RIFORMA SCUOLA: COS'È E COSA CAMBIERÀ

di Maurizio Costa

Roma
– La riforma della scuola promossa dal governo di Matteo Renzi è pronta a prendere il volo. Fino ad ora, la Camera dei Deputati ha approvato il ddl. Prossimamente il disegno di legge approderà in Senato, dove la maggioranza del Pd è più labile.

Analizziamo adesso, articolo per articolo, la riforma della scuola approvata dalla Camera.

Articolo 1 – La riforma nazionale del sistema di istruzione prende il via con il primo articolo, fatto passare dalla Camera alle 11:58 di venerdì 15 maggio. L'articolo 1 disciplina l'intero ddl e presenta le finalità della riforma: prima di tutto, viene stabilita l'autonomia delle scuole, anche in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggior potere decisionale: secondo il governo, questo porterà a un miglior utilizzo delle risorse e delle strutture scolastiche.

Ogni scuola dovrà effettuare ogni tre anni un Piano dell'offerta formativa, che aumenterà l'apprendimento degli studenti e l'apertura dell'istituto verso il territorio. Il Piano, che verrà redatto dal preside e dai docenti, stabilirà il monte ore annuale di ciascuna disciplina, in vista comunque di un potenziamento del tempo scolastico e delle attività interdisciplinari.

Articolo 2 – Votato con 251 sì e 83 no, l'articolo 2 disciplina l'autonomia scolastica e le maggiori responsabilità del preside. Grazie all'autonomia delle scuole, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti.

Inoltre viene stabilito un incremento della lingua inglese, dello studio di internet e dei social network, dei nuovi media e delle leggi dello Stato. Si combatterà il cyberbullismo e verranno tutelate le minoranze linguistiche e religiose. La scuola rimarrà aperta anche il pomeriggio, per aumentare le attività extra degli studenti. Infine, viene incrementato di 126 milioni di euro annui il Fondo per le istituzioni scolastiche.

Articolo 3 – Tutti gli studenti saranno dotati di un curriculum personale, che verrà pubblicato anche sul portale della scuola, e che terrà conto del percorso degli studi ma soprattutto delle attività opzionali svolte dallo studente, attività di lavoro in alternanza allo studio e attività di volontariato. Le scuole introdurranno insegnamenti opzionali a partire dal secondo biennio, che potranno anche essere finanziate da soggetti esterni. Il curriculum servirà allo studente per entrare più facilmente nel mondo del lavoro. In sede di esame di Stato, inoltre, la commissione terrà conto del curriculum personale dello studente.

Articolo 4 – Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.

Articolo 5 – Questo articolo dà disposizioni per l'insegnamento negli istituti penitenziari. Viene stabilito che per questo tipo di insegnamento è istituito un ruolo speciale, al quale possono accedere docenti che abbiano almeno tre anni di esperienza.

Articolo 6
– Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occubabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti.

Articolo 7 – Viene approvato il Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti. Il decreto stabilisce che 90 milioni di euro, già stanziati nel 2014 per l scuola, verranno usati in questo programma di digitalizzazione. Dal 2016 verranno spesi 30 milioni di euro annui.

Articolo 8
– A decorrere dal 2016, viene stabilito che l'organico di ogni scuola deve essere deciso su ambito territoriale. Questo vuol dire che verranno istituiti degli uffici regionali territoriali, grandi al massimo come una provincia, che decideranno la ripartizione della dotazione organica per ogni scuola. Questa scelta permetterà anche una maggiore interconnessione tra gli istituti che si trovano nello stesso territorio.

Articolo 9 – Questo è uno dei punti più cruciali di tutto il testo. Il preside, in base al Piano triennale dell'istituto, deciderà quali professori assumere nell'ambito territoriale. I docenti avranno un contratto di durata triennale, rinnovabile. Il preside deve dichiarare che il docente scelto non sia imparentato con lui (fino al secondo grado). I professori che non saranno scelti dai dirigenti scolastici verranno ricollocati dall'ufficio regionale. Inoltre, gli stipendi dei dirigenti, in totale, verranno incrementati di 12 milioni per il 2015 e di 35 milioni annui successivamente.

Articolo 10 – Stabilisce un “un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, per la copertura dei posti vacanti e disponibili nell'organico dell'autonomia”. Saranno assunti a tempo indeterminato coloro che hanno vinto il concorso pubblico per titoli ed esami a posti e cattedre bandito dal ministero dell'Istruzione. Ma saranno assunti anche coloro che sono iscritti alle Graduatorie ad esaurimento (Gae), che, successivamente, perderanno efficacia.

