NEMI, GARA PERINO: IL COMUNE TACE MA PARLA BERTUCCI LISTA CIVICA

di Ivan Galea
Nemi (RM)
– “Farneticazioni”, questo è il verbo utilizzato dalla lista civica Uniti per Nemi del sindaco Alberto Bertucci in un manifesto che sostanzialmente vuole tranquillizzare la cittadinanza che tutto è in regola per quanto riguarda la gara di affidamento dei lavori di pubblica illuminazione su via del Perino a Nemi.

Singolare che Alberto Bertucci abbia voluto precisare la piena regolarità della gara del Perino attraverso un manifesto di lista civica e non un manifesto istituzionale del Comune di Nemi visto che ad essere chiamato in causa è proprio l’Ente Locale e in particolare il responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti. La differenza sostanziale, forse, è che il Comune deve fare dichiarazioni ufficiali e certe in quanto amministrazione pubblica mentre una lista politica può di fatto dire quello che vuole.

Quanto vale dunque questo manifesto rispetto all’apertura di un fascicolo in magistratura? “Il Comune – si legge –  ha svolto la procedura di assegnazione in piena regola”, una regolarità che sarebbe confortata dalla risposta dell’Anac di Raffaele Cantone, risposta che ben sappiamo non essere stata favorevole all’operato della responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti. [LA RISPOSTA DELL'ANAC ALL'ESPOSTO FATTO DAL DIRETTORE DE L'OSSERVATORE D'ITALIA SULLA GARA DEL PERINO]

Nel manifesto, il sindaco Bertucci, ex esponente di centrodestra e leader del gruppo civico Uniti per Nemi ammette che Rosanna Galanti ha inviato una richiesta di chiarimento all’Anac ma non fa invece riferimento alla missiva ufficiale dell’Anac inviata sia alla responsabile dell’ufficio Tecnico sia al direttore del nostro giornale.

E’ praticamente impossibile mal interpretare la risposta dell’Anticorruzione che evidenzia come un legame di parentela e intrecci di cariche amministrative tra i titolari delle ditte partecipanti inibisca la partecipazione alla procedura di gara. Avendo appurato che sono state invitate alla gara cinque ditte tra cui la Cosite S.r.l. di Borri Emanuela e la Edil Impianti S.r.l. di Borri Gianni è evidente che che nell’invitare le ditte non è stato effettuato il benché minimo controllo su eventuali rapporti di parentela e non è stato dunque tutelato il principio di par condicio tra i concorrenti.

La lettera di Rosanna Galanti (a dir poco incomprensibile) dove la stessa richiede parere al’Anac parte dopo il nostro articolo sul Perino datato 26 dicembre 2014 [LA LETTERA DI ROSANNA GALANTI INVIATA ALL'ANAC]

Non conosciamo la presunta risposta che può aver dato l’Anac a quella singola lettera astrusa ma sappiamo per certo che quando Rosanna Galanti scrive questa missiva all’Anticorruzione la gara del Perino è già bella che partita e affidata e che la problematica all’Anac viene invece ben esposta e argomentata dal nostro quotidiano tramite posta certificata come sostenuto dalla stessa Anticorruzione che ammette che vi può essere commistione.

In particolare riportiamo testé quello che scrive: “Da verifiche effettuate sembra esserci una commistione di cariche societarie e potrebbe esserci tutt’ora anche un legame di parentela tra le due ditte che ne inibirebbe la contemporanea partecipazione alla procedura di gara”.
Tradotto in soldoni: abbiamo ragione tant’è che la Magistratura ha aperto un fascicolo, a seguito di un esposto presentato da AssoTutela, e che l’intera documentazione inerente la gara del Perino è in mano agli investigatori, cioè è stata sequestrata.

Detto ciò come fa Bertucci a sostenere che è tutto regolare? Sarà la Magistratura a emettere sentenza dopo una accurata verifica e ricordiamo che l’Anac non è una marca di detersivo ma un Organo di estrema affidabilità è un’autorità amministrativa indipendente italiana e la sua funzione essenziale è la prevenzione della corruzione nell’ambito delle pubblica amministrazione. Ora il giudizio dell’Anac sugli appalti pubblici, soprattutto nell’era di Mafia Capitale, è diventato imprescindibile ed essenziale.

Dunque come fa Bertucci a dire che è tutto regolare? Ha già avuto in segreto dei riscontri dalla magistratura? E se fosse tutto a posto perché c’è chi ragionevolmente indaga sul caso e perché l’Anticorruzione avrebbe detto così esplicitamente, tra le altre osservazioni, che dopo opportune verifiche SEMBRA ESSERCI UNA COMMISTIONE DI CARICHE SOCIETARIE tra le ditte partecipanti alla gara del Perino?

Rosanna Galanti, responsabile dell’Ufficio Tecnico di fatto dovrà dare spiegazioni puntuali agli organi competenti perché risulta dagli atti che il Comune ha consapevolmente invitato 5 ditte a partecipare alla gara. Possibile che abbia invitato alla cieca? Senza verificare che due delle cinque ditte chiamate avevano legami di parentela (padre e figlia)?

