Rocca di Papa e i Castelli Romani sono “Comunità Europea dello Sport 2020”

ROCCA DI PAPA (RM) – La scorsa settimana, Rocca di Papa e altri cinque comuni dei Castelli Romani sono stati ufficialmente riconosciuti come Comunità della Sport 2020 da parte della Segreteria Generale di ACES Europe, un’associazione internazionale con sede a Bruxelles. La città di Rocca di Papa fa parte di questa comunità, assieme a Ciampino, Frascati, Grottaferrata, Lariano e Marino.

I comuni verranno insigniti del titolo il prossimo 12 novembre a Roma, nel Salone del CONI. A consegnarlo sarà il presidente del Comitato olimpico italiano, Giovanni Malagò alla presenza di tutti i sindaci facenti parte delle Comunità Sportive e delle Città dello Sport che sono state riconosciute quest’anno dall’ACES.

“Questo riconoscimento ci consentirà di sviluppare politiche sportive più ampie e sinergiche tra i comuni interessati – sostiene il delegato allo sport, Pier Paolo Montalto – Far parte di una Comunità dello Sport 2020 faciliterà la nostra capacità di ottenimento di fondi europei, da investire nella realizzazione e adeguamento di strutture sportive, così come nell’ideazione e organizzazione di eventi di questo genere. Lo sport è un elemento fondamentale nella vita di tutti noi e della società. Ci aiuta a crescere come individui e come cittadini. Per questo motivo, è importante lavorare con impegno affinché si pongano in essere le condizioni più favorevoli possibili per la diffusione e la crescita della pratica sportiva.”

“Il Comune di Rocca di Papa entra a far parte del circuito europeo dello sport. Il riconoscimento dell’ACES è sicuramente un’ottima notizia – dichiara il sindaco, Emanuele Crestini – per noi, per i comuni che fanno parte della Comunità Sportiva e di tutto il resto dei Castelli Romani. Da oggi, le nostre amministrazioni avranno più strumenti e risorse per ampliare la gamma di servizi a disposizione dei cittadini. Un’opportunità importante per tutti noi e che ci impegniamo a sviluppare in un’ottica di rete territoriale.”




Donne e sport, “Fiocco Bianco 2017”: tra i premiati le campionesse Sara Morganti, Irene Tagliente, Maria Cristina Tonna

ROMA – Il 24 gennaio 2018 nell’ambito del Convegno “Donne e Sport tra opportunità e diseguaglianze: aspetti giuridici, sociali e psicologici” sarà consegnato il premio “Fiocco Bianco 2017” ad alcune campionesse e personalità che si sono distinte nella promozione di iniziative contro ogni violenza e discriminazione di genere.

Il convegno, vuole essere un momento di riflessione e di proposizione per quanto concerne le disparità di genere a cui vanno incontro le donne in ambito sportivo ed essere un momento di discussione riguardo le opportunità di crescita professionale e personale di tutte le donne che fanno dell’attività sportiva il fulcro delle loro vite.

L’evento organizzato, da Carmelo Mandalari, segretario generale del gruppo sociale Flames Gold di concerto con il CONI ed il Comitato Regionale CONI Lazio si terra il 24 gennaio 2018 presso la sala Auditorium del Palazzo delle Federazioni Sportive, viale Tiziano 74, Roma, con inizio alle ore 16.30.

Interverranno varie personalità del mondo dello sport tra cui Alessandra Sensini, vice presidente del Coni; Riccardo Viola, presidente del Comitato della Regione Lazio del Coni; Ilaria Pasqui, segretaria generale dell’associazione avvocati dello sport e responsabile dell’ufficio legale dipartimento dilettanti associazione italiana calciatori.

Sono previsti tra gli altri gli interventi dell’Onorevole Daniela Sbrollini, Presidente XII commissione affari sociali della Camera dei Deputati; dell’Onorevole Bruno Molea, Presidente nazionale dell’ente di promozione sportiva AICS, Antonio De Lucia; presidente società italiana di psicologia dello sport

Nel corso della giornata sarà presentato anche il libro “l’emancipazione femminile attraverso i giochi olimpici” di Adriana Balzarini.

Il convegno si concluderà con la consegna del Premio “Fiocco bianco”, simbolo dell’adesione alla Giornata internazionale contro la violenza a personalità della cultura, della giustizia, dell’informazione, delle Istituzioni, delle pari opportunità, che nel corso del 2017 si sono distinte per la promozione del ruolo della donna in ambito sportivo e per le pari opportunità loro concesse e contro ogni violenza e discriminazione di genere che esse subiscono.

Il premio “Fiocco Bianco 2017” sarà consegnato tra gli altri a Sara Morganti, campionessa dressage paraolimpico; a Maria Cristina Tonna, campionessa rugby femminile; a Irene Tagliente, ingegnere biomedico e campionessa kiteboarding; a Samantha Bardelli, fijlkam progetto mga donne; a Monica Zibellini, responsabile nazionale mamanet; alle squadre SS Lazio e nuove pantere Lucca e Roma Cali 1972, basebal; ad alcune squadre di calcio femminile, a Elisa Ercoli dell’associazione differenza donna; a Virginia Ciaravolo dell’associazione mai più violenza infinita; a Alessandra Pauncz ,direttrice del centro di ascolto uomini maltrattanti di Firenze, una delle strutture che ha avviato da tempo un’esperienza in questo ambito e direttrice esecutiva work with perpetrators european network, a Luana Campa avvocato criminologa; a Cappelluti Roberta, psicologa sportiva e a Debora Scalzo, autrice e sceneggiatrice.

Nastri della consapevolezza vengono usati come simbolo delle campagne di sensibilizzazione, per sostenere una causa o un problema. Ogni colore del nastro ha un proprio speciale e importante significato. Il Fiocco o Nastro bianco è il simbolo dell’impegno contro la violenza sulle donne ma vuole significare anche l’innocenza, le vittime del terrorismo, la pace, il diritto alla vita, il cancro delle ossa, gli adottati, il blastoma della retina




Toscana, “Lo Sport contro la violenza sulle Donne per vincere insieme”: tappa conclusiva dopo 30 incontri

Violenza sulle donne. Dopo 30 incontri nelle varie province il progetto “Lo Sport contro la violenza sulle Donne per vincere insieme” approda e conclude le sue tappe in Toscana. Si è concluso il Convegno “Giù le mani” organizzato Panathlon Club Lucca e dal GS Flames Gold al Palazzo Ducale e moderato dall’Avvocato Ludovica Giorgi.

