SAN CESAREO: MEGA COMPLESSO EDILIZIO NELL'AREA ARCHEOLOGICA

di Chiara Rai

San Cesareo (RM) – La villa di Cesare Massenzio oggetto di un piano di intervento di edilizia che coinvolge la Chiesa e il Comune e che di fatto diventerà da area pubblica fruibile a tutti in quanto parco archeologico un complesso residenziale ecclesiastico privato.

Il Comune di San Cesareo ha indetto, lo scorso 14 agosto, una conferenza dei servizi per il 23 settembre 2014 (martedì prossimmo) sulla realizzazione del nuovo complesso parrocchiale di San Giuseppe, parliamo in sostanza di una parte del piano edilizio integrato “Parco della Pietrara”.

Questo piano integrato è stato adottato con deliberazione del Consiglio Comunale di San Cesareo ad aprile del 2013. Il nuovo complesso parrocchiale ricade anche sui terreni della società DUE GI immobiliare S.r.l. e la società Selva Prima S.r.l. .

Già esiste un accordo tra l’Ente Parrocchiale e queste due società. I terreni che interessano l’ente ecclesiastico sono stati ceduti gratuitamente a quest’ultimo dalle due società proprietarie. A sua volta l’ente ecclesiastico San Giuseppe ha ceduto l’area al Comune di San Cesareo mantenendone il diritto di superficie.

Lo scorso 5 agosto 2014, Don Guido di Cola, parroco della parrocchia di San Giuseppe a San Cesareo ha trasmesso il progetto definitivo al Comune richiedendone l’approvazione e la conseguente adozione di variante urbanistica per realizzare il Nuovo Complesso Residenziale Parrocchiale di San Giuseppe.

Nell’area dove dovrebbe sorgere il complesso parrocchiale è stata scoperta la villa di Massenzio, un'area grande 20mila metri quadri con muri alti più di due metri, avvenuta più di tre anni fa all'inizio degli scavi preventivi in vista del piano edilizio integrato "Parco della Pietrara" a due passi dalla via Labicana.

Lì c’è anche un pavimento musivo grande 80 metri quadri, integro dopo più di 2000 anni. Nel 2011 alcuni cittadini hanno denunciato lo stato di degrado dell’area archeologica, la ditta edile proprietaria del terreno è stata accusata di utilizzare l'area come deposito. E parti importanti del ritrovamento dell'antica villa romana sarebbero state occultate dalla strada di collegamento con una villetta moderna. Adesso, affinché questo piano integrato venga approvato definitivamente, il Comune dovrà aver acquisito molti pareri tra cui quello della direzione regionale del ministero per i Beni Culturali e paesaggistici del Lazio.

Intanto il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini – Castelli Romani, in quanto portatore di interessi diffusi, ai sensi dell'art. 9 della Legge 241/90, ha presentato domanda di partecipazione alla Conferenza dei Servizi per la Villa di Cesare e Massenzio, prevista martedì prossimo 23 settembre. “A prescindere dalla risposta che daranno alla nostra richiesta – si legge in una nota – diamo appuntamento alle ore 9,30 davanti al comune di San Cesareo, a tutti coloro credono che un patrimonio di tutti non possa e non debba diventare un cortile per pochi. Noi saremo presenti con uno striscione prima che inizi la conferenza, vi invitiamo a fare altrettanto con cartelli, manifesti o anche solamente con la vostra presenza, per affermare insieme la volontà di fermare la cementificazione di questo meraviglioso ed importantissimo ritrovamento”.

Ricordiamo che alla delibera di Consiglio del Comune di San Cesareo del 9 aprile 2013 per il piano integrato La Petrara, i voti sono stati tutti favorevoli ben 11 senza alcun astenuto. E questo è un mastodontico progetto di edificazione nel quale contesto viene inserito il Nuovo Complesso Parrocchiale di San Giuseppe.

A seguito degli scavi la Soprintendenza ha sottoposto l’area archeologica parte a vincoli diretto e parte indiretto determinando la necessità di una variazione del progetto più ampio della Petrara affinché sia reso compatibile con la conservazione e manutenzione del Parco Archeologico stesso. Parliamo di un progetto catastale, quello mastodontico, di oltre 81 mila metri quadri. I cittadini tengono gli occhi aperti ma una maxi operazione di privatizzazione è concreta.




SAN CESAREO, VILLA DI CESARE E MASSENZIO: LO SCEMPIO SI STA PER COMPIERE

IL LUPO NON PERDE IL PELO E NEANCHE IL VIZIO

San Cesareo (RM) – "Come sempre le decisioni importanti vengono prese ad agosto: – Dichiarano dal Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani – apprendiamo infatti che in data 14/08 il comune di San Cesareo ha convocato una conferenza di servizi, prevista per il prossimo 23 settembre, avente ad oggetto la “Realizzazione del nuovo complesso parrocchiale di san Giuseppe”, ovvero come porre velocemente e definitivamente in essere un progetto di costruzione all’interno di una scoperta archeologica di grandissima importanza.

