USA, ELEZIONI PRESIDENZIALI 2016: TUTTI I CANDIDATI

di Maurizio Costa

Washington – Si avvicinano le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, che sanciranno chi dovrà guidare una delle nazioni più potenti al mondo. Barack Obama, presidente per due mandati, non potrà essere rieletto tra le fila dei democratici e quindi dovrà cedere il posto a qualcun altro. Le elezioni di mid-term, che a metà di ogni mandato rinnovano in parte la Camera dei rappresentanti e il Senato, hanno fatto perdere la maggioranza ad Obama e hanno sancito la vittoria dei repubblicani, tornati alla ribalta nell'era dem. Senza la maggioranza al congresso, Obama ha trovato e troverà molte difficoltà nell'approvare le leggi e sarà un buon trampolino di partenza per i repubblicani per le elezioni presidenziali imminenti.

Ma in definitiva, chi saranno i candidati ufficiali e probabili delle prossime elezioni del 2016?

Area repubblicana – Sul fronte opposto ad Obama il primo a farsi avanti è Rand Paul, senatore del Kentucky, che ha ufficializzato la sua candidatura dicendo che correrà per la Casa Bianca per “riportare il paese ai principi di libertà e di governo limitato”. Cinquantaduenne, figlio del politico Ron Paul, Rand esprime l'ideologia libertaria ma senza distaccarsi dalle tinte tradizionaliste che colorano la sua area di governo. La scelta che potrebbe caratterizzare Rand Paul è la legalizzazione della marijuana negli Usa, idea sostenuta fortemente dal repubblicano. Ex oculista, Paul incarna il patriottismo americano, senza tralasciare le libertà, come quelle del porto d'armi, che hanno creato qualche malumore in area dem. Tra le curiosità di Paul, che probabilmente non vincerà le elezioni, c'è quella di aver rapito una collega a scopo ludico durante gli anni dell'università.

John Ellis Bush (Jeb), fratello di George W., ha ufficializzato la sua candidatura. Il suo profilo rappresenta quelle certezze che una grande parte degli statunitensi cerca alla Casa Bianca. John, ex governatore della Florida, non detiene incarichi politici dal lontano 2008. Si caratterizza per la sua moderatezza, che lo distacca dalle ali più radicali dei repubblicani. Altro fattore di distinzione è la sua idea di immigrazione, molto aperta e libera, visto che è sposato con una donna di origini messicane. I sondaggi lo danno al 13%, al di sotto anche di Rand Paul.

C'è anche Marco Rubio, di origini spagnole, che però non ha ancora ufficializzato la sua candidatura. I media americani lo danno però come concorrente sicuro per la poltrona alla Casa Bianca. Rubio ha solamente 43 anni ed è già stato definito l'Obama dei repubblicani. Si propone come leader super conservatore, abbracciando aree più estreme dei repubblicani. I sondaggi lo danno al 5%, ma con ampi margini di miglioramento.

Anche Chris Christie, governatore del New Jersey, potrebbe prendere parte alle elezioni. Scozzese di padre e siciliano dalla parte della madre, Christie starebbe preparando la sua discesa in campo, sebbene lo scandalo 'Sandygate' lo vedrebbe indagato per aver lucrato sui soldi destinati alle popolazioni colpite dall'uragano Sandy.

Ted Cruz, leder dell'opposizione all'Obamacare, rappresenterebbe la classifica posizione degli ispanici negli Usa, che vedono nel suo cognome una buona alternativa per il loro futuro degli Usa. Infine, Rick Perry e Paul Ryan, rispettivamente al 6 e all'8%, sono i leader più intransigenti sui fronti dell'immigrazione e dell'intervento statale nell'economia. Soprattutto sul versante del fisco, Perry e Ryan danno molte rassicurazioni ai repubblicani, che non vogliono altre tasse.

La campagna elettorale del partito repubblicano sarà agevolata anche dall'intervento dei fratelli Koch, che stanzieranno privatamente quasi 900 milioni di dollari per la vittoria dei loro politici. I due petrolieri potrebbero questa volta vincere la propria scommessa, non come nel 2012, quando buttarono ben 400 milioni di euro.

Area democraticaHillary Clinton domina non solo il fronte dem ma anche tutto il panorama statunitense. La favorita alla vittoria è proprio lei, che potrebbe diventare il primo presidente donna della storia degli Usa. La su candidatura ufficiale arriverà nei prossimi giorni, probabilmente via Twitter per avvicinare la politica ai cittadini. Clinton non darà comizi pubblici in stile pomposo, ma svolgerà molti incontri ravvicinati con le persone, per abbattere il limite tra politica e strada.

L'unico che potrebbe contendere lo stemma di leader dei dem a Clinton è il vicepresidente Joe Biden, che vuole scendere in campo all'età di 73 anni contrariamente a quanto vorrebbe il direttivo politico dei democratici.

C'è ancora moltissimo tempo prima delle presidenziali del 2016 e tutte le percentuali di vittoria sono ancora blande e tenui. Bisognerà aspettare, ma una cosa è certa, i democratici dovranno affrontare la minoranza al Congresso sancita dalle elezioni di mid-term.