Dopo i saluti degli organizzatori Arturo Guidi presidente del Panathlon Club Lucca e Carmelo Mandalari Segretario Generale del GS Flames Gold hanno portato i saluti istituzionali il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini, il vicario del Prefetto di Lucca Francesco Fabio Marzano.

A seguire ha preso la parola l’atleta paralimpica lucchese campionessa del mondo di paradressage Sara Morganti.

Moderati dall’avvocato Ludovica Giorgi sono intervenuti poi la consigliera delegata della Provincia Grazia Sinagra, il prefetto Francesco Tagliente (ex Questore di Roma e Firenze), la dirigente della squadra mobile di Lucca Silvia Cascino, la criminologa Luana Campa, Daniela Caselli del Centro antiviolenza “La Luna Onlus”,Piera Banti responsabile del Codice Rosa dell’ospedale di Lucca, Donatella Buonriposi dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Lucca e Massa Carrara, nonché Donatella Turri direttrice della Caritas di Lucca.

Nel corso del convegno è intervenuta anche l’autrice e sceneggiatrice Debora Scalzo presentando il suo romanzo tematico “Io resto così”. L’evento, ricco di preziosissimi contributi, è stato concluso dalla presidente dei Veterani dello Sport Carla Landucci.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita 18 anni fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione che ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

Per celebrare l’evento istituzioni ed associazioni propongono vari incontri, convegni, dibattiti, conferenze, tavole rotonde, spettacoli, incontri nelle scuole, videoinstallazioni e flashmob per far riflettere sul tema della violenza di genere e combattere maltrattamenti e abusi sulle donne. In molte realtà territoriali negli ultimi anni le celebrazioni abbracciano tutto il mese di novembre.

Quest’anno, il GS Flame Gold ha voluto celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con un Progetto ” Lo Sport contro la violenza sulle Donne per vincere insieme”, presentato in occasione di 30 incontri-dibattiti – su quanto ancora si può fare per evitare il femminicidio, lo stupro, la violenza fisica e morale contro tutte le donne – organizzati in varie provincie italiane e che si è concluso proprio il 25 novembre a Lucca.

Una giornata durante la quale si sono tenuti incontri di approfondimento, dibattiti, spettacoli teatrali, proiezione per gli studenti e per la cittadinanza, inaugurazione di istallazioni e di panchine rosse, mostre e iniziative nei negozi del territorio. Nella mattinata, nella sala Rappresentanza del palazzo della Provincia, c’è stato un incontro con gli studenti di alcune scuole superiori promosso da: Panathlon Club Lucca, GS Flame Gold, Provincia e Comune di Lucca, Codice Rosa ASL, Soroptimist Club Lucca, Ufficio Scolastico Territoriale di Lucca e Massa Carrara, e Associazione Luna.

All’incontro con le scolaresche, coordinato da Claudio Oliva, sono intervenuti l’atleta paralimpica Sara Morganti, l’ex cestista della Nazionale e ora allenatrice di Basket Imma Gentile, la giornalista Emanuela Lo Guzzo, nonché Daniela Caselli, presidente dell’Associazione Luna.

Nell’occasione c’è stato spazio anche per una performance musicale con la partecipazione del rapper Monés. A seguire, i partecipanti alle manifestazioni si sono ritrovati in piazza S. Michele per partecipare a letture itineranti in corteo per le strade principali del centro storico. Le celebrazioni si sono concluse con il Convegno tenuto nella sala Tobiolo al Palazzo Ducale al quale hanno partecipato centinaia di persone.

Nel corso del suo intervento il prefetto Tagliente ha chiarito che “La legge del 2009 e quella del 2013 hanno introdotto numerosi e importanti strumenti giuridici che permettono significativi segnali di miglioramento. Fatti e numeri importanti, ma non sufficienti, se si considera che a distanza di 8 anni dalla prima legge e dalle disposizioni ancora più incisive del 2013, a fronte dell’aumento delle denunce, degli ammonimenti, degli arresti in flagranza di reato, si registrano ancora così tanti gravi fatti, ritengo necessario, accanto ai punti di forza, valutare le criticità”.

“Accorrerebbe agire su più piani” ha detto Tagliente. “Servirebbe una ulteriore azione formativa mirata, che coniughi competenza ed esperienza e che si traduca in linguaggio comune, regole condivise, procedure operative. Una formazione che consenta l’interazione tra le conoscenze degli studiosi delle scienze comportamentali e l’esperienza professionale degli operatori di settore. Sarebbe necessario rendere concrete le previsioni di legge sui programmi che hanno come obiettivo l’intervento nei confronti di maltrattanti e stalker.

Oggi apprendiamo che anche Torino avvia un percorso per salvare la vittima educando il carnefice. Una gran bella notizia. Ben vengano altri progetti come questo. Finalmente, dopo la positiva esperienza avviata 8 anni fa a Firenze, inizia a farsi strada l’idea che il maltrattante sia da prendere in carico.

Il primo Centro di Ascolto Uomini, il CAM fiorentino – ha chiarito Tagliente – è stato attivato 8 anni fa a Firenze, e già nel 2009 aveva come obiettivo quello di agire sui comportamenti maltrattanti, contribuendo alla loro individuazione ed elaborazione attraverso nuovi approcci esperienziali che vanno dall’osservazione e riconoscimento dei comportamenti maltrattanti, all’individuazione e lettura dei fattori che influenzano negativamente il comportamento maschile.

Attraverso le metodologie adottate, brainstorming, didattica attiva, lavoro di gruppo, materiale psico educativo, role playing, laboratori esperienziali si cercava, già all’epoca, di trovare un nuovo approccio preventivo sulla violenza alle donne, avviando processi di evoluzione della figura del maschio da stereotipi oppressivi, disagianti e fonti di conflitto sociale e relazionale”. “Fino a pochi anni fa – ha aggiunto il Prefetto – si registrava molta freddezza sui ‘Centri di ascolto specializzati per la gestione dei maltrattanti’.

E sono ancora molti a rifiutare l’idea che il maltrattante sia da prendere in carico. Per fortuna negli ultimi anni, sul modello del CAM di Firenze si stanno costituendo centri specializzati per i maltrattanti anche se con differente denominazione come “Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti”, “Centro Trattamento Maltrattanti”, “Un aiuto per uomini che vogliono cambiare”, “Relazioni libere dalla violenza”, “Lato oscuro degli Uomini”, “Il Cerchio Degli Uomini”, “Cambiamenti Training Antiviolenza per Uomini” ecc. Faccio riferimento ai centri di Ferrara, Forlì, Modena, Genova, Cremona, Milano, Magenta, Lodi, Varese, Olbia, Bolzano, Bassano del Grappa (VI) ma anche Napoli e Roma, Napoli”.

