Troika, Atene esce dalla crisi ed entra in rianimazione

Il 20 agosto la Troika ha lasciato Atene. L’operazione chirurgica è stata conclusa lasciando la Grecia in prognosi riservata. Come scriveva l’Avvenire “La crisi partì nel 2009 ed ebbe i suoi picchi nel 2015 e 2016. L’austerity pesa ancora su una popolazione stremata”. Il 20 agosto è giunta a termine la servitù finanziaria, chiuso il programma di aiuti da parte dei creditori internazionali ma, soprattutto, il 20 agosto è rinata la speranza per il governoTsipras di fare ripartire l’economia, con l’opportunità di tornare a finanziarsi direttamente sui mercati.

La troika lascia le coste elleniche dopo 8 anni di predominio. Bruxelles e le banche tedesche e francesi esultano e hanno ben donde. Si calcola che dei 216 miliardi di euro erogati fino al 2016, solo il 5% sono finiti nelle casse di Atene. Il 95% sono serviti per ripagare i creditori come le banche francesi e tedesche.

Quanto sia giustificata tutta questa euforia è da stabilire

Dopo questi otto lunghi anni di austerità il paese non si presenta nelle migliori condizioni. Mentre l’economia greca segnala dei primi avvisi di crescita, la vera ripresa ha ancora molta strada da fare. L’uscita della Grecia dal programma di salvataggio, forse vantaggerebbe più l’Eurozona che la stessa Grecia e non per niente che le autorità europee per prime e le banche francesi e tedesche poi, salutano “come una vittoria” il completamento del programma di salvataggio finanziario di Atene.

L’Unione europea canta vittoria ma la Grecia è al collasso

La chiusura dell’ultimo bilancio con un superattivo pari al 3,7% del Pil non poteva essere altrimenti dopo 15 tagli alle pensioni e pesanti sforbiciate allo stato sociale. Si è sicuri che sia finito l’incubo dell’austerità mentre si parla solamente dei problemi dell’economia? Al ministro delle Finanze, Euklides Tsakalotos aspettano tempi difficili. Proprio mentre scriviamo scade per Atene l’ultima tranche di prestito, 15 miliardi di euro. Ad Atene è stato concesso più tempo e potrà posticipare di 10 anni il pagamento del prestito di 110 miliardi di euro previsto dal vecchio fondo salva-Stati. Se poi non dovesse riuscire a pagare nei tempi previsti, avrà la possibilità di farlo entro altri 10 anni senza sanzioni.

Il futuro del paese è affidato alla buona sorte

Il paese esce stremato da otto anni di austerità la più rigorosa . Il paese deve ricostruire la sua economia industriale, un servizio sanitario, assistenza sociale, lotta alla povertà, alla disoccupazione. L’autunno 2019 la Grecia tornerà alle urne. Quale sarebbe il programma di Tsipras se dovesse essere eletto? I senzatetto superano il migliaio, altri migliaia occupano case abusivamente perché non possono permettersi il pagamento di un affitto.

Secondo il Financial Times , la povertà assoluta, che nel 2009 era del 2%, in appena sei anni di austerità è schizzata al 15%. Il rigore ha reso impossibile al governo Tsipras l’assunzione di medici e infermieri, riducendo così a lumicino l’assistenza sanitaria. Per chi viveva sulla strada non esisteva alcuna assistenza. Oggi è tutto da ricostruire. Molti considerano la situazione presente una vera emergenza umanitaria. Per chi conosce Atene può farsi un idea di cosa vuole dire quando si dice che da piazza Syntagma a piazza Omonoia, i portici che fiancheggiano la strada sono un dormitorio a cielo aperto. Le associazioni di volontariato hanno fatto un grandissimo lavoro di sostegno alla povertà e ai senza tetto.Volontariato come Step, Bananas, Human Aid e Help Refugees hanno rimboccato le maniche e hanno dimostrato che la solidarietà è un valore per cui vale la pena di impegnarsi. Durante l’austerità si è visto di tutto. Si racconta di profughi che sfamano i senzatetto greci.

Chi assumerà il governo del paese il prossimo settembre 2019 troverà ad attenderlo il fenomeno della prostituzione minorile, tantissime madri che non hanno più soldi per pagare il necessario ai propri bambini come omogeneizzati, occhiali, vaccinazioni e persino un ospedale per assicurare cure gratuite a chi è stato lasciato senza niente dalle politiche di austerity e per strada tanti giovani senza lavoro.

La Troika (BCE, Fondo Monetario, Commissione Europea), suona le campane a festa, la popolazione greca ancora giace con prognosi riservata in rianimazione. Ad Atene ed al suo grande popolo giungano i migliori auguri per una veloce ripresa.

