6 Aprile 2009: 309 rintocchi delle campane per ricordare le vittime del sisma

Trecentonove rintocchi delle campane in memoria delle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009, l’accensione di un simbolico braciere da parte di un vigile del fuoco, posizionato davanti alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio, e sempre da Piazza Duomo, cuore del centro storico ed esempio di una ricostruzione efficace, un fascio di luce che si staglia verso il cielo: nonostante la restrizioni imposte dal covid, commozione, emozione e dolore hanno caratterizzato i momenti clou della commemorazione delle 309 vittime del sisma in occasione del 12esimo anniversario.

Nel segno del ricordo ma anche della speranza, sia per la rinascita della città sia per un epilogo positivo della pandemia, a 12 anni dal sisma, all’Aquila si è chiuso in serata il programma, ridotto, della commemorazione che per il secondo anno consecutivo vede annullata la tradizionale fiaccolata per le vie del centro storico e nei luoghi simboli della tragedia. Oltre al vigile che ha acceso il braciere, in una piazza Duomo praticamente deserta, erano presenti il sindaco, Pierluigi Biondi, il sindaco di Cugnoli (Pescara), Lanfranco Chiola, in rappresentanza dei Comuni del cratere, il prefetto Cinzia Torraco e l’arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi.

   Il Comune dell’Aquila e i Comitati familiari delle vittime hanno lanciato un appello ad Anci nazionale e ad Anci Abruzzo affinché i sindaci e gli italiani, nella notte per il 12esimo anniversario, “accendano nei loro Comuni e alle loro finestre, una luce di speranza”.

Oggi, alle 10,30, sindaco, prefetto e arcivescovo partecipano  alla cerimonia commemorativa organizzata all’interno della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza alla presenza del comandante della Scuola, generale di divisione Cristiano Zaccagnini.

   Alle 12, Biondi, il prefetto, l’arcivescovo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, il presidente del Consiglio Comunale dell’Aquila, Roberto Tinari, un rappresentante dei Comitati dei familiari delle vittime e il sindaco di Villa Sant’Angelo, Domenico Nardis, in rappresentanza dei Comuni del cratere, si ritrovano davanti il sito della Casa dello Studente, in via XX Settembre, per omaggiare e ricordare le 309 vittime.

L’omelia del cardinale, “Il dramma ha reso ancora più ‘Popolo’ la gente aquilana”

“Il dramma del terremoto ha reso ancora più ‘Popolo’ la gente aquilana: la comune tragedia, affrontata ‘insieme’, ha stretto, con nodi inscindibili, il mutuo senso di appartenenza.

Quando un trauma, che deriva da una calamità generale, colpisce una ‘popolazione’ viene vissuto in modo frammentato: ciascuno lo porta per conto suo o per aggregati sparsi. Invece, dove c’è Popolo, il dramma è condiviso: vissuto da tutti e da ciascuno in modo diverso, ma universale. Si stabilisce così una ‘interdipendenza’, in cui il ‘mio’ diventa ‘nostro’, e viceversa”. È un passaggio dell’omelia del cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell’Aquila, pronunciata nel corso della Santa Messa celebrata nel tardo pomeriggio in occasione del 12esimo anniversario del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009: l’evento religioso, nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, noto come Anime Sante, in piazza Duomo, ha aperto le celebrazioni legate all’anniversario. “Un altro fattore crea legami costitutivi è la determinazione collettiva nel reagire alle emergenze e la volontà perseverante di ricostruire. L’Aquila, nella sua storia fondativa, non è partita in ‘tono minore’, per innalzarsi successivamente a registri ‘maggiori’: è subito arrivata ad eseguire uno ‘spartito alto’. Gli annali della Città lo documentano con chiarezza. Va pure evidenziato che la matrice cristiana della sua cultura e la configurazione ‘montanara’ (cioè tenace e vigorosamente reattiva) ha spinto sempre il Popolo aquilano ad affrontare le difficoltà, anche devastanti, con la ferma speranza che, dichiarando guerra alla morte (in tutte le sue forme) e mobilitandosi a favore della vita, con l’aiuto di Dio si sarebbero attivati processi vincenti di Risurrezione”. “Sono persuaso che se si venisse fatta un’analisi del DNA del Popolo aquilano si ritroverebbero – tra i cromosomi identitari – la ‘resilienza al sisma’: questi fattori ‘strutturali’ suscitano ‘anticorpi caratteriali’ che neutralizzano i virus della disgregazione sociale e sconfiggono la sindrome della disfatta. Altro ‘gene’ identitario è la ‘tenacia del ripartire’, che si rende visibile nella spinta perseverante alla ricostruzione”. 

