Roma, San Camillo: 8 arresti per corruzione falso e truffa

Rilevanti irregolarità nell’esecuzione dei lavori inerenti i padiglioni “Casa Accoglienza” e “Marchiafava” dell’Azienda Ospedaliera “San Camillo-Forlanini”, che hanno portato a pericolosi cedimenti strutturali verificatisi nel mese di Agosto 2016. I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Trastevere hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Roma,  nei confronti di otto indagati, a conclusione di approfondite indagini.

Gli accertamenti dei militari hanno fatto emergere un arbitrario esercizio dei poteri pubblici rivestiti, utilizzati nell’esclusivo interesse delle ditte esecutrici dell’opera, con la consapevole e quotidiana omissione dell’esercizio dei poteri e doveri di controllo, culminata, in più circostanze, con la volontaria falsificazione di atti riguardanti certificazioni di costi sostenuti per realizzare i lavori.

Sulla base di quanto ricostruito, il “prezzo” di tali falsificazioni si è materializzato in più circostanze con la corresponsione, a dipendenti pubblici, di somme ingiustificate di denaro, mascherate sotto forma di retribuzione da lavoro dipendente.

Due indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, quattro indagati sono stati colpiti dalla misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale e altri due indagati sono stati colpiti dalla misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio.

I reati contestati sono truffa, frode nelle pubbliche forniture, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, crollo di costruzioni, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, appropriazione indebita, turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio e omissione di atti d’ufficio.




Roma San Camillo, Assotutela: “Ancora uno scorpione tra i reparti”

ROMA – Ancora denunce di malasanità a Roma.  “Dopo la segnalazione, avanzata da questa associazione lo scorso novembre, in merito alla avvistamento di scorpioni all’interno del grande ospedale romano, siamo ancora una volta a denunciare la presenza del pericolo animale all’interno dei reparti”. Questa la situazione attuale del San Camillo di Roma, in via Gianicolense, denunciata da Michel Emi Maritato, Presidente di AssoTutela, che oggi ha scattato la foto di uno scorpione nel nosocomio. “Si tratta di una realtà assai preoccupante che segue tante altre segnalazioni di animali in diversi quartieri di Roma, ridotta sempre più ad uno zoo capitale, dove a farla da padrone sono purtroppo degrado e sporcizia, luoghi che per certe tipologie di animali rappresentano senz’altro “una isola felice” per riprodursi”, conclude Michel Maritato




Roma, San Camillo: sfrattato il servizio psichiatrico, malati in crisi


Red. Cronaca

 
ROMA
– “Dalle stelle alle stalle. Il servizio psichiatrico di diagnosi e cura, trasferito dal Forlanini al San Camillo, causa chiusura dell’ospedale da parte della Regione Lazio, sta per essere ulteriormente smembrato, subendo un drastico taglio dei servizi, con gravi disagi per le persone assistite e per le loro famiglie”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che si interroga: “Vorremmo sapere da chi è partita l’insana decisione, che porterà alla probabile chiusura del centro disturbi della personalità, in cui sono assistiti pazienti che potrebbero sperare in un parziale recupero delle condizioni di salute e che con tale depotenziamento subirebbero conseguenze nefaste sulla propria qualità di vita. La cosa che sorprende è il totale silenzio sulla vicenda. Da parte della direzione generale del San Camillo non ci sono reazioni ma forse proprio da lì deve essere partito tutto. La situazione passa in secondo piano nella sanità di Zingaretti, dove da una parte si tagliano servizi e prestazioni, dall’altra si dà vita a una pomposa propaganda fatta di improbabili inaugurazioni che non hanno migliorato in nessun senso l’assistenza per i cittadini. Su tutto, il continuo depotenziamento dei servizi psichiatrici della Regione Lazio, con gravi disagi per i malati e le famiglie”, chiosa Maritato.   
 