Articolo 11 – I professori, prima di entrare a lavorare a pieno titolo, dovranno svolgere un anno di formazione e di prova, che è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno 180 giorni, dei quali almeno 120 per le attività didattiche. Il preside, poi, dovrà valutare la prestazione del docente.

Articolo 12 – Il governo stanzia 381 milioni annui per istituire la “Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. "La Carta – si legge nel testo -, dell'importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, può essere utilizzata per l'acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di natura didattico-scientifica, di pubblicazioni e di riviste riferite alle materie di insegnamento e comunque utili all'aggiornamento professionale, per l'acquisto di hardware e software”.

Articolo 13
– Il preside, insieme a un comitato di insegnanti, attribuirà ad alcuni professori meritevoli un bonus una tantum. Il governo stanzia, per questa somma, 200 milioni di euro annui.

Articolo 14 – I contratti a tempo determinato dei docenti potranno durare al massimo 36 mesi, anche non continuativi.

Articolo 15
– “Il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario in posizione di comando, distacco o fuori ruolo alla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base di un provvedimento formale adottato ai sensi della normativa vigente, può transitare, a seguito di una procedura comparativa, nei ruoli dell'amministrazione di destinazione”.

Articolo 16 – Viene istituito il Portale unico dei dati della scuola, pubblicando in formato aperto i dati relativi ai bilanci delle scuole, i dati pubblici afferenti al Sistema nazionale di valutazione. Questa misura costerà 100mila euro all'anno.

Articolo 17 – “In sede di dichiarazione dei redditi, a partire dall'anno 2016, i contribuenti che intendono destinare la quota del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche potranno indicare la scuola del sistema nazionale di istruzione alla quale devolvere la suddetta quota”.

Articolo 18 e 19 – Viene istituito lo school bonus. “Per le erogazioni liberali in denaro destinate agli investimenti in favore di tutti gli istituti del sistema nazionale di istruzione, per la realizzazione di nuove strutture scolastiche, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti e per il sostegno a interventi che migliorino l'occupabilità degli studenti, spetta un credito d'imposta pari al 65 per cento”.

Articolo 20, 21 e 22 – Questi tre tabella riguardano la struttura delle scuole. Ne verranno costruite una per regione, di ultima generazione, e verranno stabiliti dei criteri di valutazione sugli edifici, soprattutto riguardo ai problemi sismici che caratterizzano alcune zone d'Italia.




SCUOLA: OK DELLA CAMERA. A SETTEMBRE 100 MILA PRECARI ASSUNTI

di Christian Montagna

Roma
– Sì dell'Aula della Camera alla riforma della scuola. Il testo, approvato a Montecitorio con 316 voti a favore, 137 contrari ed un astenuto, passa al Senato. "Sono emozionata e soddisfatta, molto soddisfatta". Così il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha commentato a caldo l'ok arrivato dalla Camera al ddl Buona Scuola. "E' stato un passaggio parlamentare molto vissuto, con coinvolgimento da parte di tutti, con interventi appassionati, talvolta appassionanti. Anche le opposizioni hanno mostrato una carica emotiva molto forte". "Credo si faccia un grande cambio culturale", ha detto Stefania Giannini. "Il primo articolo – ha spiegato – riassume quello che abbiamo fatto. Intendiamo offrire una scuola di qualità, aperta e inclusiva. Si conclude una maratona cominciata quasi un anno fa, che è stata, contrariamente a quanto si è voluto dire, anche inusuale per l'ascolto continuo di tutta la società".

La riforma della scuola del ministro Giannini e del governo Renzi incassa un altro successo: l’articolo 10, ieri rimandato poiché manchevole di alcuni emendamenti, oggi è stato approvato alla Camera con 263 si, 122 no e 25 astenuti (il gruppo Sel). L’articolo prevede un piano straordinario di assunzioni secondo cui da quest’anno circa cento mila docenti vincitori del concorso del 2012 e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento saranno ammessi all’interno delle scuole.

L’annuncio è stato dato come sempre in questi giorni dalla Giannini su Twitter: “Con piano straordinario oltre 100 mila assunzioni per realizzare autonomia e potenziare offerta, ok art.10 #labuonascuola"

Via libera anche per l’altro articolo, il numero 11 rimandato ieri e che prevede un periodo di prova per un anno per i circa cento mila precari che saranno assunti. Soltanto dopo la prova, i docenti potranno diventare di ruolo. Anche per questa approvazione, la Giannini si è servita di Twitter per esternare la sua felicità: “Con art.11 un periodo di formazione e prova serio per i neoassunti".

