Stamina, nuova inchiesta sul metodo: fermato Davide Vannoni

 

TORINO – Nuovi guai per Davide Vannoni. Il padre della metodica Stamina è stato fermato dai carabinieri del Nas, su ordine della procura di Torino che nei mesi scorsi aveva avviato una nuova inchiesta nei suoi confronti. I pm Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo ipotizzano i reati di associazione per delinquere aggravata dalla transnazionalità, truffa aggravata, somministrazione di farmaci non conformi con il cosiddetto metodo Stamina.

L'accusa nei confronti di Vannoni, in sostanza, è quella di aver continuato all'estero l'attività fermata in Italia dalle autorità giudiziarie e da quelle sanitarie. Lo scorso luglio si era diffusa la notizia che alcuni pazienti italiani si erano recati in Georgia per effettuare le infusioni, ma a dicembre anche il governo georgiano aveva vietato il metodo. Per questo motivo Vannoni stava cercando una nuova località e, secondo l'accusa, stava per andare a Santo Domingo dopo aver venduto la sua Porsche per finanziare la trasferta. Il fermo è stato ordinato per evitarne la fuga.




STAMINA: SE NE VA LA TENDA DEI BIVIANO

Redazione

Roma – Se ne va la tenda di Sandro e Marco Biviano davanti alla Camera dei deputati. Due anni dopo il loro arrivo nella Capitale, i fratelli simbolo della lotta per la libertà di cura lasciano piazza Montecitorio «117A», il nome dell'associazione che li ha sorretti fin dal 10 luglio 2013. Tornano a Lipari, dove saranno assistiti con un progetto di telemedicina 24 ore su 24. Restano però le parole d'ordine, stampate sulle magliette e sugli striscioni: «Non ho più voglia di morire», «Curarmi non è un reato», «Per la vita non si molla mai». È vero, c'è ancora chi mostra lo slogan dei primi tempi: «Sì a stamina». Ma il nome di Davide Vannoni, il discusso leader della Fondazione Stamina (che ha appena patteggiato 1 anno e 10 mesi), nella giornata degli addii e dei ringraziamenti non viene pronunciato neanche una volta. Lacrime e abbracci fanno invece da contorno a una breve cerimonia, mentre gli uomini portano via chi il frigorifero, chi la stufa, le prese elettriche di una tenda che, come dice Sandro Biviano, «se si strappasse, uscirebbe sangue». Quasi mille giorni, lì sotto per resistere e chiedere ascolto alle istituzioni. Ma oggi del Palazzo, in piazza c'è solo Paola Binetti. A lei il rigraziamento dei Biviano. E alle forze dell'ordine «che hanno vegliato su di noi anche quando dormivamo. Che nei momenti brutti hanno saputo dirci quella parola giusta che risvegliasse il cuore». «Siamo italiani su le mani e combattiamo perchè ognuno il suo dolore ce l'ha», cantano davanti a Montecitorio, poco prima che i Biviano, in lacrime, salutino Roma. «Siamo arrivati due anni fa- conclude Marco- che non sapevamo nemmeno dove si trovasse il ministero della Salute. Era il 10 luglio del 2013. In questa piazza abbiamo sofferto tantissimo, abbiamo gioito e pianto. Sono cose che non dimenticheremo mai. Continueremo a lottare, non ci faremo rubare la speranza. Perchè noi vogliamo vivere».




MALATTIE RARE E QUEL BUSINESS A MOLTI ZERI. STAMINA UNA SCOPERTA DA OSTACOLARE

In altri paesi si discute del problema mentre in Italia i nostri ammalati subiscono il silenzio delle istituzioni. Ora rimangono ombre pesanti sui conflitti d’interesse sul caso stamina

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di Cinzia Marchegiani

L'opinione pubblica è da sempre convinta che le malattie rare siano patologie sulle quali l'industria farmaceutica riesce a fare pochi affari per la ridotta produzione e vendita di farmaci nel settore.
Tale assunto viene smentito categoricamente da una ricerca apparsa in Svizzera che rivela un giro d'affari inaspettato per le multinazionali che si occupano del settore: la sola Novartis, infatti, risulta essere il principale beneficiario della vendita di medicinali per le malattie rare a livello mondiale con 11,3 miliardi di franchi di fatturato. Proprio alla luce di tali dati, il governo confederale elvetico ha al vaglio una disciplina al fine di concedere al settore farmaceutico degli incentivi affinché porti avanti la ricerca sulle malattie meno conosciute. Incentivi concretizzati in una protezione dalla concorrenza sul mercato svizzero per un periodo di almeno 12 anni.
Sempre al di là delle Alpi, alcune associazioni si sono opposte a queste forme di protezionismo mettendo in guardia sulle conseguenze di queste decisioni visto che si è assistito a un'esplosione dei costi delle terapie basate su questo tipo di farmaci.
A riportare la notizia è Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che sottolinea come questo dato importante evidenzia un fatto grottesco per la sanità italiana:”almeno in altri paesi la politica e le istituzioni portino avanti battaglie contro le patologie rare, mentre in Italia non esiste una seria e approfondita discussione e gli ammalati sono relegati a subire un isolamento che gli esclude dalle cure che meritano, con una ricerca costretta a fare ormai il fai da te".

UN BUSINESS MONDIALE
Proprio su queste case farmaceutiche è uscito un dossier che spiega il fenomeno significativo del mercato svizzero dei medicinali e dei suoi attori, tanto da assegnargli lo scettro e fama a livello mondiale. Si legge infatti, le aziende svizzere – Novartis, Roche, Merck Serono e Actelion – costituiscono l’11% del mercato mondiale dei medicinali, con vendite che superano gli 87 miliardi di franchi. Il fatturato di Novartis, numero due mondiale, è di 48,6 miliardi di franchi svizzeri (51,5 mld di dollari). Quello di Roche, numero sei mondiale è di 32,4 miliardi di franchi svizzeri (34,5 mld di dollari). L’Europa è il nostro principale acquirente, ma i mercati dei paesi emergenti sono in espansione, soprattutto i paesi dell’Asia. Per la ricerca e lo sviluppo in Svizzera, le cinque aziende svizzere membri d’interpharma hanno investito più di sei miliardi di franchi, cioè il 38,7% della loro spesa mondiale; un importo cinque volte maggiore del fatturato realizzato in Svizzera. Negli Stati Uniti, l’altro polo di ricerca di queste aziende, la spesa ha superato i cinque miliardi di franchi. Nuovi medicinali Negli ultimi decenni, i costi di sviluppo sono notevolmente aumentati. Trentacinque anni fa, i costi per lo sviluppo di un nuovo medicinale ammontavano a 127 milioni di franchi. Oggi, sono necessari più di 1,5 miliardi per finalizzare un nuovo prodotto.

