ISIS IN ITALIA, BLITZ IN LOMBARDIA E PIEMONTE: PIANIFICAVANO ATTENTATO A ROMA

Redazione

Un’operazione congiunta Ros-Digos ha portato arresto di una coppia di presunti estremisti islamici residenti islamici residenti nella provincia di Lecco. La coppia voleva partire in territori Sirio-iracheni e voleva portare con se i figli di 2 e quattro anni. Nel corso dell'operazione sono state emesse inoltre, ben sei ordinanze di custodia cautelare. Uno dei destinatari della misura restrittiva per il reato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale è un marocchino di 23 anni che risiede a Varese. Il giovane ha inoltre un fratello foreign fighter che è stato espulso dall’Italia nel gennaio del 2015 per motivi di terrorismo e che si sarebbe dovuto unire alla coppia. I tre soggetti arrestati avevano contatti con due coniugi residenti a Lecco, partiti verso territori sirio-iracheni nel febbraio 2015. Sono stati raggiunti da un provvedimento cautelare e anche un loro parente che si è attivato nel fare da intermediario tra i soggetti e gli aspiranti combattenti. L’operazione è stata coordinata dalla Procura distrettuale di Milano d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e ha avuto luogo in diverse province come in Lombardia e Piemonte.

Gli arresti Delle 6 ordinanze di custodia emesse, quattro sono state eseguite mentre altre due riguardano una coppia già espatritata e latitante in Siria. In manette invece una coppia di marocchini regolare sul territorio italiano e residente in provincia di Lecco insieme a due figli che provvisoriamente sarebbero stati affidati ai nonni, un altro marocchino di 23 anni della provincia di Varese, già conosciuto alle forze dell'ordine perchè fratello di un presunto foreign fighter espulso dall'Italia nel gennaio 2015 e probabilmente morto in Siria mentre combatteva per il Califfato. Nell'elenco compare anche il nome di una donna, sorella del marocchino Koraichi. Secondo gli inquirenti milanesi, erano tutti pronti a partire per la Siria e l'Iraq per unirsi alle milizie dell'Isis.

Pianificavano attentato a Roma Gli arrestati stavano pianificando un attentato a Roma. Lo ha spiegato il Pm di Milano titolare dell'inchiesta sulla cellula terroristica islamica individuata in Lombardia. In particolare Koraichi, dalla Siria lo avrebbe esplicitamente chiesto a uno degli arrestati. "Il profilo di novità – ha detto il magistrato – è che non si tratta di una indicazione generica. Una persona specifica viene invitata a procedere in territorio italiano. E in particolare viene indicata la città di Roma come luogo di riferimento dei cristiani".

La rete dei terroristi Gli arrestati erano in contatto con altri due coniugi già residenti in provincia di Lecco, partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015, anch'essi raggiunti dal provvedimento cautelare così come una loro parente, che si è adoperata per mettere in contatto questi ultimi con gli aspiranti combattenti. L'operazione, coordinata dalla Procura distrettuale di Milano d'intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, è cominciata all' alba in diverse province della Lombardia e del Piemonte, ed è stata condotta congiuntamente dalle Digos di Lecco, Varese, Milano – supportate dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Dcpp/Ucigos – e dal Ros dei Carabinieri, coadiuvato dai Comandi dell'Arma territoriali.


La coppia latitante
La coppia sparita circa un anno fa da Bulciago, in provincia di Lecco, figura tra i destinatari dell'ordine di arresto. Si tratta di Mohamed Koraici, marocchino di 32 anni, e Alice Brignoli, italiana di 39 anni che si è convertita all'Islam con il nome di Aisha e che risultano latitanti: non si ha più nessuna notizia di loro dal febbraio 2015 quando, stando alle indagini condotte dal pool dell'antiterrorsimo di Milano coordinato dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, la coppia sarebbe partita per la Siria insieme ai loro tre figli.

