L’italia che affonda e il governo mai nato mentre le piazze si riempiono di “sardine”, “gretine”, “racketiane” e altre “divinità…”

In autunno inoltrato, mentre impietose “si aprono le cateratte del cielo”, crollano i ponti ed i viadotti, tracimano i fiumi, a Taranto agonizza la ex Ilva e a Fiumicino gli aerei spengono i motori. I “Fridays for future” non tranquillizzano le centinaia di operai e le loro famiglie che scivolano inesorabilmente in fondo alla povertà più nera. Le città si affollano di entusiasti dei Black Fridays ansiosi di acquistare qualsiasi cosa, non importa cosa, qualcosa da mostrare alla vicina e se si dovesse avere la fortuna di essere intercettati da qualche cronista tv mentre si esce dalla boutique, sarebbe una gioia piena ed immensa.

Le piazze si riempiono di “sardine”, di gretine, di racketiane e altre “divinità” in cerca di gloria e notorietà, di popolarità e rinomanza. Poco importa che il rapporto Ocse certifica che gli studenti italiani peggiorano ancora in lettura, leggono ma non capiscono e già negli anni scorsi non erano proprio dei fenomeni. In compenso, però, conoscono tutte le cause dei cambiamenti climatici e i danni sull’ambiente e sanno parlare d’ecologia perché, per loro fortuna, sono stati adeguatamente istruiti dalla mancata premio nobel Greta Thunberg.

Le commesse saltano i riposi in vista dei saldi di fine anno e le officine si affrettano a consegnare gli ultimi ordinativi prima della chiusura natalizia. Gli studenti preparano gli zaini pronti per la settimana bianca pagata dai genitori e dappertutto nell’aria già si respira l’atmosfera natalizia.

Solo l’emisfero politico non trova pace. Da Montecitorio arrivano brutti presagi, tuona e si addensano nuvole foriere di tempesta. Ad un tratto il cielo si oscura, un lampo e poi un gran boato. Il peggio che si temeva da mesi sta sfuggendo di mano ai duellanti.

Materiale esplosivo che incautamente maneggiano con incuria! Il botto si è sentito da tutta la penisola e l’eco del suo rimbombo ha oltrepassato il mare e le frontiere. Gli occhi di tutta l’Europa si sono puntati su Roma, mentre a noi indigeni, ancora mezzi storditi dal fracasso, non c’è stato concesso di riprendere fiato. Al tuonare fragoroso è seguito il fetore che si è propagato per tutto il paese e come un fiume in piena ha pervaso tutta la carta stampata ed i salotti-bene-televisivi. Le fogne straripando, fuoriuscendo hanno invaso tutte le città.

E’ stato l’inizio di un giorno infelice per tutta l’Italia. Nessuno può dirsi indenne , qualcosa ha scricchiolato. Per intorpidire gli scenari, già opachi per conto proprio, è scoppiato il caso Renzi e la Fondazione Open. La Giustizia non fa mancare mai la sua “presenza”.

Guai ai vinti! Ormai il Paese si trova nell’occhio del ciclone. I mestieranti della politica, facendo lo struscio lungo il “transatlantico” intruppandosi l’un l’altro come uccelli impazziti in gabbia saltano da un’asticella all’altra. La parola d’ordine è “salvare il fondo schiena”.

Il giorno dopo, in piazza, al bar, nei vari talk show e nelle trasmissioni di approfondimento non si è parlato d’altro che di Mes, di prescrizioni e di elezioni anticipate. Tutti si danno da fare. L’Italia è diventata un suq, il Black Friday del deputato d’annata.

Che pena! Che vergogna! Ma che brutta fine hai fatto o Belpaese!

Oggi il cittadino medio si sente smarrito, deluso e sfiduciato. Sono mesi che viene sottoposto ad assistere alle scene più meschine recitate sul proscenio di una politica nazional-popolare. In questo momento i partiti stanno tutti recitando la solita parte.

Quello che ci si augura e si chiede ai politici è di smetterla di litigare per dimostrare ai cittadini chi di loro ha davvero più amore per la patria.
Corrado Alvaro in “Gente in Aspromonte” agli onorevoli che stanno dando il pessimo di se stessi insegna : “I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia.”

L’artista digital, Ivan Venerucci nella sua semplicità ha sintetizzato tutto ciò che il cittadino possa chiedere dal suo rappresentante e cioè “Comprensione, fratellanza, solidarietà ed un sano e doveroso amor di patria: è di questo che l’Italia ha bisogno.” Sono qualità semplici e naturali , eppure il cittadino si sente il dovere di ricordarli a chi spetta essere di essi garante.

Niente da meravigliarsi, siamo nell’era del virtuale. “Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente”. Possibile che Dante avesse in mente Montecitorio quando ha scritto l’Inferno? Domani è un altro giorno. Incrociamo le dita e facciamo gli scongiuri sperando che il Paese superi anche questa ennesima crisi esistenziale.




