Vincenza Sicari, da Padova a Frascati continua l’incubo per l’ex maratoneta dell’esercito italiano

Di Vincenza Sicari ci siamo occupati più volte. La sua storia è molto semplice, ancorché decisamente assurda. Atleta olimpionica, maratoneta in forza all’esercito Italiano, di colpo un giorno sente che le vengono meno le gambe.

L’inizio dell’incubo

Da quel giorno, con una pesante eredità ideologica sul capo, cioè quella di non essere sana di mente, gira tutta l’Italia, in cerca di qualcuno che sappia finalmente dare un nome alla sua malattia. Anche la speranza di andare negli USA svanisce. Qualcuno formula una ipotesi, non suffragata da alcuna prova, ma piuttosto attendibile, che cioè si tratti di una malattia autoimmune. Ma niente, tutti i medici continuano a trattarla come se la sua malattia fosse immaginaria, dipendente dalla sua psiche. È costretta a rivolgersi ad un avvocato, e nel tempo a cambiarlo, vista la pervicacità di certi medici. Subisce, a suo dire, anche prepotenze, documentate con il suo cellulare sui social.

Il trasferimento dall’ospedale di Padova a quello di Frascati

Oggi, senza il suo consenso, è stata trasferita d’autorità dall’ospedale di Padova a quello di Frascati, dove l’abbiamo raggiunta al telefono. Continua a dire che le fanno ‘porcate su porcate’, e a minacciare ritorsioni contro chi per anni l’ha maltrattata, arrivando al punto, lei non autosufficiente, a lasciarla sola e senza assistenza per le operazioni più elementari, come lavarsi e andare in bagno. Al punto di sottoporla – dice lei per ritorsione per tutto ciò che Vincenza pubblica sui social – ad un TSO che lei definisce ‘illegittimo’, dato che è un trattamento da praticare a chi è pericoloso per sé e per gli altri. Ma Vincenza nelle sue condizioni non solo non è, né potrebbe essere pericolosa per gli altri, ma neanche per sé. Purtroppo la sua salute va sempre peggiorando, e qualcuno sostiene – e guardando in prospettiva potrebbe aver ragione – che tutti i medici da cui lei è passata starebbero aspettando soltanto la sua morte, il che li scaricherebbe da un peso sulla coscienza. Posto che ne abbiano una. Comunque, da qualsiasi parte la si guardi, la faccenda è assurda: in un momento storico in cui si scoprono nuovi vaccini – che rendono denaro – e nuovi rimedi magari per il cancro – la cui raccolta per la ricerca frutta milioni di euro – non è possibile che non si possa capire quale sia il male che sta divorando Vincenza ormai da anni. Come da anni è costretta a letto, paralizzata dalla vita in giù. Abbiamo conosciuto, circa tre anni fa – e siamo stati fra i primi, se non i primi, a darne notizia – una Vincenza florida nonostante tutto. Oggi troviamo il suo spettro, molto simile ad un uccellino bagnato più che alla potente maratoneta olimpionica, purtroppo rinnegata perfino dalla sua stessa società sportiva, quella per cui correva, l’Esercito Italiano. Magari per una inimicizia personale, che potrebbe aver compromesso il suo destino, segnandolo nel prosieguo della sua degenza. Un po’ un caso Tortora in sedicesimo, ma sempre doloroso.

Vincenza Sicari continua a lottare contro tutti e contro il suo male, da sola, non si arrende

Ma sa che fatalmente la sua solitudine la porterà all’inevitabile, se nessuno vorrà realmente trovare il bandolo della matassa. Attualmente è ricoverata all’ospedale di Frascati, ma in psichiatria. Ancora una volta la si vuole far passare per pazza, come anni fa. Anche se lei riferisce che il primario del reparto ‘una bravissima persona’, come lo definisce, ‘ha capito tutta la situazione’, è ‘dalla sua parte’, e insieme cercheranno una soluzione. Non ci aspettiamo di meno dal primario di un reparto di psichiatria. Speriamo solo, e ce lo auguriamo, che questa ‘bravissima persona’ possa essere davvero dalla parte di Vincenza, e che davvero insieme si possa trovare una soluzione che lei e tutti coloro che la seguono aspettano da almeno tre anni.

A margine annotiamo che, quando era all’ospedale di Padova, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, interpellato, ha dichiarato, dopo aver ascoltato soltanto il parere dei medici e non quello di Vincenza o del suo avvocato, di non avere alcun potere per intervenire sulla situazione. Il ministro della Salute Giulia Grillo, anch’essa interpellata, non ha risposto.

L’avvocato di Vincenza Sicari: “Avviate una serie di iniziative giudiziarie sia in sede civile che penale”

Abbiamo voluto raggiungere l’avvocato di Vincenza Sicari, Antonio Petrongolo. L’avvocato Petrongolo ci ha riferito del TSO fatto in maniera piuttosto improvvisa ed arbitraria, avallato da medici sconosciuti a Vincenza, che in pratica non l’avevano mai vista. Il trattamento è stato effettuato a tempo di record, come anche il trasferimento a Frascati, dopo che l’ospedale Maggiore di Milano aveva rifiutato l’arrivo di Vincenza, ad insaputa dei suoi legali. “In base a questo – dichiara l’avvocato Petrongolo – abbiamo avviato tutta una serie di iniziative giudiziarie sia in sede civile che penale.”

Come giornale stiamo seguendo Vincenza dal gennaio del 2016. Lei ritiene che ci siano speranza di arrivare ad una conclusione?

Questa patologia è seguita da specialisti del settore. Se non si riesce a dare un nome o una definizione, o una origine, ad una patologia neurologica, il tutto viene pilotato verso un disturbo di natura psichiatrica. Sono tutte ipotesi che hanno la loro valenza nel momento in cui si realizza una osservazione ad hoc. Se non è stata effettuata, questo poi ha influito nei rapporti con le persone.

Qualcuno a suo tempo ha ipotizzato una malattia autoimmune

“E’ un’ipotesi ancora valida”.

Oggi le malattie autoimmuni si possono curare, e qualche volta si può anche guarire.
Il problema è un altro. Se non fosse stato per la nostra insistenza… Facciamo un passo indietro. Padova, al momento dell’arrivo di Vincenza, si era rifiutata di effettuare altri accertamenti. Dissero che li avevano avuti anni indietro, e che per loro andavano bene quelli. A quel punto abbiamo dovuto forzare la mano con tutta una serie di iniziative. Nel prosieguo di queste analisi, si è poi scoperto che Vincenza soffre anche di un linfoma. Lei immagini. Se non fosse stato per l’insistenza di Vincenza e delle persone che la circondano, non avremmo scoperto il linfoma. La cui tipologia e origine potrebbe essere correlata alla sua patologia, ma peraltro questo linfoma non è stato adeguatamente seguito e curato a Padova, dove Vincenza è stata sottoposta ad un ciclo di terapia di ciclosporina, che peraltro è una terapia molto blanda, un anticoagulante che di solito si dà a chi ha subito un trapianto per evitare la formazione di trombi.

Tempo fa qualcuno disse che Vincenza aveva un tumore al timo.
In effetti lei ha avuto una patologia di quel genere, e il timo le è stato asportato. E’ successo circa quattro anni fa. Come anche l ‘asportazione del timo potrebbe essere la causa scatenante della sua patologia attuale. In effetti, da quando ha subito quell’operazione, la sua condizione è peggiorata. E’ un caso molto complesso e particolare, ma, voglio dire, le università di ricerca e studio esistono per questo, e i fondi magari si utilizzano per andare a cercare qualcosa che sia più conveniente.

Ringraziamo l’avvocato Petrongolo per la sua testimonianza. L’augurio che facciamo a Vincenza è che dopo tante peripezie, finalmente possa scorgere un luce in fondo a quel tunnel in cui è entrata quattro o più anni fa. Forza Vincenza!

