Roma Città Metropolitana: viaggio nei conti dei Consiglieri

 

di Ivan Galea

 

Quanto guadagnano i consiglieri metropolitani della Città Metropolitana di Roma Capitale? E che beni possiedono? Si tratta di 24 consiglieri eletti tra sindaci e consiglieri comunali che compongono il Consiglio Metropolitano per i quali è previsto l’obbligo di depositare presso l’Ufficio del Consiglio la
documentazione relativa la pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. E così curiosando tra i dati presentati dai vari membri consigliari spiccano all’occhio dichiarazioni dei redditi ridotte all’osso come quella di Gemma Guerrini (M5S) che per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito pari a zero, o quella di un Giovanni Libanori (Conservatori Riformisti) che nonostante le cariche ricoperte (Presidente di CdA di una SPA e Amministratore di Srl), le quote di partecipazione in una srl e una SPA, i beni immobili posseduti (una abitazione a Marino in provincia di Roma, un locale commerciale sempre a Marino e un terreno agricolo a Genzano) ha dichiarato nel 2015 un reddito complessivo pari ad euro 5.630,00 che significa meno di 500 euro mensili.

Ma vediamo nel dettaglio cosa hanno dichiarato i 24 consiglieri metropolitani.

Mauro Alessandri
, candidato non eletto nella lista “Le Città della Metropoli” è subentrato l’11 novembre 2016 come consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale a seguito delle dimissioni della consigliera Michela Califano. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 40.332,00 e di essere comproprietario di un terreno a Scandriglia in provincia di Rieti, proprietario di 4 fabbricati a Monterotondo in provincia di Roma e di possedere una Peugeot 308 del 2011.

Federico Ascani, candidato eletto nella lista “Le Città della Metropoli” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 20.688,00 e di essere proprietario al 50% di un fabbricato a Ladispoli in provincia di Roma e al 100% di un altro fabbricato sempre a Ladispoli. Non ha dichiarato di possedere mezzi di trasporto.

Valeria Baglio
, candidata eletta nella lista “Le Città della Metropoli” è stata nominata consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 75.724,00, di essere proprietaria al 50% di un fabbricato a Roma, di possedere un camper (Volkswagen California) e una Renault Megane e di possedere il 5% delle quote societaria della Relodd – Laboratorio Multimediale Srl

Massimiliano Borelli, candidato eletto nella lista “Le Città della Metropoli” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 42.465,00. Ha dichiarato di possedere un’autovettura Toyota Aygo mentre non ha dichiarato di possedere proprietà immobiliari.

Mario Cacciotti, candidato eletto nella lista “Territorio Protagonista” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 22.449,00 e di essere proprietario di un appartamento di 50 metri quadri a Colleferro in provincia di Roma, al 50% di un altro appartamento di 120 metri quadri e di tre box sempre a Colleferro e di un altro appartamento di 50 metri quadri a Fiuggi in provincia di Frosinone. Come mezzo di trasporto ha denunciato una Mercedes 270 del 2002 e di possedere fondi, investimenti assicurativi e azioni al portatore di diverse società.

Maria Agnese Catini, candidata eletta nella lista “Movimento 5 Stelle” è stata nominata consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 11.153,00. Non ha dichiarato di possedere beni immobili, mezzi di trasporto e partecipazioni societarie.

Svetlana Celli, candidata eletta nella lista “Le Città della Metropoli” è stata nominata consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 26.605,67. Non ha dichiarato di possedere beni immobili, o partecipazioni societarie, mentre ha dichiarato di possedere un’autovettura Mercedes A/180

Carlo Colizza, candidato eletto nella lista “Movimento 5 Stelle” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 27.423,00 e di essere proprietario al 50% di un appartamento a Marino in provincia di Roma. Come mezzi di trasporto ha dichiarato la proprietà di un’Alfa Romeo Giulietta, un’Alfa Rome 156 e di un’Honda PLX 125.

Marcello De Vito, candidato eletto nella lista “Movimento 5 Stelle” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 32.729,00 e di essere proprietario di due appartamenti: uno a Roma e uno a Castel Volturno in provincia di Caserta. Come mezzo di trasporto ha dichiarato la proprietà di una Peugeot 308 e di possedere 4201 azioni, pari allo 0,0080% della società Exprivia SpA.