Il manifesto, uno tra i tanti che artatamente tranquillizza i cittadini e plasma lo stato reale dei fatti è stato oggetto di una replica da parte di “Partecipazione Democratica”

Ecco la replica di Partecipazione Democratica:
"Le gare di appalto hanno avuto un iter ineccepibile…..come quella dello scuolabus, con tanto di intervento della magistratura. Come mai parlano gli organi di stampa e l’assotutela fa esposti ai carabinieri? Come mai tanto altro? L’opera di illuminazione della via del Perino  valorizza la conca e non conta che è semidistrutta prima della fine o che è inutile ed effimera.
Bertucci ha risolto il problema della valorizzazione della conca e non conta l’abusivismo dilagante con i relativi pozzi neri, il centro di canoa distrutto, i sentieri spariti, la via che porta al lago che grida vendetta.
Dice che ancora stiamo pagando i danni della vicenda ilcesa, ma non dice alcune cose importanti:
•     grazie a quelle battaglie abbiamo risparmiato  a nemi milioni di altri metri cubi di cemento.
•    abbiamo risparmiato milioni di euro per la costruzione di strade ed opere di urbanizzazione con ulteriori danni ambientali.
•    abbiamo evitato gravi problemi per le risorse idriche.
Il sindaco Bertucci parla di debiti accollati ai cittadini Nemesi dalle amministrazioni di sinistra, ma si è mai chiesto:
Quanto e’ costata la distruzione del centro di canoa e dei sentieri?
Quanto e’ costata l’irregolarita’ del campo di calcio?
Quanto sono costati lo smantellamento di fontane ed arredi urbani che erano nuovi?
Quanto e’ costata la sorveglianza del varco del centro storico con sofisticato sistema di telecamere mai messo in funzione?
Quanto e’ costata la costruzione di pannelli fotovoltaici sul tetto della scuola mai messo in funzione?
Quanto e’ costato impiantare ulivi nella conca del lago per poi lasciarli a se stessi?
Questo per parlare solo di poche cose.
Parleremo ancora di altri sprechi di pubblico denaro, non certo dovuti a
Scopi  nobili come quello di salvare il territorio."




NEMI, GARA PERINO: QUELLA "LETTERINA" DELLA GALANTI ALL'ANTICORRUZIONE… DOPO L'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA

 

[LETTERA INVIATA DALLA RESPONSABILE DELL'UFFICIO TECNICO DEL COMUNE DI NEMI ROSANNA GALANTI, SUCCESSIVAMENTE ALL'ARTICOLO DE L'OSSERVATORE D'ITALIA DEL 26/12/2014, ALL'AUTORITA' ANTICORRUZIONE]

 

di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Excusatio non petita, accusatio manifesta (Scusa non richiesta, accusa manifesta), a volte basterebbe ammettere le proprie mancanze e cercare di fare chiarezza su una questione che ha davvero troppi punti oscuri e che riguarda l'affidamento dei lavori d’illuminazione in via del Perino a Nemi che ci costeranno, alla fine dei conti, una cifra stratosferica. Ma questo sarà oggetto di un nostro prossimo dettagliato articolo sull’intero “caso Perino”.

Esimio, Avv. Gianluca Piccinni, ho letto con molta attenzione la rettifica che Lei ha stilato in nome e per conto dell’architetto Rosanna Galanti in merito l’articolo "Nemi, Perino: Bufera sull'ufficio tecnico. Interviene l'anticorruzione". 

Personalmente avrei parlato di diritto di replica (e non di rettifica) perché le dico francamente che non ci sono imprecisioni o “circostanze inveritiere” da evidenziare.  Ma comunque è stato nostro piacere e prima di tutto dovere pubblicare quella che nei fatti si presenta come la personale versione che l’architetto Rosanna Galanti le ha illustrato ai fini di questa sua scritta.

Iniziamo col dire che la nostra attenzione è rivolta all’architetto Rosanna Galanti per il semplice fatto che è lei il responsabile dell’Ufficio Tecnico ed è lei che ha firmato la determinazione N°696 del 22/12/2014. Nella determinazione si fa riferimento ad un verbale allegato alla stessa che però di fatto non è presente sull'Albo Pretorio, in barba alla trasparenza.  Dato che si parla di “circostanze inveritiere” e quindi indirettamente si mette in discussione la mia professionalità e del quotidiano che rappresento mi preme risponderle con ulteriori circostanziati dettagli, rispetto a quelli  già pubblicati nei precedenti tabella. Dettagli  che sono comunque al vaglio della Magistratura e dei quali presumo Lei non sia al corrente

Intanto le premetto che nell’articolo è chiaramente evidenziato che si parla di “rischio” di debito fuori bilancio e tra l’altro è una formulazione interrogativa posta tra virgolette perché ad affermarla, oltretutto, è un terzo soggetto. Ma avremmo potuto formulare anche noi della redazione la stessa interrogazione che è cosa ben diversa da una affermazione.

Ma veniamo al sodo. Non avremmo voluto scendere nei particolari ma è nostro obbligo, a questo punto, spiegarci meglio. Intendiamo smentire le affermazioni contenute nella rettifica non tanto “per tabulas” giusto per citare una locuzione latina e poi non citare atti inerenti il caso del Perino ma “per tabulas” nel senso più proprio del latinismo ovvero mediante prove scritte, documentali che riguardano il caso in questione. Spariamo la cosiddetta “prova regina” come spesso si sente dire nei casi di “nera”.  E’ davvero regina perché si sa che i documenti di un ente pubblico hanno un peso, portano un numero di protocollo e una data impressa.

Il 26 gennaio 2015 il responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti prende carta penna e timbro del comune di Nemi e firma una posta certificata legale niente meno che inviata all’Anticorruzione.

La lettera parte dopo il nostro articolo sul Perino datato 26 dicembre 2014 nel quale parlavamo appunto di presunta parentela tra due titolari di due ditte partecipanti alla gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di illuminazione in via del Perino.

