PARCO DEI CASTELLI ROMANI: IN ARRIVO L'ITINERARIO DELLE VILLE TUSCOLANE

Redazione

Rocca di Papa [Parco dei Castelli Romani] – In realizzazione il primo tratto dell’itinerario delle Ville Tuscolane “Terre Ospitali dei Castelli Romani e Monti Prenestini”, progetto coordinato dal Parco dei Castelli Romani al quale hanno aderito la Comunità Montana e i Comuni tuscolani, è in fase di realizzazione.

Alla costruzione dell’itinerario, lungo oltre 30 chilometri e che vede come Ente capofila e beneficiario del finanziamento il Parco Regionale dei Castelli Romani, hanno contribuito la XI^ Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini e i comuni di: Frascati, Monte Porzio Catone, Monte Compatri, Rocca Priora e Rocca di Papa. Il progetto è stato elaborato in attuazione del bando pubblico della misura 313 “Incentivazione delle attività turistiche” del Programma di Sviluppo Rurale del Lazio (2007-2013 Asse IV Leader).

L’”Itinerario delle Terre Ospitali” prevede il ricongiungimento di una sentieristica storico-archeologica e paesaggistica che include un primo tratto fra la cittadina di Frascati e il Piazzale delle Ville Tuscolane con buona parte del sentiero che si sviluppa nel bosco; un tratto dai sentieri Tuscolani a Monte Porzio Catone (incluse le località Madonnella e Osservatorio); la sentieristica nei comuni di Montecompatri e Rocca Priora con lungo tratto con provenienza da Frascati ed infine il suggestivo tratto a Rocca di Papa sulle pendici di Monte Cavo fino alla via dei Laghi.

Frascati è il Comune interessato dal primo tratto di interventi: “questo itinerario – commenta l’Assessore ai lavori Pubblici di Frascati, Francesca Neroni – collega boschi e paesaggi suggestivi, grazie a un sentiero che inizia nel pressi del centro abitato, permettendo così a tutti con facilità di raggiungerlo e percorrerlo”.

Vicinanza alla città: un elemento che renderà più facile la fruizione da parte delle scolaresche, come conferma la dirigente del Settore III Servizi culturali, educativi e sociali di Frascati, Maria Grazia Toppi: “per i ragazzi è un’esperienza unica imparare dalla natura: questo sentiero, anche per le sue particolari caratteristiche fisiche che lo rendono semplice da percorrere, potrà essere inserito nelle uscite scolastiche degli studenti, che qui verranno a scuola di biodiversità”.

“Terre Ospitali” – commenta il direttore del Parco dei Castelli Romani, Tommaso Mascherucci – è uno dei progetti di sistema che l’Ente ha in essere e che mette in Rete Enti e Comuni, nell’intento condiviso di lavorare insieme per la valorizzazione del territorio. Un progetto importante che mostra come un Ente possa fare da aggregante e da punto di riferimento per la costruzione di progetti che vadano oltre i confini territoriali dei singoli Comuni”.

Gli interventi di ripristino della sentieristica hanno già richiesto, e richiederanno, manutenzione continua di fondi stradali, rimozione di alberi caduti, sfalci di erba e piante invadenti, rifacimenti di scoline per il corretto fluire delle acque piovane; sistemazione di palizzate e viminate per il contenimento di scarpate e terreni in erosione.
 




NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI: C'E' CHI HA DETTO NO!

Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Il dissesto idrogeologico, mi è già capitato di dirlo, è un cancro per l’Italia, rimasto spesso e volentieri afono in nome della speculazione edilizia. Frane e alluvioni sono le figlie di una politica volta a distruggere aree che invece andrebbero protette.

I primi giorni del prossimo mese di dicembre, secondo calcoli spiccioli, dovrebbe tenersi la seconda seduta della conferenza dei servizi sulla lottizzazione Corsi a Nemi. E' iniziata lo scorso 16 ottobre la conferenza dei servizi alla Regione Lazio.

Il Comune di Nemi intende concludere in fretta il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alla società riconducibile a Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi insieme ad altri soggetti.

In occasione dell’ultima conferenza dei servizi l’Ente regionale Parco dei Castelli Romani, così come la Provincia di Roma, hanno richiesto ulteriore documentazione per poter stilare una relazione tecnica o parere rispetto alla realizzazione del piano integrato in località Corsi, che ricordiamo nel 2009 non ebbe il nulla osta da parte del Parco dei Castelli Romani: a firmare il diniego di nulla osta fu l’allora direttore del Parco dei Castelli Romani Roberto Sinibaldi. Il diniego fu corredato da una relazione tecnica siglata dai geometri Massimiliano Troisi, Marco Ferrari e dal dottor Daniele Badaloni.