Nel 2013 è nata la rete nazionale RELIVE che raccoglie 21 Centri che in Italia si occupano attivamente del lavoro con gli autori. La vicepresidenza di Relive è tenuta da una importante esperienza piemontese precedente a quella del gruppo Abele e una delle prima in Italia, si tratta del Cerchio degli Uomini, che non solo è attivo a Torino, ma sta aprendo anche altri progetti in altre parti del Piemonte. Ad esempio a Cuneo è attiva una rete antiviolenza che da due anni sta riflettendo sul lavoro da impostare con gli autori”.

“Le vittime – ha aggiunto Tagliente- vanno protette con interventi sugli stalker. Per ridurre i casi di femminicidio servono “Centri di ascolto per maltrattanti” Infine Tagliente ha parlato della evoluzione della personalità umana concludendo che “Servirebbero regole severe su video ‘violenti’. Dobbiamo interrogarci su quali conseguenze possano determinare il linguaggio e le immagini di determinati cartoni e videogiochi il cui obiettivo è uccidere e ancora uccidere. Il concetto di violenza assistita ci dimostra come l’esposizione alla violenza su figure di riferimento crei traumi profondi e duraturi. Un bambino che ha subito un trauma o assistito a fatti di violenza, può dunque elaborare un’immagine che, da adulto, può condurlo a un comportamento e a stili di vita negativi.”




Montecatini, Sport e bullismo: Ecco come la pensano Francesco Tagliente e Marisa Grasso Raciti



MONTECATINI
– Si è appena concluso a Montecatini un interessante incontro-dibattito, organizzato dall’Associazione Nazionale Polizia di Stato di Pistoia e del Comune di Montecatini. E’ stato affrontano il tema del bullismo e del rispetto della legalità nello sport alla presenza del mondo della scuola, del tifo, della cultura e delle istituzioni e di oltre 500 ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori. Emozionante il lungo applauso di oltre 500 studenti a seguito dell'intervento di Marisa Grasso, vedova dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, ucciso nel febbraio 2007 durante gli scontri tra tifosi di Catania e Palermo. Un entusiasmo autentico, sintomo di una nuova generazione che ha pieno rispetto della divisa del poliziotto e quindi delle istituzioni che onorano quotidianamente un servizio alla collettività

E’ stata una riflessione a più voci, moderata dal giornalista Franco Morabito, presidente dei giornalisti sportivi toscani, molto apprezzata dai ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori della città. Sono intervenuti il prefetto Angelo Ciuni e il questore Salvatore La Porta di Pistoia; il sindaco Giuseppe Bellanti e il vicesindaco Ennio Rucco di Montecatini; il prefetto Francesco Tagliente, già questore di Firenze, di Roma e prefetto di Pisa; Marisa Grasso; la criminologa Silvia Calzolari e la dirigente del commissariato di Montecatini Mara Ferasin.


Hanno preso la parola anche il rappresentante dei tifosi Empoli Athos Bagnoli, presidente dell'Unione Clubs Azzurri, prezioso punto di riferimento della scuola del tifo, per educare i tifosi, siano essi piccoli o grandi, a fare il tifo in modo corretto sulle tribune e il rappresentante della squadra di basket di serie B di Montecatini
L’evento, organizzato per il giorno del 39esimo anniversario del rapimento Moro, per non dimenticare e per educare alla legalità, è stato preceduto dalla commemorazione della strage di via Fani con il contributo del giornalista Daniele Bernardini che ha ricostruito i momenti della strage.
Il sindaco Bellandi ha parlato dei cinque uomini di scorta uffici in via Fani, invitando gli studenti presenti a rispettare la legge e di conseguenza gli altri per imparare a convivere al meglio con i compagni e a non farsi attrarre da fenomeni negativi quali il bullismo o senza percorrere cattive strade che da giovani soprattutto sono facili da seguire.

Sul rapimento Moro è intervenuto il prefetto di Pistoia Angelo Ciuni illustrando ai ragazzi il significato della commemorazione. Sollecitato dal moderatore Franco Morabito ha preso la parola anche il prefetto Tagliente che ha ricordato le paure durante quegli anni di piombo. "Si generò un clima di pericolo, di insicurezza e di paura – ha detto Tagliente che all’epoca del rapimento Moro era Capitano del Reparto Volanti della Questura di Roma – anche perché venivano colpiti pure singoli cittadini, rappresentanti della società civile, della magistratura, del mondo carcerario e delle forze dell'ordine.
Molti rappresentanti delle forze di polizia, uscendo da casa, non sapevano se sarebbero tornati. La tensione e la paura, erano entrati a fare parte della quotidianità delle loro famiglie dei poliziotti. Consapevoli che alcuni colleghi erano stati colpiti con azioni inattese e imprevedibili anche a tradimento, al momento dell’uscita o rientro a casa, in tanti si videro costretti a cambiare continuamente abitudini, itinerari e orari di uscita e rientro. Ci fu chi decise di allontanare la famiglia dalla sede di servizio”.

Passando poi al tema del dibattito sport e bullismo Tagliente ha detto che “lo sport può essere anche una buona occasione per riflettere insieme su come agire per prevenire i fenomeni di Bullismo, ciberbullismo, mobbing, straining e stalking. Quando si tratta di fenomeni di bullismo tra ragazzi, la conflittualità va gestita puntando sulla educazione, sensibilità e la diffusione della consapevolezza facendo capire che, le libertà individuali devono poter convivere con i contrapposti interessi della collettività. Per contrastare il bullismo c'è bisogno di un lavoro comune tra genitori, insegnanti e ragazzi. Il punto di incontro comune a tutti e tre è la scuola. Nessun percorso di contrasto e lotta al bullismo può funzionare se non c'è interazione tra insegnanti, famiglie e ragazzi. L'area di raccordo è la scuola, ma solo se si condividono almeno alcuni obiettivi comuni. Il primo di questi è lo sviluppo della cultura del dialogo reciproco". “Per sviluppare la cultura del dialogo nei giovani – ha proseguito Tagliente – è fondamentale che anche ‘attori’ esterni alla formazione didattica e all'educazione familiare si interessino al problema. Ma attenzione – ha concluso Tagliente – è necessario che i progetti esterni di questi ‘attori’ anche se istituzionali, siano richiesti dal mondo scolastico per evitare che la scuola diventi un progettificio”.