Leggiamo infatti:”…occorre prendere una decisione univoca che permetta di risolvere i problemi connessi alla realizzazione dell’opera nel più breve tempo possibile…” Nessun accenno alla tutela e salvaguardia dei ritrovamenti, né ad un programma che valorizzi l’intera area. Si evince solo la volontà di edificare.
Ci chiediamo anche quali siano i problemi citati.
Sarà mica la rilevanza dei mosaici rinvenuti, di cui, studiosi di fama internazionale, ne hanno evidenziato anche l’incredibile unicità in occasione del “XX° Colloquio alla AISCOM della Associazione Italiana per lo studio e la conservazione del mosaico” tenutosi a Roma nel marzo 2014?

Sarà mica l’esposto inviato in data 19 marzo 2014 dal Comitato di Difesa del Territorio, cui aderivano anche Italia Nostra, Love san Cesareo e Retuvasa- Rete per la Tutela della Valle del Sacco- alla  Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, avente ad oggetto il progetto di edificazione  edilizia nelle immediate vicinanze dei ritrovamenti archeologici identificati nei resti della Villa di Cesare e Massenzio? Sarà allora che fino ad oggi i ritrovamenti hanno permesso di individuare solo una parte della Villa per una estensione di circa 10.000 mq.?
O sarà forse lo splendido ninfeo-cisterna, della capacità di 30.000 mc. e decorato da venti nicchioni, o ancora l’impianto termale dell’estensione di 600 mq. immediatamente a sud del tracciato della Via Labicana?
Potrebbe essere il ritrovamento del tracciato integro della Via Labicana per oltre 200 metri o quello delle circa 150 tombe di varie epoche, alcune con notevole corredo?
Sarà che in questo luogo Giulio Cesare costruì una delle sue ville di campagna, conosciuta come “Labicanum Caesaris” e che, sempre qui, il dittatore romano scrisse, alle idi di settembre del 45 a.C., il  suo testamento con il quale nominò suo erede il  pronipote Caio Ottavio, il futuro Imperatore Augusto?
O sarà che Valerio Massenzio ristrutturò questa residenza imperiale, circa 350 anni dopo, e qui, il 28 ottobre del 306.d.C,  fu nominato Imperatore dal popolo di Roma?
Non ci è dato sapere.

Ciò che è certo – conclude la nota del Comitato –  è che, come sempre più spesso accade, invece di valorizzare questo immenso patrimonio archeologico che il mondo ci invidierebbe, un miope interesse politico ed economico prevale su tutto, mettendo in evidenza una volta ancora la cecità dei nostri amministratori. Si assiste quindi ad una progettazione che, invece di guardare alla valorizzazione del sito attraverso la realizzazione di un parco archeologico, mira a valorizzare la chiesa e gli immobili residenziali previsti, relegando così gli scavi a mero elemento decorativo dell’area."

Esposto Villa di Cesare e Massenzio

Il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani,  il 19 marzo 2014 inviava un esposto alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e, per conoscenza, al comune di San Cesareo, al Presidente del FAI e al  Nucleo di Polizia Tributaria di Roma -Gruppo Tutela Beni Archeologici- avente ad oggetto il progetto di edificazione  edilizia nelle immediate vicinanze dei ritrovamenti archeologici identificati nei resti della Villa di Cesare e Massenzio. Aderivano con noi: "Italia Nostra",  "Love San Cesareo" e "Retuvasa".
Di seguito il testo:

Oggetto: San Cesareo (RM) – Loc. Colle Noce – Progetto di edificazione in ambito sottoposto a vincolo ex PTPR Lazio.

Con riferimento a quanto in oggetto, preso atto della delibera del Comune di San Cesareo n.1 del 16/01/2014 in cui la Amministrazione Comunale ha espresso parere favorevole al nuovo progetto di un complesso residenziale e di una chiesa nelle immediate vicinanze dei ritrovamenti archeologici identificati nei resti della Villa di Cesare e Massenzio, si espone quanto segue:
–   non risultano intraprese misure a protezione e tutela della   zona vincolata;
–   la zona vincolata non risulta recintata e quindi separata dal resto del Piano Integrato;
–   la stessa versa in condizioni di completo abbandono e degrado come da evidenza fotografica allegata;
–   risultano rinvenuti nuovi tratti della Via Labicana non ancora sottoposti a vincolo;
–   risulta ancora assente la VAS (valutazione ambientale e strategica);
–   il nuovo progetto edificatorio prevede un innalzamento dell’altezza complessiva della chiesa e degli immobili residenziali;

Premesso quanto sopra si richiede a questo spettabile ufficio la possibilità di attuare le misure a tutela del bene archeologico, della sicurezza delle persone e le seguenti verifiche:

–   possibilità di estensione del vincoli diretti ed indiretti dei tratti di Via Labicana recentemente rinvenuti;
–   possibilità di vincolo indiretto su tutta l’area archeologica precedentemente rinvenuta affinché sia garantita la fruibilità visiva dell’intera area archeologica;
–   possibilità di assoggettamento al Modello del Piano di Gestione Museale;
–   del rispetto degli obblighi di salvaguardia da parte di Comune e privati della zona soggetto a vincolo.

Si richiede altresì espressamente di essere informati in ordine a quanto emerge dai fatti sopra narrati, delle misure adottate o di un’eventuale archiviazione della istanza.
Sicuri di un vostro interessamento in merito, porgiamo cordiali saluti.

