UNIONI CIVILI ALLA PROVA SENATO: BRACCIO DI FERRO NEL PD

Red. Politica

Anche nello stesso centrosinistra c'è contrasto sulle Unioni civili che adesso vanno alla prova dell'Aula al Senato con il Pd in tensione e un duro braccio di ferro tra cattodem e vertici. ll ddl Cirinnà sulle unioni civili supera il primo voto in Senato. L'Aula del Senato ha respinto la richiesta di non passaggio all'esame degli tabella del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Hanno votato contro 195 senatori, a favore 101, 1 astenuto.

Il presidente Grasso ha deciso che la richiesta di non passaggio all'esame degli tabella del ddl sulle unioni civili verrà esaminata dall'Assemblea con voto palese.  "Il tema – spiega Grasso – rientra non tanto nella sfera di applicazione degli tabella 29, 30 e 31 della Costituzione" quanto "nell'ambito di applicazione dell'articolo 2 della Costituzione, in base al quale la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.

Si dice sorpreso Roberto Calderoli "E' una scelta politica che lei ha preso in solitaria. Con questa legge infatti stiamo parlando di matrimonio, non di altro. Proprio perché mi aspettavo una arrampicata sugli specchi per negare questo, ho allegato sei pagine per spiegare che la totalità degli argomenti di questo ddl fa riferimento al diritto di famiglia"

Intanto il minsitro della Giustizia Andrea Orlando, assicura che "Il governo non esprimerà valutazione politica" sul ddl, ma solo una valutazione "tecnica" su alcune proposte di modifica "quando palesemente non conformi alla giurisprudenza europea e costituzionale. Il governo – conclude – non fa una vera e propria replica, anche perché, come si sa, nel governo stesso e nella maggioranza che lo sostiene ci sono posizioni diverse su un tema così sensibile e delicato".

Il Pd è orientato a lasciare libertà di coscienza ai propri senatori solo su tre emendamenti. Uno dei tre è quello, a firma di Stfano Lepri, che sostitusce la stepchild adoption con l'affido rafforzato. Ma per i cattolici del Pd gli emendamenti al ddl unioni civili da sottoporre al voto di coscienza e quindi alla libertà di voto sono 9 e non 3, come proposto dal capogruppo Luigi Zanda. Ad avanzare la controproposta, nell'assemblea dei senatori Dem, è il vice capogruppo Stefano Lepri, primo firmatario dell'emendamento che sostituisce la stepchild adoption con l'affido. Alla fine è stata accolta la proposta di Zanda sui tre emendamenti. Alla fine si è scelto di non votare né sulla proposta Zanda né sulla controproposta di Lepri, limitandosi ad accogliere la prima ma con l'impegno di ampliare, magari anche ratificando tale decisione in una nuova assemblea, il numero dei voti secondo coscienza, al momento limitati a quelli sull' emendamento Lepri (che sostituisce la stepchild adoption con l'affido rafforzato), sull'emendamento 5.6000 a prima firma di Cecilia Guerra che attribuisce adozione piena alle unioni civili e sull'emendamento 22.0.6002 a prima firma di Donella Mattesini e relativo alle norme di legge applicabili alle convivenze di fatto.