In occasione del dodicesimo anniversario del tragico terremoto che sconvolse L’Aquila, ADSI ricorda le vittime che hanno perso la vita in quell’evento e torna a chiedere venga predisposta una normativa nazionale unica per le ricostruzioni dopo le grandi catastrofi, nella quale sia adeguatamente considerato il patrimonio immobiliare storico-artistico.

“È più che mai necessario introdurre un quadro normativo chiaro, certo e snello per affrontare le future ricostruzioni, in un clima di fiducia tra tutti i soggetti coinvolti”, ha affermato Giacomo di Thiene, presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, rivolgendosi in primis al Ministro della Cultura Dario Franceschini e al Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini.

“Se non si definiscono procedure collaudate prima di una prossima emergenza, si rischia che davanti ad ogni ricostruzione si debba ripartire sempre da zero. Specialmente per quanto riguarda il patrimonio culturale – così diffuso su tutto il territorio e difficilmente gestibile con le norme generali – il pericolo reale è che il restauro non venga correttamente finanziato: non per cattiva volontà, ma per inadeguatezza degli strumenti a disposizione”, ha continuato di Thiene.

A maggior ragione se si tiene conto che le dimore storiche private, in Italia, rappresentano circa il 17% del patrimonio immobiliare storico-artistico soggetto a vincolo: un vero polo di attrazione e un volano economico – che peraltro non è possibile delocalizzare altrove – per i territori nei quali insistono. «Questi beni, spesso situati in piccoli centri – il 29% si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti – da un lato rappresentano un elemento strategico per la ripartenza del Paese, dall’altro si caratterizzano per una valenza architettonica e storico-artistica che ne determina un interesse pubblico da preservare, così come definito dalla Costituzione e ribadito da una delle ultime ordinanze per la gestione della ricostruzione post terremoto del 2016. Tutelarli con apposite norme, quindi, significherebbe riconoscere la centralità di un patrimonio unico al mondo, che deve continuare ad essere tramandato alle generazioni future così come è giunto a noi nei secoli. Bisogna infatti evitare che le catastrofi, a cui è esposta per sua natura l’Italia, determinino la perdita irrimediabile di tali beni: per queste ragioni è più che mai necessario farsi trovare consapevoli e pronti anche dal punto di vista normativo», ha concluso il Presidente di Thiene.