 




MONTECOMPATRI / SAN CESAREO, PROVINCIA DI ROMA: STRADE PERICOLOSE CI RISIAMO CON LA VEGETAZIONE SELVAGGIA

di Angelo Parca

Montecompatri / San Cesareo (RM) – Ci risiamo. Altro tratto dove la vegetazione incolta oltrepassa il ciglio stradale e mette in pericolo automobilisti e pedoni. E’ sempre la Provincia di Roma competente per  manutenzione. La fotografia parla chiaro: sul tratto di strada che porta da Montecompatri a San Cesareo, strada SS 216 la vegetazione selvaggia predomina. Le erbacce ormai hanno completamente invaso e ricoperto i marciapiedi e i pedoni sono costretti a camminare sulla carreggiata. Per i ciclisti questa mancanza di manutenzione è pericolosissima, per non parlare delle rigature alle macchine provocate da rovi e arbusti. La domanda anche in questo caso è la seguente: la Provincia di Roma ha effettuato una regolare manutenzione del verde quest’anno? A dire dalla foto sembrerebbe di no. Quando si deciderà la Provincia di Roma a fare le pulizie di Pasqua in ritardo?




SAN CESAREO / ZAGAROLO: DENUNCIATE DUE MINORENNI PER FURTO CON DESTREZZA E ARRESTATO UN ROMENO PER EVASIONE

Redazione
San Cesareo/Zagarolo(RM) – I Carabinieri della Compagnia di Palestrina nell’ambito di servizi tesi alla prevenzione e repressione dei reati predatori hanno denunciato a piede libero due ragazze minorenni, entrambi cittadine romene, responsabili di un furto con destrezza. Le giovani adolescenti dopo essere entrate all’interno di un esercizio commerciale hanno pensato di rubare alcuni capi di abbigliamento, dopo averne tolto le placche antitaccheggio. Il proprietario, accortosi del furto, le ha bloccate ma mentre era intento a chiamare il 112, con una mossa repentina le due sono riuscite a divincolarsi e a scappare. I militari intervenuti presso il negozio, hanno raccolto una sommaria descrizione delle ladre, e sono riusciti poco dopo a fermarle nei pressi di una fermata degli autobus del Cotral. Le due minori sono state denunciate con l’accusa di furto con destrezza.

I Carabinieri della Stazione di Zagarolo hanno invece chiesto ed ottenuto dall’Autorità Giudiziaria competente una misura di custodia cautelare in carcere, nei confronti di un cittadino romeno, che beneficiava della misura cautelare degli arresti domiciliari, poiché alcuni giorni fa nel corso di un controllo era stato pizzicato sulla pubblica via e quindi arrestato in flagranza del reato di evasione. Lo straniero è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Roma Rebibbia.
 




SAN CESAREO: ALLA SCOPERTA DELLA VILLA DI CESARE E MASSENZIO

Redazione

San Cesareo (RM) – Sabato 22 febbraio dalle ore 9,00 e per tutta la mattinata il Comitato “Love San Cesareo” e il “Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani” danno appuntamento nella Piazza di San Cesareo dove saranno presenti con un proprio gazebo informativo. Il fine è quello di informare e sensibilizzare la popolazione circa i ritrovamenti dei resti di quella che è stata identificata come “La Villa di Cesare e Massenzio”, una scoperta archeologica  seconda solo a Villa Adriana – già patrimonio dell’UNESCO.

Adesso sull’area incombe il progetto edilizio denominato “La Petrara” , progetto che, relegando la Villa ad orpello e semplice elemento di decoro all’interno di un complesso residenziale e di una nuova chiesa (che potrebbero sicuramente trovare collocazione presso altra sede), continua ad andare nella direzione del consumo di suolo e della costruzione di discutibili opere di interesse pubblico, anziché verso lo sviluppo delle potenzialità turistiche e culturali di un territorio dalla forte e indiscutibile matrice storica.

Nella stessa occasione verrà divulgato materiale informativo sulle criticità implicite sul bitumificio operante in località Faeta-Campo Gillaro e sulla preoccupante presenza e diffusione sul territorio di discariche abusive anche con presenza di materiale altamente pericoloso.
 




SAN CESAREO: ALLARME AMIANTO IN VIA DELLA PIDOCCHIOSA

Redazione

San Cesareo (RM) – Il Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini Castelli Romani e il Comitato Love San Cesareo, facendo tappa proprio a San Cesareo, proseguono il viaggio di denuncia dell’allarmante presenza di discariche abusive sul territorio.Nel mese di settembre 2013, infatti, i Comitati inviavano al Comune di San Cesareo e alla Società Autostrade S.P.A, la segnalazione di una discarica abusiva presso l’area archeologica denominata Fontanile della Pidocchiosa. Il sito in questione riveste notevole importanza, essendo valorizzato dai resti di una fontana-ninfeo risalente ai primi anni del IV secolo e contemporanea alla costruzione della Torraccia di San Cesareo, e da quelli di edifici commerciali (taberne) del III secolo, nonché da ciò che rimane dell’antica via Labicana.