UNIONI CIVILI: IL MOVIMENTO 5 STELLE È FAVOREVOLE

di Angelo Barraco
 
Roma – L’argomento Unioni Civili non sembra mettere d’accordo la classe politica del bel paese ovvero i “decisori” dell’argomento e dell’amore altrui. Beppe Grillo scrive sul suo blog: “Con una votazione sul Blog del 28 ottobre 2014 gli iscritti al MoVimento 5 Stelle hanno espresso la loro posizione favorevole sulle unioni civili. Il quesito non conteneva però espliciti e diretti riferimenti alla stepchild adoption, nè le spiegazioni necessarie per esprimere un voto consapevole su un tema tanto complesso e delicato”. Grillo continua: “L’indicazione di voto uscita da quella consultazione è stata già espressa dai portavoce M5S nelle votazioni che si sono svolte in Commissione al Senato e ugualmente sarà rispettata nelle votazioni sulle unioni civili che a partire da questa settimana si svolgeranno in Aula”. Si legge inoltre: “In via del tutto straordinaria, a fronte di un tema etico che chiama in gioco anche i diritti di bambini, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, in qualità di Garanti del Movimento, si sono assunti la responsabilità di rinunciare a un’ulteriore votazione sul blog e di lasciare ai portavoce la libertà di decidere sulla stepchild adoption secondo coscienza, sulla base di principi personali” e sottolinea che così facendo si è voluto evitare di mettere i parlamentari nella condizione di votare “per costrizione a maggioranza essendo portavoce e contro la propria coscienza su una materia che riguarda la sfera dei minori e tocca da vicino le convinzioni e i valori piu' intimi e profondi di ognuno di noi”. Tante sono le dichiarazioni e le idee contrarie dei politicanti sull’argomento, ad esempio Angelino Alfano ha chiesto invece di cambiare il ddl Cirrinnà e di eliminare la Stepchild Adoption.
 
Ma qual è la posizione del PD? I senatori del Pd Albano, Angioni, Borioli, Capacchione, Cardinali, Esposito, Fabbri, Ferrara, Fissore, Maturani, Rossi, Silvestro, Tomaselli, Vaccari, Verducci e Zanoni scrivono in una nota: “Ciò che il Senato sarà chiamato a decidere nei prossimi giorni riguarda la vita e il futuro di milioni di cittadini italiani. Chiediamo, perciò, che il confronto tra le differenti posizioni espresse in discussione generale sia mantenuto trasparente e palese anche al momento del voto” continua la nota “La decisione del gruppo Pd di non chiedere voti segreti è stata importante. Ora – proseguono – occorre che si traduca in un'iniziativa volta a far assumere lo stesso impegno a tutti i gruppi. A cominciare da quelli, come il M5S, che hanno lasciato libertà di coscienza, senza dire se ci sia, e quale sia, la posizione del movimento”. Il Capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato precisa che sulle unioni civili si va avanti e che il PD è sempre su questa linea e che non contempla l’ipotesi di stralciare la Stepchild Adoption. Il sottosegretario alle Riforme Ivan Scalfarotto ha scritto su facebook che il PD non cambia nulla e che le unioni civili sono parte integrante del progetto di modernizzazione del paese. La prima firmataria del provvedimento sulle unioni civili, Monica Cirinnà, scrive su Twitter: “Sui diritti no a compromessi” e sottolinea inoltre che il PD va avanti con l’obiettivo di rendere il nostro paese migliore, moderno ed europeo. Beatrice Lorenzin, a Sky tg24 ha dichiarato invece che “Un bambino ha tutti i diritti  abbiamo il dovere di renderlo più sereno. Allora facciamo una riflessione in un altro contenitore legislativo, in cui rivediamo anche la legislazione su adozioni e affidi” ha continuato “ognuno è libero, credo che possa prevalere semplicemente il buon senso: è lecito progettare in laboratorio bimbi che non avranno la mamma? Fa bene Grillo a lasciare libertà di coscienza, ho applaudito a questo fatto. Siamo di fronte a dei temi in cui non è concepibile la blindatura di un testo dove non si affrontava quello di cui stiamo parlando. Il livello del dibattito non è stato alto" e ha concluso “Se passa la stepchild adoption stiamo autorizzando l'eterologa per persone dello stesso sesso. Come si può pensare di blindarla? Nel paese la maggior parte dei cittadini non è favorevole”. Si è accesa invece una polemica accesa in seguito ad un post su Twitter di Roberto Formigoni in cui afferma “sta procurando crisi isteriche gravi su gay, lesbiche, bi-transessuali e checche varie”, Formigoni ha poi precisato: “Accetto di essere criticato, non di essere distorto, stravolto, strumentalizzato. Non ho insultato nessuno, mi sono limitato a constatare che alcune persone gay, lesbiche ecc… stanno avendo crisi isteriche. Del resto la lingua italiana è precisa: in italiano, l'assenza dell'articolo determinativo indica chiaramente che si tratta di casi specifici. Se avessi voluto offendere un'intera categoria di persone  avrei usato l'articolo determinativo: i gay, le lesbiche ecc… Così non ho fatto, accetto di essere criticato, non distorto”. 
 