Paolo Ferrara, candidato eletto nella lista “Movimento 5 Stelle” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 26.815,55 e di essere comproprietario al 33% di un fabbricato a Roma e di possedere un’auto Renault Scenic

Fabio Fucci, candidato eletto nella lista “Movimento 5 Stelle” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 44.622,00 e di essere proprietario al 50% di un fabbricato a Pomezia in provincia di Roma e di possedere un’auto Ford C-Max

Flavio Gabbarini, candidato eletto nella lista “Le Città della Metropoli” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 59.188,00. Non ha dichiarato di possedere beni immobili, mezzi di trasporto e partecipazioni societarie.

Fabrizio Ghera, candidato eletto nella lista “Territorio Protagonista” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 27.056,00 e di essere proprietario di un fabbricato a Roma. Come mezzo di trasporto ha denunciato una Lancia Y.

Gemma Guerrini, candidata eletta nella lista “Movimento 5 Stelle” è stata nominata consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo pari a zero euro. Ha dichiarato di essere comproprietaria di un fabbricato a Roma e di uno a Grosseto. Non ha dichiarato di possedere mezzi di trasporto.

Giovanni Libanori, candidato eletto nella lista “Territorio Protagonista” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 5.630,00 e di essere proprietario di una abitazione a Marino in provincia di Roma, di un locale commerciale sempre a Marino e di un terreno agricolo a Genzano in provincia di Roma. Ha inoltre dichiarato di ricoprire la carica di Presidente del Consiglio di amministrazione della S.C.I. Società Campeggi Italiana (S.C.I.) S.P.A. e amministratore della società Finlazio Insurance S.r.L. nonché di possedere l’85% di quote della Srl per un valore assoluto di euro 17.000,00 e il 9,33% di quote della SPA per un valore assoluto di euro 41.985,00.

Matteo Manunta, candidato eletto nella lista “Movimento 5 Stelle” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 1.334,15. Non ha dichiarato di possedere beni immobili, mezzi di trasporto e partecipazioni societarie.

Giuliano Pacetti, candidato non eletto nella lista “Movimento 5 Stelle” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016 a seguito della rinuncia del candidato eletto Angelo Casto. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 17.063,23. Non ha dichiarato di possedere beni immobili, mentre ha dichiarato di possedere un’autovettura Smart e di possedere il 51% di quote della società Honos Srl della quale è amministratore.

Alessio Pascucci, candidato eletto nella lista “Le Città della Metropoli” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 39.418,23. Ha dichiarato di possedere due fabbricati a Cerveteri in provincia di Roma oltre ad avere la nuda proprietà su altri due fabbricati sempre a Cerveteri.  Ha inoltre dichiarato di possedere il 45% delle quote della società Edizioni Musicali oretta di Ezio Pascucci S.a.s. e come mezzo di trasporto una Fiat Panda.

Alessandro Priori, candidato eletto nella lista “Territorio Protagonista” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 49.626,00. Ha dichiarato di possedere una abitazione a Velletri in provincia di Roma, un’altra abitazione al 33% a Latina, la proprietà di un locale commerciale a Velletri e la nuda proprietà al 33% di due locali commerciali sempre a Velletri.   Ha inoltre dichiarato di possedere il 5% delle quote della società GISI Srl di Velletri e di non possedere mezzi di trasporto.
Pierluigi Sanna, candidato eletto nella lista “Le Città della Metropoli” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 23.109,00. Non ha dichiarato di possedere beni immobili, mentre ha dichiarato di possedere al 50% un’autovettura Fiat Punto anno 2007.

Marco Silvestroni, candidato eletto nella lista “Territorio Protagonista” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 29.504,00. Ha dichiarato di avere un reddito da fabbricato pari ad euro 1.104,00 non indicandone l’ubicazione, nonché di possedere 3 mezzi di trasporto:  Fiat 500 CV51 del 2008, Jaguar XF D. 2008 e un Suzuki 400 CV23

Andrea Volpi, candidato eletto nella lista “Territorio Protagonista” è stato nominato consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 21.041,00. Ha dichiarato di possedere una abitazione, un garage e una soffitta a Roma.

