare a fine mese. Adesso il premier dichiara in un’intervista “Io voglio un Pd unito anche se c'e' ancora qualcuno che non ha elaborato il lutto della sconfitta al congresso”. Inoltre difende il dialogo con Denis Verdini e gli ex di Forza Italia “non e' il mostro di Lochness, e i suoi non fanno parte della maggioranza di governo. Votano le riforme non la fiducia”. Puntualizza inoltre che è giusto che ci sia spazio per le idee altrui, soprattutto sui temi costituzionali.
 
Aggiunge poi, “Dovremo invece trovare delle regole condivise sul voto di fiducia, ma sara' un tema che ci porremo in futuro, non adesso. Siamo quasi a meta' della mia segreteria: tra breve chiunque potra' metterla in discussione e vincere il congresso”. Roberto Speranza, esponente della sinistra Dem, scrive su Twitter “Barani, Verdini & C. e' meglio perderli che trovarli. Renzi ha detto che vuole unire il Pd. Bene. Allora la smetta di amoreggiare con loro”. Renzi parla anche di riforme puntualizzando “Da due mesi dico che i numeri ci sarebbero stati. Abbiamo assistito a un prolungato confronto, ma quando siamo entrati nel merito della discussione non ci sono stati problemi: per noi era importante mantenere il principio che non si toccava la doppia conforme ricominciando daccapo. Obbiettivo raggiunto” e difende a spata tratta l’ipotesi di abolire la tassa sulla prima casa. Secondo il premier la vera questione oggi “e' creare un clima di fiducia nel Paese. Solo questo puo portare i risparmiatori italiani, che sono sono molto oculati e prudenti e non a caso sono i risparmiatori piu' forti del mondo, a mettere di nuovo in circolo i soldi”. Sulla riduzione inoltre aggiunge che le nuove misure di riduzione ci sono ma non può indicarle in dettaglio al momento. Per la sanità? Nessun taglio “Nel 2013 sulla sanita' c'erano 106 miliardi. L'anno dopo sono diventati 109, poi 110, il prossimo anno 111. Stiamo aumentando i fondi non li stiamo tagliando” in merito a quanto è successo ieri in Senato il premier riferisce “ogni gesto volgare, in modo particolare verso le donne, va censurato senza se e senza ma”.
 
 
Ma cosa ha promesso Renzi agli italiani nell’ultimo anno? Pochi giorni fa ha scritto su Twitter una frase che dimostra come nel nostro paese le cose, sembra, stiano pian piano cambiando: “Istat. In un anno più 325mila posti di lavoro. Effetto #Jobsact #italiariparte #lavoltabuona” è davvero la volta buona? Anche i dati dimostrano un calo della disoccupazione, nel mese di agosto ha raggiunto l’11,9%. In un anno il tasso di disoccupazione diminuisce del 5,0% a cui ne corrispondono 162 mila soggetti in meno in cerca di occupazione. Nel mese di agosto ci sono 69 mila occupati in più rispetto al mese di luglio e 325 mila rispetto al mese precedente. Dopo questa notevole crescita, c’è un ulteriore aumento dello 0,3% e dell’1,5% e il tasso di occupazione raggiunge il 56,5%. Per quanto riguarda invece la disoccupazione giovanile, tasto dolente per il nostro paese, nel mese di agosto arriva al 40,7%, ovvero aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente ma sull’anno ha il -2,3 punti. Ma i cambiamenti prospettati da Renzi per l’Italia sono tanti, sarà un’Italia diversa? Migliore? Vedremo. 
 
