SANITA' METROPOLITANA: TRA PIANI SCELLERATI, MILIONI DI EURO VACANTI, SMANTELLAMENTO DELLO SPOLVERINI

di Chiara Rai

Lazio – Il Piano di riordino della rete ospedaliera presentato dalla Regione Lazio riaccende le speranze rispetto alla concreta realizzazione del Nuovo Ospedale dei Castelli che, proclami a parte, sembra vivere un momento di incertezza dopo un avvio in quarta con l’appalto dei 68 milioni di euro che si esaurisce ad Aprile 2016.

Con la massima urgenza andrebbero appaltati gli altri 76 milioni già previsti per la realizzazione del nosocomio, se ciò non accade si rischia di rimanere con un eterno cantiere che non vedrà mai luce. Ad evidenziare questa realtà è il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli che sottolinea appunto l’urgenza di appaltare gli altri 76 milioni di euro e, rivolgendosi alla direzione Asl RmH fa presente la necessità, specialmente in questa fase, di richiedere consulenza ad un dipartimento di ingegneria clinica che decida materialmente come devono essere realizzate le sale operatorie, la logistica del punto di prima emergenza ecc.

Questo in quanto il progetto risale al 2007 e di fatto, trovandoci  nel 2014, serve assolutamente una consulenza di ingegneria clinica che permetta di conseguire un risultato efficiente sotto il profilo organizzativo della costruzione e allestimento delle varie specialità cliniche.

Cianfanelli, presidente del collegio di vigilanza, dopo il 15 novembre ha intenzione di convocare il collegio: “bisogna andare avanti – dice il primo cittadino – qualora la direzione appaltante dovesse palesare inerzia, il collegio, come dice la legge, potrà decidere di sostituirla”.

Manca tanto ancora da realizzare al Nuovo Ospedale: le sistemazioni esterne, l’acquisto attrezzature, l’eliporto, le strade, ma anche le lenzuola.

Ancora una volta questo piano sanitario dei Castelli Romani sembra fare acqua da tutte le parti: non esiste di fatto la pianta organica per mandare avanti quattro ospedali, figuriamoci sei! “L’Accordo di programma del nuovo ospedale – conclude Cianfanelli – non permette di cannibbalizzare il polo H2 per soluzioni temporanee e in utili”

 Ci sono 21 chirurghi in organico per tutta la Asl. L’ultima mozione presentata dal Comune di Ariccia riguarda anche il tema del singolare svuotamento dello Spolverini in favore dell’ospedale di Marino. Lo Spolverini è l’unico ospedale pubblico di riabilitazione, punto di riferimento per il centro sud e le isole.

Marino non è attrezzata, ad esempio, per accogliere una chirurgia oncologica in un reparto che non ha la degenza in quanto è un day surgery e come dire, alle 18 tutti a casa e chi va ricoverato viene trasportato altrove in ambulanza. Che senso ha tutto questo? Poco, se non che il San Giuseppe va salvato a discapito della scellerata chiusura del nosocomio ariccino.

Per l’oncologia attualmente non c’è ne rianimazione e medicina a Marino come non c’è ad Ariccia, ma allora perché spostarsi e buttare ben otto milioni di euro del servizio sanitario nazionale, cioè delle nostre tasche, impiegati nello Spolverini di Ariccia per il reparto fisiatria?

Senza oncologia e senologia che si vorrebbero spostare a Marino, la fisiatria non può esistere da sola allo Spolverini, un nosocomio con 26 posti letto e 18 mila metri quadri. E’ follia pura credere che possa funzionare in questa maniera, è chiaro che non potrebbe sopravvivere e chi pensa che questa ipotesi si possa reggere in piedi è probabilmente vittima di butade da pochi spiccioli. La riabilitazione la si vuole a tutti costi portare a Marino per una temporanea soddisfazione di  promesse quando invece la riabilitazione deve andare nel Nuovo Ospedale dei Castelli ben 16 mesi prima del fine lavori.

Intanto Teresa Fani, che ovviamente continua a lottare contro questa nuova assurda manovra, chiede che possa essere fatto un consiglio comunale aperto sul tema del trasferimento  della riabilitazione a Marino affinché tutti i cittadini sappiano cosa sta succedendo e come viene “smantellata” la sanità pezzo per pezzo.

Intanto Zingaretti, oggi, ha elencato le novità della sanità presentando il piano di riordino della rete ospedaliera 2014-15 e nella provincia ha annunciato grandi cambiamenti . Un numero maggiore di posti letto, una nuova funzione per i tre ospedali destinati alla chiusura (Monterotondo, Subiaco e Bracciano) il reinserimento pieno dei tre Pronto Soccorso nella rete dell'emergenza regionale e destinati dal decreto 80 a chiudere i battenti. E in arrivo, appunto, l'Ospedale dei Castelli. Lo prevede per la provincia di Roma il decreto 368 di riorganizzazione della Rete ospedaliera del Lazio. Il decreto prevede inoltre il potenziamento degli ospedali provinciali di riferimento come quelli di Tivoli e Civitavecchia, mentre per la Roma H il ruolo di capofila è destinato al nuovo Ospedale dei Castelli, in avanzata fase di costruzione, con il potenziamento della rete di elisoccorso, il collegamento informatico con estensione in tutti i Dea. Ma queste ultime affermazioni andrebbero motivati con altri 76 milioni di euro come detto poc’anzi.  Nelle tre Asl dell'hinterland si recuperano complessivamente 47 posti letto. Il bello è che nella Asl Rm H si registra un leggero decremento di 38 (ma di cosa si sta parlando dunque? Dei Castelli Romani caos alle porte di Roma?). Gli ospedali di Monterotondo, Subiaco e Bracciano, "condannati alla chiusura – spiega la Regione – tornano a pieno titolo nel circuito ospedaliero regionale, anche se con funzioni diverse. Subiaco si configura come presidio in zona particolarmente disagiata con un pronto soccorso. I posti letto in totale sono 50. Per Bracciano il modulo è lo stesso: i posti letto saranno 40. Monterotondo viene configurato come ospedale e sede di pronto soccorso e avrà 50 posti letto.

Ognuno dei tre centri sarà servito da una piazzola per l'elisoccorso (entro il 31 dicembre 2015). Entro il prossimo dicembre invece tutti i pronto soccorso e Dea saranno collegati per la trasmissione di immagini a consulenze a distanza. Crescono anche i posti letto dell'ospedale di Palestrina (+ 17) e del Parodi Delfino di Colleferro (+30). Gli ospedali di Tivoli e Civitavecchia vengono potenziati per posti letto e servizi. Il S. Giovanni Battista di Tivoli cresce di 43 posti letto. Viene prevista l'apertura del servizio di emodinamica al S. Paolo di Civitavecchia, che cresce di 58 posti letto.