SENATO RIFORMA: TOUR DE FORCE FINO AL VOTO FINALE

Redazione

Tour de force, senza fermarsi un attimo si arriva fno al traguardo. Oggi analisi degli ultimi emendamenti in una seduta che andrà avanti ad oltranza e domani voto finale dell’Aula del Senato sul ddl Boschi. Questo il timing deciso nella notte dalla conferenza dei capigruppo. Timing che consentirà di rispettare la scadenza fissata la settimana scorsa dalla stessa capigruppo che aveva previsto la chiusura entro l'8 agosto, ultimo giorno utile prima della pausa estiva. E oggi in Aula potrebbe comparire anche il premier Matteo Renzi, ma valuterà al momento sulla base dell'andamento dei lavori ha fatto sapere, per salutare di persona quello che ha definito “un passaggio storico, fondamentale, su cui ci siamo”.  




SENATO: BAGARRE IN AULA. BOCCIATO EMENDAMENTO SEL, DECADONO 1.400 EMENDAMENTI

Redazione

Questo nodo da sciogliere con la riforma del Senato è davvero molto stretto. C’è ancora bagarre in Aula nel corso dell'esame del ddl Riforme. Al momento in cui il presidente Pietro Grasso preannuncia la votazione, per parti separate, di un emendamento di Sel che prevede l'elezione diretta del Senato, dai banchi dell'opposizione, ancora una volta si leva il grido "non si può". Protesta alla quale Grasso risponde: "Cori da stadio non mi sembrano adeguati, finiamola con questa gazzarra". Sospesa la seduta. L'Aula del Senato ha bocciato un emendamento di Sel che, in base alla cosiddetta legge del Canguro, ha fatto decadere 1.400 emendamenti alle riforme. E intanto il premier Renzi non retrocede di un solo passo: "Gli italiani ci hanno chiesto di cambiare un sistema politico che non funziona più. Noi manteniamo la promessa, senza paura e senza mollare – scrive sul proprio profilo di facebook il premier Matteo Renzi – . Stiamo facendo le riforme perché la politica e i politici devono cambiare. E le sceneggiate di oggi dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona. Noi andiamo avanti e alla fine saranno i cittadini con il referendum a giudicare chi avrà ragione e chi torto. La nostra determinazione è più forte dei loro giochetti. Andiamo avanti pronti a discutere con tutti ma non ci faremo mai ricattare da nessuno". E intanto il ministro Boschi chiede massima trasparenza:
"Io credo che non si debba aver paura delle proprie idee – ha detto il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi – . Chi sostiene un modello diverso di Senato è giusto che lo faccia a viso aperto e che non si nasconda dietro il voto segreto. Il Pd e la maggioranza non lo hanno chiesto, siamo disponibili e contenti a votare con voto palese". E intanto Vendola fa sentire la propria a suon di cinguettii: "7 senatori #Sel che non si piegano a ricatti sono problema Italia? E i nuovi Padri della Patria sono Berlusconi e Verdini? #lottistaisereno", scrive su Twitter il leader di Sel, Nichi Vendola, rispondendo alle affermazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti.




LE RIFORME IN GIRO PER L'INFERNO

di Emanuel Galea

Nel loro cammin di 17 legislature, languiscono le riforme, smarrite nella selva oscura delle due Camere, raggirate da 963 “beneficiati” che la diritta via hanno smarrito.

Dopo aver chiesto grazia al sommo poeta nazionale, mi sento affrancato e accordato ad andare oltre. Parlare di riforme vuol dire certificare un logorio della “costituzione più bella del mondo”, un suo invecchiamento, ammettere che non accompagna più le esigenze del tempo. Non per niente non esiste partito, uomo politico oppure politologo che non ne ha parlato. Se mi è consentito dire che le riforme sono come la sòra Camilla che “ tutti la vònno e nisuno se la piglia”.

L’ultimo a provarci è stato Matteo Renzi. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 31 marzo 2014, su proposta del Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento, Maria Elena Boschi, ha approvato lo schema di disegno di legge costituzionale.

