ROMA CRICCA DI FACCENDIERI: UNO DI LORO SI SPACCIAVA PER "MAGISTRATO" CON CONOSCENZE AL TRIBUNALE DI ROMA

Redazione

Roma – Le indagini, inizialmente incentrate su G. P. C., sessantenne romano pregiudicato per vari reati, tra cui bancarotta fraudolenta, produzione e traffico di sostanze stupefacenti, hanno messo in luce che lo stesso, all'inizio del 2012, aveva prospettato, agli amministratori di una società verificata dalla Guardia di Finanza, di poter influenzare le operazioni ispettive, corrispondendo una consistente somma di denaro, grazie a conoscenze di appartenenti al Corpo rivelatesi poi inesistenti.
Altri rapporti d'affari sono emersi tra il C. e tale G. I., che si presentava come "magistrato" con conoscenze al Tribunale di Roma. Ai due si era rivolto un noto professionista speranzoso di ottenere un pronunciamento favorevole in un caso relativo a dissidi familiari.
Sia nel primo, sia nel secondo caso, le Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Roma hanno appurato che i due erano in realtà "millantatori", che non avevano alcuna conoscenza dei pubblici ufficiali che asserivano di conoscere, risultati completamente ignari delle vicende.
Durante gli accertamenti, sono saltati fuori ulteriori "affari" della cricca – non andati a buon fine – legati alla compravendita di oro, lire italiane, dollari statunitensi e titoli di credito emessi da banche estere, di probabile provenienza illecita, operazioni che hanno visto coinvolti, oltre al C., il gestore di una sala giochi di Monteverde ed un piccolo imprenditore, nel ruolo di intermediari.
A conclusione delle indagini – coordinate dalle Procure della Repubblica di Roma e di Perugia, quest'ultima subentrata in ragione del possibile coinvolgimento di magistrati in servizio nella Capitale – i due sono stati denunciati, unitamente ad altre due persone, tutti responsabili, a vario titolo, di millantato credito, tentata estorsione e tentato riciclaggio




CIVITAVECCHIA: SMANTELLATO TRAFFICO DI AUTO DI GROSSA CILINDRATA

Redazione

Roma – Un'organizzazione composta da marocchini ed italiani, dedita alla ricettazione e al riciclaggio di autovetture di grossa cilindrata, è stata scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Civitavecchia – che hanno preso le mosse da un'attività di analisi sui flussi di passeggeri in partenza dal locale scalo portuale per Barcellona e da approfonditi controlli, hanno permesso di appurare che numerose autovetture venivano clandestinamente esportate in Marocco attraverso la Spagna, utilizzando documenti falsi, per essere destinate al mercato estero.

L'organizzazione si avvaleva della complicità dei proprietari delle auto – per lo più Mercedes-Benz ( ML, GLK, CLS), BMW ( X1, X3, X5, X6, 335, 530, 730) e Audi ( Q5, Q7 ) – che le consegnavano ai gregari del sodalizio e ne simulavano successivamente il furto, al fine di richiedere il relativo indennizzo alle compagnie di assicurazione.

Il giro d'affari dell'attività illecita, allo stato quantificabile in quasi ottocentomila euro, consentiva un illecito duplice guadagno: quello derivante dalla vendita all'estero delle autovetture e quello del risarcimento da parte delle società assicuratrici.

Denunciate all'Autorità Giudiziaria di Civitavecchia venti persone per associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di simulazione di reato, ricettazione, riciclaggio, e truffa ai danni di compagnie assicurative.