Emanuel Galea




VAROUFAKIS NEI GUAI: ECCO COME VOLEVA "SALVARE" LA GRECIA

di Cinzia Marchegiani

Grecia – Arriva il colpo di coda sull’uomo che ha affrontato il volto minaccioso dell’Unione Europea e una crisi ellenica epocale. La Corte Suprema al Parlamento deve decidere per l’immunità all’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis, a suo carico sono state presentate due denunce presentate da privati cittadini, quindi probabile che sarà sollevato da questa protezione in modo che possa affrontare un processo. Le cause sono state promosse da Apostolos Gletsos, il sindaco di Stylida in Grecia centrale e capo del partito Teleia, e Panayiotis Giannopoulos, un avvocato. L'azione legale è stata presa prima ultime rivelazioni del ministro delle finanze circa i suoi tentativi di istituire un sistema di pagamento parallelo.


Una registrazione del piano B segreto di Yanis Varoufakis. In un audio pubblicato sul sito dell’Official Monetary and Financial Institutions Forum (OMFIF), si apprende che l'ex ministro delle finanze ellenico,Yanis Varoufakis, aveva "un piano B" con il quale si voleva introdurre un metodo di pagamento parallelo, che prevedeva l'assegnazione di un codice bancario e fiscale ad ogni contribuente e società per gestire il passaggio ad una nuova moneta. Ciò sarebbe stato necessario nel caso in cui il sistema bancario fosse stato chiuso.


Varoufakis ha spiegato, la sua strategia ad un gruppo di fund manager di Londra. Nell'audio viene anche confermato che Alexis Tsipras era d'accordo con questa ipotesi: "Il primo ministro, prima che vincessimo le elezioni, mi aveva dato il disco verde per formulare un piano B. Io ho messo in piedi un piccolo team che avrebbe dovuto lavorare sottotraccia per ovvie ragioni" . Le registrazioni, pubblicate con il consenso di Varoufakis, hanno scatenato le proteste di tutti i partiti di opposizione che ora chiedono un immediato chiarimento in Parlamento


A capo del gruppo anonimo, secondo quanto riferito da Voroufakis, c'era il noto economista statunitense keynesiano, James Kenneth Galbraith. Quest'ultimo, insieme all'allora ministro delle Finanze greco, aveva pensato a un sistema di pagamento ombra, nel caso in cui i bancomat non avrebbero più funzionato. In poche parole, l’agenzia delle entrate avrebbe reso possibile, attraverso un pin fornito a chi era debitore di denaro (Stato o soggetti privati) di trasferire le somme in “formato digitale” (nominalmente in euro).
Sul sistema di pagamento parallelo l'ex ministro ha aggiunto: "Avremmo potuto estendere il sistema agli smartphone con un’app e sarebbe potuto diventare un funzionale meccanismo finanziario parallelo: al momento opportuno sarebbe stato convertito nella nuova dracma"

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Sul Financial Times Varoufakis aveva di fatto spiegato e difeso il suo piano segreto, per salvare la Grecia sostenendo che stava cercando di creare uno schema di superare carenza di liquidità del paese, in assenza di una banca centrale in grado di svolgere questo ruolo: “Data l'assenza di una banca centrale per sostenere gli sforzi dello Stato, gli arretrati del governo greco al settore privato (privati e aziende) sono stati perennemente deflazionistico dal 2008", ha sostenuto il ministro delle finanze”. L’ex ministro Varoufakis ha spiegato come il sistema avrebbe funzionato:"La nostra idea era semplice per consentire la cancellazione multilaterale di arretrati tra lo Stato e il settore privato utilizzando la piattaforma della sede fiscale in vigore web-based pagamenti. Un conto di riserva può essere creato per ogni codice fiscale sull'interfaccia web del fisco e il merito di arretrati dovuti dallo Stato a tale individuo o organizzazione. Titolari del codice fiscale sarebbe in grado di trasferire i crediti dal proprio conto di riserva sia per lo Stato (in sostituzione del pagamento delle imposte) o per qualsiasi altro conto di riserva codice fiscale".




GRECIA: ECCO I NUOVI MINISTRI

di Angelo Barraco

Atene – Oggi è un giorno importante per la Grecia poiché nel palazzo presidenziale ad Atene hanno giurato i nuovi ministri del governo ellenico voluti da Alexis Tsipras per la stabilizzazione dell’esecutivo. Sono stati rimossi dallo stesso Tsipras, ministri e vice ministri che hanno espresso un voto contrario al piano di riforme concordato con i creditori in cambio dei nuovi aiuti. Il nuovo ministro del Lavoro è l’ex titolare delle Riforme, alla Difesa c’è invece George Katrougalos, come vice ministro c’è Christoforos Vernardakis, Olga Gerovassili è stata nominata portavoce  del governo al posto di Gavriel Sakellarides. Il ministro è stato sostituito, stessa cosa per il ministro delle Finanze.

