Roma, il Gip dice no all’archiviazione per Tiziano Renzi su Consip

No alla richiesta di archiviazione per Tiziano Renzi, coinvolto nella vicenda Consip per l’accusa di traffico di influenze. Lo ha deciso il gip di Roma, Gaspare Sturzo, a distanza di otto mesi dalla richiesta avanzata dalla Procura di fare cadere le accuse nei confronti del padre dell’ex presidente del Consiglio. Il giudice ha fissato la camera di consiglio per il prossimo 14 ottobre.
Oltre alla posizione di Renzi senior, il giudice ha detto ‘no’ anche ad altri 9 indagati (per alcuni dei quali la procura ha già chiesto il rinvio a giudizio per altre fattispecie) nei confronti dei quali i pm di piazzale Clodio avevano chiesto di archiviare singoli capi di imputazione. Tra loro l’ex ministro Luca Lotti (rivelazione del segreto d’ufficio), il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia (rivelazione del segreto d’ufficio), l’imprenditore Carlo Russo (turbativa d’asta).
Respinta la richiesta di archiviazione anche per l’imprenditore Alfredo Romeo (corruzione e turbativa d’asta) e per l’ex parlamentare del Pdl, Italo Bocchino (corruzione e turbativa d’asta), l’allora ad di Grandi Stazioni, Silvio Gizzi (turbativa d’asta), l’ex ad di Consip Domenico Casalino (turbativa d’asta) e il dirigente Francesco Licci (turbativa d’asta).
Nella richiesta di archiviazione i pm scrivevano che Tiziano Renzi aveva reso “affermazioni non credibili” nel corso nell’interrogatorio fornendo una “inverosimile ricostruzione dei fatti”. Per i magistrati, però, “non è dato rinvenire alcun elemento” che faccia supporre un accordo illecito con l’imprenditore Carlo Russo.
Il padre dell’ex presidente del Consiglio, “interrogato, ha sì dichiarato di conoscere Russo da prima del 2012, di avere condiviso con lui sia esperienze lavorative che esperienze personali come viaggi a Medjugorie, sì di avere instaurato un rapporto tale da avere fatto il padrino di battesimo del figlio, ma esclude di avere ‘parlato mai con lui di Consip’, né di avere mai ‘spinto con lui su Consip'”. Per i pm “queste ultime affermazioni non appaiono credibili confrontate con quanto dichiarato dal testimone, ex ad di Consip, Luigi Marroni in modo dettagliato, con alcuni puntuali riscontri su luoghi e tempi degli incontri avvenuti con Renzi considerato che tale teste non aveva interesse ad affermare il falso, ricostruendo circostanze che, semmai, potevano metterlo in difficoltà”. Nel provvedimento, aggiungono i pm, Marroni ha riferito che “in due occasioni, nel settembre 2015 e nella primavera 2016, Tiziano Renzi lo avrebbe pregato di ricevere Russo per ‘dargli una mano’. Si sarebbe trattato, secondo quanto riferito da Marroni, di una generica raccomandazione che non avrebbe avuto alcun esito”. Nella richiesta di archiviazione, tuttavia, la Procura concludeva che “nonostante tutti gli approfondimenti possibili, non è dato rinvenire alcun elemento – aldilà si ribadisce di un giudizio di inattendibilità di quanto dichiarato da Renzi – che consenta di ritenere che la raccomandazione spesa in favore di Russo fosse conseguenza di un accordo con lo stesso, al fine di esercitare indebite pressioni su Marroni per alterare le gare d’appalto indette da Consip”.




Genitori di Renzi agli arresti domiciliari: l’accusa è di fatture inesistenti e bancarotta fraudolenta

Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi. Le misure
sono state emesse dal gip di Firenze per bancarotta fraudolenta e per emissione e
utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti
. Il
provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, riguarda anche una terza
persona, un imprenditore di Campo Ligure (Genova). I tre, secondo quanto si
apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società
cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate
riguardano da un lato l’emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per
operazioni inesistenti all’interno di una delle società e, dall’altro,
un’ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due
altre società cooperative tra il 2010 e il 2013. Oltre a Tiziano Renzi,
Laura Bovoli ed all’imprenditore ligure Mariano Massone, tutti e tre ai domiciliari,
nell’inchiesta della procura di Firenze sono indagate altre 5 persone.
Tra queste Roberto Bargigli, detto Billy, autista del camper di Matteo Renzi
durante le primarie per la segreteria del Pd. 

L’ex premier Matteo Renzi apprende
la notizia alle porte di Torino, dove alle 21 era atteso al Circolo dlela
stampa per la presentazione del suo libro ‘Un’altra strada. Idee per l’Italia
di domani’. Decide di fare marcia indietro e affida ai social la sua
rabbia. 

