Avezzano, ancora una volta un mezzo Tekneko coinvolto in un grave incidente
“Apprendiamo con preoccupazione la notizia… dell’ennesimo sinistro stradale che ha visto coinvolto ancora una volta una mezzo da lavoro della società Tekneko”. È il triste inizio, ormai troppo frequente, di un comunicato del SindacatoCobas Igiene Ambientale che ci informa dell’ennesimo incidente occorso ad uno dei mezzi della società Tekneko, “società leader nel settore dell’igiene urbana”, come si legge nella loro pagina web. Al momento non si conoscono le condizioni cliniche del lavoratore coinvolto.
Una triste escalation di avvenimenti che questa settimana ha visto la società con sede ad Avezzano per ben due volte sulle pagine dei quotidiani locali: dapprima il clamoroso incendio che ha visto coinvolto, mercoledì scorso, un box della stessa ditta al bivio di Guidonia, e per la precisione in via Lago dei Tartari, e due giorni fa l’ennesimo incidente stradale proprio, come prosegue il comunicato dei Cobas, “ad Avezzano dove la società dell’imprenditore Di Carlo (titolare dell’azienda n.d.s.) è di casa”. Seguiamo ormai come testata da oltre due mesi le tante vicissitudini che vedono coinvolta la ditta Tekneko: dal malore di Marco, dipendente poi licenziato dall’azienda, all’ispezione dell’Ispettorato del Lavoro all’ex Centro Logistico di Via Fontana delle Cannetacce a Monte Compatri, al sit-in Cobas nello stesso comune, agli incidenti occorsi prima ad un mezzo in località Pantano di Monte Compatri e successivamente, penultimo in ordine temporale, a Celano, in provincia de L’ Aquila, dove per poco non si era sfiorata una vera e propria strage, senza dimenticare il ragazzo morto del cantiere Tekneko di Frascati.. Più di una volta abbiamo provato ad interpellare la ditta per conoscere le cause di questo aumento improvviso di incidenti ed in particolare per comprendere le ragioni che avevano poi portato alla critica situazione che si sta registrando nel cantiere di Monte Compatri. Ma, ad oggi, nessuna risposta da parte dell’azienda, con addirittura, come nell’audio allegato, ci si è sentiti rispondere “probabilmente non sono interessati a dichiarare nulla” alla nostra richiesta di informazioni.
Il sindacato Cobas, attento alle ragioni di tutti i lavoratori, e non solo a quelli iscritti, continua a chiedere all’azienda una maggiore attenzione alla gestione della sicurezza visto l’aumento davvero preoccupante di incidenti e di situazioni ad alto rischio all’interno dei cantieri Tekneko. “A questo punto però, termina il comunicato, dati i sempre più frequenti sinistri stradali che hanno visti negli ultimi mesi coinvolti i mezzi da lavoro della società marsicana, siamo sempre più preoccupati per la salute e la sicurezza di lavoratori e cittadini e auspichiamo che le Autorità Competenti facciano rapidamente chiarezza sulle dinamiche e sulle responsabilità di questa spirale d’infortuni”. Un auspicio nel quale confidiamo tutti visto e considerato che questi lavoratori prestano servizio in uno degli ambiti lavorativi più critici della società.
Proveremo, per l’ennesima volta, a chiedere all’azienda Tekneko, un incontro per comprendere le ragioni ed i motivi che stanno portando ad una escalation che inizia, sempre di più, a preoccupare tutti.
Celano, sfiorata la tragedia: ancora un incidente ai danni di un mezzo Tekneko
Anche stavolta un mezzo della azienda Tekneko subisce un grosso incidente che inizia a far dubitare più di qualcuno sugli standard di sicurezza dell’azienda stessa. La notizia, diffusa ieri mattina dal sindacato Cobas del Lavoro Privato, riguarda un sinistro occorso mercoledì ai danni di due operai della Tekneko a Celano in provincia de L’Aquila.
Un incidente che, come si può vedere dalle foto, avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi di quelle occorse ai due lavoratori (uno dei due operai non ha riportato ferite, l’altro, invece, in seguito ad una frattura dovrà essere operato). Nel comunicato diffuso dal sindacato Cobas si evidenzia la preoccupazione “per il ripetersi, negli ultimi mesi, di eventi infortunistici che si stanno verificando negli appalti della società Tekneko di Avezzano; solo lo scorso anno se ne è registrato uno mortale e uno gravissimo a Frascati in provincia di Roma, mentre a Monte Compatri, sempre in provincia di Roma, un operatore, per giunta poi licenziato, rischiò di morire per un servizio che non doveva svolgere “ Una situazione che rischia, ancora di più, di aumentare i malumori che iniziano a serpeggiare nei riguardi della gestione della sicurezza della Tekneko che, stante sempre alle dichiarazioni del sindacato Cobas, presenterebbe alcune criticità nella gestione.
“Il sindacato Cobas, conclude la nota, esprime la massima solidarietà ai due lavoratori di Celano e a loro augura una pronta guarigione auspicando nel frattempo che le condizioni di lavoro e sicurezza delle attività lavorative presso Tekneko migliorino affinché questa spirale di infortuni si fermi una volta per tutte”. Come nostra consuetudine, anche stavolta, invieremo una richiesta di ulteriori spiegazioni alla azienda Tekneko sperando, almeno stavolta, di ricevere una risposta.
Da parte nostra auguriamo ai due lavoratori una pronta e rapida guarigione.
Monte Compatri, è scontro a colpi di post tra il sindaco Francesco Ferri ed il consigliere Marco de Carolis
Lo scontro monticiano all’indomani del Consiglio Comunale di venerdì prosegue serrato sempre a colpi di post su Fb. Da una parte l’attuale sindaco, Francesco Ferri, dall’altra il consigliere Marco de Carolis, già sindaco di Monte Compatri. Stavolta la “tenzone” si sposta su l’ex Centro Logistico dei Rifiuti che, con ordinanza sindacale n. 14 del 21 maggio 2024 il sindaco di Monte Compatri sceglie quale sede del Centro Operativo Comunale – C.O.C. (ricordiamo che trattasi dello stesso centro che con nota prot. 133430 portava la Tekneko a richiedere una “delocalizzazione del Centro Logistico di via delle Cannetacce in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di Raccolta comunale sito in Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana” confermata con delibera di giunta n. 64 del 9 maggio 2024, ed oggetto, successivamente al malore di Marco, il dipendente Tekneko licenziato, di verifica da parte dell’Ispettorato del Lavoro che stante alle parole del rappresentante sindacale Cobas “non idoneo”).
Per primo, nelle prime ore del pomeriggio di domenica, il sindaco Francesco Ferri da “in pasto” alla rete la pec del consigliere de Carolis con un post titolato “Giù le mani dalla Protezione Civile”.
Nella pec, datata 16 luglio 2024, il consigliere de Carolis chiede alla Polizia Locale ed ai Carabinieri di Monte Compatri di “accertare” che i lavori compiuti dentro tale struttura, tenuta in consegna da Tekneko, come indicato dalla PEC, fino al 27 giugno 2024 con la restituzione delle chiavi, fossero stati eseguiti “nel rispetto della normativa vigente urbanistica (ovvero fossero stati autorizzati dall’Ente preposto)”. Il sindaco parla di “… lavori di “edilizia libera” indispensabili se si voleva fronteggiare con determinazione e immediatezza ogni possibile criticità. Vedi l’emergenza incendi che in queste ore sta affliggendo drammaticamente il nostro territorio …”, e prosegue indicando che “… lo stabile in prossimità del centro urbano, oltre ad essere strategico per la tempestività con cui si possono garantire i singoli interventi, riesce ad ospitare la vasca di oltre 20.000 litri a servizio degli elicotteri di Protezione Civile Regionale, non ultimo tutte quelle infrastrutture tecnologiche in grado di assolvere ad ogni risposta e comunicazione con la Sala Operatoria …”. Nel concludere definisce la pec inviata dall’ex sindaco de Carolis “il tentativo di fuggire con un certo imbarazzo a quanto richiesto a Carabinieri e Polizia Locale” e la stessa ricalchi “… l’inadeguatezza di certi Consiglieri Comunali che preferiscono la guerriglia politica, anziché stringersi al prezioso lavoro dei Volontari …”.