Roberto Ragone




Vincenza Sicari: la Regione Lazio non accoglie la richiesta di trasferimento dall'ospedale Sant’Andrea ad altra struttura


La signora Sicari a mezzo del Collegio Difensivo informa “di non essere soddisfatta della posizione assunta dalla Regione avendo già chiaramente illustrato che la sfiducia nei confronti dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea è giustificata non dalla carenza di mezzi diagnostici a loro disposizione, bensì nella mancata volontà di ricercare la diagnosi avendo omesso per più di 40 giorni di sottoporla a qualsiasi forma di indagine. E’evidente che  il ritardo nell’accertamento della diagnosi sarà imputato a tutti coloro che lo hanno consentito ”

Resta quindi ferma la richiesta che l’indagine diagnostica venga eseguita in altra struttura di pari o superiore livello rispetto all’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea. Auspichiamo che l’appello di Vincenza Sicari venga accolto senza ulteriore ritardo.




Vincenza Sicari: verso la soluzione?

 

di Roberto Ragone


 


Da troppo tempo Vincenza Sicari, l’ex maratoneta ricoverata ora all’ospedale S. Andrea di Roma, la cui vicenda abbiamo seguito con costanza su queste righe dal 22 di marzo del 2016, aspetta una parola certa a proposito della malattia che da più di due anni la inchioda ad un letto, paralizzata dalla vita in giù. Più volte abbiamo scritto a proposito di questa vicenda che ha dell’assurdo. Cioè, ha dell’assurdo il fatto che, nonostante il pellegrinaggio di Vincenza in numerosi ospedali della nostra penisola, nessuno sia riuscito, o abbia voluto, o sia stato capace, di trovare la causa della sua malattia. Che sarà pure rara, o inconsueta, o difficile, ma che, come tutte le cose umane, deve avere una spiegazione. Da più di un mese, ripetendo un copione già recitato, Vincenza Sicari è ricoverata all’Ospedale S. Andrea di Roma, uno dei migliori nosocomi della città, e quindi d’Italia. Purtroppo, come d’abitudine, a fronte degli esami clinici effettuati, non s’è partorita alcuna diagnosi. Abbiamo parlato con l’avvocato Luana Sciamanna, che, con la collega Giorgia La Leggia, cura gli interessi di Vincenza. “Da due giorni abbiamo attivato alcune richieste formali, come la richiesta di cartella clinica” ci ha spiegato l’avvocato Sciamanna “che ci verrà consegnata domani (venerdì 30 dicembre ndr) alle ore 12,00. Dobbiamo capire perché Vincenza viene trattenuta in stato di ricovero al S. Andrea, senza tuttavia, secondo ciò che lei riferisce, che le vengano applicate terapie, e né che vengano effettuati accertamenti volti all’individuazione di questa patologia che la sta distruggendo. Noi l’abbiamo incontrata per due volte, in realtà non ha alcun tipo di presidio, né flebo, né respiratori, non ha nulla attaccato, e lei conferma che non le stanno somministrando alcun farmaco. Quindi dobbiamo riuscire a capire perché una paziente ricoverata in una struttura ospedaliera da un mese e sette giorni non sta ricevendo alcun tipo di cura. Mi auguro” continua l’avvocato Sciamanna “che domani sia possibile evincere dalla cartella clinica, anche se parziale perché non ancora chiusa, il motivo per cui Vincenza è comunque ancora trattenuta in ricovero. Questo è quello che ci hanno detto ieri sia il professor Orzi, primario della clinica neurologica, che il vice direttore sanitario, cioè che la cartella clinica sarà ovviamente parziale e non definitiva. Inoltre sempre oggi abbiamo protocollato un’istanza, sempre rivolta al professor Orzi, con la quale chiediamo che venga fatta una relazione in cui si spieghi quale patologia hanno rinvenuta, se l’hanno rinvenuta, quelle che sono le terapie apprezzate, le indagini che sono state fatte o che hanno intenzione di fare, che ci facciano insomma capire cosa s’è fatto e cosa si ha intenzione di fare sulla nostra assistita. La nostra intenzione, anche caldeggiata da Vincenza, è quella di trasferirla in una struttura diversa, dove poter rifare tutti gli esami clinici, visto e considerato che molti di essi sono stati effettuati in tempi remoti, parliamo almeno di uno o due anni fa. Nonostante questo, gli ospedali non intendono ripetere alcuni esami, invece secondo noi è importante che questi esami vengano ripetuti e che vengano letti oggi in un quadro più complesso; quindi non si devono leggere i singoli esami, ma va valutata la situazione con una lettura complessiva degli esami a cui la nostra assistita si è sottoposta, soprattutto perché questa patologia è evidente, non stiamo parlando di un sintomo che la paziente riferisce, ma che non è visibile. Vincenza era una maratoneta ora allettata con una incapacità non solo di camminare, ma anche di fare piccoli movimenti, è completamente paralizzata dalla vita in giù. Credo che sia un sintomo più che evidente di malessere che tuttavia ad oggi non trova una sua connotazione medica. Quindi a questo punto chiediamo che il S. Andrea dica chiaramente se ha una diagnosi, se non l’ha, che cosa sta facendo per individuarla, e che cure intende apprezzare alla nostra assistita, visto che è mantenuta in stato di ricovero.”


 


“Ho letto di una intenzione di trasferimento a Tor Vergata, è esatto?”


“La signora Sicari ha chiesto di essere trasferita a Tor Vergata, non per essere per l’ennesima volta parcheggiata, ma allo scopo di ripetere completamente tutti gli esami. Chiediamo che la Regione Lazio imponga – se non lo farà la Regione lo faremo noi attraverso il tribunale – a Tor Vergata di ripetere tutti gli esami, perché in questa situazione in cui ancora Vincenza non ha una diagnosi, è importante che si incontrino tutte le eccellenze della medicina italiana, per finalmente stilare una diagnosi precisa. Ha trentasette anni, non è giusto che stia in un letto d’ospedale, abbandonata a sé stessa, come appare evidente. Poi, dalla lettura della cartella clinica vedremo cosa è stato fatto. La richiesta della cartella clinica l’abbiamo fatta noi per la prima volta, in passato non era mai stata fatta. Nessun difensore ha mai pensato di leggerla.”


 


"S'era parlato di una richiesta di intervento della Lorenzin, cosa state facendo in questo senso, oppure è più giusto rivolgersi a Zingaretti?"


"A questo proposito siamo in contatto con il segretario dell'onorevole Dall'Osso, del M5S, che si è fatto portavoce delle istanze di Vincenza e ha rappresentato al ministro Lorenzin proprio questa situazione. Questo è ciò che ci è stato riferito. Se lei mi chiede le prove di questo, io non ne ho, è soltanto quello che mi è stato riferito da questo portavoce. Ora, se il ministro sia stata informata o meno, non è dato saperlo con certezza. Quello che le posso dire è che io oggi ho inviato, io e la collega La Leggia, una richiesta via mail alla Regione Lazio, al presidente Zingaretti, per essere ricevute, e per portare personalmente le richieste di Vincenza anche in Regione, visto e considerato che poi questi aspetti della Sanità attengono più ad una sfera regionale che ad una sfera istituzionale. Quindi ritengo che sia più pertinente che le richieste vengano fatte al presidente della Regione. Per il momento non abbiamo avuto ancora alcun tipo di risposta, però sappiamo che oggi il presidente era molto impegnato per questioni di bilancio. Auspichiamo che a brevissimo ci sia udienza, perché è giusto che anche Zingaretti venga informato di questa situazione assolutamente paradossale.”


 


“Certo, anzi il primo articolo l’ho scritto io il 22 di marzo – ne ho scritti in tutto sette fino d oggi,- e non è successo nulla, tranne che tutti gli altri media si sono interessati della faccenda, dalla carta stampata, ai rotocalchi, alla televisione, Rai e Mediaset.”