STAMINA NON E’ UN CASO
Uno sguardo doveroso è da rivolgere al caso stamina e la grottesca capacità delle istituzioni di non focalizzare quelle evidenze che sono ormai sotto gli occhi di tutti, ma che con terrore tutt’oggi non si affrontano. E' forse un caso che la ricercatrice Cattaneo sia stata nominata senatrice a vita, che sia a sua firma la commissione d’indagine sul caso stamina, e anche che sembrerebbe si stia battendo affinché i senatori che stanno valutando i temi riguardo la sperimentazione animale, finiscano in una nube poco chiara?…. I possibili conflitti d’interesse in questa storia emergono ed emergeranno sempre di più, ma c’è da chiedersi davvero cosa si nasconde dietro l’ostruzionismo alla ricerca della verità. A noi gli incassi delle lobbies sembrano un valido motivo affinché le terapie che si potrebbero effettuare in un ospedale siano state ostacolate con qualsiasi mezzo. Il neurologo Villanova è ora autore con John Robert Bach di uno studio che mette in rilievo evidenze inequivocabili di miglioramenti clinici in tre bambini affetti da Atrofia Muscolare in seguito alle infusioni avvenute presso gli Spedali Civili di Brescia, mettendosi categoricamente in contrasto con il ministro Beatrice Lorenzin e le sue tesi e posizioni a riguardo.

Le malattie rare sono un vero business, ma questo già lo sapevamo, ma non solo per le case farmaceutiche , ma per tutto l’indotto dei finanziamenti dati a goi go, per pubblicazioni e carriere accademiche. Possibile che nessuno ha notato che i più forti detrattori sono stati e alcun sono ancora nella fondazioneTelethon come ricercatori, che fa campagna nazionale anche in Rai per ottenere donazioni in denaro per continuare nelle loro ricerche? C’è stato un segnale preciso avvenuto nel passaggio del testimone dal ministro Balduzzi all’attuale, che purtroppo ha scritto una brutta pagina di questo governo, tutte le strade tracciate sia sulla sperimentazione del metodo stamina che sui tavoli ministeriali dei metodi alternatici per le sperimentazioni sono stati seppelliti.
Verrebbe da dire Mauro Ferrari docet….un emerito professore americano rispedito a casa con volo di secondo ordine solo perché aveva osato ascoltare anche le famiglie dei malati.

Sulla senatrice Cattaneo ora molte ombre si stanno dileguando, ma c’è da chiedersi chi voglia con tutta onestà verificare cosa è accaduto dentro la stanza dei bottoni.




STAMINA: AUGURI A SMERALDA CAMIOLO CHE HA SUBITO DANNI CEREBRALI IN OSPEDALE

di Cinzia Marchegiani

Catania – Smeralda, oggi è il tuo compleanno, hai compiuto quattro anni, contro ogni più rosea aspettativa. Molti di noi volevano regalarti un mondo migliore, perché i grandi dovrebbero avere cura dei bambini, prendersi carico delle tragedie con quella responsabilità che dovrebbe essere il seme fertile a guida di una comunità che cresce anche dai propri sbagli. Eri una bambina sana nel grembo di tua madre, giocavi con la tua gemellina Alice e protetta ascoltavi curiosa i suoni di un mondo esterno che non vedevi l’ora di vivere. I tuoi genitori persone davvero speciali, avevano atteso questo momento da nove mesi…ma una tragedia ha cambiato il corso della tua vita. Si possono chiamare inconvenienti i presunti errori commessi in sala parto se la tua vita ora è come sospesa? All'Ospedale Garibaldi di Catania mentre nascevi hai subito gravi danni cerebrali e ancora un procedimento penale non riesce a dare giustizia per quello che hai subito. Oggi il tuo papà rivendica questa tua grande forza di volontà, perché sei una bambina straordinaria, hai insegnato, con quel tuo piccolo corpicino, che i muri non esistono, esiste solo l’amore, la speranza, la forza indomita che regali ogni istante a chi ti ha conosciuto e a chi come noi, ne racconta le gesta.
Papà Giuseppe ti ha fatto conoscere al mondo intero, fiero scrive: “Quattro anni fa in questo momento…avevano cambiato il tuo destino…della sorellina e di Nicolò…e di noi tutti. Ricordo la corsa in ospedale…l'attesa…e quei momenti assurdi, ma oggi e' il vostro compleanno e non meritano pensieri le bestie immonde! Nessuno scommeteva un cent su di te Guerriera….oggi fai quattro anni, amore forte e fragile al contempo.
Insegni amore..coraggio…dignità…pazienza…hai dovuto rinunciare a viverti la tua sorellina e fratellino e combattere una battaglia che non era la tua…ma hai preso l'impegno e lo stai portando avanti come solo tu sai fare. In questi 4 anni abbiamo conosciuto gente meravigliosa, combattenti silenti che volano basso ma che ogni giorno onorano la vita e la voglia di vivere. AUGURI BAMBINE MIE….AUGURI SMERALDINA E ALICE.”

Auguri piccola Smeralda a nome non solo dell’intera redazione de l’Osservatore d’Italia, ma da tutti gli italiani che si sentono di starvi vicino. Smeralda sei entrata di prepotenza nelle nostre vite, in una battaglia colossale che tuo padre e tua madre affrontano ogni giorno, per poter darti il meglio, in un mondo dove la scienza ha rivendicato il ruolo di decidere della vita dei malati. Si lo so piccola Smeralda, è un’azione abominevole, ma la realtà è spesso più crudele di ogni perversa immaginazione.Ai grandi hai dato una grande lezione. I grandi che spesso dimenticano che hanno un ruolo primario, quello di difendere a costo della propria vita il futuro non solo di un singolo bambino, ma degli invisibili, degli inascoltati perché non hanno né voce, né potere….
 

