Traffico illecito di rifiuti nel Lazio, collusioni tra Rom e aziende di recupero: 57 indagati

I Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma e i Carabinieri Forestali di Roma, Rieti e Latina, coadiuvati dai Reparti Territoriali dell’Arma, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, che dispone 15 arresti (6 custodie cautelari in carcere e 9 arresti domiciliari) 3 obblighi di presentazione quotidiana in caserma, 12 divieti di dimora nel territorio della Provincia di Roma, oltre al sequestro preventivo di 25 autocarri utilizzati per il trasporto illecito di rifiuti ed 1 impianto di autodemolizione, per un totale di 57 indagati, a vario titolo, per traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e ricettazione di veicoli e truffa in danno delle assicurazioni, simulazione di reato, favoreggiamento personale.

L’operazione, convenzionalmente denominata “ Tellus” ( dal nome della divinità romana della Terra, a rimarcare l’impegno dei Carabinieri a difesa dell’Ambiente) costituisce l’esito di un’articolata attività di indagine scaturita da una serie di controlli, finalizzati al contrasto del fenomeno dei c.d. “ roghi tossici”, conseguenti alla gestione illecita di rifiuti, operata prevalentemente da soggetti di etnia rom in concorso con i titolari di alcune aziende di recupero, che ne ricevevano le sole componenti di valore (es. rame, bronzo, ottone).




ROMA, TRAFFICO ILLECITO RIFIUTI E TRUFFA: SEQUESTRATO L'IMPIANTO DI GUIDONIA

Red. Cronache

Roma – Nella mattina di venerdì 29 gennaio 2016 il Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Roma ha eseguito – coadiuvato dalle paritetiche articolazioni di Ancona, Campobasso, Firenze, Grosseto, Perugia e Pescara, nonché dal Comando Provinciale Carabinieri capitolino – cinque ordinanze di applicazione delle misure sia cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sia interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali o professionali, oltre al sequestro preventivo dell’impianto industriale di trattamento dei rifiuti gestito da una società di Guidonia Montecelio ovvero della somma ritenuta profitto dei reati contestati pari ad euro 1.200.000, emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale romano, che ha accolto – tenendo conto delle modifiche introdotte dalla legge n. 47/2015 in materia cautelare – le richieste della competente Direzione Distrettuale Antimafia in relazione ai reati di attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti ed alla truffa.

L’indagine – avviata nel 2009 dal citato Nucleo Operativo Ecologico e coordinata dalla Procura Distrettuale romana – ha permesso di accertare come gli indagati, a vario titolo, dal 2008 al 2014, avessero gestito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali.
In particolare, l’attività investigativa ha consentito di documentare come 7.500 Ton – costituiti da fanghi da depurazione prodotti dall’impianto in parola – fossero stati declassati da pericolosi a non pericolosi mediante falsi certificati di analisi, così da assicurarsi ingenti profitti illeciti derivanti dal minor costo di smaltimento degli stessi. Nel medesimo ambito, inoltre, è stato acclarato come ad ulteriori 9.600 Ton scarti derivanti da grassi prodotti da mense industriali e trattati dalla Società in argomento fosse stato attribuito un diverso codice C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti) tale da figurare tra quelli elencati nell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla medesima azienda. L’inchiesta ha altresì accertato come gli indagati, in concorso tra loro, si fossero aggiudicati una gara a procedura negoziata bandita nel 2009 da ACEA ATO 2 S.p.a. per il “servizio di noleggio mezzi d’opera specializzati da adibire all’esercizio degli impianti di depurazione, adduttrici e sollevamenti fognari nonché alla disostruzione dei fognoli delle fontanelle pubbliche – lotto 1, 2 e 3”, dell’importo di circa tre milioni di euro annui per il periodo 2010/2013, concordando preventivamente le offerte da presentare – così da costituire un “cartello” – peraltro aggiudicandosi due dei tre lotti previsti dal bando, del valore rispettivamente di euro 1.287.000 e 819.000. La turbativa d’asta – assorbita per prescrizione – ha concretizzato una truffa contrattuale in ragione dei minori ribassi presentati per l’aggiudicazione della predetta gara.

