LAZIO, PIANO RIFIUTI. IL TAR BOCCIA E SMENTISCE LA REGIONE. TUTTO DA RIFARE

La Regione ha sostenuto che il Piano redatto abbia portato alla riduzione della produzione dei rifiuti e al raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2012, il Tar, rispondendo alla Regione, ha invece sostenuto che "i dati ufficiali Ispra, risalenti al Rapporto Rifiuti del 2008 (indicati nel Piano), mostrano una tendenza diversa, denotando una produzione annua di rifiuti regionali in costante aumento".

 

Alberto De Marchis

Roma – Il Tar del Lazio boccia il Piano di gestione dei rifiuti del Lazio approvato nel suo testo definitivo nel gennaio 2012 dalla Giunta Polverini. Per i giudici, inoltre, la Regione Lazio ha violato le direttive comunitarie e il cosiddetto "principio di precauzione, che dovrebbe caratterizzare le scelte dell'amministrazione ove si presentino eventuali dubbi o perplessità in ordine alle decisioni da assumere nel caso concreto".

“Il piano rifiuti basato su discariche e inceneritori della Regione Lazio, dove si spacciava la tritovagliatura come trattamento ,è stato sonoramente bocciato oggi dal Tar del Lazio, con la sentenza n. 121/2013, grazie al ricorso presentato da Angelo Bonelli Consigliere regionale dei Verdi, da Vas e dal Forum Ambientalista. – afferma il Presidente dei Verdi del Lazio Nando Bonessio – Il piano era contrario alle direttive comunitarie in materia di discariche e rifiuti, tanto che la Commissione Europea lo aveva già bocciato con un parere motivato. Questa è la dimostrazione dell'approssimazione della Giunta Polverini in materia che ha tentato di fare il "gioco delle tre carte" sulla questione rifiuti”.

Esulta il presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, secondo cui così si ferma "il disegno politico di far diventare le province le pattumiere del Lazio. Il piano regionale dei rifiuti – sottolinea Cusani – è tutto da rifare". "Come correttamente affermato dalla Commissione Europea – si legge nella sentenza del Tar – per essere conforme alle direttive, il trattamento dei rifiuti destinati a discarica deve consistere in processi che, oltre a ridurne il volume o la natura pericolosa e a facilitarne il trasporto o recupero, abbiano l'effetto di evitare o ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente nonchè i rischi per la salute umana". I giudici si soffermati anche sul tema della 'transitorietà' del Piano, per il Tar "è chiaro che il concetto di 'transitorietà' non può essere dilatato fino al punto di consentire l'adozione e l'approvazione di un Piano quale quello  contestato".

La Regione ha sostenuto che il Piano redatto abbia portato alla riduzione della produzione dei rifiuti e al raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il 2012, il Tar, rispondendo alla Regione, ha invece sostenuto che "i dati ufficiali Ispra, risalenti al Rapporto Rifiuti del 2008 (indicati nel Piano), mostrano una tendenza diversa, denotando una produzione annua di rifiuti regionali in costante aumento".

In conclusione, la Regione Lazio "dovrà istruire adeguatamente il nuovo procedimento e motivare congruamente le proprie scelte, tenendo conto di tutti gli elementi di valutazione a disposizione e anche dei profili evidenziati dalla Provincia di Latina inerenti la delimitazione degli ambiti territoriali ottimali sul territorio regionale, l'esclusione di 5 Comuni dall'ATO Latina e l'inclusione degli stessi nell'ATO Frosinone".

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