Maria Teresa Zotta, candidata eletta nella lista “Movimento 5 Stelle” è stata nominata consigliere metropolitano nella Città Metropolitana di Roma Capitale il 21 ottobre 2016. Per l’anno 2015 ha dichiarato un reddito complessivo di euro 43.481,00. Ha dichiarato di di possedere i seguenti beni immobili: comproprietà al 50% di un fabbricato (abitazione) a Roma, comproprietà al 16,67% di un fabbricato a Taranto,  comproprietà al 50% di un fabbricato ad Assergi in provincia de L’Aquila, comproprietà al 25% di un fabbricato a Rivodutri in provincia di Rieti, comproprietà al 50% di un fabbricato ad Tricarico in provincia di Matera. Come mezzo di trasporto ha dichiarato di possedere una  Yaris ibrida e un ciclomotore Malaguti 125.

Carlo Passacantilli (FdI-AN) nessun dato disponibile alla data di pubblicazione del presente articolo.
 




ROMA CITTA' "POCO" METROPOLITANA: UFFICI ANAGRAFICI APERTI TUTTO IL GIORNO MA NON NELL'HINTERLAND

di Silvio Rossi

Roma – Dal 7 gennaio Roma Capitale ha modificato l’orario dei servizi demografici, estendendo l’apertura degli sportelli dal lunedì al venerdì, con orario continuato tutti i giorni dalle 8:00 alle 18:30. Una buona notizia per i cittadini romani che, così come ha affermato il sindaco Marino, potranno: “… chiedere e avere un certificato o una carta d’identità senza dover prendere un giorno di ferie o di permesso”.

Un servizio che è stato attivato in tutti i municipi, nella maggior parte dei casi in tutti gli sportelli decentrati, frutto della riorganizzazione del personale voluta dal sindaco Marino, e che avvicina Roma alle capitali europee, come ha dichiarato lo stesso sindaco.
Il nuovo orario ha determinato le proteste di alcuni dipendenti, che hanno lamentato la scarsa affluenza nelle ore pomeridiane, ma siamo ai primi giorni e ancora pochi cittadini sono informati della novità. Il vicesindaco Nieri ha affermato “Sappiamo che ci sono ancora alcune perplessità fra i dipendenti, ma siamo certi che, presto, comprenderanno che grazie alle novità introdotte potranno lavorare più serenamente, distribuendo i carichi di lavoro su più turni e senza aumentare il numero di ore lavorate. Naturalmente percepiranno anche uno stipendio migliore, adeguato ai servizi avanzati offerti alla cittadinanza”.

Con l’orario prolungato Roma si avvicina all’Europa. Peccato però che i cittadini dell’hinterland romano non abbiano le stesse opportunità riservate ai cittadini del capoluogo. Nei comuni della Città Metropolitana gli orari di apertura degli uffici anagrafici sono irrisori rispetto a quelli di Roma. A Fonte Nuova l’anagrafe è aperta per sole dieci ore e mezzo la settimana. Nei comuni del territorio sabatino la media è di sedici ore. Il comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti che ha l’orario di apertura maggiore, Marino, vede gli sportelli attivi per circa ventisette ore settimanali. Finché non vengono eliminate queste disparità, non potremmo parlare di città metropolitana come entità unica. Sarà sempre una Roma che, con tutti i suoi difetti, funziona, e una serie di comuni in cui i servizi ai cittadini sono pura utopia.




MAFIA, NDRANGHETA, CAMORRA E… ROMA CITTA' METROPOLITANA!

di Emanuel Galea

Roma – Amleto avrebbe esclamato: essere o non essere, questo è il problema? Che sia mafia, 'ndrangheta, la Santa o Picciotteria, pulirebbe l’onta che umilia l’area metropolitana?

Ore a non finire di trasmissioni televisive a disquisire se sia più nobile d’animo e conveniente chiamarla semplicemente corruzione, collusione oppure adoperare un linguaggio vile e sprezzante e usare definizioni come tangenti, infiltrazioni della malavita, e prendere coraggio contro il dilagare del fenomeno e combattendo disperderlo, annientarlo.

