Spagna, incendio Gran Canaria: oltre 8 mila gli evacuati

Continua a salire il numero degli evacuati sull’isola di Gran Canaria a causa del violento incendio scoppiato sabato pomeriggio che ha già bruciato 3.400 ettari di vegetazione: secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo El Pais, sono già ben 8.000 le persone che sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni nel nord dell’isola mentre le fiamme avanzano “inarrestabili”, ha detto questa mattina il presidente delle Canarie Angel Victor Torres.

    La notte scorsa Torres aveva detto che le fiamme non potranno essere domate nelle prossime ore. Il fronte principale dell’incendio si trova nel parco naturale di Tamadaba, che si estende per 7.500 ettari all’interno di un’area dichiarata dall’Unesco Riserva della Biosfera




Cadice, rissa e video shock: 4 studenti Erasmus italiani in arresto

La polizia di Cadice, in Spagna, ha arrestato quattro italiani come presunti responsabili di una rissa, iniziata in una zona della movida e culminata nel pestaggio di un giovane spagnolo, ora ricoverato in gravi condizioni. Lo riferisce il Diario de Cadiz, che pubblica anche un video shock dell’aggressione, in cui si vede il ragazzo cadere a terra per un pugno al volto e ricevere quindi un violento calcio in testa, che lo lascia incosciente, tra le urla degli amici. Al momento non sono note le cause che hanno scatenato la rissa.



I quattro italiani, studenti in Erasmus secondo la stampa locale, sono stati tutti trasferiti alla stazione della polizia nazionale di San Fernando, da dove saranno portati in tribunale. La rissa è scoppiata questa mattina intorno alle 6:50. Il giovane ferito è sedato nell’ospedale di Puerta del Mar, in attesa di conoscere l’entità delle lesioni.




Spagna: passano i socialisti ma non c’è la maggioranza. L’estrema destra entra in parlamento

Il partito socialista ha vinto le elezioni in Spagna. Il Psoe guidato da Pedro Sanchez esce dalle urne come primo partito e segna anche una certa distanza dal Partido Popular che segue ma con la metà dei seggi, registrando un tracollo storico. E di storico c’è anche l’ingresso in parlamento dell’estrema destra con Vox che ottiene 24 seggi, oltre all’affluenza record che supera il 75,7%. La Spagna si ritrova però senza una maggioranza chiara per formare il prossimo governo e i partiti indipendentisti potrebbero ancora una volta ricoprire un ruolo chiave nel rebus delle alleanze che si prospetta. “Il Psoe ha vinto le elezioni, e con questo ha vinto il futuro e ha perso il passato”, le prime parole del premier.

Sanchez dalle urne ha infatti ottenuto il mandato popolare che gli mancava, essendo arrivato alla guida dell’esecutivo dopo la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy travolto dagli scandali. E ha portato il Psoe a vincere come non faceva da 11 anni. Per questo a Ferraz – la strada che ospita la sede del partito socialista a Madrid – la festa è esplosa subito, con bandiere, canti, folla. Però il compito di Sanchez sarà arduo: pur forte di 123 seggi (sui 350 del Congresso dei deputati), il doppio del Pp – il vero sconfitto di queste elezioni che ne ottiene soltanto 66 dimezzando la sua presenza in parlamento – il leader socialista non ha comunque i numeri per formare una coalizione di sinistra con una maggioranza chiara, poiché con i 35 seggi che Podemos si è assicurato arriva soltanto a 158. Non basta. Rivolgersi di nuovo al fronte indipendentista può solo confermare le accuse dell’opposizione. Che adesso si chiama anche Vox. E in molti osservano che proprio il vaso di Pandora dell’indipendentismo aperto negli ultimi anni ha ‘creato’ Vox.




Marocco – Spagna – Italia, smantellato traffico droga destinato a Roma Centro: contatti con la camorra

ROMA – Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nelle province di Roma, Frosinone e Torino, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per 10 persone, 7 di origine marocchina, un algerino, un italiano ed un albanese che avevano dato vita ad un traffico internazionale di droga, prevalentemente hashish, importata dal Marocco, tramite la Spagna, e quindi distribuita nelle principali piazze di spaccio romane, ma anche in altre province italiane.

L’operazione, convenzionalmente denominata “NADIR 2”, è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia e con il fondamentale contributo della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (D.C.S.A.).