In arrivo nuove notizie. Cosa cambierà ancora? Finite le vacanze estive Renzi alza la voce su un tema che duole le tasche degli italiani, Tasi e Imu. Il premier ha detto infatti che entro il 2016 Tasi e Imu verranno abolite e ci saranno dei tagli all’Ires nel 2017 fino al 24%. “Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Non è possibile continuare questo giochino” sono state le sue parole e ha precisato inoltre che la tassazione in Italia è esagerata e abbassarle porta ad un’equità sociale e ciò non è fatto per guadagnare voti “Nel 2017 ci possiamo concentrare sull'Ires, cioè sulle tasse sulle imprese, portandola al 24% sotto la Spagna; e poi per il 2018 possiamo intervenire sull'Irpef”. Parla poi del Pil e della sua crescita, seppur dello 0,5, e tende a puntualizzare che i numeri stanno cambiando e tale numero non basta. Ma questi tagli incidono anche su altri settori? Il direttore esecutivo del Fmi Carlo Cottarelli ha parlato al medesimo Meeting e ha precisato che Il sistema sanitario nazionale funziona, ma “ci sono risparmi da fare soprattutto perchè l'efficienza è molto diversa tra le varie regioni ed anche all'interno di ciascuna di esse –ha precisato inoltre- Una cifra possibile di risparmi senza stravolgere il sistema è tra i tre ed i cinquemiliardi di ulteriori risparmi rispetto a quanto è stato fatto. Ci sono margini importanti. L'importate è procedere con un intervento mirato”. Cosa dobbiamo aspettarci quindi? Tasche degli italiani più leggere ma, la sanità?
 
 
Ma non si ferma, parla di pensioni e tasse sulla casa. Sulla questione delle pensioni riferisce che ha chiesto a Padoan e Poletti di individuare un meccanismo per consentire più flessibilità in uscita e aggiunge “Spero che riusciremo a trovare un primo rimedio gia' con la Stabilita. Non posso rispondere ovviamente delle scelte del passato, alcune delle quali peraltro hanno provocato piu' costi che risparmi”. Poi ha parlato di un argomento caro, anzi carissimo agli italiani, la tassa sulla prima casa: “La tassa sulla prima casa viene abolita per tutti per sempre” dice Renzi, aggiungendo inoltre “Sarebbe un gigantesco autogol passare i prossimi sei mesi a decidere chi paga e chi no, senza avere un criterio uniforme, sono certo che questa mossa avra' un effetto psicologico sul mercato immobiliare e sull'edilizia”. Vuole precisare inoltre che il Pd è più vivo che mai e ciò è dimostrato dai risultati elettorali  e gli oltre cinque milioni raccolti dal Pd con il due per mille. Aggiunge inoltre “Quanto ai sondaggi noi alle politiche supereremo il 40%, ne sono certo – aggiunge – ma se anche oggi fossimo al 34% saremmo piu' o meno il doppio della percentuale in cui erano i Ds durante la segreteria e il Governo D'Alema. Il doppio. E le nostre regionali, per intenderci, le abbiamo vinte noi, non e' un caso se governiamo 17 Regioni su venti”. Ma gli argomenti trattati da Renzi sono tanti: si parla anche dell’assemblea dei sindacati che ha bloccato l’accesso ai Fori e al Colosseo  e precisa che è stato approvato un decreto legge che inserisce i musei nei servizi pubblici essenziali. “Certo, ci sono alcuni sindacalisti che pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell'Italia. Non hanno capito che la musica e' cambiata. Non gliela daremo vinta, mai. E il decreto legge lo dimostra in modo inequivocabile”.



RIFORME, SÌ AL CANGURO IN SENATO

Redazione

Il senatore Pd Roberto Cociancich scrive un secondo emendamento "canguro" all'art.21 del ddl Boschi. Una proposta di modifica (la 21.200) che, riscrivendo l'articolo che riguarda l'elezione del capo dello Stato, farebbe decadere tutti gli altri emendamenti. "E' un altro emendamento canguro", denuncia Loredana De Petris. Minoranza Pd in fermento.

In Aula al senato era passato il canguro, l'emendamento firmato dal Dem Roberto Cociancich in grado di far decadere tutti gli altri all'articolo 1. Proteste dai banchi dell'opposizione che hanno accusato, tra l'altro, il senatore di essere un 'prestanome' di un maggiorente del Pd. L'ok è arrivato con 20 voti di scarto con 177 sì, 57 no e 2 astenuti. L'Aula, dopo aver approvato l'articolo 1 con 172 sì è passata, dunque, all'articolo 2, il cuore della riforma, che affronta la composizione del Senato.