 

Il parlamento tedesco approva il piano di salvataggio della Grecia. Ci vorranno dalle 2 alle 4 settimane per definire le riforme che la Grecia dovrà adottare per avere gli aiuti. Le banche intanto riapriranno lunedì , grazie al prestito di 7 miliardi. Intanto secondo l’ex ministro delle Finanze greco Varoufakis alla Bbc, il programma “passerà alla storia come il più grande disastro della gestione macroeconomica mai avvenuto” e aggiunge che "fallirà chiunque lo abbia messo in opera". Il voto positivo del Bundestag sul terzo salvataggio riaccende le speranze per il popolo ellenico e per una lenta ripresa. Si archivierà il rischio del default poiché per allora sarà pervenuto il prestito di 7 miliardi di euro e il Governo pagherà Fmi e la rata Bce che scade il 20 luglio. Oggi parte ufficialmente il negoziato con la Troika sul nuovo documento che conterrà il salvataggio da 82-86 miliari e da cui dipendono salvezza e futuro del paese.




GRECIA, MERKEL: "NO AD ACCORDO AD OGNI COSTO". RIFORME ENTRO 72 ORE

A. D. M. 

Non si va ne avanti e ne indietro ma è chiaro che far uscire prepotentemente la Grecia dall'Euro in questo momento significherebbe un'accelerazione verso un esito già conosciuto e annunciato: l'Unione Europea sarebbe decretata ufficialmente come un fallimento. Un prestito ponte, le misure su cui chiedere ad Atene una "marcia indietro" e le privatizzazioni: sono gli argomenti attualmente al centro delle discussioni dei capi di Stato e di governo dell'Eurozona, dopo l'utlimatum di 72 ore dato dai ministri delle Finanze dell'Eurogruppo, secondo quanto riferiscono fonti Ue. Sul primo punto, il prestito ponte per far fronte alle esigenze finanziarie immediate della Grecia, ovvero i 7 miliardi che le servono entro il 20 luglio per far fronte agli arretrati con il Fmi e alle prossime scadenze in vista (in particolare con la Bce), questo potrebbe essere finanziato dal primo meccanismo di stabilita' dell'Eurozona, quell'Efsm creato nel lontano 2010 per far fronte alla crisi del debito sovrano che aveva reso necessari i programmi di assistenza per diversi paesi. E' quanto fanno sapere fonti Ue a margine del vertice dell'Eurozona. In particolare, dei 60 miliardi di dotazione del meccanismo, 48,5 erano serviti per Irlanda (22,5 miliardi) e Portogallo (26 miliardi). Affiancato dal fondo provvisorio Efsf e successivamente dal fondo salvastati Esm, l'Efsm ha mantenuto la sua dotazione residua di 11,5 miliardi che sarebbero pronti per essere erogati in una situazione di emergenza, come quella che affronta oggi la Grecia. Per poterli utilizzare, non e' necessaria l'unanimita' ma basta la maggioranza qualificata dei paesi Euro.


Quanto alla "marcia indietro", sarebbero soprattutto gli olandesi a volere che il governo greco ritirasse le misure decise nei mesi scorsi contro il parere delle istituzioni perché contrari a quanto stabilito dall'accordo del 20 febbraio scorso: ma Tsipras vorrebbe evitare di dover rilicenziare i lavoratori reintegrati nei mesi scorsi.
Infine, per quanto riguarda le privatizzazioni, ci sono molte misure su cui c'e' gia' accordo ma "molto resta da fare" e alcuni paesi vorrebbero che la Grecia si impegnasse di piu' anche su questo fronte. La discussione e' ancora in corso anche sull'opportunita' di creare un fondo di garanzia da 50 miliardi in Lussemburgo: secondo la fonte, si sta infatti discutendo della cifra, considerata eccessiva da molti, mentre il fondo da utilizzare esisterebbe gia'.
In precedenza l'Eurogruppo hanno dato tempo fino a mercoledi' alla Grecia per varare nuove riforme come condizione per il negoziato sul salvataggio. Lo ha affermato il ministro delle Finanze finlandese Alexander Stubb, sottolineando che i tre punti richiesti ad Atene sono di completare le misure entro il 15 luglio, riformare il sistema del lavoro e delle pensioni, intervenire su Iva e fisco. A tutto cio' si aggiunge la richiesta di rafforzare il programma di privatizzazioni. La cosa piu' importante – ha spiegato Stubb – e' che l'intero pacchetto di misure sia approvato sia dal governo sia dal parlamento greco.
Questa la bozza dei ministri dell'Eurozona dopo che in 14 ore di negoziato, ieri e oggi, i ministri delle Finanze dell'Eurogruppo non erano riusciti ad approvare un documento sulla Grecia da presentare al vertice della zona Euro. Come ha detto al termine della lunga riunione il presidente Jeroen Dijsselbloem, "abbiamo fatto molta strada e risolto molti punti, ma ci sono ancora alcuni grandi temi da affrontare. Ora informeremo i leader in modo che possano discutere e, speriamo, decidere".
Bozza Eurogruppo: aiuti richiesti tra 82 e 86 miliardi, riforme entro il 15

 