“Questo è un merito, anzi adesso io credo che a bomba la cosa fa notizia e quindi tutti hanno voglia di raccontarla. Ho sempre detto a Vincenza, non dobbiamo diventare il caso pietoso, dobbiamo diventare il caso che solleva degli interrogativi, perché lei non dev’essere trattata come l’ex maratoneta, l’ex atleta, dev’essere trattata come un qualsiasi paziente che ha una patologia difficile da accertare, non entro nel merito di queste faccende, ma come qualsiasi persona che entra in un ospedale, ha diritto di avere riconosciuta la propria patologia, e di essere curata. Non è soltanto perché siamo davanti ad una sportiva che bisogna allertare i media, questa è una cittadina italiana, che si sta lasciando da un mese e dieci giorni in ospedale senza nulla.”


 


Ringraziamo l’avvocato Sciamnana per la sua disponibilità ed anche per l’impegno profuso a favore di Vincenza, a cui tutti ci siamo affezionati. Non è la prima, ma l’ennesima volta, aggiungiamo noi, che Vincenza viene ‘parcheggiata’ in ospedale, visto che ha fatto il giro d’italia degli ospedali. Possiamo dire, senza temere d’essere smentiti, che il rumore suscitato attorno al caso di Vincenza Sicari, come diceva l’avvocato Sciamanna, non è stato originato dal fatto che lei fosse un’atleta: dopo tutto la maratona è uno sport oscuro, fatto di molti sacrifici e poche soddisfazioni, soprattutto economiche. Si fosse trattato di un campione del football, le cose sarebbero andate diversamente. Personalmente, ho avuto attestazioni di solidarietà da parte di persone che hanno guardato solo al caso umano e non ad altro. Confidiamo che con questi due nuovi ed agguerriti legali Vincenza Sicari possa aver trovato finalmente chi si prende cura di lei, anche al di fuori dell’ospedale, in sede legale. E confidiamo che presto, superate le colonne d’Ercole di varia natura, che riguardano eventuali disfunzioni sanitarie – chiamiamole così – nel merito delle quali non vogliamo entrare, Vincenza troverà una vera diagnosi ed una vera cura.


 


 

 




Genzano: la corsa del pane a favore di Vincenza Sicari

 

Red. Cronaca


GENZANO (RM) – Al via la 4 edizione della “Corsa del Pane genzanese”, dopo il rinvio per maltempo, a favore della maratoneta Vincenza Sicari organizzata dalla ASD Genzano Marathon con il patrocinio del Comune di Genzano di Roma, del Comune di Nemi e del Parco Naturale dei Castelli Romani. L'appuntamento è fissato alle ore 7,30 di domenica 9 ottobre a Genzano con partenza 9.15.
Il percorso di 10 km si snoderà da piazza Sforza Cesarini attraversando i giardini del palazzo, borgo vecchio giro del lago di Nemi scendendo da via Perino fino al museo delle navi romani e ritorno con arrivo a palazzo
Sforza Cesarini.

L'edizione 2016  si stringe attorno a Vincenza Sicari, la maratoneta di valore internazionale che si trova ora ad affrontare l’avversario più difficile: una malattia neuromuscolare degenerativa, la cui natura non è ancora stata identificata, che la costringe a esami complessi e costosi. L’ASD Genzano Marathon devolverà l’intero utile della manifestazione a Vincenza per aiutarla nella sua sfida.

Nella stessa giornata si disputerà una passeggiata non competitiva aperta a tutti. Il ricavato della passeggiata sarà devoluto all’AIL Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma in memoria di Pasquale Salerno.
 




Vincenza Sicari "fuori" dall'ospedale Mondino: un caso tra vergogna e paradossi

Roberto Ragone

Di Vincenza Sicari, ex maratoneta nelle file dell’Esercito Italiano e ventottesima alla maratona di Pechino, abbiamo già scritto fin da aprile del presente anno, e chi ci segue conosce già tutti i problemi di questa giovane. Vincenza è allettata da circa due anni, senza che nessun medico abbia potuto formulare una diagnosi precisa. Il fatto è che è paralizzata dalla vita in giù, e non riesce più a muovere le gambe, né ad alzarsi dal letto autonomamente. Vincenza Sicari è stata dimessa dall’ospedale Mondino di Pavia, contro la sua volontà, nonostante le sue condizioni di salute. Siamo in un film dell’orrore. Questa non può essere la realtà che noi viviamo tutti i giorni, quella fatta di carità umana, di quella misericordia che s’invoca per i disgraziati che arrivano con i barconi, e  che il Papa predica nel suo Giubileo straordinario. A che serve, a chi serve, a chi è mai servito raccomandarsi alle Istituzioni, quando esse sono composte di persone che si guardano l’ombelico, soltanto protese al proprio vantaggio? Quando chi dovrebbe essere a capo di un Ministero importante come quello della cosiddetta ‘Salute’  in pratica sembra funzionare soltanto in certe circostanze istituzionali, quando si tratta di gestire i rapporti con la gente importante? Quali iniziative ha preso la ministra Lorenzin nei confronti dell’ospedale Mondino, e del caso di Vincenza Sicari? Si limita a credere ai comunicati dei medici che dicono che il caso di Vincenza è un caso psichiatrico, oppure ha deciso di andare a fondo della questione? L’impressione è che la Lorenzin viva un profondo imbarazzo, non sapendo che pesci prendere, perché magari da una parte vorrebbe riuscire a risolvere la situazione, ma dall’altra forse non vuole sbugiardare i medici implicati nella questione. E comunque ignorare Vincenza Sicari e le sue condizioni è la scelta peggiore, in ogni caso. Allora, una piccola riflessione: siamo proprio sicuri che le persone messe a capo di certi organismi siano sufficientemente competenti, visto oltretutto che i Ministeri si assegnano per chiamata – mentre i posti nel pubblico impiego per concorso – seguendo il vantaggio politico del governo in carica? Così può capitare, come succede, che si vada a capo di un Ministero senza averne la necessaria competenza, non avendo forse conseguito una laurea specifica. Personalmente ritengo che alla Sanità – come si diceva una volta – dovrebbe andare una persona con competenze mediche, cosa che, così a memoria, non mi pare di scorgere nel curriculum della ministra Lorenzin. A parte il fatto che qui non di competenze mediche si tratta, ma, appunto, di umanità e di voglia d’intervento per risolvere una situazione di coscienza. Per chi la coscienza la mette in moto. Un medico potrebbe ricordarsi del giuramento d’Ippocrate, quello che lo consegna ad una coscienza professionale che tende al bene del malato, fino all’ultimo. Chi medico non è, e non sarà mai, non ha di queste sollecitazioni. Forse questo potrebbe fare la differenza. Purtroppo in questo disgraziato Paese tutti sono bravi a parlare, e ad andare in televisione, nel grande palcoscenico mediatico che fa pubblicità e da’ visibilità. Quanto ai fatti, è un’altra storia. Allora, bocciata la Lorenzin, a chi ci rivolgeremo? Al Presidente della Repubblica? Al Presidente del Consiglio? Al Papa? Ad un intervento soprannaturale? Quello che sgomenta è la totale indifferenza di certe persone, pur di fronte ad una situazione che è sotto gli occhi di tutti; a parte lo staff medico dell’ospedale Mondino che, fatta una riunione al vertice, ha deciso di dimettere Vincenza Sicari, dichiarando – ma, a quanto pare non per iscritto – che la sua è una questione psichiatrica. Ma allora, perché Vincenza è paralizzata dalla vita in giù? I matti non camminano? E perché, visto che i medici sono così convinti di ciò che dicono,  nessuno finora si è assunto la responsabilità di stilare una diagnosi di disturbi mentali ed una richiesta di ricovero un psichiatria, limitandosi a buttar fuori da un letto d’ospedale una persona che ha bisogno comunque di cure mediche? Siamo in un film dell’orrore. Oggi Vincenza è ospite in una casa privata, e ringraziamo la persona che le ha dato questa possibilità. Ci sono due Italie, una come quella che vediamo a Montecitorio e Palazzo Madama, la ‘Casta’, tutta tesa ad alchimie politiche che sono fine a sé stesse; gente che vive in una bolla avulsa dalla realtà di tutti i giorni; gente che ha tutto a disposizione, lavorando il minimo indispensabile, e alle volte neanche quello; gente che ha tutti i diritti, e i doveri se li sceglie; gente che strepita che non può tirare avanti con appena 5.000 euro al mese, mentre c’è chi stenta a prenderne mille, e deve campare; gente che protesta e fa riscorso al Tar quando le si vogliono limitare ingiustificati privilegi: gente che per un pasto che altrove costerebbe almeno 70 o 80 euro spende al ristorante del Parlamento quanto uno di noi per un cornetto e cappuccino, o per un trancio di pizza al taglio; gente che va a fare la spesa al supermercato con la scorta. Poi c’è gente, invece – l’altra Italia – che accoglie in casa propria una persona completamente estranea, soltanto perché in quel momento ha bisogno di qualcuno che la ospiti, perché non ha dove andare, perché è vittima, da anni, di una delle più grosse e incomprensibili ingiustizie che mai si siano viste sotto il sole. Mentre invece si fa spazio ai migranti, li si accoglie in alberghi a quattro stelle, con vitto, diaria, sigarette e schede telefoniche, con la scelta del menù. Forse Vincenza Sicari dovrebbe rivolgersi al Ministero del Migrante, se ne esistesse uno, visto che quello della Salute è latitante. Buone ferie a tutti i nostri politici, quaranta giorni senza la rottura di scatole di dover andare a Montecitorio e altrove ben due giorni e mezzo alla settimana! Che diamine, un po’ di sole fa bene a tutti, no?