A tuo padre, a tua madre volevano far credere che c’erano alternative migliori, negandovi di fatto la prosecuzione delle infusioni con le staminali mesenchimali agli Spedali Civili di Brescia. Poi le stesse istituzioni lo hanno fatto credere anche al resto degli italiani che sbigottiti non sapevano a chi credere. Ma tuo padre Giuseppe, rispediva al mittente, Luca Pani, il direttore dell’AIFA una realtà cinica e inaccettabile: “Mia figlia Smeralda iniziò il suo percorso con Stamina presso Spedali a Gennaio 2012, ma tutto ebbe inizio già nel Dicembre 2011 subito dopo l'accordo fatto tra l'azienda e la fondazione. Tutto questo grazie e tramite il SSN. A Maggio 2012 con la prima ordinanza Aifa entrò nella nostra vita questa agenzia il suo direttore Luca Pani. A quei tempi non c'era attenzione mediatica,non c'erano vip né sostenitori ma solo poche famiglie a cui dall’oggi al domani viene detto "si chiude tutto perché è pericoloso. Unico problema era che chi diceva questo era lo stesso che ne aveva autorizzato l'avvio, almeno per quanto ci era dato sapere. Scrissi a tutti, all ISS, AIfa, Procuratore della Repubblica e sin anche al Presidente della Repubblica,e fu proprio grazie a quest ultimo che venni contattato proprio da Aifa nella persona del Dr.Pani il quale non fece altro che ripetere quanto scritto dall’ordinanza. Apprezzai molto comunque l'apertura quanto meno nel contattarci e la ritenni un buon canale di comunicazione per cercare di far chiarezza; gli risposi in maniera articolata (supportato dai legali e dagli specialisti) di fatto contestando e ponendo delle domande specifiche ai vari punti. Pani mi rispose sotto due aspetti. Morale: affermando quando vicino mi fosse e quanto capisse che un genitore sfiderebbe sin anche le leggi di gravità…a questo risposi ringraziandolo per il pathos messo nel comprendere ma ricordandogli che sono si un papà addolorato ma non sono un idiota…conosco perfettamente le leggi della gravita' e mai le sfiderei!! Il secondo fu tecnico: mi allegò un elenco di circa 10 cell factory (alcune delle quali S.p.a.) dicendoci che quelle erano accreditate e potevamo rivolgerci a loro… e null altro. Questo non la considero una ‘alternativa’ in quanto non vi era un riferimento, un equipe a cui rivolgersi,un percorso indicatoci e realizzabile. Mesi dopo ricevemmo una email dal Ministero della Salute dove addirittura ci dissero che in alcune strutture, una delle quali sita in Roma erano pronti ad aiutare Smeralda. Risposi ma forse il piccione che porta la risposta ha trovato brutto tempo.

Mai più sentito nessuno, mai nessuna alternativa ne supporto atto ad assistere degli ‘avvelenati’ per quanto sostengono questi soggetti. Sorvolo sulla palese ‘palla al balzo’ presa per attribuire colpe e meriti su un’azione che venne richiesta in data 14/08 mentre le richieste di valutazione (che oggi vengono chiamate sperimentazione di fase uno) sono avvenute solo del 20, fanno parte di questo delirio che dura ormai da anni ma non potremo mai sorvolare sul tentativo di bloccare la magistratura ordinaria che ordina le infusioni, sul sequestro di materiale biologico che appartiene ai nostri figli, sulla poca chiarezza e sulle leggi dello stato disapplicate. Mi auguro di non sentire più inni al non adempimento perché è un reato incitare al non rispetto delle sentenze. Potessi chiedere, piuttosto che parlare di artefatti per non dare risposte, chiederei come mai proprio questo signore e l'agenzia da lui diretta ha impedito a Gennaio la verifica a Miami tramite il Prof Ricordi, luminare con oltre 600 pubblicazioni e che dirige due dei più importanti centri di ricerca degli Stati Uniti, un vanto Italiano all'estero che avrebbe solo dato risposte concrete e non ‘supposizioni’ o peggio…illazioni (Hiv,epatiti,mucche pazze…).”

Piccola Smeralda, sulla tua vita c’è stato un accanimento pesante, eppure una bimba così indifesa fa paura, ma ogni singolo istante vissuto su questa terra è un dono immenso e un richiamo costante e straziante alle responsabilità. Non si può cancellare con una passata di gomma una storia che fa acqua da tutte le parti e oggi che è il tuo compleanno, non possiamo dimenticare che tu esisti. La tua piccola vita è un monito severo e costante sulle nostre competenze, perché ciascuno non si senti alienato da questa storia che riguarda tutti. E’il dolore che non si accetta, è una ferita che non si rimargina, è la vigliaccheria di chi lascia i genitori combattere un gigante nel silenzio, che va combattuta.
Auguri piccola Smeralda, ti avremmo voluto regalare una vita, un gioco innocente, dei ricordi bellissimi, invece sei tu, con il coraggio di vivere ad insegnare agli adulti, che non è mai è troppo tardi.
Smeraldina, per ora sei una principessa in una favola incantata, dove il drago e i rovi hanno avvolto il tuo castello, lontana dalle miserie umane, ma qui fuori c’è tanta gente che ti vuole un gran bene. Buon Compleanno a te piccola principessa, auguri ad Alice gemella meravigliosa e un abbraccio d’affetto a tutta la famiglia Camiolo. 




STAMINA: ANDOLINA DICE NO AL RICORSO IN ADIUVANDUM AL TAR DEL LAZIO

di Cinzia Marchegiani

Abbiamo seguito tutte le fasi del caso Stamina, aprendo con moltissime inchieste crepe delle mezze verità, cercando di analizzare gli scenari da cui emergevano interessi complicati, che in modo indiretto potevano trarre beneficio dall’esito negativo della stessa sperimentazione. Ombre persistenti e mai dileguate saranno il simbolico epilogo di questa storia classica all’italiana, dove per un bene superiore, i diretti interessati, cioè i malati, forse non potranno mai appagare quel desiderio morboso e giustificato di conoscere la verità. La notizia del rifiuto al patteggiamento al secondo di Stamina Foundation, Marino Andolina ha di fatto rattristato quelle famiglie che in lui hanno visto il senso del coraggio, capace di comprendere la vera sofferenza, di saperla viverla come se fosse parte della sua stessa carne. Anche Marino Andolina infatti aveva avanzato il patteggiamento, come egli stesso ha detto:” un atto dovuto, dopo l’abbandono anche di Giancarlo Merizzi, non potevo sostenere da solo una battaglia che sarebbe costato un tesoro immenso, la perdita di ogni bene, seppur di piccolo valore, per la mia famiglia sarebbe stato un sacrificio grande, e si sarebbe ritrovata anche senza una casa.”
Ma un destino a tratti incomprensibile, vuole che alla richiesta di questo patteggiamento per il processo di Torino, il pm Guariniello abbia deciso di opporsi all’udienza preliminare avvenuta il 3 febbraio scorso al palazzo di Giustizia di Torino, mentre a Davide Vannoni e altri è stato accordato, anche se in realtà solo nell’udienza del 18 marzo 2015 il gup Potito scioglierà le riserve e deciderà se accogliere i vari patteggiamenti. Marino Andolina in un post su facebook, aveva tranquillizzato le famiglie che credono tutt’oggi all’importanza e il valore del ricorso al Tar del Lazio : “non posso sostenere personalmente il ricorso al Tar, ma mi offro, se utile e gradito, quale ricorrente ad adiuvandum delle famiglie”. Questo era stato dettato dal fatto che all’associazione, che aveva presentato ricorso in adiuvandum alla Stamina Foundation è arrivata la notifica da parte del Tar del Lazio,  dell’effettivo ritiro del ricorso da parte degli avvocati di Davide Vannoni. Ora l’avv. Mazza della stessa associazione Movimento Vite Sospese ha deciso di chiedere al presidente della commissione di poter accedere al ricorso non più in adiuvandum, ma come parte diretta interessata, perché rappresentante degli interessi e diritti dei malati. Ma ecco che oggi lo stesso dr Andolina tramite l’Osservatore d’Italia fa sapere a queste famiglie che ha deciso che non appoggerà un loro eventuale ricorso in adiuvandum: “Non sarò al vostro fianco, scelta irreversibile e maturata con fermezza, la strada è stata già segnata e altre battaglie mi attendono”. Insomma Marino Andolina ha fatto una scelta che sicuramente amareggerà molte persone, ma non sarà lui a dare un contributo in questo percorso legale, diventato tortuoso, cui invece le famiglie cercheranno di accedere.