[ PER LEGGERE IL PARERE DEL PARCO DEI CASTELLI ROMANI EMESSO NEL 2009 CLICCARE QUI ] Questo parere di cui si parla tanto è pubblicato in allegato al presente articolo dal nostro giornale. Ed è un atto che appare più che mai attuale, valido, ben argomentato, contestualizzato rispetto ad una situazione che sembrerebbe essere rimasta invariata.

L’attuale direttore dell’Ente regionale Tommaso Mascherucci, il quale nel 2009, espresse già un parere di carattere agro vegetazionale rispetto al progetto “Corsi”, considerando anche l’impatto dell’edificazione sul suolo, acqua e aria e considerati anche i corridoi verdi, ha richiesto nuova documentazione (sicuramente perché aggiornata rispetto all’epoca) per poter stilare una più fedele relazione tecnica, al passo con i tempi. Oltre alla nuova documentazione, Mascherucci ha richiesto di poter effettuare un nuovo sopralluogo nell’area interessata dal progetto.

Lo scorso undici novembre il direttore del Parco dei Castelli Romani Tommaso Mascherucci, non avendo ancora ricevuto alcuna documentazione da parte del Comune di Nemi e quindi anche dal titolare del progetto, ha scritto al Comune facendo presente che, qualora non dovesse arrivare la documentazione richiesta in tempi ragionevoli per poter stilare la relazione tecnica e quindi il parere endoprocedimentale, si farà riferimento al parere precedente già espresso: un atto di coerenza.

Manca circa una settimana alla fine di novembre, siamo alla soglia della prossima conferenza dei servizi: perché l’Ente Parco non ha ricevuto ancora nulla? Come potrebbe in pochi giorni stilare una nuova relazione con tempi così stretti causati dal proponente stesso del progetto, cioè dal Comune?
 
Intanto, sempre lo scorso 11 novembre, Mascherucci è stato invitato dal Comune di Nemi al sopralluogo in località Corsi, stabilito per il 14 novembre.

Solo Mascherucci è in grado di sapere cosa scriverà sul nuovo parere, ma sicuramente è auspicabile un atto coerente con la linea perseguita in passato, dato lo stato dei fatti e lo scarso aggiornamento da parte dei proponenti alla data odierna.

Intanto analizziamo bene quello che sostanzialmente è stato il parere dell’ex direttore del Parco Roberto Sinibaldi.

LOCALITA' CORSI: 
Il profilo del Piano di Campagna è stato modellato in terrazzamenti artificiali anche per evitare la naturale erosione del terreno dovuta alle pendenze citate e alla composizione geologica degli strati superficiali che risultano di scarsa coesione. In questo senso le alberature esistenti assumo un ruolo fondamentale proprio nel mantenimento della coesione del terreno. Il terreno digrada successivamente con pendenze meno rilevanti, ma pur sempre da considerare per le criticità che potrebbero essere indotte da eventuali interventi antropici.

Ma non è tutto perché la relazione tecnica dei geometri e del dottor Badaloni dice anche che l’area è la continuazione dei tradizionali boschi a predominanza di castagno, esistenti in tutta la zona dei Castelli Romani.
Questa tipologia di boschi è considerata “Habitat naturale di interesse comunitario richiede la designazione di aree speciali di conservazione”. La rilevanza ecologica di questo bosco quale “cuscinetto” tra le aree a maggiore pregio naturalistico e quelle più antropizzate.
La realizzazione di questo progetto con centro estetico, villini ecc. andrebbe a causare una segmentazione e interruzione della continuità ecologica degli habitat e un conseguente abbassamento, nell’intera area circostante degli indici di naturalità esistenti.

Vicino ai Corsi c’è il Monte Calvarione e il Vallone Tempesta, aree di particolare pregio naturalistico. Considerata l’importanza della non trasformabilità dei luoghi regolata dalle direttive “Habitat e uccelli”, sostanzialmente non si può esporre questo ambiente naturalistico di enorme pregio ad interventi invasivi che comprometterebbero irrimediabilmente l’intero equilibrio naturalistico dell’area.

LE DIRETTIVE:
La direttiva "Habitat", e la Direttiva Uccelli costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda Natura 2000. Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2). Per il raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario elencati nei suoi allegati.