Per tutta risposta, poche ore dopo, il consigliere de Carolis, con la sua “ironia proverbiale” risponde che “… sia nella mozione che nella PEC, non si menziona mai l’Associazione Beta 91 né la Protezione Civile. E non si menziona semplicemente perché la Protezione Civile non c’entra nulla …” e rincarando la dose aggiunge “… nell’intervallo temporale suddetto (dall’ordinanza sindacale del 12 maggio alla restituzione delle chiavi all’amministrazione comunale il 27 giugno nds), non c’è neanche l’ombra della Protezione Civile, nulla di nulla. Tirare in ballo il nostro Corpo di Volontari per farsene scudo a fronte di una condotta politico-amministrativa che andrebbe invece spiegata ai cittadini alimenta i dubbi, anziché fare luce su una vicenda a dir poco opaca. Visto il precedente, con il malore di un dipendente completamente ignorato da sindaco e assessori, come consigliere di opposizione mi sembra il minimo assicurarmi della correttezza formale e sostanziale di interventi che possono incidere sulla sicurezza dei luoghi di lavoro …”. Quello che appare da un confronto dei due post è semplice: Tekneko con nota 3385/24 del 12 maggio 2024 comunicava al Comune, stante la pec inviata dal consigliere de Carolis, che il Centro Logistico sarebbe rientrato nelle disponibilità del Comune ma, prosegue la PEC, “senza tuttavia procedere alla restituzione delle chiavi”; il sindaco con ordinanza sindacale del 12 maggio destina i locali a Centro Operativo Comunale; il 27 giugno la Tekneko restituisce le chiavi al comune e, all’ingresso nella struttura con sopralluogo da parte del Responsabile Ufficio Ambiente, Michela del Frate, l’amministrazione comunale sembrerebbe trovarsi di fronte a locali “oggetti di manutenzione straordinaria”, come indicato dalla pec a firma del consigliere de Carolis.. Una “battaglia di post” che sta portando diverse fazioni sulle opposte barricate dimenticando la necessità da parte dell’intera classe politica monticiana di dare risposte a quesiti posti e manifestati. Quello che non è abbastanza chiaro dalle dinamiche e dalle risposte dei due post è chi sia l’autore di detti lavori e chi ne sia, chiaramente, il committente visto che il Comune rientra in possesso di detti locali solo alla data del 27 giugno 2024.
Anche stavolta proveremo a chiedere anche noi all’amministrazione di Monte Compatri chi sia stato effettivamente il committente di detti lavori e quale sia stato il motivo della lunga attesa per la restituzione delle chiavi da parte di Tekneko.
nella foto di copertina dell’articolo l’ex Centro Logistico dei Rifiuti del Comune di Monte Compatri in via Fontana delle Cannetacce, oggi sede del Centro Operativo Comunale – C.O.C.
Monte Compatri: non si placano le polemiche post Consiglio Comunale
Stavolta interviene sui social anche il presidente delle Protezione Civile Beta’91 – Monte Compatri, Andrea Sciacqua, responsabile del cantiere Tekneko sempre nello stesso comune, che, dopo un post in cui si rivolgeva in modo “ironico” ad un consigliere comunale non meglio identificato “e anche oggi siamo andati al mare consigliere …”, oggi pomeriggio, in un lunghissimo post di sfogo attacca alcuni consiglieri di minoranza del Comune di Monte Compatri, che, stante le sue parole, “agiscono di sponda servendosi di seconde o terze persone per colpirti nel tentativo subdolo di estrometterti da ogni ruolo o ambito.”.
Un’accusa forte all’indirizzo di alcuni consiglieri comunali di minoranza corredata da alcune fotografie che lo mostrerebbero lo stesso Sciacqua coinvolto in una ipotesi di reato ex art. 595, comma 3, e 612 c.p. (diffamazione a mezzo stampa e minaccia n.d.s.) ed una citazione per i fatti inerenti alla rimozione, il giorno 11 marzo 2024, del lucchetto del Centro Sportivo di Monte Compatri.
Lo stesso Andrea Sciacqua risulterebbe essere, poi, lo stesso responsabile del cantiere Tekneko che consegnò l’ordine di servizio a Marco, il lavoratore poi licenziato, che la mattina del 24 aprile rischiò di morire (leggi intervista completa al link www.osservatoreitalia.eu/monte-compatri-caso-tekneko-intervista-a-domenico-teramo-responsabile-cobas/). Una situazione preoccupante perché mostra l’acuirsi di un confronto politico ben oltre le sale di Tinello Borghese ed evidenzia, con veemenza, come la situazione locale stia scemando in un confronto più personale che sui contenuti aggravato da risvolti giuridici che corrono il rischio di poter estromettere “sulla carta”, alcune figure coinvolte, da quel ruolo di “terzietà istituzionale” che dovrebbe appartenergli.
Monte Compatri, divampano le polemiche dopo il Consiglio Comunale del 26 luglio
Il giorno dopo il Consiglio Comunale di Monte Compatri del 26 luglio dove si è, tra i punti all’ordine del giorno, discussa la mozione a firma del consigliere comunale, avvocato Marco de Carolis, già sindaco del paese, si è acceso, sui social, un forte “botta e risposta” tra i protagonisti dell’assise monticiana.
Nell’aula consigliare di Tinello Borghese pochi cittadini hanno assistito all’ultimo Consiglio comunale prima della pausa estiva.
Il culmine della mattinata si è avuto quando l’ultimo punto all’ordine del giorno, la mozione “Criticità rifiuti – spostamento Centro Logistico Via Fontana delle Cannettacce” ha innescato un forte dibattito dialettico tra la maggioranza e le opposizioni. Il tutto nasce dopo l’incidente che vide coinvolto il 24 aprile scorso Marco, uno dei dipendenti della Tekneko società assegnataria del bando dello smaltimento rifiuti della cittadina castellana.
Dopo questo incidente una visita dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Roma nel Centro Logistico dei Rifiuti situato in via Fontana delle Cannetacce, affianco al Campo Sportivo Comunaledi Monte Compatri, portò l’azienda stessa a richiedere con nota prot. 13340, la “delocalizzazione del Centro Logistico di via delle Cannetacce in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di Raccolta comunale sito in Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana”.
Tale richiesta ottenne, con delibera di giunta comunale n. 64 del 9 maggio 2024, l’ok da parte dell’amministrazione del Comune di Monte Compatri.
In seguito a tali fatti il 30 maggio 2024 i Cobas, sindacato di appartenenza di Marco, tennero, con alcuni lavoratori, un sit-in in piazza Marco Mastrofini ma senza ricevere risposta alcuna né dalla amministrazione a guida Francesco Ferri né dalla società Tekneko tranne un tentativo riportato, a poche ore dall’inizio della manifestazione, in una nota della società Tekneko di un incontro a “a condizione che … avvenga non in pubblica piazza” aggiungendo che “nella prospettiva di discutere con maggiore serenità … la nostra disponibilità è condizionata, ovviamente, alla sospensione di qualsiasi forma di protesta avviata e della manifestazione che avete programmato per il 30.05.2024” al quale il Comune stesso ero pronto a partecipare. Va ricordato che poi, il giorno 10 giugno 2024 Marco veniva licenziato dalla società Tekneko. (leggi Monte Compatri: caso Tekneko, licenziato il ragazzo che aveva rischiato di perdere la vita (osservatoreitalia.eu)) Quello che emerge oggi dai commenti è di sicuro un affare estremamente complesso.