Intanto secondo quanto si apprende da fonti Senato, il governo starebbe per presentare un emendamento all' art.2 del ddl Boschi che eviterebbe i 6 voti segreti annunciati ieri da Grasso. Interpellato sul punto però il sottosegretario Pizzetti non conferma: "Stiamo valutando". Anche sull'eventuale testo del governo ci dovrebbe essere il voto segreto ma, si osserva, sarebbe uno solo non 6.

"Non ci sarà nessun emendamento del governo all'art. 2 del ddl". A confermarlo è il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi al termine di una riunione di maggioranza sulle riforme. Ma il governo non ha mai preso in considerazione tale ipotesi? "Ho detto che non ci sarà nessun emendamento del governo, poi si valutano tante cose..".

Con la vittoria sull'articolo uno e l'accordo sull'art. 2 comma 5 il passaggio più difficile – quello che più preoccupava il governo sugli tabella 29 e 32 – è stato brillantemente superato e si fa un grande passo avanti. Lo ha spiegato, secondo quanto si apprende, Matteo Renzi ai suoi.




RIFORME: GRASSO DICE NO AGLI 80MILIONI DI EMENDAMENTI DELLA LEGA

Redazione

Il presidente del Senato Pietro Grasso dichiara irricevibili gli oltre 80 milioni di emendamenti della Lega sulle riforme. "Per rispettare i tempi stabiliti dal calendario dei lavori – ha detto Grasso – la presidenza è impossibilitata a vagliare nel merito l'abnorme numero di emendamenti se non al prezzo di creare un precedente che consenta di bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile".
Ieri il premier Matteo Renzi aveva chiarito di come la pensano il governo e il Pd sul "problema" Calderoli: "la sua mossa ostruzionistica è fuori da ogni regola e dunque non le si può consentire di fermare la riforma". Aumenta intanto lo stato di agitazione della minoranza Pd per quello che Pier Luigi Bersani ha definito "il delirio trasformista" di Verdini. Intanto  in Aula è in corso l'illustrazione degli emendamenti

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La 'road map' di Palazzo Madama prevede che oggi ci sia l'illustrazione degli emendamenti e da mercoledì l'inizio delle votazioni sull'articolo 1 del ddl costituzionale. Il presidente del Senato dovrebbe pronunciarsi di volta in volta, su ciascun articolo, sull'ammissibilità degli emendamenti. Dunque solo quando si arriverà all'esame dell'art. 2 ci sarà una parola definitiva sulla questione che ha tenuto banco per tutta l'estate: la possibilità di cambiare le parti del testo già approvate con doppia lettura conforme dalla Camera e dal Senato.
Ma prima di arrivare a quel punto, non poche insidie si celano nei voti segreti sull'articolo 1. Perciò governo e maggioranza avrebbero intenzione di chiedere di votare prima l'art. 10, una mossa che avrebbe l'effetto di far cadere molti emendamenti all'art. 1 ed evitare diverse votazioni a scrutinio segreto.
Davanti a un percorso così irto di pericoli, il ministro Boschi mantiene una posizione di ottimismo prudente. "Lavoreremo fino in ultimo per allargare il consenso e speriamo che prevalga il buonsenso", dice Matteo Orfini. Ma da New York Matteo Renzi si mostra sicuro: "Non c'è nessuna impasse: nessun tentativo ostruzionistico ci fermerà. Con la stessa serenità e decisione dimostrata finora porteremo a casa la riforma che i cittadini con il referendum dovranno decidere se approvare o no".
L'accordo raggiunto la scorsa settimana non ha cancellato del tutto, però, nemmeno i problemi nella maggioranza. Da Ncd Gaetano Quagliariello torna a chiedere una verifica di governo dopo l'ok alle riforme. E la minoranza Pd insiste sulla necessità di cambiare le regole per l'elezione del presidente della Repubblica e le norme transitorie per l'elezione dei senatori. "Abbiamo ottenuto una riduzione del danno ma c'è ancora qualcosa da migliorare", dichiara Pier Luigi Bersani. Poi aggiunge: "In Parlamento vedo il senatore Verdini e compagnia, con gli amici di Cosentino e compagnia, che stanno cercando di entrare nel giardino di casa nostra per fare il partito della nazione. Siccome questo è un delirio trasformista, mi aspetterei che dal Nazareno venisse una parola chiara". Ma i renziani tagliano corto: "Verdini – replica Andrea Marcucci – è stato un parlamentare della maggioranza durante il governo Letta e ha già votato le riforme"
 




