Rosarno: scoperto bunker della ndrangheta

ROSARNO (RC) – Un bunker di oltre 20 metri quadrati realizzato in muratura nel sottosuolo delle campagne di Rosarno, in contrada Bosco, ad una profondità di circa due metri, è stato scoperto, nella giornata di ieri, dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria impegnati nella ricerca di latitanti.

Al bunker si accede da una botola in cemento che si apre a scomparsa scorrendo su appositi binari a circa mezzo metro al di sotto dalla superficie. Dalla botola, attraverso un pozzo verticale, si entra in un cunicolo-corridoio lungo circa nove metri che conduce alla stanza bunker munita di illuminazione elettrica, letti, cucina e bagno.

La struttura, completamente interrata e mimetizzata da una superficie uniforme con lo stato naturale dei luoghi circostanti, era sorvegliata da alcune microtelecamere esterne nascoste nelle vicinanze. Gli investigatori della sezione criminalità organizzata e catturandi della Squadra Mobile di Reggio Calabria ritengono che il bunker sia stato utilizzato dai latitanti delle cosche della `ndrangheta di Rosarno.

I tecnici del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Reggio Calabria hanno effettuato accurati accertamenti alla ricerca di tracce utili alle indagini. Al bunker, che è stato sequestrato dalla Squadra Mobile, sono stati apposti i sigilli. Della scoperta del bunker è  stata informata la Direzione Distrettuale di Reggio Calabria che coordina le inchieste di criminalità organizzata e della cattura dei latitanti e la Procura della Repubblica di Palmi competente per territorio.




Rosarno, migranti picchiati per odio: un arresto

ROSARNO (RC) – Volontà di discriminazione ed odio razziale: sono gli elementi che avrebbero indotto un giovane di 25 anni, Roman Nasso, a picchiare, in concorso con tre minori, giovani extracomunitari di origine africana ospiti della tendopoli di San Ferdinando.

Nasso é stato posto agli arresti domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica, con l’accusa di percosse e lesioni personali, con l’aggravante di aver commesso il fatto per finalità di discriminazione ed odio razziale. Gli episodi contestati a Nasso sono decine. La posizione dei tre ragazzi presunti complici di Nasso é al vaglio della Procura della Repubblica per i minorenni di Reggio Calabria. I pestaggi provocarono anche manifestazioni di protesta da parte della comunità di migranti di Rosarno, culminate con la pacifica occupazione di una strada. Roman Nasso, di origini russe, vive con una famiglia italiana residente a Rosarno che lo ha adottato.




ROSARNO, MIGRANTE ACCOLTELLA CARABINIERE: LUI REAGISCE, SPARA E LO UCCIDE

Redazione
 
San Ferdinando (Reggio Calabria) – Un immigrato ha accoltellato un carabiniere che ha reagito sparandogli con la pistola di ordinanza, uccidendolo. E' successo nella tendopoli di San Ferdinando, che nel periodo invernale ospita migliaia di extracomunitari impegnati nella raccolta delle arance nella piana di Gioia Tauro.

Il militare è intervenuto insieme ad un collega per sedare una lite tra due extracomunitari. Uno ha estratto un coltello e lo ha ferito ed il militare ha reagito. Sul posto è intervenuto il procuratore della Repubblica di Palmi Ottavio Sferlazza ed i vertici del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria. Secondo una prima ricostruzione, sembra che i due extracomunitari stessero litigando perché uno aveva cercato di derubare l'altro. Quando i carabinieri sono intervenuti per cercare di riportare la calma, uno dei due extracomunitari ha dato in escandescenze tirando fuori un coltello e aggredendo il militare, che è rimasto ferito e poi ha sparato un colpo che ha ucciso l'uomo.

"Il carabiniere che ha ucciso l'immigrato dovrà essere iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto a garanzia dei diritti della difesa, in relazione all'autopsia che sarà eseguita sul corpo della vittima, ma il quadro che si delinea é di una legittima difesa da parte del militare". Lo detto all'ANSA il Procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza, in relazione all'episodio accaduto nella tendopoli di San Ferdinando, dove un carabiniere ha ucciso con un colpo di pistola un immigrato del Mali, Sekine Traore, di 27 anni, che lo aveva aggredito ferendolo con una coltellata alla testa. "C'é stato da parte dell'immigrato, secondo la nostra ricostruzione basata sulle testimonianze delle persone presenti – ha aggiunto il Procuratore – un atteggiamento inizialmente intimidatorio nei confronti del carabiniere e poi concretamente aggressivo, con una coltellata che ha raggiunto il militare al volto. Il carabiniere ha anche tentato inutilmente di ricondurre l'immigrato alla calma".