Genzano, villa degli Antonini e Genzano sotterranea: ecco cosa propone “La Fonte”

GENZANO (RM) – L’associazione “La Fonte” ha presentato al comune di Genzano due progetti; uno sulla villa degli Antonini e l’altro su Genzano sotterranea. Ecco la nota: “Noi ci siamo! Genzano è la città dell’Infiorata, ma limitare la potenzialità turistica a questo unico evento è riduttivo per un Comune che vanta un Palazzo storico, ricchezze sotterranee, la Villa degli Antonini, un patrimonio naturale e paesaggistico come il Lago di Nemi e altri splendori.

Il territorio si sviluppa anche e soprattutto dalla sua cultura ed è per questo che l’associazione “La Fonte” si sta adoperando per creare percorsi guidati di valorizzazione.

Abbiamo a tal proposito depositato due progetti presso il Comune di Genzano di Roma perché riteniamo che la collaborazione tra il terzo settore, quello associativo, e le istituzioni, sia la linfa vitale in un periodo austero come quello che stiamo vivendo.

Per il secondo anno consecutivo abbiamo presentato un progetto relativo alla fruizione della Villa degli Antonini. Da un decennio si stanno effettuando degli scavi nel sito della zona artigianale, ma alla cittadinanza ancora non viene restituito in nessuno dei suoi aspetti, non consentendo così l’accesso a reperti di immensa importanza storica. Nel documento consegnato al Sindaco abbiamo chiesto che possano essere effettuate delle visite guidate in collaborazione con l’amministrazione e con l’Università americana che esegue lo scavo. Lo scorso anno ci mettemmo a disposizione per fare una raccolta fondi per creare una recinzione provvisoria ma la proposta rimase lettera morta, sicuramente con il dichiarato cambio di rotta, oggi le possibilità aumentano e rimaniamo in attesa di un positivo riscontro.

Il secondo documento invece è un progetto di cui si parla da molti anni ma che non è mai stato né attuato né presentato. Si tratta di dare esecuzione a una delibera di giunta della precedente consiliatura che istituiva il circuito di “Genzano sotterranea”, ossia un percorso nei tantissimi siti ipogei presenti sul territorio genzanese.

Due proposte di semplice realizzazione, due modi per dare vitalità turistica a Genzano che viene puntualmente saltata dalle agenzie di incoming per mancata conoscenza e valorizzazione delle proprie specificità artistico culturali.

Ecco perché vogliamo dire alla cittadinanza che noi ci siamo e con noi speriamo di stimolare tutte le associazioni culturali a poter fare altrettanto e a metterci in rete per rigenerare un indotto molto ampio.

Nel frattempo aspettiamo tutti ai nostri prossimi eventi: il 27 maggio la visita all’emissario del Lago di nemi, il 3 di giugno in occasione dell’Infiorata dei ragazzi per una visita sulla storia della festa più importante della nostra Genzano e il 17 di giugno invitiamo i giocatori di burraco ad iscriversi al torneo per la raccolta fondi per le zone terremotate del centro Italia nella seconda edizione de “Il cuore ad Amatrice”.




LANUVIO, TUSCOLO E GENZANO: AREE ARCHEOLOGICHE NEL DIMENTICATOIO

Maurizio Costa

Castelli Romani – L’Italia possiede il patrimonio archeologico più importante e più grande del mondo. Non fanno eccezione i Castelli Romani, che possono vantare numerosi siti e musei da fare invidia a molte altre regioni della penisola italiana. Spesso però questo patrimonio della collettività viene ignorato, dimenticato e scartato per la troppa burocrazia e per la mancanza di fondi. Dei numerosi siti inagibili o non ancora attivi al cento per cento, ne abbiamo scelti tre, importantissimi anche a livello mondiale per la qualità e la quantità di reperti archeologici e culturali.

Lanuvio – Il Tempio di Giunone Sospita, risalente al VII secolo a.C., è stato uno dei santuari più ricchi e più frequentati del mondo antico. Costruito in età etrusca, fu poi restaurato successivamente dai romani, che lo utilizzarono come luogo di culto per adorare la Dea Giunone. I primi scavi cominciarono nel 1914 e portarono alla luce questa meraviglia. Negli ultimi anni però quest’area è stata abbandonata a se stessa: erba alta e percorsi chiusi privavano l’accesso a chi avesse voluto visitare il tempio. Sebbene oggi una parte del sito archeologico sia visitabile, numerose file di transenne ostacolano l’accesso al resto dell’area. La mancanza di pannelli informativi o di cartelli divulgativi non permettono al visitatore di comprendere cosa stia osservando. Il direttore del Museo Civico di Lanuvio, Luca Attenni, è stato molto chiaro: “L’area del tempio di Giunone Sospita è visitabile – ha dichiarato a L’osservatore laziale – anche perché negli ultimi mesi abbiamo pulito e bonificato il sito, rendendolo agibile. Come è documentabile dal nostro sito, la Provincia di Roma e il Comune di Lanuvio hanno stanziato ben 271.970,28 euro per riqualificare e valorizzare l’area.” Questi fondi dovrebbero rendere il tempio un vero e proprio museo a cielo aperto, sebbene adesso non si avvicini neanche lontanamente allo scopo finale. La promessa di Attenni è chiara: “Entro un anno apriremo anche l’interno del santuario, adesso inagibile per problemi strutturali.”