L'AQUILA: CORTEO IN MEMORIA DELLE VITTIME DEL TERREMOTO

di Angelo Barraco

L’Aquila – Il terremoto che ha scosso L’Aquila la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 e ha cagionato la vita a 309 persone è un ricordo ancora vivo tra gli abitanti e i sopravvissuti. Oggi, a distanza di sette anni da quel terribile giorni, si terrà un corteo organizzato dai familiari delle vittime. Alle ore 22 partirà da Via XX Settembre. Il Sindaco Cialente ha annunciato che al corteo parteciperà anche Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Parteciperà anche il commissario di Roma Capitale Francesco Tronca e diversi sindaci d’Italia. Il Sindaco ha affermato inoltre “Ringrazio il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, prefetto Francesco Antonio Musolino, e il Capo del Corpo, ingegner Gioacchino Giomi per il valido supporto che i Vigili del Fuoco hanno voluto fornire al Comune dell'Aquila, offrendoci la trasmissione in diretta della Fiaccolata di commemorazione delle vittime del sisma, nel settimo anniversario di questa immane tragedia”. Il Sindaco inoltre ha detto inoltre “Invito tutte le cittadine e tutti i cittadini aquilani a partecipare, alla Commemorazione delle 309 vittime del sisma del 6 aprile 2009. Una tragedia che ha continuato a uccidere, peraltro, oltre quella drammatica notte. Su ww.comune.laquila.it spiega il primo cittadino – sarà possibile seguire la Fiaccolata, a partire dalle 22. Un modo per consentirne la visione a tutti, compresi coloro che sono impossibilitati a partecipare. Un'iniziativa che ha richiesto un grande impegno da parte dei vigili del fuoco e una soluzione tecnologica di grande complessità. Un ennesimo motivo di gratitudine e riconoscenza per i vigili del fuoco, gli 'angeli del terremoto', che hanno contribuito a salvare tante vite umane, recuperando dalle macerie moltissime persone, e sostenendo in ogni modo la popolazione all'indomani del sisma. Un grazie a questi eroi per i meriti di ieri e di oggi”. Nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009, il terremoto ha ucciso 309 persone. In quel terribile terremoto vi furono tantissimi feriti, 1.500 circa e 70mila sfollati che hanno perso tutto.



TERREMOTO L'AQUILA: PERQUISIZIONI TRA PERUGIA E PESCARA

Quaranta tra sottufficiali e agenti forestali dei Comandi provinciali di Pescara e Perugia sono impegnati in dieci perquisizioni domiciliari ed aziendali in diverse località nelle province di Pescara e di Perugia. Le perquisizioni scaturiscono dalle indagini della Procura di Pescara per ipotesi di violazione alle norme che regolano la ricostruzione post terremoto dell'Aquila nell' ambito dei venti comuni rientranti nell'Utr (Ufficio Tecnico Ricostruzione) n. 5 di Bussi sul Tirino che dipende dell'Ufficio Speciale per la ricostruzione di Fossa (L'Aquila).

Le indagini. L'attività investigativa avrebbe fatto emergere un rete di conoscenze e connivenze tra vertici dell'Utr di Bussi sul Tirino, alcuni imprenditori impegnati nella ricostruzione, presidenti dei consorzi di proprietari ed altri soggetti interessati a beneficiare dei fondi per la ricostruzione privata degli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009. Grazie ad ipotesi di connivenze con ditte "amiche", stando sempre a quanto emerso dalle indagini, venivano pagati stati di avanzamento dei lavori, per centinaia di migliaia di euro, senza che quest'ultime fossero in regola con il Durc, altri documenti di tipo amministrativo, oppure alcune tempistiche previste dalla normativa della ricostruzione. Gli investigatori avrebbero riscontrato, ad esempio, che i Durc a volte non venivano presentati oppure erano scaduti o irregolari, ovvero relativi a lavori diversi o falsificati. Tra i particolari degli atti dell'inchiesta emergerebbe l'assunzione della figlia del responsabile Utr in una delle aziende agevolate nei pagamenti. Le perquisizioni domiciliari in corso tra Bussi, Pescara, Assisi e Perugia, sono finalizzate a reperire ulteriori riscontri accertare le modalità di divisione dei lavori e ulteriori responsabilità dirette delle persone attenzionate.




TERREMOTO L'AQUILA: TECNICI ASSOLTI IN APPELLO

Redazione

L'Aquila –  La Corte d'Appello dell'Aquila ha assolto dalle accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose sei dei 7 componenti dell'ex Commissione Grandi Rischi. In parziale riforma della sentenza di primo grado l'unica condanna a due anni di reclusione e' stata inflitta a Bernardo De Bernardinis, gia' vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile.




