Ampliamento della Roma Laziali: al via la nuova linea G

Buone notizie sul fronte dei trasporti laziali per quanto riguarda la tratta ferroviaria compresa tra la Roma Centocelle e la stazione di Giardinetti dopo l’ok del Ministero delle Infrastrutture al finanziamento di oltre 213 milioni di euro necessario per il completamento della nuova linea G.

Il 3 agosto 2015 la linea fu limitata alla fermata di Centocelle in quanto il successivo tratto fino a Giardinetti venne chiuso per sovrapposizione con la linea C della metropolitana.

IL VIDEO SERVIZIO TRASMESSO A OFFICINA STAMPA DEL 28/05/2020

Attualmente la stazione di partenza, denominata Roma Laziali, si trova in via Giovanni Giolitti e la nuova linea G prevede la partenza direttamente dalla stazione Termini oltre il prolungamento verso l’università di Tor Vergata, il Policlinico, l’Agenzia Spaziale Italiana, in una prima fase e, successivamente, verso la Banca d’Italia e l’uscita della A1 Torrenova.

Una riapertura, per quanto riguarda la Centocelle-Giardinetti, tanto invocata dai cittadini, associazioni e comitati che ora più che mai risulta come indispensabile, per via delle nuove regole sul distanziamento sociale, per alleggerire il carico di utenza della metro c.




Roma-Giardinetti, Di Macco: “Metro al collasso, riapertura rapida”

L’appuntamento settimanale di Officina Stampa, la rubrica giornalistica di approfondimento condotta dalla giornalista Chiara Rai, ha dedicato spazio all’annosa vicenda della ferrovia Roma-Giardinetti.

Sottolineando la decisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di finanziare il progetto di conversione in tramvia e di prolungamento, sostenuto da Roma Capitale, per un importo pari a circa 213 milioni di euro, ma anche l’importanza di riaprire, nell’attesa degli eventi futuri, l’esercizio della tratta Centocelle-Giardinetti, invocata dai cittadini, associazioni e comitati per ragioni di sicurezza sanitaria e per alleggerire il carico della Linea C.

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 28/05/2020

Quest’ultimo argomento pare snervare la maggioranza capitolina pentastellata

Che anziché trovare soluzioni, preferisce imboccare la via (semplicistica) della polemica politica. Un classico. «Trovo davvero curioso», scrive in un post su facebook il Presidente della commissione trasporti Enrico Stefàno, «che chi ad agosto 2015 ha interrotto [il servizio, ndr], oggi si sbracci e ne strilli a gran voce la riapertura, come fosse un interruttore da girare su on». «Come se nel frattempo», aggiunge, «non si sia ridotto il personale, la manutenzione e le relative maestranze (oggi praticamente impossibili da recuperare), come se nel frattempo la Regione Lazio (ancora formalmente il Proprietario) non abbia chiaramente detto che non avrebbe pagato i km oltre Centocelle». La Regione Lazio per bocca di Eugenio Patanè, Presidente Dem dell’omonima commissione, afferma, invece, essere il Comune a dover richiedere la riattivazione.

Nell’attesa i pendolari aspettano di vedere un treno oltre la stazione di Centocelle, e sgomitano sulla Metro C e nei bus sostitutivi oppure si incastrano con le proprie auto sulla Casilina. E attendono, altrettanto, risposte alla richiesta ufficiale di riapertura, condivisa e inviata il 5 maggio scorso dal Coordinamento Roma-Giardinetti, cioè Legambiente Lazio, l’Osservatorio Regionale sui Trasporti, TrasportiAmo e Assoutenti-UTP. Rispetto alla quale Roma Capitale tace, mentre la Regione Lazio lascia aperto uno spiraglio.  Almeno quello. Che, comunque, dovrà essere sviluppato e, eventualmente, tramutato in una direttiva specifica. «Rigettiamo tutte queste polemiche politiche, dall’uno e dall’altra parte», precisano dal Coordinamento, «continuiamo a sostenere che di debba trovare un accordo tra le due amministrazioni per una richiesta la cui necessità è particolarmente evidente. Occorre suddividere i flussi passeggeri in questa fase drammatica, alleggerire le metropolitane A e C, specie al nodo di scambio di San Giovanni, e decongestionare il traffico sulla Casilina. Pagare un servizio integrativo bus e tenere chiusi tre chilometri di ferrovia è uno schiaffo alla “cura del ferro” e all’ambiente».

L’ing. Alessandro Di Macco

Nell’arringa interviene l’ingegnere Alessandro Di Macco, nominato nel Comitato Tecnico-Scientifico dall’Osservatore Regionale, parte integrante del Coordinamento stesso, insieme ai colleghi Pierluigi Siazzu e Massimo Montebello. «L’esercizio è sacro», esordisce dall’alto della sua grande esperienza e competenza maturata, come gli altri, nel settore dei trasporti ferroviari e automobilistici d’Italia. «La riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti è strategica, consente di arrivate al nodo di interscambio di Termini senza appesantire la Metro A e in tempi minori. Si potrebbe da subito ipotizzare il prolungamento della ferrovia oltre la stazione terminale di Laziali, poche centinaia di metri di binari, una fesseria».

La Linea A la conosce molto bene, avendo curato, prima con Intermetro poi con l’Acotral, le fasi di pianificazione, costruzione e apertura. «Già allora era carica», rincara l’Ingegnere, «è stato un grande errore progettuale appesantire il suo esercizio con i flussi passeggeri della Metro C. Al nodo di San Giovanni mi raccontato scene drammatica, code all’entrata, nei mezzanini e nelle scale mobili nonché assembramenti nei treni. In tali condizioni, faccio fatica a capire come si faccia a rispettare le norme sul distanziamento fisico. Se fossi il Direttore dell’Esercizio chiederei istruzioni al Prefetto». E perché? «È la figura deputata che, a norma di legge, deve garantire il normale svolgimento del servizio, sentiti tutti i pareri». Lo farebbe sul serio? «L’ho fatto e assicurai i collegamenti nella tratta Bari-Matera delle ferrovie Calabro-Lucane, in occasione di una strepitosa nevicata. Ero il Direttore. Ripeto, l’esercizio è sacro. Sempre».  

Ingegnere, cosa dovrebbe fare l’utenza per farsi ascoltare? «Chiariamo subito un concetto», risponde Di Macco, «un bus non può sostituire un treno, è una contraddizione spendere risorse pubbliche per sostituire, sulla Casilina, la ferrovia con un autoservizio. È contro ogni logica trasportistica. I cittadini hanno piena ragione, ma manca l’organo di interlocuzione; manca il filtro, la commissione che c’era prima, che serviva e serve per ascoltare le valutare le rimostranze dell’utenza. Quando ero Direttore alle Calabro-Lucane avevo istituito personalmente questa struttura, che mi dava la forza per chiedere al Ministero i fondi da destinare al miglioramento del servizio. In questo momento non c’è, Atac non ascolta». Qualcuno afferma che riaprire quel tratto costituirebbe danno erariale. «Assolutamente no, magari è l’esatto contrario».