COSA SI AUSPICA:
L’educazione allo sviluppo Sostenibile (ESS) tocca tutti gli aspetti della vita e i valori, al centro dei quali vi è il rispetto  per gli altri, inclusi quelli delle generazioni presente e future, per la diversità, per l’ambiente, per le risorse della Terra. Dunque l’attuazione di quanto è sui pezzi di carta:
Importantissima al riguardo è la Valutazione di Incidenza Ambientale (in acronimo VINCA o VI) ha lo scopo di accertare preventivamente se determinati progetti possano avere incidenza significativa sui Siti di Importanza Comunitari (SIC), sulle Zone Speciali di Conservazione e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS).

Tale procedura è stata introdotta dall’articolo 6, comma 3, della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" con lo scopo di salvaguardare l’integrità dei siti attraverso l’esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l’equilibrio ambientale.  In Italia la valutazione di incidenza ambientale è introdotta dall' art. 5 D.P.R. n. 357/97.

I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, sono obbligati a predisporre uno studio (di incidenza) per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo.

Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti.

I proponenti di interventi (progetti) non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.

Le modalità di presentazione degli studi e la valutazione di incidenza dei piani e degli interventi sono stabilite dalle autorità competenti (Regioni e le province autonome, o enti delegati).

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CASTEL GANDOLFO: SI PIANTA UN ALBERO PER LE GENERAZIONI FUTURE

Redazione

Castel Gandolfo (RM) – L'albero è un essere vivente e per questo merita attenzione. Bisogna educare i bambini fin da piccoli e ad averne rispetto. Per questi e tanti altri innumerevoli motivi. Giovedì 21 novembre mattina l'amministrazione di Castel Gandolfo guidata dal sindaco Milvia Monachesi, con i bambini delle scuole elementari, ha inaugurato la prima festa dell'albero. Una festa per sensibilizzare le future generazioni sull'importanza del rispetto per la natura. Milvia Monachesi si è scusata con i bambini per quello che si lascia alle future generazioni in tema ambientale ma ha anche ribadito con forza che la natura e il rispetto per essa è uno dei principi cardine che ispirano molte azioni dell'amministrazione di Castel Gandolfo. Presenti all'evento anche il direttore dell'Ente Parco Tommaso Mascherucci e il Commissario straordinario Sandro Caracci.




NEMI, LOTTIZZAZIONE "CORSI": IL PARCO DEI CASTELLI ROMANI SI ESPRIMERA' ENTRO 40 GIORNI

Chiara Rai

Nemi (RM)Il Parco ha 40 giorni per esprimere un nuovo parere così come richiesto dalla Regione Lazio e dal proponente Comune di Nemi. Stiamo parlando della lottizzazione in zona Corsi a Nemi.  E' iniziata il 16 ottobre la conferenza dei servizi alla Regione Lazio. Il Comune di Nemi intende concludere in fretta il “Programma integrato di intervento di iniziativa privata” che permetterà alle figlie di Renzo Cavaterra detto Massimo, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, di edificare in località Corsi a Nemi. Tante villette, residence, addirittura un centro sportivo ed estetico. Tanto cemento per un Paese di appena duemila anime che dovrebbe conservare e preservare le sue ricchezze naturalistiche.

Questo non è un particolare che si può trascurare e quindi lo evidenzieremo ancora una volta: il Comune di Nemi è il proponente. Sebbene il giudizio del Parco, in tutta questa storia, abbia un peso: il suo parere, come testualmente ci ha detto il direttore del Parco Tommaso Mascherucci, è “endoprocedimentale”.

Prima di arrivare ad un provvedimento amministrativo finale, quando la valutazione è molto complessa, come nel caso di una licenza edilizia o dell’approvazione di un programma integrato di intervento di iniziativa privata, spesso è opportuno acquisire dei pareri o atti da altre pubbliche amministrazioni, atti che non hanno vita propria ma che sono strumentali al provvedimento finale e quindi endoprocedimentali. In parole povere il proponente, cioè il Comune di Nemi acquisito il parere del Parco, può decidere se questo abbia un peso tale da compromettere l’approvazione della lottizzazione oppure può procedere con l’approvazione senza tenere conto del parere dell’Ente.

Insomma se il Parco dice “ok” e conferma la linea presa da Matteo Mauro Orciuoli, sostenitore anch’esso insieme all’allora assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, il quale, con un colpo di spugna e in soli 12 giorni ha annullato il parere negativo del precedente commissario Peduto, non ci saranno problemi di sorta e i Cavaterra potranno realizzare il loro agognato progetto.

