QUIRINALE: ROMANO PRODI NON NE VUOLE SAPERE, MATTEO RENZI IN ALTOMARE

Redazione

Nulla di fatto, è tutto in altomare.Non e' venuto fuori il nome del candidato, e nemmeno quello di qualche candidato sgradito, ma alla direzione del Pd Matteo Renzi apre ufficialmente le danze in vista della competizione, con il Quirinale come posta, che iniziera' il 29 gennaio alle 15. Se dovessimo fallire, avverte, a fallire sarebbe il Pd. Meglio evitare allora di creare le condizioni per un replay del 2013. Un esplicito richiamo alla disciplina di partito, il suo, proprio per scongiurare l'incubo dei 101 che, quasi due anni fa, tagliarono le gambe a Romano Prodi prima e Pier Luigi Bersani poi. "Niente ironie e demagogie, il Presidente della Repubblica, si fa cercando di coinvolgere tutti", premette. Ma poi aggiunge molto meno ecumenico: "Nessuno ha il diritto di mettere veti, nemmeno tra di noi". La minoranza interna e' avvisata. Stesso trattamento anche per alleati e possibili interlocutori. I primi vengono soprattutto blanditi: ""I nostri alleati di governo saranno insieme a noi in questa sfida. E saranno le prime persone con cui riflettere". I secondi quasi minacciati: "Il Presidente della Repubblica si prova a fare con gli altri. Berlusconi ha votato gli ultimi due presidenti della Repubblica. I Cinque Stelle se vogliono stare al tavolo ci stiano. Noi abbiamo dato loro la possibilita'. Sta a loro scegliere se essere parte del gioco istituzionale. Spero possano cogliere l'occasione. Noi possiamo fare anche senza di loro, ma speriamo di fare con loro". Nelle pieghe, un messaggio di pace a Silvio Berlusconi, mentre un passaggio secondario viene usato per polemizzare con Renato Brunetta, uno dei capi della corrente dissenziente all'interno di Forza Italia. Il risultato promesso da Renzi e' che il Pd si presentera' all'appuntamento con da forza tranquilla, e soprattutto con un nome in tasca."Nelle 24 ore precedenti al primo voto si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd riunendo i gruppi, e i grandi elettori", scandisce. Da lontano, Romano Prodi gli manda a dire un garbato "sto passando una fase molto interessante e molto creativa della mia vita. Non voglio piu' essere in mezzo a queste tensioni e a questi problemi". Nessuno conti su di lui, insomma. Tantomeno per l'annuncio del candidato da fare prima della prima votazione. Renzi quell'annuncio vuole darlo. Dopo, beninteso, aver sentito gli altri. Ma nessuno avra' la possibilita' di porre un veto. Sarebbe un fallimento.