Roma, sale la Febbre al teatro Olimpico: intervista a Giuseppe Verzicco

 

di Silvio Rossi

Quando, quarant’anni fa approdò al grande schermo, La Febbre del Sabato Sera fu un fenomeno mediatico e sociale. Nel nostro paese ci furono ragazzi che andarono a rivedersi il film più di dieci volte, un fenomeno mai più ripetuto, e difficilmente ripetibile anche perché oggi le modalità di fruizione sono cambiate, la colonna sonora conteneva alcuni brani che sono diventati classici della discomusic degli anni settanta.
Dal film interpretato da un giovane John Travolta è stato tratto un musical teatrale, prodotto dal Teatro Nuovo di Milano, che è attualmente in programmazione al Teatro Olimpico di Roma, fino a tutta la prossima settimana.
Dal film, lo spettacolo ha ereditato la forza travolgente dei balletti, la simpatia di alcune battute, la musica che oggi riesce ancora ad appassionare i giovani, mentre a chi ha i capelli grigi ha un potere evocativo non indifferente.
In un cast ben amalgamato, composto da una ensemble di notevole livello, spiccano il protagonista, realmente credibile come emulo di Travolta, e Giovanna D'Angi, nel ruolo di Candy, la disk jockey e cantante del locale Odissey 2001, con una voce che colpisce l’attenzione del pubblico
Al termine dell’esibizione, tutto il teatro, praticamente pieno nonostante la concomitanza con Sanremo, ha iniziato a ballare sul posto alle note dei Bee Gees.

Protagonista nel ruolo di Tony Manero è Giuseppe Verzicco, stella di un cast ben equilibrato, che abbiamo intervistato prima dello spettacolo.

Lei non era ancora nato quando è stato realizzato il film. Come si è immedesimato nella storia?

È vero, io allora non ero nato, per cui conosco la storia del film per quello che ho letto. Ho saputo che ci sono stati ragazzi che sono andati dieci o quindici volte a vederlo. Non ho vissuto questo, per cui posso solo immaginarlo. Quando ero ragazzo, un fenomeno simile è stato Titanic. Ecco, io ho cercato di immaginare ciò che è successo all’uscita della “Febbre” facendo un parallelo col Titanic. Certamente questo non è per forza la stessa cosa, ma può aiutare a comprenderlo.

Posso assicurarle che, nonostante il successo di Titanic, il fenomeno esploso con la Febbre è stato decisamente superiore. Vorrei invece chiederle, come ha trovato i ragazzi degli anni settanta narrati nella storia? Sono uguali o diversi dai ragazzi di oggi?

Non mi sembrano molto diversi, credo che abbiano molte cose in comune. In particolare, vedo che i ragazzi, sia ieri che oggi, in genere, hanno poca curiosità. Così come Tony Manero, che era chiuso nel suo ambiente, e ha iniziato a cercare di migliorare solo dopo aver conosciuto Stephanie, anche oggi spesso vedo giovani che hanno bisogno di una scossa per incuriosirsi, per cercare qualcosa di nuovo.

Parliamo di te ora. Prima della Febbre, hai interpretato Grease e West Side Story, ti sei specializzato nei musical americani, sei diventato uno dei più apprezzati interpreti del genere. Come stai vivendo questo momento?

Sono molto contento di come vanno le cose. Devo ringraziare molte persone che mi hanno aiutato, che hanno creduto in me. Da parte mia ho lavorato molto, spero di poter essere sempre all’altezza.

Quali sono i tuoi maestri? Chi è il personaggio a cui ti sei ispirato?

In Italia il più grande di tutti, se vogliamo sommare insieme recitazione, canto e ballo, è certamente Massimo Ranieri. Lui è conosciuto principalmente come cantante, ma è stato il primo che ha dimostrato di saper cantare, ballare e recitare, sempre al massimo livello. Devo dire che una volta, quando durante uno spettacolo hanno paragonato la mia voce alla sua, sono stato molto orgoglioso, a parte il fatto che credo abbiano esagerato, ma comunque, sentirsi paragonare ai propri idoli non ha prezzo.

Ora sei in tournee con questo spettacolo. Stai già programmando qualcosa per il futuro, o attualmente sei concentrato tutto sulla Febbre?

Sono completamente concentrato sullo spettacolo, e su altre attività più piccole, che non riguardano direttamente le esibizioni, ma un’attività didattica.




ROMA: IN SCENA "SOGNI E BISOGNI" DI VINCENZO SALEMME AL TEATRO OLIMPICO

Redazione

Roma – Feste piene di allegria con l’inimitabile Vincenzo Salemme, straordinario protagonista sul palco della commedia brillante Sogni e Bisogni – Incubi e Risvegli anche nei giorni di Natale.
La divertente storia di Rocco, sconsolato piccolo borghese, e del suo ribelle “Tronchetto della Felicità” accompagna il pubblico romano nel nuovo anno con repliche straordinarie nei giorni festivi. Sarà quindi un Natale all’insegna dell’acuto umorismo di Salemme, con lo spettacolo in scena il 25 dicembre alle 19:30 e il doppio appuntamento il 26 dicembre alle 17:00 e alle 21:00.

Serata speciale il 31 dicembre dalle 20:45 con il veglione a teatro per salutare l’arrivo del 2015 insieme a tutta la Compagnia di attori. L’appetito sarà stuzzicato dalle preparazioni gastronomiche a tema Capodanno contenute nei “Cofanetti della Felicità”, dinner box che gli spettatori potranno gustare prima dello spettacolo. Per chi preferisse un tavolo riservato con cena gourmet, sono disponibili posti esclusivi e limitati al Privé. Alle 22:00 in punto inizia Sogni e Bisogni – Incubi e Risvegli in atto unico per arrivare a ridosso della mezzanotte, pronti per il conto alla rovescia e il brindisi in sala con Salemme e tutto il cast.