Oziare, spoltronire, fare da spettatori, non esiste nulla di più odioso. D’altro canto non è che con l’inasprire delle pene si può certo dire di debellare la rogna che affligge l'area di Roma metropolitana e non solo. La guerra si vince con la pace e la corruzione con l’onestà civile.

Il leader di Solidarnosc, il timido intellettuale Vaclav Havel, l’uomo simbolo della rivoluzione di velluto, indica la via d’uscita dalla rassegnazione e dalla sottomissione alla menzogna del totalitarismo, della prepotenza, della corruttela: “un’esistenza autentica, una vita nella verità, perché il cambiamento delle strutture deve partire dal rinnovamento dell’io”.

Julie Tingwall, sostituto procuratore dello Stato della Florida, riferendosi all’organizzazione malavitosa della capitale, diceva : « È invisibile, come l'altra faccia della Luna. »,

L’area metropolitana capitolina è tutta un cunicolo.
E’ la Roma sotterranea, la Roma nascosta. Più che scavare, occorre scovare tutto ciò che è sotterraneo, oscuro, profondo,  che genera mistero, misfatto, trasgressione, perversione, corruttele.

L’area metropolitana, caratterizzata dall'integrazione delle funzioni e dall'intensità dei rapporti che si realizzano al suo interno, fu ideata per promuovere le attività economiche, i servizi sociali essenziali alle comunità partecipanti nonché l’inter-scambio culturale tra gli stessi residenti dei suoi territori. Ahinoi, si assiste a tutto un altro scambio.  Paesini che fino ad ora godevano di una relativa pace civile, associandosi all’area metropolitana rischiano di vedere svilire quella poca tranquillità goduta fino ad oggi.

I tristi eventi di questi ultimi giorni hanno portato alla luce, alcune aziende, sotto sequestro e di imprenditori, molti dei quali finiti agli arresti. A questi, a suo tempo furono affidati degli appalti da parte di qualche Comune. Questi stessi Comuni oggi vengono a conoscenza, solo a mezzo della stampa e ai telegiornali, di indagini giudiziarie in corso.

La domanda che sorge spontanea è, come faranno, d’ora in avanti, questi Comuni che si sono legati corpo e anima all’”area metropolitana”? Quelli che si sono legati all’area metropolitana di Roma, a seguire tutte le operazioni che possano avere delle ricadute sulla loro piccola “comunità”  Un piccolo comune è più facilmente controllabile che un “mare magnum” come lo è l’area metropolitana dove nuotano tanto i pesci piccoli che gli squali. E’ veramente conveniente traslocare verso Roma Città Metropolitana o forse sarebbe più saggio ponderare meglio , attendere ancora, aspettare che saltino tutti i coperchi delle fogne che stanno fermentando nel sottosuolo della capitale d'Italia?

Non è soltanto a livello locale che personaggi politici finiscono nelle carte degli inquirenti.
Ormai si confondono i gossip con le vere indagini. In mezzo ci finisceanche  uno scorcio del mondo vip. Il commercialista della banda dichiara di essere stato lui a creare la fondazione della Melandri. Quest’ultima s’indigna e promette battaglia ed annuncia querela. Gira la voce di un fantomatico deputato ed una tangente misteriosa. Nei guai è finito un capitano di corvetta e un primo maresciallo. Non si esclude l’apparizione nell’inchiesta di altri marescialli. Inchiesta piena di suspence, di colpi di scena, di letame putrido che sta ammorbando l’aria del Belpaese.

La rete sembra arrivare ovunque. Tanto che, nelle ultime ore, è stato indagato anche un collaboratore dell'ex ministro all'Integrazione e il Prefetto promette altre sorprese.

Il lato tragico si confonde con il faceto. Personaggi che coprono ruoli e cariche di una certa responsabilità, stanno rilasciando dichiarazioni che somigliano a degli stracci sporchi abbandonati nelle periferie degradate. Tanti cercano di scrollarsi d’addosso la vergogna, estraniarsi dal fattaccio. Il terreno gli cede da sotto i piedi. Si difendono dicendo che la mafia non c’entra. Oggi, però, si sa, c’entra e come, la 'ndrangheta. Qual è la differenza tra un ladro mafioso e un altro camorrista oppure della ndrangheta?
Le differenze tra mafia, ndrangheta, camorra e delinquenza comune sono tecnicismi che vanno bene per le aule del tribunale. E’ tutta materia per magistrati e uomini di legge. Politicamente parlando, la corruzione è corruzione, il ladrocinio è ladrocinio, la collusione è collusione. Ci sta poco da disquisire, caro “homo politicus”.
 