Il fulcro della questione Unioni Civili sono i primi tre tabella, ma cosa dicono? 
 
 TITOLO I
Delle unioni civili
Art. 1.
(Costituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso)
1. Due persone dello stesso sesso costituiscono un'unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile ed alla presenza di due testimoni.
2. Presso gli uffici dello stato civile di ogni comune italiano è istituito il registro delle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
3. Sono cause impeditive per la costituzione della unione civile tra persone dello stesso sesso:
a) la sussistenza di un vincolo matrimoniale o di un'unione civile tra persone dello stesso sesso;
b) la minore età salvo apposita autorizzazione del tribunale, per cui si procede conformemente a quanto previsto dall'articolo 84 del codice civile;
c) l'interdizione per infermità di mente; si applica il secondo comma dell'articolo 85 del codice civile;
d)la sussistenza delle ipotesi di cui ai commi primo, secondo e terzo dell'articolo 87 del codice civile; si applicano le disposizioni dell'articolo 87 codice civile;
e) la condanna di cui all'articolo 88 del codice civile; se è stato disposto soltanto rinvio a giudizio ovvero sottoposizione a misura cautelare per il delitto di cui all'articolo 88 del codice civile, la procedura per la costituzione dell'unione civile tra persone dello stesso sesso è sospesa sino a quando non è pronunziata sentenza di proscioglimento.
4. La sussistenza di una delle cause impeditive di cui al presente articolo comporta la nullità dell'unione civile tra persone dello stesso sesso. All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano gli tabella 65 e 68  nonché le disposizioni della Sezione VI del Capo III del Titolo VI del Libro I del codice civile.
5. L'unione civile tra persone dello stesso sesso è certificata dal relativo documento attestante la costituzione dell'unione, che deve contenere i dati anagrafici delle parti, l'indicazione del loro regime patrimoniale e della loro residenza, oltre ai dati anagrafici e la residenza dei testimoni.
6. Mediante dichiarazione all'ufficiale di stato civile le parti possono stabilire il cognome dell'unione civile scegliendolo tra i loro cognomi. Lo stesso è conservato durante lo stato vedovile, fino a nuove nozze o al perfezionamento di nuova unione civile tra persone dello stesso sesso. La parte può anteporre o posporre allo stesso il proprio cognome, se diverso, facendone dichiarazione all'ufficiale di stato civile.
 
Art. 2.
(Modifiche al codice civile)
1. All'articolo 86 del codice civile, dopo le parole «da un matrimonio» sono inserite le parole «o da un'unione civile tra persone dello stesso sesso».
 
Art. 3.
(Regime giuridicodell'unione civile tra persone dello stesso sesso)
1. All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano gli tabella 143, 144, 145, 146, 147, 148, 342-bis, 342-ter, 417, 426 e 429 del codice civile.
2. All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano le disposizioni previste dagli tabella 408 e 410, dal Capo VI del Titolo VI, dal Titolo XIII del libro I, dagli tabella 1436, 2122, 2647, 2653, primo comma n. 4), 2659, e dall'articolo 2941, primo comma n. 1) del codice civile.
3. Fatte salve le disposizioni del codice civile che non sono richiamate espressamente nella presente legge e fatta salva la disposizione di cui all'articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184, le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi», «marito» e «moglie», ovunque ricorrano nelle leggi, nei decreti e nei regolamenti, si applicano anche alla parte della unione civile tra persone dello stesso sesso.