Con estrema precisione abbiamo scritto, sempre “per tabulas”, che le ditte invitate dal Comune di Nemi alla procedura negoziata con lettera del 4 novembre sono state le seguenti: COS.I.T.E. SRL, EDIL IMPIANTI SRL, M.PLANT SRL, DE.NE.DA. SRL, PASSARELLI SRL. E abbiamo anche scritto che “Tra i soci della COS.I.T.E. SRL figura Borri Emanuela che detiene il 90% delle quote oltre ad essere l’amministratore unico e dal 23 luglio 2014 anche responsabile tecnico. E’ interessante sapere che la COS.I.T.E. SRL era precedentemente denominata BORRI GIANNI & C. Società in nome Collettivo di cui Borri Gianni era il socio accomandante, carica poi cessata nel 1998. Balza all’occhio che una delle altre ditte invitate dal Comune, a partecipare alla procedura negoziata, è la EDIL IMPIANTI SRL che ha come amministratore unico e direttore tecnico Borri Gianni. Inoltre Borri Gianni e Borri Emanuela li ritroviamo insieme nella società centro sportivo Le Colline società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata”.

Ebbene l’architetto Galanti dopo il nostro articolo ha scritto in maniera molto astrusa all’Anticorruzione chiedendo:se ci si può trovare in una situazione di controllo di fatto con un’altra impresa e di poter considerare  di aver formulato l’offerta alla gara, a cui è stata invitata a partecipare altra impresa i cui proprietari delle relative quote RISULTANO ESSERE I GENITORI DELLA TITOLARE DELLA QUOTA DI MAGGIORANZA DELLA DITTA OFFERENTE”. In questa breve lettera si chiede all’Anticorruzione una risposta “in tempi brevi considerato che questo Ente (ndr Il Comune) deve procedere in merito all’opera pubblica oggetto del presente quesito e finanziata da un contributo regionale, dove è necessario procedere in tempi brevi”. Ma quando Rosanna Galanti scrive questa missiva all’Anticorruzione la gara del Perino è già bella che partita. Tralasciando la forma e il lessico con cui Rosanna Galanti formula il quesito all’Anticorruzione ci chiediamo se a questo punto può reggere l’arringa di difesa esposta dall’Avvocato Piccinni.

Le carte parlano chiaro e sono tutte allegate all’articolo: Il Comune ha consapevolmente INVITATO 5 ditte a partecipare alla gara (nell’invitarle l’ufficio Tecnico ha verificato QUALI ditte fossero? O Rosanna Galanti non si è interessata di questo cruciale particolare?.
Poi Piccinni asserisce che la gara si è svolta con quattro imprese ma di fatto sono state invitate 5 ditte e due di queste vedono come titolari padre e figlia. Questi rilevanti PARTICOLARI vanno assolutamente verificati prima di dare vita ad una procedura negoziata per l’affidamento di un appalto e non lo diciamo noi lo sancisce la massima Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (ANAC).

Per cui risulta inappropriata l'asserzione di Piccinni quando scrive che: “la Commissione di gara, presieduta dall' Arch. Galanti, nella seduta del 17/11/2014 ha dichiarato irricevibile per tardività l'offerta presentata dalla società Edil Impianti s.r.l. e l'ha esclusa dalla gara” e che “la società Edil Impianti s.r.l. non ha partecipato alla gara e che l'intero plico contenente la documentazione di gara è stato rispedito al mittente senza essere aperto”. In questi termini l’avvocato Piccinni vorrebbe significare che Galanti, dato che non ha aperto neppure il plico, di fatto non ha potuto effettuare le verifiche di accertamento di eventuali collegamenti tra le due imprese.

Ma questo particolare risulta poco rilevante perché l’Anac parla chiaro in proposito: i controlli sulla par condicio vanno fatti nel momento in cui si invitano le ditte alla procedura negoziata. Al punto 2.4 della Determinazione Anac  n. 2 del 6 aprile 2011 concernente le  “Indicazioni operative inerenti la procedura negoziata” si legge che:  "Le due fasi sono distinte: l’indagine di mercato è preordinata esclusivamente a conoscere l’assetto del mercato, quindi i possibili potenziali offerenti ed il tipo di condizioni contrattuali che essi sono disposti a praticare, senza alcun vincolo in ordine alla scelta finale; la gara informale implica, invece, anche una valutazione comparativa delle offerte, comportando per la stazione appaltante, indipendentemente dalle eventuali regole stabilite in via di autolimitazione, l’obbligo dell’osservanza dei principi di "par condicio" e trasparenza nelle lettere di invito.

La norma dispone, poi, che i soggetti selezionati vengano invitati a formulare un’offerta: la relativa lettera di invito deve contenere le informazioni sugli elementi essenziali della prestazione e sul criterio di valutazione dell’offerta. E’, quindi, posto in capo alla stazione appaltante l’obbligo di definire, specificamente e preventivamente, i criteri di selezione ed i livelli minimi di capacità richiesti, nonché di individuare gli operatori cui inviare la lettera di invito a  presentare l’offerta.

Il procedimento può essere  così schematizzato:

    1.  determina a contrarre
    2. ricerca di mercato
    3. selezione degli operatori da invitare
    4. invio lettere d’invito
    5. presentazione delle offerte
    6. scelta del miglior contraente, sulla base dei criteri di valutazione dell’offerta indicati nella lettera di invito"

L'ANAC quindi non lascia nessun dubbio a interpretazioni: il Comune nell’invitare le ditte deve accertarsi che sia garantito il rispetto di par condicio tra esse. Pertanto il principio non risulta essere stato rispettato come del resto rilevato dalla stessa Autorità Garante nel caso del Perino.