Infatti non solo le associazioni, ma ora anche le famiglie dei malati infusi vorrebbero presentare nuovo ricorso, perché titolari di un diritto diretto e se accolto potrebbe in realtà aprire finalmente le porte a quelle verità sottaciute, e poter conoscere le pieghe ancora oscure di una parte fondamentale di questa storia che dal 2013 sta condizionando aspettative delle stesse famiglie. Perché è stata annullata una sperimentazione legge di Stato, votata all’unanimità dal parlamento? Ancora non sanno della decisione del Dr Andolina, su cui forse facevano leva, ma la loro forza è dettata da scelte personali, che riguardano la dignità e il rispetto dei loro figli malati. Per questo sarebbe opportuno non dimenticare che il 4 dicembre 2013, il Tar del Lazio con l’ordinanza n. 4728/2013 accoglieva la domanda della Stamina Foundation Onlus, e sospendeva il provvedimento impugnato dalla Ministra Lorenzin che con la “presa d’atto” dichiarava non più proseguibile la sperimentazione dopo che il 29 agosto 2013 il primo comitato scientifico esprimeva all’unanimità parere negativo sul metodo esaminato.
Il TAR accoglieva di fatto il motivo con cui si denunciava l’illegittima composizione del Comitato, essendo stati nominati come componenti dei professionisti che in passato, ben prima dell’inizio dei lavori e di conoscere i protocolli, avevano espresso forti perplessità o addirittura accese critiche sull’efficacia del metodo Stamina, mentre il loro compito non era giudicare il metodo.

Il comitato svolge i seguenti compiti:
a) identificazione delle patologie da includere nella sperimentazione di cui all'articolo l;
b) definizione dei protocolli clinici per ciascuna delle patologie da trattare;
c) identificazione delle officine di produzione da coinvolgere nella sperimentazione, scelte tra
quelle autorizzate dall’AlFA a produrre prodotti per terapia cellulare;
d) identificazione delle strutture ospedaliere pubbliche e private, accreditate o autorizzate nelle quali trattare i pazienti.

Il parere negativo dell’attuale secondo Comitato Scientifico sembrerebbe reiterare lo stesso comportamento del primo che di fatto il Tar ha sonoramente bacchettato, ecco perché sarebbe importante, per fugare qualsiasi sospetto, che il ricorso delle famiglie e delle associazioni fosse accettato non più come adiuvandum ma come ricorrente della parte interessata, affinché si possa rassicurare tutti che ogni azione sia stata fatta nel rispetto delle regole e della legge stessa. Il parere attuale del comitato scientifico però lascia tanti dubbi in sospeso, partendo dall’apposizione delle firme in calce, che riguardano esclusivamente i membri italiani, mentre tutti gli scienziati internazionali non hanno preso parte a questa importante decisione per il nostro paese e per la scienza tutta.

Le famiglie e le associazioni sono sempre coloro che in virtù di un diritto loro negato, sono coloro che sono sempre in prima fila a difendere con i denti, a sacrificio del tempo perso per stare al fianco dei loro bambini malati h24…. i loro diritti. E allora ci si chiede, lo Stato garante delle leggi e della costituzione, i parlamentari che hanno votato la sperimentazione del metodo stamina, perché non sono affianco a queste famiglie che non chiedono la luna, ma solo sapere tramite il ricorso al TAR, se siano stati legittimi tutti gli atti che di fatto hanno cancellato una legge italiana.

Avevamo cominciato ad indagare nel lontano 2013 fotografando questa storia con atmosfere degne delle pellicole di Agatha Christie, che avvolgevano nelle nebbie più torbide il caso stamina. In questa intricata vicenda troppe cose non tornano e la soluzione dei misteri con difficoltà non si vogliono trovare, e ora questo puzzle è diventato immenso. Le sensazioni condivise da molti ormai…forse troppi, è la consapevolezza che le vite dei malati e la dignità degli stessi malati avessere un valore infinitesimale. Una storia assurda dove i protagonisti principali hanno molto da perdere, bambini a cui il destino ha donato una vita difficile e senza speranza cui le istituzioni e le figure preposte non hanno mai volto lo sguardo, mai un incontro, come se quei visi, quegli occhi potessero provocare conflitti laceranti. 