Di Macco ricorda il vecchio progetto di una linea metroferroviaria circolare e tangenziale che metteva in collegamento le metro A, B e Roma-Lido, con annessa realizzazione di grandi parcheggi al di fuori del GRA. «Lo scopo era di alleggerire il nodo di Termini e incentivare la mobilità su ferro». Un’altra occasione mancata. E sulla questione dello scartamento, altro tema nevralgico della Giardinetti, afferma: «il MIT non ha imposto la sua conversione, da ridotto a tramviario. Tra l’altro lo scartamento ridotto agevola la mobilità del treno, in presenza di livellette e curve strette, non è un elemento detrattivo. Anzi. Abbiamo esempi in Italia di conversione o riqualificazione di linee a scartamento ridotto. E poi, quanto ci costa? Smantellare e ricostruire, mi sembra un’esagerazione». E poi si interrompe il servizio? «Altra assurdità. Ribadisco, l’esercizio è sacro, per cui lavori di ammodernamento potrebbero essere svolti in soggezione di esercizio. Un esempio? Sostituii 50 Km di rotaie sulle Appolo-Lucane senza chiudere niente». Ad maiora.  




Caos Roma-Giardinetti, il personale riporta Comune e Atac alla realtà

È tornato regolare il servizio nella ferrovia Roma-Giardinetti dopo il caos di ieri, 4 febbraio, treni fermi in
deposito fin dall’inizio del servizio, cancelli chiusi e pendolari appiedati.
Una disfatta. Che, comunque, ha avuto il merito di rimarcare l’importanza della
linea e scoperto la vulnerabilità del sistema. “Disposti controlli su
macchinisti non presenti”, faceva sapere Atac,
“dei 48 in organico, cinque risultavano in riposo programmato, sei si sono resi
disponibili per il servizio e 37 hanno prodotto vari documenti giustificativi,
adesso all’attenzione dell’azienda”. Ma la fritta è fatta, lo smacco è
clamoroso, e riecheggia nei corridoi di via Prenestina come in Campidoglio.  

Inevitabili i disagi e le polemiche, forse ancora più pesanti del
disservizio stesso. Dal comitato di quartiere Tor Pignattara, Claudio Gnesi esprime solidarietà ai macchinisti, “a
loro dobbiamo la sopravvivenza della linea. Vanno rispettati e sostenuti.
Sempre”. E aggiunge: “La cosa positiva è che tutta Roma si rende conto di
quanto sia importante questo sistema di trasporto pubblico su ferro in sede
segregata. Il MIT cominciasse a ragionare pensando a quei 7.000.000 di persone
e non a questioni, l’interoperabilità in primis, che, onestamente, lasciano il
tempo che trovano”. “La pilatesca versione di Atac e di Roma Servizi della
Mobilità nel dare la notizia”, rincara Andrea
Ricci
dell’Osservatorio Regionale sui
Trasporti
, “non deve dividere i cittadini dai lavoratori, che mai come
stavolta hanno uno scopo comune. Non siamo i soli ad essere preoccupati per il
futuro. Della linea come dei lavoratori. Certo la disinvoltura di Atac nel
riconvertire in passato i ferrovieri di questa linea ad autoferrotranvieri in
forza sulla metropolitana, che è riportata oggi come una delle ostative alla
riapertura della Centocelle-Giardinetti, ci conferma che molte cose ci sono da
rivedere, ma se il futuro della linea fosse sicuro, nel breve e nel lungo
periodo, questi timori non sorgerebbero”. E Fabrizio Bonanni del Comitato
Pendolari RomaNord
, alle prese con le drammatiche soppressioni giornalieri,
chiosa: “La chiusura della ferrovia rappresenta una sconfitta della mobilità
sostenibile”.

“Non entriamo nel merito della questione”, è invece il commento del Cesmot, “ma quanto avvenuto, qualora
fosse un segnale di disagio da parte del personale, ci preoccupa moltissimo, in
quanto finora né la politica né i sindacati sembrano aver mai sollevato alcun
problema. Al di là delle considerazioni sulla scarsità di personale non
vorremmo che quanto avvenuto oggi sia solo una ‘prova tecnica di chiusura’,
ovvero un modo ‘elegante’ per convincere utenza a migrare verso altri vettori e
fare definitivamente fuori una linea che da anni è vittima del disinteresse
della politica e Delle attuali e ben note inefficienze gestionali di Atac”. Mentre
Roberto Sacchi, Presidente di Legambiente Lazio tuona: “La cura del
ferro è lontana anni luce, e pensare che l’Amministrazione comunale e gestore
hanno raccontato pochi giorni fa l’intenzione di prolungare il trenino della
Casilina, certificando però che non c’è nessun progetto esecutivo e non è
previsto intanto alcun ritorno dei tram a Giardinetti.
Purtroppo sembra evidente che, mentre progetti di tramvie, studi di fattibilità
e magnifici rendering, vengono accatastati nei cassetti delle buone intenzioni
irrealizzate, a Roma continuiamo a perdere pezzi di mobilità sostenibile e
quindi di qualità della vita”.

“I lavoratori della Giardinetti hanno riportato Roma Capitale alla realtà,
a quelli che sono i problemi e le esigenze attuali del servizio”, sottolinea la
consigliera comunale Svetlana Celli
(RomaTornaRoma), “lontani dalle futuristiche slide mostrate l’altro giorno in
commissione Mobilità. Dove, tra l’altro, diversamente da quanto dichiarato dalla
maggioranza in Aula, non sono stati affrontati i temi trattati nella mozione
che avevo presentato. E cioè: trasferimento proprietà a Roma Capitale, riapertura
tratta Centocelle-Giardinetti, revisione generale di 5 elettrotreni, certezze
al personale e istituzione di un Osservatorio”.

È il Segretario Regionale SLM
Fast-Confsal Renzo Coppini
a dare una spiegazione: “Quella di Atac non è
stata una programmazione intelligente. Si sono accavallati concorsi interni per
formare nuovi capitreno e macchinisti da destinare alle metropolitane e
ferrovie, senza aprire una finestra al personale della Giardinetti, nel
rispetto dell’anzianità di qualifica”. Al centro gli accordi degli ultimi anni sottoscritti
da Atac e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Che stanno “saturando l’organico in quelle
linee”, obietta l’associazione TrasportiAmo
nel comunicato diventato il manifesto della protesta, “e non consente il
trasferimento del personale della Giardinetti. Sono almeno tre anni che si
discute della conversione della linea ferroviaria in tramvia”, rileva, “sistema
che non prevede talune figure professionali. Atac sapeva, Roma Capitale sapeva,
la politica sapeva e i sindacali pure, ciò nonostante hanno fatto spallucce”. Dove
finiranno, visto che né in metro né nelle ferrovie ci sarà posto? In esubero? “Situazione
in confusione”, riprende Coppini, “è da un anno che consigliamo all’Azienda di
prendere seriamente in considerazione questa problematica e quella legata alle
abilitazioni alle ex-concesse. Che, adesso, con ANSF, devono essere nuovamente certificate”.

Un cortocircuito, insomma, tutto aziendale. L’Assessore alla mobilità Pietro Calabrese ha cercato di gettare
acqua sul fuoco. “Voglio pertanto rassicurarli tutti personalmente”, queste parole
pronunciate a margine del vertice con Atac, “l’azienda di trasporto pubblico assicurato
che saranno garantiti tutti i livelli occupazionali. Non c’è alcun presupposto
di un nuovo blocco. Dopo aver ricevuto le prescrizioni da parte del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti siamo impegnati nelle fasi di modifica del
progetto. Lo presenteremo entro aprile e, appena avremo la validazione dal Mit,
l’iter burocratico sarà concluso, quindi l’Amministrazione potrà dare incarico
ad Atac di procedere con tutti gli atti necessari e conseguenti, comprese le
qualifiche a macchinisti metro per i lavoratori della Termini-Centocelle.
Questo è il motivo per cui non è stato possibile dare seguito amministrativo
alle istanze dei lavoratori”.