Tuscolo – Il Parco Archeologico presenta sulla sua sommità molti resti di età etrusca e romana di grande valore; basti pensare al teatro che si trova al centro del foro tuscolano oppure ai rinvenimenti recenti di edifici romani che presentano al loro interno mosaici di rara bellezza e manufatti preziosi. Quest’area archeologica, immersa in un territorio ameno dei Castelli Romani, rischia però il degrado e l’incuria, dovuti soprattutto ad atti vandalici e comportamenti scorretti. Spesso l’area è disseminata di rifiuti e le erbacce crescono incolte in varie parti del sito archeologico.
L’area del foro e del teatro è circondata interamente da transenne molto alte, che non permettono la vista e l’entrata. L’accesso al sito è possibile solamente il sabato e la domenica, dalle dieci fino al tramonto, e il resto della settimana non si può visitare il foro, se non su richiesta esplicita di scolaresche o gruppi di studio. La situazione ci è stata spiegata dal Presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani, Giuseppe De Righi: “Tutto ciò che appartiene alla Comunità Montana in questo momento mi sembra che sia in condizioni buone. Occorrerebbero delle iniziative di carattere più incisivo per estirpare l’erba con un trattamento diserbante in modo da non rovinare i monumenti. I comuni dovrebbero anche imporre ai proprietari privati di alcune zone del Tuscolo di provvedere alla pulizia e alla cura di queste aree.” Riguardo alle transenne che circondano il foro ha così continuato il Presidente: “Non possono essere tolte per tre ragioni: prima di tutto la soprintendenza ci impone di tutelare i rinvenimenti; secondo, anche per l’incolumità personale del visitatore che potrebbe rischiare di farsi male; infine non credo sia bello lasciare aperto tutta l’area con il rischio di atti vandalici.” I programmi per il prossimo anno sono chiari: “Abbiamo affidato con un bando pubblico la gestione del parco ad alcune associazioni che provvederanno all’accoglienza dei visitatori. Tutto questo comincerà la prossima primavera, adesso è tutto in fase di stallo. Riguardo agli scavi che devono essere ancora effettuati posso dire che andranno avanti compatibilmente con le risorse che ci verranno affidate.”

Genzano – La Villa degli Antonini è forse una delle più imponenti opere romane situate nei Castelli Romani e, probabilmente, quella che versa in una condizione di degrado più elevata. In questa villa nacquero Antonino Pio e Commodo ed è situata tra il VIII ed il XIX miglio della via Appia Antica. Grazie al ritrovamento di numerosi ritratti, si può affermare con certezza che appartenesse agli Imperatori di Roma. Gli scavi cominciarono nel 1989 e ancora non sono terminati; infatti, nei pressi della villa, è stato rinvenuto recentemente un “piccolo Colosseo”, un anfiteatro, che probabilmente aveva le stesse funzioni ludiche del più famoso monumento del mondo. Potrebbe essere un sito di notevole importanza ma sono tanti i fattori che lo emarginano e lo hanno reso un rudere inaccessibile. Prima di tutto non ci sono indicazioni stradali che permettano di recarsi al sito: infatti la villa è per lo più sconosciuta. Tra l’altro non si può accedere al suo interno, visto che l’intera area è transennata da anni e inondata da un’altissima vegetazione, che non permette nessun tipo di avvicinamento. Non solo: nel 2004 è stata approvata l’edificabilità dell’area circostante, satura ormai di abitazioni, che rovina questo importantissimo patrimonio. Infine i resti di immondizia e di scarti di edifici rendono il tutto un vero scempio.  Ne abbiamo parlato con l’Assessore ai beni culturali di Genzano, Virginio Melaranci, che ha dichiarato: “La Villa degli Antonini, in prospettiva, è uno dei siti archeologici più importanti e monumentali del nostro comune. Negli ultimi anni non sono stati fatti progetti di rivalutazione per mancanza di strumenti gestionali e economici. Quattro anni fa abbiamo intrapreso una collaborazione con l’Università del New Jersey, che ha permesso di rinvenire molte altre parti della villa ad un costo minore di gestione.” Melaranci, riguardo la possibilità di aprire l’area al pubblico, ha così continuato: “I progetti di apertura sono stati fatti ma senza finanziamenti adeguati. Il costo dell’impresa non è alla portata del nostro comune, quindi abbiamo chiesto dei soldi che però non sono mai arrivati. Essendo un’area molto estesa (si tratta di 500 metri lineari), si spenderebbero 60.000 Euro per recintare la zona, portare l’elettricità e la videosorveglianza.” L’Assessore non è molto ottimista: “Adesso il comune deve affrontare problemi più importanti (buche e fognature) ma entro un anno proveremo a trovare fondi, mediante donazioni e sottoscrizioni, per recintare l’area e cominciare a scavare sul serio.”

Come abbiamo visto la situazione è molto complicata.  Il problema maggiore è la mancanza di fondi, che non permette al cittadino di fruire di opere maestose, che in altre zone del mondo verrebbero mantenute sicuramente meglio. Speriamo che le promesse vengano mantenute, e che tra “un anno”, riusciremo a visitare queste aree senza fare lo slalom tra rifiuti e sterpaglie.

Nota: Articolo pubblicato anche sull'edizione sfogliabile de L'osservatore laziale del 10 ottobre 2013. Per leggere andare su www.osservatorelaziale.com e scegliere edizione del 10/10/2013 a pagina 3