Tanti cercano l’acquasantiera per purificarsi. Ognuno cerca di metterci una pezza. Questa storia somiglia tanto al letame nelle stalle, più lo rivolti e più puzza. A forza di mettere toppe si squadrano le regole.

Il caso strano, unico, molto strano del PM, promosso ad assessore dal sindaco Ignazio Marino, la dice lunga. Le votazioni, la manifesta volontà cittadina espressa dai votanti durante le ultime elezioni Comunali 2013, con quest’atto imperio è cancellata. Ed ecco un'altra fetta di democrazia che viene scippata, non dal Mondo di Mezzo ma dalle Istituzioni.

Diceva Quinto Orazio Flacco: “Sole divino (…) possa tu non vedere nulla più grande di Roma”. Si sa che Orazio fu un poeta satirico e la satira, ci dice la Treccani: è una composizione poetica che rivela e colpisce con lo scherno e con il ridicolo. Se questo fu il suo proposito, Orazio Flacco, ha colto in pieno il segno.




ROMA CITTA’ METROPOLITANA: ECCO GLI ELETTI

Redazione
Roma
– Presso la sede dell’Amministrazione provinciale di Roma i seggi per eleggere i rappresentanti in seno al Consiglio metropolitano della Città metropolitana di Roma Capitale sono stati chiusi ieri, domenica 5 ottobre, alle ore 20.00. Lo scrutinio dei voti ha avuto inizio regolarmente oggi, lunedì 6 ottobre, alle ore 8.

I dati definitivi dell’affluenza sono i seguenti:
 
SEGGIO 1: (con popolazione fino a 10.000 abitanti) Aventi diritto 863, di cui 656 uomini e 207 donne Votanti: 718
 
SEGGIO 2: (con popolazione superiore ai 10.001) Aventi diritto 821, di cui 643 uomini e 178 donne Votanti: 777
 
Il dato finale complessivo di affluenza è pari all’ 88.77%
 
Ecco, la composizione del nuovo consiglio della Città Metropolitana.

Per il Pd risultano eletti Mirko Coratti, Svetlana Celli, Mauro Alessandri, Michela Califano, Marco Palumbo, Gianni Paris, Pierpaolo Pedetti, Orlando Corsetti,  Danilo Sordi, Pasquale Boccia, Massimiliano Borelli, Dario Nanni, Antonio Stampete, Federico Ascani.
Per Forza Italia: Andrea Volpi, Massimiliano Giordani, Ignazio Cozzoli, Carlo Eufemi.
Per il Movimento 5 stelle: Emanuele Dessì e Enrico Stefano.
Per Ncd: Alessandro Priori e Marco Pomarici.
Per Fdi: Marco Silvestroni.
Per Sel: Gemma Azuni.

Nei dettagli, al seggio 1 (con popolazione fino a 10.000 abitanti, aventi diritto 863) sono andati alle urne in 718, mentre al seggio 2 (con popolazione superiore ai 10.001 abitanti, aventi diritto 821) hanno votato in 777.

Il Consiglio metropolitano sarà ora composto da 24 consiglieri, 11 espressione della Capitale e 13 dell'hinterland, ai quali andrà aggiunto il sindaco metropolitano, ruolo che spetterà di diritto al primo cittadino di Roma, Ignazio Marino, che dal primo gennaio potrà poi nominare un vice e una serie di consiglieri delegati.