Uno schema molto ambizioso, tant' è che lo stesso presidente Matteo Renzi rischia di perdere la sua reputazione politica e oserei dire la sua carriera, tutto dipende dall’esito di queste riforme.

Elenchiamo in ordine le cinque riforme dello schema:

1 – "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario,

2 – la riduzione del numero dei parlamentari,

3 – il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni,

4 – la soppressione del Cnel

5 – la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione".

Un’impresa titanica se poi a questa aggiungiamo la madre di tutte le riforme e cioè la legge elettorale che guarda agli interessi dei cittadini e non dei partiti.

Questo schema è datato marzo 2014. Proviamo a curiosare cosa ne è rimasto dal progetto originale.

Tutti vorrebbero sapere che ne è stato dell' Italicum. A quest’ora Renzi avrebbe dovuto ammettere che non sono le idee che mancano, bensì la buona volontà e così la legge elettorale, alias Porcellum II, tanto osannata si è vista cavalcata e messa in fondo alla lista.

Prima delusione!

Si è tanto parlato dell’abolizione del Senato. Questo è stato uno dei cavalli di battaglia del ex sindaco. Ahimè, strada facendo si è visto accomodare a miti consigli. Non è più abolizione ma un semplice maquillage, una completa operazione cosmetica, tanto fumo e poco arrosto.

Seconda delusione!

Chi può dire di non aver sentito parlare di spending review? Non importa che tanti non conoscono il significato, ma di questo hanno fortemente discusso nei bar, dal barbiere, in piazza, in metropolitana e a casa con amici. Cosa vuol dire? Non so, l’ha detto Renzi e con quella spending review abbasserà le tasse ai meno abietti e darà 80 euro in più in busta al mese, per sempre.

Intanto oggi si sa che la copertura per gli 80 euro è assicurata solamente per il 2014 e per gli anni a venire incrociamo le dita. Per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica, risulta che quest’ultima è al contrario in aumento. L’abolizione delle province, poi, è tutta da discutere.

Terza delusione!

Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) ha come competenze proprie la legislazione economica e sociale La sua soppressione difficilmente abbasserà il mastodontico debito pubblico, pietra d’inciampo di qualsiasi ripresa.

Non dimentichiamo il Jobs Act di Renzi , oggi rivisto e corretto, cucito e tagliato , stravolto e tanto discusso.

Concludendo il giro dell’inferno delle riforme , oggi , al posto della tanto sbandierata “riforma al mese”, giacciono in discussione, e a rischio tenuta della maggioranza, lo stesso decreto di lavoro Poletti, la famigerata già menzionata riforma del Senato e, dulcis in fundo la revisione del Titolo V della seconda parte della Costituzione.

Riuscirà il nostro Caronte fiorentino a traghettare queste riforme indenne lungo le acque paludose dell’Ade del Senato?




FROSINONE, L'AMMINISTRAZIONE OTTAVIANI TAGLIA I COSTI DELLA POLITICA

Redazione

Frosinone – Taglio dei costi della politica, abolizione di privilegi e benefit, razionalizzazione della spesa pubblica. Temi caldi del dibattito politico e soprattutto dell’ultima campagna elettorale per le elezioni politiche e regionali. Temi sui quali l’amministrazione Ottaviani, precorrendo i tempi e operando scelte coraggiose, ha avviato un percorso virtuoso che l’ha portata ad essere una delle poche amministrazioni, se non l’unica in Italia, ad avere sforbiciato in maniera concreta consistente i costi della politica.

“In questi giorni – ha dichiarato l’assessore alle Finanze del Comune di Frosinone Riccardo Mastrangeli – abbiamo letto sui giornali che i presidenti di Camera e Senato hanno deciso di tagliarsi del 30% l’indennità. Gesto sicuramente apprezzabile, ma, forse, poco coraggioso, visto che qualche sforzo in più, in questo senso, poteva esser fatto, se paragonato a quanto fatto dall’amministrazione Ottaviani che, prima di ogni altra in Italia e in tempi non sospetti, più di sei mesi fa, con una scelta senza precedenti nel nostro Paese, ha tagliato del 50% le indennità di sindaco e assessori, facendo confluire il risparmio in un fondo che finanzierà progetti di grande rilevanza sociale”.