La conversione all'Islam La vicenda di Alice Aisha Brignoli e Mohamed Koraichi, i cui nomi sono finiti nell'elenco dei foreign fighters 'italiani', è emersa a maggio del 2015 quando la madre della donna ne ha denunciato la scomparsa portando con se i figli, il più grande di sette anni e il più piccolo di solo un anno e mezzo. Aisha e suo marito Mohamed, secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, hanno iniziato il percorso di radicalizzazione nel 2009, in concomitanza con la nascita del primo figlio: lei ha iniziato ad indossare il velo e a studiare l'arabo, lui si è fatto crescere la barba e sempre più spesso si faceva vedere in giro con una tunica bianca. Con il passare del tempo i due hanno tagliato i ponti con le famiglie e a maggio dell'anno scorso sono partiti. Prima tappa la Turchia, da dove poi hanno raggiunto la Siria. Quando è entrata nell'appartamento della figlia a Bulciago, la madre di Aicha ha trovato solo un messaggio: "sono partita, non mi cercate, non torno". Da allora gli investigatori hanno intercettato due telefonate, per dire che stava bene e di non preoccuparsi, e un ultimo messaggio verso la fine dell'anno.
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TERRORISMO, SVOLTA STORICA: VIA LIBERA DEL GOVERNO ALLA BANCA DATI DEL DNA

Redazione

Lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata e non solo. La Banca dati del Dna, che oggi ha ottenuto il via libera del Governo, si occuperà anche di facilitare le attività di identificazione delle persone scomparse, mediante acquisizione di elementi informativi allo scopo di ottenere il profilo del Dna e di effettuare i conseguenti confronti. È quanto si apprende dalla nota di Palazzo Chigi, seguita al Cdm di questa mattina. La Banca dati, salutata con favore dai ministri dell'Interno Angelino Alfano e della Giustizia Andrea Orlando al termine della riunione, sarà collocata presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, mentre il Laboratorio centrale sarà presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria-Direzione generale dei detenuti e del trattamento del ministero della Giustizia. Il Regolamento stabilisce le tecniche e modalità di acquisizione dei campioni biologici, di gestione e tipizzazione dei profili del Dna, nonché di alimentazione della Banca dati, di trattamento e di accesso per via informatica e telematica ai dati raccolti nella Banca dati e nel Laboratorio centrale. Vengono previste disposizioni per la consultazione della Banca dati per finalità di cooperazione transfrontaliera, che regolamentano lo scambio di informazioni e la protezione dei dati personali trasmessi o ricevuti, attraverso l'individuazione della finalità del trattamento dei dati e la previsione di verifiche in ordine alla qualità degli stessi e alla liceità del relativo trattamento

Il provvedimento disciplina poi le tecniche e modalità di analisi dei campioni biologici e dei profili di Dna estratti, e stabilisce i tempi di conservazione dei campioni e dei profili.
Individua inoltre le attribuzioni dei responsabili della Banca dati e del Laboratorio centrale e le attività del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (Cnbbsv), al fine di garantire che siano osservati i criteri e le norme tecniche per il funzionamento del Laboratorio centrale e dei laboratori che lo alimentano. La cancellazione dei profili del Dna e la distruzione dei campioni biologici è prevista nei seguenti casi: a seguito di assoluzione con sentenza definitiva perché il fatto non sussiste, perché l'imputato non lo ha commesso, perché il fatto non costituisce reato; a seguito di identificazione di cadavere o di resti cadaverici, e del ritrovamento di persona scomparsa; quando le operazioni di prelievo sono state compiute in violazione delle disposizioni previste dall'art. 9 L. 85/2009 in tema di prelievo di campione biologico e tipizzazione del profilo del Dna; decorsi i termini stabiliti dall'art. 25 del Regolamento sui tempi di conservazione dei profili del Dna. Sullo schema di provvedimento è stato acquisito il parere favorevole del Cnbbsv e il parere favorevole con osservazioni del Garante per la protezione dei dati personali. Sono stati inoltre acquisiti i pareri favorevoli con osservazioni e condizioni del Consiglio di Stato e delle competenti commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato, che sono stati accolti quasi integralmente nel testo del regolamento.




