Diritti, voti di fiducia e democrazia: sul treno con Renzi fermi nel tunnel

Il treno è partito con a bordo il simpatico Renzi versione Grillo 2.0 e mentre si allontana si sente l’eco nel vuoto della politica echeggiare alcuni versi dalla canzone di Toto Cotugno “Il treno va”. Distintamente si leva nell’aria il canto di alcuni versetti: “Dentro al mio vagone pieno di sogni / Il mio treno va… e va… / Con le paure ed incertezze ed inganni / Para papa para paparapa …ra papa…pa…pa” Cosa vorrà mai intendere il Matteo viaggiatore? Che messaggio vorrà lasciare? Para papa para paparapa!

 

All’esame della Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati si trova attualmente il testo di una proposta di legge su iniziativa dei deputati: Russo, Castello, Catanaso,Genoese, Lainati,Romele e Sarro. La proposta, intitolata : Disposizioni concernenti l’interoperabilità dell’anagrafe della popolazione residente con le anagrafi canine regionali e l’indicazione degli animali di affezione nelle certificazioni relative allo stato di famiglia”,  fa parte del pacchetto degli “ altri diritti”, vanto del governo in scadenza. Sette deputati  impegnatissimi  in questa lotta di “civiltà” mentre si fatica a rintracciare un drappello di senatori così appassionatamente dedicati al problema della disoccupazione dei giovani e non solo. Si congeda da questi deputati salutando questo governo, augurando che chi lo seguirà  si dedichi  un po’ meno agli “altri diritti” ed un tantino di più ai diritti del Paese.

 

Augurandosi  che il governo che verrà si occuperà meno degli “altri diritti” perché dedicare il tempo prezioso della Camera a dibattere sull’eutanasia , seppure anche questo sia un nobile argomento, non presenta alcuna emergenza, tanto è che già esiste un certo automatismo istituzionale di eutanasia dolce e silente. La praticano regolarmente  dei soggetti che impossibilitati di permettersi  la sanità privata, le cure varie (in assenza di quella pubblica), questi soggetti si lasciano andare dolcemente, abbandonandosi nelle mani di Thanatos, dio dell’eterno sonno, senza scomodare il volenteroso Caronte dei tempi nostri per accompagnarli in Svizzera. Aspettare mesi nelle liste della Sanità per un esame specialistico mentre il male corrompe il corpo del soggetto,  non è altro che “eutanasia di seconda mano”. Anche per questa ipocrisia andrebbe salutato il governo degli “altri diritti” in scadenza.

I soliti movimenti ed associazioni, fautori degli “altri diritti”,  fanno pressione sul governo e molti deputati raccolgono il canto delle sirene, anche perché la “grande stampa” promuove anch’essa la liberalizzazione della droga. A volte parlano di legalizzazione per scopi terapeutici ma le associazioni più agguerrite la vogliono legalizzata anche per fini di svago.

Sia essa legale oppure di contrabbando i suoi effetti si incontrano ogni volta che un drogato alla guida della sua macchina lascia vittime innocenti sull’asfalto. Per questo e non solo va il saluto ai vari Manconi, i Roberto Saviano, i Della Vedova  e le associazioni Coscioni  e con loro  le vittime cadute sull’asfalto uccise da soggetti sotto l’effetto della droga, si salutano  quei giovani morti per overdose ,quelli che ogni  anno finiscono al Pronto soccorso  per l’uso  incosciente di cocaina, cannabis ‘rafforzata’ e anfetamine, e nulla importa se la droga provenga dal mercato legalizzato, liberalizzato  oppure dal mercato nero.

I morti  sono morti, il come e il dove non interessa. Si accomiata  questo governo in scadenza e il Paese spera  che non faccia  in tempo a portare a termine un simile  sfascio.

Viaggia insieme a Renzi sul treno, un cofanetto governativo custode dei “preziosi successi”, tutti articoli di propaganda da distribuire in ogni sosta alle stazioni programmate. La dentro  vi si custodiscono la memoria del matrimonio civile,le  unione fra soggetti dello stesso sesso e persino un progetto di  divorzio breve. Vi si trova la magna carta dell’aborto e un progetto targato “alta priorità” chiamato  Jus Soli, lo Jus Culturae. Questo governo chiude la legislatura  lasciando  sul terreno una grossa emergenza, un’ immigrazione  fuori  qualsiasi controllo. Non lo rimpiangono  le migliaia di giovani disoccupati, le  migliaia di cittadini senza casa. Non sentiranno  davvero la sua mancanza i tanti malati in lista d’attesa ed i pensionati alla minima che non ce la fanno a curarsi.

Contano invece i giorni sperando in domani migliori,  le vittime della criminalità, esposte  ai pericoli della delinquenza comune per l’inadeguatezza della  sicurezza. Altri aspettano maggiore tutela della libertà d’espressione di parola e libertà di stampa.

Un governo se ne va ma con la legge elettorale che ha imposto con la fiducia,  il domani non promette per niente bene e mentre “il vecchio” lascia gli scranni del Palazzo ci si augura che le prossime cabine elettorali sappiano discernere, scegliere e scartare. Rimane forte la preoccupazione  tuttavia, di ritrovare lo  stesso quadro del passato  insinuatosi  nelle pieghe di liste e listini così subdolamente costituite nelle retrobotteghe dei partiti.

Magra consolazione del Paese: dove difetta la classe politica, quando  sbaglia il legislatore ,per fortuna supplisce la Consulta la matita rossa della Corte Costituzionale; quando sbagliano i giudici a volte interviene il Consiglio Superiore della Magistratura;quando sbagliano i chirurghi si trova sempre un becchino.

Questa è l’Italia.

Altro giro, altre storie. Domani è un altro giorno. Domani si vota nuovamente.

Che vinca il migliore!