Vincenza Sicari: le condizioni peggiorano… ma nessuno si muove

di Roberto Ragone

Abbiamo sentito nuovamente Vincenza Sicari. Nonostante l’impegno del nostro giornale e anche della tv pubblica e commerciale, e nonostante l’intervento dei rotocalchi, notoriamente letti da milioni di persone, non è ancora successo nulla.

Vincenza Sicari è ancora allettata, senza una diagnosi, senza una terapia, e con il suo corpo che si debilita ogni giorno di più, arrivando a pesare, oggi, circa trenta chili. Il che per una ragazza ex-atleta di un metro e settanta appare decisamente poco. In sostanza, nulla è stato fatto in circa due anni di ricovero, e questo è il risultato. Oggi Vincenza è ricoverata a Pavia, presso l’Ospedale Mondino, dove sembra che non le venga praticata alcuna terapia, né le vengano prescritti esami e accertamenti specifici che potrebbero portare finalmente ad una diagnosi. Questo nonostante anche alcune biopsie. Non siamo medici, ma a questo punto è chiaro che Vincenza Sicari ha contratto una malattia rara e difficile, forse una patologia autoimmune, una delle più terribili.


Solitamente, per nostra informazione, queste affezioni si curano con cortisone o metotrexate, farmaci che abbattono quelle difese immunitarie che, invece di difendere l’organismo, costituiscono il nemico da combattere. Se in ogni caso nel ricovero di cui è oggetto oggi Vincenza si brancola ancora nel buio, per usare una frase colorita, probabilmente il problema è diverso, non potendo noi profani pensare che una terapia così nota non sia stata tentata su Vincenza. Abbiamo registrato con Vincenza un’ulteriore intervista, per aggiornare la situazione per i nostri lettori, e per lanciare ancora una volta un segnale di allarme, che ci riporta al titolo del nostro primo articolo: “Morte di una campionessa.” Vorremmo essere cattivi profeti, ma davvero questo è un titolo che non vorremmo leggere, a proposito di Vincenza. Purtroppo, nonostante il preteso interessamento del ministro Lorenzin e del suo Ministero, perso fra mille pastoie burocratiche e di competenze rimpallate da Erode e da Pilato, la situazione è bloccata, e chi ne soffre le conseguenze è Vincenza, ancora di più ad agosto, mese in cui ognuno incassa il ‘diritto’ alle ferie, lasciando nella palta chi invece rischia la vita. Purtroppo anche la nostra petizione, programmata per 15.000 firme – quando il primo articolo ha ricevuto oltre 350.000 letture– è rimasta a quota 250.

Qualche migliaio di firme presentata nei circuiti giusti potrebbe forse smuovere ulteriormente la macchina elefantiaca e infingarda della nostra burocrazia, e impedire che le soluzioni vengano raggiunte quando ormai è troppo tardi. PER FIRMARE LA PETIZIONE CLICCARE QUI

Ciao Vincenza. Allora, dove sei ricoverata?
Sono ancora qui al Mondino, il Ministero ci porta da un edificio a un altro, bastava una semplice lettera dove loro chiedevano il ricovero al Policlinico di Milano, perché io dovrei essere già lì a fare tutti gli esami, invece niente, ci hanno tenuto in ballo una settimana, mi hanno fatto chiamare tutti gli uffici possibili e immaginabili, poi alla fine mi hanno detto che non c’è alcuna richiesta. So che adesso la Regione ha chiamato Mariani, e Mariani ha detto: “Dovete ricoverarla lì. L’unico centro è quello.” La risposta è stata “Allora provvederemo.” Adesso vediamo se lo fanno. Qui è un massacro. I miei legali sono andati a parlare con la direzione sanitaria del Mondino, a chiedere conto della biopsia da genetica, questa miopatia che il dottor Mariani ha riscontrato e ha descritto. No, la Sicari ha un gravissimo disturbo psichiatrico, non se ne vuole rendere conto. In realtà sono arrivata a pesare trenta chili, peggioro minuto per minuto, il medico viene tutti i giorni a importunarmi, adesso credo che procederemo anche a livello penale. Tutti i responsabili di questa carneficina devono pagare. Nonostante le mie gravissime condizioni continuano a cercare di farmi passare per pazza. Adesso con i miei legali ci rivolgeremo ad un penalista e ad un medico legale, per cui porterò in tribunale il  Mondino, e voglio che questi medici siano radiati dall’albo professionale. Adesso la cosa importante è vedere se mi trasferiscono per fare tutti gli accertamenti. Qui mi trasferiscono da un ufficio ad un altro, ma il vero problema è che non vogliono farmi rifare gli esami per paura che venga fuori la verità. Qui al Mondino non vogliono firmare per il mio ricovero a Milano, dove mi aspetta il prof. Bresolin. Al punto che hanno escluso Mariani dalla commissione medica che dovrebbe esaminare le mie condizioni e permettere il mio ricovero al Policlinico di Milano, e il responsabile di questo secondo me è il dott. Daverio, direttore generale della regione Lombardia. Il responsabile al Ministero è il dottor Patacchia, che ha delegato il ricovero al dottor Botti, direttore generale dell’ufficio Programmazione al Ministero della Salute, ma l’ultima parola tocca al dottor Daverio.


Vogliono farti passare per matta, mi hai detto, ma per questo ti hanno fatto una perizia psichiatrica?

No, assolutamente. Il brutto è che te lo dicono a parole, ma non mettono niente per iscritto. Fatto sta che il mio legale ha scritto continuamente al Ministero e a tutti quanti affinchè mettano nero su bianco quello che fa la signora Sicari, dopodiché ci vedremo nelle sedi competenti. Non ha mai ricevuto risposta. Ho parlato proprio oggi con i miei legali e domani manderà un sollecito a tutti quanti, dopodiché porteremo tutto sul penale. Se devo morire, devo farlo con dignità, e questa gente non può passarla liscia. Soprattutto il Mondino, l’ospedale dove sono adesso.

 

Quindi dovrebbero trasferirti a Milano.
Sì, con Mariani abbiamo concordato il trasferimento al Policlinico, dal professor Bresolin, che è il migliore per questo genere di malattie, e che è anche disposto a prendermi, però ha bisogno di una richiesta scritta. Mariani è stato chiamato dalla Regione, e ha detto, guardate l’unica struttura che può fare qualcosa e dare una risposta definitiva per Vincenza è il Policlinico. Ma in realtà al Mondino non vogliono farmi trasferire, perché al Policlinico potrebbero far venire fuori tutti gli errori che hanno commesso. A Milano non hanno ricevuto alcuna richiesta, né dal Ministero, né dalla Regione, nonostante Mariani si sia assunto la responsabilità di richiedere questo trasferimento, e questo la dice lunga sull’intenzione della Regione di tutelare il Mondino.

