STRAGE ERBA: C'E' CHI E' CONVINTO DELL'INNOCENZA DI ROSA E OLINDO

In attesa che ci sia un colpo di scena che riaccenda i riflettori su un processo che probabilmente andrebbe rivisto e che riguarda la strage di Erba. Gli addetti ai lavori che hanno seguito in maniera approfondita la questione sono sempre più convinti dell'innocenza di Rosa e Olindo. 

di Angelo Barraco

Non ho dubbi sulla loro innocenza, avendo seguito tutto il processo, l'impianto accusatorio ha costuito le sue fondamenta su delle liti condominiali pregresse ma in sostanza non c'è nulla che riconduca a loro, nulla. La loro casa è stata ispezionata con i luminor subito dopo il delitto e nulla fu trovato quando è matematicamente impossibile ripulire quelle tracce dopo una strage del genere. Il luminor evidenzia tracce di sangue risalenti anche a 20 anni prima del fatto compiuto ed evidenzia anche tracce eliminate con la varechina ergo è impossibile che siano stati loro, poichè se fossero stati loro avrebbero sporcato tutta casa. Poi c'è quel famoso scontrino del Macdonald che è il loro alibi e che dimostra il fatto che loro non stavano nel complesso residenziale nel momento della strage. Ci sono altri due elementi di grandissima importanza: il primo è che la confessione di Olindo e Rosa è venuta fuori dopo che un carabiniere ha minacciato Olindo di non vedere più Rosa e, poichè (secondo una perizia psichiatrica) entrambi avevano un rapporto simbiotico a causa di traumi regressi, Olindo ha preferito confessare non prima però di aver parlato con Rosa e le loro confessioni si basavano esclusivamente sulle informazioni che fornivano i giornali e la Tv, infatti erano piene di buchi. Punto di estrema importanza: anche la confessione del compianto Frigerio è stata manipolata poichè Frigerio (unico superstite, da poco deceduto) aveva dichiarato inizialmente che l'individuo che lo aggrediì era alto, scuro di pelle, insomma l'antitesi di Olindo. In seguito, nel secondo interrogario, hanno fatto pressioni su di lui affinche dicesse il nome di Olindo, ma inizialmente l'uomo riconosciuto da lui era un altro. La storia è un'altra e in carcere ci sono due innocenti. Durante le "accurate" indagini, fu ispezionata con i luminor la macchina di Olindo e Rosa per vedere se all'interno di essa vi fossero tracce si sangue. Nella macchina non fu trovato nulla eccetto una piccola macchia di sangue nella parte esterna dell'abitacolo. Tale traccia fu esaminata e fu fatta risalire alla vittima, madre del bambino (al momento mi sfugge il nome).



Quì si basa parte dell'impianto accusatorio contro i coniugi ma qui si verifica anche un grande, grandissimo errore giuriziario. Quella macchia intanto era nella parte esterna della macchina e, vista l'enorme quantità di sangue che c'era nei locali era una "macchia trasportabile" ergo una macchia che si era attaccata sotto la scarpa di Olindo mediante il calpestamento del suolo e questo è stato evidenziato il sede processuale.



L'errore enorme sta ne fatto che la foto repertata che dovrebbe raffigurare quella parte esterna di abitacolo con la relativa macchia di sangue, non fu repertata con l'abitacolo illuminato dal luminor ma con l'abitacolo senza illuminazione mediante luminor ergo la macchia non si vede, di conseguenza quella prova non dovrebbe avere alcuna valenza.

di Silvio Rossi

Fabio Schembri, avvocato della coppia condannata per la strage di Erba non ha dubbi: Rosa Bazzi e Olindo Romano non hanno ucciso quattro persone e ferito gravemente Mario Frigerio. Secondo quanto dichiara il loro legale, ci sono una serie di nuovi elementi che possono ribaltare le convinzioni della corte, che si basava principalmente sulla testimonianza di Frigerio.

Secondo quanto afferma Schembri, che ha difeso i coniugi Romano al processo d’appello assieme alla collega Luisa Bordeaux, una parte dell’opinione pubblica è convinta dell’innocenza dei due, e che i colpevoli della strage non sono stati trovati.

Dello stesso avviso è Luca D’Auria, avvocato di Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, che afferma di aver trovato un supertestimone che scagionerebbe i Romano, e di aver presentato un ricorso alla Corte di Giustizia europea di Strasburgo.

Le dichiarazioni dei due avvocati giungono nei giorni in cui i due detenuti hanno finito di scontare l’isolamento. Ora Olindo e Rosa, condannati all’ergastolo, possono vivere in un normale regime carcerario, socializzando con gli altri detenuti. 

Fino a oggi hanno avuto la possibilità di tre incontri mensili di due ore ciascuno, ma non di incontrare altre persone. I coniugi Romano sono detenuti nei carceri di Opera (Olindo) e Bollate (Rosa), entrambi nell’hinterland milanese.

Schembri ha dichiarato che presenterà a breve, entro un paio di mesi circa, la richiesta di revisione del processo, supportato anche da alcune dichiarazioni dello stesso Marzouk, che ha dimostrato in più occasioni di non credere alla sentenza dei giudici.

 

La strage

Era l’11 dicembre 2006. In una palazzina nel centro di Erba, cittadina della provincia comasca, divampa un incendio. Quando alcuni vicini raggiungono l’appartamento in fiamme, trovano un uomo a terra sulla porta, lo trascinano sul pianerottolo, cosa che ripeteranno subito dopo col corpo di una donna. 

L’uomo è Mario Frigerio, che è sopravvissuto grazie al tempestivo intervento dei soccorritori, la donna invece era già morta quando gli uomini sono giunti nell’abitazione.

Mentre i primi soccorritori portano in salvo Frigerio, si sente una voce femminile che chiede aiuto, ma le fiamme e il denso fumo impediscono di raggiungerla. Quando arrivano i pompieri e domano l’incendio, si contano quattro morti: Raffaella Castagna, che abitava nell’appartamento andato a fuoco, suo figlio Youssef, di due anni, e la madre Paola Galli. Al piano superiore, soffocata dal monossido di carbonio sviluppato dall’incendio, giace il corpo senza vita di Valeria Cherubini, moglie di Mario Frigerio, la donna che chiedeva aiuto.