ROMA, OSPEDALI SAN CAMILLO E FORLANINI: E' CAOS!

Redazione
Roma – Contro la possibilità, oramai è un dato di fatto, che la Regione Lazio voglia alienare il Forlanini, ospedale dismesso per ripianare il deficit e uscire dal commissariamento, si pronuncia il segretario Territoriale di Roma della FSI – Federazione Sindacati Indipendenti Giovanni Ronchi: “Come organizzazione sindacale, non abbiamo nulla in contrario sulle azioni che il presidente Zingaretti vuol mettere in atto per ripianare il deficit e mettere fine a sette anni di gestione commissariale. Ci chiediamo però, se le proposte di alienazione o qualunque altro progetto, considerato che non abbiamo avuto finora il piacere di conoscerne i piani, siano suffragate da una programmazione generale ben definita, considerato soprattutto l’attuale stato confusionale, dal punto di vista della funzionalità organizzativa, in cui versa l’Ospedale San Camillo.
Le evidenti e conosciute problematiche legate al Pronto Soccorso del San Camillo, tempi di attesa lunghissimi per i codici verdi, con centinaia di persone accalcate in uno spazio limitato, personale infermieristico e medico preso a male parole e aggredito fisicamente mentre lavorano tra mille difficoltà, la carenza di posti letto nell’Azienda che non permette un rapido ricovero per coloro che hanno questa necessità e il protrarsi delle lunghe liste d’attesa per gli interventi in elezione,  ci fanno capire il momento insostenibile che si vive in quest’ Azienda Sanitaria tra le più importanti e qualificate del Lazio. Senza menzionare le grandi difficoltà che tutto il personale sta vivendo con gli accorpamenti dei reparti, spesso frutto illogico dell’emergenza.

Noi ci domandiamo per quale motivo l’Ospedale Forlanini sia stato dismesso completamente, quando era necessario trovare spazi vitali.
Il Forlanini, – continua Ronchi – collocato nel territorio tra i quartieri Monteverde e Portuense, in una zona nella quale tra i residenti c’è un’alta incidenza di cittadini rappresentanti della terza età, non potrebbe essere utilizzato come RSA, reparti di lungodegenza e/o riabilitazione, addirittura come Casa della Salute, alle cui realizzazioni ora la Regione sta puntando con forza? Siamo convinti che i costi per la ristrutturazione dell’ex ospedale – continua il segretario – colpevolmente abbandonato negli anni dalle istituzioni e lasciato degradare, potrebbero essere ammortizzati col tempo, rescindendo tra le altre cose, i contratti onerosi che, ad esempio, la Asl Roma D ha sottoscritto con i privati e con la stessa Croce rossa provinciale in via Ramazzini per l’affitto di locali destinati ad ambulatori e uffici. Senza considerare poi che, nonostante la farsa della chiusura, con tanto di sbarre nei corridoi della direzione del Forlanini, all’interno dell’edificio ci siano ancora reparti e servizi di rilevante importanza. Si potrebbe inoltre attingere ai fondi reperiti dallo stesso Zingaretti, ex art. 20 legge 67/88 destinati all’edilizia sanitaria, sulla cui ripartizione ha deciso in piena solitudine il presidente con i suoi collaboratori, senza concordare un provvedimento tanto importante con le parti sociali”, conclude il segretario FSI.
 




SANITA’ LAZIO, SANTORI: “PRONTO SOCCORSO ALLO SBARAGLIO. SCENE DI ORDINARIA FOLLIA”

Redazione
Regione Lazio
– I numeri ufficiali dei pazienti in attesa o buttati sui corridoi parlano chiaro. Mercoledì al San Camillo 130 in attesa con 12 ambulanze bloccate, oggi la musica non cambia al Sant’Eugenio 125, Torvergata 125 e all’Umberto I picchi di 160 persone in attesa con numerose ambulanze bloccate
“I pronto soccorso della Regione Lazio stanno esplodendo e a un anno dall’apertura dell’inchiesta della Magistratura di Roma a seguito dell’esposto presentato alla Procura di Roma per denunciare le gravi condizioni subite da operatori e pazienti nei vari Pronto Soccorso della Capitale e del Lazio, e per il quale l’amministrazione Zingaretti non risparmiò smentite e minacce di querela, ci ritroviamo nuovamente a costatare che l’emergenza invece di appianarsi si è seriamente acutizzata in piena violazione delle norme in materia di salute e sicurezza del lavoro e del diritto alla salute del cittadino sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana” così Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e componente della commissione Salute.

"I numeri parlano chiaro. Monitorando sul sito www.regione.lazio.it alla sezione Pronto Soccorso – Accessi in tempo reale la situazione alle ore 19:15 del  7 gennaio e alle ore 10:43 di oggi relativa al totale dei pazienti in attesa, in trattamento, in attesa di ricovero o trasferimento, in osservazione  breve o intensiva, ci si rende conto che le dinamiche non sono cambiate: al Policlinico Tor Vergata  il totale risulta rispettivamente 125  –  111, al Sant’Andrea     87   –  102, all’ Umberto I   130 – 136, al Gemelli  100 – 90, al San Camillo Forlanini 110 – 105, al Sant’Eugenio 125 – 103, al Sandro Pertini 97 – 96, al Policlinico Casilino 80 – 57. Non va meglio per i nosocomi del Lazio: allo Spaziani di Frosinone 63 – 51, al Santa Maria Goretti di Latina 88 – 84, al San Giovanni Evangelista di Tivoli 43 – 38, all’Ospedali Riuniti di Anzio 39 – 44,  al Belcolle di Viterbo 37 – 48.

Questi dati sono la dimostrazione evidente che il Piano di Riordino della Rete Ospedaliera imposto dal Presidente Zingaretti a tavolino senza consultare gli operatori sanitari né alcun addetto ai lavori e calpestando le prerogative del Consiglio regionale e della Commissione Salute, non solo non ha portato all’abbattimento delle liste d’attesa e al tanto agognato rilancio della sanità laziale, essendo i pronto soccorso inidonei a contenere in maniera adeguata l’afflusso dei pazienti lasciati nel degrado e costretti a sopportare condizioni di promiscuità in cui viene lesa ogni dignità umana, ma con il consistente taglio dei posti letto, 237 in meno solo a Roma , e il flop delle Case della Salute, costato ai cittadini milioni di euro, ha mantenuto disservizi, ritardi e sprechi delle risorse pubbliche il tutto sempre e solo sulla pelle dei cittadini” conclude Santori.
 




ROMA, OSPEDALE SAN CAMILLO: OCCUPATA LA DIREZIONE GENERALE

Redazione

Roma – “Siamo stanchi di promesse”, dichiara Giuseppe Nardo delegato USB e componente della RSU aziendale, “nonostante la chiusura estiva di circa 70 posti letto, mai riaperti, il personale continua a diminuire e non siamo più in grado di garantire l’assistenza”  “Le continue aggressioni del personale di Pronto Soccorso sono la prova che il sistema non funziona” prosegue Nardo, “ieri in pronto soccorso c’erano 123 persone di cui 58 in attesa di ricovero e 15 macchine ARES in attesa delle barelle, è una trincea”.
“Oggi la situazione si è ulteriormente complicata quando ci siamo accorti che la Direzione aveva disposto il montaggio dei letti nei corridoi dei reparti per ricoverare i pazienti in attesa ed abbiamo cercato risposte concrete contro questa emergenza che lede i diritti dei malati ed espone il personale a rischi maggiori,” conclude il sindacalista, “ma di fronte alla latitanza della Direzione Generale abbiamo deciso di alzare i livelli di lotta per costringere questa amministrazione e la Regione Lazio ad assumere personale ed adeguare i posti letto alle necessità di ricovero dei pazienti.”

 




ROMA, ASSOTUTELA: "SAN CAMILLO RESTYLING DI FACCIATA"

Redazione

Roma – “Nell’ospedale restaurato le prestazioni calano vertiginosamente. I cittadini si tengono lontani dal San Camillo. Lo dicono le statistiche degli ultimi anni: le percentuali di prestazioni ambulatoriali vanno sempre più giù”. Lo sostiene il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, illustrando i risultati di una recente visita nel grande nosocomio romano. “Il San Camillo è come una signora che si è rifatta il trucco senza prima lavarsi – dichiara il presidente – ai padiglioni restaurati di fresco, fanno da contraltare viali dissestati, pieni di buche e avvallamenti, rattoppi alla meno peggio. Sono numerosissime le denunce dei visitatori infortunati inviate in direzione. Poi l’assedio delle macchine buttate dovunque, in modo disordinato, senza alcuna indicazione sulle direzioni di marcia: in ospedale entra chiunque. Non aiuta neanche il continuo intervento del carro attrezzi che rimuove quelle in divieto di sosta, ovvero la maggior parte. Un girone infernale, con conseguenze immaginabili per la sicurezza dei pedoni e la qualità dell’aria, considerato che per edificare nuovi padiglioni e servizi, sono stati abbattuti – tra il 1998 e il 2012 – più di 500 alberi e un ettaro di verde è stato cancellato. Poi la mancanza di indicazioni corrette e visibili per individuare i reparti. Anni fa furono stanziati 91 mila euro per la segnaletica ma non si conosce la fine che hanno fatto i fondi e i sospirati cartelli. Peccato – chiosa il presidente – vedere il declino di un polo di eccellenza che un tempo costituiva la più grande azienda sanitaria europea”. 
 




ROMA, ASSOTUTELA: “SAN CAMILLO SENZA INFERMIERI, RECLUTA MEDIATORI CULTURALI”

Redazione

Roma – “Cosa c’entrano 11 mediatori culturali per ‘l’ospedale culturalmente competente’, un esperto in ‘Fondi Solid’- risorse Ue stanziate per la solidarietà, la gestione dei flussi migratori e la formazione degli immigrati presenti in Italia – e ancora, un esperto per l’accesso ai servizi e l’integrazione dei migranti, attraverso finanziamenti europei e del ministero dell’Interno con l’assistenza di eccellenza e di alta specializzazione di una grande Azienda ospedaliera romana?”. Se lo chiede il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che commenta “le bizzarrie del direttore generale Aldo Morrone, che nel corso del suo mandato al San Camillo Forlanini ha costellato il sito aziendale di avvisi di procedure comparative, con conseguente impiego di co.co.co e professionisti reclutati in base alle previsioni del codice civile (articolo 2222), da impiegare nei più svariati compiti che poco hanno a che vedere con la mission aziendale. Il direttore – continua Maritato – ha così aggirato il blocco delle assunzioni, che tante difficoltà crea nella sanità regionale, ricorrendo a incarichi temporanei sulla cui utilità, rispetto alle finalità del Servizio sanitario regionale, abbiamo più di un motivo di dubitare”. Il presidente stigmatizza inoltre il ricorso a numerosi consulenti inseriti nello staff di direzione. “Morrone si è circondato di figure professionali di sua fiducia, le cui delibere di incarico riportano delle motivazioni ridicole e la cui retribuzione, pari a 120 mila euro annui in media, sono un vero insulto in una sanità ridotta ai minimi termini. Si pensi – conclude il presidente – che il San Camillo, causa ferie ha chiuso alcuni reparti, come ad esempio l’Ortopedia e molti altri per carenza di infermieri, con gravi ripercussioni sul diritto alla salute dei cittadini”.   




DOMINICI (UIL FPL ROMA) : “AL SAN CAMILLO SITUAZIONE INSOSTENIBILE. INTERVENGA LA REGIONE”.

Redazione

Roma – Nulla è stato fatto nell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini nonostante la nostra segnalazione in merito alla lettera  del Direttore del servizio di Anestesia e rianimazione e Terapia del Dolore e Direttore f.f. del servizio di Anestesia e Rianimazione 1 nella quale si denunciano sia presunti favoritismi personali non accettabili sul piano organizzativo dell’azienda, a partire dall’affidamento di tutta l’attività di urgenza al Responsabile del CR1, sia l’utilizzo di anestesisti provenienti da altre strutture ospedaliere. Lo dichiara in una nota il Segretario Organizzativo della Uil Fpl di Roma Paolo Dominici. Abbiamo anche ulteriori prove, sempre a firma del Direttore, secondo il quale nei giorni 3,5 e 7 Maggio 2013 in occasione di interventi chirurgici d’urgenza pediatrica sono stati chiamati ed intervenuti anestesisti reperibili del policlinico A.Gemelli. Se anche questo corrispondesse al vero – prosegue Dominici – l’intervento di questi anestesisti, attraverso l’istituto della Reperibilità, può esporre a maggior rischio i bambini da sottoporre ad intervento chirurgico urgente, lede la dignità professionale e personale di tutti gli anestesisti-rianimatori del Sar1 in grado di soddisfare le esigenze di tutte le UO di Chirurgia che afferiscono al DEA e l’immagine dell’azienda che ha sempre avuto caratteristiche di rilievo nazionale e non ha nessuna necessità di assistenza anestesiologica da parte di altre strutture. La Uil fpl di Roma – conclude Dominici – chiede un intervento immediato della Regione Lazio per far luce su questa situazione, che a nostro avviso determina anche un notevole spreco di danaro pubblico. Vogliamo sapere se avviene realmente tutto ciò, visto che dalla Direzione Generale si nega tutto, mentre a noi ci risulta che presso i locali del CR1 è stata affissa una disposizione nella quale si evince chiaramente l’obbligo di far intervenire gli anestesisti del Policlinico Gemelli prima di iniziare l’atto anestesiologico.




SAN CAMILLO PAZIENTI A TERRA, MORRONE STEMPERA: "ENTRO DUE MESI 19 POSTI LETTO IN PIU'"

Redazione

Alcune fotografie shock scattate all'ospedale San Camillo di Roma mostrano malati distesi su materassi in terra, pazienti cui viene praticato il massaggio cardiaco sul pavimento, decine di barelle in stanze che ne possono contenere molte meno. E' la situazione denunciata dal Pd. Ma il direttore generale della struttura, Aldo Morrone, stempera parlando sì di spazi insufficienti ma non di degrado e annuncia nuovi 19 posti letto al Pronto soccorso.

Portavoce della denuncia è il consigliere della Regione Lazio e senatore del Pd, Esterino Montino, per il quale "è stato superato il limite della vergogna", e che invoca "l' intervento della Regione Lazio, prima che lo faccia la magistratura".

Montino ha incontrato i medici della struttura, in agitazione da giorni per denunciare condizioni intollerabili in cui da mesi sono costretti ad operare, pericolose per la salute dei pazienti. Se non saranno presi provvedimenti immediati, i dottori hanno annunciato che presenteranno a breve una denuncia alla Procura della Repubblica per interruzione di servizio pubblico d'emergenza, omissione di atti d'ufficio e disastro colposo.

Ma il direttore generale dell'ospedale, Aldo Morrone, pur ammettendo che gli spazi del Pronto Soccorso sono insufficienti per l'utenza, ridottasi numericamente ma aumentata nei codici rossi (le persone in pericolo di vita da visitare subito), getta acqua sul fuoco. Morrone annuncia che entro due mesi sarà pronto un nuovo spazio con 19 posti letto supplementari, cui si aggiungono i 17 letti predisposti per i rifugiati libici.