Nella determinazione N°696 del 22/12/2014 a firma Rosanna Galanti c’è scritto che sono state invitate le cinque ditte di cui sopra.

Allora la domanda sorge spontanea:  Galanti ha controllato quali ditte ha invitato o ha pescato dal mazzo ad occhi chiusi e poi dopo il nostro articolo di denuncia si è preoccupata di scrivere all’Anac per chiedere conforto? 

Stando alla tesi di difesa della Galanti, dunque, la stessa avrebbe potuto addirittura invitare padre, figlia, cugina e suocera alla stessa gara senza accorgersene tanto non vale chi inviti ma conta chi vince. Ma che discorso assurdo è questo?

Purtroppo per Piccinni che asserisce che “non rileva a nulla” il parere espresso dall’Anac proprio perché Galanti  ha dichiarato irricevibile per tardività l'offerta presentata dalla società Edil Impianti s.r.l. , il fascicolo aperto dall’Anac su questa gara è invece circostanziato e preciso nonché perentorio. 

Ci chiediamo, inoltre, come mai il plico della Edil Impianti srl di Borri Gianni sia stato rispedito al mittente anziché essere messo agli atti comunali come "arrivato in ritardo".

Intanto chiediamo che venga pubblicato sull’ albo pretorio online del Comune di Nemi anche il verbale di gara. Questo per dovere di trasparenza amministrativa. Ma visto l’esposto di Assotutela in magistratura probabilmente il fascicolo inerente il Perino non sarà più nelle disponibilità comunali e quindi aspetteremo con pazienza l’esito di queste indagini.




NEMI, PERINO: BUFERA SULL’UFFICIO TECNICO. INTERVIENE L’ANTICORRUZIONE


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di Chiara Rai
Nemi (RM)
– Un legame di parentela e intrecci di cariche amministrative tra i titolari delle ditte partecipanti inibisce la partecipazione alla procedura di gara. Il Comune (ovvero la stazione appaltante) che ha il dovere di verificare se sussistono questi gravi indizi deve anche provvedere ad escludere le imprese dalla gara.

Il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha così creato un bel danno alle casse comunali perché non è risultata in grado di gestire l’affidamento dei lavori per l’illuminazione del Perino e non ha neppure bloccato in autotutela la gara a procedura negoziata.

Noi de L’Osservatore d’Italia già a dicembre del 2014 pubblicavamo un articolo sul nostro giornale con delle rilevanze, a nostro parere irregolari, riguardo due delle ditte partecipanti.

Galanti, a gara conclusa e subito dopo il nostro articolo di denuncia, scrive all’Anticorruzione per chiedere se in una gara nella quale hanno partecipato padre e figlia può considerarsi regolare o meno. Insomma ha fatto come il paziente con la carie che ha mangiato le caramella e poi ha chiesto a giochi fatti al dentista se potesse farle male. Dunque, Galanti aveva forse dei dubbi ma nonostante tutto è andata avanti mostrando una totale imprudenza che non si addice ad un responsabile di ufficio Tecnico.

Adesso come un macigno arriva la conferma dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (Anac) che scrive a Rosanna Galanti in qualità di responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi ed al nostro quotidiano, che ha inviato l’esposto rilevando queste irregolarità.

L’Anac dice senza ombra di dubbio che un legame di parentela e intrecci di cariche amministrative tra i titolari delle ditte partecipanti inibisce la partecipazione alla procedura di gara.

Avendo appurato che hanno partecipato alla gara cinque ditte tra cui la Cosite S.r.l. di Borri Emanuela e la Edil Impianti S.r.l. di Borri Gianni è evidente che la gara non si è svolta regolarmente perché non si è rispettato il criterio di segretezza delle offerte, il principio di par condicio e pertanto è stato turbato il regolare confronto concorrenziale.

Ma qui è un bel problema perché addirittura una delle due imprese nel mirino di presunte irregolarità ha vinto l’appalto e i lavori per un importo di circa 130mila euro sono in corso e tra meno di un mese saranno terminati. Se Galanti si fosse fermata e revocato tutto in autotutela avrebbe risparmiato questo danno ai cittadini e a se stessa. Un problema molto grosso che ora si presenta più grande di quanto poteva essere.

Intanto Assotutela ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica allegando anche il la lettera di apertura fascicolo dell’Autorità di Anticorruzione: “E’ davvero una vergogna – dice Ivan Galea, coordinatore di Roma e provincia per Assotutela – che nonostante la responsabile dell’Ufficio Tecnico avesse potuto fermarsi per tempo non lo abbia fatto ed abbia esposto così il Comune a procedure che l’Anac stessa definisce irregolari e da invalidare ma anche i cittadini e gli stessi partecipanti alla gara che non hanno avuto garantito il diritto di par condicio”. Galea insiste ed evidenzia:”Chi pagherà ora i lavoratori che hanno quasi terminato i lavori al Perino? E chi pagherà il rischio del grosso debito fuori bilancio che si verrà a creare una volta definita questa vergognosa questione? La storia purtroppo non si è ancora conclusa, dopo le rilevanze dell’Anticorruzione, che ha effettuato delle verifiche dalle quali è emerso che entrambe le ditte hanno sede legale a Velletri e che Borri Gianni ha in passato ricoperto cariche amministrative nella Cosite S.r.l., adesso ci si aspetta soltanto che intervenga la magistratura. A questo punto è opportuno che si blocchi tutto e che chi ha sbagliato paghi in prima persona come minimo dimettendosi dal suo incarico”.