Di educazione alla legalità e rispetto nello sport ha parlato diffusamente la vedova Raciti, Marisa Grasso che, al fine di diffondere un messaggio contro ogni forma di violenza, ha portato la sua testimonianza ricordando il sacrificio del marito per compiere il proprio dovere. Ha raccontato anche la vita dei familiari dei poliziotti: le ansie, il timore per il pericolo connesso al lavoro ma anche l’orgoglio per l’esempio che essi rappresentano e lasciano ai propri figli e a tutti i giovani.” Voi – ha detto Marisa Grassi agli studenti – siete la mia speranza per un futuro migliore” Al termine dell’intervento tutti i presenti si sono alzati in piedi per un lunghissimo applauso.

Trattando del tema “educazione alla legalità e rispetto nello sport”, Tagliente, sollecitato dal presidente dei giornalisti sportivi della Toscana ad affrontare la questione della gestione dei riottosi e dei tifosi violenti, ha fatto riferimento ai pilastri fondamentali della sua strategia: Dialogo anche con i più riottosi, rigore giuridico e lavoro di squadra.

Per quanto concerne in dialogo, Tagliente, ha fatto espresso riferimento alla politica del doppio binario: attenzione e rispetto da un lato ed estremo rigore dall’altro. Ha richiamato anche la necessità di ricercare il dialogo a tutti i costi anche con daspati e arrestati per tentare di renderli protagonisti della propria sicurezza. Per dimostrare che aprire un dialogo con la parte meno sana del tifo e con i più riottosi è possibile, Tagliente, ha fatto riferimento “Progetto daspo” avviato, con un piccolo esercito dei daspati romani per valutare, anche in assenza di istanza degli interessati, le condizioni per la eventuale modifica della durata del divieto. “Sono stati inoltrati 334 inviti a tifosi daspati, dei quali in 151 si sono presentati e 135 hanno accettato di compilare un questionario”.
“Ne è scaturito un confronto franco e proficuo – ha detto Tagliente – i risultati dell’indagine hanno fatto emergere la non conoscenza per molti delle conseguenze di un gesto ai loro occhi “banale”, inducendo in presenza delle idonee condizioni una modifica della durata del Daspo o addirittura la revoca. Scandagliando il campione – ha aggiunto- si è notato che in molti casi, alla determinazione della revoca o della modifica si è arrivati per dichiarato ravvedimento dopo l’esito dei colloqui. Il 52 per cento del campione si è detto favorevole all’iniziativa e il 59 per cento ha ritenuto positiva anche la propria partecipazione ad una campagna informativa. La disponibilità offerta dai diretti interessati anche a partecipare a campagne di educazione alla legalità dimostra la necessità di un ulteriore sforzo di cercare il dialogo a tutti i costi, per provare almeno a ridurre comportamenti dannosi.

Sul tema è intervenuto anche il questore di Pistoia Salvatore La Porta che, nel ripercorrere le tappe significative del percorso professionale fatto con il prefetto tagliente e con i rappresentanti dei tifosi dell’Empoli e della Fiorentina ha messo in evidenze alcuni punti di forza del modello attuato a Empoli e Firenze: rimozione delle recinsioni, gestione delle partite con la polizia lontana dagli impianti, Fan zone e somministrazione assistita delle bevande alcoliche anche ai tifosi inglesi.

Sollecitato dal giornalista Morabito a chiarire ai ragazzi con un esempio la strategia adottata per cercare il dialogo ad ogni costo anche con i tifosi inglesi e della importanza del rispetto anche per i tifosi più turbolenti, Tagliente, ha poi ricordato il caso della la lettera indirizzata a John Mackin, rappresentante dello 'Spirit of Shankly', il sindacato dei tifosi del Liverpool, per illustrare tutte le misure di prevenzione e accoglienza predisposte in occasione della loro trasferta a Firenze e per sapere se avevano delle particolari esigenze concludendo il messaggio con: vi accogliamo, divertitevi, ma rispettate la città, i suoi monumenti, il suo stadio e i suoi tifosi.
Il rappresentante dei tifosi del Liverpool rispondendo alla lettera aveva ringraziato per l'approccio precisando che "Bere alcolici prima delle partite fa parte della cultura dei tifosi inglesi e di quelli del Liverpool in particolare" invitando, a evitare il divieto assoluto della somministrazione di birra e alcolici. L'unico rischio, secondo il rappresentante dei supporter inglesi, potrebbe venire dai più giovani, che in ogni caso saranno una minoranza rispetto agli oltre 2.400 tifosi che si presenteranno davanti ai cancelli del Franchi per la Champions League.Pronta la risposta: in occasione delle due successive partite internazionali, Fiorentina-Liverpool e Fiorentina-Bayern Monaco, le forze dell’ordine, le categorie economiche e gli esercenti dei pubblici esercizi fiorentini hanno sperimentato un nuovo rapporto con le tifoserie ospiti. Anziché adottare il rigido divieto di vendita di alcolici, previsto per queste occasioni, è stato deciso di procedere al solo divieto di asporto delle bevande alcoliche. I tifosi, sparsi in piccoli gruppi nei locali pubblici, hanno potuto ordinare e consumare alcolici all’interno del locale, magari mangiandoci insieme anche qualche specialità tradizionale, per poi recarsi, a stomaco pieno, allo stadio. Anziché bighellonare per strada in comitive sorvegliate a vista dalle forze dell’ordine, anziché riempire di bottiglie vuote i parapetti dei lungarni e di cocci di vetro le carreggiate stradali, i tifosi “avversari” si sono dispersi nella molteplice offerta dei pubblici esercizi fiorentini in piccoli gruppi che non si sono fatti notare. Sarà stata la qualità dell’offerta, sarà stata la sensazione di sentirsi turisti, e non “gruppi paramilitari” osteggiati dai nativi, i tifosi delle squadre ospiti si sono comportati in modo encomiabile e anche le forze dell’ordine non hanno dovuto dispiegare i classici strumenti repressivi.