Per ora tregua. Forse. Oggi e domani incontri serrati con le
Organizzazioni Sindacali per cercare una soluzione, ma l’ultima parola spetterà
ai macchinisti. E, intanto, proprio sul progetto di ammodernamento, il Coordinamento Roma-Giardinetti, riunitosi
presso la sede di Legambiente, fa sapere di essere pronto a interfacciarsi con Ministero
e Regione al fine mantenere il progetto così com’è stato presentato e di
istituire un comitato scientifico, composto da tre tecnici del settore.




Roma-Giardinetti, c’è attesa per la Commissione Mobilità di questa mattina

Mozione ritirata e discussione sulla ferrotramvia Roma-Giardinetti sospesa fino a questa mattina, lunedì 27 gennaio, giorno in cui la commissione mobilità, presieduta da Enrico Stefàno, tratterà la delicata questione. Venerdì pomeriggio l’accordo – a distanza – maturato durante l’Assemblea Capitolina, tra l’esponente cinque stelle e la consigliera civica Svetlana Celli (RomaTornaRoma), firmataria del documento. Una tregua più che un accordo, infatti quest’ultima chiarisce subito a chiusura del Consiglio: “Sono pronta a presentarla di nuovo, se non venissero affrontati tutti i punti che chiedevamo e che sui quali i cittadini aspettano risposte”. Chiaro il messaggio.

Nel preambolo
spiega che “la mozione è stata presentata il 18 dicembre scorso e recepisce le
istanze e le preoccupazioni dei cittadini, delle associazioni e dei lavoratori
della linea, limitata a Centocelle dal 3 agosto 2015”. Un provvedimento contro
il quale la Celli esprime un giudizio negativo, “perché tale sospensione ha
annientato il commercio, la percorrenza e la vita sociale nei quartieri come Torre Maura e Giardinetti. E perché quella stessa tratta, che potrebbe sembrare un
doppione della Metro C, è stata poi
sostituita con servizio bus. Cioè, si tiene chiuso un sistema con un impatto
ambientale minimo e contestualmente si attiva un servizio integrativo con bus a
diesel, meno rapido, capiente e sostenibile rispetto al treno”. Un controsenso,
considerati i divieti alla circolazione per i veicoli emanati a ripetizione negli
ultimi giorni.

In Aula le
associazioni RomaMobilitaRoma, TrasportiAmo e UTP-Assoutenti, capitanate da Andrea
Ricci
dell’Osservatorio Regionale
sui Trasporti
, che coordina il tavolo congiunto sulla ferrovia. Composto inoltre
da Legambiente Lazio, Sferragliamenti dalla Casilina-Odissea
Quotidiana
e dai Comitati di Quartiere di Tor Pignattara e Torre Maura,
presieduto da Alfredo Trebbi che, presente
insieme ad altri attivisti, il giorno prima aveva lanciato un appello, lapidario,
proprio dalle colonne de L’Osservatore: “toglieteci
dall’isolamento
”.

È un “argomento
sentito quello della Roma-Giardinetti”, rimarca la consigliera a microfoni
aperti, “conosciuto da questa maggioranza che si è adoperata, non lo metto in
dubbio, per presentare il progetto di potenziamento e di prolungamento, da un
lato verso Termini dall’altra verso Tor Vergata, di inserire il progetto nel
PUMS e di chiedere i finanziamenti al Ministero dei Trasporti. Un lavoro
lodevole, considerevole e condivisibile. Ma la maggioranza si è dimenticata del
presente; si è dimenticata di affrontare il quotidiano. Ci troviamo oggi
davanti a una infrastruttura diventata, purtroppo, l’ombra di se stessa –
affonda -, abbandonata, soffre in maniera pesante, si trascina a stenti e va
avanti solo grazie alla professionalità dei lavoratori aziendali, che
dovrebbero ricevere l’encomio per quello che fanno. Ma ora i loro sforzi non
bastano: il materiale rotabile è quel che è, anche tecnicamente superato,
adatto a un museo ferroviario”.

“Volete
parlare del potenziamento, ma allo stesso tempo questa Amministrazione deve
ancora definire l’acquisizione di questa infrastruttura da parte della Regione Lazio. E si sta perdendo tempo.
Ho visto, dopo la presentazione della mozione la convocazione, da parte del consigliere
Stefàno, di una commissione su questo tema. Che ringrazio anche. La Regione si
è resa disponibile alla cessione, lo ha dichiarato oramai in tutte le salse,
sta aspettando un segnale di Roma Capitale”.

“Ma al di là
del dibattito politico, che interessa a pochi, vorrei soffermarmi sul valore
reale di questa linea per il Municipi V e VI, convinta che i sistemi su ferro
vanno mantenuti, che la Roma-Giardinetti lavori in perfetta sintonia e armonia
con la metro C. E quindi, non chiediamo con forza alcuni punti strategici:
acquisire la linea dalla Regione, prevedere la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti
e prolungare, nell’attesa, l’esercizio della Giardinetti a Parco di Centocelle,
in modo da creare appunto un nodo di scambio con la metropolitana, avviare gli
interventi di revisione generale su cinque elettrotreni e i stituire un
Osservatorio permanente presso Roma Capitale, aperto alle associazioni,
comitati e ai cittadini, insieme alle Organizzazioni Sindacali per monitorare i
lavori, come la Regione ha fatto con la ferrovia Roma-Viterbo, e di adoperarsi
con il Ministero dei Trasporti per finanziare il progetto, così com’è stato
presentato”.

“Si è costituito
un tavolo per questo di lavoro tra l’Osservatorio Regionale sui Trasporti,
Legambiente e le altre associazioni del settore, si sono incontrate lo scorso
14 gennaio: condivido le loro osservazioni, questa linea mantiene le sue
potenzialità se resta tale, se il tracciato resta quello attuale. Il loro
slogan è ‘nonunchilometrodimeno’ e hanno ragione, perché alternative a quel
tracciato non ce ne sono, smantellare il presente farebbe aumentare i costi e
rischia di allungare i tempi. C’è bisogno di ferrovie, tram e metropolitane.
Roma ha bisogno di ferrovie, tram e metropolitane, di una rete di trasporto
sostenibile e integrata alla mobilità dolce. Ricordo infine che questa mozione
è necessaria anche per dare un futuro ai lavoratori”.

Dalla
maggioranza è il presidente della commissione mobilità Stefàno a prendere la
parola: “Chiedo alla consigliera Celli di ritirare la mozione, in caso
contrario il nostro voto sarà negativo. E spiego il perché: mozioni con il
medesimo contenuto, con le stesse indicazioni ne abbiamo votate in Assemblea
circa una decina. Abbiamo fatto di più, parte di quanto scritto nel documento
lo abbiamo scritto nel PUMS, approvata lo scorso agosto, nel frattempo c’è
stata anche un’evoluzione. Il Ministero dei Trasporti sulla Roma-Giardinetti ha
detto che ci piace la vostra idea, però dovete portare la vostra infrastruttura
a scartamento ordinario, come gli altri tram, prescrivendo l’aggiornamento del
progetto. Ne parleremo in commissione”.

