ROMA, EMERGENZA SPAZZATURA: MARINO "BOICOTTA" L'INADEMPIENTE CO.LA.RI. E LITIGA CON MANLIO CERRONI.

di Matteo La Stella

Roma– Continua la disputa suL tema dei rifiuti tra il Co.La.Ri. di Manlio Cerroni e il Campidoglio. Ad innescare ieri il duro confronto tra le parti, la riduzione delle tonnellate di immondizia lavorate negli impianti di Malagrotta del Consorzio Laziale Rifiuti (Co.La.Ri.) riconducibile all'avvocato Cerroni. La riduzione apportata dal consorzio privato pesa parecchio: soprattutto in questo momento con un' "emergenza spazzatura" vistosa e presente, l'immondizia rischia di prendere il sopravvento nell'urbe, poiché, se gli impianti lavorano meno, i camion non sanno dove scaricare e i sacchetti imperversano lungo le strade. Negli ultimi  giorni, Ama ha riportato il problema in una nota sottolineando come „il quantitativo di rifiuti accolto negli impianti Co.La.Ri.- risultasse al momento-” ridotto rispetto alla capacità normalmente disponibile". In secondo luogo a ribadire il concetto ci ha pensato l'Assessore all'ambiente Estella Marino che, il 14 maggio, ha lanciato su Facebook un'accusa il cui indirizzo è di facile deduzione-” Rallentamenti e disagi a causa degli impianti di trattamento privati che riducono la ricezione dei rifiuti raccolti da Ama”- sottolineando come, “per magia”, proprio nel momento in cui aumenta la produzione di rifiuti nella capitale, cala la “risposta” da parte degli impianti di smaltimento privato a discapito dei cittadini e delle strade capitoline. Al Co.La.Ri. Non ci passano sopra e partono con il contrattacco. Inviano una lettera al presidente di Ama Fortini, al sindaco Marino, all'assessore, al presidente della Regione Lazio Zingaretti e al suo assessore Michele Civita e al Prefetto di Roma Gabrielli nella quale “Il consorzio si ritiene esente da ogni responsabilità”. Nella fattispecie anche i suoi impianti, causa un rallentamento nella ricezione del Cdr (Combustibile derivato da rifiuti e prodotto dal trattamento meccanico biologico degli stessi) da parte di impianti nelle altre regioni, sono soggetti ad una situazione difficile e per questo ingolfati. A dimostrarlo vengono allegate due foto con delle balle di Cdr accatastate nei depositi. Dunque per il consorzio privato di Manlio Cerroni la natura dell'inadempienza è riconducibile alla-” Perdurante fermata di alcuni impianti di recupero energetico del Cdr del Nord Italia e del Lazio”- che, spiegano dalla Co.La.Ri -” rendono estremamente critico il conferimento del Cdr prodotto, e di conseguenza la piena e totale operatività degli impianti Tmb, e ciò nonostante i nostri siti siano dotati di depositi temporanei capienti, pari a 20gg di produzione degli impianti Tmb”. Nella lettera viene anche svelato, a titolo informativo, che a distanza di 8 mesi dalla richiesta effettuata, il consorzio potrà esportare il Cdr in Portogallo già a partire dalla prossima settimana.

La lettera però non è deputata esclusivamente allo scarico delle responsabilità, è un attacco a tutto tondo. Così, a pochi giorni dalla disfatta del lodo milionario, portato avanti dal consorzio dell'avvocato Cerioni che pretendeva dalla giunta capitolina arretrati per un contenzioso di 900milioni di euro, si parla nuovamente di soldi. Nella lettera, si parla di una morosità pari ad alcune decine di milioni di euro da parte di Ama nei confronti del consorzio. La stessa morosità si ripercuoterebbe sull'operato del consorzio, impossibilitato a pagare i fornitori, tanto da determinare l'imminente disfatta dell'intera catena di smaltimento. I fornitori non pagati, infatti, potrebbero chiudere le porte difronte ai rifiuti transitati per gli impianti del consorzio targato Cerroni.
La durissima contropartita del Campidoglio arriva giovedì sera dal Sindaco Ignazio Marino, che commenta-”La situazione che si è venuta a creare a causa della dichiarata impossibilità degli impianti dell’avvocato Manlio Cerroni di accettare il conferimento dei rifiuti richiesto da Ama, nei quantitativi già concordati e necessari a garantire la pulizia della città, è inaccettabile”- e continua-”Ho chiesto ai miei uffici di lavorare con l’azienda della città tutta la notte per individuare subito una soluzione alternativa attivabile già dalle prime ore del mattino”-. Un pugno alla bocca dello stomaco da parte del primo cittadino, capace di togliere il respiro e, soprattutto, lo smaltimento della spazzatura.
Per quanto riguarda i debiti dell'Ama, la risposta arriva dal presidente Fortini che afferma di aver presentato alla Procura della Repubblica gli atti in merito -”Ai prezzi pagati da Ama per usare negli anni passati gli impianti del gruppo Co.La.Ri. (2 TMB e un tritovagliatore)“-, lasciando trasparire come in questi siano stati riscontrati aspetti quantomeno discutibili. Continua esprimendo fiducia nella giustizia, certo che tutte le “lamentazioni” presentate dal Consorzio Laziale Rifiuti risulteranno essere infondate. Poi aggiunge-”Lo so che da settembre dello scorso anno Ama non paga più 175 euro/tonnellata per l’uso del tritovagliatore Co.La.Ri, bensì i 104 euro stabiliti dalla Regione Lazio come tariffa di trattamento nei TMB. Non è Ama a dovere soldi al Co.La.Ri. ma semmai è il Co.La.Ri. a doverne restituire alla città di Roma. Il Co.La.Ri. insiste ancora per nuovi inceneritori e nuove discariche. Noi continueremo a sviluppare la raccolta differenziata e auspichiamo che la nostra gara per valorizzare i rifiuti di cui ha “disposto” fino ad ora Co.La.Ri. abbia successo segnando la svolta definitiva che la città si attende”

Di conseguenza, questa mattina è arrivata la firma da parte del Sindaco Ignazio Marino dell'ordinanza per far fronte alla mole di rifiuti che invade la città. Nella stessa si fa riferimento alle inadempienze del Co.La.Ri, passato dall'accogliere 2500 tonnellate al giorno di rifiuti nei tre diversi impianti di cui dispone il consorzio, ad una quota effettiva di circa 1600 tonnellate al giorno. Marino aggiunge che-” verso Co.la.ri. ci si riserva ogni iniziativa di tutela”. Inoltre, l'ordinanza urgente dispone la messa in funzione dell'impianto mobile di tritovagliatura di cui Ama dispone, per un massimo di 180 aggiorni, fino alrientro dell' "allarme spazzatura".