Le minoranze, i consiglieri Marco de Carolis ed Agnese Mastrofrancesco continuano a richiedere alla amministrazione comunale le motivazioni che hanno portato nei giorni successivi a tali fatti ad un silenzio assordante dell’amministrazione Monticiana colpevole, scrive il consigliere comunale e già sindaco di Monte Compatri “di girarsi dall’altra parte, ignorando quali fossero le condizioni di salute del predetto dipendente (durante tutta la malattia e successivamente)”.
La consigliere comunale, Agnese Mastrofrancesco, ricara la dose contestando le affermazioni del post a firma del sindaco, Francesco Ferri che accusa un “tentativo di strumentalizzazione politica della nostra Protezione Civile di cui si sarebbe potuto francamente fare a meno.” dopo che lo stesso ha firmato un’ordinanza sindacale scegliendo l’ex Centro Logistico dei Rifiuti in via Fontana delle Cannetacce, luogo dell’Ispezione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, come nuova sede del COC (Centro Operativo Comunale).
La Mastrofrancesco, con la schiettezza che la caratterizza da sempre, rammenta che “… oggi in Consiglio Comunale, il tema discusso era ben altro. Si parlava di sicurezza sul lavoro, sulle cause dell’ infortunio dell’ operatore tekneko avvenuto in data 24/04/2024 e sulla mancanza di INFORMAZIONE che questa amministrazione, ormai da quasi 3 anni a questa parte, esercita costantemente a discapito della cittadinanza …” e concludeva invitando e “sfidando” chiunque “a trovare traccia sulla mala gestione o infamia alla Protezione Civile ed i suoi volontari, che svolgono un ruolo importantissimo per il nostro territorio, per la nostra sicurezza e di certo non hanno NIENTE a che fare con le problematiche POLITICHE”.
Aggiungiamo, poi che lo stesso consigliere De Carolis precisa, sempre sul suo post su Fb “ci troviamo a leggere sui social un post del “dott.” Ferri che si autoproclama difensore di un’imprecisata, quanto immaginaria, aggressione alla Protezione Civile ad opera di un fantomatico nemico. Immaginaria perché non è dato sapere come sia avvenuta questa aggressione, né tanto meno chi avrebbe aggredito la Protezione Civile. In realtà ci troviamo davanti all’ennesimo infantile tentativo del “dott” Ferri di tentare di distogliere l’attenzione della comunità (da quello che possiamo indiscutibilmente definire come la polveriera della questione rifiuti) mettendosi a dare la caccia ai suoi fantasmi interiori, nel vano tentativo di cercare alibi ad una incompetenza inadempiente ed esecrabile”.
Una querelle che fa riflettere su due punti; il primo è la situazione in cui, oggi, purtroppo, Marco si trova, senza lavoro e di certo “sommerso” da una situazione in cui è divenuto da vittima involontaria ad essere estromesso da un lavoro che, come affermato nel suo intervento durante il sit-in, è “… mia passione per il lavoro … più forte delle vicissitudini …”. La seconda è l’apparente e “stridente” silenzio dell’amministrazione comunale sulla vicenda che può essere racchiusa nelle parole del consigliere di maggioranza (vedi link streaming consiglio comunale di Monte Compatri intervento del consigliere Luigi Nardella https://www.digital4democracy.com/seduteonline/montecompatri/play.php?flv=MNTCP_110333_130674_001_20240726&time=7491&time=7491), Luigi Nardella, che afferma che la questione del licenziamento di Marco rientra soltanto “nelle dinamiche fra il datore di lavoro e il lavoratore” e quindi “non entriamo nel merito di queste” in quanto “nessuno ha detto le motivazioni del licenziamento del lavoratore”. “Certo, aggiunge Nardella, la comprensione c’è tutta essendo un fatto traumatico per cui va benissimo che ci sia solidarietà ma bisognerebbe capire il perché sia stato licenziato”. Nei prossimi giorni proveremo a contattare sia Marco che il sindacato Cobas per comprendere le motivazioni che hanno portato a tale licenziamento in quanto resta nostro dovere cercare di comprendere e far comprendere in pieno le ragioni di questa questione.
Monte Compatri: incidente ad un mezzo di lavoro della società Tekneko, coinvolto un lavoratore
Per l’ennesima volta la società Tekneko finisce agli onori della cronaca locale. Dopo il licenziamento dell’operaio del cantiere di Monte Compatri che alla fine di aprile aveva rischiato di morire; dopo il sequestro del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce da parte dell’Ispettorato del Lavoro; dopo la morte di un operaio del cantiere di Frascati la serie di situazioni negative all’ordine dell’azienda abruzzese si allunga ancora. Stavolta, stante la nota diffusa dal sindacato Cobas del Lavoro Privato, si apprende la notizia che ieri, in via Acqua Felice, sempre a Monte Compatri, un mezzo da lavoro della società Tekneko con un operatore alla guida, per cause ancora da accertare, è finito fuori strada. Durissima la nota del sindacato che si appresta a conoscere con migliore dovizia di particolari le cause che hanno portato all’incidente ma con la ferma convinzione, come dichiarato nella nota stessa, di essere “… estremamente convinti che questi siano gli effetti collaterali della “insicurezza” che, ormai, da troppo tempo, si vive nei cantieri Tekneko di Monte Compatri e che da alcuni mesi come Organizzazione Sindacale denunciamo …”. Una situazione che preoccupa estremamente il sindacato che, nel proseguo della nota, auspica che “… il nostro collega di Monte Compatri non abbia riportato serie conseguenze in questo sinistro …” augurandogli “… una pronta guarigione …”. E l’attacco prosegue all’indirizzo dell’amministrazione comunale monticiana guidata da Francesco Ferri con l’ennesimo invito, dapprima, a “vigilare sul rispetto delle norme su salute e sicurezza del lavoro nei servizi oggetto d’appalto” e successivamente ricordandogli di “non può permettersi di rimanere indifferente o, peggio ancora, solidarizzare con l’azienda come ha fatto successivamente all’infortunio dell’operatore ecologico colto da malore in servizio il 24 aprile e poi licenziato il 10 giugno scorso”. Una battaglia a colpi di comunicati alla quale risponde, ormai da troppo tempo, il silenzio sia dell’azienda Tekneko che dell’amministrazione monticiana.
Monte Compatri: caso Tekneko, licenziato il ragazzo che aveva rischiato di perdere la vita
Ci sono sviluppi assai gravi sulla questione Tekneko a Monte Compatri. Marco, il ragazzo che aveva rischiato di perdere la vita il 24 aprile scorso, è stato, poche ore fa, licenziato dall’azienda sulla base, a suo dire, di “dichiarazioni apparentemente mendaci” da parte di un collega di lavoro. Al telefono abbiamo sentito Marco che si dice completamente frastornato da questa notizia. Successivamente abbiamo contattato Domenico Teramo, sindacalista dei Cobas che segue la vicenda che ha dichiarato: “come sindacato riteniamo tale azione di Tekneko ritorsiva nei confronti e nei riguardi di Marco. Ci preme comunicare che adiremo ogni organo di giustizia al fine di tutelarlo in ogni ambito ed in ogni sede”. Ed in ultimo abbiamo inviato a Tekneko ed al Comune di Monte Compatri una email per conoscere le loro posizioni.