ROMA: PARTITA LA "LUNGA MARCIA PER L'AQUILA" CHE APPRODA IL 22 GIUGNO NEL CAPOLUOGO ABRUZZESE

Redazione

Roma – È partita venerdì mattina da Piazza Sempione a Roma “La Lunga Marcia per l’Aquila”, l'iniziativa organizzata per il secondo anno dall'associazione Movimento Tellurico in collaborazione tra gli altri con Legambiente e Federtrek, per ricordare il grave sisma che ha colpito l'Aquila quattro anni fa, puntare l'attenzione su una ricostruzione ancora debole che costringe molti cittadini lontano dalle proprie case, sull'importanza della manutenzione continua del territorio per l'intero Paese.

Dopo l'esperienza dello scorso anno questa edizione della Marcia prevede due eventi simultanei in partenza da Roma e Novi di Modena. Sono 162 i chilometri che verranno percorsi da Roma a l'Aquila per una lunga camminata che in 8 giorni attraverserà luoghi affascinanti e porterà i marciatori al capoluogo abruzzese il 22 giugno. Lì potranno riunirsi alla Lunga Marcia da Nord, partita il 25 Maggio, e alla transumanza a pedali organizzata dai Tetes de Bois. Evento conclusivo in piazza Duomo alle 21,30 con il palco a pedali e lo spettacolo del gruppo con il Banco di Mutuo soccorso.

Il percorso dalla Capitale è iniziato venerdì mattina col minitrekking al Parco dell'Aniene fino a Ponte Mammolo e poi trasferimento a San Vittorino con i mezzi per raggiungere Tivoli. Da qui una bellissima passeggiata fra i ruderi e le rovine di epoca romana alle spalle di Villa Adriana. Da Vicovaro a Tagliacozzo, da Avezzano a Rocca di Mezzo, sarà l'occasione per conoscere posti meravigliosi e stare insieme.

“Vogliamo portare a L’Aquila la nostra solidarietà e quella delle comunità che incontreremo -affermano gli organizzatori-, ma strada facendo vogliamo anche coinvolgere i cittadini, le istituzioni e soprattutto le scuole in un vasto dibattito sulla prevenzione dei danni provocati dai terremoti, promuovendo incontri sulle tecniche più avanzate di prevenzione antisismica, ascoltando le storie di chi ha vissuto il terremoto sulla propria pelle e raccogliendo firme per una legge che preveda l’integrale deducibilità dall’imposizione fiscale delle spese sostenute per la messa in sicurezza degli edifici. È ora di dire basta alla fatalistica attesa di un nuovo sisma o di una nuova alluvione, con i lutti e le distruzioni che ne conseguono. Occorre promuovere un grande progetto nazionale per la messa in sicurezza del territorio dai rischi del dissesto idrogeologico e per una seria prevenzione antisismica: sono queste le uniche, vere “grandi opere” da realizzare subito.”

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NON DOBBIAMO DIMENTICARE

Chiara Rai

Ti stringi forte alle persone care, infondi e chiedi sicurezza, speri che dopo quell'ultima scossa la terra smetta di tormentarti. Invece, dopo che tutto ti è crollato attorno, dopo che i tuoi cari, i ricordi, gli amici, sono stati divorati da una terra ribelle, capisci che l’ultima scossa, tuo malgrado, ti ha colto impreparato.

L'Aquila e i paesi vicini hanno vissuto tutto, fino in fondo, fino a perdere le radici legate alla memoria storica di una città ridotta fantasma. Illusa, con voce afona dopo quattro anni si presenta sventrata, solo in parte rimessa in piedi e grazie, soprattutto, alla buona volontà degli aquilani, al sostegno e solidarietà di coloro che senza slogan hanno donato per fratellanza, per comunanza con un sentimento sconosciuto ai fagocita tori di consensi: L’Aquila ora è poco appetibile, una vecchia piaga ancora non rimarginata dove all'occorrenza vi si è gettata un'àncora giocattolo. 