TERRORISMO, PROGETTAVA UN ATTENTATO A ROMA: ARRESTATO IMAM A CAMPOBASSO

Redazione

Campobasso – La Polizia di Campobasso, presso il Centro di accoglienza rifugiati richiedenti asilo di Campomarino (CB), ha fermato un cittadino somalo, richiedente asilo. L'uomo, secondo l'accusa, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, svolgeva reiterata attività di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo, nei confronti di correligionari ospiti della struttura di accoglienza per richiedenti asilo «Happy Family» di Campomarino

I poliziotti hanno riscontrato che il somalo sfruttava la qualità di Imam della locale comunità islamica per invitare alla Jihad contro gli infedeli; divulgava l´attività terroristica di stampo islamico, in particolare visionando, con alcuni di essi, ed esprimendo commenti elogiativi, immagini e filmati cruenti di azioni riferibili alle organizzazioni islamiche estremiste e riferendo agli astanti, alloggiati nello stesso centro, provenienti da zone prossime alle sedi del conflitto (Medio Oriente e Nord Africa) l´intenzione, una volta ottenuto il «passaporto» (cioè la concessione dell´asilo politico in Italia) di recarsi in Siria a combattere. Esaltava inoltre gli attentati terroristici di Parigi, ed il martirio suicidiario, indicando come bersaglio la stazione ferroviaria di Roma, e comunque invitando i precitati ad unirsi alla cruenta Jihad, allo scopo seguendolo, come dallo stesso reiteratamente proposto, nell´allontanamento dal Centro di accoglienza, nella giornata del 9 marzo 2016, e in un successivo viaggio vero la Siria, da intraprendere, con finalità di arruolamento

Così agendo, concretamente istigava la commissione dei delitti di attentato per finalità terroristiche, atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, con pericolo per l´incolumità pubblica partecipazione ed arruolamento nelle predette associazioni terroristiche . Condotta posta in atto con finalità di terrorismo: con l´aggravante di aver commesso il fatto tramite l´uso di strumenti informatici e telematici Contestualmente al fermo, si è proceduto alla perquisizione dell´indagato, di un altra persona ospitata di nazionalità somala, nonchè di pertinenze immobiliari del Centro di accoglienza, pervenendo al sequestro di cellulari utilizzati per comunicazioni connesse ai fatti di cui sopra. L´indagine è iniziata nel dicembre scorso e si è svolta attraverso acquisizione di sommarie informazioni, indagini tecniche, perquisizioni ed attività di osservazione e controllo sul territorio




TERRORISMO, ALLARME DEI SERVIZI SEGRETI: L'ITALIA NEL MIRINO DELL'ISIS

Redazione
 
Roma – L’Italia ha ricevuto esplicite minacce dai Jihadisti, in cui veniva detto che presto o tardi il nostro bel paese sarebbe finito sotto la mira dell’Isis. I controlli sono stati repentini, ci sono stati anche arresti ma oggettivamente non sono emersi elementi oggettivi su un piano di natura terroristica messo in atto nel nostro paese. Gli attentati di Parigi hanno allarmato il nostro paese, l’esodo di tantissimi immigrati verso terre straniere ha portato alla chiusura delle frontiere da parte di molti stati dell’Unione Europea. Ma la minaccia Jihadista nei confronti dell’Italia c’è, a rivelarlo è la relazione annuale dell’Intelligence che è stata inviata al Parlamento. Nel documento si evince che le minacce riguardano i rapporti che l’Italia ha con gli Usa e Israele e l’impegno contro il terrorismo. Il rischio maggiore emerge in relazione all’evento mondiale che è il Giubileo e al rischio di attentati. La relazione parla anche dei tanto discussi flussi migratori e riporta che non vi è alcun rischio di infiltrazioni terroristiche dalle rotte provenienti dal NordAfrica, rischiose invece le rotte balcaniche poiché sono zone privilegiate dai Foreign Fighters. 

Tischio infiltrazioni terroristi Balcani – Nessun riscontro di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori dal Nordafrica, mentre il rischio "si presenta più concreto" lungo la rotta balcanica. Lo indica la relazione annuale dei servizi di intelligence inviata al Parlamento, evidenziando come la regione balcanica sia zona di transito privilegiato di foreign fighters (oltre 900 sono partiti da lì per i teatri di guerra), nonchè area di "realtà oltranziste consolidate".