La proposta viene accolta dalla Celli, dopo un breve consulto con gli esponenti delle associazioni e del Comitato di Quartiere, però a condizioni che “i temi della mozione saranno discussi in commissione”, sottolinea. “Il problema è che voi in tre anni e mezzo avete cambiato l’assessore ai trasporti, e se effettivamente l’assessore precedente Meleo avesse fatto quello che bisognava fare, cioè parlare del presente della linea, parlare almeno del vostro cavallo di battaglia, ovvero la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti, le cose sarebbero andate diversamente. Lo ripeto siamo disposti a collaborare ai progetti futuri, ambiziosi, ma c’è da vedere il presente: la riattivazione è punto prioritario. Molte associazioni si sono unite insieme e lo stanno chiedendo alla politica, che sta governando questa città, quindi a voi, di riattivare quella tratta così com’è, perché lì il trasporto è congestionato. E se voi volete chiudere le orecchie per non ascoltare, noi non lo facciamo. Lunedì in commissione occorre trattare questi temi, Roma Capitale può scegliere”.

La discussione è aggiornata alla seduta in commissione di questa mattina (ore 11.30). Ma sono numerosi gli elementi che rafforzano i concetti espressi dalla esponente delle opposizioni e, indirettamente, delle associazioni nel documento congiunto. E per quanto riguarda il servizio attuale.

Riattivazione Centocelle-Giardinetti. C’è l’ordine del giorno 7 del 26 luglio 2016, presentato dal Pd capitolino e votato all’unanimità dall’Assemblea Capitolina, maggioranza compresa. Che impegna l’Amministrazione ad “attivare tutte le iniziative volte a ripristinare l’attuale tratto temporaneamente sospeso da Centocelle a Giardinetti e rendere nuovamente usufruibile dai cittadini la linea tranviaria da Roma Laziali a Giardinetti”. Ancora prima, c’è un analogo Ordine del Giorno (n. 290) presentato dai cinquestelle, allora opposizione, licenziato a maggioranza nella seduta del 16 aprile 2015. E c’è, infine, la relazione della divisione ingegneria di Atac SpA del 2016 aggiornata nel 2017, che individua i provvedimenti propedeutici necessari alla riapertura: “rinnovi di TE ormai obsoleta e verifiche sull’armamento”. Spontanea la domanda: cos’è che ha impedito all’Amministrazione di dare seguito alla riapertura?

Nodo di scambio con Metro C. Anche per tale istanza sono stati predisposti progetti, sempre in questi tre anni e mezzo. Il nodo di scambio era stato individuato a Parco di Centocelle e la sua realizzazioni sarebbe dovuta avvenire, secondo i rumors, in breve tempo. Invece, tra rimpalli, scuse e altro ancora, sconosciuto ai più, la cosa è rimasta ferma, penalizzando l’utenza. Come mai?

Gli elettrotreni Et81 in attesa di revisione generale

Rifacimento treni. Altro argomento trattato dalla Celli, e come gli altri rimasto lettera morta. Nel 2015 Atac aggiudica la gara del 2012 (n. 82/2012) per “gli interventi di revisione generale” di 5 elettrotreni a tre casse serie ET81, contraddistinti dai numeri aziendali ET 820, 822, 823, 824 e 824. “L’importo presunto dell’appalto è pari ad euro 2.498.398,00″ e “i lavori sono finanziati – recitava l’avviso a firma di Middei – con Fondi Regionali, residui anni 2001-2003 e 2004-2007 di cui alla Legge 297/78 e del triennio 2007-2009” sempre della medesima. La gara se l’è aggiudicata, in forma temporanea il 9 maggio 2013 e in via definitiva l’11 marzo 2015 (provvedimento n. 13), la FD Costruzioni srl (capogruppo) e la Idroelettrica SpA (mandante), per un valore complessivo di euro 1.481.415,00 (ribasso del 17%). A che punto si trova la gara? E perché l’ETR 821, convoglio della stessa serie ma rifatto anni prima con altri investimenti, è ancora fuori servizio?
Che quei convogli sono in attesa di revisione, nonostante gli anni e i chilometri effettuati, si evince dalla stessa relazione di ingegneria. In quelle pagine, infatti, si evidenzia un “forte decremento a partire dal mese di settembre 2016” con una perdita di produzione media del 35%. “La tendenza del livello di servizio erogato è destinata a peggiorare per causa delle condizioni del materiale rotabile in quanto le unità con percorrenza inferiore al milione di chilometri sono solamente 8 di cui solo 3 di età inferiore ai 20 anni e le rimanenti 5 hanno età media di 84 anni. Se ne deduce che l’argomento materiale rotabile non è più differibile ed inoltre è strettamente legato all’erogazione dell’attuale servizio di trasporto”.

Situazione materiale rotabile

A conti fatti si profila una commissioni intensa, date le argomentazioni da trattare, tanto sul presente quanto sul futuro della linea. Con le associazioni, riunite nel tavolo coordinato dall’Osservatorio, che faranno sicuramente sentire il proprio disappunto sulla scelta del Ministero di condizionare il finanziamento del progetto a patto della modifica dello scartamento.




Roma-Giardinetti, l’appello del Comitato di Torre Maura: “Toglieteci dall’isolamento”

ROMA – A pochi giorni dal comunicato stampa sugli esiti del tavolo congiunto tra associazioni e comitati pro Roma-Giardinetti che, promosso da Andrea Ricci dell’ORT-Osservatorio Regionale sui Trasporti, si è svolto 14 gennaio nella sede di Legambiente Lazio, il Comitato di Quartiere di Torre Maura tira le somme. Sottoscrive il documento e chiede di partecipare ai lavori futuri, consapevole delle difficoltà, oggettive, che il quartiere sta attraversando da quanto il trenino è stato soppresso.

A parlarne ai nostri microfoni è il Presidente Alfredo Trebbi: “Il Comitato di Quartiere Torre Maura condivide totalmente le proposte emerse nel tavolo congiunto, ammodernamento della linea e, soprattutto, riapertura immediata della tratta Centocelle-Giardinetti, necessario per far uscire dall’isolamento in particolar modo il nostro quartiere”.

Il Presidente del CdQ Alfredo Trebbi

Non
è la prima volta che da quelle strade si levano richieste del genere. “Siamo
convinti che il ripristino della citata tratta ferroviaria sia fondamentale per
tutti, cittadini e commercianti, pertanto abbiamo la necessità di una risposta
chiara e concreta dopo anni di attese. Inoltre”, prosegue il Presidente Trebbi,
“il tema dell’inquinamento ambientale è argomento da noi molto sentito:
troviamo assurdo che per raggiungere le fermate della Metro C, siamo costretti a utilizzare le auto private, e che quella
tratta sia stata sostituita da bus, che tra l’altro passano di rado. Dobbiamo
lottare”, conclude, “per il ripristino della ferrovia”. Il Presidente quindi
chiede di “aderire come Comitato di Quartiere” al “tavolo congiunto con le
altre associazioni”.

“Piena
solidarietà e sostegno ai cittadini e commercianti”, rincara Alessandra Vasselli abitante e
attivista del Comitato stesso, “per questi anni di immobilismo e silenzio
davanti ad una critici. Invito i cittadini a partecipare alla seduta del
Consiglio Comunale di domani pomeriggio [24 gennaio, ndr] che discuterà e voterà
la mozione sul potenziamento della linea e riapertura fino a Giardinetti”.

“Nel
2015 la limitazione della Roma Giardinetti a Centocelle ha portato i quartieri
della Casilina, e in special modo il quartiere di Torre Maura, a un totale
isolamento”, dichiara il giovane Mattia
D’Amico
, studente universitario e membro dell’UTP,associazione che fa
parte, insieme a Legambiente Lazio e
altre realtà del Comparto, dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti, e come
tale presente al tavolo congiunto. Anche lui abita a Torre Maura e sa cosa
significa muoversi in assenza del treno. “La Metro C ha una frequenza
rinomatamente insufficiente e il servizio autobus di superficie, il 106, è
inadeguato. Mancano punti di collegamento tra le due linee su ferro e per fare
un viaggio di pochi km ci vuole un’ora”.