UNIONI CIVILI: RAGGIUNTO ACCORDO SU EMENDAMENTI E VOTI SEGRETI

Redazione

Accordo raggiunto tra tutti i gruppi al Senato su una riduzione drastica del numero degli emendamenti al ddl Cirinnà sulle unioni civili e sul circoscrivere il numero delle votazioni segrete. E' quanto e' stato deciso nella riunione informale di tutti i capigruppo di palazzo Madama, voluta dal presidente dei senatori Pd Luigi Zanda. Accordo raggiunto anche tra lo stesso Pd e la Lega sugli emendamenti 'canguro': "e' un patto tra gentiluomini, lo rispetteremo", garantisce Gian Marco Centinaio

"E' stata una riunione molto positiva e molto importante", ha spiegato Zanda al termine dell'incontro fra tutti i capigruppo del Senato sulle modalita' di procedere in Aula sul ddl Cirinna'. "Stiamo tutti affrontando il dibattito con senso unanime di grande responsabilita'. Un gruppo di senatori, uno per ogni gruppo, lavorera' per valutare la riduzione molto ampia del numero degli emendamenti". Una disponibilita' garantita innanzitutto dalla Lega, che e' disponibile a ritirare "il 90% dei nostri emendamenti", ha spiegato Centinaio, "gia' dalla prossima settimana". Nessun trabocchetto sugli emendamenti 'canguro': "Il Pd ci ha garantito che ritira il suo", a prima firma Marcucci, "e noi faremo la nostra parte. Rimarranno in tutto 500 emendamenti, di cui la maggior parte relativi alle adozioni e siamo disponibili – ha sottolineato il leghista – a contingentare il numero delle votazioni segrete". Insomma, festeggia Centinaio, "per la prima volta c'e' una discussione tra gentiluomini". Dal Pd riferiscono che anche Forza Italia ha dato la sua disponibilita' a ritirare molti dei 250 e oltre emendamenti presentati. Quanto ai voti segreti, Zanda nella riunione con i capigruppo avrebbe ribadito la contrarieta' del Pd a procedere con scrutini segreti, ma si cerchi almeno di circoscriverli per dare spazio a un dibattito ampio e nel merito e per evitare il caos in Aula. Fonti di maggioranza riferiscono che Forza Italia, Lega e anche da Area popolare sarebbe giunta la conferma dell'intenzione di chiedere a Grasso che su alcuni emendamenti si proceda con voto segreto.




VESCOVI AL GOVERNO: "FAMIGLIA DIMENTICATA"

Redazione

Un grosso freno arriva dai Vescovi. Nuovo stop della Chiesa sulle Unioni Civili che, dopo la presa di posizione di ieri dei vescovi arriva per voce del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa a Roma. "La famiglia è un'altra cosa" sottolinea dicendosi "contrario" alle unioni civili. Tra i punti più "delicati" l'adozione dei figli. "Il governo farà le sue scelte, ma bastava il codice civile", ha sottolineato Vallini.

Ieri la brusca frenata di Maria Elena Boschi sulle unioni civili e l'affondo della Cei, con il segretario generale Nunzio Galantino, contro una politica "strabica" che investe energie su "queste forme di unioni particolari" e di fatto "sta mettendo all'angolo la famiglia tradizionale, pilastro della società". L'attacco dei vescovi piomba sul governo quando il ministro delle Riforme aveva appena ritirato l'aut aut di ieri agli alleati centristi: "Sulla stepchild adoption ci sono opinioni diverse e trasversali, il Pd lascerà libertà di coscienza. Non ci sarà nessuna rottura del governo e di maggioranza, ci confronteremo ed è possibile trovare un accordo". Pace fatta invece con il leader di Ap Angelino Alfano: "Per noi va bene quel che ha detto la Boschi e ribadiamo le nostre posizioni: sì ai diritti patrimoniali di ciascun soggetto della coppia no all' equiparazione al matrimonio e all'adottabilità dei figli per le coppie dello stesso sesso, perchè un grande errore". Il monito della Cei arriva ad impensierire il governo, anche se da giorni i cattolici della maggioranza (tanto quelli del Pd che quelli di Ap) si confortavano a vicenda dicendo che Renzi non avrebbe mai spinto l'acceleratore sulla adozione gay, sgradita ai due terzi degli italiani secondo sondaggi riservati noti al governo. "Come noi la pensa il 75 per cento degli italiani", rimarca non a caso il capogruppo di Ap alla Camera Maurizio Lupi, elogiando il retrofront della Boschi, così come fa il capogruppo al Senato Renato Schifani. Le parole di Monsignor Galantino non lasciano spazio ad equivoci, sono un monito severo ad un governo "che sta investendo tantissime energie per queste forme di unioni particolari e di fatto sta mettendo all'angolo la famiglia tradizionale fatta da padre, madre e figli". Per questa la Conferenza episcopale italiana invoca attenzione, senza che ci sia bisogno di 'appelli', perchè "un parlamentare cattolico non deve aver bisogno del giogo del prete".