Monte Compatri, caso Tekneko: il sit-in dei Cobas in piazza Marco Mastrofini
Marco, il lavoratore che ha rischiato di morire, visibilmente commosso durante la manifestazione
Stamattina piazza Marco Mastrofini era uno sventolare di bandiere dei Cobas. La manifestazione organizzata dal Sindacato tesa a far valere i diritti dei lavoratori della Tekneko si è svolta un clima estremamente pacifico alla presenza di decine di persone accorse sulla piazza. Presenti, ovviamente, Domenico Teramo, responsabile Cobas Igiene Ambientale, Marco, il lavoratore che il 24 aprile ha rischiato di morire, Claudio Betti, consigliere nazionale e presidente dell’ANMIL, l’associazione nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi, di Roma. A loro abbiamo rivolte le nostre domande Presidente la sua presenza è estremamente importante in questa manifestazione. Lei rappresenta tutte le vittime dei Lavoratori Mutilati ed Invalidi. Si parla molto, oggi di sicurezza sul lavoro. Di incidenti ne vediamo, purtroppo, molti; assistiamo, me lo consenta, troppe volte, alla “conta dei morti”.
Lo scorso anno sono morte 1041 persone sul lavoro. Ma questo numero corrisponde solo ai morti sul lavoro ed in itinere. Ci dimentichiamo troppe volte delle malattie professionali che sono, in maniera, esponenziale in aumento. Si muore maggiormente in conseguenza ad una malattia professionale in un anno che sui cantieri, nelle fabbriche, negli uffici. Quindi Lei dice che è questa il fatto che viene maggiormente sottovalutato? Vero! Oltre la sicurezza, manca la salute nei luoghi di lavoro. Le faccio un esempio: noi abbiamo il 10-15% di scuole dove troviamo amianto. Cosa si può fare? Noi andiamo avanti per la nostra strada. Il nostro obiettivo è la tutela di chi ha subito infortuni o malattie professionali. Andiamo nei cosiddetti “palazzi del potere” a dire ciò: mettere in sicurezza ed in salute tutti i luoghi di lavoro. Il nostro lavoro è “disseminare” la cultura della sicurezza raccontando le storie del nostro vissuto. Domenico Teramo, lunedì ci siamo incontrati sempre qui a Monte Compatri: sembra che qualcosa si muova visti gli ultimi due comunicati di Tekneko e del Comune. C’è uno spiraglio nella possibilità di un colloquio?
Ma in realtà, come facciamo sempre, in occasione di iniziative come queste, una richiesta d’incontro al Sindaco, perché pensiamo che lui debba dedicare il suo tempo a queste cose che riguardano i cittadini di Monte Compatri però per risposta, ovviamente, abbiamo messo per conoscenza la società Tekneko, e abbiamo ricevuto una comunicazione di disponibilità all’incontro per il 6 di giugno (da parte di Tekneko nds) però subordinata alla non presenza in piazza. Mi spieghi cosa significa? Un tentativo di dire “parliamo con Voi solo se non rendete pubblico quello che sta succedendo”. Ma è già pubblico dopo la nostra intervista? Certo che è pubblica. Ma un conto una manifestazione di piazza che rende plateale di fronte alla cittadinanza tale situazione specie per una cittadina come Monte Compatri dove basta una piccola iniziativa per far diventare importante il caso. Monte Compatri ha “raramente” ospitato situazioni come questa. Te lo ripeto come ci siamo detti la volta scorsa: si sta scoperchiando un vaso di Pandora? Certo e non si vuole scoprirlo o perlomeno si sta provando a richiuderlo però in modo maldestro perché non è nostro uso revocare il giorno prima un’iniziativa, tra l’altro a scatola chiusa. Che questa iniziativa si svolgesse è notorio da tempo, se l’azienda voleva ci convocava prima dell’incontro e li si sanano le divergenze e le criticità: non abbiamo nessun interesse a fare “casino” per il gusto di farlo. Dal famoso vaso di Pandora uscì per ultima la speranza. Oggi qual’è la speranza per questa vertenza? La nostra speranza e che si inizino ad utilizzare i ragionamenti congrui specie quando si amministra una città come Monte Compatri perché obbligo per il primo cittadino occuparsi di queste problematiche. Quindi non avremmo neanche dovuto neanche chiedere la convocazione. Ci doveva essere, da parte del sindaco, almeno una convocazione dei lavoratori, qualora non si volesse parlare con l’organizzazione sindacale . Dire invece che oggi si è occupati per altri impegni quando si sa che c’era questa iniziativa è una scelta di non essere presenti. Noi saremo qui fintanto la situazione non si risolva. E con molta emozione incontriamo Marco, il protagonista involontario di questa brutta storia. Da parte nostra c’è emozione nel guardare questo ragazzo che pochi giorni fa ha rischiato di morire. Marco, la nostra prima domanda, te la sei vista brutta?
Si, e non capisco per quale motivo . Io non so mai tirarmi dietro perché ho una famiglia da portare avanti, una figlia, con dei problemi importanti, da crescere. Non mi posso permettere di buttarmi fuori dal lavoro perché per me è tutto. Sono innamorato del mio lavoro. Per me ogni giorno è come una finale quando inizio a lavorare. Per me è passione e non capisco e non accetto questo accanimento nei miei confronti e spero che venga fuori la verità. Traspare emozione dalle tue parole, caro Marco, l’emozione di un papà. Hai rischiato di divenire, dicevo prima al presidente Betti un loro associato? Io lo sono già. Una manovra sbagliata nel posto di lavoro nel giro di raccolta ho avuto un incidente importante per il quale sono stato operato ad una gamba ma sono sempre rientrato senza farne un problema con la società perché la mia passione per il lavoro è più forte delle vicissitudini. Adesso, però, siamo arrivati al limite massimo ed ho dovuto per forza scendere in piazza perché non accetto più tutto questo. Stai chiedendo i tuoi diritti, o sbaglio? Non posso pensare che non ci sia più tutela per un ragazzo che purtroppo è invalido permanente, è una categoria protetta sul posto di lavoro e non posso pensare che un ordine di servizio piova dal cielo così senza una valida motivazione ed io venga messo a rischio vita da parte della società e da parte del capocantiere che ha addirittura firmato questo ordine di servizio. Ho provato a chiedere il perché non ho mai ricevuto risposta e mi piange il cuore … L’intervista si interrompe perché l’emozione di Marco traspare sempre di più.
Sul palco improvvisato si alternano gli interventi di Domenico Teramo, del presidente Claudio Betti e di Marco stesso tra gli applausi dei presenti. Le richieste restano le stesse dell’intervista che il responsabile Cobas ci aveva comunicato: un incontro tra le parti e quella censura all’atteggiamento del sindaco, ripetendo le parole di Domenico Teramo durante l’intervista “per le mancate risposte sia perché, incomprensibilmente, si è schierato da una parte, quella della società, e in questo abuso dei social su un commento del capo cantiere, evidentemente indirizzato e critico al lavoratore che si era sentito male”.