Il gruppo criminale trattava consistenti quantitativi di sostanza stupefacente, hashish, marijuana e cocaina, adottando raffinate tattiche sia per occultare la droga, utilizzando “autovetture deposito” parcheggiate in luoghi strategici sia per lo spaccio, sotterrando quantitativi di media rilevanza in parchi e aiuole, per poi prelevarne le singole dosi in modo tale da ridurre il “danno” in caso di intervento delle forze dell’ordine.

Le cessioni agli acquirenti finali, effettuate dai pusher dell’organizzazione, erano dedicate soprattutto ai consumatori delle zone della movida al Pigneto; San Lorenzo; Trastevere; Campo de’ Fiori; Lungotevere, ma anche alle tradizionali piazze di spaccio nei quartieri di Tor Bella Monaca, Centocelle, Borghesiana e Alessandrina.

Nella gestione dello spaccio a San Lorenzo, nel giugno 2016,  gli indagati cittadini marocchini, dopo una violenta rissa, misero in fuga una banda di pusher tunisini che volevano insediarsi nella “loro” piazza di spaccio. Altrettanto violenta era la disciplina esercitata nel gruppo nei confronti di chi sbagliava che subiva interrogatori da parte dei capi, violenze fisiche per ogni supposta  infedeltà o mancanza di cautela nella gestione dei propri compiti. L’indagine dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro ha consentito di accertare responsabilità nei confronti di 28 persone che sono state indagate, di eseguire ulteriori 38 arresti in flagranza per spaccio nonché il sequestro sull’intero territorio italiano di complessivi 16 KG. di hashish, 4 KG. di marijuana e 7 KG. di cocaina. Sempre nel corso delle indagini, sono stati individuati rapporti di alcuni indagati con esponenti di spicco del clan camorristico “Polverino-Orlando” di Marano di Napoli, giunti a Roma per vari summit; sono stati inoltre arrestati, in Spagna, 2 pericolosi latitanti, colpiti da ordini di cattura internazionali per reati connessi agli stupefacenti, uno dei quali, italiano, trovato in possesso di circa 200 kg di hashish e 3 kg di cocaina presso la sua villa-bunker in Andalusia.




Igor il russo arrestato in Spagna: sospesa estradizione in Italia

E’ stato arrestato in Spagna ‘Igor il russo’, al termine di un conflitto a fuoco nel quale sono morte tre persone (un civile e due uomini della Guardia Civil). Igor, alias Norbert Feher alias Igor Vaclavic, è ritenuto responsabile di due omicidi in Emilia-Romagna lo scorso maggio.

La consegna di Igor ‘il russo’ all’Italia, che aveva spiccato un mandato di cattura europeo nei suoi confronti, sarà molto probabilmente sospesa dall’Audiencia Nacional spagnola “fino al processo o fino all’esecuzione della pena” per gli omicidi commessi in Spagna. Lo scrive l’agenzia Efe – secondo quanto riporta El Pais – che cita fonti del tribunale aggiungendo che già domenica il serbo comparirà in videoconferenza davanti alla giudice Carmen Lamela che gli notificherà i crimini per i quali è ricercato in Italia.

L’arresto del latitante serbo accusato degli omicidi del barista Davide Fabbri di Budrio (Bologna) e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri di Portomaggiore (Ferrara), l’1 e l’8 aprile, è avvenuto durante una sparatoria nella zona di El Ventorrillo, compresa tra le città di Terruel in Andorra e Albalete del Arzobispo. La Procura della Repubblica di Bologna, coordinando i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bologna e Ferrara, aveva da tempo un’attività di indagine con rogatorie in Spagna, avendo trovato riscontri sulla presenza del ricercato, di origine serba. Altre indagini sono state fatte proprio in Serbia, in Austria e Francia, con trasferte degli investigatori, di concerto anche con le autorità di polizia spagnole.

Al momento della cattura, ‘Igor il russo’ era “vestito in uniforme e pesantemente armato” con le armi rubate agli agenti della Guardia Civil uccisi ieri sera in una sparatoria. Secondo fonti dell’inchiesta citate da El Mundo online, Igor “sapeva dove sparare perché ha ferito mortalmente le due guardie nonostante indossassero giubbotti antiproiettile. Gli agenti non hanno avuto il tempo di sparare”.