Nel corso del dibattito con i ragazzi l’attenzione è caduta sulla “tessera del tifoso”. Sul punto Tagliente ha chiarito che la tessera del tifoso è uno strumento odiato dalle tifoserie più accese, proprio per il difetto di comunicazione. Un rischio che avevo previsto – ha precisato- tentando di prevenirlo. Da presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, nel mese di novembre del 2005, per corrispondere alle esigenze rappresentate dai presidenti delle società che lamentavano ritardi nel controllo accessi con i “biglietti nominativi” (introdotti pochi mesi prima, con il decreto Pisanu 6 giugno 2005), ho elaborato il progetto “Tessera del Tifoso”. Temendo che questo strumento potesse essere considerato imposto dall’alto, ho ritenuto di denominarlo “Carta del tifoso” – come risulta dal verbale della riunione del 9 novembre 2005, dell’Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive – con l’obbiettivo di far accogliere il documento come "Tessera dei diritti del tifoso" La successiva gestione della comunicazione facendola percepire (erroneamente) imposta dall’alto, ha procurato danni alimentando l’odio verso i vertici istituzionali.

Il convegno è stato chiuso dalla criminologa Silvia Calzolari Con un interessante intervento "sui possibili percorsi devianti che accomunano il bullo e il potenziale tifoso violento come espressione delle stesse incapacità. In particolare – ha detto la Calzolari- entrambi presentano problemi di immagine di sé, andando alla ricerca di un'identità sociale basata su modelli negativi che vengono percepiti erroneamente come vincente"




LO SPORT IN ETA' EVOLUTIVA: COME SCEGLIERE?

Lo sport in età evolutiva: come scegliere?

A cura della Dottoressa Francesca Bertucci, Psicologa dell’età evolutiva– Mediatore familiare


Tale articolo nasce dall’esigenza di definire delle linee guida per l’utilizzo dello sport in età evolutiva, sperimentato nel mio vissuto lavorativo e formativo, in contesti sia terapeutici (cura del sintomo) sia non terapeutici (integrazione sociale e prevenzione della devianza giovanile).
Nelle situazioni di disabilità fisica e psicologica, momentanea dovuta ad un trauma o permanente, lo sport può avere un valore terapeutico, in quanto è un motore di crescita e di maturazione personale. In altri contesti invece, attraverso la relazione educativa, facilita la consapevolezza di ciò che si è e di ciò che avviene, delle sensazioni corporee e delle emozioni. Ciò contribuisce in modo sostanziale allo sviluppo psico-fisico, alla formazione di una personalità armonica e non da ultimo, allo sviluppo della socialità.


In età evolutiva lo sport può essere assimilato al gioco che può avere anche finalità agonistiche, ma che rappresenta un evento molto importante, in special modo se visto come fonte di divertimento, educazione e benessere psicofisico.
Nel gioco il livello motorio, emotivo-affettivo e cognitivo sono strettamente collegati, avendo un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento, sviluppo ed adattamento. L'attività sportiva riveste una notevole influenza nello sviluppo del bambino e dell'adolescente ed è caratterizzata da forti finalità educative e formative, anche perché il corpo ed il movimento sono fonte e mezzo di apprendimento (Piaget, 1936) Inoltre, lo sport come attività ludica, come ho già accennato, può avere una funzione terapeutica, in alcuni casi facilitando l'espressione dei propri vissuti ed esperienze quotidiane, nei casi invece in cui processi di sviluppo sono turbati modificati ed alterati da difficoltà o da handicap, un’attività motoria ben condotta e consapevole può costituire un grosso motore di crescita e di maturazione personale proprio perché può favorire il recupero sensomotorio dello schema corporeo .


Le finalità di un’attività sportiva in età evolutiva sono diverse:

1. Costruire uno sviluppo armonico dell’individuo attraverso l’espressione delle competenze personali sia fisiche che psichiche, anche attraverso meccanismi compensatori di carenze e di disagi.
2. Disciplina: saper ascoltare e conoscere i propri ritmi, diventando consapevole delle proprie capacità e favorendo abitudini positive quali il sentirsi in forma e rispettare impegni e tempi.
3. Saper soffrire resistendo per il raggiungimento di un obiettivo, non fermandosi al primo ostacolo. Capacità di tollerare la frustrazione che può essere trasferita anche in altri contesti della propria vita.
4. Finalizzare in modo sano la competitività in un rapporto di complementarietà con la cooperazione e la condivisione.
5. Sviluppo del senso di appartenenza in un contesto sano.
6. Aumentare l’autostima come elemento basilare della sicurezza personale partendo dalla concretezza dell'io corporeo coinvolto e costruito nelle dinamiche di attaccamento.
7. Contenere l’aggressività e finalizzarla in modo relazionale costruttivo.
8. Attivare la capacità di porre, capire, rispettare le regole, in quanto insindagabili, perché per inserirsi nel gioco bisogna conoscere ciò che si può fare e ciò che non si può fare.
9. Sviluppo dell’autoefficacia attraverso il perfezionamento del gesto sportivo.
10. Integrazione sociale.
11. Attenzione alla salute divenendo più sensibile ai segnali del proprio corpo.

Quando si parla di attività sportiva in età evolutiva è importante fare una distinzione tra il bambino e l’adolescente.
Il bambino è per sua natura un essere psicosomatico ed il corpo è la base ed il luogo dell'esperienza di vita in un vissuto totale ed indifferenziato tra sensazioni ed emozioni che è difficilmente concepibile dall’adulto.
Nella fase dello sviluppo prima dell’adolescenza, lo sport soddisfa un bisogno fondamentale che è quello di giocare ed è una delle principali motivazioni per cui i bambini intraprendono un’ attività sportiva. Ed è per questo che un bravo allenatore o istruttore deve essere in grado di trasformare l’attività in gioco, in quanto facilita la comprensione del bambino.