RIFORME, RENZI TIRA DRITTO: "NON CI SARANNO PROBLEMI, TEMPI RISPETTATI"

Redazione

Tira dritto senza pensare a polemiche, reazioni e conseguenze: lui le riforme intende portarle avanti e realizzarle. Matteo Renzi al Tg5 parla proprio di riforme. "Non ci saranno problemi, le riforme vanno avanti, l'abbiamo sempre detto e sempre fatto ma c'è sempre un pò di preoccupazione nel mondo politico. Le riforme sono un tentativo di rendere il paese più semplice e giusto, un pò meno politici e un pò più concretezza per i cittadini. I tempi vengono rispettati finalmente". "Le riforme portano alla crescita del paese, oggi siamo al segno più e l'Italia non è più il problema nel mondo, il problema sono gli altri, non più gli italiani. I risultati finalmente si vedono". Per il premier "la principale riforma è restituire fiducia". "Se gli italiani dopo tanto tempo vedono tornare a crescere i consumi è perché i tanti soldi da parte, fermi in Italia tornano a girare e si rimette in modo l'economia reale e noi diventiamo il paese più forte dell'Ue".

Poi: "Se i medici ci vogliono suggerire modi diversi per tagliare gli sprechi, saremo ben felici di ascoltarli senza che si arrivi allo sciopero. Penso troveremo agevolmente un punto di intesa ma deve essere chiaro che noi stiamo mettendo più soldi nella sanità, non meno. Quelli che mettiamo, spendiamogli meglio". "Dovremo parlare anche con i medici – spiega il premier – ma segniamoci i numeri: nel 2013 106 miliardi, nel 2014 109 mld, più 3%, nel 2015 110 miliardi e il prossimo anno 111 miliardi. Nella sanità i soldi per la sanità non sono tagliati, ne abbiamo messi di più ma la gente invecchia, ha bisogno di cure, quindi dobbiamo trovare criterio per fare cose che servono davvero".

Tornando alle riforme, il ministro Maria Elena Boschi ha detto che "dai tempi della politica dipendono poi tutti gli altri". "Tutto poteva essere fatto meglio – ha sostenuto ancora la Boschi -, dalla legge elettorale alle riforme della P.A. dalla scuola al lavoro. Ma fare bene è possibile senza darsi tempi infiniti per realizzarli".

"Io userò qualunque strumento, matematico e non, per cancellare Renzi dalla scena politica e per fare in modo che, mai più, dopo già tre volte, qualcuno possa essere incoronato re senza essere stato votato dal popolo", ha scritto su Facebook Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato in un post dal titolo: "Algoritmo o equazione? No riforme=no Renzi". "Tanti stanno cercando di capire l'algoritmo che ha generato 85 milioni di emendamenti. Pochi hanno invece capito la semplice equazione: "no riforme=no Renzi" dove le variabili,cioè le incognite, sono rappresentate dal numero dei miei emendamenti. Se Renzi non porta a casa le riforme, referendum compreso, entro il luglio 2016,va a casa e ci resta per sempre".