La polizia scientifica italiana – secondo quanto apprende l’ANSA – ha concluso positivamente il riscontro delle impronte digitali rilevate ad Igor ‘il russo’ e immesse dalla guardia civil nella banca dati europea Afis con quelle già in possesso della polizia italiana. Il riscontro ha dato esito largamente positivo, confermando definitivamente che la persona arrestata è proprio quella ricercata per gli omicidi commessi a Budrio (Bologna) e Portomaggiore (Ferrara), avvenuti rispettivamente il primo e l’otto aprile scorsi.




Rajoy e re Filipe – fragilità e insicurezza: e intanto la Corte europea dei diritti umani sta a guardare

Non si vuole in alcun modo sminuire i meriti dell’inaffondabile, tenace, ostinato e grigio galiziano presidente Mariano Rajoy, meritevole di avere fatto uscire il paese dal tunnel della crisi ereditata dal socialista Josè Luis Zapatero. Ugualmente non è oggetto di questo articolo negare al pluridecorato e blasonato Filipe Juan Pablo Alfonso de Todos los Santos de Borbon, i titoli, i premi, le onorificenze e le sue ascendenze. Tutto quanto accantonato, segregato al passato, lontano e recente, non rimane che il giorno tristemente ricordato come un disastro sociopolitico senza precedenti in Spagna. Esuliamo dall’entrare nel merito che il referendum per l’indipendenza della Catalogna incontrava opposizione nella Costituzione del 1978 e specificatamente dove la Carta fondamentale sancisce: “L’unità indissolubile della nazione spagnola, patria comune ed indivisibile di tutti gli spagnoli, riconoscendo e garantendo il diritto all’autonomia”.

 

Ci atteniamo ai fatti del contendere, e cioè la violenta repressione del governo del primo ministro spagnolo Rajoy che, snobbando l’evidenza delle scene cruenti trasmesse dai media di tutto il mondo, li ha definiti “inesistenti”. Per Rajoy, il 1 ottobre i catalani hanno “celebrato una farsa”. A questa dichiarazione poco rispettosa si può ribadire: caro presidente, non si contestano le farse con le manganellate! La brevissima conferenza stampa di re Filipe non è stata per niente all’altezza della situazione. Ha dimostrato fragilità ed insicurezza, incapace di parlare alla sua gente. Ha scelto di indirizzarsi alle autorità governative catalane: “Le autorità catalane si sono messe ai margini della legalità e della democrazia” Filipe ha tenuto particolarmente a ribadire che le autorità catalane hanno commesso una slealtà inammissibile verso i poteri dello Stato. Discorso fragile che allarga il dissenso. Il sovrano, volutamente o meno, ha omesso di fare il minimo cenno alle atrocità commesse dai suoi servizi d’ordine, dalla guardia civil . Si parla di un numero elevato di feriti, Madrid contesta il numero di 800 . Il numero è irrilevante. Molti hanno potuto assistere alle scene di enorme inciviltà di quei militari in servizio in tenuta da sommossa, mentre manganellavano donne e persone inermi. Il sovrano Filipe con il suo “duro” ed insicuro discorso ha fatto intendere che non riconosce come suoi cittadini quei catalani offesi dalle sue guardie.

Si è detto che l’Europa non ha alcun potere per intervenire nella vertenza interna Spagna/Catalogna. Questo è quanto ha trasmesso il presidente Tajani.

Nulla da eccepire, però ricordiamo che a Strasburgo da tempo è stata costituita la Corte europea dei diritti umani. Fu questa stessa corte ad avere condannato l’Italia per quanto compiuto dalle forze dell’ordine italiane nell’irruzione alla Diaz il 21 luglio 2001 e specificatamente per il pestaggio subito da uno dei manifestanti.

Il 1 ottobre 2017 in Catalogna, nelle scuole per votare al referendum c’è stato più di un cittadino vittima di un pestaggio, più di un cittadino è stato costretto a recarsi al pronto soccorso perché le guardie in servizio non hanno badato ne al sesso e neppure all’età. La domanda è una: c’è ancora la Corte europea per i diritti umani a difesa del cittadino vittima delle guardie di Mariano Rajoy-Filipe Juan Pablo Alfonso de Todos los Santos de Borbon? I diritti umani si misurano secondo la sensibilità di un popolo. Il caso italiano forse fa scuola. Nello sgombero degli immigrati dal palazzo a via Curtatone a Roma, qualcuno di questi gettò da una finestra del palazzo una bombola addosso alla polizia in servizio. Il funzionario che guidava la celere, trovandosi con i suoi tra ferro e fuoco gridava :“Devono sparire, se tirano qualcosa spaccategli un braccio“. A seguito di questa frase la Questura di Roma, la stessa sera fece sapere di avere aperto “una formale inchiesta”. Sta di fatto che per avere solamente pronunciato quella frase il funzionario fu trasferito. Morale della favola, ci sono diritti umani a Roma, ancora non si sa se ce ne saranno a Madrid e intanto la Corte europea dei diritti umani sta a guardare.