Infatti ricordiamo sotto il commissario Gianluigi Peduto l’Ente Parco dette parere negativo. Poi lo stesso ente Parco è tornato indietro sui suoi passi e il 13 agosto del 2012 ha prontamente comunicato l’annullamento del precedente diniego rilasciato in data 28 aprile 2009.

Parere negativo che ha di fatto impedito che si concludesse l’iter di approvazione del progetto delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra.

Se invece il Parco dovesse esprimere un parere negativo il proponente Comune di Nemi potrebbe non considerare suddetto parere. Ma ricordiamo che già una volta la Regione non prese alcuna decisione ma ribadì all’ente il parere negativo espresso dal Parco.

I criteri di valutazione del direttore del Parco Tommaso Mascherucci

Il parere del Parco sarà di carattere agrovegetazionale. Il direttore Mascherucci verificherà la sussistenza dei requisiti di allora controllando se il progetto in questione ha o meno subito modifiche. Verranno studiati in maniera approfondita sia i contenuti del diniego che la perizia dell’agronomo di parte che di fatto ha inciso sul successivo annullamento in autotutela dell’ex direttore del Parco Giuntarelli (commissario Orciuoli).

Il ruolo di associazioni ambientalistiche

Gli ambientalisti, dato che il proponente è il Comune di Nemi, dovrebbero insistere con quest’ultimo ai fini della partecipazione alla conferenza dei servizi di cui la prima seduta si è già tenuta. Soltanto in questo modo le associazioni finalizzate alla tutela del territorio, potranno monitorare da vicino la situazione ed evoluzione dell’iter di approvazione del programma d’intervento di iniziativa privata in località corsi. L’Ente Parco, essendo stato chiamato ad esprimere un parere, no ha la medesima facoltà di poter accordare l’entrata al tavolo della conferenza di servizi da parte degli ambientalisti.

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PARCO REGIONALE DEI CASTELLI, MEDICI E DEL VESCOVO SU PRESUNTO RESTRINGIMENTO DEI CONFINI: VERREBBE ESCLUSO IL VERSANTE SUD DEL MONTE ARTEMISIO, AREA S.I.C.

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Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra Castelli Romani – Consiglio direttivo Enrico Del Vescovo e Franco Medici

Castelli Romani (RM) – Recenti notizie apprese da varie fonti starebbero a confermare voci insistenti circa l’intenzione  dell’Ente Parco dei Castelli Romani, nella persona del Commissario Straordinario Matteo Orciuoli, nominato dalla Giunta Polverini, circa l’adozione di una delibera  finalizzata a sottrarre al territorio del Parco ben 2.300 ettari di bosco.

Ci permettiamo di dire che questa appare come  una manovra elettorale dell’ ultimo momento, per giustificare un atto così deleterio verso l’ambiente e il territorio, il Commissario ha conferito l’ incarico, a professionisti esterni al Parco, di redigere una relazione di V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) che, nel suo insieme, presenta numerose carenze, nonché veri e propri errori, sia da un punto di vista tecnico che scientifico.

La relazione appare , inoltre,  priva di un adeguato approfondimento  normativo e non tiene conto della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso giugno.  La scarsa ed approssimativa base scientifica di riferimento rende la relazione palesemente orientata non a rendere un parere oggettivo, scientificamente valido e qualificato, ma a creare un presupposto, volto verso un’ altro obiettivo: il restringimento dei confini del Parco Regionale dei Castelli Romani.

 Un solo elemento è sufficiente a dimostrare la inammissibilità di tale VAS: verrebbe escluso dai confini del Parco il versante sud del Monte Artemisio, area  che la Comunità Europea ha ritenuto opportuno tutelare come zona S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria) in applicazione della Direttiva Europea “Habitat”.

Come Italia Nostra Castelli Romani, vogliamo comunque chiarire un aspetto fondamentale: questa delibera al di là degli effetti puramente elettoralistici, non produrrà alcuna conseguenza concreta, perché i confini del Parco resteranno gli stessi, cioè quelli adottati a maggio 2009,  fino a quando una legge regionale non approverà qualcosa di diverso.

Invitiamo, quindi, gli uffici del Parco, e soprattutto il direttore Dr. Tommaso Mascherucci, a riflettere prima di avvallare una iniziativa del genere e a vigilare affinchè non sia consentita una riduzione del perimetro del parco.