Le PdSardine per tentare di crescere nei consensi

Già, le ‘Sardine’,
questo movimento pseudo goliardico voluto e incentivato da un PD mascherato,
che sull’argomento non si pronuncia, e che riscuote il favore del presidente
del Consiglio Conte che ‘li vuole incontrare’, giusto per tenere aperte tutte
le porte e cautelarsi: se non puoi combatterli, allèati con loro per
controllarli. Possono sempre venir buoni per combattere l’odiato nemico, il
perfido Salvini.

Le Sardine si
esprimono con il ‘flash-mob’, questo comportamento molto giovane che viene da
oltreoceano, e che consiste nel radunarsi improvvisamente tutti in un luogo,
per manifestare per qualsiasi motivo, in genere ‘contro’.

E’, infatti, un
comportamento di protesta, ma solo di quella, senz’altre proposte politiche. Un
comportamento molto giovane, adolescenziale, molto aggregativo – si sa che i
ragazzi in quell’età cercano di fare gruppo, basta solo dar loro un pretesto –
e molto ‘di pancia’, supportato e reso possibile dalla connessione che oggi
permettono i social e gli smartphone. Basta un tweet e si riempie una piazza, e
vigliacco chi arriva ultimo. Una buona alternativa a quelli che una volta erano
pic-nic, gite fuori porta e passeggiate nella natura, magari con canadese e
sacco a pelo. Una iniziativa nata e condotta soltanto contro Salvini e soltanto
per contestare lui, che in molti vorrebbero vedere morto, anche fra gli uomini
di chiesa, grande esempio di democrazia, di libertà e di antifascismo… Pare
infatti che sia stata lanciata una specie di fatwa contro Matteo, da più parti,
quasi che la caccia sia aperta e chi l’ammazza prima vinca un premio, come
testimoniano sia la tentata aggressione subita poco tempo fa, sventata dalla
scorta, sia le numerose minacce ricevute per posta, insieme a cartucce di vario
calibro. Una fatwa lanciata per odio da chi invece accusa di odio proprio il
leader della Lega, mentre l’esercizio quotidiano di odio nei suoi confronti
viene dalla sinistra, ma non solo: non c’è giorno che papa Francesco non parli
di ‘odio e paura’, affiancato dal presidente Mattarella, con le stesse parole,
e l’allusione è chiara, anche da parte di chi, ricoprendo così alte cariche
istituzionali, dovrebbe badare a che qualche mente esaltata raccolga un
messaggio sbagliato. Ma tant’è, come diceva un mio caro amico, molto
importante, Mattarella è come la filosofia, “Con la quale e senza la quale
tutto rimane tale e quale”.

A parte il fatto
che senza di lui dovremmo cercare qualcun altro per tagliare nastri, fare
discorsi, appuntare medaglie, nominare cavalieri e senatori a vita, celebrare
ricorrenze, consegnare onorificenze, deporre corone d’alloro, partecipare a
Giorni della Memoria, e così via.

A memoria, invece,
ricordiamo le grandi adunanze di Beppe Grillo, i suoi ‘vaffa day’, quelli che
tutti abbiamo accolto con un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno
diceva fuor dai denti ciò che tutti, più o meno, pensavamo. Mandare a quel
paese una classe politica becera e orientata solo verso il proprio ombelico era
assolutamente liberatorio.

Nacque così il
Movimento 5 Stelle, e un po’ tutti lo abbiamo caldeggiato, coccolato,
all’inizio, proprio perché non apparteneva alla Casta… all’inizio.