Un’analisi
che non fa una grinza: “L’isolamento forzato a cui siamo stati sottoposti in
seguito alla limitazione della Roma Giardinetti deve finire”, aggiunge
perentorio, il trenino effettuava nel quartiere tre fermate nevralgiche, ‘Torre
Spaccata’ (poco prima del Policlinico Casilino), ‘Torre Maura’
(all’intersezione delle frequentatissime vie commerciali del quartiere, Colombi
e Rondini) e la lontana ‘Tobagi’, dove attualmente i cittadini scendono per
prendere la Metro. Che per l’appunto si trova lontana dal cuore del quartiere. Da
abitante di Torre Maura ed ex studente del Liceo Kant di Tor Pignattara, ho
potuto subire in prima persona il tracollo del TPL in questo quadrante. Provate
infatti a raggiungerla da Torre Maura: i 45 minuti della metro (se tutto va
bene…) non sono per niente paragonabili ai 15 del trenino. È necessario
quindi che tutte le associazioni, e in modo particolare il Comitato di Quartiere
Torre Maura, alzino la voce per pretendere la riapertura e l’ammodernamento
della linea. Da membro dell’Associazione Utenti del Trasporto Pubblico,
ribadisco che il trenino e la Metro non sono in competizione, ma in sinergia
per un TPL moderno, efficace e per tutti”.

La mozione, presentata il 18 dicembre scorso dalla consigliera capitolina Svetlana Celli, riprende sostanzialmente i punti fermi del documento emerso dal tavolo congiunto. E non manca l’attesa: infatti, appena l’associazione TrasportiAmo ha raso noto il giorno e ora della seduta (venerdì 24 gennaio dalle ore 14), il post facebook è diventato subito virale. Molte le adesioni, il sostegno, anche da parte delle organizzazioni sindacali che, insieme a numerosi cittadini, parteciperanno ai lavori dell’Aula.

Foto Copertina di Alessio Cellanetti, per gentile concessione




Ferrovia Roma-Giardinetti, esiti tavolo di lavoro presso Legambiente Lazio #nonunmetrodimeno: ecco i punti fermi sullo stato attuale del servizio

Nella giornata odierna è stata trasmessa, all’attenzione del Ministro dei Trasporti Paola De Micheli, del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e del Sindaco di Roma Capitale Virginia Raggi, delle commissioni trasporti/capigruppo di Senato, Camera, Regione Lazio e Roma Capitale, Presidente del Municipio V e del Presidente del Municipio VI, del Presidente di Atac SpA e delle Segreterie delle Organizzazioni Sindacali di Roma e Lazio, la relazione relativa al tavolo di lavoro congiunto inerente la ferrotramvia Roma-Giardinetti, che si è svolto in data 14 gennaio 2020 presso la sede di Legambiente Lazio. Confronto propedeutico finalizzato all’individuazione di strategie e azioni condivise da porre in essere in sostegno al rilancio della Linea.

All’incontro erano presenti: Andrea Ricci (ORT – Osservatorio Regionale sui Trasporti); Roberto Sacchi (Presidente Legambiente Lazio); Amedeo Trolese (ORT – Legambiente); Roberto Donzelli e Mattia D’Amico (ORT – UTP Assoutenti); Carlo Andrea Tortorelli (Odissea Quotidiana-Sferragliamenti dalla Casilina); David Nicodemi (Associazione TrasportiAmo).

Il tavolo congiunto, aperto alle associazioni e comitati che ne faranno richiesta, intende proseguire i lavori e sensibilizzare le Istituzioni e la cittadinanza, promovendo altresì incontri speci?ici sul territorio. L’obiettivo comune, condiviso con il Comitato di Quartiere di Tor Pignattara, è il mantenimento e potenziamento dell’intera tratta, ritenendo il progetto presentato dall’ing. Andrea Spinosa, recepito dall’Amministrazione Comunale e dal MIT, come il più ef?icace e immediatamente percorribile, se interessa salvaguardare la Linea e il personale aziendale. Al riguardo, ritiene necessario l’attivazione nel più breve tempo possibile occasioni di confronto con Roma Capitale e MIT.

Punti fermi stato attuale del servizio:

a) Definizione cessione infrastruttura a Roma Capitale dalla Regione Lazio;

b) Riapertura esercizio tratta Centocelle-Giardinetti che consente: aumentare l’offerta di trasporto pubblico nella direttrice Casilina; togliere dall’isolamento i quartieri come Torre Maura e Giardinetti; eliminare l’attuale servizio bus integrativo, meno capiente, rapido e sostenibile;

c) Realizzazione, nell’attesa, nodo di scambio Metro C/Ferrotramvia con attestazione di quest’ultimo alla fermata Parco Centocelle o Alessandrino e annessa installazione deviatoio per le manovre di inversione treni;

d) Efficientare servizio in esercizio tratta Laziali-Centocelle mediante: interventi straordinari materiale rotabile in forza al deposito/Officina Centocelle; asseveramento impianti semaforici e messa in sicurezza infrastruttura; rincalzamento e sistemazione binari, con particolare riferimento al sottovia Prenestino, tratta Ponte Casilino-Porta Maggiore, interessato da una prescrizione riferita alla velocità massima consentita (10 Km);

e) Revisione e/o sostituzione pali linea di contatto;

f) Nuova valutazione analisi rischi al fine di eliminare le mitigazioni alla circolazione in vigore dal 1 luglio 2019 (velocità max. consentita 30 Km/h, battute d’arresto, ecc.), adottate sull’intera tratta da Atac SpA in applicazione delle direttive ANSF e poi USTIF.

Punti fermi interventi futuri:

1. Mantenimento integrale e riqualificazione della tratta esistente Laziali-Giardinetti, senza diminuzione dell’estensione;

2. Prolungamento da Termini Laziali a Termini Stazione (alt. via Gioberti) a doppio binario e prolungamento da Giardinetti a Tor Vergata Policlinico e Città Universitaria;

3. Nuovo materiale rotabile a pianale ribassato per consentire l’accessibilità ai passeggeri con ridotta mobilità;

4. Riduzione impatto ambientale della Linea, con adozione dell’armamento su materassino flottante atto a smorzare le vibrazioni nel tratto esistente su via Giolitti, e attenuazione impatto visivo nel quartiere Tor Pignattara sino all’intersezione di via Romolo Balzani;

5. Mantenimento vincolo storico edifici deposito/officina Centocelle, anche in vista di una possibile musealizzazione;

6. Istituzione nuove fermate: “Centro commerciale”, all’altezza dell’omonima struttura su via Casilina, e “Policlinico Casilino”, con contestuale soppressione della fermata di Torre Spaccata;

7. Adozione di un progetto che nel complesso non riduca l’offerta di trasporto attualmente garantita anche sulle linee tranviarie e che anzi ne aumenti la qualità e la quantità, evitando la necessità di linee su gomma di affiancamento;

8. Adozione di un progetto che garantisca la massima continuità dell’esercizio ferrotramviario. Imposizione della prosecuzione dell’esercizio sulla tratta Laziali-Centocelle fintantoché non saranno sottoscritti gli obblighi giuridicamente vincolanti riguardanti il progetto di ammodernamento;

9. Istituzione Osservatorio permanente presso Roma Capitale, similmente a quanto avvenuto per la ferrovia RomaViterbo, aperto ai Municipi interessati, alle Associazioni/Comitati utenti/cittadini del territorio e alle Organizzazioni Sindacali, finalizzato a monitorare l’avanzamento lavori.