La commedia, che ha debuttato il 16 dicembre, andrà in scena anche nei giorni speciali il 1 gennaio alle ore 19:30 e il 6 gennaio alle ore 18:00 e sarà in scena al Teatro Olimpico fino al 25 gennaio.




TEATRO OLIMPICO: MOMIX ALCHEMY

Redazione

Roma – A grande richiesta torna a Roma, per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico, Alchemy, l’ultima creatura di Moses Pendleton per la sua compagnia MOMIX.
Dal 18 al 30 novembre l’inesauribile magia della inimitabile compagnia americana di ballerini-illusionisti ripresenta – dopo il grande successo e una serie straordinaria di sold out della scorsa stagione – lo spettacolo che tratta dell’arte dell’alchimia e dell’alchimia dell’arte. Un lavoro pieno di fantasia, di ironia, di bellezza, di mistero, dedicato al mondo minerale sulla scorta dei maghi alchimisti e ispirato all'eterna ricerca dell'oro, segreto che vive nel profondo della nostra essenza, rivelato solo dagli uomini capaci di scrutare il mondo con occhi creativi.
Miscelando le sostanze base nei loro alambicchi e nelle loro fornaci, gli antichi alchimisti cercavano l’elisir di lunga vita o la formula dell’oro. E in Alchemy Pendleton svela i segreti dei quattro elementi primordiali – terra, aria, fuoco, acqua – per creare uno spettacolo che sprigiona arcane suggestioni e attira il pubblico in una dimensione surreale. Quadri dominati dal rosso, bianco, nero e oro, i colori alchemici chiave, forze primordiali e incanti misteriosi attirano lo spettatore in un vortice di suggestioni alla ricerca dell’armonia come essenza profonda della vita. È l’incantesimo MOMIX con Moses Pendleton «Mago dei Maghi». Gli alchimisti non lavoravano da soli, evocavano gli spiriti per essere aiutati nei loro riti segreti. Allo stesso modo si dispiega il processo creativo di Alchemy, con gli «apprendisti – stregoni» MOMIX ad assistere e supportare Pendleton nel percorso.
Per questa sua recente avventura, Pendleton – che nel 2012 l’Accademia Filarmonica Romana ha nominato suo Accademico (primo coreografo ad essere insignito di tale riconoscimento)- si è ispirato al racconto di W.B.Yeats “Rosa Alchemica” e, fedele allo spirito di innovazione che da sempre accompagna la sua celebre compagnia,  ha accostato la costante ricerca della danza a quella degli "…innumerevoli alchimisti divini, che lavorassero continuamente a trasformare il piombo in oro, la stanchezza in estasi, i corpi in anime, la tenebra in Dio; e di fronte alla loro opera perfetta avvertii il peso della mia condizione di mortale, e invocai a gran voce, come tanti altri sognatori e letterati di questa nostra età hanno invocato, la nascita di quella raffinata bellezza spirituale che sola potrebbe sollevare e rapire anime gravate di tanti sogni.
Uno spettacolo da vedere e rivedere, per non smettere mai di emozionarsi.




DARIO CASSINI È IL PROFESSOR RIMORCHIO AL TEATRO OLIMPICO

Redazione

Roma – Sempre più accanito e convincente, dal 14 ottobre arriva per la prima volta al Teatro Olimpico il ciclone Dario Cassini con le sue esilaranti tesi sul variegato mondo femminile.
Questa volta indosserà i panni del Professor Rimorchio, grande luminare dei sentimenti di coppia e vero guru del rapporto uomo-donna. Nel suo studio, infatti, sono passati tanti pazienti famosi: da Putin a Obama, da Mario Balotelli a George Clooney. Soprattutto il Professor Rimorchio ci rivelerà come sopravvivere a una donna e rimanerle accanto per tutta la vita senza farsene accorgere. Un vademecum, una sorta di decalogo per convivere con l’altra metà del cielo…dove di solito piove!
Dario Cassini metterà sotto la lente d’ingrandimento quattro fasi, secondo lui decisive, di ogni relazione: in macchina con lei, a fare shopping con lei, al ristorante con lei e sotto al portone per il primo bacio. Non mancherà naturalmente anche la sua classica analisi dell’attualità, che il pubblico del comico romano d’adozione ha imparato a conoscere bene. Pubblico che di solito si divide in due fazioni: le donne che dicono “Sì, sei simpatico, ma non rido neanche morta!” e gli uomini che pensano “Dai, Dario, diglielo tu, che io non glielo posso dire…”
Il duo ormai collaudato Dario Cassini – Marco Terenzi ha pensato a tutto: regia, testi e interpretazione! Non resta che dire: buon divertimento!




MASSIMO RANIERI AL TEATRO OLIMPICO

Redazione

Roma – Massimo Ranieri al Teatro Olimpico con "Viviani Varietà" dal 13 al 25 maggio 2014. 1929: Raffaele Viviani lascia Napoli per Buenos Aires in cerca di fortuna. La traversata è l´occasione per preparare uno spettacolo di Varietà alternando satira, malinconia e canzoni al ritmo scintillante della speranza; tra scugnizzi e sciantose Viviani pesca i suoi compagni nell´avventura e sotto i riflettori. A rappresentarli oggi è una straordinaria compagnia di interpreti che cantano rigorosamente senza microfono su musica dal vivo, diretti da Maurizio Scaparro. Solo il grande Ranieri poteva donare volto e voce al grande Viviani.

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