Il diktat di Merkel.  Le discussioni fra i leader dell'Eurozona, al vertice che si e' aperto alle 16 a Bruxelles, "saranno molto dure" secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel. "E' molto difficile – ha detto – la situazione economica e' peggiorata negli ultimi mesi e si e' persa fiducia e affidabilita'": in ogni caso, ha aggiunto, la Germania non auspica "un accordo a ogni costo". Merkel ha aggiunto "so che i nervi sono tesi: bisogna torvare una soluzione che vada bene sia alla Grecia che alla zona euro", valutando se "le promesse della Grecia potranno portare al benestare per i negoziati: niente di piu' e niente di meno, vediamo se ce la faremo".
Atene giudica il piano dell'Eurogruppo "molto negativamente"
Prima del vertice il premier italiano Renzi aveva assicurato che "l'Italia fara' di tutto per dare una mano e chiudere la vicenda greca". Matteo Renzi, parlando con i giornalisti al suo arrivo all'Eurosummit, ha detto che "c'e' un grande bisogno di Europa, e' giusto preoccuparsi della vicenda greca e noi facciamo di tutto perche' si raggiunga un accordo: rispetto al punto di partenza ormai siamo molto vicini" al raggiungimento di un accordo, "non dico che siamo alla definizione dei dettagli, ma le distanze si sono riavvicinate di gran lunga".
La situazione e' molto complicata e tutti noi siamo impegnati per arrivare a un accordo", ha detto al suo arrivo al palazzo del Consiglio europeo il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dopo avere elencato tutte le difficili situazioni internazionali, la bomba di ieri in Egitto, l'accordo sulla Libia, il negoziato sul nucleare iraniano e l'Ucraina, di cui "inspiegabilmente nessuno parla piu'", Renzi ha aggiunto che "c'e' un grande bisogno di Europa: siamo impegnati per arrivare a un accordo che riguardi la Grecia ma che riguardi soprattutto l'Europa", perche' "c'e' bisogno che l'Europa torni a fare l'Europa e a fare quello che deve fare", ha sottolineato Renzi.
"Accanto alla Grecia c'e' anche bisogno di ritornare ad affrontare le questioni principali, e' un momento molto delicato per il nostro continente". L'Italia "fara' di tutto certo per dare una mano a risolvere la vicenda greca, ma anche per riportare la voce dell'Europa da Vienna – cita ad esempio il premier italiano – dove l'alto rappresentante Mogherini e' impegnata nel negoziato con l'Iran". "E' la quarta volta che ci riuniamo in 2 settimane sulla Grecia ed e' importante per l'Italia trovare un accordo ma poi dobbiamo riportare la fiducia non solo dentro le istituzioni europee, ma la fiducia dei cittadini nell'Europa. Se continua cosi' – ha concluso Renzi – la perdiamo".


La Francia fa il possibile per raggiungere un accordo.
La Francia "fara' di tutto per trovare un accordo stasera e permettere alla Grecia di restare nell'Euro oltre che all'Europa di andare avanti", ha detto invece il presidente francese Francois Hollande. "Non c'e' una Grexit provvisoria: o c'e' o non c'e'. Dobbiamo trovare una concezione comune, la Grecia ha fatto sforzi e ora deve dimostrare che rispettera' gli impegni per avere il sostegno dell'Eurozona nel suo complesso".

 

Juncker: "Lavoriamo ad una soluzione".  "Lavoreremo oggi ad una soluzione fino all'ultimo millisecondo. E spero che arriveremo ad una soluzione": lo ha detto il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker.

 

Tensione Draghi – Schaeuble. La tensione in Europa sarebbe altissima al punto che la riunione dell'Eurogruppo sarebbe stata interrotta, la scorsa notte, per una discussione tenutasi tra il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e il Presidente della Bce Mario Draghi.
Secondo quanto riferito da alcuni media greci, che a loro volta citano l'agenzia di stampa Ana, il Ministro tedesco avrebbe risposto cosi' a Draghi: "Non sono stupido" proprio mentre il numero uno dell'Eurotower stava spiegando un dettaglio sul debito di Atene.
Immediata la smentita della Bce: Non c'e' stato alcuno scontro tra Draghi e Schaeuble" ma si e' trattato solo di "uno scambio di vedute".

 

Tsipras fiducioso. Possiamo raggiungere un accordo stasera se tutte le parti lo vogliono": lo ha assicurato il premier greco Alexis Tsipras, al suo arrivo al palazzo del Consiglio Europeo. "Sono qui per un compromesso onesto", ha spiegato Tsipras, "i cittadini vogliono un'Europa unita e non divisa".




GRECIA: IL RICATTO DEGLI ARMATORI

di Emanuel Galea
Nell’ultima tornata elettorale in Grecia, del 25 gennaio 2015, Tsipras ha vinto con il 36% dei voti. L'astro nascente della sinistra radicale ellenica ha trovato la sua roccaforte di voti con la governatrice dell'Attica, Rena Dourou e  soprattutto con il neo sindaco Yiannis Moralis, numero due di Marinakis dell'Olympiacos.
La 40enne governatrice dell’Attica è l’unica personalità di Syriza con esperienze d’incarichi pubblici antecedenti al governo Tsipras.