 




ROMA, CITTA' METROPOLITANA: SINDACO METROPOLITANO, CONSIGLIO METROPOLITANO E CONFERENZA METROPOLITANA

Redazione

Il 5 ottobre avranno luogo le votazioni per l'elezione del primo Consiglio metropolitano. Vediamo di saperne di più sul funzionamento della città metropolitana:

a)  il Sindaco metropolitano: rappresenta l’Ente, convoca e presiede il Consiglio metropolitano e la Conferenza metropolitana, sovrintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti; esercita le altre funzioni attribuite dallo statuto. Il Sindaco metropolitano è di diritto il Sindaco del Comune capoluogo. Lo statuto della Città metropolitana può prevedere l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano con il sistema elettorale che sarà determinato con legge statale, secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 22, della legge n. 56/2014.
Il Sindaco metropolitano può nominare un Vicesindaco, scelto tra i Consiglieri metropolitani, stabilendo le eventuali funzioni a lui delegate e dandone immediata comunicazione al Consiglio. Il Vicesindaco esercita le funzioni del Sindaco in ogni caso in cui questi ne sia impedito. Qualora il Sindaco metropolitano cessi dalla carica per cessazione dalla titolarità dell'incarico di Sindaco del proprio Comune, il Vicesindaco rimane in carica fino all’insediamento del nuovo Sindaco metropolitano.
Il Sindaco metropolitano può, altresì, assegnare deleghe a Consiglieri metropolitani, nel rispetto del principio di collegialità, secondo le modalità e nei limiti stabiliti dallo statuto.

b)  il Consiglio metropolitano: è l’organo di indirizzo e controllo; propone alla Conferenza lo statuto e le sue modifiche; approva regolamenti, piani e programmi; approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal Sindaco metropolitano; esercita le altre funzioni attribuite dallo statuto. Su proposta del Sindaco metropolitano, il Consiglio adotta gli schemi di bilancio da sottoporre al parere della Conferenza metropolitana. A seguito del parere espresso dalla Conferenza metropolitana con i voti che rappresentino almeno un terzo dei Comuni compresi nella Città metropolitana e la maggioranza della popolazione complessivamente residente, il Consiglio approva in via definitiva i bilanci dell’Ente. Dura in carica 5 anni; in caso di rinnovo del Consiglio del Comune capoluogo, si procede a nuove elezioni del Consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del Sindaco del Comune capoluogo.
Il Consiglio metropolitano;
– è composto dal Sindaco metropolitano e da un numero di Consiglieri metropolitani che varia a seconda della popolazione residente e che, per la Città metropolitana di Roma, è pari a 24;
– è eletto dai Sindaci e dai Consiglieri comunali dei Comuni della Città metropolitana. Sono eleggibili a Consigliere metropolitano i Sindaci e i Consiglieri comunali in carica. La cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da Consigliere metropolitano.

c)  la Conferenza metropolitana: adotta o respinge lo statuto e le sue modifiche proposti dal Consiglio metropolitano con i voti che rappresentino almeno un terzo dei Comuni compresi nella Città metropolitana e la maggioranza della popolazione complessivamente residente. Come previsto dall’art. 1, comma 8, della legge n. 56/2014 ha poteri propositivi e consultivi, secondo quanto disposto dallo statuto. E’ composta dal Sindaco metropolitano, che la convoca e la presiede, e da tutti i Sindaci dei Comuni appartenenti alla Città metropolitana.

L’incarico di Sindaco metropolitano, di Consigliere metropolitano e di componente della Conferenza metropolitana è esercitato a titolo gratuito.

Nel rispetto della legge, lo statuto stabilisce le norme fondamentali dell’organizzazione della Città metropolitana, ivi comprese le attribuzioni degli organi nonché l’articolazione delle loro competenze, disciplinando altresì gli aspetti di cui all’art. 1, comma 11, della legge n. 56/2014. Lo statuto della Città metropolitana di Roma capitale disciplina i rapporti tra la Città metropolitana, il Comune di Roma capitale e gli altri Comuni, garantendo il migliore assetto delle funzioni che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri, ivi presenti, presso la Repubblica italiana, presso lo Stato della Città del Vaticano e presso le istituzioni internazionali.