A proposito di
Beppe Grillo, ricordiamo una frase di Fassino, piuttosto presuntuosa e poco
profetica. Criticando, infatti, la discesa in campo di Beppe e dei ‘grillini’,
ebbe a dire pressappoco: “Fondi pure un partito, partecipi alle elezioni e poi
vediamo cosa sarà capace di fare”. Penso che oggi il buon Fassino, e cattivo
profeta, si mangi le mani, come un po’ noi tutti. Ci appariva simpatico, il
Movimento, ci piacevano i giovani, contrapposti ai soliti parrucconi mangia stipendio
e succhia vitalizi – compresi i cosiddetti ‘senatori a vita’, creati solo come
salvagente per una certa parte politica, ma lautamente retribuiti per le loro
endemiche assenze – che finalmente sarebbero stati spodestati. Oggi non si
capisce bene se i vitalizi siano ancora… vitali, e comunque i senatori a vita
sono sempre lì, e del M5S non sappiamo più come liberarci, come la carta delle
caramelle che ci si attacca alle dita. Oggi 
l’anima del Movimento è profondamente cambiata, e ogni giorno di più
mostra la sua propensione ad una forma di presenzialismo e di estremismo
dittatoriale mascherati da buonismo progressista.  Secondo B. il Movimento ha un comportamento
di estrema sinistra. Certo, oggi nessuno li può tacciare di ingenuità, data
l’operazione che fatto cadere Salvini, troppo scomodo per i loro programmi – ma
soprattutto per la figura di Di Maio, il capo riconosciuto del Movimento. Oggi
Di Maio, con il suo tiepido sorriso e la sua aria di bravo ragazzo con i
capelli a spazzola e il passato da bibitaro allo stadio, è avviato ad essere
l’uomo solo al comando, ciò che la presenza di Salvini gli avrebbe impedito.
Notiamo con soddisfazione che invece Grillo Giuseppe da Genova è tornato a fare
il comico, – che gli viene senz’altro meglio – riconfermando e ungendo di sacro
crisma Giggino a capo del partito, pardon, del Movimento, fino al 2023, data
presunta di conclusione della legislatura, – come se la vita del governo
dipendesse da lui – quando ogni danno possibile sarà stato fatto, e ogni
subalternità verso l’Unione Europea sarà stata blindata, magari in
Costituzione. E al diavolo i ‘due mandati costi quel che costi’.

Le Sardine:

Chi sono le
Sardine? Certamente oggi sono un movimento costituito, che con un tweet si
raduna nelle piazze, come al suono di una tromba. Il movimento delle Sardine è
dichiaratamente di sinistra, creato a latere del PD. Se vogliamo, una specie di
Fronte della Gioventù Piddino, rapportato ai tempi nostri, favorito dalla
facilità di comunicazione che oggi offrono i social e gli smartphone, e
dall’età pericolosamente bassa. Uno dei motivi per cui qualcuno vorrebbe, oltre
a riconoscere lo Ius Soli agli immigrati – i quali voterebbero in massa per il
partito che così generosamente li ha favoriti contro ogni logica e consuetudine
di altri paesi del mondo – dare il voto ai sedicenni, ritenuti abbastanza
maturi per decidere le sorti di una nazione – salvo poi a ricredersi qualche
anno più avanti, come fatalmente accade – è proprio quello di
ufficializzare  e riconoscere fenomeni
come le Sardine. Le quali, contro ogni logica di buongoverno, non hanno idee
politiche, almeno apparentemente. Loro sono solo ‘contro’, e manifestando soltanto
‘contro’, senza idee politiche dichiarate, non si fa politica. La politica è
fatta di idee, di proposte, di programmi, di gestione della Cosa Pubblica, di
capacità, di cultura, di maturità, di responsabilità, di iniziative ‘a favore’,
e non ‘contro’. Perfino Conte, alla sua riconferma, ha dichiarato che non
avrebbe fatto politica ‘contro’ qualcuno ma ‘per’ qualcun altro. Dichiarazione
poi quotidianamente disattesa dai fatti, ma questo è marginale e proprio nella
logica del personaggio.  Le Sardine nascono
come movimento ‘spontaneo’: ma non c’è nulla di spontaneo nell’organizzare
queste manifestazioni da parte di ragazzi dichiaratamente di sinistra Piddina.
In  realtà, questi adolescenti sono dei
‘trolls’ usciti da Facebook, di appoggio politico ed elettorale al PD, e poco
manca che prendano il posto del M5S, ormai arrivato a posizioni di Casta.
Stiamo attenti alle Sardine. Fare politica ‘contro’ può essere pericoloso. Può
evocare periodi bui della nostra storia. Infatti oggi, momento in cui si
blatera tanto contro il nulla, cioè contro quei ‘fascisti’ che non ci sono più
– a parte pochi nostalgici poco intelligenti portati in prima pagina e trattati
come se fossero un esercito – i più ‘fascisti’ sono proprio quelli che vedono
il fascismo nei loro antagonisti, rendendosi colpevoli di discriminazione e di
posizioni fondamentaliste.