UNIONI CIVILI: BOSCHI TIRA DRITTO E ALFANO NON È PIÙ INDISPENSABILE

Redazione

Ormai Alfano e il suo partitino non sono indispensabili al governo. "Faremo il possibile per trovare un accordo in Parlamento. Cerchiamo punti di incontro con Ncd, è una fatica che dobbiamo fare. Ma per il Pd questo è un tema irrinunciabile. Se Ncd non darà il suo appoggio faremo accordi, alleanze con altre forze per portare a casa la legge": Lo ha detto il ministro Maria Elena Boschi. "Il Pd non basta. Ma questa legge si deve fare – ha sottolineato il ministro delle Riforme alla festa nazionale dell'Idv – è un impegno di civiltà. Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B". La Boschi ha ribadito la volontà del Pd di accelerare sulla legge: "se ci sarà spazio entro dicembre faremo la legge, l'obbiettivo del Pd è quello di portarla a compimento il più presto possibile".

"Anche noi siamo pronti a ogni alleanza in Parlamento e al ricorso al voto segreto, pur di bloccare le adozioni da parte delle coppie gay". Così il leader di Ncd Angelino Alfano risponde alle parole del ministro delle riforme Maria Elena Boschi, che ha parlato di alleanze con altre forze se Ncd non voterà a favore del ddl Cirinnà.

Cattaneo (Ncd), su certi temi cade appoggio Governo – "Ci sono temi su cui si può decidere anche di non sostenere più un governo". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Lombardia e esponente del Ncd lombardo Raffaele Cattaneo, che dal palco del convegno sulla famiglia tradizionale organizzato dalla Regione ha espresso il suo no al Pdl Cirinnà sulle unioni civili, accolto da un forte applauso del pubblico.

Quagliariello, si vuol sancire subalternità Ncd – "Si continua a fare di tutto per sancire la subalternità di Ncd. È vero infatti, come afferma il ministro Boschi, che le unioni civili non fanno parte del programma di governo, ma allora non si capisce per quale motivo i ministri e gli esponenti Pd dell'esecutivo continuino a parlarne e ad assumere iniziative in proposito. Ricordo che il ministro Alfano per correttezza e sensibilità non partecipò al Family Day di piazza San Giovanni. Ma ancora una volta evidentemente c'è chi può e chi non può: il Pd può, Ncd non può". Così il senatore Gaetano Quagliariello.




UNIONI CIVILI: SCONTRO TRA RENZI E ALFANO. PREMIER AVVERTE: "NO A FURORE IDEOLOGICO"

Redazione

Tensione nella maggioranza sul tema delle unioni civili dopo il nulla di fatto nel vertice fra Renzi ed Alfano. Il ddl è stato incardinato domani in Aula al Senato. Il Pd insiste nel chiedere che il testo sia portato in aula al Senato subito dopo l'approvazione delle riforme, e darà libertà di coscienza. Ap dice no, Giovanardi scrive a Grasso: 'Non forzare i tempi'. Fermo sulle sue posizioni Alfano: no all'adottabilita' dei figli perche' 'i bambini hanno diritto a una mamma e a un papa' e con i bambini non si scherza'. Approvata intanto alla Camera la legge sulla cittadinanza tra le proteste della Lega. La norma va al Senato.