Ed alla fine abbiamo rivolte un paio di domande all’ex sindaco di Monte Compatri, attuale consigliere, l’avvocato Marco de Carolis. Consigliere de Carolis, a suo avviso, cosa sta mancando in questa situazione? Una posizione dell’amministrazione comunale, la quale non ha detto nulla seppure investita del compito di vigilare su quello che sta accadendo ed intervenire, laddove possibile, compatibilmente verificare il rispetto del contratto di appalto, verificare che tutto avvenga a norma. Tutto ciò non è accaduto. Lei è stato per un decennio sindaco di Monte Compatri. Si è trovato mai in situazioni analoghe e se si come ne è uscito fuori, Ricordiamoci che fu accusato molte volte di essere “un uomo solo al comando” (il consigliere de Carolis sorride alla nostra affermazione) consigliere meglio sorridere in queste occasioni concorda? Sembra che i risultati mi abbiano dato ragione. In una circostanza analoga a questa mi chiesero un appuntamento, li ho ricevuti, abbiamo parlato e abbiamo chiarito. Mi permetta la battuta “non l’hanno mangiata”? No, no! Non mi hanno mangiato Mi scusi l’ironia ma credo sia meglio prenderla a sorridere perché la questione è assai grave. (sospira) Questo continuo nascondere la testa sotto la sabbia è sinonimo di paura, di mancanza di vicinanza ai problemi del territorio, perché questo è un fenomeno che coinvolge il territorio e quindi il sindaco avrebbe dovuto intervenire e verificare quello che stesse accadendo, trovando soluzioni compatibilmente alla possibilità di trovarle. Le faccio una domanda: oggi noi potevano essere qui a piangere la morte di Marco; secondo Lei ci si è resi davvero conto della gravità della situazione? Il problema è che l’amministrazione comunale questa cosa non la sa e non l’ha voluta sapere. Perché quando Marco è stato ricoverato avrebbero dovuto verificare le condizioni di salute, soprattutto sotto il profilo umano … un minimo di sensibilità umana oltre che istituzionale avrebbe dovuto suggerire all’amministrazione di prendere contatti e quali fossero le condizioni, E poi verificare in quel frangente se era stato rispettato il contratto o se c’erano delle anomalie. Verificare la possibilità di trovare una sintesi. Invece ci si è chiusi nelle stanze, barricati, paura del confronto ed è questa la situazione drammatica. Presente alla manifestazione anche la consigliere Agnese Mastrofrancesco che dal palco dice di essere qui a titolo personale e nel suo ruolo di consigliere comunale. Consigliere Mastrofrancesco, Lei è sempre molto attiva sui social ma Lei per rispetto ha evitato di innescare una discussione politica per rispetto ai fatti accaduti a Marco. Sul palco ha parlato della grande importanza di questi lavoratori. Ci dica un suo pensiero Ho parlato da persona che mette al centro la dignità dell’essere umano. Perché al di là dei colori politici, dei colori delle bandiere che oggi sono qui, quello che va rispettato è l’essere umano ed in questa circostanza sia emerso tutt’altro piuttosto che il rispetto della persona stessa. Lei è sempre molto attenta al rispetto delle persone e questa amministrazione, a parole ha sempre predicato il rispetto. A suo avviso cosa sta succedendo? Non ha mai predicato a parole questo rispetto. Forse lo faceva prima l’ex consigliere Francesco Ferri quando strillava dai banchi della minoranza per avere, diciamo, più popolarità. Perché da quando siede, da primo cittadino, a Palazzo Borghese tutta questa umanità verso i suoi lavoratori non è apparsa mai non l’abbiamo mai riscontrata. E la cosa mi dispiace, ci dispiace molto perché è il solito “predicare bene e razzolare male”. In questa circostanza il proverbio calza a pennello. Ripeto, ce ne dispiaciamo perché fare propaganda politica indossando i guanti per pulire il muro per far vedere che c’erano dei rifiuti e tacere, invece, ignorare e omettere nel comunicare quello che è successo, lo trovo alquanto grave sia come amministratore sia come cittadino. Un’ultima domanda, la stessa che ho fatto al consigliere De Carolis: Marco poteva morire, ci si è resi conto di tutto ciò? Io si! Solo un folle non lo capirebbe. Quello che mi dispiace è che nessuno abbia alzato il telefono o abbia preso la macchina per andare a trovare questo ragazzo. Di dodici persone (i componenti di magggioranza in Consiglio Comunale a Monte Compatri nds) nemmeno una. È questa la cosa più grave e non va assolutamente sottovalutata.
Ricordiamo che la nostra testata ha ripetutamente chiesto e all’amministrazione comunale ed alla società Tekneko un incontro per comprende le ragioni di questi fatti. Restiamo a completa disposizione in quanto il ruolo che l’informazione riveste, da sempre, è quello di consentire a tutti di poter esporre le proprie ragioni ed i propri pensieri nella speranza che su questi fatti si faccia presto chiarezza.
Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (2 parte)
Oggi pubblichiamo la seconda parte dell’intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas, sui fatti occorsi il 24 aprile 2024 ove un lavoratore in forza alla Tekneko, società appaltatrice del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del Comune di Monte Compatri, ha rischiato di morire.
Domenico Teramo dopo i fatti, come sindacato Cobas come vi siete mossi? Abbiamo inviato una diffida all’azienda. In tutta risposta Marco è stato oggetto di una sanzione disciplinare facendo riferimento a cose non vere perché uno dei problemi principali che ci sono in questo cantiere è la tutela dei cittadini perché abbiamo segnalato al Sindaco oltre che all’azienda situazioni non chiare. Abbiamo chiesto un incontro in quanto sembrerebbe che l’attività non si svolga in modo corretto, ad esempio gli spogliatoi non a norma.
Per caso sono quelle due PEC del 28 marzo 2024 e del 15 aprile 2024 di cui fai menzione in un comunicato? Si si, e nel contempo vi è stata una ispezione da parte dell’Ufficio del Lavoro e quel cantiere non è più agibile a riprova che non lamentavamo cose non vere.
Guarda ho proprio qui con me la delibera n. 64 del 9 maggio 2024 dove l’amministrazione di Monte Compatri, in seguito alla richiesta, leggo testualmente dalla delibera “con nota prot. 13340 del 07.05.2024, l’Appaltatore ha avanzato richiesta di delocalizzazione del Centro logistico di cui sopra in altra area, possibilmente nei pressi del Centro di raccolta comunale sito in Località Pantano Borghese, in relazione all’esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di igiene urbana; … l’Appaltatore ha altresì comunicato la disponibilità a fornire moduli prefabbricati ad uso servizi igienici, spogliatoi e ufficio, previa messa a disposizione da parte del Comune di un sito idoneo” ed il Comune con tale delibera accetta.
Si tratta di questo?
Si, ma questo avviene solo a valle dopo che l’Ispettorato del Lavoro ha fatto chiudere i servizi igienici.
E quindi scusa se ti interrompo ancora: il cantiere non può più sussistere? Esatto! Hanno messo per un giorno un bagno chimico esterno ma questo genere di attività prevede che i lavoratori si possano fare una doccia.
Voi avete una copia della verifica compiuta dall’Ispettorato del Lavoro? L’abbiamo richiesta e siamo in attesa di riceverne copia.
Ricapitoliamo in modo da evidenziare bene il fatto: tu mi dici che il cantiere di Via Fontana delle Cannetacce è chiuso in quanto i servizi igienici e la doccia non sono a regola ed il Comune, invece, accetta una richiesta dell’appaltante, Tekneko, che invece dichiara, testuali parole, “esigenza di ottimizzare ed efficientare la gestione del Servizio di Igiene Urbana”. Ho capito bene? Si, i bagni non sono a norma, non sono idonei.
Quindi ribadiamo la NON IDONEITÀ dei bagni del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce? Certo, ma ti aggiungo che c’erano altre irregolarità
Il fatto che parrebbe anomalo è dato dal fatto che l’appaltatore, Tekneko, dice invece altro: io chiudo là perché voglio ottimizzare.
Ma scusami l’amministrazione in questa situazione cosa dice, come si sta muovendo? A Voi Cobas ha dato qualche risposta? L’amministrazione non ha mai interloquito né con il lavoratore né con noi. È grave il silenzio. Ci avesse chiamato e detto qualcosa del tipo “è tutto falso” ne avremmo preso atto.