Nello stesso mese Società Autostrade S.P.A. provvedeva a rispondere assicurando il coinvolgimento degli enti istituzionalmente preposti alla tutela del territorio e dell’ambiente. Dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi però, il 16 ottobre gli stessi Comitati rendevano noto ai medesimi soggetti, che la zona retrostante il sito archeologico risultava essere nelle medesime condizioni in cui versava al tempo della prima comunicazione, evidenziando inoltre la presenza di amianto tra gli altri rifiuti di vario genere. Nessun tipo di risposta è mai pervenuta, da parte dell’uno quanto dell’altro soggetto interessato.

Nel costante monitoraggio  condotto fino ad oggi, si deve constatare che nell’area si sono susseguiti rifiuti comprendenti: inerti, elettrodomestici, finestre e vetri rotti, materiale per l’edilizia e soprattutto cumuli di amianto di recente giacenza, oltre a quello segnalato nel mese di ottobre. Abbiamo pertanto provveduto, in data 11/02/2014 ad inviare al comune di San Cesareo, a Società Autostrade S.P.A. e per conoscenza alla ASL di competenza e alla stazione dei carabinieri di San Cesareo, una nuova segnalazione dello stato di degrado e abbandono in cui versa il Fontanile della Pidocchiosa.

Il Comitato di Difesa del Territorio  Colli Prenestini / Castelli Romani e del Comitato Love San Cesareo hanno inoltre richiesto:

l’immediata rimozione dei rifiuti tossici e non;
l’intera bonifica dell’area;
avendo constatato che la zona è considerata da alcuni alla stregua di una discarica a cielo aperto e che i soldi spesi per rimuovere l’amianto sono soldi pubblici, abbiamo chiesto ancora che l’ amministrazione preveda per il futuro l’adozione di strategie valide alla prevenzione del fenomeno, tanto più se si considera che la zona in questione dista pochi metri dalle abitazioni.

Alla Società Autostrade S.P.A., (coinvolta nella vicenda in quanto la Pidocchiosa si estende al di sotto del cavalcavia dell’autostrada A1), sono stati presentati progetti, in particolare dal Comitato Love San Cesareo, volti alla creazione di contest di street art sui pilastri del viadotto, aventi lo scopo di riqualificazione culturale e, nello stesso tempo, di salvaguardia del sito. La Società nella lettera citata si dichiarava spiacente di non poter sostenere il progetto di rivalutazione del territorio, adducendo come motivazione  che la stessa è concessionaria del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la gestione e manutenzione dell’Autostrada, quindi condizionata al rispetto di vincoli convenzionali e pertanto tenuta a riconsegnare, alla scadenza della concessione, l’infrastruttura nel medesimo stato in cui si trovava al momento della presa in carico.

"Ci chiediamo a questo punto se la Società attribuisca alla “monnezza”  un valore culturale e artistico tale da permettere invece lo scempio e il degrado ambientale in cui versa l’intera area. – Commentano dai Comitati –  E ci chiediamo anche quale considerazione abbia il Comune di San Cesareo nei confronti dei beni archeologici, vista la totale assenza di interesse verso le potenzialità del sito. La risposta potrebbe essere lapalissiana se solo si prendesse in considerazione la colata di cemento che sta per essere gettata sopra un altro sito, di ben maggiore levatura, che è il ritrovamento della Villa di Cesare e Massenzio, a poche centinaia di metri dal Fontanile, ma sempre nel territorio comunale". Concludono.

LEGGI ANCHE:

30/01/2014 PARCO CASTELLI ROMANI: DISCARICA ABUSIVA CON TANTO DI AMIANTO CRESCE INDISTURBATA



SAN CESAREO: "UN ORDINARIO POMERIGGIO DI FOLLIA" –

Redazione

San Cesareo (RM) – Panico e sangue in piazza Giulio Cesare, a pochi metri dalla Stazione Carabinieri di San Cesareo, dove R.I.., un 20enne italiano di origine mauriziana, non ha esitato ad accoltellare più volte alla gola s.m., un anziano locale che era appena salito nella sua Audi A3.

Il giovane, pur di rapinare la vettura, si è scagliato sulla sua vittima colpendolo alla gola all’interno dell’abitacolo. I militari, attirati dalle grida dei passanti, si sono precipitati fuori dalla caserma bloccando immediatamente il soggetto che ancora brandiva il grosso coltello sanguinante e prestando immediato soccorso alla vittima che veniva trasportata in elisoccorso al Policlinico Umberto primo, dove ha subito un delicato intervento alla vena giugulare. Il malcapitato è tutt’ora in prognosi riservata nella rianimazione del nosocomio capitolino. Il tempestivo intervento di tutti i componenti dell’Arma locale presente in ufficio ha evitato il peggio. Il fermato è stato condotto presso la casa circondariale di Roma Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Tivoli.
 




ROMA: FORTE TEMPORALE E SCOSSA DI TERREMOTO AI CASTELLI ROMANI

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

st1:*{behavior:url(#ieooui) } /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

 Redazione

Castelli Romani – Un forte temporale si è verificato questa mattina a Roma e soprattutto nell’area dei Castelli Romani dove l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo 2.3 è alle 5:41 di questa mattina. Il sisma ha avuto ipocentro a 12,4 km di profondità ed epicentro nelle vicinanze dei comuni di Colonna, Frascati, Grottaferrata, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora e San Cesareo.

