BRACCIANO, POLITICA E GIUSTIZIA: LA SAGA DELLE SENTENZE ALL’OMBRA DELLE ELEZIONI

di Ivan Galea – Silvio Rossi
Bracciano (RM)
– Il comune di Bracciano è chiamato a nuove elezioni un anno prima rispetto alla scadenza naturale per via di alcune inchieste giudiziarie che hanno riguardato l'ex sindaco PD Giuliano Sala e altri amministratori della giunta. Le varie inchieste giudiziarie, vecchie e nuove, a quanto sembra, non sono state determinanti solo per l’indizione delle elezioni. Anche nella campagna elettorale, a pochi giorni dal voto, udienze e sentenze, a carico di alcuni candidati in varie liste, stanno condizionando le scelte degli elettori. Certamente, dopo una giunta caduta il giorno dopo le perquisizioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, l’attenzione è massima, soprattutto da parte di colore che si recano alle urne, sulla limpidezza amministrativa e penale di chi vuole ricoprire il ruolo di sindaco o di assessore. Nessuno vuole rischiare di trovarsi di nuovo a votare anticipatamente perché il nuovo sindaco o qualche assessore si potrebbe trovare nella stessa condizione dei suoi predecessori.

Così se in una delle liste che sostengono il candidato sindaco Donato Mauro è presente Ivano Michelangeli, ex assessore della giunta di Giuliano Sala, a processo per due inchieste di cui abbiamo dato notizia recentemente, ci sono altre liste che presentano candidati che hanno avuto a che fare con la giustizia.

 

Il candidato sindaco di Bracciano della lista "Alleanza per Bracciano Centrodestra Mangoni sindaco, per Giorgia Meloni" Romolo Mangoni, è stato condannato nel 2007, dalla Sezione Seconda Giurisdizionale Centrale di Appello della Corte dei Conti, condanna confermata in Cassazione nel 2009, a risarcire il Comune di Bracciano, assieme ad altri, con vincolo di solidarietà, un danno patrimoniale derivato dalla percezione di tangenti per la discarica di Cupinoro di euro 165mila con rivalutazione monetaria e interessi legali, oltre a 70mila euro per danno all'immagine derivato dalla percezione di tangenti per la discarica di Cupinoro e ancora 40mila euro per danno all'immagine derivato dalla percezione di tangenti per i servizi di trasporto pubblico e scolastico.

Mangoni non è però il solo a dover rispondere di condanne passate. Anche Riccardo Agresti, presente nella lista civica “La Città che vogliamo”, che insieme al Partito Democratico sostiene il candidato sindaco di Bracciano Claudio Gentili
, è stato condannato a risarcire il ministero per danno erariale, a causa dell’utilizzo non corretto di un insegnante, nominata sua vicaria ed esonerata dall’insegnamento quando al massimo, in tali condizioni, poteva essere concesso un esonero parziale. Corte dei Conti nella sentenza spiega di aver ritenuto "conseguentemente provato l'assunto, sostenuto dalla Procura, secondo cui sia per l'anno scolastico 2006-2007 sia per l'anno scolastico 2007-2008 i decreti di esonero sono stati adottati in violazione di legge, con il conseguente profilarsi del danno erariale di cui è causa. D'altronde è indubitabile la sussistenza della gravità della colpa in quanto già in relazione all'esonero totale disposto per l'anno scolastico 2006-20071'agresti, dirigente all'epoca dell'istituto comprensivo "Don Lorenzo Milani", aveva ben presente che il numero di classi di tale Istituto era di 39 e quindi in nessun modo, neppure utilizzando la riduzione di 1/5 rispetto alle 55 classi di cui all'art. 459 citato, poteva darsi luogo all'esonero. Esonero di cui non esistevano i presupposti neppure per l'anno scolastico seguente, alla luce dei richiamati rilievi in proposito formulati dal Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per il Lazio, dai quali emerge chiaramente un grave errore di calcolo nell'individuazione delle classi, in relazione al quale sarebbe stato certamente agevole richiedere lumi all'Amministrazione così come l'Agresti aveva fatto per valutare la possibilità di procedere ad un esonero totale per l'anno 2006-2007. Va dunque affermata la responsabilità del convenuto per il danno erariale a lui imputato, restando quindi assorbiti i rilievi pure avanzati dalla difesa circa la ventilata inadeguatezza
della procedura di intimazione".

Una condanna, seppur meno grave rispetto quella di Mangoni, che getta un’ombra e dubbi sull’opportunità di far amministrare il Comune di Bracciano a chi è sono state messe comunque in discussione le capacità gestionali dell’amministrazione scolastica di cui faceva parte.

Se non emergono, in questi ultimi giorni prima del voto, altre implicazioni giudiziarie, possiamo dire che si dimezzano le liste che vedono i loro componenti liberi da vicende giudiziarie o di mala amministrazione, circostanza di cui, dopo quanto avvenuto lo scorso mese di novembre, i cittadini di Bracciano sono ora particolarmente sensibili.