RIFORME: SALE LA TENSIONE TRA GRASSO E IL PD

Redazione

La tensione tra il presidente del senato e il partito che governa il Paese si fa sempre più alta. Il contrasto è ormai palese. Il 13 ottobre e' "la data del voto finale" sulle riforme. Lo ha annunciato il presidente Pietro Grasso nell'Aula di Palazzo Madama, illustrando le decisioni prese a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo. L'Aula iniziera' a votare gli emendamenti da mercoledi' della prossima settimana, 30 settembre. L'illustrazione degli emendamenti e' fissata per martedi' 29 e andra' avanti fino a notte, si apprende ancora. Sel e Lega, intanto, annunciano il ritiro di parte degli emendamenti, ma e' nella Capigruppo di Palazzo Madama che sale la tensione tra il presidente Grasso e il Pd. E' una proposta che non si puo' accettare io 'non passo e non saro' per il boia della Costituzione', avrebbe detto il Presidente del Senato in conferenza dei capigruppo.
Il riferimento sarebbe alla 'ghigliottina' che sarebbe scattata sul ddl Boschi se il voto finale fosse stato fissato per l'8 ottobre, come chiesto dal Pd mentre una settimana di tempo in piu' consente, sarebbe questo il senso, di votare gli emendamenti e gli tabella del ddl Boschi.
Il clima in capigruppo, viene riferito da piu' di un partecipante, e' stato teso, con un irrigidimento del Pd nei confronti del presidente Grasso. Tema del contendere, viene ancora spiegato, i tempi: il Pd aveva infatti chiesto che fosse fissata la data dell'8 ottobre come termine ultimo per il voto finale – o al massimo il 9 ottobre – ma su richiesta delle opposizioni, di consentire un vero dibattito dopo che – e' l'accusa – e' stato negato in commissione, Grasso ha tentato una mediazione, indicando la data del 13 ottobre.
Una data che non soddisfa il Pd, in quanto troppo a ridosso dell'avvio della sessione di bilancio – il 15 ottobre – e che non consente di calendarizzare prima della 'tagliola' del 15 le unioni civili, oggetto poi di un altro duro scontro in Aula tra M5S e Sel e il Pd.
Ma, viene fatto notare dal partito di maggioranza, la decisione assunta da Grasso ha un rilievo negativo anche per una questione di principio: crea, e' il ragionamento, un precedente che rischia di divenire 'pericoloso', in quanto se il presidente in capigruppo non prende neanche in considerazione le richieste del primo partito di maggioranza, allora vuol dire che ognuno nelle opposizioni – e viene citato il caso di Calderoli e della mole di emendamenti presentati – si sentira' legittimato a minacciare ostruzionismo per vedersi accolte le proprie richieste.
La decisione assunta da Grasso, pero', viene salutata con favore dalle opposizioni: sia Sel, che Conservatori e riformisti e M5S, infatti, plaudono la data individuata da Grasso, e sottolineano lo "sforzo di mediazione" messo in atto dal presidente. Subito dopo la capigruppo, uno dei partecipanti alla riunione, osserva: "Grasso ha tirato fuori il coraggio". Stamane il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha spiegato: "fino all'ultimo non lasceremo nulla di intentato, ma non possiamo accettare veti da nessuno perche' questa e' la volta decisiva e sappiamo che la credibilita' internazionale passa" anche per le riforme", ha detto il ministro Maria Elena Boschi nell'Aula del Senato. Questa e' "una riforma ambiziosa" che "ha proposto il Governo" ma che "oggi e' pienamente la riforma del Parlamento". "Siamo ad un passo dal traguardo e allora mi rivolgo a tutte le forze politiche presenti. Dovremo utilizzare i prossimi giorni per trovare un consenso ampio" trovando gli "elementi che ci uniscono", ha aggiunto il ministro rivolgendosi anche a quanti non hanno ancora deciso di votare a favore. "A voi senatori e senatrici la scelta nei prossimi giorni se fare restare il Paese ancorato al passato o accompagnarlo verso il futuro", ha detto Bosch. "Abbiamo sempre riconosciuto il valore sacro del Parlamento", "noi crediamo nel valore del confronto politico" non nella creazione di un "algoritmo".




RENZI: “LE TASSE SCENDERANNO. CROCETTA E MARINO SI OCCUPINO DI COSE CONCRETE”

di Christian Montagna

Roma – Si dice determinato il premier Matteo nell’abbassamento delle tasse. Proprio in un’intervista al tg5, ha ribadito la sua volontà di voler diminuire la spesa mensile che pende sulle famiglie italiane, incoraggiando così una ripresa ancora troppo timida. “Alla minoranza Pd dico che, piaccia o non piaccia, abbiamo preso un impegno con gli italiani e lo manterremo"., ha ribadito durante l’intervista. E’ un programma fiscale quello del premier che se attuato potrebbe concretamente sollevare la condizione delle famiglie italiane. Tra l’altro, proprio in un momento di grande crisi come questo, non potranno essere i rivali politici o anche “gli amici” del premier a poter bloccare il programma: Fassina, D’Alema e Bersani dovranno arrendersi dunque dinanzi alla determinazione di un premier che avanza oggi più spedito che mai.