Andrea Ricci (ORT – Osservatorio Regionale sui Trasporti): «Qualcuno crede (o fa finta di credere per poter decidere senza un confronto reale con i cittadini) che coloro che lavorano a livello “benevolo” sui trasporti siano dei maniaci fissati delle proprie idee che non saranno mai disposti a mettere in discussione…cosa peraltro che sarebbe agevolata dai tempi lunghissimi con cui alle nostre latitudini si passa (quando va bene) dall’idea alla realizzazione di un servizio. Con questo incontro tra organizzazioni “storiche” e “moderne”, aderenti o meno all’Osservatorio Regionale sui Trasporti, che si occupano di mobilità e di questa linea in particolare abbiamo dimostrato che è vero il contrario e che una visione comune realistica e di buon senso non è difficile da trovare anche su una situazione che accumula errori su errori da più di mezzo secolo e di fronte ai quali davvero stavolta siamo davvero all’ultima possibilità per invertire la tendenza. Non sarà lungo il tempo in cui si dimostrerà quali amministrazioni e quali forze politiche stiano facendo sul serio e quali abbiano solo mosso aria».

Amedeo Trolese (Legambiente): «L’incontro è stato un ottimo punto di partenza per fare massa critica tra i vari soggetti che hanno a cuore il salvataggio e il rilancio moderno, efficiente della Termini-Giardinetti. Ringraziamo Andrea Ricci dell’ORT per averlo organizzato. Per quanto ci riguarda, riteniamo come primo punto fondamentale che il Comune di Roma formalizzi subito la presa in carico della Termini-Giardinetti e in parallelo si avviino le attività per riaprire la tratta da Centocelle a Giardinetti, compreso l’uso dei treni fermi in deposito».

Roberto Donzelli (UTP – Assoutenti): «Il vantaggio dello scartamento ridotto è che si può riutilizzare un’infrastruttura già esistente, e buona parte del materiale rotabile. Inoltre si può lavorare sotto esercizio, evitando interruzioni del servizio. Viceversa, il cambio di scartamento comporta il rifacimento integrale dell’armamento e la sostituzione totale del materiale rotabile, con conseguente necessità di lunghe interruzioni di durata imprecisata. Nonché il forte rischio di imprevisti, specie ai fornici di Porta Maggiore ed in altri punti critici della linea, con allungamento dei tempi e timore di chiusura definitiva della linea. In ogni caso, cambiare lo scartamento ha costi molto maggiori, che non sappiamo se il Ministero sarà disposto a coprire, ed una tempistica certamente più lunga».

Mattia D’Amico (UTP – Assoutenti): «Il trenino purtroppo risente da anni di un mancato riconoscimento nel panorama del trasporto pubblico romano. Un insieme di fattori, la mancanza di volontà politica e di investimenti ha portato la linea a uno stadio di morte terminale. Davanti a queste indecisioni, al tavolo congiunto abbiamo ribadito che operare sulla linea non è accanimento terapeutico su un qualcosa di morto, ma avere una visione strategica su un bene comune, capace di riscattare la città e implementare notevolmente il TPL romano. Dobbiamo far arrivare il nome del metro tram G sulla bocca dei nostri concittadini».

Carlo Andrea Tortorelli (blogger Sferragliamenti dalla Casilina): «L’incontro del 14 gennaio è stato un’importante occasione per mettere a sistema le diverse visioni sul futuro della ferrovia. È emerso che il rimando al riparto 2019 del fondo per il trasporto pubblico di massa rappresenta l’unica e ultima occasione per rilanciare la linea. Al di là dello scartamento che sarà adottato, non sono accettabili soluzioni che eliminino anche solo uno dei 9030 metri di binari che ancora oggi esistono, nonostante le nefaste decisioni prese nel recente passato».

David Nicodemi (Associazione TrasportiAmo): «Gli obiettivi del tavolo congiunto, aperto ai comitati e alle associazioni, è quello di creare una strategia comune per dare un presente e un futuro alla ferrotramvia Roma-Giardinetti. Che, diversamente dalle convinzioni, non si sovrappone alla Metro C, anzi i due sistemi agiscono in sinergia e, nell’insieme, aumentano l’offerta di trasporto pubblico nel versante Casilino. Ma da un lato la chiusura della tratta Centocelle-Giardinetti, che, di fatto, ha isolato quartieri come Torre Maura e Giardinetti, dall’altra il disinteresse delle Istituzioni, hanno influito negativamente sulla qualità del servizio erogato all’utenza. Bisogna uscire dalle ambiguità, Roma Capitale deve sbrigarsi a farsi carico delle Linea, riattivare la tratta sospesa e, infine, convincere il Ministero a finanziare il progetto di ammodernamento, così com’è stato presentato. È assurdo che, mentre si impongono limitazioni al traffico per ridurre le polveri sottili, si tiene in stato di abbandono un sistema rapido e sostenibile. Ancora più incredibile il fatto che la tratta sospesa, ritenuta un doppione della Linea C, è stata doppiata da bus. Un vero controsenso. C’è inoltre da tutelare il personale aziendale. Importante, infine, la mozione presentata dalla consigliera Svetlana Celli, che sarà discussa nei prossimi giorni dall’Assemblea Capitolina».

Roberto Sacchi (Presidente Legambiente Lazio): «La Termini-Giardinetti deve diventare un moderno tram, tornando a percorrere ogni metro dei binari fino alla stazione Giardinetti fuori il GRA, e non fermarsi nel nulla, sulla Casilina senza neanche un interscambio con una fermata della metro C e arrivare fino a piazza dei Cinquecento. Il Comune prenda immediatamente in carico la linea che la Regione ha scaricato dalla propria gestione-programmazione del trasporto pubblico. Combattere i cambiamenti climatici e le emissioni di gas climalteranti vuol dire anche portare nuovo trasporto pubblico su ferro, in una città come la capitale dove è scarsissimo: ma a Roma è assurdo che invece di fare nuovi tram e metro, si riescano addirittura a perdere anche quelli che già ci sono».

Claudio Gnesi (Comitato di Quartiere Tor Pignattara): «ll CdQ Tor Pignattara, da sempre impegnato per la tutela e la valorizzazione della linea Roma-Giardinetti, supporta e condivide quanto emerge nel comunicato congiunto. Se la linea è vitale per il quartiere di Tor Pignattara, aggiungiamo che essa rappresenta una risorsa essenziale per l’intero asse trasportistico Labicano. In tal senso riteniamo il documento assai prezioso e invitiamo i destinatari della comunicazione a farne tesoro, in quanto contiene elementi utili a disegnare il prossimo futuro della linea con modalità rispondenti alle reali esigenze dell’utenza e dei lavoratori».




Ferrovie ex concesse, la “rivoluzione” di Nicola Zingaretti: Roma lido e Roma Viterbo in gestione alla Regione. Resta il nodo sulla Roma Giardinetti

C’è voluto il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per cercare di stendere un velo, pietoso, sulle condizioni delle ferrovie ex-concesse, immortalate da Legambiente nel dossier Pendolaria, importante quanto puntale appuntamento annuale.

“Dopo aver risanato e reso di nuovo competitivo il Cotral, dopo aver rinnovato i treni per pendolari e aver messo in campo centinaia di milioni d’euro di investimenti, ora la Regione prenderà in gestione anche le tratte Roma-Lido e Roma-Viterbo“.

Parole pronunciate da Nicola Zingaretti qualche giorno fa, in occasione della conferenza stampa per la riapertura del cantiere della nuova stazione di Flaminio, che metterà in collegamento la fermata della metro A con la stazione di testa della RomaNord.

