VENDEMMIA LAZIO 2014: QUANTITA' E QUALITA' A FORTE RISCHIO

 

Le precipitazioni intermittenti, pressochè quotidiane dei mesi di giugno e luglio hanno in molti casi reso difficili o inefficaci i trattamenti antiparassitari di copertura finalizzati a prevenire l’insorgere delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, oidio e peronospora in primo luogo.

 

Redazione

Vendemmia Lazio – Da Tarquinia a Terracina, passando per Castiglione in Teverina, Montefiascone, i Castelli romani e per finire al Piglio nel Frusinate, tra i produttori laziali a seconda degli areali di produzione i giudizi critici si alternano a quelli ottimistici, tutti indistintamente si interrogano sull’andamento climatico del mese appena iniziato.
Annunciata sul finire della primavera come una campagna fortemente anticipata, in linea con quanto avvenuto nelle ultime annate, la vendemmia 2014 si prospetta alquanto problematica. Azzerato nell’arco di 2 mesi il forte anticipo di maturazione registrato in precedenza, l’andamento climatico avverso caratterizzato da frequenti precipitazioni, alto tasso di umidità e temperature largamente al di sotto della media stagionale rischia di compromettere seriamente quantità e qualità della produzione.

Le precipitazioni intermittenti, pressochè quotidiane dei mesi di giugno e luglio hanno in molti casi reso difficili o inefficaci i trattamenti antiparassitari di copertura finalizzati a prevenire l’insorgere delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, oidio e peronospora in primo luogo. In diversi casi, nonostante l’assidua copertura assicurata dai viticoltori che mediamente sono intervenuti con il doppio dei trattamenti rispetto agli anni scorsi, le perdite di prodotto sono state notevoli; per non parlare di quanto avvenuto nelle zone colpite duramente dalle violente grandinate. Del resto, la spinta impressa dalla grande disponibilità idrica all’apparato radicale ha favorito uno sviluppo prepotente della vegetazione e una crescita abnorme della superficie fogliare, rendendo difficile la copertura del grappolo durante gli interventi di irrorazione, mentre quest’ultimo, formato da acini rigonfi, ha raggiunto rapidamente l’ingrossamento lasciando liberi ridotti interstizi per la penetrazione del prodotto.

Una vendemmia senza dubbio difficile quella che si prospetta nel Lazio per l’annata in corso, con un aumento tendenziale delle produzioni poi in molti casi falcidiate dagli attacchi parassitari e dalle avversità atmosferiche.

Più articolate, nei giudizi dei produttori, le valutazioni sulla qualità attesa. Al pessimismo marcato di alcuni, si contrappongono spesso posizioni più ottimistiche di altri che evidenziano, in particolare, gli effetti positivi degli sbalzi termici sulle caratteristiche organolettiche delle uve, con una decisa esaltazione delle proprietà aromatiche. Tutti, comunque, indistintamente sono in attesa di vedere quale sarà l’andamento climatico dell’ultimo mese. La vera incognita, che tuttavia risulterà determinante.

Quanto ai prezzi, il giudizio rimane sospeso anche se i massicci flussi di importazione di vini sfusi dalla Spagna, registrati negli ultimi mesi, così come i consistenti stock di invenduto giacenti presso le cantine, frutto della precedente campagna di raccolta, fanno intravvedere notevoli difficoltà di mercato e quindi prezzi tendenzialmente in flessione.

Più nel dettaglio, il nostro viaggio tra i produttori laziali che ha inizio dal sud pontino, tra i vigneti della doc Circeo e del Moscato di Terracina, mette in risalto sfumature particolarmente interessanti per capire le differenze che si presentano nei divesi areali di produzione.




VENDEMMIA, I NUMERI DEL 2013: IL LAZIO HA REGISTRATO MENO 15 PER CENTO

Redazione

Vendemmia 2013 – Com'è stata la vendemmia 2013? Un clima molto variabile e percentuali che però non sono uguali ovunque e se il trend è in crescita non si può fare un discorso omogeneo e vedremo fra poco perché.

In Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana la produzione è registrata in aumento del 5% rispetto al 2012, mentre Campania, Abruzzo, Sicilia e Sardegna tra il 10 e il 15 per cento.

Ma su come sia andata al centro lo chiediamo a Louis Tonet, enologo e direttore Tecnico Commerciale dell'azienda Gotto D'Oro: “Sotto il profilo quantitativo la vendemmia 2013 rispetto alla precedente segna un risultato complessivo positivo con un aumento del +10% , attestandosi però molto al di sotto dei valori degli ultimi due decenni causa il progressivo abbandono della superficie coltivata. Ma i dati non sono ovunque confortanti, poiché la fascia dell’Italia Centrale comprendente una parte della Toscana, Marche e Umbria e la quasi totalità del Lazio hanno segnato valori negativi nell’ordine del 15% con punte del 30% in alcune zone di produzione della Doc Frascati. Per quel che concerne la qualità dei vini, i primi prodotti messi in commercio con l’annata 2013 come lo Chardonnay ed il Novello danno dimostrazione di buona struttura e carattere, non risentendo delle sofferenze che ha patito la vite in una stagione climatica del tutto anomala”.