“E' il momento una volta per tutte di buttar giù le tasse", ha poi continuato nel corso dell’intervista. Che sarà la volta buona? C’è da essere ottimisti in un periodo come questo: è l’unica cosa che potrebbe finalmente far smettere il popolo italiano di piangersi addosso! L’Italia ripartirà con le riforme, ne è sicuro il premier, una volta eliminati gli avversari e i dissidenti, la promessa fatta agli italiani sarà mantenuta.


Renzi contro Marino e Crocetta. Altro tasto dolente toccato durante l’intervista è quello dei sindaci di Roma e del presidente della regione Sicilia Rosario Crocetta. “ Si occupino delle cose concrete, dei problemi della gente, mettano a posto le loro città, sistemino la sanità. Se sono in grado di governare governino, vadano avanti altrimenti vadano a casa". Un messaggio, indice forse di stanchezza da parte del presidente nel combattere continuamente le telenovelas che sindaci e governatori mettono in atto: “la gente non si chiede se un politico resta in carica ma se risponde alle sue domande” ha poi concluso.




GRECIA, GOVERNO OTTIMISTA : SI VA AVANTI CON LE RIFORME

di Angelo Barraco
 
Grecia – E’ stato approvato dal Parlamento ellenico il secondo pacchetto di riforme, concordato da Tsipras con l’Ue. Arriva il si anche da Varoufakis e Tsipras ottiene consensi anche in Syriza; aveva dichiarato in serata che “Abbiamo lottato e sono sicuro che vinceremo”. Intanto la Bce aumenta di altri 900 milioni la liquidità di emergenza alle banche greche. Il voto è stato effettuato stanotte ed Ue, Bce e Fmi hanno fatto una rapida valutazione del voto e hanno concluso “le autorità greche hanno attuato legalmente il secondo set di misure concordate con l'Eurosummit in tempo e in modo generalmente soddisfacente”, un portavoce della commissione Ue ha dichiarato che stamane il Parlamento greco ha fatto un altro importante passo verso l'applicazione degli impegni concordati con l'Eurosummit nelle conclusioni del 13 luglio per ricostruire la fiducia tra la Grecia e i partner internazionali poiché una larga maggioranza di deputati (230 a favore e 60 contro, rispetto ai 229 contro 64 della scorsa votazione) ha adottato il secondo pacchetto di riforme necessarie al progresso dei negoziati sul programma di sostegno alla Grecia. Conclude dicendo che “Ora i negoziati sul Memorandum devono proseguire il più rapidamente possibile”. Tsipras riesce a portare dalla sua parte anche l’irriducibile Varoufakis. Il Parlamento di Atene ha accolto il secondo pacchetto di riforme. Il voto ha portato 230 si, 63 no e 5 astenuti. Questo consentirà di avviare il negoziato con la ex Troika (Ue, Bce, Fmi) e stabilire un accordo sul salvataggio prima della scadenza che sarà il 20 agosto, data in cui Atene dovrà dare alla Banca Centrale Europea ben 3,2 miliardi. Il premier ha dichiarato che “Abbiamo lottato e seminato, e vinceremo”. 



SENATO: APPROVATO IL DDL SU VILIPENDIO AL CAPO DELLO STATO

di Matteo La Stella

Roma – Via libera al Senato per il ddl che con 195 voti favorevoli, 21 contrari e 3 non pervenuti, punta a modificare l'articolo 278 del codice penale in materia di offesa al prestigio e all'onore del Presidente della Repubblica. Senza alcuna modifica, il redatto dalla commissione di Giustizia passerà ora alla Camera.
L'attuale regolamentazione prevede da 1 a 5 anni di carcere per chi:”offende l'onore o il prestigio del presidente della Repubblica”. Secondo il neoapprovato ddl, la pena detentiva viene accorciata da un massimo di 5 a 2 anni e disposta solo nel caso in cui l'offesa fa riferimento ad un: “caso specifico”, e non in generale. Gli anni di carcere però, si trasformano in sanzioni pecuniarie da 5 a 20mila euro. 