 Inoltre è caduto un grosso ramo in via Diana a Genzano, la strada che porta al museo delle navi di Nemi.

LEGGI ANCHE:

25/08/2013 ROMA MALTEMPO: INTERVENTO TEMPESTIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE. SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO



LAZIO AMMINISTRATIVE 2013: ECCO TUTTI COMUNI CHE ANDRANNO AL VOTO

Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;}

Alberto De Marchis

Lazio – Nel Lazio andranno al voto il prossimo il 26 e 27 maggio 43 Comuni della regione. Il turno di ballottaggio si terrà il 9 e 10 giugnoI Comuni al voto sono 43 su 378 comuni laziali (11,4%). I Comuni superiori ai 15 mila abitanti sono 13 su 43 (30,2%), i Comuni inferiori /uguali a 15 mila abitanti sono 29 su 43 (69,8%) I capoluoghi di provincia sono 2

 In provincia di Frosinone 11 Comuni affronteranno le elezioni amministrative:

 Amaseno (4.314) sindaco uscente  Giannantonio Boni Lista Civica

 Aquino (5.309) sindaco uscente  Antonino Grincia   Lista Civica

Arpino (elezioni anticipate) (7.386)    

Atina (4.461)  sindaco uscente Fausto Lancia Lista Civica

Boville Ernica (8.811) sindaco uscente   Piero Fabrizi   Lista Civica

Ferentino (20.966) sindaco uscente Piergianni Fiorletta Centro Sinistra (Liste Civiche)

Filettino (elezioni anticipate) (551)     

Pico (3.004) sindaco uscente Antonio Pandozzi  Lista Civica

Serrone (3.069) sindaco uscente Maurizio Proietto     Lista Civica

Torrice (4.608)        

Villa Santa Lucia (2.639) sindaco uscente Antonio Iannarelli Lista Civica

 

In provincia di Latina 8 Comuni andranno al voto:

Aprilia (elezioni anticipate) (66.979)  

Bassiano (elezioni anticipate) (1.580) 

Campodimele (638) sindaco uscente Roberto Zannella      Lista Civica

Formia (36.331) sindaco uscente  Michele Forte Centro Destra (Liste Civiche)

Lenola (4.155) sindaco uscente Gian Battista De Filippis  Lista Civica

Priverno (13.891) sindaco uscente Umberto Macci Lista Civica

Sabaudia (elezioni anticipate) (18.812)      

Sonnino (elezioni anticipate) (7.279)  

 

In provincia di Rieti solo tre Comuni al voto:

Belmonte in Sabina (elezioni anticipate) (649)  

Borgorose (4.615) sindaco uscente Michele Pasquale Nicolai Lista Civica

Varco Sabino (210) sindaco uscente Antonio Ponzani        Lista Civica

 

In provincia di Roma sono 17 I Comuni ad affrontare le elezioni amministrative

Affile (1.552) sindaco uscente Ercole Viri  Lista Civica

Anzio (49.731) sindaco uscente Luciano Bruschini    Lista Civica

Cerreto Laziale (1.192) sindaco uscente Pietro MastrecchiaLista Civica

Cervara di Roma (472) 

Fiumicino (67.626)  sindaco uscente Mario Canapini Centro Destra (Liste Civiche)

Gallicano nel Lazio (5.749) sindaco uscente       Danilo Sordi   Lista Civica

Magliano Romano (1.470) sindaco uscente Marcello Mancini Lista Civica

Nettuno (45.460) sindaco uscente Alessio Chiavetta   Centro Sinistra (Liste Civiche)

Pomezia (elezioni anticipate) (56.372)

Roccagiovine (elezioni anticipate) (280)    

Roma (2.617.175) sindaco uscente Giovanni Alemanno  Centro Destra

Sacrofano (6.668)  sindaco uscente Valter Casagrande      Lista Civica

San Cesareo (13.806) sindaco uscente  Pietro Panzironi     Lista Civica

Santa Marinella (17.403) sindaco uscente    Roberto Bacheca    Il Popolo della Liberta'

Valmontone (elezioni anticipate) (14.975) 

Velletri (52.295) sindaco uscente Fausto Servadio     Partito Democratico

 

In provincia di Viterbo sono 4 i Comuni che vanno al voto

Sutri (6.552) sindaco uscente  Guido Cianti   Lista Civica

Vallerano (elezioni anticipate) (2.613)

Vignanello (4.826) sindaco uscente Federico Grattarola     Lista Civica

Viterbo (63.209) sindaco uscente Giulio Marini Centro Destra (Liste Civiche)




LAZIO, TRASPORTO PUBBLICO: LA REGIONE SI IMPEGNA E I SERVIZI RIPRENDONO

Chiara Rai

Roma – Il trasporto locale su gomma esce dalla paralisi. Quasi tutte le aziende Tpl, presenti in oltre 70 Comuni del Lazio, riprenderanno il servizio già dalla mattina del 13 dicembre, a seguito del blocco iniziato lunedì e per Fiano Romano e Capena addirittura dal 1 dicembre.