E Yiannis Moralis? Oltre ad essere l’attuale sindaco del Pireo ha coperto incarichi importanti nell’Olympiacos FC. Yiannis è rimasto tuttavia  una personalità di spicco, conservando un discreto bacino di voti.
Salendo da Tsipras a Rena Dourou a Moralis , si arriva a Marinakis.

A questo punto la curiosità di conoscere il signor Evangelos Marinakis, altro bacino di voti per Syriza, sorge spontanea.  E’ un magnate greco, armatore, di 48 anni, proprietario dell’Olympiakos F.C., valore netto al 2015  di US$ 750 milioni.   E’ Presidente & CEO della Capital Maritime & Trading Corp.
Nel novembre del 2014 il Fmi certificò che le mancate entrate per il 2014 ammontavano a un miliardo al mese. Ciò nonostante la Grecia, seppure nell’austerità stesse  alzando la testa. Abbandoniamo per un attimo gli oligarchi, alcuni dei quali formavano bacino voti per Syriza e ritorniamo all’Europa.

Nella lettera d’intenti consegnata all’Eurogruppo  dal duo Tsipras-Varoufakis la Grecia prospettava un gettito di 2,5 miliardi che doveva provenire da una nuova tassa in programma sugli armatori.
Sia mai detto! La risposta delle maggiori compagnie greche non è tardata ad arrivare. I principali oligarchi più in vista, fra cui Marinakis  e Aristides Alafouzos  che con altri quattro oligarchi muovono un mercato marittimo da svariati miliardi di euro, assieme a Stavros Niarchos, uno degli uomini più ricchi del mondo e storico rivale di Onassis, hanno inviato un telegramma al premier minacciandolo che se osasse mettere le tasse sugli armatori, il giorno dopo fuggiranno via alle Cayman, lasciando per strada 250 mila lavoratori greci. Firmatario del telegramma anche Vardis Vardinoyannis, anima della Motor Oil Hellas, proprietario del Panathinaikos e amico del clan Kennedy.


Così si viene a sapere che non è solamente l’Eurogruppo che ricatta Atene bensì resistenze dall’interno, ricattano e resistono alle vere riforme. I governi precedenti a quello attuale non hanno mai legiferato a favore di qualsiasi norma che impedisse conclamate abusi e conflitti di interessi agli armatori di essere contemporaneamente anche petrolieri, editori, titolari di lavori pubblici senza sottomettersi a gare pubbliche, nonché di partecipare a privatizzazioni, di possedere squadre di calcio, portare avanti il business delle scommesse, possedere stazioni radiofoniche, emittenze televisive e non solo. Nel frattempo hanno beneficiato di Iva agevolata  e facendosi leva su una legge costituzionale del 1967 hanno goduto e godono tuttora dell’esenzione fiscale sui profitti generati all’estero. I governi precedenti su tutto questo hanno chiuso un occhio e pare che a  Tsipras  dispiace toccare questi argomenti. Vorrebbe fare la voce grossa con l’Eurogruppo ma ci piacerebbe sentire la sua voce per spiegare cosa intende fare il suo governo in questo ginepraio di elusione da parte degli armatori.

Gli armatori minacciano di disertare “la roccia”.  A prescindere da eventuali rapporti di amicizia con certi oligarchi, veramente nulla può fare il governo Tsipras per convincere i  magnati a riconoscere i loro giusti doveri verso Atene?

 




I GRECI VOTANO AL REFERENDUM INDETTO DA TSIPRAS: IL DESTINO NELLE LORO MANI

Oggi è il giorno della resa dei conti per la Grecia: i greci decideranno sul destino del loro Paese. Si sono aperti puntualmente alle 7 locali, le 6 in Italia, i seggi in cui 10.837.118 greci voteranno al referendum improvvisamente indetto il 26 giugno da Alexis Tsipras su quella che era l'ultima proposta dei creditori, Bce-Ue-Fmi e Esms di altri 15,5 miliardi di aiuti prolungati fino a novembre. Offerta che il premier ed il suo ministro delle finanze Yanis Varoufakis hanno voluto, bollando l'offerta, alternativamente, come "un insulto" o "un ricatto" al popolo greco, salvo poi provare a rilanciare trovandosi di fronte al rifiuto della maggioranza dei partner, Anegla Merkel in testa. Gli ultimi sondaggi indicano un paese diviso fra il "sì", solo in lieve maggioranza, e il "no", anche se il 75 per cento dei greci è convinto di voler rimanere nell'euro. Il premier Alexis Tsipras è schierato per il "no", perché non intende accettare le trattative con i creditori e cioè la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale.