"La massa di persone in movimento verso lo spazio comunitario – osserva la relazione – oltre a costituire un'emergenza di carattere umanitario, sanitario e di ordine pubblico, può presentare insidie sul piano della sicurezza". E l'attività d'intelligence si è focalizzata sulle possibili contaminazioni tra immigrazione clandestina e terrorismo, anche alla luce del fatto che "i contesti di crisi siriana, irachena, libica, subsahariana e del Corno d'Africa sono infiltrati in parte da espressioni terroristiche di matrice islamista che possono inquinare i canali dell'immigrazione e sottoporre alla radicalizzazione elementi poi destinati ad emigrare nei Paesi europei". Va poi considerato, aggiungono gli 007, "come l'aver vissuto in aree di guerra, talvolta partecipando attivamente ai combattimenti, possa conferire ai nuovi migranti un profilo potenzialmente critico, derivante soprattutto dall'expertise 'militare' acquisita".

In Libia, da dove proviene il 90% dei migranti sbarcati in Italia, "operano organizzazioni di trafficanti strutturate e flessibili, a prevalente composizione multietnica, in grado di gestire tutte le fasi del trasferimento". In Italia proliferano gruppi criminali etnici composti prevalentemente da egiziani, del Corno d'Africa e rumeni, specializzati sia nella falsificazione documentale sia nel fornire assistenza ai migranti per il trasferimento dai centri di accoglienza alle località di destinazione nel Nord Europa. È emersa inoltre l'operatività di sodalizi brindisini attivi nel trasferimento di migranti dalle coste della penisola balcanica meridionale verso l'Italia. Quanto alla diffusione del radicalismo islamico nei Balcani, i servizi indicano rischi "sia per il suo potenziale destabilizzante, sia per l'eventualità di un insediamento nella regione di basi logistiche in grado di supportare pianificazioni terroristiche contro Paesi europei, incluso il nostro".




TERRORISMO E IMMIGRAZIONE: ARRESTATO FOREIGN FIGHTER A COSENZA

M.C.P.

Cosenza – Operazione antiterrorismo della Polizia di Stato. I poliziotti della Digos della Questura di Cosenza, coordinati dal Servizio centrale Antiterrorismo, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un marocchino. Si chiama Hamil Mehdi, commerciante ambulante con permesso di soggiorno, ha 25 anni, radicalizzato e residente a Luzzi, in provincia di Cosenza, è indagato per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo, con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti foreign fighters, era pronto a raggiungere gli scenari di guerra. Gli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo lo hanno monitorato costantemente dal luglio scorso.

"Sono andato in Turchia solo per pregare". Si sarebbe giustificato in questi termini Mehdi davanti ai poliziotti della questura di Cosenza. Lo scorso luglio era stato respinto dalle autorità turche, d'intesa con quelle italiane, sospettando un suo interesse per gli scenari di guerra, e l'attività investigativa nei suoi confronti era stata rafforzata. Il marocchino 25enne già da allora aveva sempre negato di essere vicino all'Isis.

 "L'arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l'auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero". Lo ha detto il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, circa l'arresto del marocchino di 25 anni al quale viene contestato l'articolo 270 quinquies del codice penale. "Lo abbiamo monitorato costantemente – ha aggiunto – dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia". Al momento dell'arresto, all'uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.




RENZI: "RAFFORZIAMO CYBER-SECURITY CONTRO IL TERRORISMO"

Redazione

Bisogna rafforzare la cyber-security contro il terrorismo, "nemico molto pericoloso che nessuno puo' sottovalutare". E' quanto ha affermato il premier Matteo Renzi, intervenendo al teatro La Pergole di Firenze in occasione della Festa della Toscana. "Tutti insieme stiamo cercando di avere regole piu' stringenti, puntiamo sulla cyber security, ma accanto a questo c'e' bisogno di una reazione delle nostre comunita'", ha sottolineato il presidente del Consiglio.

"Non siamo uomini e donne chiusi dentro muri, ma delle comunita' – ha sottolineato – e oggi dobbiamo essere in prima linea portando il senso profondo di cio' che l'Italia". "Chi ha ucciso, ha ucciso in un ristorante, dentro un teatro. Ha ucciso fuori da uno stadio, nei luoghi della quotidianita'. Perche' i terroristi vogliono distruggerci e farci paura. La risposta deve essere una sola: dobbiamo investire in cio' che abbiamo di piu' bello e profondo", ha aggiunto Renzi, ricordando gli attentati del 13 novembre a Parigi. Per ogni "centesimo che sara' investito nella sicurezza, sara' investito un centesimo in cultura", ha assicurato Renzi, "servono piu' teatri, insieme alle videocamere di sorveglianza".