“Inoltre – continua Mastrangeli – l’amministrazione Ottaviani ha ridotto del 70% le spese di staff rispetto al passato e ha deciso l’abolizione dell’uso delle auto blu da parte di sindaco e assessori, che si spostano con mezzi propri per gli impegni istituzionali, e l’abolizione dell’uso dei cellulari di servizio, tant’è che sindaco e assessori hanno deciso di accollarsi in proprio ogni spesa in questo senso. Gesti forti, concreti con i quali abbiamo voluto dare un segnale inequivocabile ai politici di professione, a quelli che hanno scambiato la politica per un lavoro, intendendola come fonte di reddito unica, anziché come volontariato sociale o come missione civica. Noi riteniamo che si fa politica non per obbligo, ma per aiutare la gente a risolvere i propri problemi e chi fa politica, in nome di un bene superiore, deve saper rinunciare a qualcosa di proprio e non pensare alla propria dimensione autoreferenziale. Per questo abbiamo voluto tendere la mano ai cittadini per far capire che, coloro ai quali hanno dato le delega per costruire una città e una società migliori, stanno dallo loro parte e non stanno occupando il potere per meri fini personalistici. Nel Paese, in questi ultimi anni cittadini e classe politica hanno marciato in direzioni opposte, parlando due lingue diverse e rimanendo distanti anni luce. La classe politica ha chiesto sacrifici; ha imposto cure da cavallo, trattamenti lacrime e sangue ai cittadini, salvo poi non arretrare di un millimetro dalle proprie posizioni di privilegio in barba a una povertà dilagante e alla disperazione di tanti giovani in cerca di un lavoro. Davanti al vuoto degli annunci, che più volte abbiamo sentito a livello nazionale, il nostro è stato un gesto vero che ha, poi, una finalità di indubbia valenza sociale”.

“La speranza – ha concluso Mastrangeli – è che anche altri possano seguire veramente e concretamente l’esempio del Comune di Frosinone per creare istituzioni sempre più vicine ai cittadini”.
 




FRASCATI, CHIARA CARLINI MISS SORRISO FIAT: CON QUOTE ROSA IN SENATO E PARLAMENTO SI AGEVOLINO LE DONNE NEL MONDO DEL LAVORO

Redazione

Frascati (RM) – Le donne nel nuovo Parlamento sono aumentate del 10% rispetto alla precedente legislatura: dal 20,3% al 30,8%. Mai, nella storia della Repubblica, tante donne in Parlamento. Alcune ragazze dell’ultimo concorso di Miss Italia ritengono che deputate e senatrici debbano dedicarsi a iniziative e provvedimenti utili per il mondo femminile. Ma non solo.

Tra le tante questioni sul tappeto, Giusy Buscemi ne sceglie una: «le nostre parlamentari, che hanno questa sensibilità, si impegnino per valorizzare le bellezze del nostro Paese che sono la nostra ricchezza e un’attrattiva per i turisti e gli studiosi di tutto il mondo. Molte opere d’arte – aggiunge Miss Italia – sono dimenticate o non sono visibili né in musei, né in mostre, ed è  un comportamento grave, una situazione da cambiare. Mi piacerebbe che le donne appena elette prendessero a cuore la difesa di questo patrimonio di storia, di cultura e di bellezza che non appartiene solo a noi».   