Il voto di Tsipras. I seggi si chiuderanno alle 19 locali e primi risultati, non gli exit poll, si conosceranno tra le 20 e le 21 secondo il ministero dell'Interno. Il premier greco Alexis Tsipras ha votato nel seggio del suo quartiere, Ambelokipi. Camicia bianca, sorridente, alle 10:30, le 9:30 in Italia, Tsipras ha inserito la scheda nell'urna con qualche tentennamento, per consentire ai fotografi di immortalare il gesto. Sorridente e circondato da giornalisti e fotografi, all'uscita dal seggio è stato accolto da uno scrosciante applauso dei suoi sostenitori e si è concesso ai microfoni. "Oggi è un giorno di celebrazione perché la democrazia è in se stessa una celebrazione", ha detto Tsipras. "Quando la democrazia vince la paura, vince la volontà del popolo. E' un messaggio di dignità: il popolo finalmente ha scelto", ha aggiunto. "Nessuno può ignorare la volontà del popolo", perché "il popolo invierà dal referendum un importante messaggio, che prende il destino nelle sue mani. Molti possono ignorare la volontà del governo, ma nessuno può ignorare la volontà del popolo", ha affermato il premier ellenico. Tre ex premier greci, George Papandreu, Kostas Karamanlis e Andonis Samaras, fermi sostenitori dell'accordo con i creditori, hanno già votato, per il 'Si''. Anche l'ex primo ministro conservatore Karamanlis ha già espresso la sua preferenza, come pure Samaras, altro capo del governo conservatore, che ha votato a Pilos, nel sud del Peloponneso.

Il presidente greco Prokopis Pavlopoulos lancia un appello per l'unità del paese di fronte all'esito del voto, domani. "La giornata di oggi appartiene solo ai cittadini, che sono chiamati a decidere del futuro di questo paese e della nostra gente. Indipendentemente dal risultato del referendum, abbiamo l'obbligo di percorrere la difficile strada del domani con assoluta unità. È quanto i nostri avi hanno fatto nei momenti cruciali e il nostro dovere oggi. Andremo avanti insieme", ha affermato Pavlopoulos, al suo seggio, alla scuola elementare di Filothei-Psychiko.




GRECIA DEFAULT, TSIPRAS CI RIPENSA MA E' TARDI. MERKEL GELA LE TRATTATIVE FINO AL REFERENDUM

Redazione

Sulla Grecia e' braccio di ferro e tale sembra destinato a rimanere il clima almeno fino a domenica, quando si terra' il referendum indetto dal Governo Tsipras. Alle controproposte fatte pervenire da Atene, Germania ed Eurogruppo hanno risposto chiudendo lo spazio a ogni trattativa fin quando l'esito della consultazione non sara' ufficiale.

"Adesso siamo in attesa del referendum. Prima del referendum nessuna discussione su nuovi aiuti puo' aver luogo", ha detto Angela Merkel. Anche se la stessa cancelliera tedesca si e' poi affrettata ad aggiungere che "la porta del negoziato e' sempre stata aperta e resta aperta".
Stessi toni dall'Eurogruppo, riunitosi oggi in teleconferenza. "Non ci sono gli elementi per ulteriori negoziati a questo punto. Non ci saranno colloqui nei prossimi giorni su proposte di accordi finanziari. Aspetteremo l'esito del referendum di domenica e prenderemo atto del risultato di quel referendum", ha fatto sapere il presidente Jeroem Dijsselbloem tramite una nota ufficiale al termine della discussione.

In un discorso alla nazione il capo del Governo ellenico, Alexis Tsipras, e' tornato a invitare i suoi concittadini a votare 'no' per ottenere migliori condizioni negoziali, ma ha anche aggiunto che Atene vuole rimanere nell'euro e continuera' a trattare con i suoi partner per ottenere un accordo sostenibile. Il referendum convocato dal governo greco sulle condizioni poste dai creditori internazionali per riprendere i finanziamenti, ha osservato, "non riguarda il restare o meno nell'euro che e' dato per scontato e nessuno puo' dubitarne".

Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, in visita ufficiale a Berlino ha criticato la scelta di Tsipras.
"Io", ha detto, "quel referendum non lo avrei indetto, lo avrei evitato". E ha aggiunto che l'Europa esiste se tutti rispettano le regole. "In Italia", ha sottolineato il premier, "spesso le posizioni della Germania sono ritenute molto dure. Rispetto alla questione greca, credo che ciascuno di noi abbia diverse opinioni e sensibilita'". Ma "quello che e' importante finche' si sta in una casa comune, e' stare dentro le regole condivise", perche' "se ognuno fa come vuole poi non si va da nessuna parte".

Intervenendo alla Camera il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato ancora una volta che "l'uscita della Grecia dall'euro non e' mai stata un'opzione". L'Italia, ha spiegato, "ha una posizione di grande apertura per continuare a portare avanti il dialogo" e "cerca una soluzione condivisa, inclusiva e orientata alla crescita".

