OMID JAZI: DA LONDRA L'INTERVISTA IN ESCLUSIVA SU "TOOTING BEC"

di Angelo Barraco
 
Londra – Omid Jazi è un polistrumentista modenese che negli anni ha imbracciato qualsiasi strumento in modo magistrale e ha ottenuto notevoli risultati. Nel 2011 si unisce ai Verdena per il WOW-Tour, dove suona Tastiera/synth e chitarra, ha anche un gruppo con Nevruz (famoso per aver partecipato ad X FACTOR), dove canta e suona la chitarra. Il 28 febbraio 2012 esce il primo ep solista di Omid chiamato “Lenea”, un anno dopo esce l’album “Onde Alfa” e il 1 luglio del 2015 viene pubblicato dalla Nexus edizioni il nuovo album “Tooting Bec”. Omid Jazi ci ha concesso un’esclusiva intervista direttamente da Londra –sua attuale residenza-  dove ci ha raccontato delle curiosità esclusive sull’album.
Buona lettura.
 
– Ciao Omid grazie per l’intervista
Ciao, grazie a te
 
– Vorrei iniziare quest’intervista parlando di “Tooting Bec”, il tuo ultimo disco.
Com’è nato? Quando hai iniziato a comporlo e registrarlo? Raccontaci la genesi… 
Ok. Dopo “Onde Alfa” ero nel mio studio ed ho iniziato a buttare giù qualche idea per un possibile album nuovo e dopo aver prodotto alcuni gruppi, ho iniziato a capire qualcosa in più sulla produzione del disco. Volevo usare questa esperienza per progredire e usarla per il mio disco. Ho iniziato a lavorare a Modena e due brani sono nati lì e sono stati suonati a Modena da due batteristi diversi. In uno di questi brani la batteria l’ha suonata Nevruz, poi a Londra mi son portato le tracce di batteria registrate a Modena perché erano venute molto bene. Il mio studio a Modena non è molto attrezzato, ma una delle sale che ha suona molto bene per le batterie (Hot Studio). E’ una struttura molto fatiscente ma all’interno ha un bel riverbero. Addirittura a me piacciono di più quelle due batterie che ho registrato a Modera rispetto a tutte quelle che ho registrato qui. Tutto il resto è stato registrato a Londra, nello studio del mio amico Shuta Shinoda. Un bellissimo studio molto attrezzato, tutto il resto è nato sul momento. 
 
– Cosa significa “Tooting Bec” in senso letterale e cosa significa invece “Tooting Bec” per te?
Il primo motivo è perché abitavo lì, abitavo a Tooting Bec, a sud di Londra. Nel momento in cui ho saputo che potevo contare sulla produzione di Naxus edizioni, mi sono preso una settimana di tempo per dedicarmi ai testi. In quella settimana lì, essendo a Tooting Bec, sono successe delle cose molto belle a livello personale e perciò ho deciso di chiamarlo così, perché è legato a quel luogo. Poi Tooting Bec tradotto non so cosa potrebbe significare di preciso, a me ricorda “Suonare al passato”. E’ un disco che potrebbe essere rappresentato dall’idea dell’eterno ritorno ed essendo che l’energia del disco e immaginando l’energia del disco, la mia immagine è quella di un massa che ruota verso sinistra, verso sinistra è un movimento verso il passato. Ed ha un’energia particolare a differenza di tantissimi altri gruppi che ascolto e percepisco questa energia verso destra. E’ l’eterno ritorno delle cose, è un circolo. 
 
– Abbiamo potuto seguire, grazie a te, la genesi del disco tramite la tua pagina facebook. Quanto è stata importante per te l’interazione con i fans in questi anni? 
Senza dubbio è sempre positiva l’interazione sulle pagine social, possono arrivare anche degli stimoli un po’ come mi è successo nel brano “Vento Solare”, che è stato prodotto insieme al mio coinquilino che è anche produttore. Con questo brano ho ricevuto molti consigli quando chiedevo su facebook ai fans cosa ne pensavano della bozza della canzone che avevo messo ed ho ricevuto alcuni consigli che poi ho messo in pratica. Quindi direi che sia fondamentale l’interazione. 

– Quali sono gli elementi innovativi e di cambiamento che hai voluto introdurre in “Tooting Bec” rispetto ad “Onde Alfa” e “Lenea”?
Con “Onde Alfa” erano le prime volte che cercavo di mettere in pratica la visione della musica che ho attraverso i suoni, invece con “Tooting Bec” c’è stata la stessa idea però nei confronti dei testi. Se con “Onde Alfa” cercavo di comunicare con le musiche e i suoni, nel secondo l’ho voluto fare attraverso i testi.
 
