IL VERO TALENTO E' SCOPRIRE I PROPRI TALENTI

Sara Galea

Rubrica olistica – Quale è il tuo talento? scoprendolo inizierà per te il processo di autorealizzazione… L’essere umano è un essere multidimensionale, e questo significa che vive su più dimensioni: mente, anima e spirito. La mente si occupa di pianificare la quotidianità, di creare le giuste strategie, di quantificare tempi, modi e tutto quanto serva a co-partecipare alla costruzione della propria realizzazione. L’anima cerca la realizzazione, facendo vivere l’espressione delle potenzialità, dei valori, delle virtù, e quindi dei talenti naturali. Lo spirito vive nella pura Essenza, nell’Essere, nella centratura, nel silenzio, nella concentrazione, nel vuoto. Le tre dimensioni umane sono l’espressione dell’IO, che è tutt’altra cosa da quello che noi spesso chiamiamo e nominiamo come io, che è semplicemente la mente inferiore, quella istintiva, quella che se ben educata deve dirigere l’armata verso la presa del BENESSERE totale e permanente. Molti esseri umani hanno banalizzato, in maniera piuttosto mortificante, quello che è il cammino, e l’assunzione di responsabilità nei confronti di tutto ciò che risiede in se stessi e, presi da dei raptus di ”superiorità” seguono la propria mente inferiore credendo di stare seguendo la propria consapevolezza Superiore. L’Umiltà è una potenzialità tra le più importanti perché conduce l’essere umano a riconoscere i propri limiti, come anche le proprie capacità effettive, le conoscenze ed il reale, conseguente, potere creativo sviluppato nel corso di anni di preparazione, esperienza, ed applicazione amorevole e dedicata. Il talento naturale, se non allenato, approfondito, applicato con solerte costanza e passione, diventerà soltanto uno strumento subdolo per apparire agli occhi del prossimo superiori rispetto a quelle che sono le proprie reali caratteristiche. Scoprire il proprio talento, allenarlo, istruirlo, approfondirlo, e viverlo, è un diritto ed un dovere dell’essere umano, affinché nel mondo si creino veramente infinite scintille di reali manifestazioni divine, o di genio se vogliamo, piuttosto che luci destinate a spegnersi al primo corto circuito offerto dalla vita.
 




QUANDO ANDARE AVANTI TI RIPORTA ALLE ORIGINI

Sara Galea

La meditazione è una pratica molto antica e che ha avuto le sue origini nel mondo orientale millenni fa. Nel corso degli anni, in occidente, è stata giudicata e criticata nei più svariati modi, ed etichettata con delle Opinioni (assolutamente fasulle e degne di chi ha ignoranza e, soprattutto, mancanza di vigore e vitalità per fare una pratica che vuole forza di volontà, apertura mentale e di cuore) che ci si potrebbero scrivere dei fanta-libri: un esempio lampante di ‘’ opinione assolutamente fantasiosa'' è l’equazione: meditazione = spirituale = astratto e poco pratico.
Come molti maestri, insegnanti, trainer, dicono, la meditazione è affine e molto vicina alla concretezza perché muove verso l’azione, la consapevolezza, la disciplina mentale, la concentrazione in ogni ambito di vita, sul lavoro, sulle relazioni, nei rapporti di coppia, per trovare equilibri sani con armonia e coerenza tra ciò che si è e quello che si fa diventando, così, persone consapevoli del proprio mondo interiore, e della propria Realizzazione.

Al contrario di ciò che si pensi, o immagini, la meditazione è una pratica che si è nuovamente, e rapidamente, diffusa soprattutto nel mondo dei professionisti, del lavoro, ma sta prendendo piede anche come percorso di vita individuale personale per migliorare la vita stessa. Da professionista posso dire, con vera cognizione di fatto, che chiunque si sia avvicinato con riluttanza, data l’educazione ricevuta fondata sulla critica ed il giudizio, ha fatto propria questa pratica, o chiamiamola anche metodo o tecnica qualora si temano termini troppo ''spirituali'', trovando in essa i giusti strumenti per darsi degli obiettivi, per riuscire a ‘’focalizzare’’ le proprie positività, e potenzialità, senza venire travolto dall’onda di pensieri e sensazioni negativi con i quali sono stati abituati a convivere nella propria zona chiamata ‘’di confort’’.

Ad oggi sono state re-introdotte moltissime pratiche di meditazione, di rilassamento, ed energetiche che, attuate con costanza, dedizione e convinzione, fanno realmente uscire dal ‘’coro’’ di quella follia mentale che ha creato il mondo che ci circonda, e che vede protagoniste persone divenute come sono divenute , evito qualsiasi tipo di etichetta, nel corso della propria vita.