TELEFONATA OBAMA – RENZI: "RIPORTARE ATENE SULLA STRADA DELLE RIFORME"

Il presidente americano Barack Obama e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi «hanno convenuto sull'importanza che tutte le parti lavorino per riportare la Grecia su una strada di riforme e finanziamenti che porti alla crescita e la sostenibilità del debito all'interno dell'Eurozona». È quanto si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Casa Bianca, in cui si informa che i due leader hanno parlato al telefono degli ultimi sviluppi in Grecia. Obama e Renzi, si legge ancora, hanno rimarcato che i loro collaboratori «sono in stretto contatto e stanno monitorando gli sviluppi economici in Grecia così come i mercati finanziari». I due leader «hanno anche discusso dell'importanza di proseguire nello stretto coordinamento per l'antiterrorismo».




GRECIA: SI RIAPRONO I DIALOGHI TRA JUNCKER E TSIPRAS

di Angelo Barraco
 
Grecia – Jean Claude Kuncker, presidente della Commissione europea, ha dato al premier Alexis Tsipras un ultima possibilità per scongiurare il fallimento di Atene. La proposta contiene una soluzione per il debito, in cambio del sostegno del governo al sì per il referendum sul nuovo piano. Il governo greco ha risposto all’offerta con una controproposta nella quale si chiede l’avvio di un programma di salvataggio dell’Esm della durata di ben due anni. Questa è l’ultima occasione, poiché proprio oggi scade il termine per il rimborso di 1,7 miliardi all’Fmi che Atene non vuole rispettare e che a mezzanotte anche il programma di aiuti della troika terminerà. Nelle ultime ore sembra essersi riaperto il dialogo Juncker-Tsipras. La Merkel dichiara che “Naturalmente anche dopo mezzanotte non taglieremo fili del dialogo, o non saremmo l'Unione europea. La porta resta aperta, ma questa è l'unica cosa che posso dire al momento”. 
 
Intanto dal fronte italiano Matteo Renzi assicura che l’Italia non rischia il “contagio” e in un’intervista fatta al Sole 24 Ore afferma che "L'Italia e' gia' fuori dalla linea del fuoco. Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali, l'economia sta tornando alla crescita e l'ombrello della Bce ci mette al riparo: tre caratteristiche che rendono questa crisi diversa da quella di quattro anni fa”. Parla della situazione della Grecia e del referendum del 5 luglio e con parole forti dice che se la Grecia dovesse abbandonare l’euro, tornerà alla dracma e sarebbe un dramma innanzitutto per i greci, ma a questo punto devono decidere loro: i leader europei rispettino il volere di Atene, senza impicciarsi. Ha aggiunto che “Decidera' il loro popolo. Democrazia e' una parola inventata ad Atene: Bruxelles la deve rispettare. Dal canto loro i greci devono avere chiare le conseguenze della loro scelta”.
 
Poi Renzi ha parlato dell’Italia e della sua situazione: “Le clausole di salvaguardia non scatteranno. Certo, non sara' semplice, ma noi siamo quelli che le tasse le abbassano, non le alzano. Nel 2016 scommetto su un'ulteriore riduzione del carico fiscale, ma ancora e' presto per discuterne, ne parleremo a settembre”.



GRECIA, TSIPRAS A MERKEL E HOLLANDE: "SOPRAVVIVEREMO"

Redazione

Grecia – "Il popolo greco sopravvivera'". E' quanto avrebbe dichiarato il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande, secondo quanto riferiscono alla Reuters fonti del governo di Atene. "Il valore sommo e' la democrazia", avrebbe aggiunto Tsipras.Secondo le stesse fonti, Tsipras ha sottolineato ai suoi interlocutori che «la democrazia è un valore basilare in Grecia e che il referendum si terrà qualsiasi cosa l'Eurogruppo decida». 

Le reazioni del ministro dell'Economia. «Oggi è un giorno triste per l'Europa». Così il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, si è rivolto ai giornalisti lasciando la sede della riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles. Gli altri 18 ministri delle Finanze dell'area euro hanno ripreso la riunione e discutono delle conseguenze del rifiuto della proposta dei creditori da parte della Grecia e le azioni da prendere per la stabilità dell'eurozona.




GRECIA: TSIPRAS RIMBORSA 485 MILIONI DI EURO A UE

di Maurizio Costa

Atene – Il governo greco rispetta le scadenze e paga un debito di 485 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale. Fino all'ultimo momento ci sono stati dei dubbi sulla possibilità che la Grecia avesse pagato la cifra, ma alla fine, nell'ultimo giorno possibile, Tsipras rimborsa all'Europa i soldi che aveva ricevuto.

A riferirlo è una fonte del ministero delle Finanze greco, presieduto da Yanis Varoufakis: "Il pagamento è stato registrato e sarà effettuato in giornata" ha rivelato una fonte ufficiale. Intanto, la Grecia continua a pensare ad un Piano di riforme che porterà quasi 7 miliardi di euro nelle casse elleniche, ma l'Europa, se non avrà certezza, non rispetterà i patti. La Grecia dovrà comunque continuare a pagare queste tranche anche per non indurire i rapporti con l'ex Troika, formata da Fmi, Commissione europea e Banca Centrale Europea.