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NEMI: E' GIALLO SULLA TRASPARENZA

di Ivan Galea

Nemi (RM) – Più volte abbiamo posto l’attenzione sul fatto che ogni Amministrazione pubblica ha l’obbligo alla “trasparenza amministrativa “ e questo non perché lo diciamo noi o qualche cittadino che vorrebbe capirci qualcosa su come viene amministrato il proprio Comune, bensì perché lo prevede la normativa vigente, per l'esattezza la Legge 15/2005 che obbliga di rendere visibile e controllabile dall'esterno l'operato degli amministratori mediante pubblicazione sull’apposita sezione “trasparenza” del sito ufficiale del Comune.

Torniamo quindi ad occuparci del Comune di Nemi, avevamo già affrontato l'argomento trasparenza del piccolo paese delle fragole lo scorso 2 dicembre 2014 e purtroppo dobbiamo constatare che per gli attuali amministratori la “trasparenza” continua ad essere considerata un optional e non un obbligo imposto dalla Legge, oltre che un dovere verso i propri cittadini.

Ancora oggi l’attività dell’Amministrazione Bertucci continua quindi a "porte chiuse", non permettendo ai cittadini di essere partecipi, come spettatori, a tutte quelle decisioni o quei risultati che dovrebbero avere la giusta e legale “trasparenza”. E così, con buona pace del legislatore, alla voce "Amministrazione Trasparente" del sito istituzionale del Comune di Nemi non si trova nessun tipo di riscontro riguardo il “documento di programmazione” previsto per il “raggiungimento dell’obiettivo” e le “relazioni inerenti le valutazioni dei Responsabili dei Servizi” emesse dall’incaricato Nucleo di Valutazione.

Eppure la pubblicazione dei due documenti, oltre ad essere prevista da una Legge dello Stato, viene richiamata dallo stesso “Regolamento Comunale di disciplina della misurazione, valutazione, integrità e trasparenza delle performance delle posizioni organizzative”.

Questa volta abbiamo deciso di fare appello al nuovo Segretario del Comune di Nemi, anche in considerazione del fatto che ricopre la stessa carica nel vicino Comune di Lanuvio dove a differenza del paese delle fragole tutto viene chiaramente riportato nel sito istituzionale. Invitiamo quindi il rappresentante dello Stato presso l'ente locale affinché intenda far rispettare la Legge e concedere ai cittadini quello che di fatto è un loro diritto: essere informati su come viene gestita la "cosa pubblica".

Vogliamo citare un altro un esempio di mancanza di trasparenza da parte di questa gestione comunale: È passato già oltre un mese dalla festa più importante di Nemi, “la Sagra delle Fragole” e, a parte il manifesto che si trova affisso per le vie cittadine, che elogia il successo ottenuto con la manifestazione, non si trova nessun riscontro relativo il rendiconto di costi sostenuti per l’evento. Non c'e' traccia del verbale, che obbligatoriamente dovrebbe essere già stato stato già spedito al Prefetto di Roma con il rendiconto del numero dei biglietti venduti nella lotteria collegata alla festa ed eventualmente l’utilizzo del ricavato dalla vendita degli stessi. Ricordiamo che la comunicazione è prevista nel Regolamento della lotteria Sagra delle Fragole approvato con la Delibera di Giunta Comunale n° 73 del 21/05/2015.

E ancora, riguardo il trasferimento del maresciallo Filippo Merlonghi al Comune di Roma, troviamo singolare che dall’Amministrazione Comunale non ci sia stata una benché minima spiegazione alla cittadinanza. Merlonghi era un ottimo dipendente comunale, questo almeno era il chiaro messaggio che il Sindaco Alberto Bertucci fino a poco tempo fa lasciava intendere ai cittadini. Non spiegare i motivi che hanno portato al trasferimento di Merlonghi, ha lasciato molte persone perplesse, soprattutto per il fatto che una sorta di spiegazione ufficiale è stata resa nota da un comunicato stampa della Cisl in cui si spiegava che il Comune di Nemi aveva provveduto a ritirare tutti e 5 i provvedimenti disciplinari emessi contro il vigile in questione (e che di fatto sono all'origine della sua richiesta di trasferimento) prima della sentenza del Giudice del Lavoro al quale il dipendente si era rivolto contestandone la legittimità.
Perché Il Sindaco non chiarisce il perché di un simile cambio di rotta? Perché non viene spiegato di chi è la colpa di questo atteggiamento che oltre all'evidente danno di immagine sicuramente ha comportato un notevole costo per  l’Ente e di conseguenza per i tutti i cittadini di Nemi?

In tutto questo atipico contesto c'è stata poi la nomina di un nuovo Responsabile della Trasparenza identificato nella persona del Responsabile dell’Ufficio Tecnico, l'architetto Rosanna Galanti. Ci chiediamo: qual'è lo scopo della nomina se nonostante tutto non abbiamo ancora visto nessun cambiamento in merito? Probabilmente perché a qualcuno piace vedere coperte tutte le caselle, che per legge, vanno riempite senza analizzare o considerare ciò che poi realmente va fatto o perché serve solo a giustificare l’emissione della prossima “ottima pagella” con la successiva liquidazione del risultato ottenuto? Cosa che dovrebbe però essere impossibile, in quanto il mancato assolvimento degli obblighi di pubblicazione, secondo il D.lgs. n.150/2009, viene sanzionato con il divieto di erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti che sono preposti agli uffici coinvolti.

