CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE: IL SINDACO TORNA SULLA QUESTIONE "VIVA LA RISERVA"

[ LETTERA DEL SINDACO DI CANALE ANGELO STEFANI INDIRIZZATA A L'OSSERVATORE LAZIALE ]

 

Redazione

Canale Monterano (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal Sindaco di Canale Monterano Angelo Stefani  a L’osservatore laziale, in merito alla vicenda che sta interessando la Riserva Naturale di Canale Monterano.


Ecco la trascrizione della lettera:


Oggetto: VIVA LA RISERVA NATURALE DI CANALE MONTERANO

"L’Amministrazione  Comunale ritiene valida e prioritaria ogni iniziativa volta a coinvolgere la società civile per salvaguardare ambiti naturali pregevoli qualora se ne ravvedessero concreti motivi di devastazione, di contro non può condividere iniziative aventi solo esclusive finalità politiche.
Al riguardo poi della “petizione" presentata per salvare da presunta devastazione la Riserva Monterano, l’Amministrazione Comunale rammenta di aver commentato ampiamente e reiteratamente i contenuti delle deliberazioni consiliari 13/2012 e 37/2012, ritenute dai promotori come fossero autentici vasi di Pandora.
L’aver conformato e adeguato il vigente PRG alla sovraordinata disciplina introdotta dal piano paesaggistico (PTPR) fin dal 2008, non può avere altra interpretazione che non sia quella letteraria derivante dagli atti pubblici compiuti. ln altre parole con detti atti deliberativi si é posta in essere, per la prima volta in questo Comune, la massima tutela ambientale consentita con fatti ed azioni concrete. E' abbastanza semplice da capire, a meno che non si voglia demonizzare anche il PTPR. Tentare di sovvertire la realtà dei fatti, verificabili da chiunque ne abbia serio interesse, con contorsioni linguistiche e propagandistiche é semplicemente puerile e ipocrita. Rispondiamo comunque a queste continue provocazioni che nulla hanno a che fare con la tutela del territorio dimostrando, per l’ennesima volta, la verità dei fatti; alleghiamo alla presente nota la sintesi della vigente legge regionale n. 21/2009 aggiornata, in cui é trattata la fattispecie riconducibile alla nostra Riserva Monterano. Da aggiungere, a scanso di ulteriori pretestuosi attacchi e perdite di tempo, che questa Amministrazione Comunale non ha colpe se nella legge regionale n. 79/1988 istitutiva della Riserva stessa, é stato previsto un indice di edificabilità per le attrezzature connesse all’uso agricolo di quel territorio indicato con la lett. B (già zona II) nella tavola grafica allegata alla legge medesima. Praticamente questa Amministrazione sta attuando i principi di tutela ambientali indicati dal T.U. sull’ambiente per lasciare ai propri figli e alle generazioni future un territorio dove potranno vivere, operare svilupparsi e nel contempo permettere a quelle di oggi di sopravvivere.
Il Sindaco
Angelo Stefani"

NOTA DELLA REDAZIONE DE L’OSSERVATORE LAZIALE

In riferimento a questa nota la redazione de L’osservatore laziale non intende, al momento, rispondere, alla provocazione “Tentare di sovvertire la realtà dei fatti, verificabili da chiunque ne abbia serio interesse, con contorsioni linguistiche e propagandistiche é semplicemente puerile e ipocrita.“ in quanto siamo soliti non lasciarci andare a improduttive “chiacchiere” ma al contrario anticipiamo che torneremo sull’argomento evidenziando ulteriori elementi che comprovano quanto asserito nei precedenti tabella.

Detto ciò L’osservatore laziale ribadisce la propria totale indipendenza da partiti politici e/o movimenti e quant’altro affine  e proprio per questo accoglie e pubblica la nota dell’amministrazione Stefani, che ha avuto il piacere di conoscere personalmente in occasione dell’ultima seduta di Consiglio comunale.

