Palermo, Rocco Chinnici: 34 anni fa moriva il fondatore del pool antimafia

 

Redazione


PALERMO – "La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare".

Risuonano come una premonizione le parole del giudice Rocco Chinnici, nel 34esimo anniversario della sua morte. Era  la mattina del 29 luglio 1983 quando un comando a distanza fa esplodere una Fiat 127 parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Federico Pipitone a Palermo imbottita di tritolo. Insieme al giudice, muoiono 2 uomini della sua scorta: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta. Ad azionare il detonatore è il killer mafioso Pino Greco. Così muore all’età di 58 anni il padre fondatore del pool antimafia, di cui facevano parte Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello.