Da Roma a San Cesareo, spaccio e minacce: sgominata banda, in manette anche De Witt

ROMA – La sezione antidroga della Squadra Mobile di Roma, su richiesta del pm del gruppo reati contro il patrimonio e stupefacenti, ha smantellato una presunta organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti nella Capitale arrestando sei persone.

L’indagine, durata sei mesi tra il 2016 ed il 2017, ha consentito di identificare la presunta banda che operava nei quartieri di Ponte di Nona, Centocelle, Prenestino, Valle Martella e nella zona di San Cesareo alle porte di Roma.

Al vertice del sodalizio, secondo gli investigatori, Claudio De Witt, noto appartenente alla criminalità romana. L’operazione è stata denominata “Amico mio”, dal modo di salutarsi che lo stesso De Witt aveva con i suoi interlocutori ai quali si rivolgeva eseguendo un fischio caratteristico seguito dalla frase. De Witt, che secondo le indagini custodiva e stupefacenti in diversi punti della zona sud della capitale.




San Cesareo, rapina con sparatoria: in magazzino slot machine

SAN CESAREO (RM) – Una rapina con sparatoria si è consumata la scorsa sera a San Cesareo. Un commando di quattro banditi, armati di pistola, ha fatto irruzione in un magazzino di noleggi, installazione e incassi di slot machine e si è fatto consegnare il denaro. Nel corso della rapina alcuni dipendenti sono riusciti a nascondersi e a lanciare l’allarme al 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di San Cesareo e del nucleo radiomobile di Palestrina. All’arrivo dei militari ne sarebbe nato un conflitto a fuoco con i rapinatori che hanno sparato per primi per aprirsi una via di fuga. I banditi hanno tentato la fuga in auto, ma sono stati bloccati. Due dei quattro rapinatori sono rimasti feriti e sono stati trasportati negli ospedali di Tor Vergata e di Palestrina. Un terzo uomo è stato fermato mentre uno dei banditi è riuscito a fuggire a piedi nelle campagne. Recuperati l’incasso rubato e le armi.




SAN CESAREO, USURA ED ESTORSIONE: ARRESTATE DUE PERSONE

Red. Cronache
San Cesareo (RM)
– I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Palestrina nelle prime ore della mattinata hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere – emesse dal GIP del Tribunale di Tivoli su richiesta della locale Procura – nei confronti di due soggetti italiani di cui uno di origine campana  36enne, con precedenti penali, e l’altro di origine prenestina, di 29 anni, imprenditore, poiché ritenuti responsabili del reato di estorsione in concorso, usura e lesioni personali.

L’attività di indagine prende le mosse lo scorso agosto dalla denuncia ai Carabinieri di Palestrina di un imprenditore edile della provincia di Roma. In quell’occasione l’uomo riferiva del debito usuraio che si era visto costretto ad assumere suo malgrado nel corso del tempo, per far fronte a difficoltà economiche nella gestione dell’impresa. Dagli accertamenti condotti dai Carabinieri è emerso che la vittima era stata avvicinata da uno dei due destinatari del provvedimento restrittivo eseguito oggi, che si rendeva disponibile a offrire denaro in prestito a un tasso ritenuto “ragionevole”. L’imprenditore, che aveva trovato le “porte chiuse” nel circuito legale del credito, pur di pagare gli operai e i fornitori si vedeva offrire una ingente somma di denaro trovandosi però costretto ad accettare interessi altissimi. Nel corso del tempo all’uomo, che non riusciva a soddisfare le pretese dei suoi aguzzini, veniva tolta dapprima la macchina di grossa cilindrata della moglie e successivamente l’autocarro intestato alla società.

Successivamente la vittima ha cominciato a versare mensilmente denaro per coprire gli interessi usurai: a oggi lo sventurato impresario ha versato quattro volte l’intera somma ricevuta in prestito ma senza riuscire ancora a vedere ridotto  il capitale iniziale del debito. L’imprenditore, completamente strozzato, è stato più volte aggredito, intimidito e vessato, al punto da vedersi costretto a vendere parte dei suoi beni strumentali per fare fronte al debito; in una circostanza  è stato letteralmente prelevato e condotto in un’area di servizio autostradale, dove è stato pesantemente picchiato e intimidito, tanto da dover ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale di Palestrina. Addirittura, nonostante le oggettive difficoltà dell’imprenditore di fare fronte al debito, gli aguzzini lo hanno esortato a costringere la moglie all’attività di prostituzione sino all’intera restituzione della somma concessa. Il modus operandi degli arrestati era particolarmente  opprimente.

La pressione veniva esercitata non solo nei riguardi dell’imprenditore ma anche dei suoi congiunti: i soggetti sovente si presentavano nei pressi della scuola dei suoi figli, arrivando a intimidire persino la moglie. Le incursioni  a casa del nucleo familiare erano quasi quotidiane, le telefonate erano ossessive, così come poi efficacemente ricostruito dalle  certosine  indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Palestrina. Le investigazioni hanno appurato che il denaro arrivava agli arrestati per il tramite di conti correnti di società riconducibili a soggetti vicini agli usurai. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte dei Carabinieri di Palestrina per fare piena luce sul fenomeno usuraio nel territorio dei comuni a sud di Roma e in particolare a San Cesareo.
 




SAN CESAREO: BLOCCATI I LAVORI DEL COMPLESSO PARROCCHIALE SAN GIUSEPPE

Redazione

San Cesareo (RM)
– Dopo proteste, presidi, memorie, lettere ed esposti, convegni, incontri e una costante informazione verso i cittadini, il Comitato di Difesa del Territorio raggiunge oggi un obiettivo importante per il quale ha lottato tanto, da lungo tempo e con molta energia. La difesa di quello che dovrebbe essere un patrimonio nazionale, cercando di allontanare progetti di edilizia di “pubblico interesse” e privata che avrebbero gravato sull'area della villa imperiale di epoca Romana che fu di Cesare e successivamente di Massenzio a San Cesareo.

"Una vittoria che non è solo degli appartenenti al Comitato ma una vittoria di tutti – commentano a caldo dal Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani – e soprattutto della cultura italiana e di quanti credono nella tutela e la valorizzazione di quelli che sono i veri beni di questo Paese. La ricchezza vera della comunità che, se utilizzata, può essere una strada per un rilancio economico diverso. Arriva oggi finalmente il parere negativo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, in riferimento alla realizzazione del complesso Parrocchiale di San Giuseppe. L’intervento andrebbe infatti a ricadere in area tutelata per legge. – proseguono nelle dichiarazioni – Viene tra l'altro imposta una fascia di rispetto di 100 metri intorno ai ritrovamenti. Vengono inoltre imposti saggi e scavi preventivi prima di ogni eventuale ed ipotetica autorizzazione alla costruzione di nuovi manufatti".

Le motivazioni dei vincoli imposti risiedono nel fatto che l’intervento comporterebbe un rilevante impatto paesaggistico negativo rispetto al contesto interessato. A sottolineare l'inedificabilità di opere su tali reperti, arriva anche la nota della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio che, facendo proprie le motivazioni del diniego della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, esprime, anch’essa, parere negativo.

"Si nota con piacere anche la risposta della Soprintendenza alla lettera che il Comitato, in data 22/12/2014, ha indirizzato al Ministro Franceschini e collaboratori. – Dichiarano ancora dal Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani – Nella missiva a firma della Dott.ssa Calandra, soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio, in cui si ribadisce il diniego ufficiale all’autorizzazione per la realizzazione del complesso Parrocchiale, si legge anche un impegno formale relativo alla richiesta di un finanziamento per la salvaguardia dei resti. Raggiungere questo risultato non è stato facile e la battaglia non è ancora finita. Giunge oggi un'apertura al dialogo da parte del Comune di San Cesareo verso le proposte del Comitato. Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno, anche se in realtà un dialogo lo si cerca dal lontano 2013. Lo scopo era quello di creare un percorso più partecipato, così da giungere a delle soluzioni e ad una progettualità capace di guardare a lungo raggio, al futuro, e non solamente ad un miope interesse immediato. Intanto però, il Comitato non può fare a meno di notare che ancora non arrivano da parte delle istituzioni interessate e dal Comune stesso, risposte a delle formali richieste formulate nei termini di legge. Il percorso quindi non è ancora concluso. Resta da colmare il vuoto di un vincolo indiretto, imposto per legge, ma non ancora apposto; resta da verificare il definitivo ritiro del progetto riguardante la lottizzazione privata; resta la salvaguardia e la messa in sicurezza di ciò che rimane degli incredibili mosaici rinvenuti, valutarne il reale stato di conservazione o di abbandono e di conseguenza capire i costi per una loro riqualificazione. Vanno inoltre identificate le responsabilità che hanno portato alla perdita di un capitale storico come i mosaici stessi, nel caso risultino deteriorati. Va immaginata inoltre la creazione e la realizzazione di un progetto condiviso e compartecipato con i cittadini, che veda finalmente il complesso imperiale come polo di interesse  culturale, storico ed artistico, in grado di restituire lavoro, dignità e valore al territorio". Concludono.

 




SAN CESAREO, VILLA DI CESARE E MASSENZIO: LA CONFERENZA DEI SERVIZI… FANTASMA

Redazione

San Cesareo (RM) – “Dopo aver stabilito, in occasione della prima seduta conferenza dei servizi tenutasi il 23 settembre 2014, l’esigenza di fornire la documentazione integrativa ed aver fissato la seduta conclusiva con il termine di 45 giorni dall’esito della prima,  dopo aver spostato, a causa del ritardo del promotore nel fornire la documentazione integrativa richiesta, la seduta conclusiva a data da destinarsi; dopo che il comune di San Cesareo ha finalmente indetto la seduta per il giorno 16, poi nuovamente spostata al giorno 17 dicembre 2014 alle ore 11,30 presso gli uffici della Regione Lazio in via del Giorgione, 129; dopo tutto ciò… la seconda seduta della conferenza dei servizi per la “Realizzazione del nuovo complesso parrocchiale di San Giuseppe”,  è rimasta aperta…  Ovvero gli enti interessati non si sono presentati.” Così in una nota commentano dal Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani. Infatti una  delegazione del Comitato di Difesa del Territorio era presente fin dalle ore 11,00 in via del Giorgione, e a quanto sembrerebbe nessuno è stato visto salire ai “piani alti”. “A tenerci compagnia le forze dell’ordine e passanti incuriositi. – Commentano dal Comitato – Forse che la documentazione integrativa richiesta, non sia stata abbastanza “integrativa”? – Proseguono nelle dichiarazioni dal Comitato – Forse che non sia stata consegnata con un debito anticipo e si cerchi, diversamente, di forzare i tempi? Forse che non sia così semplice formulare un parere favorevole,  per un progetto di edificazione che andrebbe a compromettere per sempre le tracce del nostro passato, le possibilità per uno sviluppo più sostenibile del presente, le opportunità di conoscenza per il futuro? Ma come “formidabilmente” espresso dalla Dott.ssa Calandra, la risposta è nella 241/90. E a quella faremo ricorso per capire meglio come si esprimeranno gli enti interessati.
La giornata è stata comunque proficua, avendo noi  avuto l’opportunità  di conferire con funzionari della Regione ed appurare, una volta per tutte, che malgrado l’importanza della variante urbanistica proposta, non sia stata ancora neanche presentata richiesta della VAS.” Concludono.


 




SAN CESAREO: IL 17 DICEMBRE IL PRESIDIO PER SALVARE LA VILLA DI CESARE E MASSENZIO

Il "Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani" in occasione della seconda seduta della conferenza dei servizi per la “Realizzazione del nuovo complesso parrocchiale di San Giuseppe”, invita la cittadinanza tutta, di San Cesareo e non, a partecipare mercoledì 17 dicembre alle ore 11,00 al presidio autorizzato presso gli uffici della regione Lazio, sede della conferenza, in via del Giorgione, 129.

di Cinzia Marchegiani

Roma – Negli ultimi anni a San Cesareo sono stati rinvenuti degli importanti reperti archeologici, tra cui parti della famosa Villa Imperiale di Cesare e Massenzio, i cui possedimenti andavano da Santa Croce in Gerusalemme fino ad Anagni. Lo studio di questi, e di altri reperti scoperti sul territorio, sta portando alla luce la ricostruzione di un interessante tracciato archeologico.  Il 23 settembre 2014, presso il comune di San Cesareo si è svolta la prima Conferenza dei Servizi indetta per l’approvazione del nuovo complesso parrocchiale “San Giuseppe” che dovrebbe sorgere adiacente e probabilmente a ridosso di una parte dei resti della villa imperiale di Cesare e Massenzio, inserendosi nel PIN (Piano Integrato d’Intervento) “La Pietrara”. Il “Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani” proprio in occasione della seconda seduta della conferenza dei servizi per la realizzazione di questo enorme complesso parrocchiale  invita la cittadinanza tutta, di San Cesareo e non, a partecipare mercoledì 17 dicembre alle ore 11,00 al presidio autorizzato presso gli uffici della regione Lazio, sede della conferenza, in via del Giorgione, 129.

Critico il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani, che fotografa una situazione imbarazzante che aleggia su tutta questa straordinaria scoperta archeologica:”le azioni della Soprintendenza sono ambivalenti e poco trasparenti, mentre da un lato sembra essere particolarmente impegnata a farsi lustro delle azioni di musealizzazione dei beni rinvenuti negli scavi, dall’altro si mostra scarsamente attenta alla destinazione finale dei siti archeologici che, diversamente, potrebbero risollevare l’ economia di un intero territorio. Sembra infatti oramai evidente la tendenza a decontestualizzare questi, seppur importanti, ‘frammenti’ destinati ad essere raccolti nei diversi musei nazionali, lasciando poi alle ortiche un capitale, sicuramente di difficile gestione, ma di una importanza storica ed economica certamente diversa.”
E senza alcun riserbo sollevano dubbi inquietanti sul destino di queste opere venute alla luce, che rischiano di essere ignorate e abbandonate dallo Stato italiano, e lasciate alla deriva di progetti dell’hinterland senza alcuna tutela superiore:”Sarà forse un caso, se gli scavi eseguiti a San Cesareo, a Ciampino ed a Valmontone, che probabilmente sono parte del medesimo complesso imperiale, che fanno capo ai medesimi responsabili del MIBACT, vivono oggi le medesime condizioni di abbandono?”

Quello che emerge è un pugno allo stomaco, e una denuncia che sembra sia portata avanti solo da chi nel piccolo vede un patrimonio sciupato e abbandonato e con un grande potenziale per la comunità di San Cesareo e limitofrofe. Il Comitato ricorda e denuncia:"in queste aree, dove negli ultimi anni sono stati forti gli interessi della speculazione edilizia, la soprintendenza archeologica non sembra cercare il confronto con i cittadini, unici veri eredi di questo patrimonio nazionale se non mondiale, ma cerca la ‘quadra’ con costruttori ed amministratori (gli stessi che intendono delegare la manutenzione del complesso archeologico della Villa di Massenzio ai condomini)."

Mercoledì 17 dicembre 2014, in Regione Lazio è stata convocata la seconda seduta lontana da San Cesareo, più precisamente presso gli uffici della Regione Lazio, in via Del Giorgione, 129, mentre la prima, avvenuta a porte chiuse presso il Comune di San Cesareo è stata blindata dalle istituzioni comunali, perché il Comitato non è stato riconosciuto portatore di interesse.
L'associazione rispedisce al mittente una domanda più che lecita:”Se è vero quanto affermato dalla D.ssa Calandra e dal suo predecessore la D.ssa de Spagnolis, secondo cui il compito della soprintendenza si limita alla musealizzazione dei singoli reperti e non alla valorizzazione dell’intero patrimonio archeologico, quale ordine dello Stato si occupa della tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico?”
Se è vero che il tutto sembra demandato alla attività di volontariato prestata dai cittadini, il Comitato ora grida a gran voce, la volontà di difendere assieme alla cittadinaza la villa di Cesare e Massenzio poiché rappresenta per il territorio la loro  primaria risorsa economica.

Eppure basta spostarsi dall'Italia per assistere ad atteggiamenti profondamente diversi dalle istituzioni italiane, lì ritrovamenti di minor prestigio archeologico e soprattutto storico sono immediatamente valorizzate e messe sotto tutela dallo Stato affinché la popolazione tutta possa fare pellegrinaggi e bearsi di questi beni immensi…creando lavoro, cultura e crescita non solo economica ma semplicemente culturale. Questione di orgoglio, di denaro, o semplicemente menefreghismo?




SAN CESAREO, VILLA DI CESARE E MASSENZIO: UNA SCOPERTA INNOMINABILE, SCOMODA E INGOMBRANTE

 

"La strategia attuata dalle istituzioni, sia quella della decontestualizzazione. I gioielli ora, infatti, così come la meridiana, per non parlare dei mosaici e di altri ritrovamenti operati nel corso degli anni in questa zona,  vengono presentati ed esposti in musei, come se fossero semplicemente delle opere, dei magnifici ritrovamenti, estranei al sito di appartenenza, come se non fossero inseriti nell’ambito di un loro ambiente primario, che è proprio quello della Villa Imperiale di Cesare e Massenzio". 

 

Redazione

San Cesareo (RM) – Sabato 6 dicembre presso il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina, si è svolto un evento denominato “La dama degli zaffiri e altri ori” che, presentato da nomi importanti legati al panorama archeologico, aveva lo scopo di presentare un diadema in oro e zaffiri rinvenuto in una camera funeraria ipogea con sarcofago, avvenuto nel comune di Colonna, nell'area dei Castelli Romani alle porte di Roma.

"Apprendendo dalla locandina ufficiale che, immediatamente prima delle “Conclusioni”, Alessandro Betori, funzionario e responsabile di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, avrebbe conferito su “Oreficerie tardoantiche dalla necropoli di Colle Noce nel comprensorio di San Cesareo, Roma”,  come Comitato ci siamo sentiti in diritto, nonché in dovere, di partecipare all’incontro di studio. – dichiarano attraverso una nota dal Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani – Spieghiamo noi, visto che dalla Soprintendenza e dal comune interessato se ne guardano bene dal farlo, – prosegue la nota del Comitato – che la così chiamata “necropoli di Colle Noce”,  ancora in via di studio, è una delle più complesse ed articolate necropoli scoperte nel Lazio, che sta restituendo importanti informazioni antropologiche, consentendo, inoltre, di portare alla luce importanti ritrovamenti quali quelli illustrati in sede di incontro, fornendo, allo stesso tempo, importanti informazioni sulla vita e la natura del complesso archeologico della Villa di Cesare e  Massenzio, di cui costituisce parte integrante. A noi sembra che la strategia attuata dalle istituzioni, sia quella della decontestualizzazione. I gioielli ora, infatti, così come la meridiana, per non parlare dei mosaici e di altri ritrovamenti operati nel corso degli anni in questa zona,  vengono presentati ed esposti in musei, come se fossero semplicemente delle opere, dei magnifici ritrovamenti, estranei al sito di appartenenza, come se non fossero inseriti nell’ambito di un loro ambiente primario, che è proprio quello della Villa Imperiale di Cesare e Massenzio. 

La Villa finisce, in questo modo, per essere svilita e mortificata, depauperata dei suoi ritrovamenti più brillanti, in un ruolo di secondo piano, quasi a volerne  far perdere tracce e memoria.

A conferma di quanto esposto, – incalzano dal Comitato – la stessa spesso non viene propriamente nominata, ma camuffata, mistificata sotto altri nomi: “Necropoli Colle Noce”, “La Pietrara”, etc..

Dinanzi a tale evidenza ci si chiede:

PERCHE’?

• una necropoli così importante, composta da circa 200 tombe ed ancora in via di scavo, viene presentata in questo modo poco esaustivo avendo però cura di fornire indicazioni precise circa la posizione?

• non si coglie l’occasione in questi incontri di studio per sottolineare il valore di tali ritrovamenti e promuoverne la valorizzazione?

• non si è mai tutelata in modo adeguato la Villa e i relativi reperti? I mosaici, a quanto sembra, si stanno distruggendo. Chi si assumerà la responsabilità per questo?

• non è stata ancora preparata una conferenza stampa ed un convegno a San Cesareo, pensato appositamente per la presentazione dell’intero complesso archeologico, valorizzandone contemporaneamente l’importanza?

• la pubblicazione della D.ssa Marisa De Spagnolis, all’atto degli scavi responsabile della Soprintendenza Archeologica del Lazio,  non viene diffusa e promossa?

• il complesso non viene presentato e condiviso nelle scuole?

• evitare di citare in ogni possibile occasione il nome ed il valore di questo ritrovamento?

• la soprintendenza, inoltre, cosa sta facendo  per la salvaguardia e valorizzazione di questo importante ritrovamento che, come quello di Ciampino e Valmontone, ricade sotto la giurisdizione dello stesso responsabile e versa nelle medesime condizioni di abbandono?

Questo il senso di alcune delle domande, poste al termine delle relazioni, alla D.ssa Calandra ed al suo sottoposto (Sig. Betori) che, puntualizzando il loro impegno alla musealizzazione, hanno confermato di non aver competenze in ambito di valorizzazione e, sconcertando tutti per la insensatezza della risposta, hanno suggerito ai cittadini di avvalersi della facoltà di fare accesso agli atti secondo quanto stabilito dalla legge 241/90 sul procedimento amministrativo; come se ciò desse una risposta alle domande di cui sopra.

Ancora una volta, le istituzioni si identificano per la mancanza di disponibilità, trasparenza, democrazia, confronto. 

La risposta, d’altronde, non fa che avvalorare i sospetti che il Comitato nutre ormai da tempo a seguito proprio della lettura della documentazione tecnica ottenuta grazie alla legge di cui sopra e che lascia riecheggiare sempre la stessa domanda:

"Saranno i forti interessi privati presenti nella zona ad impedire l’adeguata promozione di questo importantissimo patrimonio pubblico?" Conclude la nota del Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani

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SAN CESAREO: A SPAZIO TIMMAGINI UN’ANTEPRIMA DEDICATA AI BAMBINI

Alle ore 16.00 in Via Prato 58, San Cesareo (RM) un’ora per i bambini dai 6 anni in su, un'anteprima davvero speciale per le prossime festività natalizie!

di Cinzia Marchegiani

San Cesareo (RM) – Come sempre spazio Timmagini si conferma un paladino della cultura, cosa rara ormai in provincia e questa volta dedica un sabato pomeriggio uno spettacolo dedicato esclusivamente ai bambini e un anteprima unica. “Facciamo Numero” è l’ultimo spettacolo prima della pausa Natalizia ed unico nel suo genere, infatti è in anteprima proprio a San Cesareo, mentre è in agenda il 14 dicembre al teatro Argentina a Roma. Insomma Timmagini è riuscito a fare una sorpresa d’anticipo natalizia ai bambini:”Questo è un regalo che abbiamo voluto fare a chi ci sta seguendo e spronando a continuare nella nostra pazzia.”
La Produzione è l’ Associazione Cultultare Ersilio M. e Teatro di Roma, la Drammaturgia di Emanuele Di Giacomo mentre l’attrice Ottavia Leoni, trasformerà con magia i disegni e la scenografia di Simona De Rossi.
Lo spettacolo è magia e anche cultura. Facciamo Numero, non è casuale un titolo che sembra evocare un gioco dove è importante la partecipazione. E’ la storia della quotidianità di una bambina, da quando si alza al mattino fino a sera, quando si riaddormenta per ricominciare a sognare. Insieme a lei il pubblico scoprirà tutte le volte in cui la matematica entra volontariamente o meno nella propria vita, nelle sue riflessioni. Alice è il suo nome ed ama i numeri, ma non ne capisce la complessità, crede che siano troppo rigidi e imprigionino la fantasia. Le sue difficoltà con questa materia la fanno sentire inadeguata, tanto da farle mettere in dubbio la possibilità di realizzare il suo sogno: diventare un’astronauta. Solo il suo entusiasmo, qualche enigma svelato, il racconto di una favola e il superamento di alcuni paradossi le permetteranno di comprendere come la matematica sia un mondo accessibile a tutti, bisogna solo trovare la chiave giusta per aprire quella porta. Ad accompagnarla in queste scoperte troveremo svariati personaggi, tra cui i compagni di classe e di giochi, la maestra e uno strano Genio che guida i suoi sogni. Tutti insieme contribuiscono a creare un’atmosfera di leggerezza, curiosità e divertimento pensato apposta per aiutare i ragazzi dai 6 anni in su a scoprire questo strano mondo con lei.
E con l’esempio i bambini comprendono concetti anche troppo complicati, passando dai numeri naturali, gli irrazionali, i numeri primi, il concetto di infinito, le forme geometriche, i paradossi e qualche indovinello che può essere risolto con un ragionamento matematico. Un modo speciale per imparare cose straordinariamente, come ad esempio dare risposte che sembrano bizzarre, ma concrete:”Come hanno imparato a contare gli uomini preistorici? Il numero zero non vale niente? E’ per questo che si sente inutile? Tutto ciò che esiste si può contare? Ma le nuvole perché hanno sempre una forma complicata? E se il numero 4 decidesse di non essere più pari? Come si fa a salvare “capra e cavoli”?
Con questa capacità di coinvolgimento i bambini cominceranno a comprendere cosa è l’infinito e anche oltre, per capire che la misura non sarà mai colma, un po’ come l’universo!

Come sempre lo spazio Timmagini (www.timmagini.net) offre l’ingresso gratuito perché vuole creare a San Cesareo la possibilità, in tempo di crisi di far partecipare tutti agli eventi culturali sfidando la crisi e puntando comunque sulla qualità delle proposte culturali. E con la logica che il teatro è per tutti, l’ingresso è gratuito e l’uscita a cappello.

Bambini…. Facciamo Numero è tutto per voi a San Cesareo, esclusivamente in anteprima!




SAN CESAREO / ROCCA PRIORA: DISCARICA SHOCK, IN ARRIVO ALTRI RIFIUTI

di Cinzia Marchegiani

San Cesareo/Rocca Priora (RM) – Una denuncia amara quella del Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani, riguardo una discarica realizzata nei pressi di Via Tasso in una zona tra San Cesareo e Rocca Priora:”Evidentemente la tutela del territorio passa anche attraverso le discariche abusive, in un'opera di costante monitoraggio che a volte assume quasi le forme di un gioco perverso, di una sfida logorante a chi si stanca prima.”
Questa discarica, spiega l’associazione, era stata segnalata lo scorso 27 marzo 2014 alle autorità competenti, con cui veniva indicata la presenza di rifiuti abbandonati, comprendenti anche amianto nel suddetto sito. L’amarezza è dovuta al fatto oggettivo di un secondo monitoraggio e sopralluogo della stessa zona effettuato il 24 ottobre 2014 sempre dal medesimo Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani. La situazione ad oltre 7 mesi di distanza, esaminata  con il confronto fotografico, ha lsaciato esterefatti che depone a sfavore non solo dall'inciviltà dei cittadini ma anche dall'incuria degli amministratori.:"La situazione è anche peggiorata, abbiamo ritrovato non solo tutti i pneumatici di marzo, gli inerti e i sanitari, ma anche fitti strati di guaina bituminosa, mobili e suppellettili, rifiuti domestici e scarti industriali. E ci chiediamo anche cosa altro si nasconda sotto il tappeto, …quello vegetativo!?”

La denuncia pubblica di questa emergenza discariche sembra aggravarsi dalla produzione di fumi tossici provenienti dai roghi illegalmente accesi, e le giuste proteste degli abitanti delle zone limitrofe, che sono stati costretti a respirare tale bontà:”abbiamo rinvenuto ed evidenziato infatti, cumuli di rifiuti plastici e per l’edilizia, smaltiti almeno in parte mediante incenerimento a terra, pratica illecita che espone al rischio di rilascio di diossina nell'aria.”
Ma il Comitato fa esplicite esternazioni: “Via del Tasso non è l'unico caso di inerzia amministrativa, nel bosco di Colle di Fuori, Parco Regionale dei Castelli Romani, ad esempio, abbiamo dovuto attendere oltre un anno affinché venisse rimosso l'amianto segnalato, stesso iter anche per l'amianto e relativa discarica al Fontanile della Pidocchiosa a San Cesareo.”

Le discariche abusive sono diventate una vera emergenza territoriale, e come ricorda la stessa associazione, attenta a questi mostri generati all’interno ed esterno dei comuni dei castelli romani, codeste esistono e persistono non per autogenerazione, ma soprattutto a causa della mancanza di educazione al rispetto ed alla tutela dell'ambiente e del territorio, cui il gesto di inciviltà con il quale questi fenomeni si affermano, è una diretta conseguenza.
Il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani da una tirata d'orecchie all’amministrazione, che al di là dell’inciviltà dei cittadini, gli viene chiesta una politica lungimirante: ”affinché si possa insegnare e diffondere valori fondamentali quali quelli del rispetto della natura e del pianeta, ricominciando dall'unica speranza che ancora abbiamo per cambiare, o per lo meno fermare, questo stato di cose: i bambini.”




SAN CESAREO, EMERGENZA RIFIUTI: AL VIA L'INCONTRO PUBBLICO TRA CITTADINI, AMMINISTRAZIONE E ASSOCIAZIONI

 

All'Auditorium comunale di San Cesareo Sabato 11 ottobre in viale dei Cedri, 10 alle ore 17:00, il "Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani" , e l'Associazione "I love San Cesareo" invitano i cittadini, gli amministratrori, le  associazioni e i comitati all’incontro pubblico “Il valore della differenza. Paese che vai, differenziata che trovi, tasse che paghi”

 

dI Cinzia Marchegiani

San Cesareo (RM) – L'emergenza dei rifiuti spinge non solo gli amministratori locali ma anche i cittadini stessi a comprendere e attivarsi per la gestione dei rifiuti che ognuno personalmente produce ogni giorno. Il "Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani" e l'Associazione "I love San Cesareo" hanno organizzato un incontro pubblico sabato 11 ottobre 2014 presso l'Auditorium comunale di San Cesareo (viale dei Cedri, 10) invitando non solo i cittadini ma anche gli amministratrori, associazioni. Il titolo dell’evento racchiude la tematica che si affronterà sabato:“Il valore della differenza. Paese che vai, differenziata che trovi, tasse che paghi ”

Ospiti dell’iniziativa in agenda sono Ezio Orzes, Assessore alle politiche ambientali di Ponte nelle Alpi; Occhio del Riciclone, il Centro di Ricerca Internazionale che studia modelli di gestione dei rifiuti in modo da incentivare il riuso e il riciclo e Fabrizio Profico, Assessore all’ambiente del comune di Ariccia.Durante l’incontro verrà proiettata la video intervista sul compostaggio di comunità.

Il messaggio lanciato è inequivocabile:”Per un futuro migliore e sostenibile, cogliendo opportunità e possibilità per l'intero e corretto ciclo della gestione dei rifiuti; per conoscere altre realtà da guardare, ascoltare e seguire come esempio, per aumentare la sensibilità e la partecipazione verso gli argomenti affrontati.”

Un incontro sicuramente importante sabato all’Auditorium Comunale di San Cesareo, non esistono colori e bandiere politiche quando si deve affrontare un tema che riguarda contemporaneamente e personalmente tutti. Il futuro va costruito con il dibattito e la partecipazione, i rifiuti sono diventati una vera emergenza amministrativa che non colpisce solo i piccoli comuni ma l’intera metropoli. I rifiuti ci sono, e ognuno né è responsabile, attivarsi per comprendere cosa ognuno di noi può fare questo è il primo passo.




SAN CESAREO: CONFERENZA SERVIZI COMPLESSO SAN GIUSEPPE A PORTE CHIUSE

 

Quello che emerge tra le righe e l’incapacità di questa nazione di tutelare con fondi specifici, dei beni storici di inestimabile valore e si debba innescare una battaglia dove non verrà comunque tutelata questa straordinaria scoperta… sempre e solo problemi di denaro!


Con l'articolo la video Interviste a:

dr Alessandro Betori, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

Sig.ra Elisa Capo Presidente associazione (I love San cesareo) presenti anche  Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini e Castelli Romani)

 

di Cinzia Marchegiani

San cesareo (RM) – Come da agenda, ieri 23 settembre 2014, presso il comune di San Cesareo si è svolta la prima Conferenza dei Servizi indetta per l’approvazione del nuovo complesso parrocchiale “San Giuseppe” che dovrebbe sorgere adiacente e forse su una parte dei resti della villa imperiale di Cesare e Massenzio, inserendosi nel PIN (Piano Integrato d’Intervento) “La Pietrara”.

Davanti al municipio sin dalla prima mattina erano presenti i rappresentati di due associazioni attive nel territorio, “I love San Cesareo” e il “Comitato di Difesa del territorio, Colli Prenestini e Castelli Romani”. Quest’ultima associazione proprio lo scorso 19 marzo 2014 aveva inviato un esposto alla Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici del Lazio il 19 marzo 2014 oltre che per conoscenza al comune di San Cesareo, al Presidente della FAI e al Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, cui avevano aderito anche I Love San Cesareo e Retuvasa.

Ad assistere all’importante incontro come auditori, atteso da tempo, non sono stati autorizzati ne associazioni ne giornalisti. Viene letta la legge che regola la partecipazione che nel dettaglio richiama ad una memoria da presentare in tempo anticipato dove devono essere specificate le motivazioni che giustifichino la presenza alla conferenza dei portatori di interessi comuni.

Le porte si chiudono e solo i tecnici rimangono all’incontro tranne uno, il sig Gino Mistura, proprietario del terreno e titolare di una delle ditte che dovrebbe costruire il complesso faraonico a La Pietrara. L’ufficiale di polizia, della Questura di Frascati farà rispettare la legge e il sig. Mistura attenderà fuori, come gli altri la fine della seduta tecnica. L’osservatore Italia (redazione Lazio) segue da vicino questa giornata e intervista la presidente dell’associazione “I Love San Cesareo”, Elisa Capo, che potete ascoltare nel servizio video all’interno dell’articolo oppure cliccando su questo link [http://youtu.be/LqeGJIsevDU]. La stessa spiega il motivo della loro presenza e il pressante controllo su questo progetto che si vorrebbe costruire su un terreno che ha dato alla luce i resti di un valore inestimabile del Ninfeo e dei mosaici attribuiti alla Villa Imperiale di Cesare e Massenzio: ”abbiamo più volte fatto richiesta scritta protocollata nei giorni precedenti per partecipare all’incontro, ma senza alcun riscontro ufficiale.

Oggi abbiamo riformulato la richiesta ma l’architetto Vincenzo Maia, leggendo alcuni tabella di legge ha spiegato che non siamo portatori di interessi diretti del progetto, e quindi non potevamo partecipare.” Elisa Capo spiega ai nostri microfoni che vogliono essenzialmente il rispetto totale dei ritrovamenti, e chiaramente del vincolo diretto e l’istituzione di quello indiretto… e ci tengono a precisare che non sono contro la costruzione della chiesa ma solo della sua costruzione assieme agli edifici lì…poiché inficerebbe l’importanza di questo ritrovamento e che non diventino l’abbellimento di quei palazzi. I cittadini devono poter andare a visitare i ritrovamenti senza dover passare dalla chiesa che potrebbe essere anche chiusa, ma dovrebbero essere organizzati come un museo, ci sono molti progetti che potrebbero essere sviluppati assieme alla cittadinanza. Elisa Capo di certo non la manda a dire, e critica fortemente la modalità con cui è stata convocata la Conferenza dei servizi:” oggi è stata data la prova che qui a San Cesareo la trasparenza non è di casa e si cerca di allontanare i cittadini”.

Anche se il funzionario responsabile della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, il dr Alessandro Betori non voleva rilasciare alcuna intervista, al termine della riunione tecnica ha fornito alcune informazioni. Va precisato che l’architetto Vincenzo Maia ha garantito che sarà inviato il verbale della seduta. Ai nostri microfoni il dr Betori, [Per vedere l'intervista al dr Betori cliccare qui] presente tra l’altro al “XX Colloquio alla AISCOM” dello scorso 19-22 marzo 2014, dove è stato evidenziato l’incredibile unicità di questi reperti, (come citato dal documento a firma del consigliere del comune di San Cesareo, Dario Pasqualini del M5S) spiega alcuni passaggi: Il P.I.N (Piano Integrato d’Intervento (La Pietrara) e la chiesa sono sue cose indipendenti..

Quello che si è chiarito è che non è un’opera compensativa, quindi non c’è un’interdipendenza per cui se non si fa la chiesa, non si fa l’edificazione. L’unica cosa che posso dire che una risposta definitiva da parte della mano pubblica sul problema della villa di Massenzio ci debba comunque essere, questo è sicuro. “ Riguardo alla buffer zone, il dr. Betori spiega che qualora la chiesa dovesse essere realizzata, e vanno estesi i sondaggi ed eseguiti: ”le indagini sono da concludere anche dalla parte della via Labicana, lì ancora non c’è alcuna certezza che non ci siano ritrovamenti”.

Termina così la prima Conferenza dei Servizi su un’opera certamente molto dibattuta, quello che emerge tra le righe e l’incapacità di questa nazione di tutelare con fondi specifici, dei beni storici di inestimabile valore e si debba innescare una battaglia dove non verrà comunque tutelata questa straordinaria scoperta… sempre e solo problemi di denaro!

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