Senza critica né giudizio, quindi, la presa di coscienza del proprio squilibrio mentale, da prendere non come forma di malessere clinico psichiatrico ma come forma di in-consapevolezza e chiusura mentale, dà all’essere umano la capacità di portare se stesso ad una reale situazione di benessere, che è tutt’altro che una cantica profusa fine a se stessa, e alla bellezza eterea che esprime, mauna reale trasformazione della propria vita sotto tutti i punti di vista, e dimensione di esistenza: fisico, morale, psicologico, relazionale, professionale, economico, sociale, etc.

E quindi?

Riportiamo nella nostra vita i valori veri e, soprattutto, i giusti strumenti, svuotando la stessa di tutto ciò che porta malessere, negatività, mancanza di autonomia, auto motivazione, autorealizzazione, autoanalisi, e avvicinandoci a ciò che rende le persone capaci di agire secondo le proprie potenzialità, capacità, virtù, valori, competenze, dandosi, quindi, come spinta a tendere, la volontà di volere sempre maggiore conoscenza, coscienza, Realizzazione del proprio Se.
http://saragalea.wordpress.com/consulente-olistico/
 




AGIRE PER NON REAGIRE

Sara Galea – #SaraGaleaCoachOlistico


Spesso accade che dobbiamo confrontarci con una zona poco confortevole di questo mondo, con un ”ambiente” che tende a volere soverchiare la dignità umana, che cerca di rendere le persone vittime di se stesse, e delle proprie sofferenze. Ebbene, il fatto che ce ne possiamo rendere conto dipende dalla consapevolezza che maturiamo. L’invito è di essere concentrati sempre, attenti e discernenti, così da garantirci la possibilità di agire, in queste situazioni come in altre, determinando la scelta di ottenere ciò che è meglio per noi, annullando così il potere subdolo che i ” poteri ” si sono presi avendo il monopolio sulla nostra salute, il lavoro, la vita sociale, tali, ed eventuali. La scelta è nostra, inutile cercare di vittimizzare, o di dare la ”colpa” agli altri, se accettiamo i soprusi perchè non ci accorgiamo che sono tali chi è il responsabile, noi che dormiamo o chi cerca di ”truffarci?” I manigoldi sono responsabili di ciò che fanno ma noi di permetterglielo…




CRISI E SOFFERENZA: PERCHE' ARRIVANO?

Sara Galea

La sofferenza emotiva, ovvero lo stato di crisi, è la spinta che crea la giusta motivazione che porta l’essere umano a guardarsi dentro, per trovare desideri e obiettivi che lo conducano verso un radicale cambiamento.

La sofferenza è fondamentale affinchè l’essere umano finalmente inizi ad ascoltarsi, ad osservarsi, ed a cercare di comprendere quello che altrimenti continuerebbe ad ignorare… Ovviamente arriverà il giorno in cui non ci sarà più bisogno di uno stato di crisi per rimanere nel flusso, ovvero in uno stato di realizzazione, d’appagamento, e quel giorno sarà il giusto momento in cui inizieremo a camminare incessantemente di obiettivo in obiettivo, percorrendo la via per raggiungere gli obiettivi con la consapevolezza che è questa stessa l’ obiettivo primario per raggiungere la nostra realizzazione… Soltanto il singolo individuo può stabilire di vivere una vita in linea con le proprie aspettative, e questo si raggiunge vivendo in maniera coerente con ciò che siamo dentro di noi, dandoci strumenti e conoscenze che ci spingano verso l’autoefficacia ( capacità di essere efficienti e utili a noi stessi ) e l’ organizzazione di azioni mirate individuando le mosse giuste da fare per raggiungere i nostri sogni.
 




ROMA, CAMERA DEI DEPUTATI: SUCCESSO PER IL CONVEGNO ROTARY "ETICA PUBBLICA E PARTECIPAZIONE"