La Camera inoltre ha approvato l'articolo 21 del ddl sulla scuola, che stabilisce misure per la sicurezza degli edifici scolastici e lo stanziamento di 40 milioni per il 2015 per il controllo dei controsoffitti. Il voto finale previsto alle 13 di oggi si preannuncia per nulla tranquillo. Già questa mattina negli ultimi due tabella più tecnici, è scattato l’ostruzionismo della Lega e delle altre opposizioni.

I sindacati e i docenti continuano a minacciare il blocco degli scrutini ma per il Premier “sarebbe un errore clamoroso”. Al terzo giorno di votazioni dunque si è parlato di assunzioni a settembre, di 5 x mille, di card bonus di 500 euro a prof per aggiornamenti, di bonus per valorizzare gli insegnanti, di limiti di 36 mesi per i contratti di supplenza, di detrazione delle rette per la frequenza delle scuole paritarie e assunzioni a tempo indeterminato di precari già da settembre. Con una raffica di approvazioni, il ddl si prepara a tagliare il traguardo alla Camera e a giungere al Senato.




SCUOLA: APPROVATO ARTICOLO 8, DOMANI M5S SARANNO IN PIAZZA

di Angelo Barraco
 
E’ stato approvato l’articolo 8 della riforma della scuola dall’Aula della Camera. L’articolo 8 riguarda   la riforma dell'organico dell'autonomia per l'attuazione dei piani triennali dell'offerta formativa. In seguito all’approvazione dell’emendamento giunge sui social un tweet del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che scrive: “OK art. 8 #labuonascuola con organico dell'autonomia ogni istituto programma la propria offerta anche in rete con altre scuole”, sostegno anche da parte del sottosegretario Davide Faraone che scrive su twitter: “Ogni scuola avrà docenti per realizzare finalmente l'autonomia. Si' @Montecitorio art8 su organico dell'autonomia”. Stamane alle 11, il vicesegretario nazionale dell’Udc Antonio De Poli aveva detto: “Sulla riforma della scuola mi auguro che il governo e le parti sociali coinvolte non riducano quello che dovrebbe essere un sano dialogo politico ad un muro contro muro le cui conseguenze ricadrebbero, esclusivamente, su chi invece la scuola la vive ogni giorno, vale a dire studenti e insegnanti. Si ascolti la loro voce e si proceda verso l'apertura di un tavolo condiviso e inclusivo. Nessuno dev'essere lasciato indietro”. L’articolo 8 è stato approvato con 268 si, 90 no e 25 astenuti. 
 
GLI ALTRI 7 tabella:
 
Articolo 1: Autonomia delle scuole, in relazione alla dotazione finanziaria, in modo da renderle più efficienti nelle decisioni. Questa riforma renderà le scuole più autonome e con maggiore potere decisionale.
 
Articolo 2: Maggiori responsabilità del preside, il Piano triennale stabilirà monte ore, attività extra e fabbisogno di docenti e di personale Ata. In questo articolo compare l'annosa questione del potere del dirigente scolastico. Il preside, infatti, sentito il collegio d'istituto e secondo il Piano triennale, individuerà il personale da assegnare nella scuola; inoltre, il dirigente promuoverà i necessari rapporti con gli enti locali e le istituzioni economiche, in modo da organizzare attività lavorative per gli studenti. Incremento dello studio della lingua inglese dei nuovi media e delle leggi dello Stato. 
 
Articolo 3: Gli studenti avranno un curriculum personale che verrà pubblicato nel portale della scuola  e vi sarà il percorso scolastico dello studente e le attività che ha svolto.
 
Articolo 4: Il governo stanzia 100 milioni di euro annui per permettere agli studenti l'alternanza scuola-lavoro. Dal terzo anno in poi, i ragazzi potranno svolgere attività di stage o tirocinio presso enti privati o pubblici, individuati dal preside, per permettere un programma di iniziazione al lavoro già dalla scuola. Ci saranno 400 ore di scuola-lavoro per gli istituti tecnici e 200 per i licei. Le attività si potranno svolgere anche all'estero e aumenteranno il valore del curriculum personale di ogni studente.
 
Articolo 5: Articolo in merito all’insegnamento per gli istituti penitenziari e per questo tipo di insegnamento posso accedervi insegnanti con 3 anni di esperienza. 
 