Emanuel Galea




Spagna: in migliaia per invocare l’unità

BARCELLONA – Migliaia di persone, molte delle quali avvolte dalla bandiera spagnola, stanno convergendo verso plaça d’Urquinaona, nel centro di Barcellona, per partecipare alla grande manifestazione sull’unità della Spagna. Organizzata dalla Societat Civil Catalana (Scc), prenderà il via alle 12:00, e si concluderà alla estaciò de França. La dimostrazione, cui sono attese decine di migliaia di persone grazie anche ai numerosi pullman provenienti da tutta la Spagna, si chiuderà con un intervento del premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa e dell’ex presidente del Parlamento europeo, il socialista Josep Borrell.

 

Il tema della manifestazione è ‘Prou! Recuperem el seny’, cioé ‘Basta! Recuperiamo il buon senso’, e hanno aderito i popolari del premier Mariano Rajoy e i centristi di Ciudadanos. Il Partito socialista catalano (Psc) ha invitato i suoi militanti e simpatizzanti a parteciparvi. La manifestazione odierna si verifica 24 ore dopo una serie di mobilitazioni inedite e pressoché spontanee, in tutta Spagna, per chiedere ai due protagonisti della crisi, Rajoy e Puigdemont, di parlarsi, dopo settimane di muro contro muro.

 

In un incontro riservato ieri a Girona, il presidente del Cercle d’Economia Juan José Brugera, che rappresenta il gotha dell’economia catalana, ha chiesto al presidente della Catalogna Carles Puigdemont di fare marcia indietro perché l’indipendenza rappresenterebbe “una bomba per l’economia catalana”. Come scrive La Vanguardia, Brugero ha spiegato al President che “gli stessi cittadini, con il panico bancario degli ultimi giorni, ritirando contanti, cambiando conto ed entità, hanno creduto che l’indipendenza (Dui) sia possibile, hanno anticipato analisti ed investitori e hanno messo sul tavolo le conseguenze. I mercati seguiranno”. Secondo il quotidiano di Barcellona Brugero avrebbe chiesto a Puigdemont di annunciare una rinuncia immediata ad una Dui prima della riapertura dell’attività economica domani mattina.




Spagna, italiano pestato a morte in discoteca: 2 aggressori liberi

 


SPAGNA – "Non conosco le procedure legali. Ma quello che chiede la nostra comunità e quello che chiede la famiglia, che ho incontrato stamane, è che sia fatta giustizia per un delitto così efferato e insensato". Così Sandro Fallani, sindaco di Scandicci (Firenze), comune alle porte del capoluogo toscano dove viveva Niccolò Ciatti, il 22enne morto dopo aver subito un pestaggio in una discoteca a Lloret de Mar, in Spagna, ha commentato stamane la notizia, riportata dai media locali, secondo cui due dei tre aggressori sarebbero stati messi in libertà dal giudice e potranno tornare in Francia dove vivono come richiedenti asilo. La famiglia Ciatti è rientrata in Italia, mercoledì sera veglia a Scandicci.

La discoteca St Trop di Lloret de Mar, dove il giovane fiorentino Nicolò Ciatti è stato pestato a morte da tre ceceni, è stata chiusa dalle autorità locali spagnole per ragioni di sicurezza. Lo annuncia una nota del comune spagnolo della Costa Brava, spiegando che, durante le indagini, gli inquirenti hanno riscontrato "anomalie di forte gravità nel sistema di sicurezza".