In provincia di Roma a subire i disservizi sono stati i Comuni di Fiano Romano, Capena, Bracciano, Velletri, Lariano, Tivoli, Artena, Valmontone, Palestrina, Zagarolo, San Cesareo, Bellegra, Genazzano, Cave, Segni, Nettuno e Anzio. Le difficoltà si sono ripercosse su anziani, pendolari e studenti che hanno dovuto fronteggiare il blocco e sobbarcarsi  il peso dei disservizi.

Dunque, ha avuto un esito positivo il tavolo in Regione tra i rappresentanti delle aziende di trasporto, Unindustria, Federlazio, Anav, una delegazione dei sindaci dei Comuni coinvolti e l’assessore regionale al Bilancio Stefano Cetica e l’assessore alla Mobilità Luca Malcotti. “Siamo soddisfatti dell’esito raggiunto congiuntamente alle aziende – ha detto Malcotti – le associazioni, tra cui “Uni.A.Mo.La” che rappresenta 47 aziende Tpl del Lazio, ci hanno garantito che riprenderanno subito il servizio rispetto a una concreta risoluzione dei problemi burocratici, che siamo riusciti a fronteggiare. Ringrazio le associazioni datoriali per il senso di responsabilità dimostrato in queste settimane. Abbiamo chiarito tutti i dubbi sollevati dalle imprese  e relativi alla procedura tecnica in essere”. Malcotti fa sapere che già sono state deliberate ben 33 documentazioni per l’accesso al credito che avverrà in pochi giorni.

Anche Claudio D’Amico titolare della Damibus s.r.l. che serve Fiano e Capena e che aveva interrotto dal 1 dicembre per carenza di risorse economiche ha garantito che per venerdì riprenderanno i servizi: “L’unica strada percorribile è seguire la procedura che la Regione ci ha indicato – dice D’amico – ci auguriamo un pronto accesso al credito a seguito delle certificazioni che rilasceranno i rispettivi Comuni. Riprenderò venerdì 14 dicembre e non il 13 dicembre, soltanto per una questione logistica”. Il credito delle aziende Tpl ammonta a circa 70 milioni di euro, oltre 14 mensilità non retribuite. Il 30 novembre è stato siglato l’accordo che rende operativa l’intesa tra Regione, Poste Italiane e Sace per l’erogazione del pagamento alle aziende.

Intanto, ai Comuni sono arrivate le lettere esplicative dell’accordo per agevolare il rilascio delle certificazioni necessarie. I titolari delle società Tpl hanno protestato e bloccato i servizi per paura che la burocrazia potesse allungare ancora di più i tempi di attesa dei pagamenti da parte della Regione. Ma di fatto ogni perplessità si è sciolta con il tavolo in Regione.

tabella PRECEDENTI:

12/12/2012 LAZIO, TRASPORTO PUBBLICO PARALIZZATO. OGGI NUOVO VERTICE IN REGIONE CON LE AZIENDE DI TPL
11/12/2012 LAZIO, IL TRASPORTO PUBBLICO AFFONDA: I TITOLARI DELLE AZIENDE TPL OCCUPANO LA REGIONE E CONGELANO I SERVIZI
07/12/2012 TRASPORTO LAZIO ALLO SBANDO, AZIENDE TPL IN GINOCCHIO: LUNEDI' SI FERMA TUTTO
06/12/2012 LAZIO VERTICE IN REGIONE TRA AZIENDE TPL E ASSESSORE MALCOTTI: COSTITUITA UNITA' DI CRISI
06/12/2012 LAZIO, RISCHIO PARALISI TRASPORTO PUBBLICO: OGGI VERTICE IN REGIONE TRA L'ASSESSORE MALCOTTI E LE AZIENDE DI TPL
30/11/2012 LAZIO PARALISI TRASPORTO PUBBLICO: LA REGIONE LASCIA SPERARE, LE AZIENDE CHIEDONO GARANZIE
26/11/2012 LAZIO TRASPORTO PUBBLICO, LA REGIONE NON PAGA: FINE CORSA PREVISTO PER IL 10 DICEMBRE.
21/11/2012 CAPENA – FIANO, TRASPORTO PUBBLICO. LA REGIONE NON PAGA E DAMIBUS INTERROMPE IL SERVIZIO
26/10/2012 FIANO ROMANO E CAPENA: CONTO ALLA ROVESCIA PER LA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO DI TRASPORTO PUBBLICO
19/10/2012 FIANO ROMANO E CAPENA, ALLARME TRASPORTO PUBBLICO: LA REGIONE NON PAGA E IL SERVIZIO SI INTERROMPE.

 




LAZIO TRASPORTO PUBBLICO, LA REGIONE NON PAGA: FINE CORSA PREVISTO PER IL 10 DICEMBRE.

[ LETTERA DI DIFFIDA E MESSA IN MORA ]

Se entro il 10 Dicembre c.a. la situazione non muterà e non cominceranno ad arrivare i pagamenti, tutte le aziende dell’Associazione Uni.A.Mo.La sospenderanno in autotutela il servizio di trasporto pubblico locale con la conseguente paralisi della rete urbana di molte Province della Regione Lazio.