Ho molta fiducia nella
giustizia italiana, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge

è il primo commento dell’ex premier. “Dunque sono impaziente di assistere
al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai
visto un provvedimento
così assurdo e sproporzionato
“, ha scritto
su Facebook Renzi commentando i domiciliari dati ai propri genitori.
“Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno
fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo
nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in
aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese,
forte della mia onestà”. 

Voglio che sia chiaro a tutti
che io non mollo di un solo centimetro.
La politica non è un
vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare
la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione
politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia
come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia
giusta”, precisa Renzi.

Arriveranno
le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono
davvero i pericolosi criminali che meritano – oggi, casualmente proprio oggi –
questo provvedimento
. Arriveranno le sentenze e misureremo la
credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e
chi no”. ” E tutto accade -precisa Renzi- perché ho tentato di
cambiare l’Italia”. 

Non si
fanno attendere i commenti. Il ministro dell’interno Matteo Salvini a caldo dice: ” L’arresto
dei genitori di Renzi? Niente da festeggiare”. Silvio
Berlusconi  precisa: “Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se
anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della
giustizia,
con separazione dei giudici dai pm, che devono avere
una carriera diversa”.

I figli non devono mai pagare
le colpe dei padri:
Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra
amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la
giustizia farà il suo corso”. Lo afferma in un post su Facebook il
sottosegretario M5S
Stefano Buffagni
. La solidarietà del Pd arriva da Maurizio
Martina e da Matteo Orfini. 

Per le 16 in Senato Matteo Renzi ha convocato una conferenza
stampa.

La misura dei domiciliari per
Tiziano Renzi e Laura Bovoli è stata decisa dal gip
Angela
Fantechi perchè sussiste il concreto e attuale “pericolo” che gli
indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede,
tributari e fallimentari, spiega il giudice. Non solo, continua, si tratta di
reati che “non sono occasionali” ma si inseriscono in un unico
programma criminoso che va avanti da molto tempo, realizzato in modo
professionale e coinvolgendo numerose altre persone.




Inchiesta Consip: prosegue l'interrogatorio in procura per Renzi senior

 

 

Redazione

 

In corso l'interrogatorio dei pm della Procura capitolina a Tiziano Renzi indagato per traffico di influenze nell'ambito dell'inchiesta Consip. Secondo i pm avrebbe aiutato l'imprenditore Alfredo Romeo a rafforzare i suoi contatti nella centrale acquisti della Pubblica amministrazione in cambio della promessa di soldi.

 

Sentito anche l'imprenditore Carlo Russo, che però non ha risposto ai magistrati. Russo interrogato per oltre 4 ore: nessuna risposta – I pm Mario Palazzi John Woodcock hanno sentito per oltre quattro ore Carlo Russo, che si è avvalso della facoltà di non rispondere su indicazione dei suoi difensori, gli avvocati Gabriele e Marco Zanobini. "Intendiamo far rispondere il nostro assistito – hanno spiegato i difensori – quando saremo su un piano di parità, ossia quando avremo piena conoscenza degli atti. Ora abbiamo solo un decreto di perquisizione".

L'interrogatorio di Russo si è svolto nella caserma dei carabinieri di Ognissanti a Firenze. L'imprenditore è accusato dall'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, di aver esercitato pressioni, per conto di Tiziano Renzi e Denis Verdini, in merito ad un appalto da 2,7 miliardi di euro.

 

Gentiloni: Tenere il Governo al riparo da turbolenze – Tenere il governo al riparo dalle turbolenze, di ogni tipo, scatenate dall'attualità politica. Questo quanto va ripetendo il premier Paolo Gentiloni ai suoi ministri. Nella giornata di oggi, secondo quanto riferito da diverse fonti, se n'è parlato in occasione del Consiglio dei Ministri anche a margine della riunione.


Il pensiero è subito andato al caso Consip e in questo caso le idee del premier sarebbe chiare: il ministro Luca Lotti merita solidarietà per la vicenda e le polemiche che si sono scatenate. In questo senso, il governo potrebbe anche decidere di tenere il punto in maniera ferma nei prossimi giorni: la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, infatti, ha riportato al premier Gentiloni la richiesta arrivata da alcuni gruppi perchè il governo riferisca in Aula proprio sul caso Consip.

 




Tiziano Renzi indagato per traffico di influenza

 

SCANDICCI – Tiziano Renzi, padre dell'ex presidente del consiglio Matteo Renzi, è indagato dalla Procura di Roma nell'inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Tiziano Renzi avrebbe ricevuto oggi un invito a comparire nel quale si ipotizza il reato di concorso in traffico di influenza. Il padre di Renzi sarà interrogato la prossima settimana. In base a quanto si apprende, i carabinieri gli avrebbero notificato oggi, a Scandicci, l'invito a comparire fissando l'interrogatorio già per la settimana prossima a Piazzale Clodio.