Ad andare contro il ddl ci hanno pensato Lega nord e Sel, secondo cui la:”modifica di una norma del codice penale risalente all'epoca fascista rappresenti un compromesso al ribasso, mantenendo un reato di opinione che appare incompatibile con la tutela costituzionale della libera manifestazione del pensiero e del diritto alla critica politica”. Anche Barani, capogruppo delle Grandi Autonomie e Libertà, il pentastellato Lello Ciampolillo e Maurizio Gasparri di Forza Italia, favorevoli alddl, hanno precisato che sarebbero rimasti più soddisfatti da un'abrogazione del reato. I senatori Giovanardi e Lumia hanno invece sostenuto a mani basse la “carica” del ddl che ora è pronto ad investire l'Aula della Camera. Il reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato era rimbombato ovunque quando, nel 2014, l'ex governatore della regione Lazio Francesco Storace era stato accusato per le parole mosse nel 2007 nei confronti dell'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel novembre del 2014, Storaceera stato condannato a 6 mesi di carcere, prima che la pena venisse sospesa in seguito al riconoscimento da parte del giudice delle attenuanti generiche. 




RIFORMA SCUOLA, APPROVATI I PRIMI tabella: COBAS PRONTI AL BLOCCO SCRUTINI

di Matteo La Stella

Roma– Nella giornata di ieri sono arrivati i primi si alla Camera per il ddl scuola, contestato in piazza da professori e sindacati. Tutto è filato liscio in aula, salvo una piccola scivolata determinata da una serie di equivoci su un emendamento. Ma se da una parte l'Italia -”Non può perdere tempo”-, come sostiene il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, dall'altra, coloro i quali verranno “investiti” dal decreto sulla “Buona Scuola” dichiarano guerra. In Piazza della Rotonda, a pochi metri dal Pantheon i professori e i sindacalisti appoggiati dalla minoranza Pd, da Sel e dai pentastellati contestano duramente ciò che sta avvenendo.

GLI tabella APPROVATI

La seduta alla Camera di venerdì viene aperta dalle rassicurazioni del premier Matteo Renzi che avalla una discussione sul -”Merito”- e con -”tutti”-, a patto che poi venga presa una decisione per l'italia che-”non può perdere tempo”-. Guardando al pluricontestato stralcio delle 100mila assunzioni, la testa di serie della maggioranza Pd dice di non poter fare nulla perchè le immissioni di ruolo sono legate al nuovo modello di scuola e le due cose non possono esse scisse. Al via dunque le votazioni. Passano i primi 7 tabella alla Camera durante tutto l'arco della giornata, con un intoppo che si materializza solo difronte all'emendamento dell'articolo 6, appoggiato dal governo ma respinto dall'assemblea. All'interno dello stesso equivoci dettati da -”un'ulteriore chiarezza di indicazione, che non coincide con la struttura del teso”- , puntualizza il relatore.


Passano invece: l'articolo 1 del ddl sull'autonomia scolastica, capace di esaltare il Ministro dell'istruzione Giannini che twitta -”Approvato articolo 1 #labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia”. Viene approvato successivamente l'articolo due che prevede l'aumento delle responsabilità per il dirigente scolastico. Più tardi è la volta dell'articolo 3, che prevede l'ingresso nelle scuole del “curriculum dello studente” oltre all'introduzione di insegnamenti opzionali che faranno media all'esame di Stato. Superano la votazione anche gli tabella 4 e 5, che prevedono rispettivamente l'alternanza scuola lavoro, capace di dirottare il percorso scolastico dei giovani verso il mondo del lavoro nel corso degli ultimi tre anni delle scuole superiori e l'insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. L'articolo 7 , preceduto dallo scivolone sul sesto, prevede invece lo stanziamento di 90 miliardi per l'innovazione digitale. Arrivati all'articolo numero 8, la seduta si chiude incoraggiata anche dal fatto che la giornata sta volgendo al termine. La votazione che ha visto finquì il governo barcamenarsi tra rifiuti ponderati e larghe intese riprenderà lunedì.

