Terra dei Fuochi, dati shock: negli ultimi 20 giorni morti 8 bambini

 

di Marco Staffiero

 
CAMPANIA – Si continua a morire nella Terra dei Fuochi, tra il silenzio più vergognoso. Negli ultimi 20 giorni sono 8 i bambini morti di tumore. Sono i drammatici dati riferiti dalle mamme aderenti al comitato 'Vittime della Terra dei fuochi' "Questi bambini – dicono le donne – non riposeranno mai in pace. Per loro non c'è giustizia". I bambini deceduti nell'ultimo mese – come riferito – avevano tra i 7 mesi e gli 11 anni. Un dolore grande ed un problema immenso per tutta la popolazione del comprensorio, che non riesce ad avere risposte immediate dalle istituzioni.
 
E' una storia vecchia.  Dal 1970 in poi nelle campagne della Campania si sono verificati sversamenti di rifiuti industriali, rifiuti tossici e nucleari. In particolare, nelle zone dell'Agro Aversano, Caivano, Acerra e Giugliano in Campania si sono verificati roghi di rifiuti industriali, responsabili di un alto tasso di tumori che hanno colpito soprattutto giovani donne, al seno e alla tiroide e bambini.I primi sospetti sull'attività illegale dello smaltimento dei rifiuti tossici furono evidenziati nella prima metà degli anni novanta da un'indagine della Polizia di Stato condotta dall'allora ispettore della Criminalpol Roberto Mancini. La sua informativa del 1996 in cui presentava i risultati delle indagini e i dettagli sui reati e i presunti autori non ebbe però ulteriori sviluppi fino al 2011, quando venne ripresa dal Pubblico Ministero Alessandro Milita che riavviò le indagini.
 
Nel 2011, secondo un rapporto dell'ARPA della Campania, un'area di 3 milioni di metri quadri, compresa tra i Regi Lagni, Lo Uttaro, Masseria del Pozzo-Schiavi (nel Giuglianese) ed il quartiere di Pianura della città di Napoli, risulterebbe molto compromessa per l'elevata e massiccia presenza di rifiuti tossici. Nel 2015 nel comune di Calvi Risorta il Corpo forestale dello Stato ha scoperto un'area di sversamento dei rifiuti clandestina, ritenuta la più grande discarica sotterranea d'Europa di rifiuti tossici. La terra dei fuochi comprende un territorio di 1076 km², nel quale sono situati 57 comuni, nei quali risiedono circa 2 milioni e mezzo di abitanti: 33 comuni situati nella provincia di Napoli e 24 comuni situati nella provincia di Caserta. È compresa quasi l'intera provincia napoletana, mentre del casertano è colpita soprattutto la parte meridionale e sud-occidentale.



TERRA DEI FUOCHI, VINCENZO DE LUCA: BONIFICA DEL TERRITORIO IN TRE ANNI"