Angelo Parca

Roma – "Etica Pubblica e partecipazione: Il contributo personale alla società civile". Grande successo di partecipazione per l'iniziativa che si è appena tenuta presso la Camera dei Deputati, Aula dei Gruppi Parlamentari in Via di Campo Marzio a Roma. Il convegno è stato organizzato da molti club Rotary, compreso il Rotary Club Roma Castelli Romani, ed è stato moderato con maestria da Maria Novella Tacci, oggi Presidente del Rotary Club Roma Sud e psicoterapeuta. Tacci ha saputo coordinare un evento davvero ricco: non solo di nomi importanti ma anche di materie affrontate da diversi punti di vista che sembrano aver infine convogliato su una collettiva ricerca della felicità attraversando i sentieri dell'etica, che poi è lo spirito che incarna l'associazione Rotary.  I relatori intervenuti, sono figure di elevato rilievo internazionale, quali Ervin Laszlo e Nitamo Montecucco. Erano presenti, tra gli altri Luigi Caporicci, già presidente Rotary Castelli Romani insieme all'ex presidente Maria Teresa Lo bianco e al Prefetto Elisabetta Cicerchia. Presente anche il nuovo Presidente del Rotary Castelli Romani Sergio Bartalucci. Ospite particolare anche Sara Galea, Personal Holistic Coach professionista, autrice di diversi libri in materia.

Novella Tacci, ottima padrona di casa ha dato il benvenuto spiegando le ragioni che hanno condotto all’organizzazione dell’evento. Tanto entusiasmo, tante idee che Tacci ha voluto mettere a disposizione dei rotariani che devono per primi essere esempio di una condotta etica maturata e consapevole, al servizio del prossimo.

Niccolò Di Raimondo ha parlato del contributo dei Rotariani nella realtà romana.

Andrea Pernice ha intavolato un discorso su "Agire per la pace sociale".

Emozionante l'intervento di Ervin Laszlo che ha aperto un focus sullo scenario dell’evoluzione mondiale. è un filosofo e pianista ungherese. Esperto di filosofia della scienza è considerato il fondatore della teoria dei sistemi. Ha pubblicato circa 75 libri tradotti in 19 lingue e oltre 400 pubblicazioni scientifiche. È stato candidato due volte (2004 e 2005) al premio Nobel per la pace, nel 2001 ha ricevuto il Goi Award e nel 2005 il Mandir of Peace Prize. László ha sposato Carita Jägerhorn af Spurila il 16 novembre 1956 dalla quale ha avuto due figli.

Laszlo sostanzialmente ha spiegato come il cervello sia una porta aperta sull’universo. Si giunge quindi a dare una prima interpretazione e spiegazione teorica al senso di profonda interazione ecosistemica che percepiamo, tra ogni fenomeno e organismo vivente sul pianeta, e alla più vasta interrelazione che connette tutto il cosmo, e di cui l’essere umano è diventato da tempo consapevole. Questo concetto di Campo Psi potrebbe quindi unificare molti domini scientifici, culturali e spirituali, sostenendo così la rivoluzione in atto nel pensiero contemporaneo, verso una visione più olistica e integrata dell’esistenza.

Il vuoto è la dimensione unitaria che connette ogni particella ed ogni essere vivente all’intero universo, che li pone in costante relazione. Il Vuoto sub-quantistico permetterebbe una base universale alla visione olistica dell’esistenza e dell’essere umano.

Nitamo Montecucco ha parlato invece di Sviluppo personale – sviluppo sociale: una testimonianza incisiva.
Lui è direttore dell’Accademia Olistica. Medico esperto in psicosomatica e ricercatore in neuropsicologia degli stati di coscienza.
Insegna medicina olistica presso il Centro di Ricerca sulle Medicine Naturali dell'Università di Milano, associato all'OMS. Insegna Sviluppo del potenziale umano presso l’Università di Siena. Presidente del Club di Budapest Italia. Ha vissuto per tre anni in India e Nepal per approfondire le medicine sacre yogiche, tantriche e tibetane, e fare esperienza degli stati di meditazione profonda. Per tre anni ha vissuto negli USA per approfondire le tecniche di psicosomatica, regressione, emotional release e terapie di gruppo.
Inventore dell'elettroencefalografo Brain Olotester e ricercatore sulla neurofisiologia della salute globale e della meditazione.

Nella seconda parte del convegno ha moderato il brillante giornalista Gianpiero Gamaleri che di seguito ha diretto gli interventi di:Arnaldo Acquarelli che ha parlato de "gli aspetti sociali e la gestione economica delle risorse", Francesco Compagnoni "Etica professionale e diritti umani ", Antonino Urso "Etica passiva ed Etica attiva: l’io e gli altri , Tonino Cantelmi e Guglielmo Bruno "I giovani e gli anziani, due momenti strategici della vita. Situazioni e significati per un approccio sociale innovativo".