Insieme al Governatore l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri, il Presidente della stessa Cotral Amalia Colaceci, l’amministratore unico di Astral Antonio Mallamo e il vicepresidente della Regione Daniele Leodori.

“Subito 800milioni di euro – ha spiegato il presidente della Regione Lazio – 500 dei quali disponibili entro il primo semestre del 2020, per migliorare la vita delle persone che viaggiano tutti i giorni e far ripartire i cantieri fermi da anni”.

“Queste linee fanno schifo, – ha detto ancora Zingaretti – abbiamo accolto il grido di dolore dei pendolari. Dal 2013 è stata avviata una mezza rivoluzione nel comparto dei trasporti, è stata risanata la Compagnia Cotral, rinnovato il parco veicoli con 1000 bus nuovi e svecchiato il materiale rotabile delle ferrovie regionali”.

E ora, salvo complicazioni, spetta alle ex-concesse:

144 milioni saranno impiegati per la Lido e 337 milioni per la Viterbo. Nello specifico. Investimenti Roma-Lido: opere civili nelle stazioni (recinzioni e barriere fonoassorbenti); nuovo deposito Ostia Lido; manutenzione straordinaria del materiale rotabile esistente; sistema di comunicazione terra-treno (segnalamento, potenziamento e risanamento della linea elettrica); Rinnovo totale dell’armamento della linea, compresi i deviatoi. Investimenti Roma-Viterbo: Raddoppio della stazione Flaminio; Raddoppio della tratta Riano – Morlupo; Predisposizione raddoppio tratta Montebello – Riano; Manutenzione straordinaria materiale rotabile esistente; Potenziamento deposito Acqua Acetosa; Potenziamento linea elettrica.

Elenco interventi messa in sicurezza Roma-Viterbo

A questi si aggiungono 315 milioni per l’acquisto di 38 nuovi treni per le due ferrovie ex concesse, già sono state spedite le lettere di invito per l’acquisto della prima tranche di treni (5 Roma Lido e 6 Roma-Viterbo), per un ammontare di 100 milioni, di cui 40 milioni di fondi ministeriali e 60 milioni di fondi regionali. Il 28 febbraio del 2020 scadrà il bando e si procederà alla seconda fase della gara.

Il cambio della governance:

“Dal 1 gennaio 2020 – ha proseguito Zingaretti – Astral spa affiancherà Atac nella gestione delle infrastrutture fino al 1 luglio 2020, data in cui Astral diventerà unico gestore delle infrastrutture e dal 1 gennaio del 2021 Cotral affiancherà Atac nella gestione dell’esercizio, fino al 1 luglio 2021, quando Cotral diventerà gestore unico dell’esercizio sulle due linee ferroviarie”.

Si riparte da piazzale Flaminio

“Ripartiamo da qui, da Piazzale Flaminio – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Alessandri – abbiamo scelto questo cantiere, nel giorno della sua riapertura, per illustrare nuovamente i grandi investimenti che stiamo mettendo in campo sulle ferrovie ex concesse. Piazzale Flaminio è un punto nevralgico di questo nuovo inizio che vedrà, a partire dal 2020, le due linee trasformarsi in cantieri, con più di 500 milioni di euro di risorse, degli 800 complessivi, attivabili entro il primo semestre del prossimo anno, tra interventi sulle infrastrutture, sulle dotazioni tecnologiche e acquisto nuovi treni».

Una svolta, “una grande svolta”, secondo i diretti interessati, dopo anni di incertezze, ripensamenti e vertiginose piroette. Ma è il presente e la gestione del servizio durante i cantieri, che dureranno fino al 2024, a tenere banco e a preoccupare i pendolari. Lo scorso 25 dicembre il Comitato della RomaNord, infatti, ha presentato un esposto alla Procura di Roma e di Viterbo “l’ennesimo per segnalare”, scrive Fabrizio Bonanni nel sito, “l’immane stato di degrado del servizio che viene fornito all’utente pendolare che viaggia sulla linea Roma-Viterbo. Riteniamo doveroso che qualcuno intervenga a mettere ordine e sistemare le cose: stiamo sempre peggio e senza visione sul futuro. Su quei treni noi ci viaggiamo tutti i giorni, mentre chi ha poteri decisionali non viaggia con noi”.

Dal Campidoglio, interviene il presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefàno che trova singolari, “per non dire “ridicole” e lontane dalla logica” le affermazioni di Zingaretti. “Ovviamente che Roma Viterbo e Roma Lido non brillino per efficienza è un dato di fatto, negarlo sarebbe da sciocchi, ma addossare la colpa al gestore, ad Atac, anche se capisco può essere facile a livello mediatico, è un insulto alla logica, al buon senso e molto lontano dalla realtà”. Poi rilancia: “La Roma Lido deve essere una metropolitana, lo abbiamo messo nero su bianco nel PUMS“.

Peccato che la dismissione delle due ex-concesse è stata inserita nel Piano Industriale Atac, parte integrante del Concordato Preventivo, e peccato, altresì, che il corrispettivo di 90milioni di euro erogati annualmente dalla Regione all’Azienda Capitolina, secondo quanto stabilito dal Contratto di Servizio ancora in essere, è destinato anche alla manutenzione ordinaria dei beni, delle infrastrutture, dei mezzi e degli impianti ferroviari. O no?

Disquisizioni
politiche a parte, resta da capire cosa ne sarà della Roma-Giardinetti, ora limitata a Centocelle. Linea fuori dalle grazie regionali, per le sue
caratteristiche tranviarie, ma anche fuori da quelle comunali, dato che Roma Capitale deve ancora formalizzare
l’acquisizione dell’infrastruttura. Oggetto questo della mozione presentata
dalla consigliera comunale Svetlana
Celli
, che sarà discussa dall’Assemblea Capitolina nei primi mesi del
prossimo anno.

A complicare le cose lo stop del Ministero dei Trasporti (si auspica momentaneo) al prolungamento e all’ammodernamento della linea, sviluppato e fatto proprio dall’Amministrazione e inserito nel PUMS. “Tale progetto”, spiega l’ing. Andrea Spinosa, che ha collaborato alla sua stesura, «era stato ben valutato dal MIT, tanto da rientrare tra i primi nella classifica finale delle istanze: la scelta finale è stata però di non inserire progetti con prescrizioni (la prima scelta era di finanziarlo con prescrizione sul cambio dell’armamento nella stesura del definitivo) ma di rimandarli all’istruttoria relativa al riparto 2019, con scadenza per la presentazione delle integrazioni al 30/04/20 (da non confondersi con il riparto 2020 e scadenza per le istanze al successivo 1° giugno). E il progetto della linea Termini-Tor Vergata è proprio uno dei due che è automaticamente incluso nel nuovo riparto, essendo già stato ammesso nel primo e non incluso nel riparto 2018 per motivazioni non relative a carenze o difetti della proposta ma a scelte tecniche”.

Ma il cambio dell’armamento,
e cioè della larghezza tra le rotaie, così come richiesto dal MIT, è un vincolo
non di poco conto e rischia di compromettere l’intero impianto. Infatti, ci
sono punti dell’attuale ferrovia, tipo il sottovia Casilino, compreso tra le
fermate Sant’Elena a Porta Maggiore, in cui risulta davvero difficoltoso, dati
gli spazi esigui, installare binari a scartamento ordinario. Per non parlare
dei raggi di curvatura, altro aspetto tecnico.