Rapporti con PutinAlexis Tsipras ha visitato la Russia e ha incontrato il presidente Vladimir Putin per cercare di trovare un'intesa riguardo ad alcuni punti caldi della politica e dell'economia greca. L'embargo effettuato da Ue e Russia, che non permette l'interscambio di merci tra le due parti, continuerà ad essere effettuato anche nei confronti della Grecia. Putin, dopo l'invasione dell'Ucraina, è stato colpito dell'Ue, che ha proibito agli stati membri di esportare in Russia. Dal canto suo, il Cremlino ha vietato alle proprie aziende di esportare in Europa. Si vociferava di una possibile eccezione della Russia per la Grecia, ma Putin ha detto che "non si possono fare eccezioni per un solo paese europeo".

Secondo il presidente russo, la Grecia non ha chiesto aiuti economici alla Russia, ma nel giro di intese potrebbero nascere dei nodi importanti. Il Cremlino, infatti, potrebbe collegare la Grecia con il gasdotto russo-turco 'Turkish Stream', che potrebbe essere portato anche in territorio ellenico. Questa mossa strutturale, secondo Putin, porterebbe milioni di euro nelle casse greche, soldi che potrebbero essere utilizzati per risanare il debito verso l'ex Troika.

"Non è una questione di aiuto – ha aggiunto Putin – ma di cooperazione, compresa quella finanziaria, legata a grandi progetti concreti". Da questo pseudo-accordo potrebbero nascere anche dei prestiti da parte della Russia per far respirare le casse greche. Inoltre, potrebbero nascere delle joint venture, accordi tra aziende, di export tra Atene e Mosca, di fragole, kiwi o pesche, che potrebbero rappresentare il 40% del fatturato delle esportazioni greche.

Ricordiamo che la Russia era il partner economico preferito dalla Grecia, che ha scambiato con Mosca 9,3 miliardi di euro nel 2013. Questo accordo potrebbe destabilizzare gli equilibri europei e portare l'Ue a rivedere le proprie idee di risanamento del debito. 




GRECIA: TSIPRAS PRESENTA A UE IL PIANO DI RIFORME DA 7 MILIARDI

di Maurizio Costa

Atene – Alexis Tsipras è pronto a presentare all'Ue il Piano di riforme che permetterà alla Grecia di continuare il programma europeo e di ricevere i fondi comunitari per altri quattro mesi. Entro la mezzanotte di oggi, il premier ellenico dovrà inviare all'Eurogruppo la lettera contenente gli interventi che caratterizzeranno la Grecia per i prossimi mesi.

Il Piano dovrà essere approvato anche dal Parlamento europeo, ma sembra che i presupposti per trovare un punto d'incontro ci siano tutti. Secondo alcune indiscrezioni del quotidiano tedesco 'Bild', Tsipras avrebbe già stilato i temi fondamentali del suo intervento per risanare il debito greco: il primo ministro greco dovrebbe riuscire a recuperare 7,3 miliardi di euro.

I punti – Tsipras, insieme al ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, avrebbe intenzione di aumentare le tasse sui più ricchi (2,5 miliardi di euro), mentre 1,5 miliardi dovrebbero provenire dal contrasto del contrabbando di benzina e 800 milioni da quello delle sigarette. Altri 2,5 miliardi potrebbero essere recuperati attraverso un Piano di rientro delle tasse arretrate non pagate, che potrebbero essere rateizzate e agevolate per i greci più poveri.

Il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, ha affermato che “il Piano greco deve essere ambizioso ma anche finanziariamente realista. Non si tratta di imporre l’austerità alla Grecia, ma è anche necessario rispettare gli impegni, perché il precedente premier aveva assunto impegni non a suo nome ma a nome dello Stato greco”.

Intanto, Alexis Tsipras deve anche combattere il fronte interno greco che si scaglia contro il suo operato. Dagli accordi di Salonicco del partito di Syriza, Tsipras avrebbe dovuto cercare di contrastare la 'troika', evitando di scendere a patti con l'Europa. Questo è stato anche il punto fondamentale della sua campagna elettorale e della sua vittoria. Adesso, forse pressato dal gigante Europa, il premier ellenico non ha potuto fare altro che venire incontro alle scelte continentali, rinviando e riproponendo il programma europeo. Anche l'eroe della Resistenza greca, Manolis Glezos, che da ragazzo strappò la bandiera nazista dal Partenone, si è scagliato contro Tsipras, affermando che “non ci può essere un patto tra un tiranno e uno schiavo. Chiedo scusa al popolo greco”.

La situazione è molto tesa ed entro qualche ora sarà tutto più chiaro, ma Tsipras sembra reggere bene il colpo, sebbene le pressioni interne ed esterne siano molto forti.