ROMA, COLLI ALBANI: BUSINESS AL MERCATO CON LIBRI DEGLI INSEGNANTI

di Maurizio Costa

Roma– Sarà capitato un po’ a tutti di recarsi nei mercatini dell’usato per acquistare i libri scolastici con forti sconti, che possono arrivare anche al 60%, all’inizio del nuovo anno scolastico. Un aiuto per tutte quella famiglie che si trovano in difficoltà economiche e anche per quelle che non vogliono buttare via troppi soldi. Ma cosa succede se i libri che compriamo a Largo dei Colli Albani o a Lungotevere Oberdan sono nuovi ma sprovvisti del triangolino sul retro? In questo caso, quei testi sono copie omaggio destinate al corpo docenti e quindi invendibili.

Questi libri possono essere ‘copie in saggio-omaggio’, quelle che i docenti adottano per valutare se un libro può essere adottato oppure no, oppure ‘copie saggio-cattedra’, che vengono utilizzate dai professori durante la lezione.

Questi due tipi di libri vengono dati in omaggio ai professori di tutta Italia. Il vero problema è che una parte del corpo docenti, una volta finito l’anno scolastico, si reca nei mercatini dell’usato per vendere tutte queste copie, quasi nuove, e farci un bel gruzzoletto. Una pratica illegale e che contribuisce ad aumentare il costo dei libri nuovi, quelli che compriamo nelle librerie, perché le case editrici si ritrovano a vendere la metà dei libri.

L’illecito è sanzionabile penalmente dall’articolo 171 della Legge sul Diritto d’Autore. Le case editrici provvedono a distribuire, a scopi pubblicitari e economici, queste copie “saggio”. Le copie in saggio-omaggio vengono date ai professori a marzo, a scopi pubblicitari, per convincere un docente ad adottare quel libro per la propria classe. Il saggio-cattedra, invece, viene fornito ai professori per accompagnare gli alunni durante la lezione.

Un informatore, che si è recato a Colli Albani, ha comprato uno di questi libri e ha visto un professore, con un mucchio di libri in mano, venderli ad un banco. Il docente ha detto al gestore del banco specifico questa frase: “Alla fine del Collegio Docenti ritorno che sicuramente avrò altri libri da portare.” Una prova inconfutabile. Il professore, quel giorno, ha venduto 200 euro di libri, tutti senza tagliandino.

Una pratica illegittima che, oltre a far aumentare il prezzo dei libri di testo nuovi, porta a far diminuire drasticamente gli introiti delle case editrici.