ROMA, CANDIDATI A SINDACO DA RUTELLI: BERTOLASO IL GRANDE ASSENTE

Red. Politica

Roma – Presenti quasi tutti i candidati alla corsa per il Campidoglio che erano stati annunciati all’iniziativa di Francesco Rutelli “La prossima Roma”, che si è svolta durante la mattinata di sabato 20 febbraio 2016 all’Auditorium della Conciliazione.

Tutti tranne Guido Bertolaso, candidato del centrodestra, che spiega: "avevo altri impegni" e lancia il suo #tolleranzaZero contro il degrado. Secondo quanto ricostruito da Repubblica sulla partecipazione all’iniziativa di Rutelli, Bertolaso avrebbe avuto uno scambio di battute con la leader di Fdi Giorgia Meloni, che gli avrebbe suggerito di non partecipare alla kermesse rutelliana. Un suggerimento al quale Bertolaso avrebbe risposto ricordando di essere un uomo libero e di avere la libertà di andare dove ritiene opportuno.

L'ex sindaco Rutelli intanto precisa di non avere intenzione di candidarsi ma bensì di "dare una mano come volontario" anche se non esclude l'idea di una lista civica. "La città o declina o torna a galoppare", ha detto dal palco della sua kermesse dove erano presenti Giachetti, Morassut, Fassina, Marchini, Mascia, Pedica.

"Ho apprezzato l’iniziativa di Rutelli – ha dichiarato Donato Robilotta Coordinatore dei Socialisti Riformisti già consigliere in Regione Lazio – e alcune delle cose che ha detto ma sul fatto che oggi il Sindaco di Roma Capitale, grazie alla legge 42 del 2009 e ai relativi decreti legislativi, abbia più poteri di ieri non sono affatto d’accordo con lui. Quella norma – prosegue Robilotta – ha tratto in inganno molti, ma nella sostanza è servita solo a cambiare la carta intestata del Campidoglio ma non ha dato una sola competenza al Sindaco della Capitale, che ha le stesse competenze di un Sindaco di un piccolissimo comune. Lo Stato pensava di assegnare alla Capitale, con legge ordinaria, competenze che la Costituzione mette in capo alla Regione, e che quindi non poteva trasferire. E siccome la Regione si è guardata bene dal trasferire queste competenze speciali, né la legge dello Stato glie lo poteva imporre, la conclusione ad oggi è che nonostante il cambio di nome la Capitale è un semplice comune. Anzi con il patto di stabilità, i vincoli di bilancio e il divieto di nuovi indebitamenti il Sindaco della Capitale ha oggi meno poteri di ieri. Né la situazione è cambiata con la istituzione della Città Metropolitana che oggi ha meno competenze della vecchia Provincia di Roma, tanto che i cittadini ne ignorano l’esistenza, e si avvia a diventare uno dei tanti enti inutili. Ecco dunque – ha concluso il coordinatore – che si impone una discussione sull’assetto istituzionale di Roma che deve avere una norma speciale per diventare una città regione come Berlino, con i relativi finanziamenti aggiuntivi per le funzioni che svolge come Capitale, se vogliamo sul serio darle lo stesso rango che hanno le altre capitali europee".