In conclusione: il nostro giornale continua nella richiesta di trasparenza estendendola anche alle opposizioni che potrebbero aver già ottenuto in forma privata quelle risposte che sia noi del giornale che molti cittadini di Nemi continuano ad attendere invano.




NEMI: FACCIATE DA 200 MILA EURO PRESE PER I CAPELLI

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Un nostro affezionato lettore avrebbe esordito con una esclamazione ormai nota: “strano, molto strano”. Mentre noi, come dire, la vogliamo raccontare come una vicenda tragicomica, a dire il vero più comica che tragica.

La vicenda dalle variegate sfumature è questa: il Comune di Nemi tutto ad un tratto si accorge che è tardi e che bisogna eseguire i lavori per il recupero del centro storico con i fondi ottenuti dall’amministrazione di Cinzia Cocchi e con il medesimo progetto approvato con la stessa. Dunque i tempi stringono e adesso è arrivato il momento di muoversi e allora per accelerare i tempi, passati ormai quasi due anni dall’insediamento del sindaco Alberto Bertucci venuto dopo il commissariamento, l’attuale Ufficio Tecnico pensa bene di adottare la procedura negoziata e quindi, senza previa pubblicazione del bando di gara, invita cinque ditte che ritiene essere interessate a partecipare alla gara.

Di questi tempi, con una crisi economica schiacciante dove quando capitano le offerte di lavoro la gioia viene equiparata ad una vincita al superenalotto, solo tre ditte invitate dal Comune di Nemi a formulare una proposta, trovano il tempo di rispondere.

Eppure si tratta di lavori di oltre duecentotredicimila euro. Non certo di bruscolini. Ebbene solo tre ditte trovano il tempo di rispondere all’offerta di cui una di queste tre ritiene di riferire che non può fare il lavoro. Le due rimanenti offrono un ribasso dell'1 per cento e del 3 per cento. Davvero pochino direbbe un saggio ma comunque sulle offerte non si discute e allora, chiaramente vince la gara quella che offre il 3 per cento di ribasso. Tutto a posto, pare, e quindi alla presenza della responsabile dell’Ufficio Tecnico Rosanna Galanti, di Stefania Rizza, del segretario comunale Ivano Moreschini e del geometra Andrea Bongianni si aggiudica la gara la società A.C.E. srl.

La A.C.E. srl ci ricorda, quantomeno per eguaglianza di denominazione anche se si tratta di altro soggetto giuridico, la ACE srl alla quale è sfumato il mega progetto di Panorama nella non lontana Ariccia. Insomma la ACE s.r.l. che acquisì la proprietà di parte dei terreni ricompresi nel “Programma integrato di intervento inserito nel Patto Territoriale delle Colline Romane Soc. Gessica 90 srl”, per una superficie complessiva 15.905 metri quadri di cui 6.330 ceduti poi gratuitamente al Comune di Ariccia. Per farla breve, ACE Srl è stata protagonista di una tentata “lottizzazione agricola per giunta percorsa dal fuoco”, così la definì il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli in un articolo uscito a giugno del 2012, prima approvata dal Tar e poi cassata dal Consiglio di Stato.

Sempre nel 2012 lo stesso primo cittadino evidenziò delle strane casualità quando parlò dei suoi avversari politici e di “enormi interessi economici” che ruotavano attorno ad Ariccia sulla quale vi sarebbe stato un interesse di speculazione illegale di decine di palazzine e villette.

All’epoca gli avversari politici di Cianfanelli risposero rispetto a queste accuse. E tra i contestatori dell’attuale sindaco ariccino, a studio dei costruttori Staccoli, caso vuole che ci fosse anche Giovanni Libanori il quale prese più volte la parola in merito.

Giovanni Libanori è attualmente consigliere di maggioranza del Comune di Nemi nonché ex aspirante presidente del consiglio comunale. Ma insomma il fato ci fa andare troppo fuori tema rispetto a una procedura negoziata per il rifacimento delle facciate del centro storico di Nemi cui non abbiamo ancora terminato di narrare le gesta.

Due giorni dopo l’aggiudicazione della gara da parte di ACE srl, la commissione (Galanti, Bongianni, Moreschini e Rizza) scopre che l’offerta di ACE srl non è firmata: otto occhi non sono bastati durante la gara, se ne sono accorti dopo mettendola nel cassetto.

E allora cosa fanno? Annullano tutto in autotutela e provvisoriamente affidano l’appalto all’unica società sopravvissuta che per altro ha offerto il misero ribasso dell’1 per cento.

Questa volta pare proprio che il fato ci abbia messo lo zampino: il Comune ha risparmiato ben poco e ha guadagnato un altro annullamento in autotutela come fu per la ormai famigerata gara per l’affidamento di un scuolabus per cui è imputato l’attuale sindaco (ex vicesindaco sotto la giunta Cocchi) di Nemi Alberto Bertucci accusato di frode e turbativa d’asta nei pubblici incanti.
 
 
 
 




NEMI, ABUSI E RIPRISTINI: CACCIAFUMO – ATTO SECONDO

Chiara Rai

Nemi (RM) – Il 9 settembre 2012 segnalammo per la prima volta una ruspa al lavoro nella valle del Lago, sempre nel cuore del Parco Regionale dei Castelli Romani, nei pressi di via Cacciafumo, esattamente in via Tiberio 20, sopra il Museo delle Navi. Intorno al 20 settembre del 2012 i Guardiaparco, diretti dal vice comandante Mauro Castrichella, hanno messo i sigilli.