– Ascoltando il tuo nuovo album si percepisce come i suoni si siano evoluti rispetto ad “Onda Alfa” (che aveva suoni più granitici). In questo disco c’è molta psichedelica. Questo cambio di rotta quanto è stato influenzato dalla musica londinese anni 60/70?
Durante il mix il mio disco di riferimento era il disco di Morgan “Canzoni d’appartamento”, ho tentato di emularlo un po’ nei suoni. Questo alone anni 60/70 che si sente potrebbe essere dovuto a questo. 

– “Dai Metti su facebook”, cos’è? Uscirà?
E’ uno dei brani che avevo registrato a Modena durante alcune session che facevo. All’epoca facevo dei giri per le campagne d’inverno, due, tre ore al giorno seguivo gli argini dei fiumi per le campagne modenesi e ogni tanto mi fermavo a segnare alcune frasi che mi ispirava questo viaggio bucolico. “Dai metti su facebook” è nata in questo modo, nel periodo in cui mi sentivo meno capace di interagire con i fans. E’ sparita la televisione nella vita quotidiana delle persone, oppure non è più presente come una volta ed è subentrato questo modo di plasmare le menti delle persone attraverso facebook. Quindi “Dai metti su facebook” è come dire “Dai metti su Italia 1”. Il brano in totale sarà composto da 5 persone e l’idea mia è fare un download gratuito o pubblicarlo come b-side da qualche altra parte, però al momento giusto. 
 
– Il disco è stato pubblicato per la casa editoriale Nexus Edizioni. Come è nata questa collaborazione tra voi due? 
Inizialmente il tutto è nato da un libro che ho letto e che mi è piaciuto tanto, libro stampato proprio da questa casa editrice. Poi quando ho iniziato a pensare a chi proporre il mio disco, non mi son trovato particolarmente entusiasta all’idea di proporlo a qualche casa discografica e sentivo che quello che volevo dire era più vicino all’ambiente di Nexus edizioni. 
 
– Il tuo disco è stato inserito in una compilation di Sonofmarketing dedicata alle novità internazionali del momento. E’ un bel traguardo
Sono molto contento dell’attenzione mostrata da Sonofmarketing nei mie confronti e nei confronti di “Tooting Bec” soprattutto, però alla fine oltre ad essere contento non penso che sia incisiva per la mia vita. 
 
– Stai preparando un live-set per la promozione del tuo disco oppure preferisci che il lavoro rimanga “da studio”? 
L’idea c’è, ma adesso sono molto concentrato sulla parte video. Praticamente anche questa volta ho fatto tutta la produzione da solo, ciò vuol dire: comporre i brani, comporre i testi, mixaggio, produzione, mastering. Se ci pensi, una persona che fa tutte queste cose qui ha bisogno di un po’ di tempo per respirare. Adesso sono nella fase video, sto cercando di far capire alle persone quello che voglio dire attraverso le immagini, sono molto importanti le immagini. Dopo questa fase arriveranno i live, a cui sto già pensando. 

– Un musicista eclettico come te, che suona tutto e che è sempre in moto starà già sicuramente lavorando a qualcosa. Tu stai per caso lavorando ad un seguito di Tooting Bec?
Qualcosa c’è.
 
– In Italia hai avuto dei progetti musicali molto importanti, hai suonato con i Verdena e per anni hai avuto un gruppo con Nevruz, Water in Face. Che bagaglio ti hanno lasciato questi progetti?
“Onde Alfa” è uscito a ridosso della fine con l’esperienza con i Verdena, probabilmente è quello il disco che ha risentito maggiormente di quella collaborazione. Ad esempio la traccia “Ossitocina” è ispirata dai Verdena, i suoni. Nella batteria alla fine ho cercato di emulare Luca, i suoni, mi sono proprio immaginato di essere Luca. I Water in Face invece molti ci chiedono di tornare insieme, sarebbe molto bello da fare però l’energia è molto cambiata ora e secondo me arriverà il momento di fare un disco, che in realtà sarà il primo disco, ma arriverà al momento giusto. E non vi dovete aspettare i soliti Water in Face. 
 
– Progetti per il futuro? 
Cercare di lavorare nella musica al 100%  senza doversi appoggiare a lavori di fortuna, suonare anche qua a Londra e portare in tour “Tooting Bec” finalmente anche in Italia.