Di seguito la lettera di vincenza sicari al ministro della Salute Betarice Lorenzin:

"Carissima Ministro Lorenzin, dott. Patacchia, dottor Botti, dott. Enrique, vi scrivo questa lettera perché sia io che milioni  di italiani vogliamo una risposta a questa storia assurda perché ci chiediamo:  ma se ci fosse stato un vostro caro sul letto vi sareste comportati  nello stesso modo?????
Da  mesi che chiedo il vostro intervento , avere quello che dovrebbe essere un diritto di tutti i cittadini italiani essere curata , purtroppo a mio avviso si è cerato un giro vizioso ,   vi passate la palla da un ufficio all'altro , addirittura in questa assurda  vicenda  è stato coinvolto il dott. Daverio  Direttore Sanità della Regione Lombardia  il quale   disattendendo  alle   direttive  ,al contrario  ha preso  iniziative diverse  da quelle  Voi impartite , nonostante le indicazioni da parte    professor  Claudio Mariani – Primario Ospedale  Sacco di Milano che ha inviato  più di una  richiesta di ricovero presso il Policlinico di Milano , diretto dal prof, Bresolin.

Intanto il giuoco continua ed io rischio la vita . Il mio fisico peggiora giorno dopo giorno, rischio la vita evidentemente questo non basta al  Ministro Lorenzin  affinchè intervenga al più presto,  la l’invio  di  un ispettorato medico  che si renda conto   quali le mie condizioni  è diventato solo un sogno.

Nelle ultime 24 ore  a seguito di informativa nella quale si preannuncia una visita collegiale alla quale dovrei sottopormi  ,  vi anticipo quello che vi comunicheranno i miei legali nelle prossime ore:
 io non ho intenzione di sottopormi a nessuna visita tanto meno senza la presenza del professor Claudio Mariani e non prima di essere stata trasferita al Policlinico di Milano presso il Reparto diretto dal Prof. Bresolin .
Tengo inoltre a precisare  che  ieri il Primario ha ricevuto un'altra richiesta di ricovero senza alcun esito  e se una vista Collegiale vuole visitarmi lo potrà fare solo dopo essermi sottoposta ad esami completi e monitorati presso il Policlinico di Milano.

Non ho mai capito i  motivi che mi impediscono ad essere sottoposta a nuovi esami clinici, chi ha paura , chi ostacola tutto ciò?

Ho notato atteggiamenti superficiali e preoccupanti , opre al telefono , “ le faremo sapere” , la frse che più si rincorre in questa assurda vicenda che mo vede purtroppo prima attrice.

Comunque solo una cosa posso assicurarVi, la vicenda sicuramente andrà discussa nelle dovute Sedi penali e civili, ancora ho la forza di andare avanti nonostante le mie condizioni peggiorano  ora dopo ora. Non ho assistenza, buttata  in questo lettino  all’Ospedale Mondino di Pavia –a mio parere  che ha interpretato una parte principale  negli ultimi due mesi di questa assurda storia –

Ritengo informarVi ,  visto i Vostri atteggiamenti ad oggi ,  non soddisfatti , alle  mie richieste   dovreste vegliare  con più attenzione  su questo tipo di situazioni , non firmare una base di ricovero da un vostro Input  prende sempre più le fisionomie di  una bella presa per i fondelli.

Se il Policlinico diventa una mera speranza , allora trasferitemi a Roma  presso un Centro  che sia in grado di affrontare un caso come il mio, essendo laziale  sarei anche felice tornare nella mia città!   

 Cordiali saluti
Vincenza Sicari"  
                               




Salviamo Vincenza Sicari: l'Osservatore d'Italia fa partire la petizione

Redazione

L'Osservatore d'Italia fa partire la petizione per Vincenza Sicari l’ex campionessa maratoneta olimpica Pechino 2008 che ora grida, inascoltata, la sua disperazione sola in un letto di ospedale da oltre 18 mesi 

Vincenza ha lanciato anche attraverso le pagine di questo quotidiano l'appello:” Sto morendo, aiutatemi! Voglio la verità sulla mia malattia”

La prima diagnosi parlava di ‘malattia degenerativa neuromuscolare’, ma niente di più. Nessuno fino ad ora ha saputo dire di che cosa sia malata Vincenza, anzi, a questa loro incapacità i medici hanno cercato di ovviare dichiarando che il suo disturbo proviene da una condizione mentale non sana, in pratica prendendola per pazza, con un ordine di ricovero in TSO. .

Ci rivolgiamo quindi al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: Signor Ministro Lorenzin, come Le è noto da tempo, la giovane maratoneta Vincenza Sicari è in un letto d'ospedale da ormai circa tre anni, immobile dalla vita in giù, a causa di una malattia che i medici, nonostante ripetuti esami, non riescono ad individuare. Ci rivolgiamo a Lei in extrema ratio quale massimo rappresentante del diritto alla salute dei cittadini italiani, ricordando le Sue promesse in merito, affinchè Lei voglia mettere in atto iniziative che consentano finalmente a Vincenza di tornare ad una vita normale. Grazie per quanto andrà a fare per Vincenza.

Invitiamo i lettori de L'Osservatore d'Italia a firmare questa petizione cliccando su questo link  www.firmiamo.it/aiutiamo-vincenza-sicari-a-sfuggire-alla-morte e poi compilando i campi dove inserire i propri dati altrimenti la firma della petizione non sarà valida


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di Roberto Ragone
Ne abbiamo scritto a marzo di quest’anno, due volte e poi ancora in aprile. La risposta del pubblico è stata immediatamente generosa e massiccia. Pensavamo, confidavamo nell'attenzione delle Istituzioni, sollecitate non solo da noi ma dalla TV e dalla stampa tradizionale, con un ampio servizio su di un noto rotocalco. Ma, nulla! Nell'intervista in TV Vincenza chiedeva che i medici potessero finalmente mettere fine a questa attesa senza un orizzonte, ma niente.

Il calvario di Vincenza Sicari Ricordiamo brevemente il calvario di Vincenza, lodigiana, 37 anni, alle spalle una splendida carriera sportiva nella maratona – ne ha vinte ben cinque – ventinovesima alla maratona olimpica di Pechino del 2008, nonostante le crisi immancabili in una corsa di oltre quarantadue chilometri.   Il tempo passa, e Vincenza peggiora. Tutto questo è iniziato nel 2013, andava ancora bene, poi ha incominciato ad avere febbre, spossatezza, fino a non riuscire a camminare neanche per brevi percorsi. La prima diagnosi parla di ‘malattia degenerativa neuromuscolare’, ma niente di più. Nessuno fino ad ora ha saputo dire di che cosa sia malata Vincenza, anzi, a questa loro incapacità i medici hanno cercato di ovviare dichiarando che il suo disturbo proviene da una condizione mentale non sana, in pratica prendendola per pazza, con un ordine di ricovero in TSO. Anche la Società Sportiva dell'Esercito, per cui ha gareggiato per anni, l'ha scaricata completamente. "Eppure" dice Vincenza "ho corso per loro anche di notte, e a piedi nudi." L'abbiamo conosciuta ricoverata all'ospedale di Pisa, proveniente dall'Ospedale Militare del Celio di Roma, da cui è stata mandata altrove, perchè il suo ricovero costava troppo.