Libertà di coscienza – Braccio di ferro nella maggioranza sulle Unioni civili: Il Pd accelera e chiede la calendarizzazione prima della legge di stabilità, Ap fa sapere che voterà no. Dopo lo scontro di ieri con Angelino Alfano il premier Matteo Renzi accelera e auspica l'approdo in Aula nelle prossime ore, avverte: "no al furore ideologico" e rivendica libertà di coscienza. Sul provvedimento potrebbero arrivare i voti del Movimento cinque stelle. Su temi come la 'stepchild adoption', l'adozione del figlio del partner, "sulla quale ci sono opinioni diverse anche nel Pd, non si può dire 'o così o pomì': non ci sarà una posizione del governo su alcuni punti che vengono lasciati alla libertà di coscienza. Ma c'è una posizione dei partiti di governo perché la legge si faccia subito. Credo che in settimana sarà in Aula". Lo dice Matteo Renzi a Rtl 102.5. "Sul 95% della legge sulle unioni civili c'è l'accordo di tutti", assicura. "Spero – sottolinea – che si possa discutere delle unioni civili senza toni di furore ideologico ma cercando di trovare un punto di sintesi. L'importante è che la legge si faccia. Credo che, nonostante le differenze, ci sia spazio per trovare un punto di intesa". "Sono un argomento che divide profondamente tanto che siamo l'unico Paese in Europa senza una legge. La posizione del Pd è iniziare a discutere di questa legge in Aula, dandoci tempi per arrivare alla conclusione in Senato".

Cittadinanza: Camera, ok a legge, passa al Senato – Sì dell'Aula della Camera alla nuova legge sulla cittadinanza. Il testo, approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti, passa al Senato. I deputati della Lega hanno urlato "Vergogna!". Quelli del Pd hanno applaudito. Al voto finale si sono astenuti i deputati M5S, mentre contro il testo hanno votato quelli di Lega, Fdi e Fi. "Questa legge rappresenta un tassello fondamentale per il futuro del nostro Paese. Una norma di civiltà che riconosce a chi è nato e cresciuto in Italia di essere cittadino italiano". Lo dice nell'Aula della Camera Khalid Chaouki del Pd in dichiarazione di voto sulla legge sulla cittadinanza. Chaouki ricorda la propria esperienza di immigrato e quella della sua famiglia "che ha lavorato per il bene di questo Paese". E dice che la legge "rappresenta l'inizio di un percorso di civiltà e di diritti. Non siamo per nessuna scorciatoia demagogica", ha concluso ringraziando i presidenti Mattarella e Napolitano. "Oggi Pd, Sel, Ncd e Movimento 5 Stelle hanno svenduto il Paese e la nostra cultura per accaparrarsi nuovi elettori. La Lega Nord dice no allo Ius soli". Lo scrive su twitter il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Massimiliano Fedriga.