Padre, altri due dovrebbero essere in carcere – Anche gli altri due ceceni già rimessi in libertà dovrebbero essere in carcere, ha detto il padre di Niccolò, Luigi Ciatti, in un'intervista al Tg3 Toscana. "Certo – ha detto Luigi Ciatti rispondendo alla domanda se anche gli altri due dovrebbero essere arrestati -, che abbiano le loro conseguenze per quello che hanno fatto. Perché evidentemente dalla polizia spagnola scappavano e non credo scappassero tanto per fare. Evidentemente, qualcosa avevano da nascondere". "Penso siano dei professionisti del male", ha detto il padre del giovane ucciso a botte in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. "Non posso dire che queste persone siano così indifferenti – ha detto Luigi Ciatti riferendosi ai due che sono usciti dal carcere – perché erano loro che tenevano lontano i suoi amici dal cercare di aiutare Niccolò. E quindi non mi sembra che siano così brave persone o così bravi". "Ci manca sempre Niccolò, ci manca. Sa cosa facciamo – ha aggiunto il padre tra le lacrime -, andiamo a odorare il suo cuscino per sentire il suo odore".




ITALIA-SPAGNA: ECCO I DETTAGLI SULLA PARTITA

di Angelo Barraco

Roma – Tutto pronto per il quarto match degli Europei di calcio 2016, che vedrà l’Italia del ct Antonio Conte giocare contro la Spagna alle ore 18.00. Una sfida importante per gli azzurri poiché decreterà, in caso di vittoria, il loro ingresso agli ottavi di finale. Conte si è pronunciato così in merito al match che giocheranno con la Spagna “Se vogliamo vincere con la Spagna e compiere una vera e propria impresa, dobbiamo andare al di la' del prevedibile e pensabile, fare cose straordinarie”. E aggiunge “I miei giocatori sono capaci di fare questo, e anche altro”. La vittoria è attesa dagli azzurri, è voluta e questo Conte lo sottolinea con fermezza sottolineando il concetto di squadra “La gara la dobbiamo vincere tutti insieme nella fase offensiva, , è quando abbiamo palla che dobbiamo fare male alla Spagna. Stiano attenti, gli iberici: in fase possesso possiamo devastare chiunque. Sento parlare di Morata, Nolito, del loro attacco: ma pensiamo anche alla nostra fase offensiva. Abbiamo un'organizzazione difensiva, ma anche offensiva. La Spagna stia attenta a noi. Anche perché  io non voglio tornare a casa. E lo stesso vale per tutti gli azzurri: l'Italia qui non è vittima sacrificale. E' una sfida impari, ma il bello della vita e' lavorare per sovvertire questo tipo di pronostici”. La sfida contro la Spagna è molto temuta poiché non viene battuta dall’Italia dal 1994. La formazione che il Ct schiererà in campo  seguirà quasi sicuramente il classico schema 3-5-2. Conte ha sottolineato “E' la finale di quattro anni fa e per una delle due squadre non ci sarà un domani all'europeo. Non dovremo avere recriminazioni, dovremo avere dato tutto: se poi l'avversario si dimostra più forte saremo i primi ad applaudire”. L’Italia agli Europeri ha collezionato ottimi risultati. Il primo match contro il Belgio, svoltosi in data 13 giugno, è finito 2-0 per gli azzurri. La svolta è avvenuta quanto Giaccherini ha preso al balzo uno splendido lancio di Bonucci al 32’.Vi sono state ottime occasioni sprecate come quella di Pellè con un colpo di testa a seguito di un assist di Parolo, la palla ha sfiorato il palo. Anche il Belgio ha condotto una buona partita, Lukaku ha sbagliato un gol, ma al 47’ Pellè rincuora gli italiani con un secondo gol.  La seconda partita degli azzurri si è svolta il 17 giugno: Italia-Svezia  ed è finita 1-0 per l’Italia. La Svezia di Ibrahmovic è stata sconfitta con un clamoroso gol di Eder al 43’, ma vi è stata anche un’occasione persa come il colpo di testa di Parolo. In merito alla partita contro la Svezia, Eder ha riferito “Abbiamo meritato questa vittoria. Sono felice per tutti il gruppo, il merito è di tutti”. Il 22 giugno si è giocata invece la partita contro l’Irlanda, questa volta la partita è stata vinta dall’Irlanda 1-0 con gol di Brady. 



SPAGNA, ELEZIONI POLITICHE: VINCE RAJOY CON IL 33%

Redazione

Spagna – "Rivendichiamo il diritto di governare, perchè abbiamo vinto": lo ha detto questa notte il premier spagnolo uscente e leader del Pp Mariano Rajoy davanti a una folla di sostenitori festanti davanti alla sede del partito in calle Genova. "Da domani, ha aggiunto, inizieremo a parlare con tutti" in vista della formazione di un futuro governo.

l Pp del premier spagnolo Mariano Rajoy ha superato il Psoe nel suo bastione storico, l'Andalusia, secondo i dati definitivi delle elezioni politiche di ieri. I popolari hanno ottenuto nella 'regione rossa' il 33,5% dei voti e 23 deputati, contro il 31,2% e 20 seggi dei socialisti. Podemos è terzo con il 18,5% e 11 deputati andalusi.

