VIGEVANO: SI TRAVESTONO DA SACERDOTI E SVENTANO MAXI TRUFFA

Redazione

Vigevano (PV) –  nel corso della nottata, in Vigevano, all’interno della Curia Vescovile, i Carabinieri della Compagnia di Vigevano, al Comando del Cap. Rocco PAPALEO, nel corso di una più ampia attività investigativa, su gruppo criminale dedito ad estorsioni e truffe, coordinata dal Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, Dr. Roberto VALLI, traevano in arresto nella flagranza del reato di estorsione:

•    SAVU Flavius Alexa, nato in Romania cl. 1981, residente a Vigevano, coniugato, nullafacente, incensurato;
•    TANASIE Florin, nato in Romania cl. 991, residente a Vigevano,  nullafacente, pregiudicato;

I due sono stati sorpresi, da alcuni militari travestiti da sacerdoti, mentre tentavano di farsi consegnare dal Promotore di Giustizia del Tribunale Diocesano di Vigevano, la somma di 250.000 (duecentocinquantamila) euro, dietro la minaccia di rendere pubbliche, anche attraverso la divulgazione ad alcune note trasmissioni televisive, alcune audio registrazioni di dialoghi telefonici, a sfondo erotico, avvenuti tra un sacerdote del luogo ed uno degli arrestati. L’indagine trae spunto dalla denuncia sporta, nei mesi scorsi dalla Diocesi di Vigevano. Gli arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Pavia. I Carabinieri hanno ancora in corso indagini, finalizzate ad individuare  altri complici degli arrestati.  
 




VIGEVANO: PRESO IL FINTO DIPLOMATICO RUMENO CHE SI DICHIARAVA SINDACO DI CRAIOVA

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Vigevano (PV) – I Carabinieri di Vigevano hanno arrestato il latitante Bonculescu Ion, nato in Romania cl. 1981, residente a Craiova (Romania), celibe, nullafacente, pregiudicato, che si dichiarava “Sindaco” della città di Craiova e diplomatico rumeno.
Latitante rumeno che da quasi un anno  si era reso irreperibile sul territorio nazionale dovendo scontare una pena detentiva di due anni di reclusione emessa nell’agosto 2013 dalla Procura Generale presso il  Tribunale di Milano e di essere in attesa della notifica di altri cinque anni di reclusione. Dal 2005 al 2013 infatti si era reso responsabile, in una ventina di comuni del hinterland milanese e della provincia pavese, di un centinaio di furti e ricettazioni. Lo stesso inoltre era censito nella banca dati in dotazione alle Forze di Polizia con trenta alias. Scappato in Romania era riuscito a sottrarsi alla giustizia italiana, per il tempo necessario a rifarsi una nuova identità grazie ai documenti rilasciatigli dalle autorità della città di Craiova (Romania). Nei giorni scorsi, avendo appreso che la sua promessa sposa, una connazionale residente a Vigevano, aveva ufficializzato il fidanzamento con un ragazzo italiano e che la stessa era in attesa di un bambino, decideva di tornare in Italia, per “chiarire” la situazione e riportare a Craiova anche la futura sposa. Giunto a Vigevano con un pullman, Bonculesco veniva riconosciuto dai Carabinieri di Vigevano, che già in passato avevano avuto a che fare con lui e richiesto dei documenti,  esibiva i nuovi che ne attestavano un’altra identità (un nome e cognome di fantasia che non quelli reali) e che a suo dire (ciò perché aveva compreso di essere stato riconosciuto), secondo la “nuova normativa europea” lui era un’altra persona, con la fedina penale pulita e senza nessun obbligo da dover scontare nei confronti della giustizia Italiana. I Carabinieri  gli spiegavano di non conoscere la “nuova legge” ed operavano invece con le metodologie che utilizzano da 200 anni, pertanto sottoponevano a rilievi fotodattiloscopici il rumeno, verificando che sullo stesso pendeva effettivamente un mandato di cattura. Bonculesco allora tentava di giocare ancora d’astuzia, nella speranza di “intimorire” i militari, aggiungeva, che in Romania, con la nuova identità era il sindaco di Craiova nonché assistente di parlamentare rumeno a Strasburgo presso la UE, munito di passaporto diplomatico  ed incaricato di mantenere i rapporti con le comunità estere dei propri cittadini e pertanto tutelato da immunità diplomatica. Concludeva dicendo che il bambino atteso dalla sua ex promessa sposa era suo e quindi aveva il diritto di assistere la donna e di occuparsi del figlio di prossima nascita. 

I Carabinieri di Vigevano, al comando del Cap. Rocco Papaleo, dopo averlo aiutato nel calcolo dei giorni trascorsi dal suo allontanamento dall’Italia all’inizio della gestazione della donna e verificato quindi che difficilmente poteva essere lui il padre, lo accompagnavano presso il carcere Piccolini della città Ducale dove lo stesso trascorrerà almeno due anni, forse preparando la campagna elettorale per il suo rientro in Romania.          
 




VIGEVANO: LEI DECIDE DI CAMBIARE VITA E LUI LA UCCIDE A COLTELLATE

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Vigevano (PV) – Uccide la moglie nel bar che gestiva con lei, a Vigevano (Pavia) e poi va a costituirsi alla caserma dei carabinieri. Il tragico gesto allo Psycho Cafè della cittadina lombarda, dove Francesco Albano, 71 anni, ha assassinato Assunta Cignano, 43, colpendola con due coltellate dietro il bancone del locale. Lui è originario di Scafati ma risiedeva da tempo a Vigevano. Lei se n'era andata di casa da pochi giorni e aveva iniziato una nuova relazione. La coppia ha due figlie di 19 e 16 anni: le giovani, appena saputo l'accaduto, hanno avuto un malore e sono state soccorse e portate in ospedale. Sembra che i due litigassero spesso e che il delitto sia avvenuto al culmine dell'ennesima discussione. Il movente sarebbe di tipo passionale e legato alla nuova relazione intrapresa dalla donna.  "Lei aveva deciso di fare un'altra vita e lui non lo accettava": così un'amica di Assunta Cignano, che lavora in un ufficio vicino, ha spiegato il rapporto tra i due. La situazione era diventata particolarmente pesante nelle ultime due settimane. Da alcuni giorni Assunta era andata a dormire con le figlie a casa di un'amica. E lei e Francesco si vedevano solo al locale.