"Ho ricevuto questa mattina – dice Tiziano Renzi – un avviso di garanzia dalla procura di Roma in cui si ipotizza 'il traffico di influenza'. Ammetto la mia ignoranza ma prima di stamattina neanche conoscevo l'esistenza di questo reato che comunque non ho commesso essendo la mia condotta assolutamente trasparente come i magistrati – cui va tutto il mio rispetto – potranno verificare. I miei nipoti sono già passati da una vicenda simile tre anni fa e devono sapere che il loro nonno è una persona perbene: il mio unico pensiero in queste ore è per loro".

La notifica dell'invito a comparire è arrivata a Tiziano Renzi oggi alle 13.00. Lo conferma il suo difensore, l'avvocato Federico Bagattini, di Firenze. "Il fatto è totalmente incomprensibile – aggiunge il legale – perché nell'atto è riportato solo il numero della norma violata. Prenderemo contatto con il pm per capire quali sarebbero i fatti contestati".

Il procedimento all'attenzione dei pm romani è uno stralcio dell'inchiesta avviata a Napoli e inviata a Roma per competenza territoriale. Nell'inchiesta a fine dicembre erano stati indagati anche il ministro Luca Lotti, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette e il comandante della Legione Toscana dei carabinieri, il generale Emanuele Saltalamacchia. Nei loro confronti la Procura contesta i reati di rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. Il reato di traffico di influenza, contestato a Tiziano Renzi in concorso con altri, è stato introdotto nel codice penale nel 2012. Mira a colpire anche il mediatore di un accordo corruttivo al fine di prevenire la corruzione stessa. 




CHIL POST, TIZIANO RENZI: RESPINTA LA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE. CHIESTO SUPPLEMENTO DI INDAGINI

Redazione

Genova – Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, è indagato per bancarotta per il fallimento della Chil post, società di marketing guidata dall’uomo. Il pm aveva richiesto l’archiviazione ma  è stata respinta. Per l’uomo è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Roberta Bossi un supplemento di indagini quindi verranno svolte ulteriori indagini. L’avvocato difensore dell’uomo riferisce: “Si tratta di accertamenti che non daranno sorprese, essendo tutto documentabile e privo di ogni rilievo di carattere penale”. L’uomo era amministratore unico della Chil Post che nel 2010 cedette ad Antonello Gabelli e Gian Franco Massone, padre di Mariano, faccendiere che con Renzi senior aveva avuto rapporti in passato. Il supplemento d’indagine serve per accertare i rapporti contrattuali tra il gruppo Tnt e la società Chil Post Srl e Chil Promozioni Srl. Ma non è finita qui, le indagini si sono estese a macchia d’olio e indaga anche la Corte dei Conti e i finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno effettuato una perquisizione presso la sede Fidi Toscana in viale Mazzini a Firenze. E’ stata aperta un’inchiesta dalla Corte dei Conti sul presunto danno erariale patito dalla Toscana e dallo Stato centrale, causato dalle garanzie che la finanziaria regionale avrebbe prestato alla Chil srl, che è fallita ma non ha restituito il prestito. 
 
La storia. La vicenda inizia nel 2009 quanto la società Chil Srl ottiene un finanziamento di circa 700 mila euro dalla Banda di Credito Cooperativo di Pontassieve, finanziamento ottenuto grazie alla garanzia di Fidi Toscana. L’80% del prestito riesce a coprirlo Fidi, grazie soprattutto alle agevolazioni per l’imprenditoria femminile. Il capitale inizialmente era intestato alla madre e alla sorella del premier, ma successivamente Tiziano Renzi torna ad essere l’azionista di maggioranza e diventa il responsabile nonché l’azionista di maggioranza. Nel 2010 viene ceduto un ramo dell’azienda per 3 mila di euro alla società “Eventi 6 srl”, viene anche spostata la sede di Chil a Genova e ceduta a Massone, che insieme a Gabelli è accusato di bancarotta fraudolenta. Fidi Toscana ha versato circa 263 mila euro alla Banca di Pontassieve con un rimborso di 236 mila di fondo centrale di garanzia. i pm stanno cercando di capire se qualcuno abbia cercato di favorire la Chil omettendo controlli. 