L'Odissea di Vincenza Sicari  E la sua storia si trasforma in Odissea, con ricoveri in più ospedali, con esami ogni volta ripetuti, perchè quelli prima non andavano bene, con medici sempre meno attenti, sempre più infastiditi da quella paziente che li mette in crisi e che non accetta le loro prepotenze, tanto da dover registrare di nascosto le frasi di un primario e da dover far intervenire il suo avvocato perchè siano tutelati i suoi diritti, e la verità non sia manomessa.  Vediamo foto di Vincenza sui social network, la vediamo sorridere, e non ci rendiamo conto della tragedia che sta vivendo. Magari qualcuno ha anche pensato che sia tutta una bufala, ma non è così. La realtà è che Vincenza è immobilizzata a letto ormai da quasi un anno, senza una diagnosi, senza che nessuno l'aiuti. Praticamente condannata a morte con incredibile cinismo proprio da quelle Istituzioni che poi sul palcoscenico dei media si mostrano con espressioni di circostanza, corone d'alloro, mazzi di fiori, minuti di silenzio e di raccoglimento e contributi alle Associazioni benefiche, quelle create ad arte per raccogliere fondi che poi non si sa più come, dove e quando vengano utilizzati, se non per pagare gli stipendi a chi le ha create. Cinismo? No, peggio, crudeltà! La condizione di Vincenza è sotto gli occhi di tutti coloro che la vogliano vedere, ma come non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, non c'è peggior cieco di chi si gira dall'altra parte. Una speranza pareva che venisse dalla massima autorità politica in materia di Sanità, il ministro Lorenzin, quella che quando c'è un caso di malasanità – e ormai se ne moltiplicano a bizzeffe, non sempre per colpa dei medici – manda gli 'ispettori'. Penso che la sua mansione si sia ridotta a 'mandare gli ispettori'. Oltre che a fovorire le lobby dei farmaci – a proposito, la cura del prof. Di Bella è stata ufficialmente dichiarata efficace, dopo che addirittura, quand'era in vita, hanno tentato di ucciderlo – e ad apparire in televisione, sembra che non sia buona neanche a risolvere un caso così grave e delicato, al dilà delle promesse elargite senza economia, tanto non costano nulla. L'ho già scritto, ma lo ripeto: sembra che tutti stiano a guardare aspettando la soluzione finale; dopodichè tutti saranno prontissimi a rammaricarsi di com'è andata la cosa. Qui di seguito riportiamo il comunicato stampa del collega Rosario Murro, responsabile dell'Ufficio Stampa di Vincenza Sicari, che riporta le ultime notizie a proposito di Vincenza. L'Italia è uno strano paese, dove se non alzi la voce non t'ascolta nessuno, a dispetto dei diritti di ognuno, in questo caso di quelli sacrosanti e codificati del malato. Dopodichè, prima delle fiaccolate postume, rimane solo da scendere in piazza. E' questa la strada che le autorità ci suggeriscono?

Lo stato di salute attuale Peggiorano le condizioni fisiche di Vincenza Sicari, L’ex maratoneta olimpica Pechino 2008 , urla la sua disperazione. Sola in un letto di ospedale  e oltre 18 mesi   dal Mondino di Pavia lancia un appello:” Sto morendo, aiutatemi! Voglio la verità sulla mia malattia”.
Può una persona gravemente malata essere lasciata al suo destino senza sapere con certezza contro cosa sta combattendo, vedendo inoltre calpestati la sua dignità e i suoi diritti? E’ quello che sta accadendo a Vincenza Sicari, atleta lodigiana, 37 anni, che dopo una meravigliosa carriera da maratoneta, con varie medaglie vinte e la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino 2008, sta lottando da un anno e mezzo per la sua vita, essendo affetta da una malattia degenerativa neuromuscolare di cui non si conosce il nome e la cura. Dopo essere stata ricoverata in diverse strutture ospedaliere italiane senza però ottenere una diagnosi precisa e una soluzione, Vincenza quindici giorni fa è stata contattata dall’ospedale Mondino di Pavia che le ha proposto di recarsi presso la struttura stessa per essere sottoposta a nuovi accertamenti, ma una volta ricoverata non le è stata data l’assistenza promessa. Il Ministero della Salute, al corrente della situazione, si è interessato finalmente  al caso, nella persona del Dottor Nicola Armentano, ma non ha ancora risolto nulla, non è stata inviata quella commissione medica che è stata richiesta più volte per accertare le reali condizioni in cui si trova Vincenza, che ha inoltre chiesto aiuto al Ministero per poter essere ricoverata all’Ospedale San Raffaele di Milano,   struttura consigliata dal Professor Claudio Mariani (Primario Rep. Neurologia Ospedale Sacco di Milano) che ha in cura la paziente, o altra struttura idonea  per ripetere le analisi e avere la certezza della diagnosi della malattia, inoltre il Prof. Mariani ha sempre invocato  l’intervento di una Commissione Medica Ministeriale. Anche la Fidal (Federazione Italiana Atletica Leggera , ha inviato una lettera indirizzata al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin, nel contenuto il  Presidente Alfio Giomi ha richiesto un intervento adeguato per fare chiarezza sul caso di Vincenza.  Nell’ultima frenetica settimana ad oggi ,   innumerevoli telefonate all’Ufficio del Sottosegretario  On. Vito De Filippo richiedendo  una maggiore attenzione  sul caso ,non sono sfociate in  alcuna  soluzione.  I giorni passano,  la tensione è alta   e   le condizioni di Vincenza Sicari peggiorano  ora dopo ora,   mentre  il Ministero temporeggia  le parti chiamate in causa  ‘giocano’  una pericolosa  quanto incredibile partita a ‘tennis’.

La  Sicari  immobile a letto rischia la vita in una stanza d’ospedale e qualcuno probabilmente non ancora si è reso conto della gravità del caso.   E’ possibile che nel 2016 in Italia accadano ancora cose del genere?  Perché non vengono applicate semplici formule  basandosi solo ed esclusivamente su superfici e principi di diritto del Malato?

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VINCENZA SICARI: LA CAMPIONESSA ASPETTA NOI

di Roberto Ragone

Attirare l’attenzione su di un fatto umano, come quello del male oscuro di Vincenza Sicari, maratoneta olimpica, bloccata in un letto d’ospedale senza una diagnosi ed una cura, e in più, con rischio d’esser mandata in TSO, in Trattamento Sanitario Obbligatorio da medici che, non riuscendo a trovare la causa del suo male, la ritenevano fuori di testa, è stato doveroso. Ora tutti i media, compresa la stampa nazionale – una pagina intera su Libero – si occupano di Vincenza. E’ prevista anche un’apparizione a Pomeriggio 5, sul canale Mediaset. Di Vincenza Sicari si è occupato anche Sky TG 24, e un pò tutti si sono fiondati su quella notizia che non avrebbero potuto ignorare, se non altro per dovere professionale.

Vincenza Sicari non sta bene. L’orco progredisce dentro di lei; spostarsi da Pisa a Padova non le ha causato il benchè minimo vantaggio, tanto che a breve pensa di andare a Milano, in casa di sua madre. Gli ospedali non hanno più nulla da dirle, ed è diventata anche un’ospite scomoda. L’unica alternativa è quella di rivolgersi all’estero, come sempre. Chissà perché, e questo lo ricordo da piccolo, tutto ciò che proviene da oltreoceano è più bello, più buono, più efficiente, più esperto, più efficace, più risolutore. Una volta – anni ’50 – questo si diceva del nord Italia, ora invece degli Stati Uniti. Viaggi della speranza, si chiamano, a cui siamo costretti non da incapacità dei nostri medici – oppure vorrebbe dire mettere in discussione tutto l’apparato universitario con i suoi baroni cattedratici, cioè l’origine dell’ignoranza, i diciassette e la maggioranza strappati con i denti – oppure l’apparato sanitario, con gli incarichi, anche quelli, dati per raccomandazione. Oppure ancora la mancanza di mezzi adeguati e sufficienti. Fatto sta che quando un Italiano va all’estero, si parla di cervello in fuga, ma chi abbandona la propria culla vi è costretto da ragioni obiettive.