ARTICOLI PRECEDENTI:

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02/11/2012 CANALE MONTERANO, IL 6 NOVEMBRE CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO SULLE DELIBERE CHE INTERESSANO LA RISERVA

  24/10/2012 CANALE MONTERANO, INVIATA A TUTTI I DESTINATARI LA PETIZIONE "VIVA LA RISERVA NATURALE DI CANALE MONTERANO”

  19/10/2012 CANALE MONTERANO, I VERDI TIRANO DRITTO: CHE IL COMUNE ANNULLI SUBITO LA DELIBERA DEL 9 AGOSTO 2012"

  17/10/2012 CANALE MONTERANO, DELIBERE "FAI DA TE": LA REGIONE POTREBBE CONTESTARE AL COMUNE ANCHE LA DELIBERA DEL 9 AGOSTO

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  08/10/2012 CANALE MONTERANO, GIU' LE MANI DALLA RISERVA: I VERDI CHIEDONO L'ANNULLAMENTO IN SEDE DI AUTOTUTELA DELLA DELIBERA CHE LASCEREBBE SFOGO AL PIANO CASA

  25/09/2012 CANALE MONTERANO, L'OSSERVATORE LAZIALE INVITA TUTTI I CITTADINI DEL LAZIO A FIRMARE LA PETIZIONE

21/09/2012 CANALE MONTERANO, INTERPRETAZIONI DEL PIANO CASA E POSSIBILI EFFETTI NEFASTI
19/09/2012 CANALE MONTERANO, NATILI: ECCO IL PERCHE’ LA NOSTRA RISERVA VERREBBE GRAVEMENTE COMPROMESSA
19/09/2012 CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE O PARCO DEL MATTONE?
18/09/2012 CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE


 




CANALE MONTERANO, DELIBERE "FAI DA TE": LA REGIONE POTREBBE CONTESTARE AL COMUNE ANCHE LA DELIBERA DEL 9 AGOSTO

"La Regione ha considerato “priva di valore giuridico” la Delibera n. 13 del 26 marzo, annunciando all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano di voler impugnare gli eventuali atti amministrativi ad essa consequenziali. La ferma presa di posizione da parte della Regione Lazio dovrebbe riflettersi pure sulla successiva Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9 agosto scorso, che riguarda direttamente la Riserva Naturale Regionale “Monterano”. Trattandosi anche in questo caso di una deliberazione immediatamente esecutiva, essa potrebbe andare incontro ad analoghe obiezioni di illegittimità procedimentale."

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo da Daniele Natili una nota in merito alla lettera della Regione Lazio, Ufficio di Staff Tecnico-Amministrativo di Supporto e Controllo di Gestione, all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano, prot. n. 434559 del 10 ottobre 2012.