TERRORISMO, ATTACCO ARMATO IN MALI CONTRO BASE ONU DI KIDAL

Redazione

Ancora i terroristi protagonisti di attacchi in Mali. Ci sono stati diversi feriti nell'attacco sferrato da un commando armato con l'appoggio di colpi di mortaio contro la base dei caschi blu dell'Onu a Kidal, nel nord del Mali. Lo ha riferito il portavoce della Minusma, la forza di pace delle Nazioni Unite nel Paese africano, Olivier Salgado, spiegando che nella notte quattro o cinque razzi sono piovuti sulla base causando un numero imprecisato di vittime.

L'ex colonia francese è in piena emergenza terrorismo dopo l'attacco del 20 novembre di un commando jihadista a un hotel della capitale Bamako che ha causato 20 morti. Per gran parte del 2012 il nord del Mali è stato occupato da guerriglieri islamici, poi respinti dall'intervento militare francese, ma le violenze sono proseguite.

Ieri le forze della sicurezza del Mali hanno arrestato due uomini in relazione all'attacco di venerdì scorso contro l'hotel Radisson Blu di Bamako costato la vita a 19 persone




ATTACCO TERRORISTICO IN MALI, COLPITO HOTEL A BAMAKO: 27 UCCISI

Redazione

Bamako – Attacco jihadista in Mali, all'hotel Radisson Blue della capitale Bamako: un commando con una dozzina di terroristi con armi da fuoco e granate ha gridato "Allah u Akbar!", Dio è grande, quando hanno aperto il fuoco. Poi hanno preso almeno 170 persone in ostaggio (140 ospiti e 30 persone dello staff). Ventisette i morti, secondo un bilancio ancora provvisorio. Tre i terroristi uccisi. Tutti gli ostaggi sono stati liberati dalle forze di polizia dopo un lungo blitz. Tra questi sono stati liberati i 12 membri dell'equipaggio dell'Air France e 5 dei sei ostaggi della Turkish Airlines che erano stati trattenuti nell'albergo. 

L'attacco è avvenuto al settimo piano della struttura dove , secondo il quotidiano francese Liberation – "si trovano le camere utilizzate dal personale di volo dell'Air France". I diplomatici del Quai d'Orsay a Parigi hanno attivato una cellula d'emergenza. "Ancora una volta i terroristi hanno voluto segnare la loro presenza barbara, in luoghi dove possono uccidere e impressionare. Dobbiamo dimostrare la nostra solidarietà al Mali, un Paese amico". Lo ha detto il presidente francese François Hollande, invitando i francesi a Bamako a raggiungere l'ambasciata e a mettersi al sicuro.

Anche l'Unità di crisi della Farnesina si è subito attivata. Sono 15 i militari italiani presenti in Mali, nell'ambito di tre diverse missioni internazionali: nessuno è rimasto coinvolto nell'attacco terroristico. Gentiloni: 'Nessuno italiano coinvolto'. L'ambasciata Usa ha diramato un allerta in cui chiede ai cittadini americani di mettersi al sicuro.

E' giallo sulla rivendicazione. I servizi di sicurezza del Mali sospettano che dietro l'attacco ci sia il network jihadista Ansar Din, di cui fa sapere di aver sventato vari progetti di attentati nella stessa capitale maliana ad opera delle due brigate Khalid Ibn Walid e Fronte di liberazione di Massina. Poi i jihadisti di al Mourabitoun hanno rivendicato sul loro account twitter l'attacco all'hotel Radisson di Bamako. Il gruppo è stato fondato da Mokhtar Belmokhtar, ex comandante di al Qaeda nel Maghreb, ma recentemente si sarebbe unito all'Isis. Belmokhtar lo ha però smentito.