UNIONI CIVILI IN SENATO: SCONTRO SUL NUOVO TESTO. RESTANO LE ADOZIONI

Redazione

Scoppia la polemica per il nuovo testo sulle Unioni civili, targato Pd, depositato ieri in Senato. Con la norma sulla 'stepchild adoption' (la possibilità di adottare il figlio del partner), in particolare, che finisce nel mirino della componente centrista, Ncd e Ap, della maggioranza di governo. Critiche da Ncd – "La nuova versione del ddl Cirinnà sulle unioni civili è una inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso". attacca il presidente dei deputati di Area popolare Maurizio Lupi. "Il Partito democratico, avallandola, sta sprecando un’occasione: non quella di ottenere una legge purchessia con maggioranze spurie, ma di fare insieme una buona legge. Introdurre tensioni nella maggioranza continuando ad alzare asticelle divisive non è un buon servizio né al governo né al Paese”, conclude Lupi. "Una attenta lettura del nuovo ddl Cirinnà conferma come il riferimento formale all'articolo 2 della Costituzione, invece che all'art. 29, viene poi contraddetto da un regime sostanzialmente omologo a quello matrimoniale: stesso rito con testimoni, stessi impedimenti e nullità, stessa adozione anche di un solo cognome comune, stesso riferimento integrale agli tabella 143 e 144 del codice civile, due su tre di quelli letti nella celebrazione delle nozze, stessa quota legittima nelle successioni, stesse provvidenze per coniuge a carico o sopravvissuto", aggiunge il senatore di Ncd, Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama.

Un testo che, per la senatrice dem Monica Cirinnà, prima firmataria del ddl, non fa "nessun passo indietro sul riconoscimento dei diritti sociali. Stepchild adoption, l'estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner, e reversibilità della pensione restano previsti, così com'erano", afferma Cirinnà, che ricorda come con la calendarizzazione in aula del nuovo ddl sulle unioni civili scadrà il suo mandato di relatrice in commissione. "Ho presentato ieri – ribadisce Cirinnà – un nuovo disegno di legge che ripropone il testo base adottato dalla commissione Giustizia nello scorso marzo e recepisce alcune modifiche suggerite dalle audizioni dei costituzionalisti e dal lavoro di elaborazione degli ultimi mesi. Nell'ordinamento giuridico italiano ci sarà il riconoscimento pieno delle coppie composte da persone dello stesso sesso, e questo avverrà attraverso un nuovo istituto giuridico di diritto pubblico, denominato unione civile".

Cosa cambia con il nuovo ddl? "Non più – sottolinea l'esponente dem – un registro ad hoc per le unioni civili, le coppie saranno iscritte, più correttamente, nell'archivio dello stato civile. Inoltre, vengono soppressi alcuni rimandi agli tabella del codice civile che regolano il matrimonio". "I diritti e i doveri delle coppie unite civilmente -spiega Cirinnà- sono elencati negli tabella 3 e 4 che si riferiscono alla vita familiare e agli obblighi di mutua assistenza e di contribuzione ai bisogni comuni e ai diritti sociali derivanti dalla condizione di coppia, sono previsti i diritti successori dei coniugi".

"Resta anche il titolo secondo sulla disciplina della convivenza: le coppie di fatto etero e omosessuali vedranno scritti nero su bianco tutti quei loro diritti sanciti dalla giurisprudenza italiana ed europea. Saremo presto in aula. Le polemiche non ci spaventano, siamo chiamati a dare delle risposte ai cittadini, alla Corte costituzionale e alle corti europee, che troppe volte hanno condannato l'Italia", conclude Cirinnà.

Cirinnà: testo noto da 6 mesi, il 14 spero in aula – Cirinnà replica poi alle accuse di Ap e Ncd che dicono di non essere stati consultati sul nuovo testo sulle unioni civili. ''Dicono il falso, il nuovo ddl che ho presentato recepisce il testo base adottato in commissione a marzo, ben 6 mesi fa. Ci sono stati 6 mesi di tempo in commissione per emendare, discutere, condividere. Chi voleva trovare una soluzione, lo ha fatto. Ma c'è stato chi ha preferito inondare la commissione di emendamenti ostruzionistici e lasciamo perdere i dettagli pruriginosi su cui ho dovuto lavorare…", si sfoga Cirinnà. "Ora finalmente usciamo dal pantano che è stato volutamente alimentato in commissione. Usciamo dalla vasca da bagno e andiamo in mare aperto, in aula. Spero il 14 ottobre si possa iniziare. Noi vogliamo andare avanti e questo non lo dice Cirinnà, ma lo dice il Pd", conclude la senatrice dem.




IRLANDA: AL VIA IL REFERENDUM SULLE NOZZE GAY

di Ch. Mo.
 