PERCORSO INTERIORE: AZIONE + QUIETE = FELICITA'

Sara Galea –  Holistic Coach Professionista


Parliamo di come poter ricevere un sostegno, o un aiuto, da professionisti della felicità. Esistono i Life, Mental, Business etc- Coach, che sono professionisti valenti ( aimè non sempre) che hanno il ‘’compito’’ di sostenere i momenti critici, e problematici di cambiamento del cliente.
Ci sono poi gli Operatori Olistici che praticano una o più tecniche, o metodologie, o pratiche energetiche, e non, per il benessere interiore del cliente, e poi c’è l’Holistic Coach.
La differenza fondamentale tra un Coach, un Consulente o un Operatore Olistico, ed un Coach Olistico sta nel diverso modo di approcciare il cliente conducendolo, con serenità, attraverso tutte le dimensioni della sua esistenza: fisica, mentale, psicologica, ed interiore, per recuperare la propria felicità attuando un percorso di rinascita, e crescita interiore attraverso meditazione, introspezione ed altre tecniche per ripristinare i giusti equilibri, ed armonia, unendo le strategie del Coaching per portare azioni mirate a conseguire i cambiamenti necessari, concreti e reali nella vita.
Agire su una sola dimensione dell’esistenza, fisica/mentale, o interiore/spirituale, significa fare un lavoro a metà, ed i risultati si vedono a distanza di tempo.
L’holistic Coach pratica un coaching trasformazionale che modifica, affina, arricchisce, e aiuta la persona a scoprire, e fare propria, la vera identità, essenza, interiorità, portando il benessere su diversi piani esistenziali: mentale, fisico, psichico, interiore.

Il Coaching Olistico è una relazione multi-processuale che fa prendere coscienza all’individuo, da subito, della sua forza interiore, volontà, capacità creativa, portandolo ad uno stato di coscienza superiore. Nato dall’abbinamento del Coaching classico professionistico con l’esperienza, e la preparazione, di diverse metodologie Olistiche, l’Holistic Coaching si distingue da qualsiasi altra metodologia classica, ed olistica, per i risultati eccellenti, e reali, che agisce fin dalla prima sessione esperienziale.
Allenatore di vita, della mente, e dell’Anima sostiene, motiva, e ”cura”, partecipando alla trasformazione e ai cambiamenti di tutte le dinamiche che causano malessere nel cliente: qualificazione professionale, riqualificazione, crisi di coppia, malessere psicologico di qualsiasi natura, scelta degli studi, gravidanza, maternità, crisi della casalinga, oltre che comprensione delle dinamiche comportamentali, interiori, somatiche etc, offrendo gli strumenti per rompere le barriere delle convinzioni, e i movimenti inconsci che impediscono il raggiungimento degli obiettivi.
Life Coach professionista e consulente Olistico, oltre che esperto in diverse tecniche di rilassamento, meditazione, e respirazione, conduce la persona, o il gruppo, ad essere sempre al meglio di se stesso nella vita, nello sport, nel business ma, sopratutto, nella relazione, quindi nell’ascolto di se stesso, oltre che con gli altri.
E’ fondamentale saper ascoltare, è la forma di comunicazione che permette a due e più persone di scambiarsi informazioni, idee, emozioni, verità. Molto spesso questo strumento, l’ascolto, viene a mancare, e per fare si che il mondo non crolli addosso a nessuna delle parti in causa, è bene recuperarlo, sopratutto per se stessi, per riappropriarsi della capacità di auto-realizzarsi, di rendersi auto-efficienti. Ogni persona è un piccolo imprenditore, se stesso è l’azienda da seguire, avviare, portare al massimo. Un impresario pessimista che fine produrrebbe alla sua azienda? Soltanto ascoltandosi intimamente l’essere umano riesce a comprendere quali dinamiche si muovono dentro di se, quali equilibri si stanno spostando creando delle crisi, quali vuoti stanno prendendo vita richiedendo nuove certezze, credenze potenzianti, obiettivi. Un uomo senza un obiettivo é come un treno senza rotaie, sia nella vita privata che nella professione e nelle relazioni, perché l’essere umano si scontra con le proprie debolezze, con l’egemonia di emozioni che prendono il sopravvento rendendo la persona incapace di motivare le proprie azioni, decretando così i propri insuccessi, inficiando i progetti ambiti e desiderati. Conoscere se stessi, capire dove si trova la voglia di volere andare oltre a quelli che sono i limiti che la mente detta, restituisce la gioia di sapere che in ogni istante tutto può succedere, anche il miracolo più difficile. Continuare a sorridere, e desiderare, nonostante tutto, è la forza che rende l’uomo indistruttibile, e sentirsi immortali significa potere fare tutto ciò che si vuole, e può fare.
 




