Sperimentazione 5G e rischio cancro: 300 primi cittadini della conferenza dei sindaci degli Stati Uniti ricorrono al tribunale

Recepiti gli aggiornamenti della ricerca internazionale, nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe rivedere la classificazione degli agenti cancerogeni, inserendo l’elettrosmog in Classe 2A (cancerogeno probabile) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeno certo). Significherebbe minare alla fondamenta la supposta innocuità delle radiofrequenze, onde non ionizzanti, con evidenti ripercussioni anche nella corsa contro il tempo ingaggiata in questi giorni dall’industria del 5G (al rialzo, prosegue l’asta miliardaria per gli ambiti lotti).

A breve, attesi in autunno, i risultati finali del Programma nazionale di tossicologia americano (NTP), la più grossa ricerca su cavie uomo-equivalenti mai condotta al mondo sugli effetti biologici delle irradiazioni da cellulari (3G-GSM, che si sappia: sul 5G non ci sono studi preliminari sul rischio salute!). Le evidenze, già negli esiti parziali di marzo, dicono: tumore e glioma maligni nel cervello, neurinomi del cuore! (notati pure cardiomiopatia e danni al tessuto cardiaco). Tutti questi dati sono racchiusi nel libro inchiesta, “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” di Maurizio Martucci (Edizioni Terra Nuova). “Siamo al nesso tra cancerogenesi e tecnologia, dobbiamo fare molta attenzione ai prossimi passi”: forti di 147 studi recenti sul legame tra esposizione alle radiazioni a microonde e danni biologici, la coalizione statunitense Americans for Responsible Technology (52 gruppi statali e federali) ha poi chiesto alla Commissione federale per le comunicazioni di fermare il lancio (accelerato!) del 5G, mentre oltre 300 primi cittadini della Conferenza dei Sindaci degli Stati Uniti si spingeranno in tribunale pur di bloccare l’imposizione 5G, già rifiutata nelle città di San Anselmo, Ross, Mill Valley (California) e Palm Beach (Florida) per salvaguardare “la salute e la sicurezza della comunità”.

Mentre in Inghilterra c’è attesa per la sentenza sul maxi-risarcimento chiesto da Neil Whitfield (60enne britannico malato di cancro al cervello, stabilito il nesso telefonino=cancro può ricevere 1 milione di sterline da un colosso del wireless) nella sede comunale di Cracovia (Polonia) s’è svolto il 3 ° Forum internazionale “Protezione dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico, limiti di sicurezza” a cui ha partecipato anche Fiorella Belpoggi, per l’Istituto Ramazzini (Bologna) direttrice della ricerca più autorevole (10 anni di studio) sugli effetti cancerogeni delle antenne di telefonia mobile: “siamo scienziati, il nostro ruolo è di produrre prove solide per la valutazione di pericoli e rischi. La sottostima delle prove dei biotest sui cancerogeni e i ritardi nella regolamentazione hanno già dimostrato molte volte di avere gravi conseguenze, come nel caso dell’amianto e del fumo.”

Agostino Di Ciaula, Presidente ISDE-Italia (ha reiterato al Governo Conte una richiesta di moratoria, inascoltata) sostiene che “le prime evidenze che stanno venendo fuori dalla sperimentazione del 5G sono abbastanza preoccupanti. Sono state segnalate alterazione dell’espressione genica, effetti sulla cute, effetti sulla proliferazione cellulare, sulla sintesi di proteine, sui processi infiammatori”, e un nuovo appello per ONU, OMS, Europa e governi è stato lanciato dall’ennesima accreditata task force che – senza mezzi termini – parla di ‘5G come crimine contro l’umanità’: “La densità pianificata dei trasmettitori di radiofrequenza è impossibile da prevedere.

Oltre a milioni di nuove stazioni radiobase 5G sulla terra e 20.000 nuovi satelliti lanciati nello spazio, secondo le stime entro il 2020 per l’Internet delle cose avremo 200 miliardi di oggetti trasmittenti e un altro trilione di lì a pochi anni. Se i piani del settore delle telecomunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, nessun animale, nessun uccello, nessun insetto e pianta sulla terra sarà in grado di evitare l’esposizione 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, a livelli di radiazione che sono decine o centinaia di volte più grandi di quello che esiste oggi, senza alcuna possibilità di fuga da nessuna parte sul pianeta. Questi piani 5G minacciano di provocare danni permanenti, effetti gravi e irreversibili sugli esseri umani”. Infine, mentre alcuni cittadini valutano azioni legali di autotutela e le pagine del libro inchiesta sui pericoli dell’elettrosmog sono nelle mani del Ministro della Salute Grillo, on-line monta una petizione da 5.000 firme per il Governo: “fermate il 5G, abbassando i limiti di irradiazione elettromagnetica!” Ma, ignara dei pericoli, l’opinione pubblica italiana (strano?) permane all’oscuro ….

Marco Staffiero