C'è chi a casa non vi e' tornato, le mura d'albergo hanno assorbito le sue nomadi lacrime. C'è chi ha perso il proprio figlio, chi non ha avuto il tempo di nascere e chi di diventare madre. Ragazzi, anziani, donne, bambini raggiunti da un terremoto, classificato di magnitudo 6.3, una scossa letale avvenuta ad una profondità di 8,8 chilometri: 308 vite umane, salite a 309 con la creatura prigioniera tra il ventre della madre e le macerie, che doveva venire alla luce proprio allora, il 6 aprile del 2009. Secondo quanto si apprende, giunti al quarto anniversario del sisma, la popolazione assistita dallo Stato ammonta a 22 mila persone di cui 12 mila negli insediamenti antisismici del progetto CASE; 2.700 nei Moduli abitativi provvisori; 6.700 beneficiari del contributo di autonoma sistemazione; 140 persone ancora ospitate dagli alberghi.

Pina Calì, una persona comune, in un blog racconta la sua testimonianza di quel tragico giorno. “Mia figlia, studentessa dell’università di L’Aquila in psicologia, divideva il suo appartamento con un’altra ragazza studentessa a piazza San Pietro a Coppito n° 1…..Papa Celestino V,  mi ha fatto il miracolo di riavere mia figlia sana e salva senza un graffio, recuperare la macchina e tutti gli effetti personale delle due studentesse. Subito dopo la scossa terribile che ha raso al suolo la città di L’Aquila, la mia bambina è uscita scalza per scappare da quell’inferno. Davanti a un palazzo si è fermata ed è tornata indietro per recuperare le scarpe ed il telefonino. Pochi secondi ed è crollato il palazzo dove si era fermata poco prima! Se non tornavano indietro, le due ragazze sarebbero state travolte dalle macerie di questo palazzo crollato. Sono riuscita a mettermi in contatto telefonico con mia figlia e l’ho invitata a scappare dal centro storico. Lei mi diceva che aveva trovato insieme all’amica, rifugio nel centro della piazza San Pietro, ma tutto intorno a loro crollava e vi erano fili di corrente elettrica scoperti e un forte odore di metano. Aveva terrore di avventurarsi per i vicoli con il buio. Quattro ore in piedi sulla piazza, a quattro gradi, stando attente ai crolli dei palazzi intorno, spostandosi dal centro della piazza alla ricerca di un punto sicuro. Le due ragazze erano coperte da un pigiama ed una leggera giacchetta da camera. Per quasi quattro ore si sono abbracciate per riscaldarsi e farsi coraggio a vicenda. Dopo qualche ora è arrivato il loro “angelo salvatore” che le ha raggiunte nel centro storico per portarle fuori da quell’inferno. Si è dovuto fermare lì con loro ed aspettare che arrivasse la prima luce del giorno per trovare una via di fuga”. La memoria di questo evento dev’essere sempre rinnovata, non possiamo dimenticare quello che i nostri fratelli aquilani hanno subito e neppure le false promesse dei politicanti che giocano con la vita delle persone.

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L’AQUILA E LA SUA UNIVERSITÀ: IL GIORNO DEL RICORDO

Franco Medici (Docente Facoltà di Ingegneria “Sapienza” Università di Roma)

Non ho notizie da dare: “Immota manet” come nello stemma della città, ho molto da ricordare, quella sera, la notte del terremoto ero a casa, mi sono svegliato, e mio figlio allora studente di geologia alla “Sapienza” di Roma, girando per casa mi dice: “La solita scossa di terremoto a L’ Aquila sono giorni che seguiamo all’università i sismogrammi”.  Poi, ciò che è accaduto dopo, lo abbiamo seguito alla televisione che per giorni ci ha documentato riguardo gli eventi. Subito, nei primi mesi, ho pensato che tutto si sarebbe risolto velocemente e brillantemente.