Lo avrai capito sono molto preciso su questo fatto: ufficialmente tu Domenico Teramo responsabile COBAS ha chiesto ufficialmente un incontro con l’amministrazione e non vi è stata nessuna risposta? Ho capito bene? Risposta zero. La cosa che ci preoccupa è che questa attività deve essere svolta nei modi corretti perché si rischia di fare dei danni alla cittadinanza. Non è solo la questione del bagno; si lavavano i cassoni dei camion con l’acqua che andava nel terreno piuttosto che nelle fogne normali quindi senza nessun tipo di cautela.
Te lo ripeto: il mio compito è quello di capire e far capire ai cittadini di Monte Compatri quello che sta succedendo e, soprattutto, non è il momento di nascondersi dietro un dito anche perché i cittadini per questo servizio che Tekneko mette in essere pagano una TARI e quindi credo sia doveroso avere risposte e spiegazioni per un servizio che deve essere compiuto a “regola d’arte”. Quindi tu mi stai dicendo che esistono situazione che rasentano il “non regola d’arte”? Si! Abbiamo segnalato più volte che la situazione di quel cantiere non è a norma. Non solo i servizi igienici.
Ribadisco: quindi parliamo del cantiere di Via Fontana delle Cannetacce. E quello invece di Via Santa Maria Le Quinte in località Pantano? Al momento non vi è nessuna segnalazione. Non ne siamo a conoscenza.
Ma il contratto di appalto è datato novembre 2020. Sono passati tre anni e mezzo. È possibile che fino ad oggi nessuno se ne sia accorto di queste, chiamiamole, carenze? Io davvero in questa situazione non posso darti nessuna risposta. Ti posso solo dire che all’interno delle amministrazioni esistono due figure il RUP, Responsabile Unico del Procedimento, per l’appalto, ed il DEC, Dirigente Esecutivo del Contratto che avrebbero, anzi hanno il compito di verificare se tutto ciò che è previsto dall’appalto sia fatto a norma dall’azienda, i lavoratori che debbono essere adibiti. Il primo controllo che va fatto è che i cantieri siano a norma. Scusami la metafora ma in seguito al tragico evento del 24 aprile quello che si sta aprendo sembrerebbe un vaso di Pandora. Stanno uscendo, a quanto tu dici, tutta una serie di situazioni.
30 maggio 2024 ore 11,00 ci sarà il vostro Sit-In. Che cosa chiedete a Tekneko e, soprattutto, all’amministrazione? Il sit-in ha due compiti, due obiettivi: uno quello di, tra virgolette, “censurare” il sindaco in questo caso sia per le mancate risposte sia perché, incomprensibilmente, si è schierato da una parte, quella della società, e in questo abuso dei social su un commento del capo cantiere, evidentemente indirizzato e critico al lavoratore che si era sentito male, il sindaco ha messo un “mi piace non è comprensibile anche perché non vedo il perché ci si debba schierare in quel modo cosi “infantile; io personalmente evito di mettere qualsiasi cosa in generale
Quel “mi piace” rischierebbe di dare veridicità ad una affermazione o sbaglio? Certo e tornando alla domanda precedente il secondo obiettivo è quello di avere questo benedetto confronto. Chiederemo formalmente di essere ricevuti perché ci deve spiegare perché non ha fatto nulla.
Scusa se ti interrompo: ma ha motivato questa sua non risposta? Oppure proprio zero? Le vostre email sono partite sono arrivate e .., Silenzio assoluto.
Neanche, scusami se mi ripeto, proprio nessuna risposta, zero. E da parte della azienda e dalla parte della amministrazione? Da parte della azienda di fatto lo stesso. Le contestazioni disciplinari che Marco ha subito c’è stato il tentativo del nostro avvocato di parlare con la controparte se c’era la volontà di discutere, ripeto noi non abbiamo nessun interesse di amplificare sulla pelle di un lavoratore una roba del genere, l’azienda, di fatto, non ha mai risposto. Non ha dato ritorno neanche al legale anche se normalmente tra legali che neanche una forma deontologica di reciproco rispetto di dare, in caso, anche riscontro negativo.
Quindi neanche i due uffici legali, il vostro e quello aziendale Tekneko, sono riusciti a parlare? Noi abbiamo dato anche disponibilità di recarci pure ad Avezzano (sede legale dell’azienda nds) per parlare con l’azienda proprio per chiarire cosa fosse successo veramente.
Il procedimento disciplinare ha creato ulteriori problematiche a Marco? È in corso.
Quindi non c’è stata neanche la volontà di parlare? Assolutamente no. L’azienda si è rifiutata di avere una interlocuzione di qualsiasi tipo su questa questione.
Ti faccio una domanda, se vuoi puoi anche non rispondermi. Non credo che tu faccia sindacato da ieri, che cosa ne pensi di questa situazione sulla base di quella che è la tua esperienza, che cosa sta succedendo? Anche perché penso che nella tua situazione non è facile trovarsi di fronte ad situazione del genere anche perché quando qualcuno non vuole parlare ti domandi “dove sto sbagliando” o “dove sta il problema”, la domanda immagino che tu te la sia fatta, o sbaglio? Certo che si, naturalmente noi trattiamo con molte aziende ed anche nelle situazioni più difficili un dialogo c’è sempre stato fosse anche per dire “non siamo d’accordo”. Questa situazione è incomprensibile per certi versi ed anche anomala se vogliamo; sia dalla parte istituzionale, il comune, sia dalla parte dell’azienda uno prova a dialogare. Proviamo al contrario: se io volessi strumentalizzare come Cobas più faccio casino più ho visibilità. Noi non siamo abituati a fare casino non ci interessa. Io comunque ti ringrazio per la disponibilità di stare qua. Anche perché nei prossimi giorni sarò io a sollecitare e l’azienda e il Comune a rispondere anche perché Domenico Teramo come Cobas la faccia ce l’ha messa adesso c’è bisogno che qualcuno ce la metta. E quindi nel mio ruolo di informazione riteniamo giusto che si diano delle risposte anche perché resta un dovere istituzionale Ti stavo dicendo per me questi comportamenti sono incomprensibili anche perché, te lo ripeto, in altre situazioni una interlocuzione c’è sempre stata e il motivo credo risieda tra il capocantiere e il sindaco.
Quello che personalmente sto notando che la politica locale, tranne un ex sindaco, è stata molto silenziosa proprio perché ha atteso quelle che fossero le misure da parte della amministrazione. Tranquillamente lo dico è l’ex sindaco Marco De Carolis Tra le altre cose, risponde Domenico Teramo, legale di uno dei due operai.
La politica diretta “si è taciuta” non ha, passami il termine, “cannoneggiato” sul comune, sull’amministrazione o sbaglio? Non pare neanche a me e non vengono da noi Cobas che siamo da sempre sganciati da qualsiasi fazione partitica
Fate, permettimi l’ironia, il sindacato vero? Facciamo una scelta, non ci occupiamo di vicende partitiche o elettorali. Quindi, te lo ripeto ancora, la cosa è incomprensibile e mi sembra strano che un sindaco non riesca a gestire questa situazione e neanche l’azienda. Di certo, a mio avviso, c’è un problema di rapporti con questo capocantiere che, per altri versi e per altre storie nel caso dell’altro lavoratore ha manifestato una evidente non capacità di gestire il personale. Ho letto personalmente messaggi mandati in giro che dicevano le peggio cose. Quindi evidentemente questo capocantiere non è in grado di svolgere questa attività e se io fossi stato l’azienda, noi comunque difendiamo tutti, compreso il capocantiere in quanto lavoratore avrei deciso di mandarlo in un altro cantiere a fare lo stesso ruolo ma non in questo.