Redazione

Campania – Ad Expo per la settimana dedicata alla Campania, il presidente della Regione Vincenzo De Luca, assieme al ricercatore del CNR Mario Tozzi, il commissario dell'istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Antonio Limone, il referente di OMS e FAO Roberto Bertollini, ha presentato i risultati della prima fase di monitoraggio del territorio campano. Le analisi hanno interessato suolo, acqua, aria, suoli, matrici vegetali ed animali. Rispetto al monitoraggio dei suoli, sono stati analizzati 4400 dei 4700 campioni con un modello scientifico basato sulla biodisponibilità con l'intento di individuare il possibile passaggio degli inquinanti dal suolo alla pianta. Per quanto riguarda i campionamenti delle acque, sono stati prelevati 659 campioni, a fronte dei 2500 previsti da pozzi aziendali, distribuiti su tutto il territorio campano, ponendo particolare attenzione alle aree di maggiore interesse ambientale, alle metodiche di campionamento ed all’acquisizione delle informazioni relative ai pozzi oggetto di indagine. I dati raccolti con le campagne di monitoraggio insieme con l’impiego di modelli matematici di simulazione consentiranno, in particolare, valutazioni circa i processi di trasporto nel suolo sia verso la pianta sia verso la falda sotterranea. Effettuata con metodologie standard basato su organismi vegetali, non è ancora completa la prima fase del monitoraggio dell'aria. Le letture saranno pronte a maggio ma i primi dati incompleti saranno disponibili tra tre mesi. Sono infine, 2942 i campioni di vegetali e 1655 quelli animali analizzati. Il monitoraggio ha interessato ruminanti, bufalini, bovini, capre, volpi, lumache, api. In alcuni casi è stata registrata la presenza di diossina in latte caprino, prodotto in un allevamento che nasceva a ridosso di una zona contaminata per i roghi tossici. Tutti i dati sono stati pubblicati su campaniatrasparente.it "Questo è il giorno della Campania Buona, siamo la terra buona e non è uno slogan ma una ricerca scientificamente valida – ha detto il governatore Vincenzo De Luca in conferenza stampa -. Se c'è una terra, in Italia, che è davvero buona è la Campania, la nostra Campania Felix". De Luca ha detto che la Regione è pronta a "voltare pagina. Siamo al primo posto in Italia per il controllo ed il monitoraggio. Sono decine di migliaia in tutto il territorio e da questo progetto di monitoraggio, da questa prima fase, si evince che il 97% del territorio della Campania è pulito, vergine, gradevole e protetto". Durante il suo intervento, il governatore ha anche annunciato che "tra 2,5 o 3 anni concluderemo la bonifica della Terra dei Fuochi. Dobbiamo rimuovere 5 milioni e 600mila ecoballe per risolvere una emergenza che dura da 16 anni".




“LA TERRA DEI FUOCHI BRUCIA ANCORA”: IL SELFIE DEI VIP DIVENTA VIRALE

di Christian Montagna

Napoli – Giunge dal web l’ennesimo appello per richiamare l’attenzione sulla terra dei fuochi. Stavolta, a fotografarsi con un scritte dedicate alla terra dei fuochi che brucia sempre di più sono stati il giornalista Sandro Ruotolo, il cantante Gigi D’Alessio e il parroco Maurizio Patriciello. “Non bisogna dimenticare la triste realtà dei roghi a nord di Napoli e in tutta la Campania” è il messaggio che gira ormai in modo virale sui social.

Non solo i volti vip ma anche attivisti napoletani si sono fatti fotografare con cartelli e scritte sulla terra dei fuochi. Anche dal Salento, giungono messaggi di solidarietà e vicinanza. “ Sentiamo il sostegno della gente, rispetto a tutte quelle problematiche che continuano a creare disagi, a chi vive giorno per giorno la realtà dei roghi”, ha dichiarato Vincenzo Tosti del coordinamento comitati fuochi. “Siamo contenti dell’appoggio del popolo salentino che in questo momento vive la questione dell’abbattimento degli ulivi. Ci unisce la volontà di azione in difesa delle nostre terre ed il supporto è reciproco”.

Alcuni messaggi sono indirizzati proprio al Governo, affinché non abbandoni le terre campane che bruciano. Ancora oggi infatti nelle aree di Giugliano e Caserta, le terre continuano a fumare senza sosta. Incendi appiccati senza remore, terre violentate e inquinate dalla camorra che tutt’ora continua indisturbata. L’aumento di tumori e le morti degli ultimi anni, a poco son servite: il problema della Terra dei Fuochi non è stato ancora risolto.




VINCENZO DE LUCA INCONTRA I SINDACI DELLA “TERRA DEI FUOCHI”

di Christian Montagna

Questa mattina, De Luca, ha incontrato gli altri sindaci del territorio in un incontro cordiale. Al centro del dibattito le tematiche ambientali e i problemi che affliggono le comunità locali. Si lavora dunque “per garantire il diritto alla salute e la tutela ambientale”. Le prime linee programmatiche delineate dal Presidente oggi sono state così espresse “No ad altri termovalorizzatori. Va costituito da subito un nucleo di controllo sanitario sui territori per dare serenità alle famiglie. Bisogna intervenire immediatamente sui roghi e sulla prima messa in sicurezza delle discariche esistenti”.