«Il dato statistico della presenza delle donne nel nostro Parlamento – sostiene Diletta Innocenti Fagni, Miss Ragazza In Gambissima Luciano Barachini – è il segno di un'Italia che guarda in avanti, e finalmente con gli occhi delle donne, troppo spesso lasciate fuori dalle cariche più importanti e più autorevoli. Non solo donne, ma donne giovani: è un altro punto a favore per ricostruire l'Italia con idee nuove e soprattutto con l'entusiasmo e la voglia di fare che le contraddistingue. Credo che i primi temi da affrontare siano la riduzione drastica dei costi della politica e il cambiamento della riforma Fornero per quanto riguarda il sistema pensionistico. Inoltre è indispensabile finanziare la Sanità e l’Istruzione pubblica, contrastare la precarietà e incentivare l'occupazione giovanile e femminile, togliendo il dislivello nei redditi e nelle carriere con i colleghi uomini. E’ urgente, a mio parere – conclude – realizzare politiche di welfare a sostegno della famiglia, quasi inesistenti in Italia rispetto a paesi come Francia e Germania».

«Un dato importante – fa rilevare anche Lucrezia Massari, Miss Deborah Milano – riguarda il maggior numero di donne elette e con minore età. E’ un buon inizio per il cambiamento tanto auspicato. Credo che esse possano portare una marcia in più per affrontare, con la loro apertura mentale, i problemi del razzismo e per osteggiare il ‘femminicidio’ che dilaga e spaventa. La stabilità del paese, la lotta alla corruzione, l’equità fiscale e la tutela della salute sono le priorità: ho piena fiducia nelle donne, nelle giovani donne!».

Più dettagliate le attese di Chiara Carlini, Miss Sorriso Fiat. «A mio parere – dice – un provvedimento da prendere è quello di agevolare le donne nell’orario di lavoro in modo che esse possano trascorrere più' tempo con i figli, o comunque di creare asili nidi nelle aziende in cui lavorano. La loro efficienza non dipende dal tempo trascorso in un ufficio o in una fabbrica, ma dalla qualità dell’applicazione nella mansione loro affidata. Quindi, una donna avrebbe più tempo a disposizione per stare con la famiglia e il suo lavoro non ne risentirebbe, nonostante qualche ora in meno».

«In 50 anni siamo riuscite in parte a far valere i nostri diritti di uguaglianza. Oggi  – è il parere di Giulia Gammanossi, Miss Fair Play — una donna è quasi riuscita a diventare presidente degli Stati Uniti e Angela Merkel è stato il primo cancelliere donna in Germania. Ormai questi ruoli non sono più un tabù per le donne, ma anzi esse si stanno facendo spazio da protagoniste. Inoltre, in Germania, Inghilterra e Olanda lo Stato aiuta le donne e in alcuni casi intere famiglie con contributi versati ogni mese alle madri per il mantenimento dei figli con cifre che permettono alle donne in difficoltà di garantire il futuro ai propri bambini. Queste iniziative vengono definite ‘un investimento per il futuro’. Infine – aggiunge –  lo Stato deve mettere le donne che subiscono violenze o abusi nella condizione di poterli denunciare senza aver paura. Ci sono troppe donne che ancora oggi non fanno denunce,  troppe vittime di uomini violenti: tutto  questo deve cambiare, e per farlo,  deve esserci una tutela più concreta per le vittime. Esse vanno protette e difese».




LAZIO, GLI ECOLOGISTI CON INGROIA PER UNA "RIVOLUZIONE CIVILE"

Redazione
 
Lazio – Gli ecologisti del Lazio hanno scelto di sostenere la lista promossa da Antonio Ingroia perché Rivoluzione civile è innanzi tutto una Rivoluzione ecologica. Cambiare l'Italia significa rivoluzionare le politiche ambientali, quelle energetiche e quelle legate alla difesa del territorio dal cemento. Significa portare l'Italia nel futuro della Green Economy, delle fonti rinnovabili, dell'efficienza energetica e di una corretta gestione del ciclo dei rifiuti che permetta di chiudere le infrazioni comunitarie e di superare il sistema delle discariche puntando sulla differenziata, e di creare nuove opportunità di lavoro.
 