STAMINA: VANNONI PATTEGGIA A UN ANNO E DIECI MESI

di Silvio Rossi

Davide Vannoni era solo un truffatore, e quanti hanno creduto nella validità del metodo stamina sono stati raggirati.
Quanto appena affermato non è l’arringa di un pubblico ministero, o l’accusa di qualche scettico, nel tentativo di ostacolare l’azione del discusso ideatore del metodo di cura. È invece il risultato dell’ammissione di colpa che lo stesso Vannoni ha implicitamente prodotto con il patteggiamento per l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa.
Una decisione che contrasta notevolmente con l’atteggiamento spavaldo avuto dall’esperto in comunicazione alle prime indagini, quando affermava che il metodo da lui creato era da premio Nobel, una scelta che significa smentire tutte le accuse al ministero di boicottare le sue ricerche, le dispute con gli scienziati internazionali, che hanno sempre bollato il metodo Stamina come inefficace e, in qualche caso “criminale”.
Sebbene lo stesso Vannoni continui ad affermare che il patteggiamento non sia un’ammissione di colpevolezza, interpretazione alquanto bizzarra, non riteniamo verosimile la proposta di accettare una pena che sfiora i due anni (l’accordo col Procuratore Guariniello è di un anno e dieci mesi), nonostante la non menzione nel certificato penale. Una pena che prevede, come misure accessorie, la rinuncia a effettuare nuovamente le infusioni, e il ritiro al ricorso contro il Comitato Scientifico del Ministero della Salute, presentato al Tar del Lazio, altro elemento che dimostra la rinuncia a difendere il metodo sia su tutta la linea.
Sarà il GUP Giorgio Potito il prossimo 18 marzo a decidere se approvare o meno la proposta di patteggiamento, che se da una parte mette fine alla disputa sulla validità del metodo Stamina, non fornisce risposte adeguata a quanti chiedono all’ideatore della terapia non convenzionale il risarcimento dai danni provocato dalle infusioni.

Tra questi il più attivo è Carmine Vona, classificato nell’inchiesta come “vittima numero 52”, venditore ambulante, che per colpa delle infusioni ha avuto un ictus che l’ha lasciato semiparalizzato. Si definisce amareggiato perché con questa procedura Vannoni non farà neanche un giorno di carcere, ma ringrazia lo stesso Guariniello perché perlomeno la verità è venuta fuori, per zittire quanti hanno speculato sul suo dolore.




STAMINA: CONDANNATI A MORTE SENZA CONOSCERE LA VERITA’

di Cinzia Marchegiani

Stamina o non Stamina, e il mistero del ricorso al Tar del Lazio ormai è sotto gli occhi di tutti. Il processo sembra aver incatenato il verdetto di questo ricorso che, va ricordato, il 4 dicembre 2013 del Tar del Lazio con l’ordinanza n. 4728/2013 accoglieva la domanda della Stamina Foundation Onlus, sospendendo il provvedimento impugnato. Infatti dopo che il 1°agosto 2013 il Comitato riceveva la metodica di preparazione del c.d. “metodo Stamina” ed il 29 agosto 2013, lo stesso Comitato scientifico esprimeva all’unanimità parere negativo sul metodo esaminato, seguiva la “presa d’atto” del Ministero della Salute secondo cui la sperimentazione non poteva essere ulteriormente proseguita.
La decisione del TAR si fonda ancora oggi principalmente su tre principi ritenuti sostanziali per la fase istruttoria del procedimento amministrativo ed anche – come nel caso in esame – per quello avente ad oggetto una sperimentazione medica: principio dell’imparzialità e indipendenza, soccorso istruttorio e istruttoria in contraddittorio.
Il principio dell’imparzialità e indipendenza del Comitato scientifico, espressamente richiamato nel d.m. 18 giugno 2013, inteso primariamente in senso ideologico e non necessariamente economico, si concretizza innanzi tutto nel “non approcciarsi alla sperimentazione in modo prevenuto, per averla già valutata prima ancora di esaminare la documentazione prodotta".. Nel sottolineare l’importanza di un approccio scevro da giudizi precostituiti, il TAR ha accolto il motivo con cui si denunciava l’illegittima composizione del Comitato, essendo stati nominati come componenti dei professionisti che in passato, ben prima dell’inizio dei lavori e di conoscere i protocolli, avevano espresso forti perplessità o addirittura accese critiche sull’efficacia del metodo Stamina. Ora sembra che si voglia passare un bel colpo di spugna su tutto mentre è doveroso capire come il Ministero della Salute abbia tutelato le famiglie dei malati, poiché ombre pesanti si stanno addensando anche sull’ultimo comitato scientifico che come il primo, ha il compito di stabilire le modalità operative della sperimentazione, affidando all’AIFA e all’ISS la valutazione dei risultati della sperimentazione potendosi avvalere eventualmente del parere del comitato scientifico ovvero di esperti internazionali indipendenti.

VIVA LA VITA ITALIA ONLUS PRENDE POSIZIONE

Ora che Davide Vannoni non sembra voler più scardinare quelle porte delle stanze segrete, sono le stesse associazioni dei malati che prendono di petto questa situazione. Viva la Vita Italia ONLUS lancia la sua posizione e il suo presidente Giacomo Gigliotti dichiara all'Osservatore d’Italia, che pur rispettando le scelte processuali e le strategie legali dell'imputato Prof Vannoni presidente di Stamina Foundation e considera irrilevanti, nell'interesse generale e dei diritti civili dei malati, le sue sorti e scelte personali: «tuttavia riteniamo importante salvaguardare e approfondire, dal punto di vista scientifico, una metodica che tanto ha fatto discutere e sperare; malati adulti e bambini e famiglie che hanno speso denaro in cause civili per essere ammessi alle cure compassionevole con la metodica stamina, ottenendo purtroppo anche alterni risultati processuali. La metodica Stamina si è dimostrata una possibilità terapeutica sicuramente senza effetti collaterali e in molti casi con evidenti risultati scientifici. Pertanto continueremo a cercare e pretendere la verità anche dalla comunità scientifica; a questo scopo siamo favorevoli nel continuare a percorrere la strada del ricorso al Tar, non più ad "adiuvandum", ma come parte diretta.
L 'obiettivo è fare chiarezza su questa vicenda che non può essere accantonata e farsi che venga dimenticata come altre volte successo in passato in altri ambiti solo per salvaguardare interessi economici e lobbistici.»