Tra i presenti i sindaci Nicola Tamburrino di Villa Literno, Raffaele Lettieri di Acerra, Dimistri Russo di Castel Volturno, Raffaele Vitale di Parete, Giuseppe Salatiello di Calvizzano e Giusepe Cirillo, neo eletto a Cardito. Tra i presenti anche il vice sindaco di Qualiano e due assessori di Villaricca, oltre ai consiglieri regionali Tommaso Casillo e Lello Topo.

LA TERRA DEI FUOCHI AL CENTRO DEL DIBATTITO
La Terra dei Fuochi dunque torna al centro del dibattito politico. La bonifica di tutti i terreni inquinati diventa nuovamente un obiettivo a cui aspirare in fretta per poter permettere la ripresa di agricoltura e turismo. La salvaguardia dell’ambiente martoriato per tanti anni dalla criminalità organizzata diventa il primo obiettivo del nuovo presidente della regione. “Eliminare le ecoballe” è il secondo punto su cui hanno discusso a lungo i sindaci.

Il tempo fissato per risolvere il tutto è un mese: si cercano nuove metodologie moderne per la risoluzione dei problemi ambientali. “Le soluzioni saranno illustrate ai cittadini entro il mese di giugno. Sempre d'intesa con gli amministratori e le comunità locali” ha concluso De Luca.

IL LEGALE: “LA LEGGE SEVERINO NON SARA’ APPLICATA”
E’ questa la dichiarazione avanzata da Lorenzo Lentini, avvocato amministrativista del neo eletto governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. “La legge – dice – prevede la sospensione solo per le sentenze di condanna non definitive che sopravvengono all'elezione e non pure per quelle precedenti alle elezioni”. Dunque nessuna sospensione potrebbe giungere in merito alla neo elezione e alla pubblicazione dello stesso governatore nella lista degli Impresentabili presentata dalla commissione Antimafia. De Luca perciò potrà nominare nei prossimi giorni "un vice presidente e la giunta senza alcuna preclusione".
 




TERRA DEI FUOCHI: MUORE IL BOSS PENTITO CARMINE SCHIAVONE

di Christian Montagna

Muore nel Lazio tra l'indifferenza di molti l'ex boss dei Casalesi nonché collaboratore di giustizia Carmine Schiavone. Probabilmente, a causarne il decesso sarebbe stato un infarto giunto in seguito ad una caduta dal tetto della sua abitazione durante dei lavori di manutenzione di qualche giorno prima. A 72 anni, Carmine Schiavone viene stroncato proprio nella sua terra; quella terra che tanto i suoi parenti avevano tanto devastato. Fuoriuscito dal programma di protezione per i pentiti, le sue dichiarazioni sul traffico e lo smaltimento di rifiuti tossici nella cosiddetta Terra dei fuochi fecero senza dubbio scalpore.

Lo Stato, grazie alla collaborazione di questo boss pentito, venne per la prima volta a conoscenza in maniera dettagliata delle attività illecite della camorra. Un affare da settecento mila euro al mese che portò ma continua ancora a portare morte e devastazione ovunque nelle terre tra Lazio e Campania. Veleni sotterrati silenziosamente dai casalesi senza alcuna remore con la speranza di non essere mai scoperti. Era il lontano 1997 quando Carmine Schiavone davanti alla commissione ecomafie raccontò come fosse una lieta novella, il modo in cui i casalesi riuscirono a smaltire rifiuti tossici; soltanto nel 2013 però queste dichiarazioni segretate per anni uscirono allo scoperto. Ma forse, era troppo tardi. In una delle tante dichiarazioni, l'ex boss Schiavone ammonì prontamente gli abitanti di Casapesenna, Casal di Principe e Castel Volturno, comunicando loro la triste realtà che li attendeva visti i veleni che da anni stavano respirando.