La lettera in questione è la risposta dell’Ufficio regionale citato a quanto scritto dal Comune di Canale Monterano (Ufficio Comunale per l’Edilizia e l’Urbanistica, prot. 6559 del 11/09/2012) all’Assessorato Regionale all’Urbanistica e all’Area Urbanistica e Copianificazione della Regione Lazio (fra gli altri), in merito alla Delibera comunale n. 13 del 26 marzo 2012. Lo scorso 11 settembre, infatti, il Comune di Canale Monterano contestava i rilievi con i quali la Regione, alcuni giorni prima (il 4 settembre 2012), aveva avanzato la richiesta che la Delibera n. 13 del 26 marzo venisse revocata.La Delibera del 26 marzo introduceva procedimenti semplificati in materia urbanistica, sulla base di un principio liberistico – per cui sarebbe consentito tutto quello che dalla legge non risulta vietato – nell’ottica, tuttavia, di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al PTPR (Piano Territoriale Paesistico Regionale). La richiesta regionale di revoca di tale deliberazione si basa su di un argomento pregiudiziale: il Comune – diceva nella sostanza la comunicazione regionale del 4 settembre – avrebbe dovuto adottare il procedimento di Variante o Piano Regolatore Generale (PRG). Ora, dopo la replica inviata a settembre dall’Ufficio Comunale per l’Edilizia e l’Urbanistica, la Regione stessa fa pervenire all’Ufficio Tecnico comunale di Canale una seconda comunicazione, di cui mi preme evidenziare alcuni punti essenziali.In questo ulteriore documento regionale viene, in primo luogo, precisato che l’adeguamento al PTPR avviene con un provvedimento comunale (la Delibera n. 13) definito intempestivo, nel senso che, essendo il PTPR ancora in fase di definitiva approvazione, Canale Monterano recepirebbe nel proprio strumento urbanistico mere disposizioni transitorie (di salvaguardia) e non il PTPR nel suo testo definitivo: ciò comporterebbe, secondo gli organi regionali, una contraddizione con il principio di economicità dell’azione amministrativa. Avendo prematuramente adeguato lo strumento urbanistico comunale, l’Amministrazione locale si esporrebbe al rischio di dover reiterare la propria azione, per conformarsi al PTPR nella sua versione definitiva. Si tratterebbe, insomma, di uno spreco di attività amministrativa. I comuni sono, infatti, tenuti a tale attività di adeguamento solo entro i due anni dalla definitiva approvazione del PTPR. La Regione, poi, torna ad insistere sulla necessità che simili provvedimenti rivestano la forma procedimentale della Variante o del PRG. Ciò viene giustificato con due argomenti principali. Il primo è il principio di legalità. Il principio di legalità va inteso, da un lato, nel senso della prevalenza delle norme di legge sugli atti amministrativi: qualsiasi provvedimento della Pubblica Amministrazione (P.A.) contrasti con una norma di legge è illegittimo e passibile di nullità o annullamento. Dall’altro, va inteso come principio di tipicità dei provvedimenti imperativi della P.A.: ogni esercizio di potere da parte della P.A. deve trovare giustificazione e previsione in una specifica norma di legge. Si tratta della garanzia fondamentale dello Stato di Diritto. Ogni cittadino ha nella legge – ossia nella volontà popolare – il criterio per individuare se, e in che misura, debba sottostare ad un potere esercitato nei suoi confronti. Ciascuno di noi è tenuto a conformarsi esclusivamente a quegli atti autoritativi che siano previsti dalla legge. Ora, secondo la Regione, la Delibera comunale n. 13 avrebbe il contenuto tipico di uno strumento urbanistico ordinario; e, allora, essa si sarebbe potuta adottare solo nel rispetto delle norme sul procedimento di formazione degli strumenti urbanistici (il Comune avrebbe così violato il principio di prevalenza delle norme di legge); oppure, ammesso che il potere esercitato dal Comune sia di natura diversa da quello che richiede la forma della Variante o del PRG, tale potere non troverebbe corrispondenza in alcuna disposizione di legge che lo giustifichi (ad essere violato sarebbe allora il principio di tipicità dei provvedimenti). Di qui, in ogni caso, l’asserita violazione del principio di legalità. Il secondo argomento utilizzato dalla Regione attiene al ruolo di garanzia che il procedimento di Variante o PRG svolge nei confronti dei privati cittadini e delle persone giuridiche pubbliche o private. Infatti, la Regione Lazio ritiene che, adottando un provveddimento immediamente esecutivo (come la Delibera n. 13), invece che il più complesso procedimento previsto in materia urbanistica, il Consiglio Comunale avrebbe privato tutti i soggetti coinvolti della possibilità, loro legalmente riconosciuta, di partecipare alle scelte riguardanti la gestione del territorio. In definitiva, la Regione ha accusato il Comune di un ingiusto “fai da te”, che violerebbe le prerogative in tema di pianificazione urbanistica legalmente spettanti ad altri enti ed ai singoli cittadini.La Regione ha, pertanto, considerato “priva di valore giuridico” la Delibera n. 13 del 26 marzo, annunciando all’Ufficio Tecnico del Comune di Canale Monterano di voler impugnare gli eventuali atti amministrativi ad essa consequenziali. La ferma presa di posizione da parte della Regione Lazio dovrebbe, a mio parere, riflettersi pure sulla successiva Delibera del Consiglio Comunale n. 37 del 9 agosto scorso, che riguarda direttamente la Riserva Naturale Regionale “Monterano”. Trattandosi anche in questo caso di una deliberazione immediatamente esecutiva, essa potrebbe andare incontro ad analoghe obiezioni di illegittimità procedimentale.