Articolo 6: Le fondazioni che gestiscono gli istituti tecnici superiori dovranno avere un fondo minimo di 100.000 euro, per permettere il normale svolgersi delle lezioni e delle attività. Inoltre, il ministero ripartirà i fondi agli istituti in base al tasso di occubabilità degli ex studenti a 12 mesi dal diploma e al numero di corsi attivati negli stessi istituti
 
Articolo 7: Piano nazionale scuola digitale che prevede interventi strutturali tesi a: realizzare attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti; potenziare laboratori e strumenti digitali nelle scuole; formare i docenti per l'utilizzo di tali strumenti; adottare testi digitali stile e-book da dare agli studenti
 
Intanto il Movimento 5 Stelle annuncia battaglia e il deputato Giuseppe Brescia, membro della commissione Culturale di Montecitorio dice: “Ci auguriamo che domani saranno davvero in tanti i cittadini che decideranno di venire a piazza Montecitorio, a partire dalle ore 11, per chiedere il ritiro del ddl Istruzione. Davanti alla Camera ci saranno i nostri parlamentari, ma l'appuntamento e' aperto a tutti coloro i quali sono contrari a questa pessima riforma dell'istruzione. Proprio per questa ragione chiediamo che la manifestazione si svolga senza simboli o bandiere identitarie. L'unico vero protagonista deve essere il mondo della scuola: studenti, insegnanti, genitori”. 



SCUOLA, LA PERLA DI MAURIZIO LUPI: BACCHETTA GLI INSEGNATI CHE HANNO SCIOPERATO

L'On. Lupi ne è convinto tanto che lancia il suo editoriale spiegando l’assurdità di questo sciopero nazionale del comparto degli insegnati:” In questo Paese siamo ormai abituati a tutto, ma uno sciopero contro l’assunzione di oltre centomila persone, che quella stabilizzazione chiedono da anni, non l’avevamo ancora visto”.

di Cinzia Marchegiani

Cambiano le sigle partitiche meno le linee guida. Il capogruppo di Area Popolare (ex NCD) alla Camera on. Maurizio Lupi si scaglia contro il comparto della scuola che ieri ha manifestato per le piazze di tutta Italia, da nord a sud, e condivisa da tutte le sigle sindacali, contro la riforma  sulla scuola e dichiara: “Ma una cosa deve essere chiara, il disegno di legge in discussione in Parlamento non è un decreto/sanatoria per la sistemazione dei precari. Se così fosse, o se a questo si riducesse, non avrebbe il nostro appoggio. La scuola non ha principalmente il problema dell’occupazione degli insegnanti, ma quello della formazione ed educazione dei ragazzi. La scuola – continua l’On. Lupi -deve essere pensata e organizzata in funzione del bisogno educativo degli studenti, ed è per raggiungere questo obiettivo che oggi alla scuola serve un organico in grado di assicurare che l’insegnamento avvenga in condizioni di stabilità, di efficienza e di qualità.”

Ma l'On. Lupi va oltre e ricorda che la riforma di cui stanno discutendo è un passo importante, e lo è solo se approvata nel suo complesso, verso un sistema scolastico che finalmente superi il centralismo burocratico di cui la scuola potrebbe morire.”La scuola ha bisogno allora, certo, di insegnanti stabili, ma anche di merito, presidi responsabilizzati nella loro funzione dirigente, di percorsi formativi più agili che comprendano alternanza scuola-lavoro, di autonomia e di libertà.” E conclude che si avrà la buona scuola se questo disegno non viene snaturato, mentre dice assolutamente “no”provvedimento tampone che la degradi ad assumificio”.

Una miriade di commenti all’On. Lupi che gli ricordano cortesemente di non provocare, così un suo contato lo redarguisce a dovere:”…lei sa benissimo che non si tratta solo di questo e probabilmente non si è informato su ció che gli insegnanti chiedono! Si chieda perchè il 100 per 100 di chi rappresenta la scuola (mi sa che l'unica che si è astenuta è stata la moglie di Renzi) si è mobilitato compatto…persone di destra e di sinistra tutti insieme…se lo è chiesto?”

Cose strane di questo mondo verrebbe da dire, tutti folli evidentemente si sono dati appuntamento per le piazze d'Italia. ASnche questa è una cartina al tornasole di quanto siano distanti dalla realtà chi mette firma alle riforme di questo paese.