Ettari di terreni contaminati, rifiuti radioattivi abbandonati nel sottosuolo, fanghi nucleari provenienti dalla Germania: una vera e propria consolidata alleanza tra mafia, 'ndrangheta, camorra e Sacra Corona Unita. Il tutto, naturalmente, ai danni degli onesti costretti ora a sottomettersi alle chemioterapie per curare i tumori. Uno scempio che ha distrutto intere generazioni, alla pari di quello nazista dello scorso secolo. Grazie a Schiavone, cento trentasei persone furono arrestate e condannate all'ergastolo tra cui i cugini Francesco Schiavone detto Sandokan, Bidognetti e Michele Zagaria e la cupola del clan fu letteralmente smantellata. Ma l'iter giudiziario di Carmine non terminò qui: nel 2008, il suo nome tornò alla ribalta in seguito a delle voci che lo davano come l'organizzatore dell'attentato a Roberto Saviano, scrittore di Gomorra ancora oggi sotto protezione. Lo ricorderanno indubbiamente tutti nelle interviste televisive alle Iene e in quei racconti che ora fanno tremare milioni e milioni di napoletani. Cordoglio è stato espresso anche dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho in seguito alla notizia della morte che lo ha definito" come un uomo la cui collaborazione fu fondamentale in quanto primo esponente di un clan che apriva uno squarcio sul sistema criminale dei Casalesi ; l'unico che davvero ci ha aiutato capire una realtà in cui accanto alla forza militare c'era una rilevante forza economico-imprenditoriale".




CONTRO LA CAMORRA

 

Pubblicato anche sull'edizione sfogliabile de L'osservatore d'Italia del 21 maggio 2014

 

di Maurizio Costa

Camigliano (CE) – Una terra ricca, fertile e rigogliosa che, nell'arco di pochi anni, si trasforma in un territorio contaminato da tutti i tipi di rifiuti, industriali e privati; questa è la definizione della cosiddetta "Terra dei fuochi", un territorio che si estende da Caserta a Napoli e che comprende al suo interno ben 57 Comuni, nei quali risiedono più di 2 milioni di persone. Questi 1.076 chilometri quadrati rappresentano una delle zone più fertili d'Italia: la presenza del Vesuvio ha fatto sì che queste terre fossero molto fiorenti e, fin dai tempi dei romani, sono state coltivate in maniera intensiva.

Fin qui nulla di male, ma poi è arrivata la mano criminale, avida, ingombrante e devastante della camorra, che nel giro di pochi anni, ha trasformato questa terra in un'enorme discarica a cielo aperto. Migliaia di tonnellate di rifiuti si nascondono sotto il suolo e altrettante vengono scaricate ogni giorno sotto i cavalcavia per poi essere bruciate la notte. Un inquinamento totale che rende l'aria irrespirabile e provoca l’aumento esponenziale di malattie e i tumori tra le persone che vi abitano.

L'unica che ci guadagna è la camorra: le aziende, infatti, invece di smaltire legalmente i rifiuti, affidano gli scarti della lavorazione alla criminalità organizzata, che, facendo pagare la metà agli imprenditori, butta i rifiuti dove capita, inquinando aria e falde acquifere.

Questa storia la conosciamo tutti, ma in questo reportage vogliamo raccontare "gli invisibili" di queste zone, le persone che ogni giorno, schierandosi contro la camorra e lavorando per rendere la vita di tutti migliore. Una guerra silenziosa, fatta di minacce, persone coraggiose costrette a girare con la scorta e tanta paura; una guerra fatta anche di grandi soddisfazioni quando i risultati ritornano ai mittenti incorruttibili, i quali “esportano” i risultati ottenuti sotto forma di “cultura” della trasparenza e virtuosità nell’amministrare la cosa pubblica.

Insieme al "Cantiere Legalità" di Roma, abbiamo visitato queste zone per raccontare da vicino le storie che nessuno conosce.