L'IMPORTANZA DELLA VOCE PER MIGLIORARE LA VITA

Sara Galea

Oggi desidero dare voce ad una valente professionista che, grazie ad un dono, e ad una profonda dedizione e preparazione, mette a disposizione la propria professionalità per fare emergere dei talenti e, cosa non di minore importanza, spiega l’importanza della voce nella comunicazione, nelle relazioni ed in ogni ambito di vita:

Daniela De Meo

Hai mai pensato che è possibile migliorare la vita migliorando la voce?

Quante volte sentiamo il desiderio di comunicare con chiarezza ed efficacia il nostro messaggio a chi ci sta di fronte? Direi quasi sempre. Eppure spesso accade che quello che noi vogliamo che arrivi al nostro interlocutore venga compreso parzialmente o addirittura frainteso.
Come mai?

Certo, a volte iniziamo a parlare senza aver ben pensato ai concetti da esprimere, senza una loro precisa organizzazione e quindi aprendo bocca può capitarci di farfugliare, di risultare insicuri, di non essere ascoltati. In altre parole non siamo efficaci.
Ma questo cosa vuol dire? Per avere una comunicazione efficace basterà solo “prepararsi il discorso”, ossia solo avere ben chiaro le cose da dire? Di sicuro è un buon inizio, ma non basta.
Tanto è vero che spesso ci accorgiamo di possedere contenuti importanti da trasmettere, ma poi, appena apriamo bocca, quei contenuti perdono di importanza, sembrano passare inosservati, non restano impressi in coloro che ci ascoltano.
Bene. È arrivato il momento che vi spieghi come fare per essere ascoltati con interesse da tutti e ottenere maggiore fiducia in se stessi e di conseguenza avere una vita migliore.
Se desideriamo che gli altri ci ascoltino sempre con interesse, se vogliamo risultare efficaci e comunicativi quando parliamo, è importante curare una parte fondamentale della comunicazione, l’uso della voce.
La Voce parla di noi, esprime ciò che siamo, racconta la nostra personalità, le nostre emozioni.
Quando ascoltiamo qualcuno parlare ci facciamo subito un’idea di che tipo di persona abbiamo di fronte e spesso il futuro di una relazione con un persona dipende dalla prima impressione.
Fare una prima buona impressione è importantissimo. Non sempre avremo l’opportunità di fare una seconda buona prima impressione. Allora se desideriamo comunicare noi stessi con efficacia e incisività, oltre a curare la nostra cultura, il nostro aspetto fisico, i nostri movimenti, è necessario dare spazio anche alla cura della nostra voce.
La voce è qualcosa di “fisico”, ossia si forma grazie al passaggio dell’aria che dai polmoni sale su per la trachea, arriva nella laringe dove incontra le corde vocali, che a loro volta vibrando la trasformano in suono, quello della nostra voce.
Ecco perché per prendersi cura della nostra voce sarà importante conoscere e usare con consapevolezza i nostri apparati respiratorio e fonatorio. Dopo aver fatto conoscenza con essi, bisognerà metterli in funzione correttamente e da lì comincia il processo di modulazione della voce. La voce per essere espressiva e comunicativa si avvale dell’uso di varietà di toni, volumi, pause, tempi lenti e veloci, senza dimenticare il sorriso. Una voce sorridente è molto più comunicativa di una voce che non sorride mai.
Nel momento in cui impareremo ad usare la voce consapevolmente, ci accorgeremo che il nostro eloquio risulterà più elegante, armonioso, affascinante e le persone ci ascolteranno. La sensazione di essere ascoltati a sua volta produce in noi una sensazione di benessere ad autostima che va ad alimentare il processo di miglioramento della nostra vita e da lì è tutto un crescendo.
Provate a migliorare la vostra voce per migliorare la vostra vita e raccontatemi come è andata. Per iniziare il processo di miglioramento della vostra voce potreste scaricare il mio e-book gratuito “ MIGLIORA LA TUA VOCE”, che troverete all’interno del mio sito www.accademianazionaledellavoce.it
Vi aspetto e buona Voce a tutti!
Daniela de Meo
Contatto: info@andv.it o chiamare il 392.33.392.37




UNA PAROLA, UNA ESPERIENZA, UN'IDEA CHE CONFERMI CHE QUELLO CHE SI STA VIVENDO E' AMORE!