Proprio ieri il presidente francese Francois Hollande aveva sottolineato che l'Isis considera la Francia nemica perchè Parigi è intervenuta in Mali. In un discorso pubblico, il presidente aveva ricordato che nel 2013 la Francia ha aiutato il Mali, ottenendo una "vittoria": i "terroristi lo sanno per questo ci considerano nemici". "I terroristi nel 2012 si sono accaniti contro la cultura del Mali", "imposto divieti, le donne sono state sottomesse": "la Francia ha dovuto prendersi le sue responsabilità e portare avanti azioni importanti".




TERRORISMO: GENTILONI ESCLUDE INTERVENTO MILITARE IN SIRIA

di M.L.S.

Roma – Sale l'allerta antiterrorismo sulla scia dell'informativa inviata dal FBI e raccolta dalla Dea riguardo i possibili obiettivi di eventuali attacchi all'Italia. Intanto, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ospite della trasmissione Agorà, ha definito i "confini" entro cui la nazione agirà rispetto alle richieste di aiuto francesi per l'allarme terrorismo. Escluso l'intervento militare, l'Italia interverrà politicamente. 

No ad intervento militare in Siria
. “Nessuno metterà gli scarponi in Siria: nè Hollande, nè Obama, nè noi. Siamo pronti ad aiutare i nostri fratelli francesi ma nè noi, nè loro, nè gli americani faremo spedizioni in Siria”. Queste le parole riferite dal ministro che poi ha sottolineato:”La via d'uscita per la crisi siriana è di natura politica, non abbiamo bisogno di ripetere gli errori fatti in Iraq o Libia”. Una risposta forte, che se da una parte intende accordare l'assistenza al Governo francese, dall'altra pone delle restrizioni in attesa di maggiori specifiche riguardo il contributo italiano ai “fratelli francesi”.

Lavoro in Siria. Il ministro degli Esteri, dunque, ritiene possibile l'individuazione di un percorso in grado di allontanare Assad dalla Siria senza lasciare spazio ai tagliagole dell'Isis:”Questo è il lavoro che dobbiamo fare in Siria, con serietà e senza proclami roboanti”. Riguardo invece l'utilizzo dei Tornado, Gentiloni ha spiegato che sono necessari per le ricognizioni, prima di lasciare in bilico la posizione italiana al fronte. In futuro potrebbe mutare, ma: ”Per il momento quella è la funzione che ci chiede la coalizione e che noi svolgiamo”.

Allarme Usa.
In merito all'informativa giunta dagli Stati Uniti, recante i nomi di 5 possibili attentatori presenti in Italia e degli obiettivi a rischio attentato- La Basilica di San Pietro a Roma, il Duomo e il teatro della Scala a Milano- , Gentiloni ha confermato il rischio, invitando però a: ”Non essere prigionieri di questa preoccupazione”. “Da ieri – ha riferito il ministro – le nostre forze di sicurezza stanno lavorando per identificare cinque persone”.

 




TERRORISMO, CHAOUKI (PD): I MUSULMANI DEVONO SCENDERE IN PIAZZA E MANIFESTARE

Redazione
Roma
– “Le comunità musulmane devono prendere consapevolezza del loro ruolo e della responsabilità che hanno e unirsi alla lotta al terrorismo. Senza il loro aiuto non basterà né l’esercito né l’intelligence. Serve una risposta culturale dal basso e su questo non è stato fatto abbastanza finora”. E’ quanto dichiara il deputato Khalid Chaouki a Radio Roma Capitale nel corso dello speciale sui fatti di Parigi, condotto da Paolo Cento e Barbara Ruoppolo.

“I comunicati stampa di condanna – aggiunge – non sono più sufficienti: i musulmani devono scendere in piazza e manifestare fianco a fianco con tutti gli altri cittadini”. Il deputato non si unisce al coro di critiche contro l’intelligence francese perchè, spiega, “è facile criticare col senno di poi. Da quello che so io sono state messe in campo tutte le risorse disponibili. Quello che è mancato è il supporto delle comunità musulmane e arabe in Europa e non solo”.
Il deputato ha concluso esprimendo solidarietà "al popolo francese e alle famiglie italiane che hanno perso i loro cari".
 