Mancanza di mezzi, tagli  orizzontali assassini ai finanziamenti, ‘ostruzioni’ causate da baronie più o meno evidenti, raccomandazioni, incapacità congenite per titoli ottenuti senza merito: Non a caso gli Stati Uniti sono il Paese della meritocrazia, se non altro perché essa produce reddito, e gli Americani, notoriamente pragmatici, lo hanno scoperto. Possono essere tante le cause della mancata diagnosi formulata a Vincenza, né vogliamo fare di tutte le erbe un fascio. Ma quando accade questo, bisogna andare alla fonte e chiedersi perché l’Italia è ridotta a rivolgersi sempre all’estero, perché i nostri medici sono bravi quando vanno fuori e non altrettanto quando operano da noi. Non crediamo che nessuno abbia la bacchetta magica: il successo è fatto di sudore e fatica, sempre e dovunque; ma questi sudore e fatica devono avere un obiettivo e un percorso precisi, e questo significa avere a disposizione mezzi sufficienti, e magari qualcosina in più. Perché qualcuno, nella nazione a stelle e strisce – criticabile sotto molti profili, ma pur sempre una grande nazione – si è reso conto che a facilitare la strada ai volenterosi, poi se ne raccolgono i frutti, e questo lo dico per esperienza personale. Dove ciò che in Italia è difficile, aspro e quasi impossibile, o riservato ai figli degli amici, in USA è a disposizione di chiunque ne sia all’altezza.

Tutto risolto, dunque, abbiamo trovato il rimedio per Vincenza Sicari. Lo abbiamo trovato? Forse, ma non lo sapremo finchè non sarà riuscita ad inviare le sue biopsie alla Columbia University. Per far questo ci vogliono soldi, e siamo lontani dal traguardo, nonostante la buona volontà di molti. Ragazzi, servono soldi, detto fuori dai denti. Va bene andare su Facebook e manifestare la propria solidarietà, ma non basta. Chi non ha ancora provveduto, lo faccia subito, non c’è tempo. Chi ha già provveduto alla donazione, guardi, se possibile, di rifarlo. Tutti insieme per Vincenza Sicari, tiriamola fuori da questa brutta avventura, che sia soltanto, alla fine, un’avventura a lieto fine, ma c’è bisogno dell’impegno di tutti. Essere un caso nazionale non basta. Qui di seguito riporto gli estremi del conto corrente di Vincenza, con la calda, caldissima preghiera di fare presto, perché non c’è tempo, e ancora non ci siamo.
Grazie.

VINCENZA SICARI 
IBAN: IT68B0709221900000000105881
– BCC CASTELLI ROMANI –
FILIALE DI S. MARIA DELLE MOLE (RM)

 




IL CASO DI VINCENZA SICARI: “VOLEVANO FARMI PASSARE PER PAZZA”

di Roberto Ragone

Abbiamo raggiunto telefonicamente Vincenza Sicari, la maratoneta che da tempo è ricoverata all’ospedale di Pisa, e per la quale sembra che i nostri medici, così apprezzati e capaci quando vanno all’estero, qui in Italia non riescano a cavare un ragno dal buco; anzi, tanto per chiudere la faccenda, avrebbero voluto sottoporla ad un TSO, un Trattamento Sanitario Obbligatorio che li avrebbe scagionati da qualsiasi problema. Non vogliamo certamente buttarla in politica, dando la colpa alle dissennate manovre di tagli orizzontali che hanno messo in crisi molti apparati del nostro servizio pubblico, per il quale noi paghiamo le tasse; probabilmente dovuti al ‘Patto di stabilità’ e alla ‘Spending review’, fatta dove non doveva e non fatta dove avrebbe dovuto esser fatta – anche se una parte di responsabilità può essere anche fatta risalire a quelli – né vogliamo tirare in ballo i ‘cervelli in fuga’: vedi caso, il prof. Di Mauro, della Columbia University, che si è detto disponibile a ricevere i risultati degli esami clinici di Vincenza, oltre che la sua biopsia, ha un cognome italiano. Purtroppo, quando un male è sconosciuto e raro, pare che non ci siano mezzi per la ricerca, nonostante tutte le raccolte di denaro a due o cinque euro per telefonata, che dobbiamo sorbirci in televisione, facendo a volte anche la parte di qualche Ministero. I farmaci, e le cure, ancorchè costose – vedi la chemioterapia – sono a disposizione di chi ne ha bisogno solo in presenza di un adeguato utile economico a pro delle lobbies dei farmaci. Chi invece ha la sventura di incappare in qualcosa di raro, o poco frequente, è destinato a non essere curato, e magari messo in casa di cura per malati mentali.  E poi si dice che la nostra sanità è la migliore del mondo… 

Il conto corrente a cui indirizzare le vostre donazioni è intestato a: Vincenza Sicari. IBAN: IT68B0709221900000000105881