Corrado Augias,
giornalista coccolato dalla sinistra, spesso su Rai 3, dal comportamento
piuttosto supponente e non buono per tutti i palati, ha dichiarato, in una
intervista televisiva, che ‘E’ facile essere di destra, perché l’uomo di destra
dice ‘Il migrante mi fa schifo’, mentre quello di sinistra è uno che ragiona”.
In questa frase infelice c’è tutta la limitata filosofia di una persona che
quando parla pontifica, convinta com’è di essere nel giusto, e che la cultura e
l’intelligenza siano solo da una parte. Queste sono forme di discriminazione e
di razzismo specifico, dettate ambedue da animosità nei confronti di una
persona, o di un gruppo di persone, che non la pensano come lui: insomma, cosa
grave per uno che ha fatto una trasmissione sulla Costituzione,
anticostituzionale. Era Voltaire che diceva che non la pensava come il suo
interlocutore, ma che si sarebbe battuto fino alla morte affinchè egli potesse
esprimere le sue idee. Alla faccia di chi ritiene che le idee – quelle buone –
siano solo da una parte, per una sorta di illuminazione divina. È il grande
equivoco della mai troppo deprecata ‘questione morale’, che attribuisce – come
nei film western – il ruolo dei ‘buoni’ a quelli che hanno terminato la guerra
dalla parte dei vincitori, e il ruolo dei ‘cattivi’ agli altri. Cari amici,
questa è la filosofia delle Sardine, il movimento ‘contro’, creato soltanto per
impedire una regolare competizione democratica, che sia sotto elezioni o no.
Che differenza c’è fra le Sardine che contestano la presenza di Salvini, e i
cortei di Casapound che vogliono contestare i comizi di avversari politici? La
logica ormai acquisita dice che i secondi 
sono fascisti, e che quindi va impedito loro perfino di parlare. Ma le
Sardine non sono diverse, se ci pensate un attimo. Solo, stanno dall’altra
parte, quella dello sceriffo buono, del giustiziere, del castigamatti. Quello i
cui omicidi – nei film western – sono giustificati dal fatto che chi muore è
sempre il cattivo. Oggi una certa parte politica li chiamerebbe ‘giustizieri
fai date’, giudice, giuria e boia insieme. Vogliamo che, anche virtualmente,
questi comportamenti abbiano spazio?

Ormai la propaganda
elettorale non ha soluzioni di continuità, e ogni giorno assistiamo in televisione
alle dichiarazioni di personaggi che dicono cose difficilmente verificabili, ma
che pesano sul nostro bilancio, per dirne una. Qualcuno dice che le tasse sono
state aumentate, e qualcun altro addirittura diminuite. Provate a vedere cosa
vi rimane in tasca a fine mese, facendo sempre le stesse cose, e saprete la
verità. Sempre che, a fine mese, ci possiate arrivare, perchè la pressione
fiscale si può esercitare anche in una forma occulta e strisciante, non
dichiarata. Attenzione alle Sardine. Non facciamoci condizionare nelle nostre
scelte e nelle nostre idee da seimila, più o meno, ragazzini che fanno casino,
cioè appena l’un per cento del nostro Paese. Possono incattivirsi, nella loro
arroganza, e diventare davvero un movimento pericoloso per la nostra
democrazia, posto che mai ne abbiamo avuta una. Ancora più pericolosi questi
piccoli pesci senza un capobranco, perché dichiaratamente non hanno bandiere di
partito. Tranne quelle che occultamente portano in piazza. E si sa che le
piazze amplificano.




“Non si Lega”, le sardine sbarcano anche a Modena

Dopo Bologna e Modena le ‘sardine’ si mobilitano anche a Reggio Emilia con un flash mob dal titolo ‘Non si Lega’ in programma per sabato nonostante non sia prevista una visita elettorale di Matteo Salvini. Nella città emiliana il leader del Carroccio ha già fatto tappa il 9 novembre scorso. L’appuntamento è per il 23 novembre alle 18.30 in Piazza Prampolini, davanti al Municipio, cuore del centro storico reggiano. A organizzare l’evento un gruppo di dieci persone tra cui Stefano Salsi, di professione comunicatore. “Abbiamo percepito la voglia di scendere in piazza anche a Reggio e di riappropriarci della nostra città – ha detto all’ANSA – Tutto ciò era qualcosa che mancava da tempo. L’obiettivo è essere in tanti, stretti come sardine e tutti col sorriso. Salvini è già stato a Reggio e sabato non ci sarà? Questo depone a nostro favore in un certo senso perché significa che non c’è una strategia, ma semplicemente la voglia di esserci”.

Domenica a Rimini, ‘un pesce palla per Salvini’ – Nuova manifestazione convocata dalle ‘sardine’ anti-Salvini in Emilia-Romagna: l’appuntamento è per domenica alle 17 alla Vecchia Pescheria a Rimini. L’evento sarà in contemporanea con la visita in città del leader della Lega che – si legge nella convocazione su Facebook – “insieme alla sua candidata ombra inaugurerà la nuova sede della Lega a Rimini, facendo passare il messaggio che la Romagna è ormai presa”. Il titolo dell’evento è ‘Rimini non abbocca (Pesce palla in arrivo)’. “Salvini e la sua macchina del marketing hanno già dichiarato che il capitan Pesce Palla verrà in piazza a ‘conoscere’ le sardine. Quindi – si spiega ancora – oltre alla vostra sardina, preparate un bel pesce palla da regalargli. E poi giù di selfie così è contento. Tutto rigorosamente in silenzio”. Anche in questo caso l’invito è a “nessuna bandiera, nessun insulto, nessuna violenza”, perché “fa più rumore un mare in silenzio che un pirata che urla”.