In effetti qualcosa di molto grave era avvenuto con il parere del primo comitato scientifico e la successiva presa d’atto della Lorenzin, come spiega anche un testo giuridico nel dettaglio:«nel considerare la relazione del Comitato scientifico e la nota di accompagnamento, il TAR rileva che il Comitato, il quale come detto non aveva il compito di valutare la sussistenza delle condizioni per iniziare la sperimentazione, avrebbe dovuto convocare nuovamente la Fondazione Stamina per comunicare i motivi che impedivano di proseguire nella sperimentazione e “al fine di verificare se dubbi e carenze riscontrate potessero essere colmate con l’ausilio di chi, su tale Metodo, aveva lavorato e solo successivamente, ove le carenze fossero rimaste, esprimere parere negativo. Da qui il passaggio alla successiva censura del giudice sull’operato del Ministero della salute che, anziché limitarsi a “prendere atto” del parere negativo, avrebbe potuto-dovuto sollecitare la collaborazione della Fondazione. Il TAR indica, pertanto, all’Amministrazione l’applicazione del principio del soccorso istruttorio e della partecipazione collaborativa, che consente di acquisire tutti i contribuiti utili a pervenire ad un riscontro obiettivo e, di conseguenza, alla migliore individuazione dell’interesse pubblico concreto. Il centrale interesse della salute avrebbe richiesto un maggiore approfondimento: anziché liquidare il metodo con un parere negativo redatto in meno di un mese, la Commissione avrebbe dovuto instaurare un contraddittorio sulle questioni di sicurezza del metodo (c.d. “Buone prassi di fabbricazione”), unico limite previsto dal legislatore.
La conclusione dell’iter argomentativo dell’ordinanza affronta il cuore della questione, evidenziando che l’importanza e la delicatezza dell’interesse in gioco rende necessaria l’applicazione di un’istruttoria svolta in contraddittorio.
In sostanza, solo un’approfondita istruttoria in contraddittorio potrà “convincere anche i malati con patologie dall’esito certamente infausto, e che su tale Metodo hanno riposto le ultime speranze, che il rimedio stesso non è, almeno allo stato, effettivamente praticabile”
. Proprio la giusta preoccupazione che non vengano praticate cure inutili o addirittura dannose, che creino illusioni o false speranze nei malati, rende necessaria un’istruttoria “a tal punto approfondita in tutti i suoi aspetti da non lasciare più margini di dubbio»

Ne vedremo ancora delle belle, peccato che nel frattempo anche Ludovica Franchi,la bimba affetta da Tay Sachs forse sarà costretta a subire la tracheotomia…nonostante i genitori abbiamo scalato montagne affinché non perdesse quei straordinari successi che purtroppo ha cominciato a perdere repentinamente senza più le infusioni. Anche questo non è uno stato che andrebbe studiato? E allora la domanda sorge spontanea, qualcuno si è assunto delle grandi responsabilità e sono soprattutto etiche, quelle stesse scelte che hanno dato il permesso di curare malati di Ebola con farmaci classificati come cure compassionevoli.
Ad oggi un’istantanea crudele racconta di una guerra in questo paese, dove ci sono dei condannati a morte senza avere la possibilità di conoscere la verità, neanche l’ultimo desiderio sembra poter essere concesso a queste famiglie. Ecco perché ancora con più forza le associazioni a tutela dei malati vogliono andare in fondo. E i parlamentari che fanno? Dal loro silenzio sembrerebbe che si siano lavati le mani.





STAMINA: L'ALTRA FACCIA DEL PATTEGGIAMENTO, LA TERAPIA DEVE INTERROMPERSI IN ITALIA E ALL'ESTERO

di Chiara Rai

Un'altra doccia ghiacciata per Vannoni ma soprattutto per i malati che speravano di curarsi con la terapia stamina. Il patteggiamento sta portando al decesso di una terapia che avrebbe potuto salvare tanti bambini, tanti malati che chiedono disperatamente che gli venga garantito il diritto alla vita. Se la Procura di Torino dovesse accettare la richiesta di patteggiamento per Davide Vannoni, il presidente di Stamina Foundation dovra' astenersi dal commettere reato sia in Italia che alla estero, il che significa stop definitivo alle cure. Sarebbe questa la condizione imposta dalla procura, dopo la richiesta di patteggiamento a 1 anno e 10 mesi avanzata da Vannoni, che dovrebbe inoltre ritirare il ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute. Finisce tutto a tarallucci e vino e a farne le spese è solo chi soffre.




STAMINA: DAVIDE VANNONI PRONTO A RITIRARE IL RICORSO CONTRO IL MINISTERO DELLA SALUTE

di Alberto De Marchis

Non ci si può credere: la vicenda stamina finisce così? Nulla di ufficiale ma pare proprio che il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, abbia chiesto il patteggiamento a 1 anno e 10 mesi e il rovescio della medaglia è presto servito: i legali sono pronti a ritirare il ricorso al Tar Lazio contro il ministero della Salute e a fermare l'attività in Italia. Ora l'ultima parola spetta al pm Raffaele Guariniello, il quale dovra' esprimere il suo verdetto. "Non c'e' nulla di ufficiale: abbiamo preannunciato il ritiro del ricorso al Tar del Lazio contro il ministero della Salute, ma stiamo ancora facendo le nostre valutazioni". ha detto Pasquale Scrivo, avvocato difensore di Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, a proposito del patteggiamento a 1 anno e 10 mesi proposto dal suo assistito. "Escludo qualsiasi contraccambio – ha concluso Scrivo – e sull'interruzione della sperimentazione dico che e' gia' ferma da mesi, quindi non avrebbe senso neppure proporla". Sull'entita' della condanna, il legale dice invece: "Ci puo' stare, ma ancora e' presto per trarre conclusioni".  Un epilogo veramente devastante. Soltanto il 19 gennaio scorso, scrivevamo "nessuno tocchi il ricorso al Tar", a dirlo erano i fratelli Biviano, malati di distrofia muscolare che vivono ormai dal 13 luglio 2013 dentro la tenda blu davanti al parlamento italiano. Che dire, forse si è vicini all'ultimo sogno infranto ma la speranza dei malati non può e non deve spegnersi perché la voglia di vivere deve aiutarli a superare l'aparente muro di egoismo e curruzione eretto.




STAMINA: LA BATTAGLIA DEI FRATELLI BIVIANO, NESSUNO TOCCHI IL RICORSO AL TAR!

di Cinzia Marchegiani

Roma – L’anno per i fratelli Biviano è iniziato male, e non è un caso. Sono malati di distrofia muscolare e vivono ormai dal 13 luglio 2013 dentro la tenda blu davanti al parlamento italiano. Vivere per loro in quelle condizioni è ogni giorno una battaglia senza armi, senza scudi, non hanno un bagno privato, le comodità di una casa, ma soprattutto da tempo ormai non fanno più fisioterapie. No, non è uno scherso purtroppo! Hanno accumulato in quasi due anni di lotta pesanti ripercussioni sul loro stato di salute, e spesso nascondono i malesseri per non far preoccupare nessuno. Ma il corpo è una macchina che non fa sconti a nessuno e prima o poi presenta il conto. Con lo scoccare del nuovo anno, Sandro è stato ricoverato d’urgenza in ospedale, accertamenti sul suo stato di salute, la sua unica preoccupazione lasciare da solo il fratello con la sua compagna in tenda da soli, lui era ricoverato al caldo e al riparo. Ora è inngravi condizioni Marco suo fratello, che nonostante avesse provato a celare quei malesseri subdoli, è stato portato con il 118 all’ospedale. Di lui Sandro racconta: «542 giorni in questa piazza e ormai tutti sapete quello che abbiamo affrontato e quello che lasceremo per sempre in questa piazza….Noi dignitosamente e democraticamente da liberi cittadini consapevoli che il metodo stamina potrebbe non funzionare sulla nostra patologia, ma di certo ha funzionato su altre patologie, offrendo una vita dignitosa a bambini ed adulti con risultati evidenti non solo ai nostri occhi. Noi abbiamo ritenuto doveroso provare a non far togliere quella speranza a chi di speranza vive.