Nel medesimo contesto eseguite 15 perquisizioni presso i domicili degli indagati e le sedi operative delle aziende coinvolte, una delle quali sarà affidata a due amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Roma al fine di mantenerne la produzione, nel rispetto della normativa ambientale.
 




ROMA, AMA: UNA CARRIERA DURATA 6 GIORNI. SI DIMETTE IL NEO PRESIDENTE IVAN STROZZI

Ignazio Marino, che solamente sei giorni fa aveva eletto l'ad di Ama, dopo le accuse che hanno colpito Strozzi, in giornata ha chiesto al manager di sollevarsi dall'incarico per far terminare questa storia.


di Maurizio Costa

Roma – Il neo presidente di Ama, Ivan Strozzi, si è dimesso dopo essere stato accusato dalla Procura di Patti, in provincia di Messina, per traffico illecito di rifiuti. Eletto esattamente sei giorni fa in Campidoglio dal Sindaco Ignazio Marino, l'amministratore delegato è indagato per attività illecita sulla gestione di rifiuti; infatti, il manager, prima di diventare presidente dell'Ama, era amministratore delegato dell'Enia, azienda che opera a Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e l'accusa si fonda sui rapporti intercorsi tra l'azienda romagnola e la Nebrodi Ambiente.

Le indagini riguardano i fatti accaduti nel 2004, quando il Comune di Messina pubblica un bando di gara per la gestioni dei rifiuti. Le società vincitrici si raggruppano in un'unica azienda, la Nebrodi Ambiente, per poter operare e gestire i rifiuti i modo ottimale. All'interno di questo ente erano presenti anche l'Enia SPA e la "Ato Me 1", che erano ambedue associate secondo un contratto stipulato nel 2005. La Procura ha accusato tutte le aziende che componevano la Nebrodi Ambiente, tra cui quella di Strozzi, per traffico illecito di rifiuti.

Ivan Strozzi si giustifica affermando di essere entrato alla Enia SPA solamente nel 2006, quindi dopo l'assegnazione degli appalti alla Nebrodi Ambiente. Inoltre, l'ormai ex ad di Ama dichiara di non essere mai stato amministratore della Nebrodi Ambiente e di non essere mai andato a Messina per occuparsi del problema. Strozzi aveva una quota di partecipazione pari solamente al 20% nella Nebrodi e quindi, in poche parole, sostiene di essere estraneo a tutta questa vicenda.

Ignazio Marino, che solamente sei giorni fa aveva eletto l'ad di Ama, dopo le accuse che hanno colpito Strozzi, in giornata ha chiesto al manager di sollevarsi dall'incarico per far terminare questa storia. Ivan Strozzi non ci ha pensato due volte e le dimissioni sono arrivate immediatamente. Una carriera lampo quella di Strozzi, che in pochi giorni è riuscito a perdere questo ruolo rilevante nella politica romana. In una nota, Ignazio Marino ha dichiarato che il manager è stato scelto solamente per il suo curriculum e il primo cittadino era totalmente estraneo al fatto che Strozzi fosse sotto procedimento penale. Poco dopo la sua nomina, l'ad di Ama, rimasto in carica solamente mezza giornata, aveva dichiarato di essere soddisfatto di questo nuovo incarico: "Mi piacerebbe trasmettere la passione che ho per il mio lavoro e mi auguro di poter 'toccare' i dipendenti dell'azienda della stessa volontà. Condurrò l'azienda in maniera trasparente e legale."
Un duro colpo per il Sindaco e l'intera amministrazione; non venire a conscenza che una persona che dovrà assumere una poltrona così importante sia implicata in un processo per traffico illecito di rifiuti fa pensare a fondo sui metodi di valutazione delle alte cariche amministrative. In un periodo così fragile per quel che riguarda i rifiuti, soprattutto a Roma, non ci voleva proprio questa batosta: adesso Ignazio Marino dovrà visionare altri curricula, stando magari più attento alle precedenti avventure di manager che, come ad di Ama, andranno a prendere intorno ai 135.000 euro lordi l'anno.