Sciopero, Cgil e Uil confermano: è scontro con il governo

Sullo sciopero di venerdì 17 novembre è scontro con i sindacati, che confermano la protesta, ad eccezione del settore degli aerei. Lo sciopero di venerdì 17 per il trasporto pubblico sarà consentito dalle 9 alle 13. È partita la lettera di precettazione firmata dal vicepremier e ministro Matteo Salvini. Così una nota del Mit.

Muro contro muro sullo sciopero di venerdì 17 e alla fine scatta la precettazione per il settore dei trasporti. Dopo un nuovo round con Cgil e Uil che confermano lo sciopero generale contro la manovra del governo Meloni, il vicepremier e ministro Matteo Salvini interviene riducendo lo stop da 8 a 4 ore, dalle 9 alle 13.

Scatta anche l’ira dei sindacati

La precettazione “è un atto politico gravissimo”, replica il numero uno della Cgil, Maurizio Landini che sottolinea il ‘silenzio assordante’ della premier Giorgia Meloni che – afferma – potrebbe intervenire per fermare l’iniziativa come già accadde nel 2014. E come il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che dice: “è un attacco al diritto di sciopero”.

Dalla protesta resta fuori il trasporto aereo, che le due sigle avevano già escluso dopo le osservazioni del Garante. Rimane invece l’astensione di 8 ore a livello nazionale per gli altri settori: pubblico impiego, sanità, scuola, università e ricerca, poste; 4 ore anche per i Vigili del fuoco. Con loro incroceranno le braccia le altre categorie delle regioni del Centro.

Una nuova giornata di botta e risposta e di missive

Prima parte la lettera con cui il Mit chiede a Cgil e Uil di rivedere la mobilitazione, poi i sindacati rispondono confermando le ragioni dello sciopero che continuano a considerare generale e regolare nelle modalità di proclamazione. Salvini convoca quindi l’incontro al Mit: non vanno Landini e Bombardieri ma i segretari confederali. Nessuno si smuove dalle proprie posizioni. Salvini già in mattinata aveva assicurato l’intenzione di mettere in campo “tutto quello che la legge” permette “per consentire il diritto alla mobilità al lavoro, allo studio, alla salute, a 60 milioni di italiani. E se Landini si offende e mi offende, mi dispiace per lui”.

E sull’assenza al Mit rincara il senatore della Lega Claudio Borghi: “Già impegnati nel weekend lungo?”. I sindacati contrattaccano. “Non c’è alcuna ragione oggettiva né di urgenza che motiva” la precettazione, sostiene Landini: è “un esplicito attacco al diritto di sciopero”. E, per lui, mettere in discussione questo diritto “significa mettere in discussione la democrazia”. Sulla stessa linea Bombardieri: “Noi andiamo avanti, sul diritto allo sciopero non siamo disponibili a farci intimorire da nessuno”, dice sostenendo che quelli di Salvini sono “attacchi fuori luogo”. Da parte loro tornano ad accusare la commissione di garanzia (“è compiacente” con il governo). Domani pomeriggio terranno una conferenza stampa. I sindacati hanno “la totale legittimità” a scioperare, interviene anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che però tiene a difendere la manovra: dire che questo sia un governo che “non ha a cura gli interessi dei lavoratori dipendenti, questa critica proprio no”, ribatte.

Il caso diventa politico

E dopo la delibera del Garante la questione arriva anche in Parlamento. Il Pd ne chiede l’audizione in commissione alla Camera. Poi la decisione: la presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi, Paola Bellocchi, sarà ascoltata domani mattina nelle commissioni riunite Trasporti e Lavoro di Montecitorio. “Ignobile il linciaggio” al Garante per gli scioperi, replicano i deputati della Lega in commissione Lavoro della Camera. Invece per il M5s il governo “sta facendo di tutto per non parlare delle ragioni” dello sciopero e non dà “risposte”, sostiene il capogruppo alla Camera, Francesco Silvestri.

“Adesso basta”, è lo slogan con cui Cgil e Uil si preparano intanto a scendere in piazza del Popolo venerdì a Roma, in concomitanza con lo sciopero: “Per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani”.




ROMA. SCIOPERO IMPROVVISO DEI BUS PARALIZZA ROMA OVEST

di Silvio Rossi
Roma
– Una protesta covata da tempo, ma non annunciata, quella organizzata oggi dagli autisti di alcune linee Atac, che ha creato notevoli problemi a quanti utilizzano i bus per recarsi a scuola o al lavoro. Sono state una quarantina le linee interessate dalla protesta, in pratica tutte le linee gestite dal consorzio Roma TPL, che fanno riferimento al deposito di Maglianella.

Trentacinque sono le linee che sono state totalmente soppresse, tutte operanti nel quadrante ovest della capitale, a servizio delle zone più periferiche della città. La protesta è stata effettuata da un centinaio di lavoratori che hanno bloccato le attività del deposito dalla prima mattina, che manifestano contro il mancato versamento degli stipendi arretrati, e contro la voce che parla di 145 licenziamenti.

In particolare sono state totalmente soppresse le linee 08, 011, 017, 018, 023, 024, 025, 027, 028, 030, 031, 032, 035, 036, 066, 086, 546, 701, 711, 775, 787, 808, 889, 892, 908, 912, 914, 985, 992, 993, 998, 999, 701L, 703L e C1; mentre hanno avuto forti limitazioni le linee 037, 135, 763, 778 e 907.

Una vicenda, quella odierna, che ripropone il tema della regolamentazione degli scioperi nei servizi essenziali. I lavoratori di Roma TPL hanno tutto il diritto di manifestare, non è possibile però che, per rendere più evidente la loro protesta, decidano di creare il maggior disservizio agli utenti del servizio di trasporto urbano. Altrimenti si rischia di trovarci davanti a una guerra tra poveri, tra autisti e pendolari, che non porterà da nessuna parte.

Ciò che appare incomprensibile è la possibilità che viene lasciata alle società che gestiscono i servizi pubblici di non rispettare i propri lavoratori, mortificandoli con stipendi non pagati, assoluta mancanza di relazioni sindacali, così come lamentano i dipendenti. Non è possibile che un servizio essenziale venga erogato solo per la buona volontà di lavoratori che si recano al proprio posto anche senza aver riconosciuto il proprio stipendio.

Il Commissario Tronca dovrebbe intervenire (come ha chiesto anche il Presidente del XIV Municipio, Valerio Barletta), imponendo alla società che gestisce il servizio di trasporto precisi obblighi, e chiedere, in assenza del rispetto di tali disposizioni, il commissariamento della società.