LE PROTESTE IN PIAZZA
Clima rovente invece in piazza dove impazza la protesta. Di fronte al Pantheon, sindacalisti e insegnati fanno muro alla dottrina sulla scuola propinata dal governo. Intervengono al sit in anche alcuni parlamentari durante una pausa dalla seduta. Nasce una piccola discussione tra Fassina della minoranza PD e una frangia di manifestanti, e ancora è la volta di Susanna Malpezzi della commissione Cultura, contestata all'urlo di-”Malpezzi vattene”- . Per Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda quello di ieri è stato solo l'inizio. Promettono di essere li anche lunedì e martedì. Non solo, c'è chi minaccia il blocco degli scrutini con conseguenti ripercussioni sugli alunni, come i Cobas che hanno già indetto sciopero per i due giorni che seguono la chiusura dell'anno scolastico. Al blocco delle attività affiancano anche una manifestazione prevista per il 7 giugno. In questo modo i Cobas sperano di coinvolgere anche altre sigle sindacali nel duro braccio di ferro che stanno portando avanti.




RENZI "ABBIAMO INTRAPRESO IL PERCORSO DI GRANDI RIFORME"

Angelo Barraco

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi si trova a Bolzano, prima tappa delle giornata che comprende anche Trento e Rovereto. Il presidente del Consiglio Renzi si trova in Trentino Alto Adige nella doppia veste di premier e di segretario del PD. Renzi farà visita presso le aziende e i musei delle tre città sopracitate e prenderà a parte a tre appuntamenti di campagna elettorale con tre candidati a Sindaco Dem. Il premier non era da solo, con lui vi erano dei parlamentari del Trentino Alto Adige come il sottosegretario Gianclaudio Bressa e Lorenzo Dellai, inoltre Renzi è stato accolto dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno kompatscher, e di Trento, Ugo Rossi. Renzi ha detto a Bolzano: “Abbiamo intrapreso il percorso di grandi Riforme e andremo avanti con testa dura. Abbiamo tenuto la promessa della legge elettorale varata ieri e andiamo avanti su questa strada”.
 
Il premier ha annunciato una ripresa dell’edilizia e ha detto: “L'obiettivo è dire che siamo a un bivio: da un lato quelli che protestano soltanto, lamentano, fanno l'elenco delle difficoltà. In alcuni casi hanno ragione, non possiamo dire che va tutto bene e raccontare barzellette. Ma loro sono destinati a crogiolarsi nelle loro proteste" mentre dall'altro lato c'è chi "fa le cose.  Oggi abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola.
 
Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che protestano sempre ma noi ascoltiamo le protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito. Renzi ha detto, dopo un incontro con i governatori di Trento e Bolzano: “Il nostro profondo desiderio è rafforzare l'autonomia e l'identità”. Il premier ha anche rivolto un pensiero allo sciopero della scuole dicendo: “Il Governo ascolterà nel merito le ragioni di questa manifestazione. Vada come vada andiamo avanti, decisi ad ascoltare tutti, ma a togliere un po' di polvere da questo paese. Pronti ad ascoltare e condividere – ribadisce il premier – questo governo ha messo piu' soldi nella scuola ed e' pronto ad incentivare l'autonomia, per avere una scuola che non sia in mano alle circolari ministeriali o ai sindacati, ma a famiglie, insegnanti e studenti”. Renzi ha detto: “Questo paese e' decisamente piu' bello di come lo rappresentano i talk show, da come ci viene raccontato da chi vuole distruggere l'Italia e non costruirla, derby fra chi dice che va tutto male e gode quando ci sono i risultati negativi dell'Istat. L'Italia non sia un paese finito ma infinito nelle sue possibilità”.
 
Continua Renzi dicendo: “Dobbiamo guardare in faccia i problemi che abbiamo, non metterli sotto la sabbia, le promesse, come quella sull'approvazione della legge elettorale, si mantengono”. Ha concluso poi “L’Italia non la salvano i politici da soli, non sara' rimessa in piedi solo da chi la dirige ma sara' rimesso in piedi da chi gli vuole bene, per questo "i momenti di campagna elettorale sono particolarmente importanti per far vedere che la politica e' una cosa seria, non solo la polemica dei ragazzi romani ma un qualcosa che va in contro ai bisogni della gente”.