L’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si recava spesso a L’Aquila, il G8 venne spostato dalla Maddalena a L’Aquila, Obama venne ripreso mentre giocava in un campo da basket allestito presso la scuola del comando della Guardia di Finanza, Michelle Obama, commossa, veniva immortalata davanti alla Chiesa delle Anime Sante. Per la prima volta vedo apparire un segnale di qualche cosa che non andava, un gruppo di spiritosi, i soliti estremisti polemici, pensavo, allestiscono in bella mostra sui prati vicino alla città la scritta organizzata con dei sassi “Yes, we camp”. Poi, ancora, il 7 luglio 2010 una manifestazione a Roma di terremotati della città accolti da manganellate. Io ho tre amici a L’Aquila, tre miei ex colleghi, dico ex perché io ho cominciato la mia attività accademica in quella città,  ero il più giovane dei tre e per sette anni abbiamo prodotto insieme della buona ricerca nella facoltà di Ingegneria lassù, a Roio, in una facoltà che oggi non c’è più in quel luogo. Anzi, poco prima di tornare a Roma, nel 1990, ho seguito la presentazione del progetto di ampliamento della facoltà e  visto i primi lavori, mi accorgevo che qualche cosa non era a regola d’arte, ma pensavo: tanto sto per andare, via ci metteranno mano gli aquilani. Ora questi tre miei amici non vivono più in città: uno è ad Avezzano, l’altro a Rocca di Mezzo, il terzo, il più anziano, a Giulianova: “respiro aria di mare”, come dice lui. Le loro speranze di tornare in città? Poche, forse nessuna. Nel settembre 2009 i miei colleghi si sono sforzati di organizzare in città un congresso internazionale sulla “Valorizzazione e recupero dei rifiuti industriali”, un evento biennale tenutosi per la prima volta nel 1997, uno dei più importanti del settore in Italia, frutto dell’ attività e delle ricerche del Dipartimento di Ingegneria Chimica. In quella occasione ho avuto modo, utilizzando una presentazione, di entrare nella zona rossa, la Protezione Civile non aveva piacere a far entrare le persone estranee, probabilmente per difficoltà organizzative e per frenare il turismo della curiosità. Ho girato a lungo, tre ore, più che altro interessato ad osservare le opere di puntellamento e le fratture da azione sismica, così da soddisfare la mia curiosità ingegneristica, volevo, inoltre, fare delle fotografie per poi farle vedere ai miei studenti, ho chiesto il permesso mi è stato gentilmente detto di evitare.

Mi ha particolarmente colpito la zona attorno al Rettorato, probabilmente tra le più colpite e tra le meno illustrate dalla televisione. I rapporti sono poi continuati, perché interromperli, quella era ed è una buona Università, sono andato più volte, una cosa mi ha colpito ricordo negli anni prima del  terremoto a tutte le ore del giorno giovani e meno giovani passeggiare per il centro tra la fontana Luminosa e la piazza del Duomo e fermarsi ai “quattro cantoni”, ora il luogo della passeggiata e degli incontri è diventato un anonimo centro commerciale: L’Aquilone in periferia. Sono tornato lo scorso marzo negli stessi luoghi, un disastro: nulla è stato fatto il centro è ancora disabitato, gli edifici puntellati come nel 2009, la facoltà di Ingegneria a Roio non riaperta. La mia non è una denuncia, non conosco per nulla i problemi della ricostruzione, è una pura testimonianza. Ah, dimenticavo, negli anni qui a Roma ho incontrato tanti studenti allora iscritti a L’ Aquila e poi trasferiti a  Roma, tutti molto dignitosi, a parte il risultato più o meno brillante, dipende dalle persone, dal tempo dedicato alla preparazione dell’ esame, ma nessuno di questi ragazzi piagnucoloso, solo alla fine dell’esame mi dicevano non posso registrare e perché chiedevo? Ho problemi burocratici, mi rispondevano, non mi hanno riconosciuto ancora il trasferimento, non mi hanno convalidato gli esami, ho difficoltà a farmeli riconoscere, si è perso il carteggio. Ultimamente sempre in televisione ho visto una senatrice della Repubblica, eletta in Abruzzo, Paola Pelino, in prima fila a Milano davanti al Palazzo di Giustizia. Perché non è in prima fila a sostenere le ragioni dei suoi conterranei? Probabilmente non ne so abbastanza e non conosco le azioni e gli interventi dei parlamentari eletti in Abruzzo. 

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