RICHIESTA L'ARCHIVIAZIONE DEL FASCICOLO A CARICO DI TIZIANO RENZI

Redazione

Il pm Marco Airoldi della Procura di Genova ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per bancarotta fraudolenta aperto a carico di Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, mentre ha inviato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ad altri due ex amministratori della societa' di distribuzione editoriale Chil Post, di cui Renzi senior era titolare. I due indagati per cui e' stata chiusa l'indagine e vanno verso la richiesta di giudizio sono Antonello Gabelli e Mariano Massone, amministratori di diritto e di fatto della Chil Post al momento del fallimento. “Renzi  e’ garantista con i suoi amici e assolutamente inflessibile con chi non fa parte della sua cerchia”. Così Matteo Salvini, segretario della Lega nord, a Rainews24 dopo le dimissioni di Lupi da ministro delle infrastrutture. Salvini poi attacca  Renzi  sul caso del padre assolto: “Gli hanno assolto il babbo , guarda le coincidenze della storia della magistratura In Italia, tutto bene a casa di  Renzi  in questa domenica auguri”.
Tiziano Renzi era accusato di una bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d'azienda "sani" alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie dello stesso Tiziano. In sintesi, le sezioni sane della societa' sarebbero state cedute per poche migliaia di euro, dunque ad un valore sottostimato, alla moglie immediatamente prima di dichiarare il fallimento. La procura genovese ha ritenuto che Tiziano Renzi non abbia avuto responsabilita' nel fallimento della Chil Post, che avrebbe ceduto in piena salute. La procura di Genova ha 'scagionato' Tiziano Renzi dall'accusa di bancarotta fraudolenta in quanto lui avrebbe ceduto la societa' di distribuzione editoriale Chil Post nel 2010, tre anni prima del suo dichiarato fallimento da parte degli acquirenti. Non avrebbe avuto alcun ruolo attivo nella bancarotta e la cessione dei rami di azienda "sani" per appena tremila euro alla Eventi Sei, societa' intestata alla moglie, non sarebbero stata una "spoliazione" di capitali della Chil Post preordinata al successivo fallimento. Tutte le responsabilita' relative alla bancarotta fraudolenta della Chil Post sono state per ora imputate dalla procura genovese a Antonello Gabelli, 53 anni, di Alessandria e Mariano Massone, 44 anni, genovese residente ad Alessandria, rispettivamente amministratori di diritto e di fatto della Chil Post, di cui sono diventati titolari il 14 ottobre del 2010, mandandola fallita il 7 febbraio del 2013 con sentenza del tribunale di Genova. Secondo la procura i due "distraevano – scrive il pm marco Airoldi nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari a loro carico – parte del patrimonio della societa' facendo assumere a Chil Post srl debiti di terzi senza alcuna contropartita, effettuando pagamenti non giustificati, dirottando a terzi somme ricevute in pagamento di prestazioni rese e non contabilizzando pagamenti ricevuti". Nello specifico, ai due la procura contesta di avere avere stipulato, l'8 febbraio del 2011, "due separate scritture – scrive la procura – con le quali la Chil Post si accollava, senza giustificazione e senza alcun corrispettivo, i debiti che Mail Service srl aveva nei confronti di Asti Asfalti srl (142.322,59 euro) e che Romagnoli srl aveva nei confronti di MI.RO srl (159.923,43 euro), debiti liberatori per gli originari debitori Mail Service srl e Romagnoli srl, che non venivano pagati da Chil Post e ne determinavano il fallimento". Ancora, la procura contesta a Massone e Gabelli di avere stipulato il 5 luglio 2011 "una ulteriore scrittura di accollo – si legge nell'acip – con la quale Chil Post assumeva su di se' – senza giustificazione e senza corrispettivo – il debito (1.028.762,86 euro) che Directa srl aveva nei confronti di DU.MA Recapiti Srl e che quest'ultima aveva a sua volta ceduto a Mail Service Srl". Le successive contestazioni ai due amministratori riguardano operazioni del 2 novembre 2010 (versamenti a Directa srl di 255.372,54 euro per caparra affitto negozio), del luglio del 2011, con l'intestazione di una parte degli assegni ricevuti da Directa srl per 71.000 euro a Francesco Gambino, Gighen Alessandria, nessuno dei due creditori di Chil Post srl, del marzo 2011 con la mancata contabilizzazione di 34.442,80 euro pagati dal comune di Spoltore e da Chil Promozioni. Infine ai due viene contestato di non avere tenuto aggiornati i libri sociali della Chil Post, con riferimento particolare al libro delle decisioni dei soci. La decisione sull'archiviazione della posizione di Tiziano Renzi spetta ora al gip di Genova Roberta Bossi.
 




MATTEO RENZI: SUO PADRE INDAGATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA

Redazione

Genova –  Bufera in casa del premier il cui padre è indagato in una inchiesta di frode. La Procura di Genova ha indagato Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, nell'ambito di una inchiesta per bancarotta fraudolenta in cui sono coinvolte altre due persone. Lo confermano fonti della Procura del capoluogo ligure. L'indagine e' partita sei mesi fa in seguito al fallimento della Cil Post, azienda di distribuzione giornali con sede a Genova, dichiarata fallita un anno fa. A coordinare l'inchiesta e' il procuratore aggiunto Nicola Piacente.