“Rivoluzione Civile rappresenta una straordinaria opportunità di cambiamento per aprire al Lazio e all’Italia le porte del futuro, quello stesso futuro che i provvedimenti del governo Monti hanno rubato ai cittadini”. Lo dichiara Francesco Alemanni, responsabile dell’Organizzazione dei Verdi e per il settore rinnovabili dei Verdi e candidato al numero 2 della Lista per il Senato di Rivoluzione Civile. “Le politiche ambientali, l’uscita dalle fonti fossili e la promozione delle Energie rinnovabili, la Green Economy sono state le prime vittime dell’agenda Monti che è un’agenda totalmente Black – continua Alemanni -. Serve un’inversione di marcia, una Rivoluzione energetiche che ci permetta di superare l’era fossile e lavorare, come ha già fatto la Germania di produrre già nel 2050 l’80% dell’energia da fonti verdi”.
 
“La lotta per la legalità coincide sempre più spesso con le battaglie per difendere il diritto alla salute e all’ambiente che sono le prime vittime delle speculazioni, della corruzione e anche degli interessi delle organizzazioni criminali che concentrano i loro traffici sugli affari delle ecomafie”. Lo dichiara Valentina Stefutti, avvocato nel processo Eternit, processo in cui ha difeso le vittime dell’amianto e candidata alla Camera nella circoscrizione Lazio 1. “La prossima sarà una legislatura fondamentale per le politiche ambientali perché, come già abbiamo visto con le politiche del governo Monti, le lobby economiche proveranno a smontare le conquiste ottenute sia a livello nazionale che europeo – prosegue la Stefutti -. Per questa ragione è necessaria una forte presenza ecologista che insieme alla Lista Ingroia non solo difenderà le conquiste ottenute ma proverà a dare centralità nell’agenda politica del paese a temi dimenticati come l’emergenza sanitaria dello smog, un piano nazionale per la mobilità pubblica e la valorizzazione delle aree protette che sono state ridotte ai minimi termini dal governo Berlusconi prima e da quello Monti poi".



ROMA GIU' LE MANI DA CINECITTA', IL MINISTRO ORNAGHI: SU CINECITTA' STUDIOS SPA NON HO POTERI DIRIGISTICI

Redazione

I sen. Asciutti (PdL), Vita (PD), Pittoni (LNP), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Milana (Terzo Polo:API-FLI) e Carlino (IdV) hanno poi rivolto una serie di domande riguardanti le prospettive di Cinecittá, con particolare riferimento alla promozione del cinema italiano.

Il Ministro per i beni e le attivitá culturali Ornaghi ha precisato in premessa che, mentre l'Istituto Luce Cinecittá srl è una societá interamente pubblica, Cinecittá Studios spa è invece una societá privata in cui il Dicastero è presente soltanto con una quota del 20 per cento. In tal senso, il Ministro intende svolgere il ruolo che tale condizione gli riserva, ma non può assumere atteggiamenti dirigistici. Peraltro, nel decennio successivo alla privatizzazione, si è registrato il raddoppio del fatturato ed è stata mantenuta intatta la quota di occupazione. Nell'attuale situazione di crisi e in attesa dei benefici che potranno derivare dall'introduzione di misure di tax credit, Cinecittá Studios spa ha avviato una riorganizzazione produttiva e societaria, anche con nuove partnership internazionali, il cui passaggio più delicato è rappresentato dalla trattativa sindacale che il Ministero seguirá con attenzione pur non essendo competente per interventi risolutivi. Quanto al piano di sviluppo immobiliare volto all'incremento delle strutture per le attivitá produttive, Cinecittá Studios spa ha presentato un proprio piano di valorizzazione che prevede la realizzazione di strutture ricettive per ospitare chi lavora nelle produzioni, un progetto molto ambizioso giá avallato dal precedente Ministro che ora sará attentamente verificato ma senza pregiudizi legati alla presunta sussistenza di intenti di speculazione edilizia, semmai alla ricerca della conferma che si tratta di una operazione ragionata ed equilibrata per lo sviluppo delle attivitá cinematografiche. Quanto agli aspetti più prettamente culturali, il Ministro ha richiamato il dato in incremento della produzione italiana di film nel 2011 e ricordato i lusinghieri successi conseguiti dal cinema italiano nei principali festival internazionali.

tabella PRECEDENTI:

22/06/2012 ROMA, GIU' LE MANI DA CINECITTA'