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GENZANO, ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTÀ DEL VINO: FLAVIO GABBARINI ELETTO NEL CONSIGLIO NAZIONALE

Redazione

Genzano (RM) – Lo scorso 21 ottobre si è celebrata a Bertinoro in Romagna, casa dell'Artusi, l'assemblea ordinaria dell'Associazione Nazionale delle Città del Vino, per il rinnovo degli organi istituzionali per il triennio 2012 – 2015: il sindaco di Genzano di Roma, Flavio Gabbarini, coordinatore per il Lazio è stato eletto nel consiglio nazionale mentre il delegato del sindaco di Frascati, Tommaso Mascherucci, è stato riconfermato membro della Giunta esecutiva, dopo aver assolto con grande successo a due importanti compiti istituzionali dell'Associazione, rivestendo il ruolo di Coordinatore della Commissione per la revisione dello statuto e del regolamento, e successivamente come Coordinatore della Commissione per il rinnovo delle cariche istituzionali.
 
“Nella scelta del Presidente ha prevalso all'unanimità la logica del rinnovamento nella continuità con la nomina dell'assessore del Comune di Benevento, il dott. Pietro Iadanza, proprio nel momento di maggiore innovazione con l'avvio dei nuovi procedimenti applicativi introdotti con la riforma istituzionale degli strumenti regolamentari e statutari dell'Associazione approvati con l'Assemblea Straordinaria di Siena il 21 marzo scorso”, afferma il Sindaco di Genzano di Roma Flavio Gabbarini, coordinatore per il Lazio dell’Associazione. “E come accadde 25 anni fa  – prosegue il sindaco – quando i Comuni di Genzano di Roma e di Frascati celebrarono a Siena la nascita dell'Associazione insieme con altri venti Comuni, oggi Genzano e Frascati tengono ancora alto il nome della Regione Lazio con l'inserimento nel Consiglio Nazionale dei propri rappresentanti”


“Un ringraziamento particolare deve essere rivolto al Presidente uscente, il dott. Giampaolo Pioli Sindaco di Suvereto che ha saputo traghettare, dopo un quarto di secolo, con grande capacità professionale e tenacia, l'Associazione al fine di poter affrontare con coraggio ma con determinazione la sfida a cui la globalizzazione e la competitività dei Paesi emergenti ci chiamano giornalmente a sostenere in difesa del settore  vitivicolo nazionale”, afferma  Mascherucci.


“Il ruolo dell'Associazione delle Città del Vino, va interpretato come fulcro fondamentale della rete dei Comuni che si identificano per l'eccellenza vitivinicola – prosegue il sindaco Gabbarini –  L'Associazione delle Città del Vino, con 572 Comuni,  è la più grande e importante associazione di identità aderenti a Res Tipica – ANCI . In un momento così importante della vita istituzionale della Nazione in cui si rimette in discussione l'essenza del Titolo V della Costituzione, in cui le Istituzioni sovracomunali quali regioni e province sono caratterizzate da forti criticità e da dubbi esistenziali, l'atomo (Comuni) della grande molecola (Nazione) assume un ruolo fondamentale   per la sopravvivenza istituzionale del nostro Paese. E le Città del Vino rappresentano in seno all'ANCI quella capacità aggregativa maggiore di tutte le altre associazioni di identità, non solo per i Comuni soci ma anche per gli altri Comuni territorialmente limitrofi, come per un effetto cometa”.
“Il prodotto vino – aggiunge il delegato del Comune di Frascati – non deve essere più inteso, come stabilisce la nuova PAC, quale semplice prodotto della terra, ma come vino concetto  nella sua entità multifunzionale che assembla nella sua essenza organolettica le caratteristiche ambientali, paesaggistiche, artistiche, storiche e turistiche dei territori del vino. L'Associazione delle Città del Vino è giornalmente impegnata ai livelli istituzionali per la promozione e valorizzazione e la tutela dei territori del vino coadiuvando le Amministrazioni locali nel favorire lo sviluppo economico e sociale non solo del vino ma dei propri territori di origine.”
“Per questo crediamo che Città del Vino assumerà in un prossimo futuro un ruolo di grande importanza  – afferma Gabbarini – per la vita istituzionale delle Amministrazioni locali tutte, e di confronto con le istituzioni centrali a cominciare dalla famosa vicenda legata al decreto legislativo sul consumo del suolo agricolo”.