SCUOLA: LE ASSUNZIONI DEI PRECARI NON SLITTANO

Redazione

No, non è uno scherzo, i precari della scuola posso sperare veramente di essere assunti. "Non c'e' nessun rischio che slittino le procedure di assunzione del personale che lavorera' nelle scuole alla formazione dei ragazzi dall'1 settembre 2015". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, alla fine del Cdm. "Martedi' 10 il testo" del ddl Scuola "sara' licenziato. Poi andra' in Parlamento, che avra' il tempo sufficiente". Siamo sul concreto. "Abbiamo da cambiare un modello educativo. La grande scommessa e' investire nella scuola come strumento di crescita del Paese", ha aggiunto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi ribadisce che non e' stato fatto nessun passo indietro sulla riforma della scuola. "Nessun passo indietro dal governo: il 10 marzo il disegno di legge sara' vidimato e passera' al Parlamento". "Ci sono le condizioni per le quali il Parlamento della Repubblica, in un tempo sufficiente ma non bliblico, possa legiferare senza la necessaria richiesta di utilizzare gli strumenti di urgenza". "Facciamo una scommessa: martedi' prossimo presenteremo il disegno di legge, faremo anche questo passaggio, lo lasceremo all'attenzione del Parlamento e questo decidera' se e come procedere in tempi sufficienti a un confronto serrato e sereno, ma senza bloccare l'immissione in ruolo delle persone che sono nelle graduatorie ad esaurimento e quelle che sono vincitrici di concorso", ha aggiunto Renzi.

I curruculum. "E' abbastanza sorprendente: quando facciamo da soli siamo 'dittotarelli'" mentre se coinvolgiamo il Parlamento "siamo in ritardo". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, interviene cosi' nella polemica sul ddl Scuola. "Si tratta – ha aggiunto – di un dialogo surreale. Siamo partiti da una campagna prima dell'1 settembre scorso. Abbiamo ascoltato 1,8 milioni di persone in circa 2.040 incontri cui hanno partecipato parlamentari, cittadini e amministratori. Ne abbiamo discusso anche con le famiglie e non solo con gli addetti ai lavori".




SCUOLA, EDUCAZIONE E SOCIETA' ODIERNA

di Mario Torosantucci

Il padre al figlio: Ma è possibile, che nun riesci proprio a sta’ fermo e bono a scuola? M’ ha detto tu’ madre, che le maestre so’ molto 'ncaz…. con te.                                                                                                                                                                                                                                                                                                      

Figlio: Nun è vero ! Io ho detto soltanto quarche parolaccia. Gli altri invece hanno sputato, gettato di tutto, e fatto cose sporche.                                                                                                                                                                                                                

Padre: Degl’artri nun m’enteressa, dopo quelle vengono a rompe’ a me, e me tocca da reagì .                                                             

Figlio: Ma papà, che stai a parlà italiano, che è successo quarche cosa ? Pe mme, nun te devi da preoccupà, tanto ce devono da promuove pe’ forza. Ce stanno le nuove regole, e nun ce posseno manco da toccà, sennò le denunciamo e je famo passà li guai, così ‘ mpareno a toccà li piccoli.                                                                                                                                                              

Padre: Loro nun ve posseno da toccà, ma io te rompo l’ ossa. M’ hai capito ?                                                                                                            

Figlio: ‘E no ! Manco tu me poi da toccà, sinnò co ‘na telefonata, te manno ar gabbio.                                                                                                                              

Padre: Ahò ! Statte carmo. Fra te e tu’ madre, me fate diventà scemo, e si le maestre me chiamano, va a finì che me tocca sfogamme co’ loro, perché nun ve devono da toccà, e nun me devono da scoccià.                                                                                                                                      

Figlio: M’ hanno detto pure, che devi ancora da pagà la quota pe’ magnà, sinnò nun me fanno magnà più. E se so’ pure ncazz… perché co’ na spinta ho fatto cadè Gisella pe’ le scale,e       m’ hanno detto che loro so’ responsabili, e che devono da pagà de persona.                                                                                                                                                 

Padre: So’ c…. loro. Se facessero n’ assicurazione e nun ce rompessero. Ma come, li stranieri nun pagano, li rom nun pagano, e che so’ fesso io che devo da pagà?  Si nun te danno gnente, li vai a fregà agl’artri. Perciò, fatte furbo.                                                                                                                                                                                                                                     

Morale: Una volta un bambino, tornando a casa, essendo stato discolo a scuola, avrebbe ricevuto rimproveri e qualche schiaffo. I genitori  sarebbero andati a scusarsi e complimentarsi con l’ insegnante, per la sua severità e professionalità.

