Rimini: Butungu condannato a 16 anni per gli stupri

RIMINI – Sedici anni di reclusione, più di quanto chiesto dalla Procura della Repubblica, la condanna con rito abbreviato per l’unico maggiorenne del branco, Guerlin Butungu, il 20enne congolese accusato di aver stuprato, rapinato e picchiato sulla spiaggia di Miramare, la notte del 26 agosto scorso una coppia di polacchi e una trans peruviana.

La notte di terrore per la coppia polacca che si era appartata sulle spiagge di Miramare era iniziata con una domanda. “Where are you from?”, chiese uno del branco mentre la coppia di polacchi era seduta su un telo in spiaggia di Rimini. In compagnia di Butungu c’erano un nigeriano di 16 anni e due fratelli marocchinientrambi minorenni. Secondo quanto ricostruito dal gip che convalidò gli arresti, gli aggressori hanno picchiato il ragazzo che “vomitava” con la testa nella sabbia e intanto violentavano lei con “brutalità e inutile cattiveria”. Una “scena agghiacciante”, secondo il giudice. Stando alla sua ricostruzione, fu Butungu, quella notte, a “impadronirsi per primo del corpo delle giovani donne per dar sfogo ai propri bestiali istinti sessuali“.

Poco dopo i quattro, sempre secondo le indagini, picchiarono e stuprarono anche una trans peruviana. Uno dei due ragazzi bianchi, mise a verbale la trans, “mi strappava la borsetta, mentre uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano dei cespugli rigogliosi”. La peruviana ricorda di essersi opposta “ma uno dei giovani mi colpiva alla testa con una bottigliata mentre un secondo mi sferrava un violento pugno allo zigomo sinistro”. Uno del branco, aggiunge, “mi minacciava puntandomi il collo della bottiglia alla gola” mentre un altro, a quel punto, riusciva a trascinarla oltre il cespuglio, dove abusò di lei.




Stupri Rimini: indagine su frasi del sindaco leghista

SAVONA – La Procura di Savona ha aperto un fascicolo sulle frasi postate dal sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciotti, con riferimento agli stupri di Rimini. Il primo cittadino del piccolo centro savonese aveva scritto sulla sua pagina Fb: “Potremmo dare loro gli arresti domiciliari a casa della Boldrini, magari le mettono il sorriso…”. Il fascicolo è contro ignoti. A indagare è il procuratore Sandro Ausiello. Sarà lui a stabilire se in quelle parole si ravvisano gli estremi di reato o se il caso sarà da archiviare. Sul caso era intervenuto anche il ministro dell’Interno Marco Minniti che aveva invitato il prefetto di Savona a “porre la massima attenzione sulla vicenda”.




Stupri a Rimini, il legale: fratelli hanno confermato

RIMINI – Si è conclusa dopo circa due ore l’udienza di convalida del fermo dei due fratelli marocchini di 15 e 17 anni accusati, davanti al tribunale per i minorenni di Bologna, del duplice stupro di Miramare di Rimini. Il Gip non ha ancora deciso sulla richiesta della Procura di applicazione della custodia cautelare in carcere. “Hanno confermato le dichiarazioni precedentemente rese, hanno risposto alle domande dei magistrati, lasciamogli fare il loro lavoro”, si è limitato a dire all’uscita del centro di prima accoglienza del Pratello l’avvocato Paolo Ghiselli, che assiste entrambi i fratelli. In precedenza avevano negato, in sostanza, di aver materialmente stuprato le due vittime, di averle tenute ferme ma attribuendo lo stupro all’unico maggiorenne del gruppo. Hanno respinto gli addebiti? “Non hanno respinto gli addebiti – ha risposto il difensore – hanno tenuto un atteggiamento collaborativo rispondendo alle domande dei magistrati”.o a domande Gip’

Gli interrogatori Dagli interrogatori del Gip del tribunale per i minori di Bologna dei tre giovanissimi indagati per i due stupri di Rimini sarebbero emersi dettagli raccapriccianti su come il gruppo ha agito. Le violenze sessuali nei confronti delle due vittime, la turista polacca e la prostituta transessuale peruviana, sono state brutali e ripetute. E da parte dei responsabili non sembrano esserci segni di ravvedimento, secondo quanto trapela da fonti giudiziarie.
Uno dei tre avrebbe riferito, tra l’altro, di aver pregato Dio per non essere scoperto. La ragazza polacca sarebbe stata immobilizzata dai complici del congolese mentre quest’ultimo abusava di lei, portata in mare e poi di nuovo sulla battigia dove sarebbero continuati gli abusi. Il suo compagno è stato pestato a sangue. Ancora più violento sarebbe stato lo stupro della trans peruviana. Tutto questo emergerebbe dalle risposte dei giovani, che avrebbero confermato in buona parte i racconti delle vittime.