Il gioco è ricerca di un piacere e uno sfogo di vitalità, ma anche uno strumento adatto alle necessità dello sviluppo.
Nella mia esperienza professionale mi è capitato di lavorare con bambini in contesti sportivi, osservando grandi risultati su diversi piani, sulla capacità relazionale, sul superamento di un trauma, sull’esplicitazione di un vissuto, sulla capacità di collaborare e condividere, sulla capacità di credere in se stessi, ma soprattutto sulla possibilità di credere e vivere contesti positivi molto distanti dal proprio vissuto.
Nella fase evolutiva dell’infanzia e della fanciullezza, diverse sono le attività sportive che si possono proporre. Prima fra tutti l’attività psicomotoria in quanto consente di mettere in moto contemporaneamente corpo, emozioni e pensieri in maniera fluida. Il bambino è posto nella condizione di sviluppare una consapevolezza del proprio corpo in relazione all’altro e all’uso degli oggetti. L’obiettivo è di permettergli di esplorare, sperimentare e approfondire la propria relazione con il mondo che lo circonda nella direzione di uno sviluppo psicofisico armonioso. Questa attività può agire in modo positivo anche sui bambini che hanno subito maltrattamenti o abusi, i quali hanno vissuti di corpo violato e ferito e di deprezzamento, rischiando una deformazione dello schema corporeo e quindi conseguenze allo sviluppo psicofisico, oltre ad evitare l’isolamento sociale. Inoltre, questo l’attività psicomotoria, può agire preventivamente sui soggetti che per particolari condizioni ambientali, familiari e sociali potrebbero presentare disturbi del comportamento.
L’altro sport che può avere effetti positivi sulla capacità di gestire e percepire il proprio corpo è il nuoto, che se utilizzato anche nei casi di abuso e maltrattamento può far vincere al bambino la paura di essere controllato dall’esterno attraverso il superamento della paura dell’acqua.
Un’attività sportiva che mi è capitato di sperimentare soprattutto con i bambini anche molto piccoli e che voglio prendere in considerazione è l’equitazione e il volteggio. Queste pratiche si sviluppano su diverse aree tra loro interagenti: quella dell’educazione fisica, rivolta all’acquisizione e allo sviluppo degli schemi motori di base; l’area pedagogica, che vede il gruppo come elemento cardine per lo sviluppo di capacità relazionali che presuppongono la collaborazione, il rispetto dell’altro, l’accettazione di regole e la condivisione; l’area della prevenzione sociale, che come per la psicomotricità agisce sui disturbi del comportamento. Nei casi di disabilità psichica o fisica, l’equitazione ha una funzione terapeutica attraverso la riabilitazione con il cavallo (ippoterapia) e da la possibilità a questi soggetti di uscire dalla dimensione dell’eterno assistito, emarginato in luoghi di cura chiusi e di recuperare il rapporto con l’ambiente naturale. Molti risultati si ottengono anche sull’autismo, in quanto questi bambini possono sperimentare attraverso il contatto e la relazione con il cavallo, vissuti specifici dell’infanzia e la possibilità di avere un tramite nella comunicazione con il mondo esterno, migliorando la capacità relazionale.
In adolescenza, lo sport assume anche la valenza del comunicare, come mezzo per sviluppare caratteristiche positive: la capacità di superare le difficoltà, la consapevolezza delle proprie possibilità e dei propri limiti, l’autonomia, la motivazione e la capacità di collaborare con gli altri.
È per questo che in tale momento evolutivo ritengo siano molto efficaci gli sport di squadra, non solo per l’importanza di sentirsi parte di un gruppo ma anche per le molteplici funzioni che svolgono. Si sviluppa la responsabilità, attraverso la coscienza degli effetti diretti e indiretti delle proprie azioni; l’autonomia, attraverso la presa di coscienza di sé e delle proprie caratteristiche personali; innalzamento dell’autostima, attraverso l’accettazione realistica dei propri limiti e la scoperta delle proprie potenzialità; la conoscenza e la fiducia negli altri; il rispetto degli avversari, fare risultato è meno importante dell’integrità fisica propria e degli altri; la capacità di cooperare, prendendo coscienza che il successo dipende dal fatto che ognuno svolga i suoi compiti; l’empatia; la condivisione, in quanto il raggiungimento delle mete personali è legato alla possibilità per gli altri di raggiungere le proprie mete; il rispetto delle norme e delle regole; la coordinazione e la mobilità.
Infine, è soprattutto in questa fase evolutiva che lo sport può essere utilizzato a fini preventivi, rispetto alla devianza e al disagio giovanile. Numerose sono le variabili che contribuiscono allo sviluppo della devianza: il legame debole con la società e la famiglia, i bisogni non appagati d’amicizia, di sicurezza affettiva e di rapporti gratificanti. Tra i fattori protettivi invece troviamo la partecipazione ad attività organizzate, oltre alla buona socializzazione e al buon rendimento scolastico.

Dott.ssa Francesca Bertucci
Psicologa dell’età evolutiva– Mediatore familiare

Cell 3345909764-dott.francescabertucci@cpcr.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
piazza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 ALBANO LAZIALE
 




ESTATE E VOGLIA DI SPORT? PROTOCOLLO R.I.C.E. IN CASO DI TRAUMI

A cura della Dottoressa Marta Romagnoli – Fisioterapista

Con l’arrivo dell’ estate e delle vacanze ci ritroviamo un po’ tutti a voler fare un po’ di sport o a voler giocare una partitella con gli amici. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che proprio in queste occasioni andiamo incontro a traumi di varia entità più o meno gravi dovuti al fatto che non abbiamo un’adeguata forma fisica, non abbiamo fatto riscaldamento e non siamo abituati a fare stretching.

I traumi possono essere di vario genere:

Contusione: sono le lesioni più frequenti. Si tratta di versamenti di sangue sottocutanei o cutanei, causati principalmente da traumi da impatto, ad esempio nello scontro tra due giocatori. L’impatto provoca una lesione dei vasi sanguigni con versamento di sangue nel tessuto sottocutaneo.

Distorsione: si intende generalmente una lesione dell’articolazione della caviglia. Tuttavia le distorsioni possono interessare anche altre articolazioni come ad esempio il ginocchio. Una distorsione è uno stiramento o addirittura una rottura dei legamenti che avvolgono l’articolazione.

Le distorsioni della caviglia sono la conseguenza di una torsione involontaria del piede, ad esempio correndo o camminando su terreni sconnessi. I sintomi sono dolore acuto, gonfiore nella zona articolare e versamento di sangue.

Strappi e stiramenti: la brusca sollecitazione dell’apparato muscolo-tendineo (soprattutto se non si è fatto il riscaldamento) può causare uno stiramento delle fibre muscolari o tendinee e persino lacerarle. I sintomi vanno da un dolore acuto improvviso accompagnato da una riduzione della mobilità, nei casi più leggeri, fino a dolori molto acuti con perdita totale della mobilità e con versamento di sangue nel muscolo.

In queste occasioni quello che occorre fare subito è applicare il protocollo R.I.C.E.

R.I.C.E è un acronimo inglese e significa:

Rest (RIPOSO)

Ice (GHIACCIO)

Compression (COMPRESSIONE)

Elevation (ELEVAZIONE)

Il riposo, opportuno subito dopo la comparsa dei primi dolori, impedisce un ulteriore danneggiamento dei tessuti.