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   CANALE MONTERANO, LA REGIONE FA TREMARE LA GIUNTA STEFANI

  08/10/2012 CANALE MONTERANO, GIU' LE MANI DALLA RISERVA: I VERDI CHIEDONO L'ANNULLAMENTO IN SEDE DI AUTOTUTELA DELLA DELIBERA CHE LASCEREBBE SFOGO AL PIANO CASA

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18/09/2012 CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE

 




CANALE MONTERANO, INTERPRETAZIONI DEL PIANO CASA E POSSIBILI EFFETTI NEFASTI

Emanuel Galea

Le puntualissime osservazioni del giurista Daniele Natili dell’associazione “Voci di strada” apparse su questo quotidiano lo scorso 19 settembre (CANALE MONTERANO, NATILI: ECCO IL PERCHE’ LA NOSTRA RISERVA VERREBBE GRAVEMENTE COMPROMESSA) hanno offerto una limpida analisi riguardante alcuni degli effetti del "Piano Casa" sulla riserva naturale di Monterano. “Quale sarebbe il piano di sviluppo di quelle zone e che tipo d’insediamenti si prevedono, ha domandato Saverio Scicluna sulla pagina Fb del nostro quotidiano, domanda alla quale Natili ha risposto: “Non si fanno piani di sviluppo, ma si pongono sul territorio aree a macchia di leopardo per massimizzare le cubature d’edilizia privata. Non si vede alcun tipo di sviluppo coordinato fra aree pubbliche e aree private”. Con quest’affermazione il giurista conferma quanto la stessa delibera del Consiglio n. 37 del 9.08.2012 stabilisce e cioè : ” …. che con questa delibera si chiude la serie di iniziative con le quali il Comune, a costo zero, apre all’economia” Siamo arrivati al nocciolo della questione. E’ tutta un’operazione per fare cassa. Il trasferimento della cubatura è un fatto grave, modifica l’assetto della riserva e apre la corsa alla lottizzazione  Che non ci sia un piano di sviluppo lo dice la delibera e lo conferma lo stesso Natili. Il decreto Monti  anti cementificazione per la difesa del suolo, fra l’altro contiene la clausola “ disincentivo attivita’ edificatoria” con la quale si abroga inoltre la norma che prevede che una percentuale dei proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal Testo Unico in materia edilizia sia utilizzata per il finanziamento delle spese correnti dell’Ente locale. Il fine e’ quello di disincentivare la speculazione edilizia sul territorio”. Una ragione che dovrebbe scoraggiare ulteriormente l’Ente dal concedere concessioni edilizie. L’articolo di Loris Pietrelli pubblicato su questo quotidiano sempre il 19 settembre dal titolo “CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE O PARCO DEL MATTONE? ”, evidenzia dettagliatamente gli aspetti “nefasti” derivanti da questa interpretazione del Piano Casa. Invitiamo ambientalisti, ecologisti ed associazioni varie, che in questo momento serbano uno strano silenzio, a voler far sentire chiaramente la loro voce. Da Natili veniamo a sapere di una “disputa” tra la Regione ed il Comune dopo che la stessa Regione, il 4 settembre,  aveva richiesto la revoca della delibera di marzo.  Il gioco torna ora nelle mani del sindaco Angelo Stefani. Se venisse consentito un indice di fabbricabilità di nuove costruzioni di 0,03 mc/mq entro i confini dell’area protetta, questa verrebbe gravemente compromessa. E’ proprio qui che le varie associazioni devono fare sentire la loro voce, sposando la tesi della Regione. La Riserva Naturale Monterano, istituita nel 1988, tutela 1100 ettari di boschi, valli fluviali, pascoli e, nel centro dell'area protetta si trova l'altopiano tufaceo con i ruderi dell'antico abitato di Monterano. Il Monteranese è terra vulcanica, e per questo " terra di fuoco" ed è  ricca di minerali. Numerose sono le sue miniere per la ricerca di zolfo, manganese e, in tempi recenti, addirittura minerale di uranio. Speciali le sue orchidee. All’interno dell’area, determinando ulteriori vincoli archeologici sono presenti Necropoli Etrusche. Non mancano poi monumenti storici come il Convento e l’Eramo. Facciamo un appello al sindaco Angelo Stefani ed a tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza affinché vogliano smettere per un solo istante di ragionare con mc/mq e fare uno sforzo: Pensare alle generazioni future. I giovani d’oggi si trovano senza risorse e senza opportunità. A quelli di domani, lasciamogli perlomeno l’ossigeno e l’aria da respirare.