Il Pp di Mariano Rajoy ha conquistato la maggioranza assoluta nel Senato di Madrid con 130 seggi su 208, davanti a Psoe (43) e Podemos (16). Rispetto al Senato uscente il Pp cresce di 6 seggi, il Psoe ne perde 4. I senatori in Spagna non votano la fiducia al governo ma sono decisivi nelle riforme costituzionali.

I partiti nazionalisti e indipendentisti catalani e baschi mantengono le loro posizioni nel Congresso dei deputati di Madrid alle elezioni politiche di ieri. I repubblicani di sinistra catalani di Erc sono il primo dei 'piccoli' partiti presenti al Congresso – dopo i quattro 'grandi' nazionali Pp, Psoe, Podemos e Ciudadanos – con 9 seggi, davanti all'altro partito indipendentista catalano, Cdc, con 8. Fra i partiti baschi i nazionalisti del Pnv ottiene 5 seggi, gli indipendentisti di Bildu 2. Coalicion Canaria conserva il seggio che aveva conquistato nel dicembre scorso.

Il Partito Popolare del premier uscente Mariano Rajoy ha vinto le elezioni politiche in Spagna con il 33% e 137 seggi su 350 nel Congresso dei deputati, ha annunciato la vicepremier Soraya de Santamaria, in base a dati quasi definitivi. Il Psoe ottiene il 22,7% e 85 deputati, Podemos il 21,1% e 71 seggi, Ciudadanos il 13% e 32 seggi.

Il partito socialista spagnolo, alle elezioni politiche di oggi, ha ottenuto il suo peggiore risultato storico in seggi nel Congresso dei deputati, riferisce la tv pubblica Tve. Rispetto alle politiche di dicembre, che già avevano fatto toccare ai socialisti il livello più basso dalla fine della dittatura franchista, il Psoe ha perso 5 deputati (85 contro 90) e mezzo milione di elettori.




SPAGNA, SONDAGGI POLITICI: NON "PODEMOS" PIU'

di Silvio Rossi

 

Sembra terminare ancora prima di partire l’avventura del partito nato dal movimento degli Indignados. Se qualche mese fa l’ascesa del movimento sembrava inarrestabile, con la crisi dei partiti tradizionali e il legame all’altro nascente della sinistra europea, il partito greco di Syriza, le difficoltà incontrate dal premier greco, con le dimissioni e il conseguente rimpasto di governo, hanno gettato un’ombra di insicurezza anche sulle politiche di Pablo Iglesias.
In un recente sondaggio, commissionato da El Pais, Podemos si attesta al 15,7%, quasi doppiato dal Partito Popolare di Rajoy, che raggiunge il 28% delle preferenze. Un mese fa, un sondaggio di Metroscopia assegnava al partito di sinistra il 18%, un risultato comunque ritenuto negativo dai sostenitori di Podemos, che erano abituati ormai da diversi mesi a viaggiare ben oltre il 20%.


La grande ascesa del partito indignato è iniziata nell’aprile dello scorso anno.
Il partito, nato da pochi mesi, aveva iniziato a scalare le preferenze degli spagnoli, raggiungendo l’8% alle elezioni europee, con oltre 1,2 milioni di voti. Ma il successo maggiore arriva alla fine dell’estate, quando Podemos supera tutti gli altri partiti, raggiungendo l’apice della popolarità nel novembre 2014, quando un sondaggio del giornale El Pais, diventa potenzialmente il primo partito, con un 27,7% di consenso, superando il PP, che si fermava al 26%.


Nei primi mesi del 2015, grazie all’influenza di Tsipras, che vince le elezioni greche, e con la speranza di una federazione delle sinistre europee, che possano mettere in crisi l’attuale sistema politico continentale, l’ascesa di Podemos sembrava inarrestabile. Ma stiamo parlando di un’epoca molto lontana rispetto a oggi. Le difficoltà del principale alleato non potevano lasciare indenne Iglesias, e infatti la bolla che stava facendo lievitare il consenso dei contestatori spagnoli, si è sgonfiata, mostrando tutte le difficoltà nel presentare un programma politico convincente.