Sia gli esecutori del "danno" che i proprietari del terreno sono stati denunciati all'autorità competente. Quel tratto di vegetazione è stato segnato gravemente dal pasaggio della ruspa.  Uno scavo che in pochi giorni si è allargato a macchia d’olio.

Come si evince dall’ordinanza del 9 ottobre 2012 [ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA ] nei terreni riferiti al proprietario Roberto Cicogna sono stati effettuati movimenti di terreno con conseguente alterazione delle quote di livello originarie e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale.

La Responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha così ordinato la remissione in pristino dello stato dei luoghi entro 90 giorni dalla notifica della ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo.

“Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di 5 mila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori”.

Dalle foto che pubblichiamo, sembrerebbe che il ripristino non sia avvenuto. Il paesaggio è più o meno lo stesso e i solchi lasciati dalla ruspa sono ancora evidenti. Esiste il progetto di messa in pristino? Si è accertato il Comune di Nemi, guidato da Alberto Bertucci, che siano stati fatti i lavori? E se non è stato ripristinato niente, ha provveduto l’Ente a sostituirsi all’inerzia e sanzionare per 5 mila euro? Cinquemila euro non sono pochi, considerando i servizi di cui necessita la cittadina che sono molteplici e fondamentali.

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09/09/2012 NEMI, A PENTIMA PIZZUTA C'E' IL DOPPIO VINCOLO E INTANTO PICCOLI SCAVI CRESCONO E SI MOLTIPLICANO

 




NEMI MANUFATTO FRISON, TOLTO IL TETTO RIMANE BEN POCO…ANCORA UN PO’ DI FATICA E IL GIOCO E’ FATTO!

 

[ VIDEO RIPRESA DEL 19 DICEMBRE 2012 – LO SMONTAGGIO DEL MANUFATTO DEL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA ELIO FRISON ]

Oggi 19 dicembre i lavori di smontaggio del manufatto proseguono “indisturbati” almeno fino alle ore 12.30 e almeno all’apparenza. Un cantiere "improvvisato" senza le benché minime norme di sicurezza.

 

Angelo Parca / Chiara Rai

Nemi (RM) – L’Italia che conosciamo noi è quella che quando ci permettiamo di mettere una pensilina a casa arrivano tutti, persino i Nas. L’Italia che conosciamo noi è quella delle tasse, degli oneri, dei sacrifici. L’Italia che conosce gran parte di noi è quella che se sbagli paghi con gli interessi. L’Italia che stiamo conoscendo è quella che se sbagli si fa sempre in tempo a metterci una toppa, basta conoscere le leggi e trovare il rimedio. I proverbi, le storielle, le videoriprese, servono a poco quando un consigliere di maggioranza trova il modo per farla franca e inizia ad abbattere “indisturbato” (all’apparenza) un suo strano “inguacchio” germogliato dall’oggi al domani. Si fa e poi si disfa, tanto quando realmente si è tutti della stessa convinzione non arriva nessuno a dirti che sei in errore e pertanto devi pagare come pagano tutti. La terra dei Cachi è proprio questa, signori!
 

Continua la video diretta de L’osservatore laziale sull’operazione “Salva capra e cavoli”.

Oggi 19 dicembre 2012 stanno proseguendo i lavori di smantellamento del manufatto presumibilmente abusivo del consigliere di maggioranza del Comune di Nemi Elio Frison.
Riepiloghiamo i fatti:
Il 10 dicembre pubblicavamo l’articolo intitolato “NEMI ABUSI EDILIZI: IL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA FRISON NEL MIRINO?” dove si evidenziava che su un terreno situato nella valle del lago di Nemi, di proprietà dei figli di Elio Frison consigliere di maggioranza al Comune di Nemi e usufrutto a vita del consigliere e di sua moglie, esisteva un manufatto che al momento dell’acquisto del terreno non esisteva. A controprova pubblicavamo due foto aeree del lotto: una del 2005 (anno dell’acquisto in cui il manufatto non era presente) e una del 2011 (in cui era ben visibile il manufatto) oltre a pubblicare una foto da noi scattata il 9 dicembre in cui era ben visibile il manufatto.

Il 13 dicembre informavamo le Autorità competenti di quanto esposto nell’articolo inviando una  Pec (Posta elettronica Certificata) a:
Responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Nemi Arch. Rosanna Galanti  e per conoscenza alla Legione Carabinieri Lazio Compagnia di Velletri all'attenzione del Maggiore Marco Piras, alla Stazione Carabinieri di Nemi all'attenzione del Comandante, al Comandante del Corpo Forestale dello Stato – Velletri, al Comandante dei Guardia Parco dell'Ente Parco Castelli Romani, all'attenzione del Consigliere di opposizione del Comune di Nemi Sig.ra Cinzia Cocchi, all'attenzione del Consigliere di opposizione del Comune di Nemi Sig.ra Stefania Osmari. Ripetevamo l’invio della Pec anche in data 14 dicembre 2012.

Ieri 18 dicembre pubblicavamo l’articolo intitolato “NEMI, PRESUNTO ABUSO EDILIZIO DEL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA ELIO FRISON: VIA UN PEZZO DI TETTO PER MIRAR LE STELLE” in cui segnalavamo che sulla proprietà Frison erano iniziate le operazioni di smontaggio del manufatto e che ancora non era intervenuto nessuno sul luogo per verificare i fatti narrati.