Tu quindi mi vuoi dire che in questo momento, a tuo avviso, sarebbe il caso di smussare quegli angoli che si sono creati, quelle frizioni, quindi limare gli spigoli e magari, con un nuovo meccanismo, poter ripartire tutti insieme. Perché quello che io vedo è la vostra volontà di ripartire insieme. Corretto? Non sono miei nemici, né l’azienda né il Comune. A Tekneko chiediamo il rispetto dei contratti collettivi non può pensare di essere extraterritoriale. Tutte le aziende che fanno servizi di igiene ambientale si applica il contratto di riferimento. Peraltro oggi c’è il codice degli appalti e anche la cosiddetta legge Biagi nel meccanismo degli appalti dice esplicitamente, proprio in quanto legata alla sicurezza, norme queste approvate dal legislatore proprio per le questioni di appalti, subappalti.
Credo scaturiscano dal caso della Toscana? Esattamente! Ora il codice degli appalti dice due cose precise: uno che il lavoratore non può avere una retribuzione inferiore a quelle previste dai contratti collettivi, firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi, ed il contratto multiservizi sarebbe un contratto inferiore ed aggiunge collegati alle attività oggetto dell’appalto. Quindi se io ti appalto una attività di igiene ambientale non puoi applicare tu azienda il multiservizi: lo dice la norma espressamente, prima lo affermava la giurisprudenza e lo dicevano altre norme che riprendevano l’articolo 36 della Carta Costituzionale che sta a capo di tutte le norme. Ma ora lo dice espressamente la norma stessa e quindi va soltanto applicato su tutti i lavoratori e non solo Marco.
Perché Marco è uno di quei lavoratori che hanno il contratto multiservizi? Si.
Noi come giornale abbiamo aspettato un mese proprio perché non avevamo interesse nel cavalcare la notizia. Poi visto il silenzio, e la “guerra dei comunicati” abbiamo pensato di iniziare a sentire Voi sindacati per vedere se c’è questa possibilità di fare un minimo di sintesi e trovare una quadra a salvaguardia dei lavorati, dell’azienda, dell’amministrazione e dei cittadini. Concordi con questo pensiero? Per risponderti alla tua domanda ti faccio una regressione sui Cobas: noi nasciamo nel comparto scuola e poi sviluppiamo fino a tutti i servizi. Come Cobas, come cultura politica, non abbiamo mai fatto lotte corporative a guardare solo il salario del lavoratore, a noi interessa la qualità del servizio. Abbiamo una visione della scuola pubblica, così come l’abbiamo per gli ospedali, nei servizi delle telecomunicazioni e in quelli di igiene ambientale che è uno dei servizi paradossalmente più delicato.
Noi siamo qui e vediamo la piazza centrale di Monte Compatri, una piazza pulita, ordinata e quindi, concordi con me che a questi lavoratori debba essere corrisposta un giusta e corretta retribuzione prevista da norma? Certi riconoscergli quello che gli spetta ma dargli anche le tutele. Il paradosso è esiste una procedura che se un dipendente debba segnalare qualcosa che non va debba avere una riservatezza ed una protezione. Ma nel caso in cui un domani un lavoratore qualsiasi si accorge di un qualcosa che non va o viola la norma, o, la mia azienda si comporta male la prima reazione sarebbe quella di andare dal committente, dal sindaco che qualcosa non va. In questo modo qua si rischierebbe di creare omertà, perché la reazione che c’è stata nei confronti di questo lavoratore che ha reclamato il giusto sul contratto ed ha segnalato e voleva segnalare delle anomalie nella gestione della sicurezza, il sindaco anziché mettere il “mi piace” a lui mette il “mi piace” all’azienda è chiaro che ci sarà l’omertà completa per il futuro.
Quindi vuoi dire che manca il ruolo di terzietà dell’amministrazione? Certo, ma non solo di terzietà, ma di tutela ai cittadini, lui in questo caso non deve essere terzo ma tutelare i cittadini di Monte Compatri. Quindi deve avere garanzia che il lavoro venga fatto a regola d’arte e che, quindi, deve essere lui il punto d’ascolto diretto dei lavoratori.
Quindi, se non ho capito bene, non mettere il “mi piace” ma domandarsi “cosa sta succedendo”? E certo, chiamare il lavoratore e chiedere “cosa è successo”.
Si conclude così la nostra “chiacchierata” con Domenico Teramo, rappresentate Cobas.
Il giorno 29 maggio abbiamo personalmente chiamato la ditta Tekneko. Abbiamo rilevato un apparente ostracismo da parte della società a non rilasciare dichiarazioni. Abbiamo inviato due email, che alleghiamo,
Abbiamo compilato il form presente sulla loro pagina internet.
Mentre stiamo per pubblicare riceviamo una nota in cui Tekneko, in riferimento alla richiesta avanzata in data 27.05.2024 dal sindacato Cobas, si rende disponibile a partecipare ad un incontro “a condizione che … avvenga non in pubblica piazza “. Ed in più, aggiunge “nella prospettiva di discutere con maggiore serenità … la nostra disponibilità è condizionata, ovviamente, alla sospensione di qualsiasi forma di protesta avviata e della manifestazione che avete programmato per il 30.05.2024”.
Lato amministrazione: Già il 25 aprile inviammo all’addetto stampa del Comune di Monte Compatri un messaggio whatsapp per capire e comprendere i fatti accaduti: nessuna risposta. Stamattina (ieri per chi legge nds) abbiamo inviato un nuovo messaggio, sempre all’addetto stampa, nel quale chiedevamo di poter avere una intervista con il sindaco, Francesco Ferri, e l’assessora delegata Nicoletta Felici. Anche il Comune mentre stiamo per andare in stampa, in una nota diffusa al sindacato e datata 29.05.2024 scrive: “in riferimento alla Vostra nota dello scorso 27 maggio in cui si chiede un incontro … stante la ravvicinatezza della richiesta … si informa che non potrò essere presente a causa di precedenti improrogabili impegni istituzionali“. La nota si chiude esplicitando la necessità della “presenza della società che gestisce il servizio … la quale è titolare del contratto di appalto di cui il Comune è mero committente …” ed invita il sindacato Cobas a sottoporre delle “date in cui sia confermata la presenza di tutti i soggetti coinvolti”.
Continueremo a seguire questo caso in quanto, come già espresso all’interno dell’articolo, si corre il rischio di aprire un Vaso di Pandora.
Monte Compatri, caso Tekneko: intervista a Domenico Teramo, responsabile Cobas (1 parte)
Il 24 aprile 2024 un lavoratore, Marco il suo nome, in forza alla Tekneko, società leader nel settore dell’igiene urbana, che opera nel Comune di Monte Compatri, si sente male durante il lavoro e viene portato con urgenza presso l’Ospedale di Frascati.
Il lavoratore ha rischiato di lasciarci la pelle
Dopo quasi un mese di comunicati stampa tra i Cobas e la Tekneko senza giungere mai ad un confronto diretto abbiamo telefonato alla sede di Pomezia e lunedì 27 maggio ci incontriamo con Domenico Teramo, responsabile dei Cobas, che segue la questione.
Prima di entrare nello specifico della nostra chiacchierata, Marco come sta? Ha ripreso a lavorare ma è molto provato da questa situazione. Si sente sottopressione in quanto, di fatto, non avendogli dato le mansioni che ha sempre svolto nell’ultimo anno ed oltretutto avendolo affiancato ad una persona con il divieto di fare qualsiasi si trova davvero in una situazione difficile.