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19/09/2012 CANALE MONTERANO, NATILI: ECCO IL PERCHE’ LA NOSTRA RISERVA VERREBBE GRAVEMENTE COMPROMESSA
19/09/2012 CANALE MONTERANO, RISERVA NATURALE O PARCO DEL MATTONE?
18/09/2012 CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE

 




CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE

La Corte Costituzionale con sentenza 327/90 ha affermato che il Piano Paesaggistico non è un Piano Urbanistico. La legge regionale 8/2012, nell’introdurre la semplificazione, richiede delle competenze tecniche e scientifiche all’interno del Comune distinte dall’Urbanistica, mentre nel Comune di Canale Monterano tali funzioni sono svolte dall’ufficio Urbanistica.  Prevedere nei comuni delle commissioni ad hoc che smistino le competenze urbanistiche da altro sarebbe cosa buona e giusta, soprattutto laddove vi sono sentinelle che scrutano all’orizzonte l’avvicendarsi dei Mister “Ci penso a tutto io”.

 

Chiara Rai

Incredibile, o in questo periodo di affaccendamenti ed epiloghi di ere costruttrici succedono accadimenti simili ovunque, oppure i Mister “Ci penso a tutto io” si stanno moltiplicando a vista d’occhio e, personalmente, vorrei proprio sapere dove si trova la stamperia di questi multi verso signori per porvi irrevocabile rimedio. Scherzi e fantasie a parte, vorrei sottoporvi una vicenda vera, costruita con pezzi di carta ufficiali e per contorno, leggi di riferimento.

Prima di iniziare si ricorda che le aree protette sono protette e piene di vincoli e si chiamano protette perché vanno preservate, ne va preservato il verde, la valenza archeologica e le sue caratteristiche (e altri vincoli ancora) e tra queste aree protette vi sono le Riserve Naturali. Che piaccia o no al bello e affascinante vice della dama bianca, ormai diventato celebre per aver varato un piano. Il piano che se utilizzato con criterio può essere anche uno strumento apprezzabile ma sono gli escamotage messi in piedi dagli improvvisati “Ci penso a tutto io” che fanno traballare il tutto.