Ora gli alunni sono spesso maleducati e prepotenti, approfittano del potere loro concesso dalle nuove regole, ed i genitori, in parte, applicano la severità, l’arroganza e l’aggressività, verso l’insegnante inerme, in questa nostra scuola ormai nel degrado totale. Gli insegnanti per cautelarsi, devono sottoscrivere delle assicurazioni private, per eventuali spiacevoli episodi che possono accadere, poiché le cose che li responsabilizzano sono molteplici, con turni ed incombenze, che li rendono estremamente vulnerabili. In Italia si riesce a distruggere tutto. Purtroppo, questo argomento lo tratteremo di nuovo, perché necessita di un’ analisi più accurata.            

                             
CONTADINO CON FIGLIO IN CITTA’:


Papà: Me raccomanno, nun te mette a ffà l’ italiano, che ormai semo malvisti. Tutto quello che vedi , fa' finta de gnente, nun annamo a cercà guai.                                                                                                                                                                                                              

Figlio: ‘Anvedi oooh , so tutti neri, marroni e gialli. E qua ce riconoscono puro, semo bianchi, e tu t’ enc…. quando me vojo abbronzà, nun lo vedi che me potrei mischià mejo.                                                                                                                                    

Padre: A li tempi miei, quando ch’ avevo la tu’ età, quando se vedeva n’ artro colore, era tutta ‘na festa. Doppo, cor fatto che semo cristiani, che ce dovevamo emancipà, che bisogna accoglie tutti, MA PROPRIO TUTTI, co’ l’ europa che ce spigne d’annà avanti, perché je viè da ride, che dovemo dà, quello che ch’ avemo agl’artri, eccoce che ce dovemo abbassà pure li pantaloni.                                                                                                                                                

Figlio: Ma dovevamo pijà per forza sta metro che nun me fa respirà?……. Oh… quella me stava a tastà er c…                                                                                                                                                                           

Padre: Devi da stà ‘ncampana, quella nun te stava a tastà, ma te voleva fregà li sordi. Queste, ch’ anno le mani d’ oro, guadagneno li miliardi, devono stà attenti solo a nun fasse pijà, sinnò devono perde tempo ad annà ar commissariato pe’ l’ identificazione, pe’ poi tornà de corsa a lavoro. Sti poveracci de ladri, so’ stati costretti a venì in Italia, perché a casa loro i poliziotti so bestie e li menano pure, li fanno magnà male, e li tengono in galera a scontà la pena per INTERA. Invece noi, semo un paese accogliente, basta che ce promettono de nun fallo più, li lassamo annà liberi. È vero che qualcuno ce l’ ha promesso già ‘na settantina de vorte, ma noi semo cristiani, e dovemo da perdonà.                                                                                                                                                                                                     

Figlio: ‘A pà, ma ‘ndove devo da guardà, questa a fianco m’ha guardato storto, perché pensava che stavo a legge’ quello che scriveva cor telefonino, quello de fronte stà a pommicià,e m’ha fatto cenno d’ annarmene, e io me so stancato de fissà tutte le fermate sulle porte.                                                                                                                                                 

Padre: Nun te dimenticà che semo cristiani e dovemo avè pazienza,….. ma me stavo a domannà: Li cristiani velocemente stanno a finì, e co’ ‘ste religioni estremiste che so arrivate, doppo saranno pure c… loro.                                                                                                                                                                             

Figlio: ‘A pà, Me sa tanto, che in città se spaccia la droga pure de giorno, ma nun fa male ed è pericoloso ?                                                                                                                                                                   

Padre: Non più di tanto, perché la maggior parte de sti spacciatori sò clandestini. Poveracci, questi a casa loro nun ch’avevano da magnà e magara guadambiavano soltanto un euro al giorno i più fortunati. Qua da noi, paese accogliente e paziente, loro ce mettono tanta buona volontà a lavorà con dei turni incredibili, e un pò con lo spaccio della droga ed un po’ con lo sfruttamento della prostituzione, riescono a guadambià quei miliardi delle vecchie lire, PE’ LA SOPRAVVIVENZA, sperando che le autorità nun se ne accorgano. Eh sì, perché com’ è integerrima  la nostra politica, sti’ poveri stranieri, rischierebbero di doversi dedica’ ad altri lavori, a cui nun sò preparati, oppure a fa’ finta de scappà.                                                                                                                       

Figlio: ‘A pà, ma sti’ stranieri , fanno tutte ste cose…..                                                                                                                                                 

Padre: No ! Ce ne stanno tanti che so’ fessi come noi. Osservano le leggi, lavorano duramente, se vogliono ‘ntegrà, e purtroppo, pijano le botte da tutti, come noi italiani, perché noi e loro, nun ch’ avemo fantasia pe’ migliora’.                                                                                                                                                                                                                      