L’applicazione di ghiaccio o acqua fredda provoca una forte costrizione dei vasi sanguigni, riducendo così la migrazione dei mediatori chimici dell’infiammazione dai vasi sanguigni verso il tessuto infiammato. Il ghiaccio non deve essere mai applicato a diretto contatto con la pelle, poiché potrebbe causare un danno ai tessuti sottostanti, meglio avvolgerlo con un panno. Bisogna raffreddare la parte dolorante tenendo il ghiaccio per dieci minuti, toglierlo per dieci minuti e poi rimetterlo per altri dieci minuti, ripetendo l’operazione, fino ad arrivare ad un’ora. Nella fase acuta questo procedimento andrebbe ripetuto quattro o cinque volte.

Contemporaneamente si può applicare un bendaggio elastico compressivo per contrastare l’eventuale uscita di proteine e cellule dai vasi sanguigni.

Infine,tenendo sollevata la parte colpita si favorisce il ritorno del sangue verso il cuore, diminuendo di conseguenza il gonfiore.

 

Dott.ssa Marta Romagnoli
Fisioterapista

3281792352

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p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale



STRESS: ALCUNI STRATAGEMMI PER COMBATTERLO

a cura della dott.ssa Vanessa Tartaglia, Psicologa e Psicoterapeuta 

La vita moderna mette continuamente alla prova sia il nostro organismo che le nostre capacità mentali ed emotive. Il risultato? Reagiamo male a queste pressioni, che diventano fonte di stress. Ma sta a noi domarle…
Lo stress è una reazione adattiva dell’organismo, non può e non deve essere evitato perché fa parte della vita; solo se l’individuo non riesce a fronteggiare adeguatamente gli stimoli esterni insorgono condizioni di patologia come sintomi fisiologici e disturbi psicologici.
Lo stress, quindi, è il risultato dell’incapacità di un individuo di far fronte ad un accumulo di tensioni. A livello biologico, questo può anche comportare alcuni malesseri: affaticamento, irritabilità, mal di testa, dolori addominali, mal di schiena, insonnia, inappetenza, bulimia e vulnerabilità verso i virus. Nel peggiore dei casi, il rischio d’infarto e di depressione è reale.
I fattori di stress possono essere di natura fisica come ad es. un intervento chirurgico o di natura psicologica dovuti ad eventi traumatici (es. disastri naturali, aggressioni fisiche), avvenimenti della vita (es. matrimonio, divorzio, malattia), difficoltà croniche (es. povertà, pressioni al lavoro) o daily hassles “Seccature quotidiane” (es. traffico, persona maleducata).

Come Ridurre lo Stress: alcuni suggerimenti pratici
Ognuno deve essere cosciente delle proprie possibilità e dei propri limiti, disponibile a ridiscutere il proprio stile di vita così da poter affrontare in modo positivo lo stress.
L’obiettivo: cambiare le cattive abitudini e ristabilire un contatto tra corpo e psiche.
Un respiro profondo
Quello che può sembrare un semplice modo di dire in realtà non lo è affatto: respirare profondamente aiuta davvero a sconfiggere lo stress. Il merito è dell'aumento dei livelli di ossigeno nel sangue, che esercita un effetto calmante. Chi vuole può anche affidarsi all'effetto rilassante di alcuni oli essenziali, come quelli di rosmarino e di lavanda, che aiutano ad abbassare i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress.
Rispetta i ritmi del sonno
Se il letto chiama, non lottare pur di vedere la fine di un film o per terminare un lavoro. Vai a dormire presto, possibilmente ad orari fissi e, se necessario, alzati prima. Lascia sempre passare almeno due ore tra la cena e il momento di dormire. La tua digestione ne gioverà.
 

Fai sport per cacciare le angosce
Nuoto, jogging, danza o aerobica permettono di lottare efficacemente contro lo stress. Camminare permette di allontanarsi dallo stress grazie ai benefici dell'attività fisica, che promuove la sintesi di endorfine. Praticata da una a tre volte alla settimana, l’attività fisica ti permette di scaricarti, attiva la circolazione, allenta le tensioni muscolari e libera la giusta dose di euforizzanti necessari a ripartire, stremata ma felice. Bastano anche 30 minuti al giorno di passeggiate a passi lunghi e ben distesi per sentirsi meglio.

Organizzati
Che sia a casa o in ufficio, appena senti che la situazione ti sta sfuggendo di mano, programma le tue mosse e gioca d’anticipo. Fai una lista delle priorità, dalle più urgenti, a quelle che possono aspettare. E cerca di rispettarla, soprattutto! Sii puntuale con le tue scadenze. Quello che ti sembrava insormontabile, così lo sarà molto di meno…
Liberati dalle dipendenze
 

Fumi un pacchetto di sigarette al giorno (o quasi) e bevi più caffè di quanto dovresti? Si tratta di “veleni” insidiosi che danno solo l’impressione di calmare l’ansia. In realtà, queste sostanze hanno un effetto eccitante, generatore di angoscia. Se non riesci a smettere, prova almeno a diminuire le dosi.
Un’alimentazione sana a tutti i costi

Lo stress può causare inappetenza, ma anche un aumento dell’appetito. Spilucchi cibi supercalorici in qualsiasi momento… Cambia queste abitudini fissando ore ben definite per consumare i tuoi pasti con calma. Prova a riequilibrare la tua dieta, privilegiando una colazione abbondante, un pranzo ricco di verdure e una cena leggera. E se nel mezzo del pomeriggio, provi un certo languorino, sostituisci le barrette di cioccolato con una mela o uno yogurt. Sia i tuoi nervi che la tua linea, ne trarranno profitto.

Mantieni il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata
Una volta a casa, è importante staccare la spina. Dimentica gli obblighi professionali. E’ risaputo: c’è un tempo per ogni cosa. Per avere una vita armoniosa e soddisfacente, impara a dividere il tuo tempo tra lavoro e famiglia in maniera equilibrata. Se sei concentrata e rigorosa in ufficio, una volta a casa liberati dai pensieri e goditi i tuoi cari.
Impara a lasciar correre

Evita al massimo i conflitti in famiglia, tra amici e in ufficio. Per riuscirci, metti da parte i motivi di tensione e le interminabili discussioni. Impara a prendere le giuste distanze rispetto agli eventi, smetti di rimuginare e, soprattutto, cerca di relativizzare! Se dimentichi di comprare qualcosa o sei leggermente in ritardo all’appuntamento dal medico, non è la fine del mondo!
Una bella risata
Anche ridere aumenta l'ossigenazione di organi e tessuti, esercitando così un effetto rilassante. Ci sono diversi modi per consentire alla mente di abbandonare momentaneamente i pensieri legati agli impegni quotidiani: vedere una commedia divertente può essere efficace tanto quanto incontrarsi con gli amici e chiacchierare dei bei momenti condivisi.