La SRI e la ERREPLAST di Gricignano di Aversa rappresentano la parte civile di questa situazione per tutto ciò che riguarda i rifiuti. Queste due aziende servono ben 50 Comuni della zona e sostanzialmente trasformano in materiale riutilizzabile tutta la raccolta differenziata dei cittadini. La SRI, in particolare, riceve dal Consorzio i rifiuti e, attraverso varie fasi, gli restituisce le balle di materiale da riciclare, divise in plastica, carta, cartone, alluminio, ferro e flaconi. Queste balle vengono consegnate al Consorzio che, attraverso aste telematiche, le rivende ad altre aziende che provvederanno a trasformarle in materiali riutilizzabili. La SRI ha un impianto capace di valorizzare oltre 300.000 tonnellate di rifiuti l'anno, sebbene questa cifra non venga mai raggiunta. Questo accade perché non tutti i paesi si appoggiano a questo metodo di raccolta e riciclo. La ERREPLAST, invece, rappresenta l'altro lato della filiera; questa azienda, infatti, compra all'asta le balle di materiale da riciclare e le trasforma in "Ripet", cioè in piccole scaglie di plastica che andranno a formare migliaia di oggetti di uso quotidiano, dai maglioni ai piatti, dagli interni delle automobili ai vassoi. Due esempi, o per meglio dire due cattedrali nel deserto nella "Terra dei fuochi", nella quale predomina la supremazia della camorra, che, naturalmente, non agevola queste azioni lodevoli: infatti, il Direttore della ERREPLAST, Antonio Diana, è stato minacciato più volte dai boss mafiosi perché il suo lavoro dava fastidio alla criminalità organizzata. La determinazione e la voglia di fare non hanno fermato Diana, che adesso può vantarsi ogni giorno per tutto il lavoro che fa e per tutti i rifiuti che leva di mano alla camorra.

La lotta si combatte anche andando contro i pregiudizi della gente. Lo stesso Direttore della ERREPLAST ha assunto nella sua azienda Massimiliano Noviello, figlio di Domenico Noviello, imprenditore ucciso dalla camorra per non aver pagato il pizzo. Massimiliano non riusciva a trovare lavoro, respinto da tutti coloro che non volevano avere a che fare con un personaggio così scomodo, reo di aver denunciato ben 10 camorristi, tre dei quali già condannati all'ergastolo. Così, Diana, venuto a sapere della sua storia, ha assunto Noviello, dandogli una possibilità, e adesso il suo gesto è diventato un altro simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, combattuta anche sul piano umano ed etico.

Non solo i privati ma anche le Istituzioni della "Terra dei fuochi" cercano di porre rimedio alla situazione. E' questo il caso di Vincenzo Cenname, Sindaco del piccolo Comune di Camigliano, che è stato insignito del premio "Comune virtuoso d'Italia" per la sua campagna di raccolta differenziata e le sue attività di miglioramento della vita pubblica. La storia di questo Sindaco è molto singolare: appena si è insediato sulla poltrona di Sindaco ha rifiutato di conferire i rifiuti del suo paese ad un Consorzio legato alla camorra. Questo gesto gli è costato caro: in un primo momento la sezione rifiuti del suo Comune è stata commissariata e successivamente tutta l'Amministrazione comunale è passata nelle mani di un commissario e Cenname è dovuto tornare a casa. Tutto questo perché una legge imponeva che il paese si dovesse fornire proprio di quel Consorzio e quindi, con la sua scelta, il Sindaco avrebbe agito contro la legge. Poco tempo dopo, però, la giustizia ha avuto la sua vendetta: Cenname è stato rieletto con l'80 per cento delle preferenze e ha cominciato subito la sua campagna di miglioramento del paese. In quattro mesi ha chiuso la cava abusiva che si trovava a pochi chilometri dal centro abitato; polveri e rumori inquinavano tutto il paese e in pochissimo tempo Cenname ha fatto quello che i precedenti Sindaci non erano riusciti a fare. Inoltre, la raccolta differenziata è stata potenziata ed ha raggiunto il 70 per cento.