Sono orgoglioso di avere un fratello determinato al punto di quasi morire dentro questa tenda, chiedendo come stava e lui mi rispondeva "sto bene non chiamate nessun medico", venerdì a sua insaputa abbiamo chiamato dei paramedici dove si sono presentati davanti a lui e non ha potuto rifiutarsi, si sono accorti di una sofferenza nella respirazione per via dei bronchi pieni e difficoltà nell'espellere il catarro, con saturazione a 70.
Ieri mi hanno fatto entrare in sala di rianimazione il mio cuore era a pezzi, ci siamo consumati come una candela. Il 13 dicembre mi sono sentito con il prof Davide Vannoni, mi disse "io voglio andare avanti non voglio che i miei figli quando crescono gli dicono che loro padre era un ciarlatano". Siamo andati in guerra siamo sul campo e stiamo lottando trasurando salute…il ricorso al tar non si deve toccare è una battaglia che noi con tutti i genitori e tantissime famiglie stiamo lottando con tutte le forze!! La giustizia e la speranza non devono perdere e noi sempre in tutti i modi andremo avanti a lottare per i diritti dei malati e per la loro speranza…perchè nessuno mai deve essere abbandonato».

La telenovelas della sperimentazione sta mostrando tutte le sue sbavature, un Ministro della Salute che come uno schiacciassassi, ha bocciato, nonostante il Tar del Lazio avesse intimato la nomina di personaggi fuori da ogni logica di conflitto di interessi, altri due comitati nominati, l’ultimo sembra non aver rispettato la guida con inviti precisi e tecnici, ma evidentemente nessuno vuole conoscere la verità che si è consumata nelle stanze dei bottoni.
Indipendentemente dal Processo a Torino, il ricorso al Tar qualcuno dovrà rispondere, non si facciano spallucce, perché le famiglie dei malati vogliono sapere cosa è accaduto, e perché il Ministro Lorenzin non risponde alle interrogazioni parlamentari, cosa attende…il patteggiamento?

Eppure il 4 dicembre 2014, Matteo Mantero, deputato alla Camera del M5S chiedeva risposte precise:” Esattamante un anno fa il Tar del Lazio sospendeva il parere del Comitato Scientifico contrario alla sperimentazione e accoglieva il ricorso di Davide Vannoni. Il Ministero annunciava, così, la nomina, a breve, di un nuovo comitato scientifico per la valutazione del metodo Stamina, la cui prima riunione avveniva lo scorso 10 giugno presieduto da Michele Baccarani, il cui lavoro è durato quattro mesi. La decisione del comitato con la quale gli esperti bocciano il metodo, stabilendo che non esistevano i presupposti per fare partire la sperimentazione scientifica del protocollo Stamina, è arrivata il 2 ottobre; Il 5 novembre interviene il Ministro Lorenzin, la quale emana un decreto ministeriale che accogliendo le valutazioni del Comitato Scientifico pone il divieto definitivo alla sperimentazione. Abbiamo richiesto al Ministero di poter vedere il parere del comitato scientifico dal quale deriva la bocciatura, ma nonostante i ripetuti solleciti non abbiamo ottenuto risposte. Riteniamo doveroso che il Ministro, per il rispetto che si deve alle diverse famiglie che credono nella cura del dottor Vannoni, renda immediatamente noto e pubblico il contenuto del documento redatto dal comitato Scientifico Presieduto da Baccarani.”

Dal Ministro nessuna risposta, queste famiglie non contano nulla?

Anche l’On.Angelo Attaguile della Lega Nord ha presentato un’interrogazione a risposta scritta 4-07363 lo scorso 19 dicembre 2014, seduta n. 353 al ministro Lorenzin, che qui lasciamo nella sua interezza:
«Al Ministro della Salute, premesso che: le cronache hanno ben rappresentato tutta la vicenda drammatica che ha riguardato il cosiddetto "metodo Stamina"; la speranza che i malati hanno riposto nel metodo di cura è stata infinita; la fine traumatica della sperimentazione ha gettato nello sconforto pazienti e famiglie che vivono situazioni di assoluta drammaticità; i pazienti che ancora hanno fiducia nella cura da quasi 600 giorni dimorano con una tenda davanti al palazzo di Montecitorio, ricordandoci che non voglio arrendersi alla malattia; gli stessi pazienti ci ricordano che "Posto che alla base del metodo scientifico c'è l'osservazione, non capiamo perché non si indaghi su cosa è successo nei pazienti che già si sono sottoposti alla terapia di cui al metodo Stamina visto che, come ripetiamo, tutti i pazienti hanno avuto miglioramenti e nessun effetto collaterale dopo oltre 400 infusioni effettuate?"; a detta degli stessi "il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha garantito in più occasioni a Marco e Sandro Biviano, Tiziana Massaro (mamma del piccolo Federico Mezzina), Andera Sciarretta (papà della piccola Noemi) Ilaria Giovanelli (mamma del piccolo Daniele) di avere delle terapie alternative a Stamina che, a sua detta, stavano dando ottimi risultati, ma, di fatto non ha mai dato seguito a quelle promesse"; i pazienti dichiarano inoltre: "Siamo consapevoli che Stamina non rappresenta una cura definitiva, come del resto tante medicine o terapie non lo sono (cortisone, insulina, paracetamolo, ecc.) ma sappiamo con certezza che dal 2011 ad oggi, Stamina non ha prodotto alcun effetto collaterale sulle oltre 400 infusioni effettuate. Sappiamo per certo che le patologie destinate alla terapia Stamina sono gravissime, a rapida progressione e ad esito infausto, per le quali la medicina attualmente non può offrire nessun rimedio."
L'interrogante chiede di sapere: se il Ministro, essendo a conoscenza della situazione, non intenda provvedere, in tempi rapidissimi, ad incontrare i rappresentanti dei pazienti e delle loro famiglie al fine di predisporre una soluzione che possa dare un segnale di attenzione concreto alla "tenda blu" che davanti al Parlamento ogni giorno ci ricorda che ci sono moltissime famiglie che vivono un dramma quotidiano senza speranza.»