Irlanda- Giornata storicamente importante oggi quella che vede l’Irlanda impegnata in un già contestato referendum. Fino alle 23 ora locale, gli abitanti dell’Irlanda saranno impegnati nella votazione per il referendum sui matrimoni gay. Considerato fino al 1993 un crimine, quello dell’omosessualità si appresta ad essere normalità anche laddove per anni è stato bandito.

La disputa sui voti si combatte tra il premier Enda Kenny che invita a votare per il sì coma anche il leader degli U2 Bono mentre l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, “obbliga” a votare per il no.

Analoghi referendum si sono svolti precedentemente anche in Croazia e Slovenia ma la maggioranza preferì negare un diritto da garantire ad ogni cittadino. La parte Nord dell’Irlanda invece ha già vietato senza alcuna proroga i matrimoni gay seppure nel resto della Gran Bretagna fossero legalmente riconosciuti.

Bisognerà attendere domani pomeriggio per sapere se anche sull’ Irlanda trionferà il buon senso umano. Al momento, i sondaggi parlano di ottime possibilità per un esito storico di questo referendum.




ROMA: AL VIA LE UNIONI CIVILI

di Maurizio Costa

Roma – Oggi è il "Celebration Day" in Campidoglio. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, iscriverà nel registro comunale 20 coppie che, dal 28 gennaio scorso, possono avere una legittimazione anche amministrativa.

Il capogruppo Sel in Campidoglio, Gianluca Peciola, e la consigliera comunale, Imma Battaglia, hanno portato avanti l'idea, che finalmente diventa realtà.

Tutti potranno fare richiesta. Basta compilare e inviare all'anagrafe un modulo online. Successivamente il comune di Roma iscrive la coppia nel registro delle unioni civili.

Tra le coppie che si iscrivono ci sono anche, come scrive Repubblica, "due volontarie del Gay Center, Paola e Stella. Stanno insieme da trentun'anni, sono ormai una famiglia consolidata. Entrambe lavorano, anche se la compagna di Paola è esodata. Hanno messo su una bella casa con tante piante e tre gatte. Le famiglie di entrambe hanno accettato la loro unione e il padre di Paola, ex partigiano, sebbene in un primo momento avesse avuto una reazione negativa di fronte all'omosessualità della figlia, in un secondo tempo, constatando la sua felicità e la stabilità dell'unione delle due donne, ha accolto a braccia aperte anche la sua compagna"

Aveva destato molto scalpore la decisione di Marino di istituire questo registro e di trascrivere le coppie omosessuali sposate all'estero. 




UNIONI CIVILI: SANTORI, “UNA PAGLIACCIATA”

Redazione

“Il registro delle unioni civili è una pagliacciata che non serve a nessuno, neanche alle coppie di fatto. Potrà essere agevolmente aggirato e porta fumo negli occhi a quei romani che chiedevano meno tasse, più servizi, più attenzione alle periferie e meno immobilismo. Serve alla sinistra a ricompattarsi attorno a proclami ideologici che di concreto non porteranno a nulla. Smaschereremo quindi questa farsa e boicotteremo uno strumento che produrrà solo un appesantimento dei costi e dei carichi di lavoro degli uffici comunali senza apportare alcun reale vantaggio concreto alla quotidianità dei romani, siano famiglie o coppie gay. Se però questa mossa sarà strumentale per arrecare ulteriore danno alle famiglie tradizionali, togliendo le già scarse risorse a loro disposizione, muoveremo battaglia in ogni aula di tribunale per difendere la legge. Su questo il Sindaco Marino è avvisato ma anche il Presidente Zingaretti: nessuno si azzardi a mettere sullo stesso piano famiglie e coppie di fatto nell’accesso ai servizi, perché a parità di risorse significherebbe togliere altri fondi alle famiglie. E questo è impensabile considerato che tutte le tariffe che riguardano le unità familiari sono in grave e costante aumento, dai nidi alle mense scolastiche”, così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.