 

Angelo Parca

Lazio – Il servizio di trasporto pubblico si fermerà definitivamente in molteplici Comuni a seguito dei mancati pagamenti della Regione Lazio. Le varie aziende di Tpl si trovano nella condizione, oltre che di non poter più corrispondere gli stipendi al personale, di non poter pagare il carburante e le assicurazioni per i mezzi.

I primi a dover fare a meno del servizio pubblico saranno i cittadini di Fiano Romano e di Capena. Come già annunciato dalla società Damibus Srl, il servizio nei due Comuni verrà sospeso a partire dal prossimo 1 dicembre. Nel frattempo si è costituita l’associazione “Uni.A.Mo.La”, Unione Aziende Mobilità Lazio, che è nata dall’esigenza urgente di tutelare gli interessi ed i diritti delle società operanti nel settore del trasporto su gomma. L’associazione conta oggi circa 50 aziende e una trentina hanno già aderito all’iniziativa di sospendere il servizio pubblico a partire dal 10 dicembre.

Così dopo Fiano (Rm) e Capena (Rm) sarà la volta di Bracciano (Rm), Velletri (Rm), Lariano (Rm), Tivoli (Rm), Artena (Rm), Valmontone (Rm), Palestrina (Rm), Zagarolo (Rm), San Cesareo (Rm), Bellegra (Rm), Genazzano (Rm), Cave (Rm), Segni (Rm), Anzio (Rm), Lavinio (Rm), Pignataro Interamna (Fr), Cassino (Fr), Caprarola (Vt), Ronciglione (Vt), Civita Castellana (Vt), Corchiano (Vt), Gallese (Vt), Fondi (Lt), Lenola (Lt), Valle Bernardo (Lt), Camposerianni (Lt), Liverani (Lt), Formia (Lt), Gaeta (Lt), Spigno Saturnia (Lt), Sonnino (Lt), Sezze (Lt), Roccagorga (Lt), Pontinia (Lt), Cisterna di Latina (Lt). L'elenco sembra ormai destinato ad aumentare. “Su di un primo livello, stante l’atrofico ritardo della Regione Lazio nei pagamenti dei corrispettivi per i servizi di trasporto resi, considerato che tale ritardo investe tutto il 2012 ed anche taluni bimestri del 2011, – Dichiara Giuseppe Cilia Presidente dell’associazione Uni.A.Mo.La – considerata l’impossibilità – prosegue Cilia – materiale delle imprese di continuare a sostenere i costi di gestione (gasolio, personale, manutenzioni ecc..), preso atto dell’inerzia delle Pubbliche Amministrazioni ai solleciti più volte formalizzati singolarmente dalle aziende, l’Associazione Uni.A.Mo.La ha inviato un formale atto di diffida e messa in mora alla Presidenza della Regione Lazio e, per giusta conoscenza, alla Prefettura di Roma per il pagamento delle spettanze scadute al 30 Ottobre 2012.

L’assenza di riscontro condurrà ben 50 aziende di trasporto pubblico locale a sospendere i servizi già dal prossimo 1 Dicembre 2012 con la conseguente messa in mobilità dei dipendenti. Su di un secondo Livello l’associazione ha già aperto un tavolo di concertazione e di lavoro con  l’Assessore Regionale alla Mobilità dott.Luca Malcotti, il quale si è mostrato da subito disponibile al dialogo e ad affrontare problematiche, troppo a lungo trascurate, quali l’insufficienza delle risorse, l’incertezza dei tempi di pagamento, la mancanza di certezza sul futuro del settore, la penalizzazione delle imprese del Lazio. – Il Presidente conclude – Questo è il nostro Bel Paese, questo è il decentramento della Regione Lazio che pretende che siano piccole e medie aziende di trasporto su gomma a sostenere, senza remunerazione alcuna da oltre un anno, il peso del servizio pubblico. Questa è la realtà, che, in assenza di un immediato intervento della Regione Lazio, condurrà gran parte delle imprese di trasporto alla chiusura, con evidenti rimbalzi sull’occupazione e sulla copertura chilometrica delle reti urbane ed extraurbane. Uni.a.Mo.La  ha unito le forze di molte aziende storiche del territorio laziale nell’accorato tentativo di rivendicare legittimi diritti, primo tra tutti il diritto di continuare ad essere sul mercato. Si tratterà di rivendicazioni gridate proprie perchè spinte dalla disperazione di un’intera categoria e dalla consapevolezza del grave difetto pubblico.”