"Abbiamo cercato di far partire una campagna di sensibilizzazione per far uscire dal mercato i prodotti che non possono essere riciclati – ha dichiarato il Sindaco, che ha poi continuato – Inoltre, abbiamo sensibilizzato i bambini sulla questione rifiuti: quando i ragazzi ci portano qualche scarto di olio da cucina o di qualche altro rifiuto, forniamo loro degli eco-euro, una banconota che possono utilizzare nelle cartolibrerie del nostro paese." Vista anche la sua laurea in ingegneria ambientale, Cenname ha costruito una casetta dell'acqua nel centro del paese: "Questa costruzione – ha affermato il primo cittadino – rifornisce tutti i cittadini di acqua potabile, liscia o frizzante. In questo modo diminuiamo gli scarti di bottiglie di plastica e facciamo anche risparmiare soldi ai nostri abitanti." Infatti, questa struttura, pagata 18mila euro, in un anno ha erogato più di 80mila litri d'acqua a 5 centesimi al litro; la casetta dell'acqua ormai è in attivo e il Comune guadagna da questa idea e gli stessi cittadini risparmiano moltissimi soldi l'anno. Un esempio per tutti i paesi limitrofi che, piano piano, stanno cercando di imitare le idee del "Sindaco modello". Sembra un Paese straniero, di quelli che finiscono sulle prime pagine dei giornali per le loro azioni virtuose e le loro idee innovative, e invece ci troviamo in Italia, precisamente nella "Terra dei fuochi" e le azioni di questi "piccoli grandi uomini" migliorano, ogni giorno, la vita delle persone che vivono in quelle zone.

La strada è stata difficile e piena di imprevisti, primo tra tutti la camorra, ma l'audacia e la buona volontà hanno sovrastato su tutto e adesso la situazione sta migliorando. Combattere la criminalità organizzata è possibile e come esempio citerei una frase di Massimiliano Noviello: "Noi non siamo eroi: gli eroi sono degli esempi che nessuno imita. Noi siamo delle persone come tutte le altre e uniti possiamo sconfiggere questo Male che infesta la vita di tutti."
 




BENEVENTO TERRA DEI FUOCHI: REALIZZA UNA DISCARICA ABUSIVA NEI PRESSI DI UN CENTRO SPORTIVO A SAN GIORGIO DEL SANNIO

Redazione


Benevento – I Carabinieri della Stazione di San Giorgio del Sannio, nel prosieguo dei servizi di vigilanza finalizzati al contrasto dei reati ambientali e dell'abbandono indiscriminato dei rifiuti predisposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Benevento, hanno scoperto una nuova discarica abusiva di rifiuti. Dalle verifiche effettuate dai militari, infatti, è emerso che un imprenditore di 50 anni aveva realizzato nelle immediate adiacenze di un campo di calcetto annesso all'impianto sportivo comunale sito in frazione "San Giacomo", una discarica abusiva di circa 15 metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi consistente scarti di materiali di risulta edili.
Dopo avere isolato la zona interessata, i Carabinieri hanno poi eseguito i rilievi tecnici di circostanza e posto l'area interessata sotto sequestro. Al termine degli accertamenti, i militari, come detto, anche in ottemperanza alla cosiddetta normativa chiamata "terra dei fuochi", hanno segnalato all'Autorità Giudiziaria l'uomo per la violazione della normativa in materia di realizzazione di discariche per rifiuti, interessando anche i competenti uffici dell'ARPAC per gli accertamenti di specifica competenza e per stabilire l'esatta natura e tipologia dei rifiuti




TERRA DEI FUOCHI E DISASTRO AMBIENTALE: SOTTACIUTE LE RIVELAZIONI DI CARMINE SCHIAVONE

Il Codacons fa ricorso collettivo al TAR dove le famiglie dei comuni colpiti possono partecipare per ottenere il risarcimento danni al Ministero dell’Ambiente, della Salute, alla Regione Campania, all’Arpac per aver omesso di intervenire sulla gravissima situazione in Campania

di Cinzia Marchegiani

Un paradosso cui nessuno vuole assuefarsi. Il disastro ambientale nella Terra dei Fuochi con un Governo spettatore e addirittura titolare dell’inchiesta anticamorra. Nel 1994, il commissario della Criminapol Roberto Mancini, seguiva i traffici illeciti nell’indagine sui traffici in Campania, dove i Casalesi e la camorra gestivano il trasposto e il versamento / interramento dei rifiuti nelle discariche e terreni agricoli, provenienti da ogni città nonché centrali nucleari. Nel 1996 Roberto Mancini, dopo una lunga e pericolosa indagine depositava un dossier raccapricciante su tutti i movimenti non solo dei rifiuti, ma le relazioni fra i vari personaggi della camorra, le istituzioni..insomma nomi e società che facevano soldi a palate sversando la morte.