Mi spieghi cosa è successo quel 24 aprile 2024. Marco si è recato al lavoro e … Marco lavorava nell’isola ecologica di Via Santa Maria le Quinte località Pantano e in quell’ambito ci lavorava un altro suo collega; questi era già un nostro iscritto Cobas. Marco non si è prestato a tenere sottopressione questo suo collega e ha legittimamente iniziato a rivendicare il giusto inquadramento perché l’azienda Tekneko in questo cantiere alcuni lavoratori li tiene con il contratto dell’Igiene Ambientale, Asso Ambiente
Spiegami meglio un contratto specifico per le mansioni ed il lavoro che si svolge in tale ambito? Certo è per tutti i cantieri che si occupano dei servizi ambientali. Ma tornando ai contratti ti dicevo che ad altri, invece, tra cui Marco, gli viene applicato il contratto Multiservizi, contratto delle aziende di pulizia che è economicamente più sfavorevole. Ora, ti spiego, c’è un principio giuridico costituzionale che dice che i lavoratori debbono essere retribuiti in proporzione alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto e non può essere che nello stesso sito, per la stessa attività vi siano diverse tipologie di contratto a parità di mansioni e servizi svolti.
Quindi se non ho compreso male: diversi contratti, diverse retribuzioni a parità di servizi svolti? E quindi, fammi capire, anche tutele diverse?
Certo tutele diverse ed anche trattamenti economici diversi. Due mondi diversi.
Scusami ma rifocalizziamo la domanda: 24 aprile Marco viene preso e, a fronte di un idoneità a suo dire con limitazioni riconosciuta con verbale medico dell’11 novembre 2023 e valida fino al giorno 15 novembre 2024, consistente in una Limitazione MMC (movimentazione manuale carichi) ed attività di inginocchiamento viene, te la faccio diretta, mandato a spazzare? Si!
Perché e chi decide? Dal giorno alla notte i due lavoratori, Marco ed il suo collega, che lavoravano nello stesso ambito, ricevono una lettera: al collega viene indicato che dovrà svolgere tutte le attività previste mentre a Marco viene ordinato di andare a fare lo spazzamento con l’ausilio di un mezzo che si porta a mano e che quindi deve sollevare il carico. La sfortuna ha voluto che quella giornata ci fosse pioggia, grandine …
Hai detto sfortuna diciamo per quello che poi è successo in seguito la chiamerei fortunata, non trovi? Si in quanto Marco poteva morire. Quello che si è messo in evidenza e che quelle mansioni attribuite tramite lettera a Marco erano incompatibili. Lui ha ottemperato, giustamente, all’ordine in quanto ricevuto da un superiore. L’ordine è partito dall’azienda oppure dal capocantiere? Dall’azienda però firmato dal capocantiere cosa che, quando siamo stati informati, è sembrata anomala perché normalmente queste attività sono impartite dalle Risorse Umane. Anche perché quando il capocantiere ti deve far fare una attività piuttosto che un’altra non te la mette neanche per iscritto manda un ordine verbale. L’aggravante è che quando abbiamo scritto all’azienda, per fare un’analisi approfondita di quanto sia successo, nel senso volevano avere conferma se l’azienda fosse a conoscenza dell’ordine di servizio impartito o se fosse stata una iniziativa del capocantiere, ci hanno comunicato che è stata l’azienda stessa ad averla assunta e negando che fosse incompatibile con lo stato di salute di Marco.
Quindi hanno “tutelato” il capocantiere che ha firmato per nome e conto dell’azienda, ho capito bene? Si! Hanno preso le parti del capocantiere e lo hanno fatto anche in sede di alcune dichiarazioni riportate su alcuni giornali online dove poi hanno precisato che non è competenza del sindacato se un lavoratore è idoneo o meno a svolgere una attività piuttosto che un’altra ma che è compito del medico competente. Ovviamente noi dobbiamo tutelare i lavoratori, non siamo sicuramente medici, ma nemmeno, a questo punto, può farlo l’azienda visto che esiste una prescrizione chiara come quella in possesso di Marco. Non bisognava nemmeno “azzardarsi” a mandarlo a spazzare. Scusami se ti interrompo ma è doveroso chiarire; il capocantiere è a conoscenza delle limitazioni previste per i lavoratori? Delle prescrizioni sicuramente. Né l’azienda, né il capocantiere debbono essere a conoscenza delle patologie che scatenano le eventuali limitazioni ma il capocantiere e l’azienda conoscono le limitazioni.
Quindi gli “effetti”, passami il termine, della patologia li debbono conoscere? Quindi quello che deve fare in specifico? Assolutamente si!
Quindi mi permetto di aggiungere nel leggere i vari comunicati forse è proprio questo che non è ben evidenziato e mi permetto, ancora una volta di sottolineare, è che prima di tutto è importante la salute del lavoratore e che questo non provochi ulteriori ripercussioni a Lui stesso in quanto il lato umano della questione non può e non deve essere sottovalutato. Si è ti dirò di più invece che mettere in sicurezza la salute della persona, quando noi l’abbiamo sollecitato all’azienda, è stato tutto “buttato in caciara” sulla strumentazione politica della questione. Ora noi Cobas non siamo di Monte Compatri e non sappiamo cosa succede a livello politico a Monte Compatri e non ci riguarda. Il sindacato ha un ruolo di rapportarsi con chiunque, con l’azienda, innanzitutto e quando le aziende non rispondono ci confrontiamo con le Giunte per sbloccare la situazione. Ti faccio un esempio, a Grottaferrata con l’attuale amministrazione a guida PD, il sindaco ha seguito in prima persona le trattative. Ha preteso che avvenissero dentro il Comune fino a che non abbiamo portato a casa l’accordo.
Quindi un approccio diverso rispetto alla situazione di Monte Compatri? Certo ma dato che questi svolgono attività per il Comune, il Sindaco ha il compito di verificare.
Questa è la prima parte dell’intervista che ci è stata rilasciata da Domenico Teramo, responsabile Cobas. Ieri abbiamo inviato una email alla ditta Tekneko per avere anche il loro punto di vista in merito a questi fatti. Stamattina abbiamo inviato all’addetto stampa dell’amministrazione di Monte Compatri un messaggio per chiedere un incontro con il sindaco Francesco Ferri e l’assessore delegato.
Vi terremo al corrente degli eventuali sviluppi della questione.
Bracciano: al via la rivoluzione nel servizio di raccolta di rifiuti “porta a porta”. Martedì la conferenza a palazzo comunale
BRACCIANO (RM) – Importante appuntamento in Aula consiliare del Comune di Bracciano, martedì 15 gennaio alle ore 10:30, dedicato all’avvio del nuovo progetto di servizi di igiene urbana per la raccolta dei rifiuti “porta a porta” a cura della ditta appaltatrice Tekneko srl, società che già si occupa della raccolta, trasporto e recupero di frazioni differenziate di carta, vetro, plastiche, legno, ingombranti, frazioni organiche e frazioni verdi nel territorio.
Tondinelli: “Monitoreremo con occhio vigile”
A spiegare nel dettaglio come verrà organizzato il servizio sarà l’amministratore di Tekneko Umberto Di Carlo, i responsabili tecnici della società, e il Sindaco Armando Tondinelli, con delega all’Ambiente: “Il nostro obiettivo politico-amministrativo a lungo termine – dichiara il primo cittadino di Bracciano Tondinelli – è la promozione dei rifiuti come risorsa, la tutela del nostro territorio e quindi il conseguimento di livelli più elevati di riciclaggio attraverso uno smaltimento dei rifiuti sicuro”.
La Società Tekneko opera nel settore dell’igiene urbana fin dal 1985: “Siamo soddisfatti che a guidare questo cambiamento nella raccolta differenziata di rifiuti sia la Tekneko, società leader nel settore. – Ha concluso il primo cittadino – al contempo, assicuriamo ai cittadini di Bracciano assicuriamo che monitoreremo con occhio vigile e attento l’operato della Tekneko affinché venga garantito il massimo dell’efficienza nei servizi erogati. È importante un alta partecipazione alla conferenza stampa di martedì affinché la collettività conosca le evoluzioni nel settore dell’igiene del territorio di Bracciano”.