Si tratta di una storia che ha dell’assurdo e che ci è stata segnalata da Agnese Moglioni, affatto digiuna di simili questioni e attenta lettrice de L’osservatore laziale, la quale ci ha dato un input ben preciso che ci ha permesso di ricostruire l’intera vicenda che potremo riassumere con il nome di “ciclone Gangitano” dal nome del tecnico consulente del Comune di Canale Monterano, il quale ha elaborato una variante che sostanzialmente permette al Comune di utilizzare un nuovo strumento urbanistico (delibera del 13 marzo scorso). Su questa variante si è palesato da subito contrario Antonio Paolo Mascia, capogruppo di Esperienza e Rinnovamento, gruppo di minoranza al Comune di Canale Monterano. “L’Area Urbanistica della Regione Lazio – dice Mascia –  ha inviato al Comune in risposta ai nostri quesiti: piani interrati, aree porticate, garage, interventi di demolizione e ricostruzione, recupero dei sottotetti, falde, ruolo della Commissione Comunale (mai istituita) e dei progettisti, possibilità del Comune di rilasciare pareri paesaggistici, aree agricole e applicazione del Piano Casa Regionale. La posizione dell’organo di controllo della Regione Lazio è talmente netta e perentoria che basterà leggerla per averne un quadro esaustivo e per farsi un’idea definitiva di quella che doveva essere (ormai possiamo parlarne al passato) la Variante al Piano Regolatore Generale della Giunta Stefani.” La Regione Lazio, cita testualmente Alessandro Bettarelli, altro membro del gruppo Esperienza e Rinnovamento – ‘restituisce la D.C.C. 13 del 2012 e la invita a revocarla’, perché ‘non può non rilevarsi una lacuna sia a livello amministrativo, riguardo la procedura di variante urbanistica […] sia nei contenuti che si pongono in contrasto con le più elementari regole di pianificazione urbanistica nonché di tutela del paesaggio”. Arginata questa situazione, purtroppo, la vicenda non finisce qui. Perché quello che ha evidenziato Moglioni è la continuazione di questa assurda vicenda. Non contenti, il 3 agosto 2012, in Consiglio Comunale viene approvata una proposta di delibera che tende ad avallare cambiamenti di destinazione di uso dei territori agricoli senza tenere conto dei vincoli in essi ricadenti.

Ma veniamo al punto cruciale attraverso un breve ripasso. Premettendo che il Comune di Canale Monterano non ha richiesto parere preventivo al direttore Francesco Maria Mantero della Riserva Regionale di Canale Monterano (che abbiamo contattato direttamente ma che oltre a questa informazione, al momento, non ha rilasciato altre dichiarazioni in merito), andiamo a rispolverare la legge regionale N° 79 del 2 dicembre 1988 che all’art. 7 regola le norme urbanistiche. Nell’ambito della riserva naturale parziale “Monterano”, vengono indicate 2 zone: Area 1 dove sono consentiti esclusivamente lavori di restauro o recupero conservativo di strutture esistenti con possibilità di ampliamento fino al massimo previsto dai progetti esecutivi originali, se esistenti, purché non superino il 10 per cento dell’intera cubatura.
Area 2 Sono consentiti lavori come per l’area 1 e inoltre è consentita la realizzazione di manufatti tecnici in precario relativi ad attività agricole silvo – culturali, zootecnici e turistici – sportivi inerenti la organizzazione e la gestione della riserva. In questo caso l’indice di edificabilità fondiaria sarà dello 0,03 mcmq. Per una fascia di 200 metri a nord della strada provinciale Braccianese Claudia, compresa tra le quote 315 e 269, è consentita l’edificazione nell’ambito della normativa urbanistica e dei vincoli vigenti (eppure di fatto le mappe satellitari parlano chiaro. Da queste si evince che quello che si doveva costruire, trattandosi piccole porzioni di proprietà, è già stato costruito).

L’intenzione dell’amministrazione Comunale di Canale Monterano è quella di applicare il Piano Casa nell’area 2 (ma i limiti e i vincoli dell’area 2 sono stati appena citati ad litteram). A questo punto, in attesa di poter leggere un eventuale parere espresso formalmente dal direttore della riserva naturale di Canale Monterano, ci limitiamo a dire che la proposta di delibera N° 37 approvata in Consiglio Comunale ribadisce che il Comune ha la facoltà di gestire le procedure paesistiche (Piano Paesistico). Nel caso occorra il parere paesistico, il Comune deve inoltrare la pratica alla Soprintendenza che ha 45 giorni di tempo per comunicare il proprio diniego e, nel caso non comunichi nulla, il comune ha altri 15 giorni di tempo per rilasciare il permesso di costruire. Nella proposta di delibera si specifica che suddetta procedura è già stata utilizzata per la Riserva. E altresì si informa che con i Tecnici (filtro tra l’amministrazione comunale e i cittadini) è iniziata la procedura per la definizione dei condoni edilizi. “Con questa iniziativa – si legge nella proposta di delibera di agosto – il Comune, a costo zero, apre all’economia”. L’iniziativa è circoscritta ai terreni che nel Piano Paesistico hanno destinazione agricola.

