VELLETRI RIVOLTA CARCERARIA: TRA RISSE, CELLE DEVASTATE E INCENDIATE UNA CARENZA DI SERVIZI ORMAI CRONICA

di Chiara Rai

Velletri – Il carcere di Velletri è stato teatro di una vera e propria rivolta, scoppiata martedì pomeriggio a seguito di una rissa tra detenuti romeni. Il bilancio è di due poliziotti penitenziari e un detenuto feriti, oltre a celle distrutte e incendiate.

Questo è il frutto del sovraffollamento carcerario e a febbraio del 2012, quando il nostro direttore Chiara Rai incontrò il direttore del carcere Donata Iannatuono e la polizia penitenziaria, furono mostrate le condizioni dei detenuti: circa 500 reclusi per meno di 200 agenti quando ce ne vorrebbero almeno 60 in più.

Senza contare la carenza di personale medico e infermieristico. Circa dieci sezioni funzionanti su quattordici, divise in due padiglioni di cui uno nuovo semivuoto nonostante sia notevolmente più accogliente e dotato di maggiori servizi. Ma la sicurezza dev’essere garantita e allora il risultato è che oltre al danno del sovraffollamento in spazi ridotti, obsoleti e in difetto di servizi c’è la beffa del cosiddetto metodo assunto di “vigilanza dinamica” che semina risse ovunque perché sostanzialmente prevede maggiore libertà per il detenuto che nei fatti è fuori dalla cella, all’interno del carcere per circa dodici ore al giorno senza fare particolari attività.

“I detenuti lasciati troppo liberi – dice Donato Capece, segretario del sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe – diventano arroganti e strafottenti, oltre a creare grossi problemi di sicurezza innescano un meccanismo violento per cui soccombe il detenuto meno delinquente”.

Per il sindacato Sappe quindi, al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza.

Infatti, proprio all’interno della saletta ricreativa nella sezione terzo piano lato A è avvenuta la rissa che ha coinvolto circa venticinque detenuti che per alcune ore hanno innescato risse interne ai reparti devastando celle e incendiando i materassi anche dei detenuti che non avevano partecipato alla ressa.

Sembra che le cause siano riconducibili a futili motivi, ma è dovuta intervenire la direttrice della casa circondariale accompagnata dal vice comandante di reparto e dal responsabile dell'ufficio matricola per sedare gli animi.

I futili motivi sono anche la carenza di vestiario o lenzuola di un carcerato rispetto ad un altro. E comunque le condizioni in cui scontano le pene non migliorano la situazione: le docce sono spesso guaste, non si possono neppure utilizzare le lenzuola “di casa” o avere un lettore Cd per ascoltare un po’ di musica o addirittura scarpe nuove. I detenuti protagonisti della rissa sono stati allontanati dall’Istituto di Velletri per essere trasferiti in altre carceri romane. Per la Fns Cisl Lazio occorre intervenire , affinché, i puniti abbiano pene detentive più severe rispetto a quelle previste attualmente.