Una vita di coppia appagante
La tua vita di coppia e la tua sessualità sono preziose! E’ scientificamente provato: fare l’amore ha un effetto rilassante abbassando la pressione sanguigna, aumentando l'autostima e migliorando l'intimità con il partner. Non solo, fare sesso aiuta a dormire meglio.. Certo, quando si è stressati la libido ne risente ma l'astinenza può peggiorare la situazione. C’è solo una soluzione: prenditi tutto il tempo necessario per ritrovare l’intimità col tuo/a partner e concediti un momento di pura felicità. Vedrai che, dopo, ti sentirai già meglio.
 

Prenditi cura di te, semplicemente
Per scaricare le tensioni, concediti delle sedute in un centro benessere, dei massaggi, delle passeggiate nel bosco, un regalo, una cena, un film al cinema, un viaggio, un bel vestito o delle cure termali… sempre se il tuo portafoglio te lo permette. Coccolati come non hai mai fatto, ritroverai te stesso e sarai pronto ad affrontare il mondo!

Il sostegno psicologico
Se lo stress diventa un vero inferno, ricorri ad uno specialista. Per questo tipo di problematica, come anche per tutte le altre situazioni di disagio psicologico personale, l’aiuto offerto da uno psicologo può contribuire a una migliore comprensione e gestione delle difficoltà soggettive.
La psicoterapia permette a chi è stressato di affrontare le aggressioni, di organizzarsi meglio e delegare certi obblighi agli altri, senza sentirsi colpevoli.

Contatti:
Dott.ssa Vanessa Tartaglia
Psicologa-Psicoterapeuta
Cell.3388558488 email: dott.vanessatartaglia@cpcr.it
www.centropsicologiacastelliromani.it
p.zza Salvatore Fagiolo n. 9 00041 Albano laziale

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ROCCA PRIORA: TUTTO PRONTO PER IL FESTIVAL DELLO SPORT

Redazione

Rocca Priora (RM) – Seconda edizione per il festival dello sport a Rocca Priora, organizzato grazie al patrocinio del Comune di Rocca Priora, della Provincia di Roma e anche grazie allo sponsor della Bcc del Tuscolo.
Dopo il successo dello scorso anno si replica al fresco degli impianti sportivi di Monte Fiore, in via dell'Arenatura 27. Venerdì 26 giugno giornata inaugurale con il saluto del sindaco e delle varie autorità e naturalmente la partecipazione del portiere del Milan, Marco Amelia, presidente onorario della scuola calcio di Rocca Priora, che sarà presente durante tutto il festival.
 
Le manifestazioni sportive inizieranno però sabato 27 giugno, alle 10,30 del mattino, con il torneo di calcio per i più piccoli. Nel pomeriggio, alle 16,30, la dimostrazione dello sci club “Les Chateaux” e poi, alle 18,00 la gara di biciclette per bambini, organizzata dall'associazione sportiva “Amici del Pedale”.
Nuova esibizione alle 18,30 con la scuola di ginnastica artistica “Oym Point” e la partecipazione straordinaria di Marco Lodadio, campione italiano negli assoluti.
Prima di lasciare spazio alla musica che accompagnerà la serata, alle 20,30 i campioni nazionali di danza sportiva della scuola “Lucy Dance” daranno una dimostrazione delle loro capacità.
 
Domenica 28 giugno, alle ore 10,30 ancora spazio al torneo di calcio per bambini, organizzato dalla “Scuola Calcio Marco Amelia”; alle 16,30 una dimostrazione di Tang-Su-Do mentre alle 17,30 partiranno le gare di atletica per i bambini, organizzata dall'Atletica Rocca Priora. Per gli adulti invece partirà alle 18,30 la gara podistica dei 5.000 metri su pista.
 
Le premiazioni sono previste per le 19,30 prima della tradizionale Giostra della Quintana, organizzata dall'associazione “Amici del Cavallo”.
 
La serata andrà avanti con la musica e il varietà, grazie anche agli stand gastronomici sempre aperti, per poter rimanere a mangiare sia a pranzo che a cena.
 
L'amministrazione comunale, inoltre, ha messo a disposizione un servizio navetta gratuito che partirà da piazza Nassirya fino al centro sportivo di Monte Fiore durante le giornate della manifestazione.



GENZANO DI ROMA, MEETING SPORTING CLUB: SABATO 25 MAGGIO SI PARLA DI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

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Redazione

Genzano di Roma (RM) –  Prosegue il progetto “Informa Giovani In-Forma” promosso dall’ Italian Hospital Group, società che da poco ha rilevato la gestione del Regina Apostolorum, in collaborazione con l’associazione culturale GAP – Giovane Acuto Pensiero (il cui presidente e responsabile organizzativo del progetto è la dottoressa Enrica Bellomo) e patrocinato dai comuni di Genzano, Albano e Lanuvio. Il progetto, finalizzato alla prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, vedrà lo svolgersi dell’ultimo incontro previsto, sabato 25 Maggio 2013 alle h.10.30 presso la struttura Meeting Sporting Club, che da subito ha voluto aderire al progetto per dare un servizio informativo efficiente alla sua clientela. Durante l’incontro un’ equipe di medici professionisti terrà interventi finalizzati a dare utili nozioni sulla corretta alimentazione per chi vive il mondo dello sport, e sul come mantenere un adeguato approccio ad esso. Nell’equipe sono previsti: un medico endocrinologo, una dietista, una fisioterapista, una psicologa e uno psichiatra, tutti professionisti appartenenti alla struttura dedicata Villa Pia dell’ Italian Hospital Group, prima in tutto il centro Italia per grandezza e professionalità nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. L’Italial Hospital Group, l’associazione GAP e il Meeting Sporting Club rivolgono l’invito a tutti coloro che svolgono attività sportiva, o hanno figli che la praticano, e che vogliono avere nozioni esatte sul giusto comportamento alimentare da affiancare al mondo dello sport.