I dettagli precisi e attendibili avevano aperto un immenso cratere di abusi immondi e purtroppo senza alcuna via di ritorno. Il dossier Mancini veniva consegnato alla Dda di Napoli, in quell’anno il Presidente del Consiglio era Romano Prodi e il Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano…ma questo importante contributo rimase segreto.

I servizi del Commissario Mancini vennero poi indirizzati nella Commissione Parlamentare d’inchiesta che verteva proprio sul Ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, presieduta dall’Onorevole Massimo Scalia.

Ma tutta l’inchiesta parlamentare venne segretata, partendo dall’audizione di Carmine Schiavone che nel lontano 7 Ottobre 1997 collaborava con lo Stato rilevando un’intricata ragnatela di rifiuti tossici e veleni avvalorando quello che lo stesso Mancini aveva scoperto a sue spese, poiché colpito da un grave tumore di non Hodgkin (che lo stesso Stato ha ritenuto di rimborsare con 5 mila euro, e per cui è stata organizzata una petizione popolare su Change.org).

Un segreto di Stato che non ha volti ma solo vittime lasciate a vivere, costruire case ed edifici su quelle terre piene di morte e veleno, senza alcun deterrente di coltivazione su quei terreni che producevano ortaggi e pascolavano bestie per il commercio nostrano ed anche estero. Questa è l’amara verità. Uno Stato che si è macchiato del delitto più grande, quello di non arginare altre morti di cancro. Nell’ottobre 2013, solo a quasi vent’anni da queste rivelazioni, dopo la nota con il quale il procuratore nazionale antimafia dichiarava che non esistevano motivi ostativi nel rendere pubblico il resoconto stenografico dell’audizione di Carmine Schiavone (collaboratore di giustizia) e relativi atti, l’ufficio di presidenza della Camera dei Deputati espresse all’unanimità il parere favorevole alla “declassificazione degli atti”. Qui potete leggere il documento desecretato

LEGGI QUI il dossier del 1997

Il Codacons i primi di gennaio 2014 è partito con una storica class action, e si rivolge a tutte le famiglie che abitano nei comuni toccati da questo disastro e scempio ambientale nonché istituzionale, per richiedere il risarcimento dei danni al Ministero dell’Ambiente, della Salute, alla Regione Campania, alle Asl all’Arpac per aver omesso di intervenire su questa situazione gravissima.

Il Codacons senza giri di parole affonda le accuse:”Tutti sapevano e nessuno ha fatto alcunché per evitare che – a causa dell’inquinamento dei terreni di rifiuti tossici e non, che hanno inquinato le falde acquifere – l’intero ecosistema andasse distrutto, con gravissimi danni alla salute, all’ambiente, alle colture, con intere produzioni alimentari distrutte. Numerose negli anni le commissioni parlamentari d’inchiesta sui rifiuti ma, nonostante ciò, nulla è stato fatto, e i terreni non sono stati bonificati, l’intervento dello Stato p totalmente assente”.
L’associazione Codacons fa riferimento anche al DL del 10 dicembre 2013 n.136 in cui viene previsto il monitoraggio e la classificazione dei suoli, l’accertamento dello stato d’inquinamento dei terreni, la riforma dei reati ambientali, l’accelerazione e la semplificazione degli interventi, oltreché risorse per le bonifiche indispensabili per il territorio: “troppo tardi per quanto riguarda la bonifica dei terreni (i Ministeri e le autorità locali sapevano della gravissima situazione da almeno 20 anni) totalmente inutile per quanto riguarda l’introduzione di reati penali per chi brucia i rifiuti.
La Class Action rivolta a tutti i comuni della Terra dei Fuochi per l’azione collettiva, chiede risarcimento di 10.000 euro a famiglia e l’azione penale, costituendosi parte offesa nei procedimenti penali pendenti contro le società e soggetti che hanno operato lo smaltimento illegale di rifiuti e contro le pubbliche amministrazioni responsabili di omesso controllo ed intervento.