Sara Galea

''Alla ricerca dell'Amore vero- -Amore cosa è- -amore vero- -è amore quando''. Queste sono alcune delle chiavi di ricerca che le persone usano quando si aggirano nel web per trovare… cosa?
Una parola, un'esperienza, un'idea che dica loro che quello che stanno vivendo è Amore, oppure che ciò che vorrebbero vivere dovrebbe essere strutturato in una determinata maniera… insomma, spesso, si affidano a ciò che gli altri credono per loro per capire se la persona che stanno frequentando è giusta o no, ma l'Amore è un energia da vivere sulla propria pelle con le proprie sensazioni, ed emozioni, indipendentemente da ciò che gli altri credono per loro, o no? ad esempio per me Amare qualcuno significa fare vivere in maniera totale le ispirazioni e le azioni che mi permettano di condividere gioco, sensazione, emozione, divertimento, coinvolgimento nel momento in cui sto condividendo il mio amore, sto aderendo, partecipando, ovvero in quel momento in cui si muove l'istante, mentre invece per altri, magari, significa sentirsi semplicemente completi nell'altro, parte di una mela che altrimenti sarebbe destinata a sentirsi frammentata :-D; per altri ancora, invece, significa avere un socio con cui creare degli obiettivi di vita futura, insomma creare il proprio senso ha il senso di creare l' esperienza che vogliamo vivere …
Leggendo gli altri possiamo imparare a sognare, oppure vedere quale senso ci piace di più ma poi, che ognuno trovi il suo senso, o potrebbe succedere che nel mezzo del cammin della sua vita cominci ad avere ''voglia di altro'' e quell' ''altro'' è proprio il senso che prima non è stato capito… ahhhh questo amore quanto da da fare, e pensare che dovrebbe essere ciò che crea la vita, ed invece è diventato un obiettivo da strutturare in maniera strategica, pianificando passo dopo passo il da farsi ….

 




NOI, GLI UNICI RESPONSABILI DI CIO' CHE SI CREA NELLA NOSTRA VITA

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Sara Galea

Quante frasi fatte per non volere assumersi le proprie responsabilità. Quanta ‘’scontatezza’’ e scontentezza nel dire che la vita modifica le situazioni, che il destino è l’unico artefice di ciò che accade; quante volte vi siete ascoltati, o avete ascoltato, parole d’effetto contro il destino; destino! Una parola, soltanto una parola che viene investita della responsabilità di ciò che accade all’intera umanità, e all’universo inscindibile; ma poi, altro complice perverso di un complotto cosmico contro l’essere umano è il tempo,  semplice idea e percezione della mente che è  stato investito del potere di gestire la responsabilità dei cambiamenti, e non, parziali o totali che si  manifestano all’essere umano, alla sua vita, agli eventi che ”subisce”.  Povero essere umano, creatura in balia degli  eventi, di maledizioni ataviche, o carte scritte e firmate con il fuoco dal Destino. E ancora, quante imprecazioni verso Dio, il Creato, il Creatore, e la Creazione, per ciò che si produce giorno dopo giorno; è  sua responsabilità persino se si discute con i vicini, se si cade perché si è distratti,    è lui il responsabile: ” Dio perché ce l’hai con me!”. Essere umano! Piccolo meccanismo inconsapevole, che ferma, come un gancio pungente, le responsabilità a chiunque e qualunque cosa.  Alla ricerca della felicità nessuno muove una paglia per modificare qualunque situazione; si grida, ci si inquieta, si addita la ‘’colpa’’ di qualunque cosa su chiunque, sui governi, sul cielo, sulle chiese, sulla famiglia, il marito e la moglie, i figli disgraziati, gli amici menefreghisti, i giovani inquieti, la terra maledetta che crea i disastri ambientali, la pioggia che  bagna, il sole che scotta, il vento che schiaffeggia, il freddo che assale,  tutti sono ‘’colpevoli’’, tutti  tranne il singolo individuo, vittima di un complotto ai quali non può sottrarsi. Povera indifesa creatura umana che muove le guerre con le parole, che blocca l’economia con la sua ignavia e volontà di subire i soprusi, con la sua incapacità di produrre attivamente, con la sua volontà di cercare espedienti , e non strategie per creare una vita benevola,  e ricca; povera creatura umana che crea un mondo di automi manovrandolo attraverso la diffusione mediatica,  che si fa lobotomizzare guardando programmi spazzatura, che hanno l’unica funzione di rendere l’essere umano stolto, pauroso, timoroso del sociale.   Povero essere umano, che lancia ingiurie per una vita e poi si risente se è emarginato, anche da se stesso. Quante persone hanno fatto delle proprie famiglie un campo di  sterminio e poi si sono risentiti quando quello stesso gruppo li ha allontanati definitivamente. Incredibile creatura umana che usa il suo libero arbitrio per creare la distruzione invocando poi un perdono ‘’dovuto’’ per essere accolto nuovamente tra le braccia della vita, delle persone, degli oggetti; sì, anche dalle cose, perché l’essere umano è capace di distruggere qualunque cosa e invocare poi Dio e tutti i santi per aver spinto quel gesto: Dio perché mi hai fatto fare questo! Esistono i poveri ci sono i ricchi, la differenza? I ricchi hanno lavorato su se stessi, e la propria capacità di organizzarsi la vita, i tempi, gli spazi, le volontà, le capacità, le competenze, le potenzialità, i poveri invece piangono su un presunto fato che li ha voluti distruggere.  Dove era il povero, e l’ignorante, quando il ricco si faceva un cuore tanto studiando, e dandosi delle competenze? Dove era il disagiato quando il professionista bussava porta dopo porta per cercare lavoro e non elemosina per sopravvivere fisicamente, moralmente e psicologicamente?