ROMA CITTA' METROPOLITANA, ROBILOTTA: "SI UCCIDE STATUS DI ROMA CAPITALE"

di Donato Robilotta Coordinatore dei Socialisti Riformisti, già Consigliere Regionale

Roma Città Metropolitana – Continuo a non condividere il fatto che la città Metropolitana di Roma coincida con tutto il territorio della Provincia di Roma, perché secondo me doveva coincidere con il solo territorio di Roma allargato a comuni limitrofi sede di aeroporti, come Fiumicino e Ciampino, o di porti come Civitavecchia. Sempre però con la clausola che dovessero essere questi comuni a decidere nella loro autonomia se farne parte o meno e non essere obbligati per legge come lo sono ora tutti  comuni della provincia, che per di più subiscono anche la clausola del voto ponderato che favorisce Roma.

Questo modello di città metropolitana romano-centrico sfavorisce i piccoli comun,i che non hanno nessun peso rispetto alla Capitale, ma alla fine danneggia la stessa Roma, che invece di diventare una città-Stato o città-Regione, acquisendo il potere legislativo e piena autonomia di governo, prende le competenza di quella Provincia che il Governo sta tentando di cancellare. Tanto è vero che il sindaco di Roma deve ancora andare dal Governo con il cappello in mano per chiedere i finanziamenti aggiuntivi per i costi della Capitale ma anche dalla Regione per i finanziamenti dovuti sul trasporto pubblico locale.
Il PD di Roma e del Lazio porta per intero la responsabilità di tale assetto perchè il testo originario della legge Del Rio uscito da Palazzo Chigi prevedeva che la città metropolitana coincidesse con la il solo territorio di Roma città, proprio per preservare il suo ruolo di Capitale e le sue future prerogative.
Ma quello che è più grave è l’atteggiamento del gruppo dirigente dell’intero centro-destra a partire da quello di Forza Italia che per anni si è dichiarato a favore di Roma-Capitale e contro questo modello di città metropolitana e oggi lo subisce senza dire una sola parola ma pensando solo a qualche poltrona.
Io continuo a battermi perché Roma abbia i poteri legislativi propri dello Stato e delle Regioni e che finalmente abbia lo status che hanno tutte le grandi capitali europee e noto che queste argomentazioni hanno iniziato a far breccia anche nel Pd viste le posizioni espresse a favore di questa tesi dall’area politica che fa riferimento al sottosegretario Rughetti.
 




CITTA’ METROPOLITANE: SIAMO SULLA STRADA GIUSTA?

di Daniele Rizzo

Lo scorso 3 aprile la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge Del Rio, dal nome dell’allora Ministro per gli Affari Regionali e delle Autonomie oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Il ddl prevede, in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, la ridefinizione delle Province e l’istituzione delle Città Metropolitane.

L’abolizione delle province, caposaldo della recente ondata populista, è difatti solo rimandata; per il momento ci si deve “accontentare” di uno svuotamento dei poteri degli organi provinciali e dell’abolizione (questa vera) di nove di essi. Le città in cui le province nel giro di nove mesi non esisteranno più sono: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Questi capoluoghi dal 1° gennaio 2015 prenderanno il titolo di Città Metropolitane. Ma cosa sono queste Città Metropolitane, e in cosa sono diverse dalle province?


LE CITTA’ METROPOLITANE
Innanzitutto partiamo col dire che le due aree territoriale coincidono, quindi dove arrivava la Provincia (in termini puramente geografici) arriverà anche la Città Metropolitana. Cambia invece tutta la parte relativa all’amministrazione. Viene abolito il ruolo di presidente della Provincia e il relativo Consiglio (che però resteranno in carica fino al 31 dicembre 2014); entro il 30 settembre dovranno essere indette le elezioni del nuovo Consiglio Metropolitano su ordine del sindaco del comune capoluogo. Il Consiglio Metropolitano sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali delle città appartenenti al territorio della Città Metropolitana, e sarà principalmente un organo di indirizzo e controllo, approverà regolamenti, piani e programmi o adotterà ogni altro atto sottoposto dal sindaco metropolitano. Il Sindaco Metropolitano, per l’appunto, sarà di diritto il sindaco della città capoluogo, e dunque non elettivo (a meno di una apposita legge previamente istituita); sarà il rappresentante dell’ente, sovrintenderà al funzionamento dei servizi e degli uffici nonché all’esecuzione degli atti, potrà convocare e presiedere il Consiglio e la Conferenza. A questi due organi dobbiamo infatti aggiungere la Conferenza Metropolitana, composta dal Sindaco Metropolitano e dai sindaci dei comuni della città metropolitana, che avrà poteri prepositivi e consultivi e adotterà o respingerà lo statuto. L’incarico di sindaco metropolitano, consigliere metropolitano e di componente della conferenza metropolitana sarà svolto a titolo gratuito, novità che nelle intenzioni del governo andrà a favorire i tagli ai costi della politica.