Figlio: E intanto gli artri  guadambiano un sacco de sordi.                                                                                                                                        

Padre: Non proprio tutti. Ce stanno pure quelli che guadambiano un po’ de meno. S’accontènteno. Se dedicano a li Bancomat, carte de credito, documenti farsi e quarche artro ‘mbrogliuccio a li vecchietti, che so’ un po’ rincoglioniti, ingenui e se meritano de resta’ senza la pensione. Tanto so’ abituati a magnà poco, che je fa pure bene.                                                                                                                                                                                          

Figlio: Qua, pe’ gl’ italiani, è mejo restà dentro casa, pe esse più sicuri.                                                                                                                                           

Padre: Eh no ! Perché te vengono a fregà  puro dentro casa . Te possono aprì la porta blindata, perché loro ce se dedicano a queste cose, studieno e diventano esperti. Se per caso t’entrano de notte, mentre che stai a dormì, te spruzzano er sonnifero, e sei fortunato si nun te violentano puro. Si poi, per puro caso, li dovessi da scoprì, li riesci a trattenè, riesci a chiamà la polizia o li carabinieri, la legge nostra, gagliarda e tosta, questo nun c’entra, ma ce stà bene pe’ la rima, te inquisisce pe’ sequestro de persona, così t’ empari a reagì, che da buon cristiano, nun se deve fa’, MAI.                                                                                                                                                             

Figlio: Insomma, me sembra d’avè capito, che noi italiani, saremo, come dicono quelli che hanno studiato, dei cogl… ghettizzati, che dovremo sopportà il dolore, come l’ asino delle mazzate, i dispiaceri, le umiliazioni, dovremo pagà pe’ gl’artri, stacce zitti, e portà la croce perché semo CRISTIANI ITALIANI.                                                                                                                                                             

Padre: So’ contento che hai capito il concetto. Annamo……annamosene va…..                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         
 




CIAMPINO, SUL PIANO DI RIDIMENSIONAMENTO SCOLASTICO IL SINDACO LUPI CHIEDE SPIEGAZIONI IN REGIONE


Redazione
 
Il Sindaco di Ciampino, Simone Lupi, si recherà questa mattina presso la Regione Lazio per chiedere spiegazioni in merito alla proposta di dimensionamento scolastico avanzata dalla Regione, che va in contraddizione con la Delibera Provinciale n. 1136/44 del 28/12/2011.
 
l'Amministrazione comunale sta lavorando per trovare soluzioni dallo scorso ottobre, appena appresa la notizia del piano di razionalizzazione scolastica, disposto sulla base di una normativa di rango statale e regionale.

A seguito dei numerosi tavoli di concertazione, portati avanti dall'Amministrazione insieme alle parti sociali coinvolte, la Giunta comunale ha deliberato una proposta articolata riguardante le istituzioni scolastiche della scuola dell'infanzia, primaria e della scuola secondaria di I° grado.
 
La Delibera di Giunta comunale, nel rispetto degli indirizzi e criteri per la programmazione previsti dalla normativa, è stata trasmessa nei termini previsti alla Provincia di Roma, alla quale è stato affidato il compito di promuovere tutte le attività necessarie per la presentazione alla Regione del Piano Provinciale di riorganizzazione della rete scolastica.
 
Con Delibera Provinciale n.1136/44, è stata accolta la prima proposta, avanzata dall'Amministrazione comunale, la più equilibrata perchè va a creare tre istituti comprensivi di circa 1.200 studenti ciascuno, tenendo conto delle reali esigenze delle scuole del nostro territorio.

 
La Regione Lazio, però, con proposta di Giunta Regionale n. 236, ha stravolto completamente i deliberati di Provincia e Comune, non rispettando tra l'altro alcuni degli indirizzi e criteri del Decreto Legislativo n.112/98, che prevede istituti comprensivi con un minimo di 1.000 alunni iscritti.

 
“In questi giorni – dichiara il Sindaco Lupi – abbiamo appreso una discordanza tra la risposta che ci è stata trasmessa dalla Provincia e quella della Regione Lazio, gettando, di fatto, confusione tra i Dirigenti ed i Docenti scolastici. E' per questo motivo che in mattinata mi recherò personalmente presso il Consiglio Regionale per chiedere spiegazioni, prima dell'inizio della Commissione XIV – Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università, convocata per le ore 11.00”.