 

La lettera dell'associazione Uni.A.Mo.La al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Corrado Passera

Spett.Le
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
P.le Porta Pia, 1
00198 Roma

c.a.
Egr. Sig. Ministro
On. PASSERA CORRADO

Egregio Ministro,
sono un imprenditore che opera nel settore del trasporto su gomma da oltre 25 anni e da poche settimane mi sono posto alla guida dell’Associazione “Uni.A.Mo.La.”, Unione Aziende Mobilità Lazio, nata dall’esigenza urgente di tutelare gli interessi ed i diritti delle società operanti nel settore del trasporto su gomma, diritti negli anni, sempre più sviliti, calpestati e dimenticati. Uni.A.Mo.La al momento raggruppa circa 36 aziende di trasporto su gomma gerenti la rete di trasporto pubblico locale in circa 60 Comuni della Regione Lazio.
 Quello di rivolgermi a Lei, espressione di maggiore rappresentatività nel settore Trasporti, è l’ultimo e disperato tentativo per ottenere risposte e considerazione.
L’ormai nota crisi del nostro Paese sta provocando, con un inesorabile effetto domino, il collasso di intere aree e settori, di questo vi è assoluta consapevolezza, ma ciò non può costituire una valida giustificazione all’imminente paralisi dell’intero trasporto pubblico locale delle Province della Ragione Lazio.
Sono molte, infatti, le piccole e medie aziende di trasporto che già hanno chiuso o che stanno chiudendo, così come sono molte quelle che non riescono a corrispondere quanto di spettanza ai propri dipendenti, e ciò non per cattiva gestione, non per superficialità, non per altra ragione ad esse imputabile, ma perchè la REGIONE LAZIO con il pagamento dei corrispettivi per i trasporto pubblico locale, ex art. 30 L.R. n. 30/98, è ferma a NOVEMBRE 2011, in altre parole per tutto il lavoro svolto negli ultimi 12 mesi e per i relativi costi di gestione sostenuti, le aziende non hanno percepito NULLA  e non sanno quando percepiranno il dovuto. 
La Regione Lazio non si pone minimamente il problema di come molte aziende di trasporto pubblico, in tutti questi mesi, SENZA RICEVERE SPETTANZA ALCUNA, siano riuscite comunque:

   -a garantire il servizio di trasporto pubblico locale conducendo centinaia di utenti nei vari    Comuni, sempre con professionalità ed efficienza;
   -a pagare i contributi e le retribuzioni ai dipendenti impiegati, con la preoccupazione principale di rispettare il lavoro svolto garantendo le famiglie;
   -a pagare il carburante necessario ad accendere ogni mattina i mezzi del parco vetture;
  – a sostenere i costi di manutenzione dei mezzi, affinché possano sempre marciare in sicurezza e con efficienza;
  –  a sostenere i costi assicurativi del parco vetture ;      
 –   a garantire sempre determinati standard qualitativi legati all’attività stessa dell’azienda, alle risorse strutturali impiegate, ai servizi resi.
–    a pagare, paradossalmente, la tassa regionale dell’IRAP su un fatturato maturato, ma non ancora incassato.
Ho scritto, singolarmente per conto della mia azienda ed ora come Presidente di un’Associazione che riunisce circa 36 aziende, denunciato e quasi gridato siffatta situazione a tutti i possibili referenti della Regione Lazio giungendo sino al Prefetto di Roma, ma nulla sembra muoversi.
Tale stato di silente inerzia da parte dei referenti pubblici ed il trincerarsi dietro il “blocco totale dei pagamenti e degli impegni” del Dipartimento Programmazione Economica e Sociale della Regione Lazio, equivale ad abbandonare le piccole e medie imprese di trasporto al proprio destino, equivale ad un tributo d’indifferenza, ad un’assoluta mancanza di considerazione che non lascia spazio al confronto, alla volontà istituzionale di trovare soluzioni.
Questo è il “modus Operandi” della Regione Lazio che pretende che siano piccole e medie aziende di trasporto su gomma a sostenere, senza remunerazione alcuna da oltre un anno, il peso del servizio pubblico. Queste aziende continuano a lavorare nonostante la Regione si ostini a NON onorare i propri impegni, rendendosi sempre più gravemente inadempiente.
Se entro il 10 Dicembre c.a. la situazione non muterà e non cominceranno ad arrivare i pagamenti, tutte le aziende dell’Associazione Uni.A.Mo.La sospenderanno in autotutela il servizio di trasporto pubblico locale con la conseguente paralisi della rete urbana di molte Province della Regione Lazio. A tal fine già sono state avviate le procedure necessarie, di cui  allego relativa documentazione.

Egregio Ministro, in conclusione, chiedo a Lei, per l’intera categoria, quel cenno di riscontro, quell’atto di responsabilità che è mancato  agli altri referenti pubblici, chiedo a Lei di
dare una risposta alle famiglie degli oltre 1000 dipendenti che attendono inutilmente uno stipendio, una risposta a tutti quegli utenti, che a breve, per causa di forza maggiore, resteranno senza una rete di collegamento urbano.

Con ossequio
Uni.A.Mo.La
Unione Aziende Mobilità Lazio
Il Presidente
Giuseppe Cilia

tabella PRECEDENTI:

21/11/2012 CAPENA – FIANO, TRASPORTO PUBBLICO. LA REGIONE NON PAGA E DAMIBUS INTERROMPE IL SERVIZIO
26/10/2012 FIANO ROMANO E CAPENA: CONTO ALLA ROVESCIA PER LA SOSPENSIONE DEL SERVIZIO DI TRASPORTO PUBBLICO
19/10/2012 FIANO ROMANO E CAPENA, ALLARME TRASPORTO PUBBLICO: LA REGIONE NON PAGA E IL SERVIZIO SI INTERROMPE.