ATTACCO A PARIGI: STRAGE A BATACLAN. CIRCA 100 LE VITTIME

di Christian Montagna

Parigi – E' terminato poco fa il blitz dei militari francesi a Bataclan. Un testimone dal teatro, ha parlato di cadaveri ovunque nell'edificio.Sarebbero almeno 104 le vittime al momento. Due terroristi sarebbero stati uccisi all'interno del teatro. Al teatro si stanno dirigendo in questo momento il premier Hollande e il primo Ministro. La Torre Eiffel si è spenta in segno di lutto.

Su Twitter, da alcuni profili di organizzazioni terroristiche è apparso il tweet:  " Vogliamo Parigi prima di Roma". 


Il presidente francese Hollande in questo momento ha invitato la nazione ad una presa di coscienza e di fiducia: “ Sto cercando di mettere in sicurezza tutti i quartieri. C’è uno stato emergenza. Sarà chiusa la circolazione in numerose zone, chiuse le frontiere per evitare che escano i terroristi. Compassione e solidarietà per le vittime. La Francia deve essere forte. I terroristi vogliono farci paura ma siamo una nazione dal sangue freddo che sa come difendersi. C’è ancora un luogo in cui ci sono gli ostaggi e in cui dobbiamo intervenire”.  La Prefettura ha raccomandato di non uscire di casa.


La Farnesina al momento non ha alcuna notizia di italiani coinvolti nella sparatoria.


Anche Barack Obama ha condannato duramente gli attacchi assicurando un sostegno in prima persona alla Francia. Su Facebook, il leader italiano di Lega Nord Matteo Salvini ha lasciato un messaggio alle vittime di questa ennesima tragedia firmata dal terrorismo: “Una preghiera per i morti innocenti di Parigi. E poi chiusura delle frontiere, controllo a tappeto di tutte le realtà islamiche presenti in Italia, bloccare partenze e sbarchi, attaccare in Siria e in Libia. I tagliagole e i terroristi islamici vanno eliminati con la forza!”.


Sale secondo la CNN il numero delle vittime di questa notte di terrore a Parigi. Le ultime cento sarebbero state ritrovate soltanto all'interno del teatro Bataclan. Numero assolutamente provvisorio che potrebbe variare in ogni momento. Intorno allo stadio che ospitava il match amichevole Francia- Germania, ci sarebbero gli altri corpi delle vittime seminati al suolo e coperti dalle lenzuola bianche poste dagli abitanti degli edifici circostanti.


La Francia piomba nuovamente nell’incubo del terrorismo islamico a pochi mesi dalla strage di Charlie Hebdo. Stavolta però cambia l’obiettivo: non si colpisce la libertà di stampa, non si colpiscono media o simboli del potere ma la gente semplice e comune, nei ristoranti, negli stadi e nelle sale dei concerti. 


L’azione sincronica dei terroristi ha messo letteralmente in ginocchio la nazione: tre sparatorie o forse quattro, circa cento ostaggi . “Gli assalitori sono ancora in strada”, annunciano i poliziotti francesi. Probabilmente, uno dei terroristi è stato ucciso.


Si evacuano le strade, i ristoranti e i bar della zona per evitare ulteriori problemi. All’interno dello stadio, sospesa la partita, si sono riuniti nel centro campo gli spettatori in attesa di ricevere notizie. Si cerca ora di evacuarli con molta calma, onde evitare scenari di panico e caos. Dopo essere stato fatto allontanare per motivi di sicurezza dallo stade de France, nella banlieue di Parigi, il presidente Francois Hollande si è recato al Ministero dell'Interno per una riunione di emergenza. Alla stessa riunione, parteciperà anche il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve.


Su Twitter i militanti dell’Isis hanno appena celebrato gli attacchi di Parigi con l’hashtag “Francia brucia” scritto in arabo. E’ senza dubbio la mano del terrorismo islamico dunque ad aver macchiato nuovamente la Francia di sangue. Terroristi che, forse, non hanno mai lasciato l’obiettivo francese. Anche a New York, sono state incrementate le misure di sicurezza. La paura, dunque, si espande a livello mondiale.


In Italia, a pochi giorni dal Giubileo, è massima allerta: sono stati allertati i questori di tutte le provincie, il Viminale però specifica: “ Non ci aspettiamo azioni del genere in Italia. E’ solo prevenzione”. L’allarme è stato esteso in particolare alle ambasciate straniere. 

(Foto da Twitter)