Molte le procure che stanno indagando su questi reati commessi: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali inerenti il traffico illecito di rifiuti speciali, pericolosi e non; danneggiamento aggravato, disastro ambientale, falso e truffa aggravata di alcuni enti pubblici; l’illecita gestione e smaltimento di rifiuti smaltiti in corsi d’acqua (fiume Sabato); smaltimento imponente di masse di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi tossici) provenienti dal ciclo di lavorazione di quattro impianti campani attraverso l’apparente trasformazione dei citati fanghi in cd impianti di compostaggio; smaltimento di rifiuti liquidi, provenienti dalle fosse settiche e dei lidi domiziani, attraverso conferimento illecito in fogna cittadina o canalette private che confluivano per i corsi d’acqua superficiali o rete fognarie pubbliche e rifiuti provenienti dalle navi attraccate a Napoli, attraverso tre impianti (Naturambiente, Sorieco, Frama) entravano e subito riuscivano senza lavorazione e depotenziamento della carica inquinante e venivano abbandonati su terreni agricoli e fondi in provincia di Foggia, Salerno, Avellino e Benevento.
Un disastro colpito dal silenzio che se rotto avrebbe potuto arginare altre morti e danni ambientali e della salute non solo dei residenti, ma di coloro che per anni si sono nutriti dei prodotti avvelenati dall’omertà.

Ora quelle riflessioni del ministro della salute Lorenzin, sui dati epidemiologici sul cancro sulle Terre dei Fuochi che dipendono da uno stile di vita….riecheggiano come pugnali inferi con troppa superficialità….

Un disastro di proporzioni infinite…
Difficile spiegare tutto questo ai nostri figli, poiché l’ecomafia ha divorato tutti i ruoli istituzionali lasciando terra bruciata, ora una sconvolgente realtà venuta a galla.




CAMPANIA TERRA DEI FUOCHI: ARRIVA L’ESERCITO PER LE STRADE

di Christian Montagna
Napoli
– Cento tra uomini e donne i rappresentanti dell’esercito impiegati nell’operazione “Strade sicure”. Questa mattina sono cominciati i pattugliamenti per arginare quella che è stata la sciagura più grande commessa nei confronti della natura da parte delle organizzazioni criminali. Un inquinamento dei suoli che scaturisce da anni e anni l’incremento dei tumori e ha reso alcune zone della Campania praticamente invivibili. 

Le Prefetture di Napoli e Caserta hanno indicato le aree in cui si necessita maggiormente di un intervento e hanno assegnato il compito al Reggimento Cavalleggeri Guide (19) di Salerno, della Brigata Garibaldi. Lo scopo è quello di individuare all’interno dei comuni segnalati e che hanno sottoscritto il patto “Terra dei Fuochi”, eventuali danni e roghi illegali dovuti a sversamenti incontrollati di rifiuti nel suolo. Erano già cinquecento quaranta i militari impegnati in questa lotta, oggi i rinforzi sono giunti per dare manforte. Coordinati con le forze di Polizia, gli uomini impegnati in questa operazione risultano essere circa tremila. Lo aveva annunciato il ministro dell’interno Angelino Alfano a Napoli, dove ha presieduto la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. A dimostrazione che “lo Stato non lascia ma raddoppia “ ha affermato il ministro.

Fino a quando non sarà debellato il fenomeno dunque, i militari rimarranno sul territorio. La situazione deve essere arginata al più presto perché a pagarne le conseguenze con la vita, sono tante persone oneste ed innocenti. Secondo alcuni dati dell’ospedale Pascale di Napoli, in relazione con quelli forniti dall’Istat, negli ultimi decenni la mortalità per tumori in Campania è divenuta superiore a quella nazionale con un aumento evidenziato nelle province di Napoli e Caserta.