 
“Altro elemento assurdo, – continua il Sindaco – è la creazione di una nuova scuola secondaria di I° grado, come da proposta della Regione, sicuramente un istituto fantasma, in quanto dovrebbe essere costituito in circa quattro mesi con fondi inesistenti e senza alcuna continuità didattica con le altre realtà scolastiche del territorio, data la chiusura delle iscrizioni prevista per il 20/02/2012”.

 
“Mi auguro che l'incontro di questa mattina – conclude il Sindaco Simone Lupi – servirà a fare chiarezza su una questione che sta a cuore di tutti, per l'incidenza che potrà ripercuotersi sul lavoro degli insegnanti, del personale Ata, di segreteria e degli studenti della nostra Città. Se i nostri diritti non saranno riconosciuti, l'Amministrazione comunale è già pronta a fare ricorso in tutte le sedi competenti”.



CONSIGLIO REGIONE, AL VIA ESAME IN COMMISSIONE DEL PIANO DI DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO

Redazione

Avviato questa mattina, in commissione Scuola, l'esame del Piano regionale di dimensionamento scolastico per l'anno 2012- 2013. "Iniziamo oggi un lavoro molto impegnativo – ha detto la presidente Olimpia Tarzia (Per) – perché si tratta di un tema che riguarda da vicino le famiglie della nostra regione e tante sono le istanze che provengono dai cittadini".

Nella seduta odierna sono state discusse, in particolare, osservazioni riguardanti le province di Roma, Latina, Viterbo e Frosinone.
Approvate a maggioranza le proposte dell'assessore all'Istruzione Gabriella Sentinelli che prevedono l'attivazione di nuovi indirizzi di studio in alcune scuole superiori di Guidonia, Nettuno, Latina, Formia, Fondi, Terracina, Ponza e Aprilia e la riorganizzazione di istituti di Latina, Fondi, Terracina, Sezze e SS Cosma e Damiano. Via libera, sempre a maggioranza, alla soppressione di due circoli didattici e riorganizzazione di sei istituti comprensivi a Viterbo (per iniziativa della presidente Tarzia) ed all'integrazione relativa all'istituto comprensivo di Tarquinia chiesta dal consigliere Pietro Sbardella (Udc) e dal vicepresidente di commissione Chiara Colosimo (Pdl).
Accolte all'unanimità, invece, le osservazioni dell'altro vicepresidente Fabio Nobile (Fds) – riguardanti l'attivazione di nuovi indirizzi di studio in due istituti di Ronciglione e Bassano Romano (entrambi in provincia di Viterbo) – e la proposta di attivazione di un nuovo indirizzo di studio nell'istituto Colasanti di Civitacastellana, a firma del consigliere del Pd Marco Di Stefano.
Avviata, infine, la discussione su Frosinone con l'approvazione, a maggioranza, di un emendamento a firma della presidente Tarzia che riscrive l'intera riorganizzazione della rete scolastica provinciale.

L'esame del Piano di dimensionamento proseguirà domani mattina, a partire dalle ore 11.

Ad inizio seduta la commissione aveva respinto, a maggioranza, una risoluzione presentata da Nobile e sostenuta anche dai consiglieri Di Stefano e Filiberto Zaratti (Sel), con la quale si chiedeva alla Giunta di prorogare all'anno scolastico 2013/2014 il termine per l'adozione del piano di dimensionamento e di "stabilire deroghe ai criteri meramente numerici "adottati. "Non comprendiamo la fretta di concludere un piano così complicato – aveva spiegato Nobile – che non tiene conto delle esigenze di offerta formativa dei territori, non sufficientemente coinvolti. Non si comprende, poi, perché la proposta della Giunta regionale tagli 39 dirigenze in più rispetto alle richieste del Governo nazionale". "Tutte le Regioni stanno procedendo al dimensionamento – aveva obiettato l'assessore Sentinelli- e dal ministero non è arrivata nessuna risposta alla richiesta di proroga che era stata presentata a novembre dalla Conferenza Stato-Regioni. La delibera di Giunta risponde quasi totalmente alle indicazioni arrivate dalle Province, è stato fatto un lavoro complesso e molto importante".

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri Isabella Rauti (Pdl), Giuseppe Melpignano (Lista Polverini), Alessandro Vicari (Lista Polverini), Gina Cetrone (Pdl), Gianfranco Gatti (Lista Polverini), Claudio Mancini (Pd), Luigi Nieri (Sel), Antonio Paris (Gruppo misto), Giuseppe Parroncini (Pd), Francesco Pasquali (Fli), e Annnamaria Tedeschi (Idv).