LE FUNZIONI
Le Città Metropolitane, laddove istituite, andranno a sostituire le province in tutte le loro funzioni fondamentali, e in più si occuperanno di sviluppo strategico, economico e sociale del territorio, mobilità e viabilità, gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione, informatizzazione e digitalizzazione, relazioni istituzionali.

LE PROVINCE
Cosa ne sarà delle altre province? In attesa dell’abolizione le province avranno funzioni ridotte in quanto enti di area vasta al servizio dei comuni. Dal prossimo 25 maggio non si voterà più per presidenti e consigli provinciali. Le province saranno guidate dai sindaci e dai consiglieri comunali a titolo gratuito, con un risparmio minimo stimato intorno ai 700 milioni di euro. Molte funzioni delle province saranno trasferite alle regioni e ai comuni, insieme al personale necessario. Alle province resteranno le competenze per quel che riguarda l’edilizia scolastica, l’ambiente, le pari opportunità e le strade provinciali.

ROMA CAPITALE
Dal comma 101 al comma 103 il ddl Del Rio affronta invece il tema di Roma Capitale, organo già di per sé differente dagli altri comuni e/o capoluoghi d’Italia, a cui andrà ad affiancarsi anche la Città Metropoli di Roma capitale. E’ previsto dunque un ordinamento a se stante che regoli i rapporti tra questi due organi relativamente anche ai rapporti con gli altri comuni dell’area della Città Metropolitana. Ovvio che in un momento così critico per Roma (basti pensare ai debiti delle aziende controllate dal comune) l’affiancamento di questi due organi porterà ad una situazione di caos estremo; ad onor del vero dobbiamo però sottolineare che da un punto di vista economico le Città Metropolitane subentrano alle Province sia nei rapporti attivi che in quelli passivi, quindi erediteranno sì i debiti, ma anche i crediti dell’ente provinciale. 

UN PASSO INDIETRO?
I detrattori di questo disegno di legge accusano il governo di aver pensato un organo statale slegato dal territorio, decentrato e privo di legittimazione elettorale. 
Sicuramente la Città Metropolitana appare come il definitivo colpo di grazia a tutti coloro che vedevano nel federalismo l’unica via d’uscita alla mala gestione del pubblico. 
C’è poi da dire che effettivamente di quest’organo faranno parte persone non elette direttamente dai cittadini, ma dal sindaco e dai consiglieri comunali. Inoltre se prima si poteva eleggere direttamente il presidente della provincia, adesso l’elezione diventa diretta solo in presenza di un’apposita legge, e quindi il rischio di poca rappresentanza all’interno dell’organo è concreta. Bisogna però ammettere che era l’elezione diretta ad essere un caso unico all’interno del panorama dei sistemi elettivi italiani, e quindi l’elezione indiretta (o la nomina nel caso la legge non esistesse) rientra paradossalmente nel sistema consuetudinario italiano.
Insomma, i motivi per contestare il decreto legge ci sono tutti, e c’è chi prontamente ha sfruttato l’occasione per farlo; non dimentichiamoci però che governare un paese non è la cosa più semplice del mondo, e che su carta siamo tutti bravi a stabilire regole e leggi di qualità. La verità è che dobbiamo confrontarci con il reale, che nella fattispecie coincide con anni ed anni di gestione fallimentare dell’organizzazione pubblica e statale. Tentare di rivoluzionare le province è un primo passo per rivoluzionare l’Italia; non sarà forse il più indicato da cui partire, ma se è stata la mossa giusta non possiamo certo dirlo in questo momento. L’auspicio è che questo cambiamento istituzionale non trovi impreparate le amministrazioni locali, che prontamente dovranno sapersi adattare a queste novità. In quest’ottica invitiamo tutti i candidati alle prossime elezioni comunali ad affrontare il tema nelle loro campagna elettorali.