Poveri i poveri che sanno soltanto piangere. Poveri coloro che seduti su una sedia aspettano che si apra il cielo e scenda la manna. Poveri coloro che per scelta hanno voluto creare niente sperando di diventare qualcuno soltanto per fede. Quante volte avete ascoltato da voi stessi, o da chiunque, imprecazioni contro chi ha di più? Avete mai sentito dire che i professionisti se la tirano? Sempre! Che sono arroganti e presuntuosi?  Che sono egoisti e tiranni?  Dove erano coloro i quali oggi sono in uno stato di disgrazia quando il loro prossimo era chino sui libri, o in giro a crearsi il lavoro, e tutto quello che un vincente fa? Seppure non piaccia ascoltarlo è l’essere umano il suo stesso destino, la sua vita, la creazione, il creato e il creatore, e tutto ciò che ha, o gli manca, l’ha realizzato con passione, dedizione e volontà, perché sì, Dio esiste, ma è una potente energia che risiede dentro e fuori l’essere umano, ed ha fornito a tutti le stesse possibilità, strumenti e potenzialità, oltre che il ‘’libero arbitrio’’   di decidere cosa volere, fare, dire e pensare.




L'ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE….

Sara Galea

No, non vi parlerò del famosissimo libro di Massimo Gramellini che adoro, ma anche io ho sempre amato sapere cosa ci fosse dopo l'ultima riga delle favole…

Dove inizia la vita? da dove la facciamo iniziare noi, e allora …. perchè non  dall’ultima riga delle favole?

E’ in quel magico punto che si crea l’incantesimo, perché la vita è una creazione intensa che vede il suo massimo splendore, e apice, proprio nel punto in cui si sta chiudendo un libro per aprirne un altro.  Il libro, però, non può intravedere il suo inizio in qualunque punto della storia perché l’intento umano deve essere sempre concentrato nel desiderio di felicità, nella volontà di rifuggire ogni evento e persona possa portare il proprio cammino negli inferi anziché nel paradiso terreno.

Che cosa significa iniziare la scrittura di un nuovo libro dall’ultima riga delle favole? Dobbiamo attendere una fine per iniziare? No, dobbiamo avviare la realizzazione dei nostri sogni quando ci si trova nel punto in cui il desiderio di felicità è alto, quando si trova sull’e vissero felici e contenti’’, perché iniziare quando si vive nella gioia, significa garantirsi altra felicità, indica trascendere uno stato per andare ‘’nell’ancor di più’’. Usualmente l’essere umano attende di stare nel baratro per dare avvio ai propri cambiamenti, alle riqualificazioni, ai miglioramenti, quasi come se quando si sta nel benessere, bisogni stagnare in quello stato diventando funamboli per non perderlo anziché desiderare di amplificare ciò che sta dando benessere. Quante persone hanno fatto della loro vita un susseguirsi di guai, di bassi, di dolore, ma sapete perché accade questo? Perché nell’essere umano è radicata una potente convinzione e sarebbe che la vita è ciclica, si va su per incamminarsi poi giù e così via in una   sequenza efferata che conduce l’essere umano a distruggere volutamente il proprio benessere,  per prendere strade drammatiche che lo riportino, poi, su strade incantate.  E’ così che funziona? Ma anche no dicono alcuni e, in cuore loro, anche gli altri. La vita può essere un susseguirsi di gioia e felicità, ma per fare sì che questo avvenga occorre continuamente recidere rami, buttare fuori eventi e persone che succhiano la linfa vitale; essere positivi e propositivi e poi… capire dove e in chi si trova l’Amore e dove e in chi si trova la dannazione e la tribolazione. Pensate di non essere in grado di capire?  non è così, tutti capiscono tutto ma piuttosto che vivere temporanei, o meno brevi, momenti di solitudine si preferisce essere affiancati da vampiri e carnefici, diventando carnefici, vampiri e vittime,  per non dover  affrontare il confronto con quelle che sono le proprie personali verità interiori. Perché? Paura di sapere, vedere, dover accettare di lasciare la zona di confort (che è quella dolorosissima zona in cui si sopravvive ma che, essendo l’unica conosciuta, non si vuole abbandonare).

