SVEZIA: "FUORI 80 MILA MIGRANTI"

di Angelo Barraco
 
Stoccolma – Il Ministro dell’Interno, Anders Ygmen, ha detto che la Svezia intende espellere un numero di richiedenti asilo che va daii 60mila agli 80mila. Il numero in questione rappresenta la metà dei richiedenti asilo nell’anno 2015 nel paese, ovvero la metà dei 163mila. Dei richiedenti asilo dello scorso anno, corrispondenti a circa 58.800, ne sono state accettate soltanto il 55%. Anders Ygmen ha spiegato che per le espulsioni verranno utilizzati voli commerciali e considerato il grande numero di migranti, si farà uso di voli charter per l’occasione che li riporteranno a casa di diversi anni. Ha aggiunto inoltre: “Stiamo parlando di 60mila persone, ha spiegato, ma il numero potrebbe salire a 80mila”. Il tasso di accettazione dei migranti varia in funzione della loro nazionalità. I dati dimostrano che nel 2015 sono stati accolti per il 90% siriani, per il 35% afghani, per il 20% iracheni. Ma dagli uffici svedesi emerge che molti che rischiano l’espulsione sia iracheni che afghani e ciò può avvenire in base al regolamento di Dublino che stabilisce che una domanda deve essere presa sotto esame, in primis, dal primo Paese Europeo in cui il migrante giunge. Tale regolamento è di difficile applicazione e la Commissione Europea lo sta rivedendo poiché tale regolamento esercita pressione sui principali paesi in cui giungono i migranti, ovvero Italia e Grecia. Patrik Engström, Capo della Polizia di frontiera ha espresso le sue perplessità in merito al piano: “Molti migranti spariscono appena vengono a sapere che l'Ufficio migrazioni deve consegnarli alla polizia", ma la questione non si ferma alla fuga dei migranti poiché i paesi d’origine di costoro, come Marocco e Afghanistan, non voglio accoglierli e Stoccolma sta negoziando sulla questione. 
 
Intanto si alzano frontiere come muri e adesso tutti fanno dietrofront, smantellando il concetto di Europa, di unione. Il ministero degli Interno della Gran Bretagna rende noto che accoglieranno bambini non accompagnati dalla Siria e da altre zone di guerra, tranne quelli fuggiti in Europa. La Macedonia chiude le frontiere con la Grecia. I motivi di tale provvedimenti non sono stati resi noti, ma 2.600 migranti sono bloccati in territorio greco. La settimana scorsa la Macedonia aveva dato un segnale di ciò, chiudendo la frontiera temporaneamente ai migranti delle rotte balcaniche. 
 
I mari della Grecia sono per l’ennesima volta teatro di strage di migranti. L’ultima tragedia si è consumata nel mar Egeo, al largo dell’Isola di Samos. La Guardia Costiera intervenuta tempestivamente sul posto è riuscita a salvare la vita a circa 10 persone, ma per 12 persone (di cui 8 bambini) non c’è stato nulla da fare. I dispersi sarebbero invece una ventina. I testimoni hanno raccontato che la barca si è capovolta vicino le coste di Samos. Nella giornata di ieri si è verificato un altro naufragio al largo dell’isola di Kos e sono morte 7 persone, venerdì scorso l’ennesimo naufragio ha cagionato la vita a 45 migranti.  
 
Ma la politica italiana come reagisce sul tema immigrazione?  Il premier Matteo Renzi ha rilasciato un’intervista alla Faz in cui ha riferito: “Dobbiamo controllare meglio le frontiere dell'Ue. I profughi che vengono dai paesi in guerra vanno salvati, ma quelli che vengono da altri paesi devono essere mandati indietro”. Intanto il capo della Diplomazia Europea, Federica Mogherini, dice: “Vedo un rischio molto serio di implosione, anche se resto convinta che l'Europa abbia gli strumenti, la capacita' e la forza per gestire questi numeri” e aggiunge “e' un'illusione pensare di poter gestire le migrazioni con il reinserimento dei controlli alle frontiere: ci farebbero perdere una delle nostre piu' grandi conquiste, con costi economici e politici incalcolabili, e (il ripristino dei controlli) non aiuterebbe a controllare meglio il fenomeno. Se questa crisi diventa l'occasione per sviluppare strumenti europei che mancano, fra un anno potremmo avere un'Europa non in crisi e piu' integrata”
 
Ha avuto luogo la riunione dei commissari Ue che dopo una lunga discussione hanno approvato il rapporto sullo stato delle frontiere esterne elleniche e vengono evidenziate “serie carenze”. Ad annunciarlo è Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue. Questo rappresenta il primo dei quattro passaggi per l’attivazione dell’articolo 26 del codice Schengen . Ma cosa dice l’articolo 26?
 
“1. Fatti salvi gli obblighi derivanti dalla loro adesione alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati, quale emendata dal Protocollo di New York del 31 gennaio 1967, le Parti contraenti si impegnano ad introdurre nelle rispettive legislazioni nazionali le seguenti regole:

a) Se ad uno straniero viene rifiutato l'ingresso nel territorio di una Parte contraente, il vettore che lo ha condotto alla frontiera esterna per via aerea, marittima o terrestre è tenuto a prenderlo immediatamente a proprio carico. A richiesta delle autorità di sorveglianza della frontiera, egli deve ricondurre lo straniero nel paese terzo dal quale è stato trasportato, nel paese terzo che ha rilasciato il documento di viaggio in suo possesso durante il viaggio o in qualsiasi altro paese terzo in cui sia garantita la sua ammissione.

b) Il vettore è tenuto ad adottare ogni misura necessaria per accertarsi che lo straniero trasportato per via aerea o marittima sia in possesso dei documenti di viaggio richiesti per l'ingresso nei territori delle Parti contraenti.

2. Fatti salvi gli obblighi derivanti dalla loro adesione alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 relativa allo status dei rifugiati quale emendata dal Protocollo di New York del 31 gennaio 1967, e nel rispetto del proprio diritto costituzionale, le Parti contraenti si impegnano ad istituire sanzioni nei confronti dei vettori che trasportano per via aerea o marittima, da un paese terzo verso il loro territorio, stranieri che non sono in possesso dei documenti di viaggio richiesti.

3. Le disposizioni del paragrafo 1, lettera b) e del paragrafo 2 si applicano ai vettori di gruppi che effettuano collegamenti stradali internazionali con autopullmann, ad eccezione del traffico frontaliero.”
 
Il documento arriverà presto al Comitato di valutazione Schengen per l’approvazione definitiva. Se passati i tre mesi Atene non avesse apportato le correzioni richieste, la Commissione può richiedere l’attivazione dell’articolo 26.