Il muro del silenzio ancora è imponente, evidentemente si aspetta che altri traccino la storia, nessuna parola sull’ultimo comitato che annovera nelle nomine, importanti personaggi non indifferenti al destino di stamina. Per etica, onestà intellettuale e giustizia il governo tutto si deve sentire investito dalla necessità di indagare seriamente in questa direzione, poiché ad oggi, non è più adeguato che siano solo le associazioni a voler chiedere trasparenza! La verità è d’obbligo ed un atto dovuto, indipendentemente dal ricorso al Tar del Lazio, poiché non si può accettare che al governo non c’è un garante delle istituzioni che si chieda cosa è accaduto realmente. In una òegge di Stato ha autorizzato la sperimentazione votata all’unanimità dal governo, inutile appellarsi falsamente alla sentenza della Corte Costituzionale, perché da nessuna parte c’è scritto che la sperimentazione non s’ha da fare.
E allora ci vorrebbe una magistratura che apra un fascicolo su questo Comitato Scientifico, affinche la verità non venga seppellita nelle memorie solo di chi ha vissuto questi due anni, nella consapevolezza che che è giusto arrivare ad una conclusione…

Ebola, ha insegnato con fatti eclatanti, che questi bambini e malati di malattie rare e degenerative sono di serie B, e ciò è assolutamente inaccettabile. Vadano a verificare i magistrati quali sono le terapie che l’AIFA ha autorizzato per provare a curare Ebola ai medici che sono stati contagiati, in piena e totale dicitura, cure compassionevoli,  anche i medici erano appesi ad un filo etero e sottile, tra la vita e la morte, ma per etica gli è stata concessa un’opportunità… Non solo il ministro Lorenzin dovrebbe rispondere, ma l’intero governo, altrimenti diciamocelo in faccia onestamente, lasciate morire questi bambini, e non si dica che è una questione di cure compassionevoli, di soldi, di deregolamentazione, che in questi giorni in Italia c’è stato un bel show, a suon di dollaroni!




STAMINA: OMBRE SUL PROCESSO CON IL PATTEGGIAMENTO

 I rumors, sembrano delineare ancora un’altra deviazione su quella strada che giustamente doveva portare alla verità, verità che nessuno ad oggi sembra non poter ancora accedere come se queste piccole vite non contassero nulla…proprio nulla!

di Cinzia Marchegiani

La vicenda Stamina sembra destinata a non aprire le stanze segrete della verità. A notizie ultime sembra che ci sia una trattativa tra i legali di Davide Vannoni, Pasquale Scrivo e Liborio Catagliotti, con la pubblica accusa del procuratore Raffaele Guariniello, le difese avrebbero messo la condizione di restare sotto i due anni. Il giudice ha rinviato la discussione al 27 gennaio per i difensori degli imputati. Una mossa alquanto bizzarra visto la veemenza con cui il Procuratore Guariniello abbia mosso accuse specifiche contro il guru di Stamina e tutti i medici che hanno operato agli Spedali Civili di Brescia facendo entrare un metodo con cellule staminali mesenchimali che a tutt’oggi hanno dimostrato, per il principio della coerenza, che i bambini trattati non hanno ricevuto effetti collaterali, anzi, il tempo ha dimostrato che hanno perso quei benefici dopo le interruzioni e che stranamente una metodica aveva sortito effetto. Nessuno degli accusatori, è andato a bussare alle case dei genitori, per fare analisi specifiche su questi bimbi trattati per convalidare le accuse esternate.
Un patteggiamento alquanto misterioso quindi agli occhi di chi ha visto dichiarazioni forti e con certa precisione contro questo metodo e metodiche attuate nel nosocomio di Brescia. La Lorenzin, il Ministro della Salute, dovrebbe per onestà non solo intellettuale invece essere la prima a cercare di capire cosa c’è dietro a questa storia diventata quasi irreale, per i puntuali effetti scenografici che abbiamo assistito in questi anni….si può conoscere la verità?

Un procuratore che ha sempre dichiarato che i documenti era chiari, eppure si scende ad un patteggiamento…che non va dimenticato comunque può essere impugnato da una procura che vorrebbe vederci chiaro su tutta questa strana vicenda giudiziaria. Il punto emblematico che custodisce la vera forza della verità è il ricorso al Tar, che per chi conosce i dati documentali, apre ulteriori scenari sull’ultimo comitato scientifico che la Lorenzin ha nominato, di cui però non si conosce il decreto di nomina, di cui molti membri sembrano essere ancora in totale conflitto d’interesse e di cui l’Osservatore d’Italia si riserva con un’inchiesta di capire cosa si nasconde dietro nomi e associazioni.

Proprio in questo momento è arrivato il comunicato dei genitori dei bambini che sono stati in cura con stamina e di chi non ha avuto accesso nonostante le ordinanze imponevano le terapie agli Spedali Civili di Brescia, che lasciamo nella sua interezza:
«Come genitori e pazienti in cura con il metodo Stamina a Brescia, uniti alla famiglia di Noemi Sciarretta cui è stato negato in extremis l'accesso alla terapia, al di là delle legittime ed inopinabili scelte processuali del singolo imputato, riteniamo necessario procedere con l’azione intrapresa con i il ricorso presentato da Stamina Foundation al Tar del Lazio contro il parere della seconda commissione scientifica nominata dal Ministro Lorenzin. Soltanto attraverso la limpida sperimentazione del metodo potremo finalmente fare luce sulla vicenda e, senza compromessi,ottenere una verità cui l'opinione pubblica e noi pazienti abbiamo diritto.
Attendiamo l’evolversi giudiziario della presente vicenda: dall’udienza innanzi al Tar del Lazio fissata per il giorno 21 gennaio, augurandoci che i rumors relativi ad un ipotetico ritiro del ricorso da parte di Stamina siano infondati, alla successiva udienza innanzi alla Procura di Torino fissata per il giorno 27 gennaio.»

Insomma, il Tar del Lazio potrebbe dimostrare la prima verità, chi non voleva la sperimentazione? E ora forse Vannoni ritirerà il ricorso al TAR, per beneficiare del patteggiamento?

Qualcosa non torna e sarebbe davvero un fatto di estrema gravità se la verità non fosse perseguita, per chiarire finalmente una questione che vede in ballo le morti di piccoli malati che potrebbero essere salvati. I rumors, come dice il comunicato stampa stesso, sembrano delineare ancora un’altra deviazione su quella strada che giustamente doveva portare alla verità, verità che nessuno ad oggi sembra non poter ancora accedere come se queste piccole vite non contassero nulla…proprio nulla!