Siamo intelligenti? Ah! Questo è quello che tutti credono non sapendo che dentro di se c’è un dittatore maniaco ma… fin quanto volete vivere nella parte della storia in cui l’orco si mangia i bambini va bene, ma fatelo non lamentandovi perché l’orco siete voi, i bambini pure ed anche la fatina e il principe azzurro.

In quale riga della storia vi trovate?




NOI, LA PAURA DI STARE BENE E PERDERE LA FELICITA'

Sara Galea

“Se la vita ti offre un momento come questo è un peccato se non lo afferri.” (Pat Solitano Senior, Robert De Niro nel Film: Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Proprio così,  la vita non avverte,  porta degli eventi, o avvenimenti, che subitamente  ci smarriscono, o affascinano,  pieni di creatività, positività,  di Amore, di gioia  senza, però,  darci nessun preavviso; mi verrebbe da dire che serve la nostra maestria per accorgerci di ciò che ci accade, me lo dico ma … dico anche che  la maestria è la capacità di essere ciò che siamo dentro di noi, è ascoltare ciò che ci dice   il cuore, cosa desidera, cosa chiede,  vuole;  è sentire con la pelle le sensazioni che si muovono quando gli occhi si posano su qualcuno o qualunque cosa; è vedere nascere un sentimento quando l’emozione si placa e ci rende la nostra pace dopo la sua agitazione caotica: la maestria è la nostra capacità di Amare accettando ciò che la vita ci porge senza cercarne le cause, o gli effetti. Nella nostra esistenza stiamo apprendendo l’arte del vivere qui ed ora, l’arte del sentire cosa si muove dentro di noi, di lasciarci trovare da ciò che con vera volontà creiamo, un’esperienza, un lavoro, un Amore. Quando il maestro è pronto l’alunno arriva, quando l’alunno è pronto il maestro arriva, quando un’anima è pronta la sua gemella arriva, quindi quale è il nostro compito? Cosa dobbiamo fare in questa vita? cercare ciò che vogliamo affannosamente disperandoci perchè non lo troviamo  o prepararci a ricevere ciò che vogliamo creando le basi, le energie, la forza, e tutto ciò che serve per ricevere, inclusa la nostra felicità? Non ci è stato insegnato niente, solo tanta cultura che  si, è fondamentale e necessaria, ma…  comprendere in quale maniera dobbiamo vivere la vita no, non ci è stato insegnato, non ci è stato detto di vivere guardando i sogni, i  desideri,  ed il modo per azionarci e renderli vita, e che questo, a volte, significa soltanto accettare ciò che sta avvenendo godendone e, sopratutto, accorgendoci  che stiamo ricevendo un ”dono”… Guardare, osservare, comunicare sinceramente  a noi stessi  cosa vogliamo, di  cosa abbiamo bisogno. Siamo mendicanti di bisogni, e non riusciamo ad accorgerci di quel qualcosa che ci fa tremare il cuore, perchè lo imbavagliamo il nostro cuore;  non ci lasciamo stravolgere  la vita dall’inaspettato, non desideriamo l’amore vero,   ci accontentiamo di  quello che pensiamo di poter avere da chiunque per non uscire dalla nostra zona di  confort, ovvero il male minore, quella dimensione che ci priva di ogni input di vita,  e che ci offre solo la disperazione che sappiamo gestire. La paura di avere paura blocca ogni azione e movimento, anche emotivo, ed infatti se arriva l’inaspettato, invece di lasciarci coccolare da quel momento,  che magari  attendiamo da una vita,  iniziamo a discutere con la nostra mente, a cercare di capire, di volere capacitarci per cercare l’eventuale problema ( fregatura) che si cela dietro a ciò che ci sembra troppo bello, e  che ci fa avere paura di stare bene, di estasiarci di quel momento travolgente, per timore che finisca, perchè tutto, emozioni, sentimenti, e gesta partecipano a darci ciò che lateva come desiderio nel   cuore…
La paura che qualcosa finisca ci impedisce di accettarne l’inizio… che pazzia!