Oggi 19 dicembre i lavori di smontaggio del manufatto proseguono “indisturbati” almeno fino alle ore 12.30 e almeno all’apparenza. Un cantiere "improvvisato" senza le benché minime norme di sicurezza.

Abbiamo tentato di telefonare al Parco dei Castelli Romani chiedendo del Comandante e del vice Comandante ma, fato ha voluto, che per l'intera mattinata, non fossero reperibili.

Continueremo a video riprendere fino a quando del manufatto resterà solo un ricordo. Una breve esperienza che però, abbiamo voluto documentare.

Ai posteri l’ardua sentenza. Se questo episodio fosse accaduto ad un semplice cittadino, oggi, siamo sicuri che il fotofinish sarebbe stato ben diverso. Ma io sono io, diceva Albertone e voi non siete un …….! 

tabella PRECEDENTI:

18/12/2012 NEMI, PRESUNTO ABUSO EDILIZIO DEL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA ELIO FRISON: VIA UN PEZZO DI TETTO PER MIRAR LE STELLE
10/12/2012 NEMI ABUSI EDILIZI: IL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA FRISON NEL MIRINO?


 




NEMI, CASO DE SANCTIS E PENTIMA PIZZUTA: IL COMUNE EMETTE LE ORDINANZE

Caso Gino De Sanctis: ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni

Caso Pentima Pizzuta: nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

[ORDINANZA – DE SANCTIS GINO – Demolizione e Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

[ORDINANZA – RENZO CAVATERRA – Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

 

Angelo Parca

Il responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha firmato due ordinanze molto importanti su fatti che abbiamo seguito in questi ultimi mesi e per uno presentato un esposto in Procura. Le ordinanze riguardano il caso di Gino De Sanctis e le sue strutture abusive e il caso dello sbancamento a Pentima Pizzuta.  Il primo atto di cui si parlava redatto del Comune di Nemi, riguarda l’ordinanza di demolizione e rimessa in ripristino dei luoghi a carico del signor Gino de Sanctis. Insomma a sue spese ed entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza, Gino De Sanctis dovrà demolire le opere abusive costruite e “ripristinare lo stato dei luoghi”.   Qualora non provvedesse nei termini sopraindicati, l’Amministrazione comunale dovrà provvedere direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando a De Sanctis l’importo di duemila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre allo stesso le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori. De Sanctis dovrà demolire un manufatto destinato a ricovero di animali, costituito da otto pilastrini in legno e tamponato in parte con pannelli in trucioli di legno della superficie coperta di ml 5,50 x 4,00 ed avente una altezza media di mt. 3 e un altro manufatto sempre destinato al ricovero di animali costituito da pilastrini in legno e tamponato per metà da tavolato in legno della superficie coperta di ml. 8,00 x 3,50 ed avente una altezza media di ml. 2,5. Mentre ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni. La curiosità sorge dal fatto che anche questa struttura, così come le due stalle, ricade su un terreno con vincoli:  Paesaggistico-ambientale, sismico, archeologico nonché è inserito all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani. Dunque, probabilmente, l’attenzione dell’Ufficio Tecnico (che ha redatto l’ordinanza) si è concentrata maggiormente sulle stalle, anche se di fatto c’è un’altra struttura di simile adibita al "mangereccio” che potrebbe essere passata inosservata.

Per quanto riguarda Pentima Pizzuta si legge nell’ordinanza che “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta.  Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti e ordinato a Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della presente ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori.

L’osservatore lazialecontinuerà a vigilare sulle due vicende. Torneremo sull’argomento non appena vedremo che ai pezzi di carta del Comune saranno seguiti dei fatti. Inoltre, riguardo Pentima Pizzuta, augurandoci che venga ripristinato lo stato dei luoghi, ricordiamo che c’è anche un’altra facoltà che potrebbe mettere in atto il Comune. E cioè, nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

tabella PRECEDENTI CASO GINO DE SANCTIS:

07/09/2012 NEMI CASO DE SANCTIS, SEQUESTRATE DUE STALLE ABUSIVE…. E SI ATTENDE L'ESITO DELLA VERIFICA "ARCHEOLOGICA"
17/08/2012 NEMI SITO TEMPIO DI DIANA, CI MANCAVA IL "RALLY ARCHEOLOGICO". QUATTRO GIORNI E PARTE L'ESPOSTO DE L'OSSERVATORE LAZIALE
13/08/2012 NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO
12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA

 

tabella PRECEDENTI CASO PENTIMA PIZZUTA:

12/09/2012 NEMI, SBANCAMENTO PENTIMA PIZZUTA: SEQUESTRATA L'INTERA AREA
10/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, SI STRINGE ANCORA DI PIU' LA MORSA DEI VINCOLI
09/09/2012 NEMI, A PENTIMA PIZZUTA C'E' IL DOPPIO VINCOLO E INTANTO PICCOLI SCAVI CRESCONO E SI MOLTIPLICANO
07/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, INIZIATI I CONTROLLI DELLE FORZE DELL'ORDINE
06/09/2012 NEMI, “INSIEME PER NEMI”CHIEDE SPIEGAZIONI SUI “SOVRUMANI SILENZI”
05/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, VAIRO CANTERANI AL SINDACO BERTUCCI: "DAI PROVA DI PRESENZA E ROMPI QUESTO SILENZIO"
02/09/2012 NEMI, IL GRIDO DI UN SILENZIO ASSORDANTE AVVOLGE PENTIMA PIZZUTA. CHE STA SUCCEDENDO?
04/06/2012 NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?