Che dice il famoso Architetto Cangitano nella proposta di delibera? Si dice che l’”area B” è suscettibile di condono, tenendo conto del fatto che l’ufficio legislativo regionale ha rammentato che il Piano Casa si configura come LEGGE SPECIALE. Dunque il ragionamento approvato in Consiglio Comunale è il seguente: visto che la Riserva non ha un Piano d’assetto, è possibile individuare una zona “B” dove troveranno applicazione le norme del Piano Casa. Così i proprietari delle aree site nella zona “B” potrebbero avvalersi di questo diritto! Ciò che sconvolge è che lo stesso segretario Comunale in fase di Consiglio Comunale, a suo avviso, ha detto, tra l’altro, che: “considerato che il provvedimento incide sulla gestione dell’Area della Riserva, sarebbe stato possibile acquisire un parere del Direttore riguardo a tale aspetto”. La confusione e i dubbi nascono anche dal fatto che la Corte Costituzionale con sentenza 327/90 ha affermato che il Piano Paesaggistico non è un Piano Urbanistico. La legge regionale 8/2012, nell’introdurre la semplificazione, richiede delle competenze tecniche e scientifiche all’interno del Comune distinte dall’Urbanistica, mentre nel Comune di Canale Monterano tali funzioni sono svolte dall’ufficio Urbanistica.  Prevedere nei comuni delle commissioni ad hoc che smistino le competenze urbanistiche da altro sarebbe cosa buona e giusta, soprattutto laddove vi sono sentinelle che scrutano all’orizzonte l’avvicendarsi dei Mister “Ci penso a tutto io”.  Sempre nella famosa seduta di Consiglio, a proposito di perequazione urbanistica finalizzata essenzialmente a persegue l'equa distribuzione dei diritti edificatori riconosciuti dalla pianificazione urbanistica (l’oggetto della proposta di deliberazione è “Introduzione della pratica di perequazione urbanistica e del trasferimento delle volumetrie) il Consigliere d’Aiuto fa una domanda/considerazione arguta: Ovvero, si potrebbe verificare il caso che chi è proprietario soltanto di un ettaro di terreno e può costruire poco, potrebbe acquisire cubatura dai vicini e realizzare un grattacelo.  Ma Gangitano risponde immediatamente che “resta il limite delle altezze massime con copertura a tetto”. Quindi piccoli edifici crescono e si moltiplicano con il benestare di Mister “Ci penso a tutto io”…ops scusate cari lettori, ricomincio a parlare di cloni in proliferazione. Aspettiamo di sapere se il direttore della Riserva intende pronunciarsi sulla vicenda e intanto si auspica che l’amministrazione comunale possa ricorrere ad un atto in autotutela che permetta di rimettere l’eventuale e presunta confusione in ordine. L’osservatore laziale vigilerà sulla vicenda. 

tabella DI INTERESSE:

27/07/2012 LAZIO, PIANO CASA: APPROVATE LE MODIFICHE ALLA LEGGE
07/06/2012 PIANO CASA; ABBRUZZESE: RISPOSTA MIGLIORE A CRISI ECONOMICA E COMPARTO EDILE
30/05/2012 LAZIO, APPROVATA LA LEGGE REGIONALE CHE DELEGA AI COMUNI IL RILASCIO DI AUTORIZZAZIONI PAESAGGISTICHE
12/05/2012 LAZIO REGIONE, LEGGE PER POTERI DELEGATI AI COMUNI IN MATERIA PAESAGGISTICA