E mentre si aspetta la manna dal cielo, il servizio si trascina a fatica. Domenica mattina un altro treno, il secondo nel mese di dicembre, è finito fuori dai binari, durante le manovre all’interno del deposito/officina di Centocelle. A denunciarlo l’Associazione TrasportiAmo e l’ORT-Osservatore Regionale sui Trasporti in un comunicato congiunto: “Il tempo delle chiacchiere è terminato, questa linea, che gioca un ruolo fondamentale nella mobilità della Casilina, insieme alla Metro C, deve uscire dal limbo nel quale è caduta a causa del menefreghismo istituzionale. I Comitati di quartiere, le associazioni dei pendolari e i cittadini devono unire le proprie forze e pretendere il suo risanamento”.

Il convoglio deragliato domenica scorsa a Centocelle

“L’ennesimo svio ed il mancato finanziamento del Ministero”, aggiunge Andrea Ricci dell’Osservatorio, “dimostrano ulteriormente che non c’è davvero più tempo da perdere se non si vuole che sia scritta un’altra pagina vergognosa nella storia dei trasporti romani e del Lazio. L’Osservatorio collaborerà con tutte le altre realtà che si sono occupate in questi anni della linea per fare, con un’iniziativa condivisa e dal basso, i passi che spingano, a partire dal pro-getto presentato al MIT, Ministero, Regione e Comune a rapidamente concludere gli atti amministrativi che consentano di riportare questa linea, in sicurezza, efficienza e sostenibilità, a riprendere il ruolo centrale che le compete”.

D’accordo il CESMOT che si unisce “alle richieste delle altre associazioni del settore, tra cui TrasportiAmo, riteniamo sia urgente ed indifferibile che Regione e Comune si affrettino a spiegare ai cittadini cosa intendono fare della linea e se nel 2020 dovranno continuare a fare i conti con l’inefficiente gestione Atac, colpevole anche dell’assurda limitazione della linea a Centocelle. Il tempo delle chiacchiere è terminato, ora è tempo di rilanciare un’infrastruttura strategica per la mobilità della Casilina». Mentre da Legambiente Lazio, il presidente Roberto Scacchi ammonisce: «La linea deve diventare un moderno Tram, e tornare a percorrere ogni metro dei binari fino alla stazione Giardinetti fuori il GRA, e non fermarsi nel nulla, sulla Casilina e senza neanche incrocio finale con una fermata della Metro C”.

Corre, intanto,
la petizione online lanciata proprio da Trasportiamo (per firmarla qui),
un altro segnale che indica quanto la Giardinetti sia importante soprattutto
per i cittadini del Municipio V e VI.




Contrordine, la Roma-Giardinetti è una tranvia. Lo dice l’ANSF (e il Ministero)

Le mitigazioni
all’esercizio
imposte dall’Agenzia
Nazionale Sicurezza Ferroviaria
(ANSF)
non possono essere applicate nelle ferrovie che effettuano un servizio
tipicamente tranviario. Come nel caso della Roma-Giardinetti, o meglio Centocelle.
A precisarlo è il Direttore dell’Agenzia Marco
D’Onofrio
, nella nota del 14 agosto scorso,
in risposta al Comitato di Quartiere ILoveTorpigna.

Il
Direttore ricorda che col D.Lgs 14
maggio 2019 n. 50
è stato previsto il “passaggio
sotto la competenza ANSF delle ferrovie isolate adibite a servizi ferroviari
isolate adibite a servizi ferroviari locali ordinariamente espletati con
distanziamento regolato da segnali
”. Per poi precisare che “non rientrato invece nell’ambito di
applicazione della legge le ferrovie che effettuano servizio tramviario, come ad
esempio la Roma-Giardinetti che quindi risulta fuori la competenza di questa
Agenzia
”.

Circostanza”, aggiunge l’Ing. D’Onofrio,
confermata dall’apposito decreto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prot. 000347/2019 del decreto
02 agosto 2019, emanato ai sensi del comma
4 art. 2 del D.Lgs 14 maggio 2019 n. 50 che esclude dall’ambito di applicazione del
sopracitato Decreto Legislativo la ferrovia isolata Roma-Pantano
[ora
Roma-Giardinetti ndr], oggetto della
vostra richiesta di informazioni
”.

Su
questa tratta “continua ad applicarsi
conclude l’informativa, “la normativa
previgente, sia per quanto attiene i contenuti tecnici sia per quanto attiene
le relative competenze di vigilanza e controllo; non si applicano invece le
disposizioni, a tutela della sicurezza, emanate da ANSF nell’ambito dei propri
compiti istituzionali per tette le ferrovie sottoposte alla propria vigilanza
che comprendono, tra le altre, le disposizioni per la mancia in condizioni di
segnalamento degradato o disattivato e per l’attraversamento di passaggi a
livello ferroviari non protetti
”.

In pratica la Giardinetti torna, diversamente dalla Roma-Lido e dalla Roma-Viterbo, sotto il controllo USTIF, al pari delle metropolitane, delle tranvie e degli altri sistemi ad impianti fissi. E questo, oltre a perfezionare il trasferimento dell’infrastruttura dalla Regione Lazio a Roma Capitale e di accelerare il processo di riqualificazione della linea – secondo quando stabilito nel PUMS -, permette all’Atac di abrogare, nell’immediato, le pesanti restrizioni all’esercizio contenute nella Disposizione Operativa 146/2019, emanata in attuazione del Decreto 1/2019 dell’Agenzia. Che rappresentano un macigno sulla velocità commerciale.  

E non poteva essere altrimenti, del resto, una ferrovia è tale in quanto esiste un esercizio ferroviario, con la marcia dei treni regolata da segnali. La Giardinetti, al contrario, fatta eccezione della defunta tratta Grotta Celoni-Pantano, presenza un servizio tipicamente tranviario. Gli unici segnali ferroviari sono collocati in corrispondenza della stazione di Centocelle e di Roma Laziali, l’intero tracciato, compreso quello fino a Giardinetti, è regolamentato da impianti semafori stradali, non assimilabili ai segnali ferroviari, secondo le normative Uniferr, i quali neppure funzionano come segnali a protezione dei passaggi a livello. 

Persino la circostanza del binario interlacciato, presente nel sottovia Casilino, è regolata da un elementare dispositivo, per nulla coordinato con le stazioni Centocelle o Roma Laziali, proprio perché vige “il regime del distanziamento a vista marcia a vista”, tipico tranviario. Che si attua, recita l’art. 3 comma 1 del Regolamento Circolazione Treni attualmente in vigore, “nella tratta in cui la circolazione treni è promiscua alla circolazione veicolare [Laziali-Centocelle o Giardinetti ndr]. In tale tratta le intersezioni sono regolate da impianti semaforici o sono prive di regolazione. In tale tratta ciascun treno non deve avvicinarsi al precedente ad una distanza inferiore a 150 metri e non deve viaggiare a velocità superiore a 50 km/h in piena linea, o a 30 Km/h sugli attraversamenti stradali, come stabilito dalle norme dì legge che regolano la circolazione stradale”. Il tutto è stato sottoscritto e approvato sia dalla Regione che dal Ministero.

In attesa della nuova disposizione aziendale abrogativa, così come richiesto a gran voce dal Comitato ILoveTorpigna, ci si interroga sul futuro degli attuali macchinisti, capistazione e manovratori in forza alla Giardinetti, una volta completata la classificazione in tranvia: infrastruttura che non prevede tali figure professionali. E allora, che fine faranno? Manterranno il parametro e le medesime condizioni economiche? Ai posteri l’ardua sentenza.