Qui di seguito la storia di Vincenza Sicari, condensata, ma si potrebbe farne un film. “Ho iniziato a star male nel 2013, quando ho avuto una polmonite e di lì ho incominciato ad avere febbre, a sentirmi debole.  Ho fatto il primo ricovero a  Roma mi hanno fatto degli esami  e mi hanno diagnosticato una malattia neurologica non ancora evidente, e quindi non identificabile esattamente. Mi hanno mandata in sede di riabilitazione, e quando mi hanno vista mi hanno detto che avrei dovuto fare degli esami a spese mie per capire meglio cosa fosse. Abbiamo fatto una TAC al torace, non l’avevo mai fatta, e ho scoperto un tumore del seno, che si pensava potesse essere la causa dei miei problemi, dato che quel tipo di tumore da’ la miastenia, che è una debolezza ai muscoli. Mi hanno fatta operare, ma non avevo la miastenia. Dall’operazione ho incominciato a stare sempre peggio. Sempre peggio, finchè sono dovuta scappare da Roma perché mi prendevano per pazza. Su Internet ho incominciato a cercare centri che in Italia si occupano di malattie rare, neurologiche. Ho girato tantissimo, tanti non sapevano dove mettere le  mani, tanti dicevano che era un problema psicologico, nonostante avessi una paraparesi; finchè sono arrivata dal professor Mariani al Sacco di Milano, e lui quando mi ha vista ha capito subito che io avevo un problema, mi ha fatto una biopsia, ha detto che la mia patologia era molto complessa, con una sofferenza sia neurologica che biologica, con aspetti degenerativi. E di lì abbiamo fatto un appello tramite i media per cercare un centro che si occupasse di malattie neuromuscolari. A dicembre era uscito un articolo su la ‘Repubblica’  su cui si chiedeva la collaborazione dei centri. L’unico al corrente della mia situazione era il presidente Malagò, perché non avevo detto niente a nessuno della mia situazione, né alla FIDAL né a nessuno, e forse è stato proprio l’articolo sul giornale che mi ha fatto mettere in contatto con Malagò. Sono stata trasferita il 23 dicembre a Roma. Il primario non mi ha degnata neanche di una visita. Disse che avremmo rifatto alcuni esami, infatti dopo aver effettuato due esami che avevo fatto il giorno prima a Milano, mi dissero che costavo troppo, che ero troppo onerosa per la sanità pubblica e che non c’era nessuna malattia da cercare. Allora ho fatto intervenire i legali, hanno sequestrato le cartelle, abbiamo chiesto di aprire un’indagine, per cui sono andata Pisa. Ma anche qui, peggio che andar di notte. Appena sono arrivata a Pisa mi ha vista il professor Siciliano  che si occupa di malattie neuromuscolari. Mi ha visitata in presenza di una mia carissima amica, e mi ha detto che comunque avevo una malattia ai muscoli e che dovevo fare una biopsia e altri esami. Anche il primario prof. Bonuccelli  e il prof. Mariani  dissero che avevo questa malattia degenerativa e dovevo fare altri esami. Passati venti giorni avevo fatto pochissimi esami. Allora ho chiesto spiegazioni. Il primario disse che ‘dovevo andare a cagare’, che dovevo lasciare il letto, e che lui non era obbligato a fare degli esami  per una diagnosi.  Allora ho chiesto di incontrare il prof. Siciliano, perché io ero andata lì per lui. Mi disse che avrebbe fatto gli esami, che il quadro era complesso, che ci voleva tempo, che bisognava fare le biopsie… Mi hanno tenuta lì altri dieci giorni senza far niente. Sono arrivata il dodici di gennaio, mi ha visitata il prof. Siciliano, e in due mesi in cui sono stata ricoverata non mi ha più visitata nessuno. A questo punto sono intervenuti gli avvocati, abbiamo fatto intervenire i  NAS, abbiamo chiesto che fossi trasferita da un’altra parte, dove potevo fare tutte le ricevute. Premetto che il prof. Siciliano ha sempre dichiarato a tutti, e io l’ho registrato, – ho fatto due mesi di registrazioni, – sono stati due mesi a dire che avevo una malattia degenerativa, si sono presentati un giorno e solo quando hanno visto le querele e i legali che non avevo niente, e che il mio era un problema psichiatrico, e questo nonostante gli esami fatti da loro fossero positivi. Cioè, una risonanza muscolare positiva, altri esami positivi. Io qui sto rischiando veramente di morire. E’ intervenuto il legale, abbiamo chiesto a Bologna, che ci aveva dato disponibilità, la settimana scorsa aspettavamo questo posto a Bologna, quando sono venuti, avevano chiamato gli psichiatri, il prof, Magli di sabato ha detto qua non ti vogliono più, vattene in albergo, vattene da un’amica finchè non trovi posto. Sono venuti i neurologi, già il presidente della Fidal  mi aveva messo a disposizione una pensione dove poter stare finchè avessi trovato dove ricoverarmi. Ho chiesto ai neurologi se fosse stato un problema per loro farmi rimanere fino a lunedì, o se avessi dovuto andar via subito, almeno sarei stata in un ambiente protetto, e mi hanno detto stai pure qui, non ci sono problemi. Dopo dieci minuti hanno fatto venire gli psichiatri per un TSO, un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Ho chiamato i miei legali, avevo registrato tutta la conversazione, loro sono intervenuti, e innanzitutto abbiamo messo a tacere gli psichiatri. Non hanno voluto mostrare la motivazione del ricovero ai miei avvocati, ma avevamo a disposizione la registrazione del colloquio. I legali hanno chiesto la revoca del TSO, e questo è quanto sta succedendo. Anche il presidente della Fidal vuole andare a fondo su quanto è accaduto, perché non solo non mi hanno curata, hanno fatto una cosa veramente vergognosa. Manderemo la documentazione anche al ministro Lorenzin perché possa constatare come mi hanno ridotta. Il TSO era del tutto  ingiustificato, perché nella conversazione il mio tono era assolutamente pacato. Ora i miei legali mi hanno detto di star tranquilla, debbono acquisire la documentazione per poi fare una querela verso gli psichiatri e i neurologi. Siamo in attesa di andare in un centro che finalmente sia in grado di fare tutto il possibile.  Al momento l’unica diagnosi è di una malattia neuromuscolare degenerativa, di cui non si conosce la causa. Ho contattato il prof. Di Mauro alla Columbia University, in America. Questo professore mi ha chiesto di mandargli tutti i risultati delle ricerche effettuate, oltre alla mia biopsia, ed è quello che stiamo facendo e raccogliendo denaro appunto per mandare la biopsia in America. Andare in America non è semplice, a parte il fatto che costa tantissimo, e poi ormai nella mia condizione io non riesco a muovere più niente.  Comunque, l’ho detto anche al Presidente, voglio che queste persone siano punite, che siano radiate dall’albo professionale; non è possibile una cosa del genere, io sto perdendo la vita per colpa loro. Spero di riuscire a contattare il Ministro Lorenzin. Voglio ringraziare in particolare chi mi sta aiutando più da vicino nella mia situazione, cioè il Presidente della Fidal Giomi e il Direttore Generale Pagliara, oltre a tutti quelli, sportivi e non, che mi sostengono in qualsiasi modo."

Da parte nostra faremo tutto il possibile per aiutare Vincenza, a cui va un grande ‘In bocca al Lupo’.
Ricordando i tempi in cui correva per l’Esercito Italiano, il quale anche, vergognosamente, sebbene interpellato, non ha ritenuto di doversi impegnare in una battaglia per la vita. Ma Vincenza correva anche per l’italia, e non per i miliardi dei giocatori di calcio, ma per una medaglia che tante volte ne vale molti di più . Forza Vincenza, le crisi nella maratona sono una costante, ma le supererai alla grande, come hai sempre fatto.
 




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di Roberto Ragone

Questo è il titolo che tutti noi ci auguriamo di non dover mai leggere su di una pagina di giornale.

Vincenza Sicari, 37 anni due giorni fa, lodigiana, una splendida carriera alle spalle come maratoneta – ne ha vinte ben cinque, ventinovesima alla maratona olimpica di Pechino del 2008 – è ora inchiodata in un letto all’Ospedale di Pisa, aggrappata con disperata  determinazione a quella vita che sente sfuggirle minuto dopo minuto, mentre un male sconosciuto la sta divorando. Ma di che cosa è malata Vincenza? Questa è la faccenda più straziante. Il fatto è che non si sa quale sia la terribile malattia che la sta distruggendo, e i medici in Italia hanno alzato bandiera bianca, dopo aver compiuto tutti gli accertamenti possibili. “Vi prego,  – è il suo appello – aiutatemi. Il mio è un calvario, sto andando incontro alla morte. Ed ogni minuto che passa capisco che è una sensazione terribile…”. Nessun ospedale ha saputo darle una diagnosi. Né le Istituzioni, così pronte a polemizzare su farmaci ‘non conformi’ per fare gli interessi delle lobby, hanno risposto al suo appello.

Pare che fare le ricerche per una sola persona non valga la pena, non sia conveniente. “Le Istituzioni? Certo, ho sentito anche il ministro Lorenzin – le sue parole – mi ha detto di chiamare la direttrice sanitaria della Regione Toscana, ma qui non si muove nulla.” Nessuna voce neanche dal mondo dello sport. “Non ho ricevuto alcuna telefonata da parte della FIDAL, e quando ho chiamato il Centro Sportivo dell’Esercito, per il quale ho corso anche a piedi nudi e anche di notte, mi hanno risposto ‘Chiama Malagò’. Il presidente del CONI, almeno lui, ha capito, si è interessato. Gli avevano garantito la massima assistenza quando sono stata ricoverata a Roma, e invece nulla. E lui, mortificato, mi ha detto: ‘Cosa devo fare?’”

Il tempo passa, e Vincenza peggiora sempre più. Tutto questo è iniziato nel 2013, andava ancora bene, poi ha incominciato ad avere febbre, spossatezza, fino a che – lei, maratoneta – a non riuscire a camminare neanche per brevi percorsi. La prima diagnosi parla di ‘malattia degenerativa neuromuscolare’, ma niente di più. Viaggi in tutta Italia, in cerca di soluzione, invano. Anzi, a Roma le hanno anche detto che non poteva rimanere in ospedale, costava troppo per il Servizio Sanitario Nazionale – vedi i tagli sconsiderati e orizzontali – e il posto letto andava liberato.

Ciò che rimane è quella prima diagnosi e una TAC che parla di tumore al timo, nulla di più. Ora è a Pisa, ad aspettare chissà cosa, forse la morte, visto che ormai pesa meno di 40 chili ed è assolutamente immobile. Le rimangono la fede e la forza di volontà.  E così Vincenza è costretta, come tanti altri in questo bel Paese, a rivolgersi all’estero. Solo che i mezzi per farlo non ci sono. Per questo lanciamo un appello per una colletta che le consenta di raggiungere un Centro in cui possano trattare la sua malattia in modo adeguato, mentre in Italia l’impressione è che ognuno abbia voltato la testa dall’altra parte, in attesa che accada l’irreparabile, e così ognuno potrà tirare un sospiro di sollievo, visto che la sua presenza è diventata scomoda per tanti. Chi può fare qualcosa per Vincenza, lo faccia subito.

Il conto corrente a cui indirizzare le vostre donazioni è intestato a: Vincenza Sicari. IBAN: IT68B0709221900000000105881