ROMA, AUTOMOBILISTI A RISCHIO SU STRADE SENZA TOMBINI

di Silvio Rossi

Roma – Via Jonas Edward Salk è una strada che collega la zona di Labaro con via di Grottarossa, in prossimità dell’ospedale Sant’Andrea, percorsa la mattina da un gran numero di autovetture che preferiscono effettuare percorsi alternativi invece di imbottigliarsi nel traffico di via Flaminia, una costante per gli spostamenti cittadini.

Fuori dalle ore di punta, però, è una strada “secondaria”, dove per un lungo tratto non insistono abitazioni, e l’unica attività commerciale è un centro di recupero auto, quindi poco frequentata.
Percorrendola si possono notare, ai due margini della carreggiata, diversi punti segnalati con le reti di plastica arancioni, di colore catarifrangente, tipiche dei cantieri stradali. All’autista distratto potrebbero sembrare segnalazioni per lavori, anche se non si vede a nessun’ora del giorno alcun operaio nei pressi.

Le reti sono state invece messe per impedire alle autovetture di cadere nei tombini posti a lato della strada, cui sono state tolte le coperture in ghisa. Il furto di materiale metallico, in maniera analoga a quanto avviene con i cavi di rame che bloccano i trasporti ferroviari, con grave disagio per i pendolari, mette in questo caso a rischio l’incolumità degli automobilisti che percorrono la strada. Non è l’unico tratto di strada che ha subito questo tipo di attenzione. Anche su Via Enzo Tortora sono state asportate le coperture dei tombini, nel tratto prospicente l’edificio pericolante che ha determinato la chiusura della strada al traffico.

Ma se nel caso di via Enzo Tortora il pericolo è minimo, proprio per via della chiusura al traffico, su via Salk il rischio di vedere un’autovettura con una ruota dentro al tombino, nonostante le reti, è reale.
È mai possibile che la sicurezza delle nostre strade venga messa a rischio così impunemente per racimolare quattro spicci dalla vendita della ghisa dei tombini? Non si può adottare una sorveglianza maggiore?